10 settembre “Dove eravamo rimasti” (“Ricki and the Flash”) di Jonathan Demme con Meryl Streep, Kevin Kline, Mamie Gummer – WB
“DOVE ERAVAMO RIMASTI”
Titolo originale: “RICKI AND THE FLASH”
LA PRODUZIONE
Meryl Streep si lancia in un nuovo ruolo – da cantante e chitarrista rock – per la regia del premio Oscar® Jonathan Demme e la sceneggiatura del premio Oscar® Diablo Cody, nel film Dove eravamo rimasti. In un film originale con performance dal vivo, la Streep è Ricki Rendazzo, una chitarrista eroina che nell’inseguire il suo sogno di diventare una chitarrista di successo compie tanti sbagli umani nei confronti della sua famiglia. Richiamata a casa per un problema, Ricki ha l’occasione per riscattarsi e cercare di aggiustare tutto. La Streep recita accanto alla figlia Mamie Gummer; Rick Springfield interpreta il ruolo del chitarrista-collega innamorato di lei; Kevin Kline è l’ex marito ed Audra McDonald la nuova moglie di Kline.
La TriStar Pictures presenta in associazione con LStar Capital, una produzione Marc Platt / Badwill Entertainment, Dove eravamo rimasti, con Meryl Streep, Kevin Kline, Mamie Gummer, Audra McDonald, Sebastian Stan e Rick Springfield. Diretto da Jonathan Demme, prodotto da Marc Platt, Diablo Cody, Mason Novick e Gary Goetzman, sceneggiato da Diablo Cody, con produttori esecutivi Ron Bozman, Adam Siegel, Lorene Scafaria e Ben Waisbren; direttore della fotografia Declan Quinn, ASC; scenografie di Stuart Wurtzel; montaggio di Wyatt Smith, ACE; e costumi di Ann Roth.
Dove eravamo rimasti è valutato PG-13 dalla Motion Picture Association of America per materiale tematico e linguaggio, e cenni a droga e sesso. Il film sarà distribuito negli USA il 7 agosto, 2015.
IL FILM
“Tutti hanno una parte del passato che vorrebbero cambiare”, afferma il regista Jonathan Demme, che dirige il film Dove eravamo rimasti. Ricki, portata in vita da Meryl Streep, è una chitarrista e una mamma rock piena di rimorsi per il suo passato che ora ha l’occasione di aggiustare le cose. “Quando Ricki vede la figlia disperata”, aggiunge Demme, “capisce che è un’opportunità di redenzione per raddrizzare tutte le scelte sbagliate che ha fatto nella sua vita”.
“Dobbiamo tutti convivere con gli errori del nostro passato”, racconta la Streep. “Credo che Ricki vorrebbe che i figli la amassero di più e la capissero di più – e questo si chiama rimorso. Eppure ogni scelta compiuta le è chiara, e ne è più che consapevole. Vive sul momento, agisce d’impulso e questo per lei è imperativo e vitale. È stato piacevole interpretare il ruolo di una persona che non agisce come tutti si aspettano da lei. È come se dicesse, ‘Non posso essere diversa da quello che sono’”.
“Ricki Rendazzo è certamente una Meryl Streep che non abbiamo mai visto prima”, continua Demme. “È straordinario che la Streep continua ad accettare ruoli che sono più propriamente delle sfide – e dà vita a personaggi decisamente ‘difficili’, come la terribile strega di Into the Woods. Interpreta tanti personaggi estremi e in questo film, Ricki è senza meno un personaggio estremo, ma Meryl la interpreta con tanta naturalezza. È una vera e autentica cantante e chitarrista, una vera donna del 21° secolo”.
“Questo film non racconta di famiglie perfette, impacchettate col fiocco. Qui le persone sono vere”, spiega la Streep. “Sono vere, complicate, un disastro. Eppure alla fine è divertente, anche se commovente”.
Ricki Rendazzo è un personaggio ideato e raccontato da Diablo Cody, la sceneggiatrice vincitrice di Oscar® di Juno e sceneggiatrice di Young Adult e della serie TV “The United States of Tara”.
“Quando ho letto la sceneggiatura, mi sono trovata completamente coinvolto nei personaggi – specialmente nel viaggio di Ricki e la sua relazione con la figlia, l’ex marito ed il suo nuovo compagno”, osserva il produttore del film Marc Platt. “Per la fine della sceneggiatura ero completamente immerso nei personaggi. Questo è il mio barometro – capire quanto mi sento coinvolto o meno, percepire una reazione viscerale con il copione, e se questo accade, allora è fatta. E questa sceneggiatura mi ha emozionato alla prima lettura”.
Cody spiega come l’ispirazione per questo personaggio le sia di fatto arrivato dalla sua vita personale e da una persona a lei vicina. “Per il personaggio di Ricki mi sono ispirata alla vita di mia suocera, che è una cantante leader di una band rock del New Jersey che si chiama “Silk and Steel”. Terry ha sei nipotini ormai, eppure ogni fine settimana è in giro a suonare e cantare rock nei locali, e ad emozionare il pubblico. Il rock ‘n’ roll è la sua vita e credo che molte persone l’abbiano giudicata sciocca ad essere ancora in giro a suonare rock da mamma o nonna – ma a lei non importa un bel niente. Ed è quello che amo di lei”.
Con la sceneggiatura di Cody in mano, il produttore Marc Platt ha poi chiesto alla Streep di interpretare il ruolo della protagonista. “Conoscendo Meryl Streep da tanti anni, e conoscendo la sua passione per i musical e le commedie musicali, ho capito al volo che questo sarebbe stato un personaggio che avrebbe voluto interpretare. Ero a Londra e stavo girando Into the Woods con Meryl, ed un giorno le ho detto: “Ho una sceneggiatura speciale e vorrei che tu la leggessi. Data l’assoluto realismo che Diablo aveva creato per il personaggio di Ricki, non mi sono sorpreso quando qualche settimane dopo, Meryl è venuta da me e mi ha detto, ‘Ricordi quella sceneggiatura che mi hai dato? L’adoro!’ Il resto, poi, è stato facile”.
Nel film, Ricki Rendazzo lascia la sua casa di Los Angeles per tornare in Indiana dalla figlia Julie che sta vivendo una crisi personale. Dalla sua vita tutta rock ‘n’ roll, torna alla vita che aveva abbandonato come Linda Brummel, moglie e madre di tre figli. Come fa notare Cody, per quanto Ricki voglia redimersi, lo vuole comunque fare a modo suo. “Ricki è Ricki”, sostiene, “nel passato è stata Linda Brummel, la moglie di Pete. Era una madre, viveva nell’Indiana. Non vuole più quella vita. È molto sicura nel suo ruolo di cantante, di Ricki”.
Nello scrivere il personaggio di Ricki che si è ricostruita un’intera vita nuova, Cody racconta di un argomento che conosce bene. “Capisco bene cosa si prova ad essere una persona che è separata dalla persona che si era originariamente”, dice, “Anch’io ho due capitoli distinti nella mia vita: nel Midwest sono Brook, mentre a Los Angeles sono Diablo Cody e lo sono da ben otto anni. A volte ho problemi ad integrare queste due identità – quindi capisco bene cosa prova Ricki”.
Interpretare questo ruolo ha offerto alla Streep la possibilità di lavorare con la figlia attrice, Mamie Gummer (Cake, Effetti collaterali). Con una relazione madre-figlia al cuore della storia, è chiaro che il realismo di questo rapporto ha aggiunto intensità al film. Il regista Demme ha voluto che madre e figlia non parlassero mai delle scene al di fuori dal set. Sebbene molto vicine nella vita reale, il rapporto di estraniamento nel film è palpabile, come la loro somiglianza fisica. La realtà genetica aggiunge per forza un raro livello di realismo al film.
“Mamie è molto drammatica e lo è sempre stata, fin dall’età di tre anni o forse pure tre mesi – e quindi è una vita che recitiamo insieme”, osserva la Streep. “Sono sempre così meravigliata dalla sua determinazione ad affrontare i personaggi a cuore aperto. È difficile entrare nell’industria del cinema con una madre così importante a Hollywood, ma i figli hanno una visione particolari dei genitori e non tendono a metterli su un piedistallo. Quindi, per lei trovare una motivazione per essere arrabbiata con me, e produrre rabbia per il suo personaggio… beh, non credo sia stato difficile!”
La Streep sostiene che uno dei motivi principali per capire la distanza tra madre e figlia è perché sono così simili. “Credo che entrambe siano propense al litigio. Entrambe vedono le cose da outsider, entrambe pensano di essere detentrici della Verità. Il frutto non cade mai lontano dall’albero. Entrambi vivono la loro verità, senza scusarsi mai”.
A mettere insieme i pezzi del film, il regista Jonathan Demme. “Mai sceneggiatura fu più appropriata di Dove eravamo rimasti per Jonathan Demme,” osserva il produttore Platt. “Pensate al lavoro di Jonathan. È perfetto per i film con personaggi femminili. Ha diretto alcuni dei film musicali più importanti, ha vissuto nel mondo del rock. Le trame dei suoi film ruotano sempre intorno alle differenze e alla tolleranza – gente che percorre sentieri diversi e poi si trova a vivere e a convivere bene. Jonathan era la scelta inevitabile. E così, quando mi ha chiamato per dirmi, ‘Devo assolutamente dirigere questo film’, è stata musica per le mie orecchie, ma non certo una sorpresa”.
LA BANDA…
“Presto ho scoperto che Jonathan voleva girare con la musica dal vivo, la qual cosa mi ha scioccata”, racconta Cody. “Ogni volta che ho lavorato ad un film musicale, era in playback, con l’effetto finale di film hollywoodiano di serie C – sincronizzazione labbra, la chitarra che suona per finta. Chiaramente, si tende a lavorare così, perché è più facile. Ma non per Jonathan Demme. The Flash doveva diventare un vero gruppo musicale, una vera e proprio banda. Ogni nota musicale che sentirete in questo film è vera. Meryl canta e suona la chitarra. Sono una banda, e senza ombra di dubbio, questo è l’aspetto più figo del film”.
E quindi, anche se la Streep era senza ombra di dubbio l’unica e la migliore scelta per il ruolo da protagonista di questo film, avrebbe però dovuto imparare a suonare la chitarra per dare vita al suo personaggio. La visione di Demme per questo film fin dall’inizio era avere una banda vera e propria. “Con un film così denso di personaggi importanti, volevamo insistere sull’aspetto realistico dei fatti”, spiega Demme, “Non ho mai pensato per un attimo di non lavorare con la musica dal vivo. Di solito, con i film musicali in playback, si fa suonare la banda e poi si sovrappone la colonna sonora ma io non volevo fare questo. Volevo che la banda, con Meryl al centro, uscisse sul palco e suonasse per davvero”.
Già ottima cantante, la Streep si è esercitata per mesi a studiare la chitarra. “Per cominciare, ho iniziato a studiare chitarra acustica con un maestro di New York, poi un mese dopo sono passata a quella elettrica”, spiega la Streep, “In seguito ho lavorato quasi tutti i giorni con Neil Citron, un maestro di chitarra geniale. Mi ha messo un Telecaster tra le mani e mi ha insegnato tanti piccoli trucchi che usano i rocker, corde bar, cambi veloci e cose del genere”.
La Streep racconta come ha trovato più facile suonare la chitarra elettrica, “anche se poi gli errori sono più evidenti! Con una chitarra acustica, un errore passa inosservato, con la chitarra elettrica, invece, basta una nota sbagliata che risuona da morire! È stato davvero divertente”.
“Non ho mai avuto dubbi che Meryl sarebbe stata un’ottima chitarrista perché so che fa delle ricerche allucinanti per i suoi ruoli”, racconta Demme. “Nei mesi precedenti un film, lavora tanto quanto sul set”.
Accanto a Ricki, Demme ha chiamato il chitarrista rock leggendario Rick Springfield. Famoso per i suoi pezzi anni 80, la carriera di Springfield passa anche per diversi ruoli da attore.
“Il ruolo di Greg è duplice”, spiega Demme. “Ci serviva un ottimo attore capace di recitare accanto ad un’attrice come Meryl Streep, ma anche un musicista eccezionale. Ero abbastanza preoccupato di non riuscire a trovare il giusto Greg. Il compito che avevamo assegnato ai nostri eccezionali direttori casting, Bernard Telsey e Tiffany Little Canfield, era trovare un attore che sapesse suonare la chitarra e che sapesse anche recitare bene. Dovevano trovare chiunque per quella fascia di età – avrei fatto tutti i provini necessari. E poi arriva Rick Springfield, lo incontriamo, è bravo – e poi inserisce la spina e… restiamo sbalorditi!”
In seguito, Springfield incontra la Streep una seconda volta. “Volevamo assicurarci che ci fosse chimica tra i due. Tutt’a a un tratto, Rick sprigiona calore e Meryl inizia a raccontare cose di sé che nemmeno lei sapeva esistere. Lui è entrato deciso ad essere perfetto per questo ruolo: era un’occasione eccezionale per recitare accanto a Meryl Streep, essere membro di una banda, ma anche avere un ruolo speciale nel film che andasse oltre tutto ciò. E così, quando è andato via, abbiamo pensato, ‘Wow, abbiamo appena trovato il miglior Greg immaginabile’!”
“Rick è molto vitale, come persona, cantante e attrice”, osserva la Streep. “E questa è una qualità meravigliosa e necessaria per Greg, perché dopotutto è un tenerone. È il chitarrista leader del gruppo ma aspira anche a diventare il compagno di Ricki nella vita. Pretende soltanto che lei entri nel rapporto completamente ma questo è complicato per Ricki che invece tende a scappare e teme di non farcela a sostenere il peso di un rapporto sincero”.
“Greg è un bravo chitarrista che non ce l’ha mai veramente fatta ad avere successo”, spiega Springfield. “Ha avuto un breve momento di gloria che poi non si è confermato ma ama suonare ed ora è innamorato di Ricki. È frustrato dal fatto che Ricki ha paura di impegnarsi in un rapporto, dall’atteggiamento casuale di lei rispetto ai rapporti in generale, però ama suonare insieme a lei – ed è qui che il loro legame va oltre. Condividono la passione per la musica”.
La sfida più grande del ruolo di Springfield? “Riuscire a non ripetere ogni due minuti, ‘Oh mio Dio, sto recitando con Meryl Streep!’”, afferma ridacchiando. A parte gli scherzi, Springfield è abituato ad essere al centro del palcoscenico come rockettaro ma per il film ha dovuto differire questo ruolo a Ricki – leader della banda The Flash. “Di solito sono io il centro dell’attenzione ma per questo ruolo mi sono dovuto ispirare ad un mio amico che di fatto ha questo tipo di relazione con la moglie sul palco. È stato un caso che li abbia visti e mi sono modellato su quel ruolo lì. Basta gettare un gancio con una realtà, una persona, e questo ci aiuta a recitare, a reagire nel ruolo”.
Neanche a farla apposta, Springfield ed il suo personaggio condividono la passione per uno strumento musicale. “Nel copione, Greg aveva un SG del 68. Io nella vita vera ne ho una del 69 – l’ho comprato nel 1970 e ce l’ho da allora. È stata la chitarra principale dei miei primi album, e l’ho suonata mentre componevo tanti miei primi brani, come ‘Jessie’s Girl’. È una chitarra molto importante per me. Appena l’ho detto a Jonathan, mi ha detto, ‘Ottimo. Allora lo usiamo’. E così la connessione è stata immediata.
Accanto a Springfield nel ritratto della banda The Flash vi sono tre leggendari attori/musicisti:
- Bernie Worrell, alla tastiera, membro fondatore del Parliament-Funkadelic, che ha lavorato con i Talking Heads ed è membro del Rock and Roll Hall of Fame;
- Rick Rosas – a/k/a “Rick il bassista” – che ha suonato con Neil Young, Joe Walsh, Crosby, Stills, Nash & Young, Jerry Lee Lewis, Johnny Rivers, Ron Wood ed Etta James, morto lo scorso anno poco dopo la fine delle riprese; e
- Joe Vitale, un collaboratore storico di Joe Walsh ed il batterista originale delle tournèe di Crosby, Stills & Nash.
Durante le settimane prima delle riprese, Ricki and the Flash, ora finalmente una banda, hanno suonato intensamente. Springfield racconta che suonare serviva per mettere insieme il gruppo ma allo stesso tempo per provare i pezzi. “Erano tutti ottimi musicisti ma dovevamo mettere insieme i brani perché sembrassero perfetti… E così abbiamo fatto, fin dal primo giorno. Ogni musicista sapeva perfettamente cosa dovesse fare ed era incredibile vedere quanto Meryl Streep si dedicasse al suo ruolo. È difficilissimo suonare uno strumento che non si è mai suonato prima mentre si canta pure – davvero difficile. E lei è stata straordinaria – completamente dedita. Abbiamo provato per due settimane, si stava sempre insieme, si pranzava insieme, e poi è arrivato il momento di iniziare le prove vere, ‘Dovevamo diventare un vero gruppo musicale. E così, abbiamo ristretto sei anni in due settimane per provare a decollare’.
“Studiare la chitarra mi divertiva ma era una cosa tra me e me. Poi tutt’a un tratto, Jonathan ha detto che avevamo due settimane per mettere insieme la banda. E io ho pensato, due settimane?! Due settimane per diventare una banda?! Non mi sembrava assolutamente abbastanza tempo ma i ragazzi erano bravissimi. Sono stati molto carini e comprensivi all’inizio ma chiaramente non potevo reggere il loro livello. Poi, intorno al sesto giorno, abbiamo beccato l’onda e l’abbiamo cavalcata. Abbiamo suonato e suonato e suonato e poi ho capito perché Ricki non voleva mai smettere di suonare. Perché è davvero divertente!”
Le prove erano così intense che la banda ha proibito a tutti di entrare – anche al regista. “Mi sembra giusto”, sghignazza Demme. “Quando finalmente sono entrato nella stanzetta dove provavano, tre settimane dopo, li ho trovati sul palco e c’era Meryl Streep proprio nel centro, e sembrava che per tutta la vita non avesse fatto altro. Era entusiasmante. Ll’unica cosa più entusiasmante è stato quando abbiamo iniziato a girare e vederli suonare di fronte ad un pubblico dal vivo”.
Per Demme, è stato un momento cruciale e inaspettato. “Quello che non avevo messo in conto è che suonando di fronte al pubblico con la musica dal vivo, il pubblico si sarebbe messo a ballare. Ero entusiasta di vedere la gente alzarsi in piedi e ballare mentre Ricki and the Flash suonavano.”
Ricki and the Flash sono una band cover e quindi Demme e i suoi collaboratori dovevano scegliere canzoni famose che servissero a due scopi: non solo dovevano essere brani tipici di cover band e quindi noti a tutti, ma dovevano anche essere brani che tematicamente risuonassero nella storia del film. “Tutti hanno collaborato, scrivendo una lista dei propri brani preferiti”, racconta Platt. “Si trattava di brani che avresti potuto sentito durante un concerto rock cover, oppure durante una festa in famiglia. Abbiamo poi ascoltato la lista dei brani e scelto diversi – alcuni più vecchi che ascoltiamo da anni e altri più recenti che la gente vuole sentire”.
“All’inizio, Jonathan aveva detto, ‘Tre brani. Sarà facile. Avrete tre settimane di prove e dovrete suonare soltanto tre brani!’” racconta la Streep. “Beh, ci sono ben dieci canzone nel film… dieci! E credetemi, non è stato facile!”
Ricki and the Flash hanno suonato durante le riprese e Demme sostiene che hanno dato vita nuova a brani vecchi. Per esempio, racconta Demme, “Il brano ‘Keep Playin’ That Rock N Roll’ è una canzone che dovevano suonare ma a me non è mai piaciuto particolarmente. Eppure quando lo suonano, mi appassiona. La vitalità che Meryl apporta al brano va oltre ogni possibile immaginazione, e così è diventato uno dei miei brani preferiti”.
Naturalmente, non solo la Streep ha imparato a suonare la chitarra, ma è diventata una perfetta rockettara. “Come per tutti i film di Meryl, arriva un momento dove lei gestisce la scena”, spiega Demme. “Durante un brano, ‘Let’s Work Together’, lascia il palco, si fa strada tra la folla, arriva al bar e si fa un drink. Tutto improvvisato. E quando le ho chiesto, ‘Come ti è venuto?’ mi ha risposto, ‘Era quello che mi sono sentita di fare’”.
I momenti più significativi sul palco sono quelli tra Ricki e Greg. “Ricki canta ‘Drift Away’ a Greg, e Greg, poiché la canzone è intrisa di chitarra, le risponde con la musica”. Come racconta Demme, “Ti riempie ed emoziona. È un bellissimo momento di rock ‘n’ roll – Meryl e Rick cantano e suonano, offrendo questa incredibile performance e fanno sembrare tutto così vero”.
Demme aveva scelto il brano “Wooly Bully”, mentre Cody aveva già aggiunto in sceneggiatura i brani di P!nk’s “Get the Party Started” e Lady Gaga “Bad Romance”. Uno dei brani più importanti è stato scelto dalla Streep: “My Love Will Not Let You Down” di Bruce Springsteen. “Meryl mi ha raccontato che stava uscendo di casa per venire al lavoro e alla radio hanno suonato il brano. Mi ha chiamato e mi ha detto, ‘Ho appena trovato il brano giusto’. Ed in effetti, è perfetto”, racconta Demme.
Forse il brano più significativo del film è il pezzo originale “Cold One”. Nel film si dà la paternità del pezzo a Ricki ma di fatto è stato composto da Jenny Lewis e Johnathan Rice. “Ero un loro fan prima di girare questo film,” confida Demme. “Ci serviva un brano originale e Diablo non l’aveva scritta e così sono andato da Jenny e Johnny e ho detto, ‘Immaginate una canzone che questo personaggio potesse aver scritto 15 anni fa.’ E mi hanno mandato un demo per ‘Cold One’. È stata una rivelazione. Era così perfetta. Orecchiabile. Immediata”.
Streep ricorda Springfield che suona il brano mentre lei si preparava. “Ho sentito Rick suonare ‘Cold One’… Era perfetto. Bellissimo. Io, però, dovevo suonarlo acusticamente, nel film”. Sebbene la Streep fosse consapevole di non essere a livello di Springfield con la chitarra, ha trovato un modo di suonarla che rispecchiasse il personaggio e il momento. “Ho pensato di suonarlo come a dare corpo alla chitarra – pizzicando le corde e poi dandogli una botta, in modo che fosse ritmico e si sentissero le corde cambiare. Funziona bene per la scena, perché Ricki la sta suonando per l’intimità della sua famiglia, non per il pubblico. Questo è il brano che doveva essere il suo cavallo di battaglia, il suo grande successo ma così non era stato. Lo sta suonando ma allo stesso tempo non lo sta suonando… è incerta, insicura”.
Nel film, il brano originale si sente ben quattro volte. La prima durante una tenera scena a Indianapolis, dove Ricki suona una versione acustica e gentile per Pete e Julie, e l’ultima nella scena finale del matrimonio, quando Ricki and the Flash lo suonano e cantano alla grande. Viene poi sentito due volte in versione strumentale: una volta sulla chitarra di Rick Springfield, mentre Ricki torna dall’Indiana a Los Angeles con la coda tra le gambe e poi di nuovo ad Indianapolis, dove è faccia a faccia col suo terrore del matrimonio, sulla tastiera umorale di Bernie Worrell.
… A PROPOSITO DELLA FAMIGLIA
Quando Ricki torna in Indiana, fa del suo meglio per aggiustare le cose con la sua famiglia.
Nel ruolo dell’ex marito di Ricki, Kevin Kline, amico e collega storico di Meryl, avendo lavorato insieme in La scelta di Sophie e Radio America, come pure diverse volte a teatro, compreso una performance del 2012 tratto dalla scena del famoso balcone di “Romeo & Juliet” al Teatro Shakespeare in the Park di NY. “Kevin è un attore brillante. Sono una sua fan dai tempi de La scelta di Sophie e del Re Pirata in ‘Pirates of Penzance’ a Broadway”, sostiene Platt. “Kevin è veramente divertente ma allo stesso tempo drammatico. Il suo personaggio è davvero complicato, la sua relazione con Ricki è complicata. E questo mi ha indotto a pensare che sarebbe stato perfetto per questo ruolo. Poiché, inoltre, lui e Meryl sono stati marito e moglie nel film e sono così amici nella vita reale, ho pensato che anche questo avrebbe potuto aiutare la narrazione. C’è così tanto di non detto tra Ricki e Pete. E così, appena ho dato il copione da leggere a Meryl, ho suggerito Kevin per il ruolo di Pete”.
“Anche Kevin è un musicista di talento”, osserva la Streep. “Il primo giorno che suonavamo nel locale, è venuto da me e mi ha detto, ‘Non c’è male’. Per me è stato un grande complimento”.
“Kevin è stato decisamente coraggioso nelle sue scelte per questo ruolo”, afferma Demme. “È un uomo profondo e caloroso ma è anche un uomo che non vuole scombussolare le cose nella sua vita, perché la sua vita gli piace così com’è. Prende decisioni razionali proprio per non cambiare. Sebbene amasse Pete, anch’io penso che Ricki meriti di più – e infatti, poi lo trova”.
Dove eravamo rimasti vede insieme sul grande schermo Meryl Streep e la figlia, Mamie Gummer. “Conoscendo Meryl da anni, conosco anche Mamie, sia personalmente che come attrice”, osserva Platt. “Ho sempre percepito che fosse una ottima attrice e che prima o poi sarebbe arrivato il ruolo che la trasformasse in una star. Quando ho letto il copione e ho pensato a Meryl per il ruolo di Ricki, ho anche pensato che quello della figlia sarebbe stato il ruolo perfetto per Mamie – sia che Meryl accettasse il ruolo della mamma o no. Il fatto che comunque Meryl avesse accettato e che la trama fosse così incentrata sui personaggi madre-figlia, non ho potuto evitare di pensare Ecco quel ruolo”.
“Il ruolo di Julie è proprio il suo” afferma Platt. “Mamie è stata capace di rendere il ruolo ancora più interessante e complesso e commovente. La sua relazione con la madre è intriso di complessità, amore/odio ed un incredibile miscuglio di emozioni”.
“Julie e Ricki sono completamente diverse ma si dà il fatto che siano anche molto simili”, racconta il regista. “È incredibile come piano piano riescano ad avvicinarsi. È stato davvero divertente lavorare con Mamie. Parte del mio lavoro consisteva nel cercare di mantenere le distanze tra lei e la madre. ‘Non è tua madre. Non è Meryl Streep. Questa è un’altra madre. Totalmente. Quindi, alleiamoci contro di lei, perché se lo merita”.
Come c’è da aspettarsi, recitare CONTRO una delle più importanti attrici di Hollywood, che casualmente è anche la propria madre, è stato sicuramente una grande fonte di ispirazione ma anche molto difficile per la Gummer. “È stata una sfida più intensa di quanto immaginassi, ma mi ha anche molto arricchita. È stato divertente ed illuminante e mi ha rafforzata. Sono spuntate tutte le gamme delle mie emozioni umane. Lei è la persona a cui sono più connessa e in modo intrinseco, e quindi esaminare quel legame e farlo a pezzi e ricomporlo ogni giorno è stato intenso”.
“Credo che Ricki abbia sempre amato Julie ma i suoi sensi di colpa l’hanno da sempre paralizzata e quindi ha paura ad uscire da se stessa. Qui, invece, finalmente le viene offerta questa occasione e all’improvviso non è più Ricki la persona problematica in famiglia. Ricki può finalmente aiutare la figlia e affermare, grazie alla sua esperienza, che tutto migliora e che tutto andrà benissimo”.
“Julie non vuole diventare come sua madre”, continua la Gummer, “vuole essere una casalinga. Vuole dedicare la sua vita alla famiglia ed essere il tipo di mamma che Ricki non è mai stata. E quando invece le cose non vanno come aveva pianificato, non capisce più chi è, e quale è il suo scopo nella vita”.
“Diablo Cody ha creato un personaggio incredibile e Mamie le dà vita: è forte, divertente, commovente ed imprevedibile”, osserva Demme. “Mamie porta questo personaggio al suo limite”.
Vincitrice di ben sei Tony, la cantante e attrice Audra McDonald interpreta il ruolo della seconda moglie di Pete, Maureen Brummell. “Maureen è l’esatto opposto di Ricki”, spiega, “è la perfetta seconda moglie, la moglie perfetta, la figlia perfetta. E infatti nel film va di corsa dal padre che è malato terminale. È incredibilmente protettiva della sua nuova famiglia. È stata lei a rimettere insieme la famiglia Brummell dopo che Ricki aveva lasciato Pete e ha poi cresciuto i figli come fossero suoi. È molto protettiva del suo mondo e non vuole che venga disturbato in alcun modo”.
“Diablo scrive questo personaggio in modo che non piaccia al pubblico, prima ancora che il pubblico la veda”, spiega il regista. “Si sente dire cose di lei – tipo le irritanti omelie che ha messo in giro per la cucina, oppure il fatto che ha voluto un giardino d’inverno nella loro villa… E poi arriva Audra che sprizza di calore, vitalità, bellezza e profondità ed è come se… wow! Audra è un’attrice eccezionale. Apporta coraggio ed amabilità al suo personaggio ma se necessario anche la fermezza di una badessa. C’è una scena dove Audra e Meryl hanno una discussione ed è come vedere Sfida all’O.K. Corral.”
McDonald racconta che non c’è nulla di simile che avere una discussione con Meryl Streep in scena. “È come essere colpiti dalla freccia di Cupido. Ti fa sentire che sei un’attrice incredibile solo perché le stai accanto. Ti senti benedetto dagli dei”.
Per completare il cast, nel ruolo di uno dei tre figli di Ricki e Pete, Josh Brummell, l’astro nascente Sebastian Stan. La sera prima del suo matrimonio, Stan non sa ancora cosa prova per sua madre. “Pensa che sia giusto che la madre sia presente ma di fatto non prova abbastanza per lei. È come se fosse un’amica di famiglia più che una madre”, afferma il giovane attore. “Ma credo che ci sia una parte di lui che rispetta la scelta di Ricki di inseguire i suoi sogni e non cambiare in modo da non tradire se stessa. C’è distanza tra lui e Ricki – ci sono problemi che sono ancora lì, sepolti in profondità e non credo li abbia risolti”.
LA PRODUZIONE
Il film Dove eravamo rimasti si svolge nel quartiere di San Fernando Valley a Los Angeles e nell’Indiana. Eppure il film è stato girato per gran parte a New York (con alcuni esterni a Los Angeles). Lo scenografo Stuart Wurtzel ha quindi dovuto ricreare le location che servissero ad entrambi le ambientazioni.
La ‘casa’ di Ricki è il Salt Well, un locale dove lavora il gruppo musicale Ricki and the Flash. Per ricreare questa location, Wurtzel su suggerimento di Demme, ha cercato nella realtà. “Il Rodeo Bar nella zona East di NY aveva appena chiuso. Ed era quella la mia idea di bar per il nostro film”, spiega Demme. “A qualche punto, doveva essere stato un locale in stile country o western, ma poi ad ogni nuova gestione avrà subito trasformazioni casuali. E così, proprio mentre chiudeva definitivamente, siamo entrati e abbiamo chiesto se potevamo usarlo per sei settimane. Finalmente, la banda aveva trovato lo spazio giusto per fare le prove”.
Mentre la banda provava, Wurtzel ricreava The Salt Well in studio, usando il Rodeo Bar come ispirazione. “Stuart ha creato un bar rockettaro perfetto. È un bar che sicuramente aveva avuto giorni più felici ma è denso di atmosfera”, spiace Demme. “Mi sarebbe piaciuto bere una birra in un locale del genere”.
“L’idea era creare il tipo di locale che era stato popolare un tempo ma ora aveva un aspetto vecchio, trasandato”, spiga Wurtzel. “I suoi giorni gloriosi dovevano apparire sbiaditi. Allo stesso modo, la carriera di Ricki non era mai decollata come lei aveva sperato”.
Wurtzel doveva inoltre creare un secondo mondo per Ricki, per contrastare il Salt Well. “C’è il mondo della sua carriera, della sua professione, della sua musica, ma c’è anche un altro mondo che racconta da dove viene e come la sua vita sarebbe stata se fosse rimasta ancorata al passato. Questi, insieme ad altri elementi – quali la sua solitudine fuori dal palco e la sua storia d’amore con Greg – sono altri aspetti della vita di Ricki”.
E così, Wurtzel ha ricreato Indianapolis. “Il film si apre con sette minuti pieni di rock duro, e poi, per tutta l’ora successiva, ci concentriamo su Ricki che lascia la città e viene strappata da quella sua identità, in modo che per la fine della prima ora, il pubblico ha dimenticato chi fosse la Ricki Rendazzo delle prime scene”, osserva Demme. “Volevamo quindi rendere quella parte del film il più verde possibile, per rafforzare il contrasto con la trasandatezza della vita R&R di Ricki a Los Angeles”.
La casa dell’Indiana di Pete Brummell è stata trovata a Rye, nello stato di New York. “È decisamente altolocata, lontana dalla città. Ha una piscina, è grandiosa. Ha un bellissimo ingresso probabilmente disegnato da un arredatore”, osserva Wurtzel. “Non solo la location contrasta con tutto quello che ha Ricki che vive in un semplice monolocale, ma anche l’arredamento. La casa è piena di foto di famiglia: i loro viaggi, i bimbi che crescono. Sono stati felici. Maureen è una madre adottiva meravigliosa, calorosa, appagante. E Ricki è tagliata fuori da tutto questo. Non perché non l’abbia voluto ma semplicemente perché non era nelle sue corde”.
Per creare il look da rocker di Ricki, Demme ha chiamato la capo costumista Ann Roth, la costumista Nina Johnston, la capo reparto trucco Patricia Regan, la truccatrice Bernadette Mazur, e la capo reparto acconciature Alan DAngerio. “Mi piace che il primo rapporto con costumisti, truccatori e parrucchieri sia impostato dagli attori. Mi piace tenere le distanze all’inizio”, spiega il regista. “Dopo osservo. A volte mi innamoro sull’istante, altre volte faccio le mie osservazione e poi inizia la vera e propria fase di collaborazione. Eppure, il look di Ricki è stato impostato da subito senza di me. Sono stato entusiasta quando è arrivata Meryl Streep dopo le prime prove trucco e costumi. C’erano piccolissime cose da ritoccare ma Ricki è in tutto e per tutto l’idea che Meryl ha avuto di lei in collaborazione con Ann Roth e Alan DAngerio e tutti gli altri delle loro squadre”.
IL CAST ARTISTICO
Per quasi 40 anni, Meryl Streep (Ricki) ha dato vita ad una vasta gamma di personaggi per una carriera singolare, passando dal teatro, al cinema, alla televisione.
La Streep ha studiato alla scuola pubblica del New Jersey, laureandosi cum laude al Vassar College, e meritando un Master con lode all’Università di Yale nel 1975. Ha iniziato la propria professione sui palcoscenici di New York dove ha velocemente affermato la propria versatilità e verve di attrice. Entro tre anni dalla laurea, ha debuttato a Broadway, vincendo un Emmy (per “Holocaust”) e ricevendo la sua prima candidatura Oscar® (per Il cacciatore). Ha vinto tre premi Oscar® e nel 2015, in un record unico, è stata candidata al suo 19° Oscar® per il ruolo di Strega in Into the Woods. La performance le è valsa anche una candidatura ai Golden Globe e agli Screen Actors Guild Award. È attualmente in produzione con Florence Foster Jenkins per la regia di Stephen Frears.
La Streep opera per l’ambiente tramite una fondazione da lei co-creata nel 1989, Mothers and Others. M&O ha lavorato per dieci anni per promuovere l’agricoltura sostenibile, stabilire nuove regole sui pesticidi e assicurare la disponibilità di cibo locale organico e sostenibile.
Lavora inoltre per altre associazioni benefiche, quali la Women for Women International, Equality Now, Women in the World Foundation e Partners in Health.
È membro della American Academy of Arts and Letters, ed il governo francese l’ha nominata Commandeur de L’Ordre des Arts et des Lettres, oltre a concederle un César onorario. Ha ricevuto un Premio alla Carriera dalla American Film Institute, un’onorificenza nel 2008 dal Film Society del Lincoln Center ed una Medaglia Nazionale per le Arti consegnatale dal Presidente Obama nel 2010. Nel 2011, la Streep ha ricevuto un Kennedy Center Honor, e nel 2014 la Medaglia Presidenziale per la Libertà. Ha dottorati onorari delle Università di Yale, Princeton, Harvard, Dartmouth Indiana Universities, New Hampshire, Lafayette, Middlebury e Barnard.
Lei e il marito, lo scultore Don Gummer, hanno un figlio e tre figlie.
KEVIN KLINE (Pete) lavora continuamente tra teatro e cinema ed è ugualmente acclamato in entrambi i settori. È vincitore di numerosi premi, compreso un Oscar® e due Tony.
Lo vedremo presto in diversi film molto attesi, quali La bella e la bestia diretto da Bill Condon per la Disney con un cast stellare che comprende Emma Watson, Ian McKellen, Luke Evans, Emma Thompson, Dan Stevens e Josh Gad – debutto da sceneggiatore e regista del comico Demetri Martin; ed in Dean accanto a Martin, Mary Steenburgen e Gillian Jacobs.
Oltre ad un Oscar® nel 1988 per il suo ruolo in Un pesce di nome Wanda ed un premio Screen Actors Guild Award per Come vi piace per la HBO, Kline è stato candidato a cinque Golden Globe per i suoi ruoli in La scelta di Sophie, Dave, In & Out, Bolle di sapone e De-Lovely; oltre ad una candidatura agli Screen Actors Guild per la sua performance in Life As A House. È stato inoltre insignito di un Premio alla Carriera nel 1997 dai Gotham Independent Film Awards.
Altri suoi crediti comprendono: Il grande freddo, Silverado, I Love You To Death, Grand Canyon – Il cuore della città, French Kiss, Grido di libertà, La tempesta di ghiaccio, Sogno di una notte di mezza estate, The Anniversary Party, Creature selvagge, Wild Wild West, Il club degli imperatori, Radio America, Un perfetto gentiluomo, Trade (che gli è valso un Premio CineMerit al Film Festival di Monaco), Queen to Play, The Conspirator, Darling Companion (la sua sesta collaborazione con il regista Lawrence Kasdan), The Last of Robin Hood, Last Vegas, e My Old Lady.
Laureato alla Juilliard, Kline ha fatto il suo debutto a Broadway nel ruolo di Vershinin nelle “Tre sorelle di” Anton Chekhov con The Acting Company di John Houseman, di cui è anche fondatore. Per “On the Twentieth Century” di Hal Prince ha vinto un Tony ed un Drama Desk, e per “The Pirates of Penzance” di grande successo al The Public Theater prima di essere portato a Broadway, ha nuovamente vinto un Premio Tony ed un Drama Desk, come pure un Premio Obie come migliore attore.
Di recente, Kline è stato sul palco di Broadway nell’acclamato “Cyrano de Bergerac”, che gli è valso un Outer Critics Circle Award. Inoltre, Cyrano è stata la seconda performance di Kline ad essere trasmesso sul canale PBS nella serie TV “Great Performances”. Per la sua interpretazione ha avuto una candidatura agli Emmy e uno ai SAG. Kline ha avuto critiche brillanti per la sua performance a Broadway di “Arms and the Man” di Bernard Shaw diretto da John Malkovich, come pure per “Loose Ends” di Michael Weller diretto da Alan Schneider. È stato poi il protagonista di “Ivanov” di Chekhov al Lincoln Center per la produzione di Gerry Gutierrez. Ha vinto un Drama Desk Award per il suo ruolo di Falstaff nell’“Enrico IV” di Shakespeare al Lincoln Center. Kline ha lavorato con Meryl Streep ne “Il gabbiano” al Shakespeare in the Park con il Public Theater, ed in “Madre Coraggio e i suoi figli”.
Kline collabora con The Public Theater di NY da trent’anni, durante i quali ha interpretato numerosi ruoli shakespeariani, compresi i ruoli da protagonista in “Re Lear,” “Riccardo III” ed “Enrico V.” Ulteriori crediti comprendono il Duca Vincentio in “Misura per misura,” Benedick in “Molto rumore per nulla” ed il ruolo da protagonista in due produzione dell’“Amleto”. Ha vinto un Premio Obie per la prima produzione dell’“Amleto”, mentre per la seconda, da lui anche diretta, ha ricevuto cinque candidature ai Drama Desk, compreso miglior regia e miglior attore. Ha eventualmente diretto una versione televisiva per la serie “Great Performances” per la PBS.
Kline ha ricevuto un William Shakespeare Award for Classical Theatre dalla Shakespeare Theatre Company, che viene dato ad un artista che abbia contribuito al teatro classico negli Stati Uniti, ed è stato il primo attore americano ad essere insignito del Premio Sir John Gielgud Golden Quill. Nel 2007, è stato onorato con il Premio Lucille Lortel alla Carriera. Nel 2004 è entrato nel Theatre Hall of Fame.
L’attrice per il cinema, la television ed il teatro Mamie Gummer (Julie) ha fatto il suo debutto off-Broadway nel 2005 con la prima di “Mr. Marmalade”, che le è valso un Theatre World Award. Nel 2007, la Gummer è stata candidata ad un Lortel Award per la sua performance in “The Water’s Edge”. Ha ricevuto peraltro ottimi riconoscimenti per il suo debutto a Broadway nella produzione del 2008 “Le relazioni pericolose” candidato ad un Tony Award.
Nel 2006, ha fatto la sua prima apparizione cinematografica in The Hoax per la regia di Lasse Hallström, accanto a Richard Gere e Hope Davis. Nel 2007, era in Un amore senza tempo accanto ad un cast stellare, con attori quali Claire Danes, Patrick Wilson e Vanessa Redgrave. Altri suoi crediti comprendono: Motel Woodstock di Ang Lee, Stop Loss di Kimberly Peirce, L’amore impossibile di Fisher Willow di Jodie Markell, I guardiani del faro di Daniel Adams, The Ward – Il reparto di John Carpenter, Twelve Thirty di Jeff Lipsky, The Lifeguard di Liz W. Garcia, Effetti collaterali di Steven Soderbergh e Cake di Daniel Barnz.
La vedremo presto in End of the Tour di James Ponsoldt.
Per la televisione, la Gummer ha ricevuto ottime critiche per il suo ruolo da non protagonista nella serie candidata Emmy “The Good Wife”. Nel 2008, l’abbiamo vista nella miniserie HBO “John Adams”, vincitore di un Emmy ed un Golden Globe con Paul Giamatti e Laura Linney. Altri crediti televisivi comprendono: “Off the Map”, “The Big C” e “Emily Owens M.D”. È inoltre nel pilota de “The Money” per la HBO.
La Gummer si è laureata al Northwestern University e ha studiato teatro al British Academy of Dramatic Arts.
Il talento di cantante ed attrice di Audra McDonald (Maureen) non teme paragoni. Vincitrice record di ben 6 Tony (“Carousel”, “Master Class”, “Ragtime”, “A Raisin in the Sun”, “Porgy and Bess” dei Gershwin, “Lady Day at Emerson’s Bar & Grill”) nel 2015 è stata considerata una della 100 persone più influenti secondo la rivista Time. Ha lavorato a Broadway in “The Secret Garden”, “Marie Christine” (candidato Tony), “Enrico IV,” e “110 in the Shade” (candidato Tony). Ritornerà in scena per la stagione 2015-16 nel ruolo di Lottie Gee in “Shuffle Along, or, The Making of the Musical Sensation of 1921 and All That Followed”. Per la lirica, la soprano – che ha studiato alla Juilliard – ha lavorato ne “La voce umana” e “Send” all’Houston Grand Opera e in “Rise and Fall of the City of Mahagonny” al Los Angeles Opera. In televisione, è stata apprezzata da milioni di spettatori nel ruolo della Madre Badessa nella produzione NBC di “The Sound of Music Live!”, oltre ad essere la Dott.ssa Naomi Bennett nella serie TV per l’ABC “Private Practice”. È stata candidata a tre Emmy per “Wit”, “A Raisin in the Sun”, e per il suo ruolo di presentatrice ufficiale della trasmissione PBS “Live From Lincoln Center”. Altri crediti televisivi comprendono: “The Good Wife”, “Homicide: Life on the Street”, “Law & Order: SVU”, “Having Our Say: The Delany Sisters’ First 100 Years”, “The Bedford Diaries”, “Kidnapped” ed il remake del 1999 “Annie.” Per il cinema, l’abbiamo vista in Seven Servants, L’oggetto del mio desiderio, Il prezzo della libertà, Vizio di famiglia, The Best Thief in the World, She Got Problems, e Rampart. Presto la vedremo in La bella e la bestia della Disney. Vincitrice di due Grammy, è artista esclusiva della etichetta musicale Nonesuch Records, e nel 2013 ha lanciato il suo album “Go Back Home”. La McDonald continua a cantare in concerti lirici, apparendo sui palcoscenici più importanti del mondo con orchestre internazionali di grande prestigio. Un’ardente attivista per l’uguaglianza dei matrimoni e per i giovani a rischio, è membro dei Consigli di Amministrazione del Broadway Impact e del Covenant House. Tra i suoi tanti ruoli, i suoi preferiti sono quelli che svolge lontano dalle scene: moglie dell’attore Will Swenson e madre di Zoe Madeline.
Il talento e la versatilità di SEBASTIAN STAN (Josh) lo hanno fatto notare subito ad Hollywood tra gli attori della sua generazione.
Stan ha ripreso il suo ruolo di Bucky Barnes, ossia di The Winter Soldier nel film di enorme successo della Marvel Captain America: The Winter Soldier, sequel del film del 2011 Captain America: The First Avenger. Di recente ha terminato il film di Melissa Rauch The Bronze, che sarà distribuito negli USA a luglio.
Stan ha lavorato accanto a Natalie Portman e Mila Kunis in Il cigno nero di Darren Aronofsky. Altri suoi crediti cinematografici comprendono: Rachel sta per sposarsi con Anne Hathaway; Toy Boy – Un ragazzo in vendita accanto ad Ashton Kutcher; The Apparition, del produttore Joel Silver per la Warner Bros.; Gone con Amanda Seyfried; Un tuffo nel passato 2 con John Cusack e Chevy Chase; The Education of Charlie Banks di Fred Durst; The Architect con Anthony LaPaglia, Isabella Rossellini e Hayden Panettiere; e The Covenant di Screen Gems.
Per la televisione, Stan è noto per il suo ruolo ricorrente di Carter Baizen nella serie di successo “Gossip Girl.” È stato anche TJ Hammond accanto a Sigourney Weaver in “Political Animals” per il canale USA, e Prince Jack Benjamin nel dramma NBC “Kings,” accanto a Ian McShane. È stato nel cast della prima stagione della serie ABC di successo “C’era una volta” nel ruolo di The Mad Hatter.
In 2007, ha debuttato a Broadway accanto a Liev Schreiber in “Talk Radio” di Eric Bogosian. Per la stagione 2013 è tornato a Broadway con la compagnia del Roundabout Theater in “Picnic” diretto da Sam Gold.
Attualmente risiede a New York.
RICK SPRINGFIELD (Greg) è attore, musicista, compositore e scrittore bestseller di grande successo.
Con 25 milioni di dischi venduti, 17 hit tra i top-40 – compreso “Don’t Talk to Strangers”, “An Affair of the Heart”, “I’ve Done Everything for You”, “Love Somebody” e “Human Touch,” come pure un Grammy® nel 1981 come migliore voce maschile rock, per il suo hit No. 1 “Jessie’s Girl” – la carriera musicale di Springfield continua ad essere il suo più importante punto di riferimento. È stato in tournèe per oltre 30 anni e di recente ha iniziato una serie di concerti assoli che gli sono valsi apprezzamenti dalla critica, oltre che nuovi fan. Il suo tour più recente, Stripped Down, ha attraversato gli USA. Più tardi quest’anno, uscirà il suo 18° album dai toni country/rock, “Mayhem.”
Nel 2014, Simon & Schuster’s Touchstone ha pubblicato il suo romanzo debutto, Magnificent Vibration che è entrato tra i bestseller de The New York Times. Nel 2010, la sua autobiografia Late, Late at Night era 13° nella lista dei bestseller de The New York Times, oltre ad entrare nella lista del Los Angeles Times e del Publishers Weekly. La rivista Rolling Stone lo ha nominato uno delle 25 migliori autobiografie rock di tutti i tempi.
Nel 2013 Springfield ha lavorato con Dave Grohl sul progetto multivalente e appassionato di Grohl, Sound City, che comprendeva un documentario (Sound City), un album (“Sound City: Real to Reel”), ed il tour Sound City Players, una trafila di performance con musicisti dello spessore di Stevie Nicks, Trent Reznor, John Fogerty, e Lee Ving, tra gli altri. Springfield e Grohl hanno poi co-scritto “The Man That Never Was,” ispirato ad una storia vera della Seconda Guerra Mondiale.
Nel 2012 ha prodotto il documentario, An Affair of the Heart, che racconta dello stretto legame tra Springfield e i suoi fan.
Nella prima metà degli anni 70, Springfield aveva già collezionato una serie di dischi di successo in Australia quando si è poi trasferito negli USA. Arrivato a Los Angeles, ha iniziato a recitare, e gli è stato offerto il ruolo del Dott. Noah Drake nella celebre soap “General Hospital”. La musica è sempre rimasta la sua passione primaria e la sua vita professionale cambia nel 1981 con il grande successo del suo album “Working Class Dog”, seguito dai successi “Success Hasn’t Spoiled Me Yet”, “Living in Oz”, la colonna sonora di “Hard to Hold” e “Tao”.
Oltre al suo ruolo in “General Hospital”, altri suoi ruoli televisivi importanti comprendono un arco narrativo di 4 episodi in “Californication” ed un ruolo guest-star nella recentissima serie “True Detective”.
IL CAST TECNICO
Jonathan Demme (regista) ha iniziato a lavorare da scrittore e produttore con Roger Corman nel 1971, e da allora ha diretto e prodotto più di 40 film, che gli sono valsi ben 20 candidature Oscar® per pellicole quali Beloved – L’ombra del passato, Una volta ho incontrato un miliardario, Philadelphia, “Who Am I this Time?” di Kurt Vonnegut Jr, Rachel sta per sposarsi, The Manchurian Candidate ed Il silenzio degli innocenti, che gli è valso un Oscar® per migliore regia nel 1991. Fear of Falling – diretto da Demme e basato su un adattamento di Andre Gregory e Wallace Shawn di “The Master Builder” dall’opera teatrale di Henrik Ibsen – è stato distribuito nel 2014. Per la televisione, ha diretto diversi episodi di “Columbo”, “Enlightened”, “The Killing” ed i piloti di “A Gifted Man” e “Line of Sight”.
Demme ha anche prodotto Il ladro di orchidee di Spike Jonze, Music Graffiti di Tom Hanks e Il diavolo in blu di Carl Franklin.
Documentari e pellicole dirette da Demme comprendono Mio cugino, il reverendo Bobby, The Agronomist, Haiti Dreams of Democracy, Stop Making Sense, Swimming to Cambodia, Neil Young Heart of Gold, Neil Young Trunk Show, Neil Young Journeys and Jimmy Carter: Man from Plains, I’m Carolyn Parker: The Good the Mad and the Beautiful, New Home Movies from the Lower 9th Ward, Tavis Smiley’s Been In the Storm Too Long e Enzo Avitabile Music Life distribuito nel 2013.
Demme ha prodotto il film candidato Oscar® del 1994 Mandela (diretto da Jo Menell e Angus Gibson) ed il film vincitore del Premio Peabody Beah: a Black Woman Speaks (diretto da LisaGay Hamilton).
Accanto a ciò, è stato produttore esecutivo, produttore e/o ha presentato i film Song One di Kate Barker-Froyland, Gimme the Loot di Adam Leon, Household Saints di Nancy Savoca, L’oro di Ulisse di Victor Nunez, La grande strada azzurra di Gillo Pontecorvo, Eat the Peach di Peter Omrod, Il profumo di un giorno d’estate di Susanna Styron e Everett Ruess: Wilderness Song di Lindsay Jaeger.
Nel 2014, Demme ha presentato due lungometraggi – Horses of God di Nabil Ayouch e The Center di Charlie Griak – oltre al documentario di Sean Gallagher, Brothers of the Black List.
Jonathan Demme è membro del Consiglio di Amministrazione del Jacob Burns Film Center a Pleasantville, nello stato di New York.
Diablo Cody (scrittrice/produttrice) è vincitrice Premio Oscar® per Juno, e sceneggiatrice di Jennifer’s Body, e Young Adult. Ha inoltre creato la serie vincitrice del Golden Globe e degli Emmy “United States of Tara” con Steven Spielberg.
MARC PLATT (produttore) è tra i pochi produttori che hanno lavorato a teatro, cinema e televisione. I suoi progetti hanno raccolto 8 candidature agli Oscar®, 16 ai Tony, 13 ai Golden Globe e 19 agli Emmy.
Tra i suoi lungometraggi, Into The Woods con Meryl Streep e Johnny Depp, diretto da Rob Marshall; Song One con Anne Hathaway; il film debutto di Ryan Gosling, Lost River con Christina Hendricks; Drive con Ryan Gosling, che è stato premiato con il premio per la migliore regia al Film Festival Internazionale di Cannes nel 2011; Cani sciolti con Denzel Washington e Mark Wahlberg; i film di enorme successo La rivincita delle bionde ed il sequel con Reese Witherspoon, Ufficialmente bionde; Scott Pilgrim vs. The World, diretto da Edgar Wright; l’acclamato Rachel sta per sposarsi, diretto dal vincitore Oscar® Jonathan Demme con Anne Hathaway; il successo del 2008 Wanted – Scegli il tuo destino con Angelina Jolie, James McAvoy e Morgan Freeman; il musical Nine diretto da Rob Marshall con Daniel Day-Lewis, Judi Dench, Nicole Kidman, Marion Cotillard, Penelope Cruz, Sophia Loren, Kate Hudson e Fergie; Poliziotti fuori – Due sbirri a piede libero con Bruce Willis e Tracy Morgan; Il racconto d’inverno con Colin Farrell e Russell Crowe; Segui il tuo cuore con Zac Efron; Tutte contro lui con Natalie Portman; Honey; Josie and the Pussycats; e The Perfect Man.
Oltre a Dove eravamo rimasti, i prossimi film di Platt comprendono Bridge of Spies/Il ponte delle spie, diretto da Steven Spielberg con Tom Hanks, e Billy Lynn’s Long Halftime Walk, diretto dal regista Oscar® Ang Lee.
Marc Platt è produttore del musical blockbuster di Broadway “Wicked,” definito dal The New York Times “il musical per eccellenza dell’ultima decade”. “Wicked”, al suo 11° anno su Broadway, continua a riempire il Gershwin Theatre. Platt ha creato il musical col compositore/librettista Stephen Schwartz e con la scrittrice Winnie Holzman basato sul romanzo omonimo di Gregory Maguire. La colonna sonora originale di “Wicked” ha battuto ogni record di vendita a Broadway fin dai tempi del musical “Rent” ed è vincitore di un doppio disco di platino. Ben sette compagnie sono attualmente in scena con “Wicked”, a Broadway, Londra, in un tour del Regno Unito, a Città del Messico, in Australia e in due tournèe nel Nord America. In anni recenti, “Wicked” ha avuto produzioni in Corea, Giappone, Germania ed Olanda.
Sempre a Broadway, Platt sta producendo il nuovo musical “If/Then” con Idina Menzel. Ha prodotto il debutto a Broadway di “Three Days of Rain” con Julia Roberts, Paul Rudd e Bradley Cooper; il balletto di Matthew Bourne “Edward mani di forbici” che gli è valso un second premio Drama Desk; ed il revival di “Pal Joey” con Stockard Channing.
Per la televisione, ha vinto un Golden Globe per la migliore miniserie con “Empire Falls – Le cascate del cuore” (HBO) con Paul Newman, Joanne Woodward, Ed Harris, Helen Hunt e Philip Seymour Hoffman. È stato produttore esecutivo di “C’era una volta una principessa” con Carol Burnett e Tracey Ullman (ABC); della miniserie vincitrice Emmy “11 settembre: tragedia annunciata” (ABC); e della serie MTV di successo “Taking The Stage”.
Prima di fondare la propria società di produzione, Marc Platt è stato Presidente di Produzione per tre major (Orion, TriStar and Universal). È membro della Academy of Motion Picture Arts & Sciences, the Academy of Television Arts & Sciences, e de The Broadway League.
GARY GOETZMAN’s (produttore) ha alle spalle crediti quali Nel paese delle creature selvagge, Mamma Mia!, La guerra di Charlie Wilson, Polar Express, L’amore all’improvviso – Larry Crowne, Il mio grosso grasso matrimonio greco, Music Graffiti, Il silenzio degli innocenti, Philadelphia, Il diavolo in blu, Beloved – L’ombra del passato, Miami Blues, The Great Buck Howard, Il quiz dell’amore, il concerto-film dei Talking Heads Stop Making Sense, il film 3D IMAX Magnificent Desolation, l’acclamata miniserie HBO “Olive Kitteridge”, la miniserie vincitrice Emmy “John Adams”, “Band of Brothers” e “The Pacific”, e gli eventi HBO vincitori Emmy, “The 25th Anniversary Rock & Roll Hall of Fame Concert” e “Rock & Roll Hall of Fame 2012 Induction Ceremony”; come pure la serie candidata Emmy e Golden Globe “Big Love” e la serie HBO vincitrice Emmy e Golden Globe “Game Change.”
Goetzman è produttore del lungometraggio A Hologram for the King, tratto dal romanzo di Dave Eggers, diretto da Tom Tykwer. Sta producendo il film concerto di Justin Timberlake 20/20 Experience diretto da Jonathan Demme, la miniserie HBO “Lewis and Clark”, il sequel de Il mio grosso grasso matrimonio greco, e “The Seventies”, che segue la serie candidata Emmy della CNN, “The Sixties”.
MASON NOVICK (produttore) ha iniziato la sua carriera da talent manager prima di essere produttore esecutivo del thriller di Wes Craven, Red Eye.
Nel 2007, ha prodotto Juno da una sceneggiatura di Diablo Cody. Il film ha incassato oltre $200 milioni a livelli internazionale che rappresenta il secondo incasso mondiale di tutti i tempi. Il film è stato candidato agli Oscar® nel 2007 come miglior film ed ha vinto come miglior film agli Independent Spirit Awards. Nello stesso anno, Novick è stato candidato al premio Darryl F. Zanuck come miglior produttore dell’anno per il cinema dal Producers Guild of America. Juno è stato inoltre candidato come miglior film ai Golden Globe e ai Movie Awards del 2008 di MTV, oltre ad essere selezionato come uno dei migliori dieci film AFI del 2007.
(500) giorni insieme è stato candidato come miglior film (musical o commedia) ai Golden Globes 2010, come pure a tre premi Independent Spirit, compreso miglior film, ed ha vinto come migliore sceneggiatura. Il film è stato scelto dal National Board of Review come uno dei migliori dieci film del 2009.
Novick è stato produttore del film Young Adult con Charlize Theron diretto da Jason Reitman. Il film è valso alla Theron una candidature ai Golden Globe come migliore attrice di commedia.
Di recente, Novick è stato produttore esecutivo di Men, Women, and Children con Adam Sandler e Jennifer Garner, diretto da Jason Reitman. Il film ha debuttato al Toronto Film Festival ed è distribuito dalla Paramount.
Attualmente sta lavorando a diversi film indipendenti e di major, tra cui Sweet Valley High adattato da Diablo Cody per la Universal oltre ad un adattamento del romanzo di Richard Aleas “Hard Case Crime”, Little Girl Lost, per la regia di Jonathan Levine. Sta inoltre producendo The Sweet Spot per Warner Bros. con John Hamburg nel ruolo di scrittore e regista, e Dan Mintner: Badass For Hire con Dwayne Johnson, per la New Line.
Novick si è laureato all’Università dell’Arizona nel 1997 e si è trasferito a Los Angeles per seguire una carriera nell’industria del cinema. Ha iniziato da assistente all’agenzia ICM, dove è stato poi promosso ad agente nel reparto cinema. Da agente, alcuni dei film che ha portato a termine sono Snakes on a Plane ed il franchise Underworld. Attualmente, Novick è agente di diversi sceneggiatori, tra cui la vincitrice Oscar® Diablo Cody, la sceneggiatrice ed autrice Chad Kultgen e Josh Heald.
RON BOZMAN (produttore esecutivo) ha vinto un Oscar® per la produzione del film di Jonathan Demme Il silenzio degli innocenti. È parte della insostituibile squadra di Demme, avendo servito prima da aiuto regia in Qualcosa di travolgente, per poi passare a produttore associato in Una vedova allegra… ma non troppo. Altri suoi crediti in collaborazione con Demme sono Philadelphia, Beloved – L’ombra del passato, Jimmy Carter Man from Plains e di recente The Master Builder, l’adattamento di Wallace Shawn dell’opera teatrale di Henrik Ibsen.
Altri suoi crediti includono: The Ref, Gioco d’amore, Autumn in New York, Ipotesi di reato, La macchia umana, La donna perfetta, A casa con i suoi e The Tempest.
ADAM SIEGEL (produttore esecutivo) è Presidente della Marc Platt Productions dove ha iniziato a lavorare nel 2000 dopo una laurea all’Università di Wesleyan.
Di recente ha prodotto il debutto registico di Ryan Gosling Lost River, presentato al Film Festival Internazionale di Cannes nel 2014 nella sezione Un Certain Regard. Nel film spiccano Christina Hendricks, Saoirse Ronan, Ben Mendelsohn, Iain Decaesester, Matt Smith ed Eva Mendes.
Ha anche prodotto Drive, diretto da Nicolas Winding Refn con Ryan Gosling, Carey Mulligan, Bryan Cranston, Albert Brooks e Christina Hendricks. Il film ha vinto il premio miglior regia al Film Festival Internazionale di Cannes 2011, come pure candidature per miglior film ai BAFTA e agli Independent Spirit Award.
Siegel aveva precedentemente prodotto il film Cani sciolti diretto da Baltasar Kormakur, con Denzel Washington e Mark Wahlberg, ed è stato produttore esecutivo per il film di Timur Bekmambetov Wanted – Scegli il tuo destino, basato sul famoso fumetto, con protagonisti Angelina Jolie, James McAvoy e Morgan Freeman. È stato anche produttore esecutivo per il film di Edgar Wright Scott Pilgrim Vs. The World.
BEN WAISBREN (produttore esecutivo) è Presidente e Membro del Consiglio di Amministrazione della LSC Film Corporation, che finanzia la maggior parte di lungometraggi della Sony Pictures Entertainment Inc. È anche avvocato presso la Winston & Strawn, un ufficio legale internazionale dove è consulente per clienti statunitensi ed europei nei settori dell’intrattenimento, stampa e finanza. Tra i suoi clienti, produzioni e distribuzioni indipendenti, società di private equity, fondi di investimento e banche.
Ben presto nella sua carriera, Waisbren è stato direttore generale e capo del settore investimento bancario al Salomon Brothers di New York, oltre a seguire una carriera da avvocato in un prestigioso studio legale a Chicago, la Lord, Bissell & Brook, dove praticava nel settore fallimenti.
Prima di entrae alla Winston & Strawn, all’inizio del 2013, Waisbren era Presidente della Continental Entertainment Capital LP, un gruppo sussidiario della Citigroup, operante a New York, Los Angeles a Parigi. Ancor prima, era direttore generale della Stark Investments, una società per fondi di investimento, dove operava nei settori degli investimenti privati, responsabile inoltre degli investimenti per l’industria cinematografica e la formazione dei fondi strutturati dell’azienda, come pure di una società di prestiti parallela, la Freeport Financial.
Dal 2005 fino al 2009, Waisbren è stato membro del Consiglio di Amministrazione della Wild Bunch, S.A., una società di produzione, distribuzione e vendita cinematografica francese per l’Europa in connessione con la società di investimenti privati che già gestiva.
È stato produttore esecutivo della Warner Bros. Pictures per i film: 300; Blood Diamond – Diamanti di sangue; V per Vendetta; Nancy Drew; Intrigo a Berlino; Poseidon e L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford. Inoltre, è stato produttore esecutivo dei seguenti lungometraggi indipendenti: Sogni e delitti; First Born; Next; Bangkok Dangerous – Il codice dell’assassino e Gardener of Eden – Il giustiziere senza legge. Per la Sony Pictures Entertainment, ha servito da produttore esecutivo dei seguenti film della Columbia Pictures: 22 Jump Street, Sex Tape – Finiti in rete, The Equalizer – Il vendicatore, Fury, Humandroid, Paul Blart: Mall Cop 2, Sotto il cielo delle Hawaii e Pixels, e di Un testimone in affitto per la Screen Gems
DECLAN QUINN, ASC (direttore della fotografia) ha vinto tre Independent Spirit Awards per la fotografia di In America – Il sogno che non c’era (2002), Kamasutra (1996) e Via da Las Vegas (1995).
Quinn ha iniziato a lavorare nei film concerti degli U2, Outside It’s America e Unforgettable Fire. Ha continuato a lavorare in documentari, e altri tre film concerti per Neil Young per la regia di Jonathan Demme: Heart of Gold, Neil Young Trunk Show e Neil Young Journeys. Ha lavorato ancora con Demme per i documentari Jimmy Carter Man From Plains e I’m Carolyn Parker, e per i lungometraggi Rachel sta per sposarsi e The Master Builder.
Altri suoi crediti comprendono cinque film con la regista Mira Nair, Monsoon Wedding, La fiera della vanità, Kamasutra, Il fondamentalista riluttante ed il suo episodio nel film New York, I Love You. Ha lavorato diverse volte con i registi Mike Figgis, Jim Sheridan e Paul Weitz.
Altri suoi crediti comprendono: Admission – Matricole dentro o fuori, La vita segreta della signora Lee, Breakfast on Pluto, Oscure presenze a Cold Creek, 28 giorni e Vanya sulla 42ma strada.
STUART WURTZEL (scenografia) è stato candidato agli Oscar® per le sue scene nel film di Woody Allen, Hannah e le sue sorelle. Sempre per Woody Allen, ha lavorato nel film La rosa purpurea del Cairo, e poi per tre film di Peter Yates: Suspect – Presunto colpevole, Labirinto mortale e Un uomo innocente.
Ha lavorato per la HBO, iniziando con “Wit” di Mike Nichols con Emma Thompson, e poi sempre per Nichols ed HBO per “Angels in America” che gli è valso un Premio Emmy ed un Art Directors’ Guild nel 2004. Ancora per la HBO ha lavorato in “Empire Falls” per la regia di Fred Schepisi con Paul Newman ed Ed Harris, candidandosi per un Premio Emmy Award e vicendo un premio Art Director’s Guild.
Altri suoi crediti comprendono: Il matrimonio che vorrei, Come d’incanto, I pinguini di Mister Popper, La tela di Carlotta, Io & Marley, Notte brava a Las Vegas, Prima e dopo, Nemiche amiche, Hair, La vedova americana, Sirene, Triplo gioco, Tre scapoli e una bimba, Old Gringo – Il vecchio gringo, Ricordi di Brighton Beach, I re del Mambo, Amarsi, Genio per amore, Formula per un delitto, Spiriti nelle tenebre e Innamorarsi a Manhattan.
Le sue prime scene sono state disegnate per il film di Joan Micklin Silver, Hester Street, dove ha lavorato con la moglie, Patrizia von Brandenstein. Poi ha lavorato ancora con Silver in “Bernice Bobs Her Hair” per la serie ‘American Short Stories’ sul canale PBS ed per il lungometraggio Between the Lines.
Cresciuto a Hillside, nel New Jersey, Wurtzel ha studiato scenografie al Carnegie Mellon University, dove ha poi preso un Master. Ha iniziato lavorando a teatro per quattro stagioni all’American Conservatory Theatre di San Francisco e per tre stagioni al Playhouse in the Park di Cincinnati.
Dopo essersi trasferito a New York, ha disegnato numerose produzioni a Broadway, compreso “Summer Brave”, “Unexpected Guests”, “Tiny Alice”, “A Flea in Her Ear”, “Sizwe Banze Is Dead”, “The Island” e “Wally’s Café”. Off-Broadway ha disegnato le scene di “Trumpets and Drums” e “Rosmersholm” al Roundabout Theatre, “Gimme Shelter” al BAM, “Sorrows of Stephen” (che gli è valso il premio Joseph Maharam per migliore scenografie) ed “Enrico IV, Parte I” per il New York Shakespeare Festival.
Per la televisione, ha disegnato le scene per “Little Gloria…Happy At Last” che gli sono valse una candidatura agli Emmy per le miglior scenografie.
WYATT SMITH (montaggio) è regista e montatore per il cinema, la televisione e l’industria della musica.
Figlio d’arte con un padre sempre in tournèe per lavoro, Smith ha iniziato a lavorare all’età di soli 12 anni come assistente alla produzione per uno speciale HBO di Carly Simon. Durante l’adolescenza ha lavorato con diversi artisti, compresi Mariah Carey e Paul Simon.
All’inizio degli anni 90, Smith ha iniziato ad interessarsi al montaggio, mentre lavorava al Sony Music Studios di New York. Presto stava montando l’acclamata serie musicale “Sessions at West 54th” ed ha continuato montando documentari per i Black Sabbath, Brian Wilson e la serie A&E “Biography”, come pure video musicali per i Pearl Jam, John Mayer e Keith Urban e speciali televisivi quali “Michael Jackson: 30th Anniversary Celebration” e “Elvis By The Presleys”.
Oltre che per la musica, Smith ha lavorato alla serie “Chappelle’s Show”. Nel 2002, su richiesta del produttore musicale Phil Ramone, ha iniziato a dirigere programmi multicamera, compresi “Songwriters Hall of Fame” (per Bravo), “The World Series of Pop Culture” per la VH1 e performance speciali per i vincitori Grammy John Legend ed Evanescence. Nel 2006, ha montato uno speciale per la NBC, “Tony Bennett: An American Classic” diretto da Rob Marshall che ha poi vinto numerosi premi e per il quale Smith è stato candidato ad un Emmy per “Montaggio Eccellente per uno Speciale”.
Marshall lo ha poi chiamato per co-montare il film musicale Nine per la Weinstein Company con Daniel Day-Lewis, per il quale è stato candidato ai Broadcast Film Critics Choice per miglior montaggio. Sempre con Marshall, ha montato l’avventura epica per la Disney in 3D, Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare.
Smith ha poi lavorato in The Zen of Bennett e sempre per la Weinstein Company, ha gestito il montaggio aggiunto di My Week With Marilyn, come pure il montaggio di Bachelorette con Kirsten Dunst. Dopo aver montato parti del documentario Sony Pictures One Direction: This Is Us in 3D, Wyatt è tornato ai film d’avventura e d’azione con 300, e Thor: The Dark World. Ha lavorato poi con Rob Marshall per Into the Woods che gli è valso una candidatura agli Eddie per miglior montaggio.
La vincitrice Oscar® ANN ROTH (costumista) disegna costume per il teatro ed il cinema.
Oltre a numerose produzioni di Broadway, i suoi costumi sono stati apprezzati anche in teatri lirici, quali il Lincoln Center, Kennedy Center, San Francisco Opera, American Conservatory Theatre, Manhattan Theatre Club e Circle in the Square, tra gli altri. È stata candidata tre volte ai Drama Desk e quattro ai Tony per “The Royal Family” (1976), “The Crucifer of Blood” (1979), “The House of Blue Leaves” (1986) e “The Book of Mormon” (2011).
In cinque decadi da costumista, tra i suoi crediti ricordiamo: La vita privata di Henry Orient, Un uomo da marciapiede, Una squillo per l’Ispettore Klute, Il giorno della locusta, Goodbye amore mio, Hair, Le stagioni del cuore, Sweet Dreams, Una donna in carriera, Piume di struzzo, L’insostenibile leggerezza dell’essere, I colori della vittoria, Il paziente inglese, Le ore, Ritorno a Cold Mountain, The Village, Closer, The Good Shepherd – L’ombra del potere, Mamma Mia!, The Reader – A voce alta, Julie & Julia and Molto forte, incredibilmente vicino. Per la televisione, ha disegnato i costumi per la miniserie vincitrice Emmy “Angels in America” e per “Mildred Pierce.”
È stata candidata a ben quattro Oscar® vincendone uno per Il paziente inglese, come pure a tre BAFTA vincendone uno per Il giorno della locusta.