IMMATURI IL VIAGGIO – INTERVISTA A RAOUL BOVA

IMMATURI   IL VIAGGIO -  INTERVISTA A   RAOUL BOVA

 

“Paolo Genovese ha pensato ai diversi personaggi in funzione di voi attori che li avreste interpretati?”
“Si e per riuscire poi a decifrarli meglio ha cercato dei momenti di confronto discutendone  sia collettivamente sia singolarmente con tutti noi che abbiamo poi cercato di esprimerci con grande libertà di interazione e conservando il forte spirito di gruppo che aveva caratterizzato il nostro primo film. Quando eravamo in scena io e Ricky Memphis però abbiamo vissuto diversi momenti di grande difficoltà, era impossibile concentrarsi perché si rideva troppo, eravamo “dentro” ai nostri personaggi sempre e comunque, anche fuori dal set e dovevamo essere continuamente richiamati all’ordine, ma tutto questo è stato utile per lo spirito e il clima del film”.

 

“L’esperienza di Paros si è rivelata insomma una sorte di vacanza-lavoro?”

“Mica tanto, stavamo comunque lavorando dieci ore al giorno, e non avendo  la possibilità di sfruttare in pieno il ben di Dio che hai davanti in quel Paradiso naturale tutto diventava una sofferenza più che un divertimento. Ma sull’isola ognuno di noi è riuscito anche durante le pause ad andare anche un po’ alla scoperta di se stesso, stabilendo ed alimentando un contatto personale e profondo con una serie di luoghi incantevoli che te lo consentivano facilmente”.

 

 

“Quali analogie e quali differenze ha notato rispetto al primo “Immaturi”?
“La storia parte da Roma, dove si era interrotta, con la fine degli esami, e poi inizia un grande viaggio che riguarda sempre la maturità, ma una volta spostata l’azione sull’isola diventa tutto un altro film. I vari personaggi si immergono in un mondo di divertimenti spensierati riservato però per lo più ai giovanissimi: vanno in discoteca, coltivano uno sfrenato vitalismo, si esaltano nel voler tirar mattina ma in realtà sono dei quarantenni che vogliono fare ad ogni costo i ventenni e a un certo punto il film, pur mantenendo una base di forte divertimento affronta in modo più profondo temi più personali, esistenziali e sociali. Ognuno vivrà una sua storia personale, i vari propositi di coesione non sono però semplici da attuarsi anche in un’isola come quella e l’ipotetica compattezza del gruppo è destinata a sgretolarsi: fino a quando c’era l’esame da affrontare era tutto più semplice ma con la vacanza tutto si complica, quando ci si rivede dopo circa 20 anni l’intimità e la condivisione non sono poi così scontate”.

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