Quante volte avete detto “mi sembro Bridget Jones” ? – Dieci motivi per vedere Bridget Jones

Quante volte avete detto “mi sembro  Bridget Jones” ?   – Dieci motivi per vedere Bridget Jones VERAMENTE divertente anche per chi aveva delle riserve  - ESILARANTE


1. Tutto è nato con….

Il 28 febbraio 1995, il quotidiano britannico The Independent pubblica una rubrica piccola e senza pretese curata dall’allora sconosciuta autrice Helen Fielding. È scritta dal punto di vista di una ragazza  single di nome Bridget Jones (età: 32 anni, peso: circa 60 kg), che vive e lavora a Londra. La rubrica guadagna rapidamente popolarità, e il nome di Bridget diventa familiare, facendo piovere offerte alla sua ideatrice. Nell’arco di dieci anni, le rubriche dei quotidiani su Bridget Jones ad opera della Fielding, sono diventate due romanzi best-seller e due film campioni d’incassi ai botteghini internazionali.   

Costato 25 milioni di dollari il primo “Bridget Jones’s Diary” ne ha incassati 281 ! 

 


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2. Il successo del film..l’immedesimazione…

Il problema principale della nostra protagonista è di rimanere single; che si traduce in indipendenza a caro prezzo. “Una delle ragioni del grande successo del primo film, oltre alla commedia, è la condivisione della paura di Bridget della solitudine”, dice Sharon Maguire, che ha diretto questo capitolo della trilogia. “E’ una paura comune a molti, ed un tema predominante nella vita del personaggio, oltre ad essere la via d’accesso dell’empatia del pubblico con Bridget. In fondo, il comune denominatore è la paura di rimanere soli”.

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3. Quante volte avete detto “mi sembro  Bridget Jones” ?  

Quando Bridget si è fatta conoscere, le single di tutto il mondo si sono rese conto di non essere le uniche ad avere aspirazioni contrastanti ed insicurezze. L’ossessione delle calorie, l’impegno del trucco e della depilazione, i conflitti del cuore e della mente, nulla è stato nascosto. “Sto passando un momento alla Bridget” è una frase che ormai fa parte del linguaggio comune :  Bridget ha ottimizzato un nuovo tipo di donna.


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4. Ci sono voluti un paio di anni per sviluppare la storia del nuovo capito di Bridget Jones


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5. “Mi piace pensare che sia un film sulla crescita, impostato in un momento successivo della vita del mio personaggio”, riflette la Zellweger. “Col passare del tempo, ci si rende conto che non esiste un punto di arrivo dove si pensa di aver capito tutto. Questo capitolo della storia di Bridget esplora le differenze tra come immaginava sarebbe stata la sua vita, e la realtà in cui invece si ritrova”.

 


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6.  ”La goffaggine non so perché, ma mi viene naturale” Zellweger.   

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7. La scena forse più comica è quando i due uomini portano Bridget in ospedale. “E’ la scena più ampia, ed ero piuttosto preoccupata” 

E le scene finali in ospedale sono le migliori fino alla battuta stile XFACTOR di Emma Thompson 
 
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8.  Lo spettatore più attento noterà dei piccoli dettagli che mostrano i difetti di Bridget – le mutandine lasciate sul pavimento, un cappotto appeso dietro la porta, gli scaffali ingombri di un pasticcio di libri, lettere e cartoline, la carta della cioccolata sul comodino.   

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9.  La ciliegina sulla torta è stata la registrazione di una sequenza con ED SHEERAN, dal vivo sul palco al Croke Park di Dublino, inserita nel film insieme alle scene del Bestival e quelle con gli attori.




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10.  A riprese ultimate, il produttore Fellner conclude sostenendo che per i realizzatori è stato come ritrovare dei vecchi amici. E aggiunge: “C’è qualcosa di straordinariamente piacevole nel mettere sul mercato un film di Bridget Jones. Mi sento emotivamente molto legato a questi personaggi, e mi piace passare del tempo nel loro mondo – vedere cosa stanno combinando, e condividere i loro alti e bassi. Spero che il pubblico provi le mie stesse sensazioni, perché vorrà dire che abbiamo fatto un buon lavoro”.