IMMATURI IL VIAGGIO - INTERVISTA A ANITA CAPRIOLI
“Come cresce e si evolve il suo ruolo rispetto al passato?”
“Mentre nel primo capitolo veniva affrontato l’elemento dell’immaturità col tempo meno accettabile per tutti, invece nella nuova storia ogni personaggio si sviluppa in direzioni diverse e la mia Eleonora in particolare segue un percorso tutto suo, meno collegato agli altri amici, creando un rapporto d’amicizia bello ed intenso con il Virgilio di Paolo Kessisoglu che all’epoca degli esami, oltre 20 anni prima, aveva provocato la rottura insanabile del gruppo. Eleonora questa volta viene messa di fronte ad un’esperienza di vita verso cui si ritroverà “impreparata”, come spesso accade di fronte ad eventi inaspettatamente preoccupanti. Arriverà sull’isola da Milano portando con sé un “bagaglio” piuttosto pesante e dovrà affrontare una prova molto dura e particolare vivendo senza la stessa leggerezza degli altri compagni questo viaggio che ha affrontato proprio nel tentativo di alleggerire la tensione e la situazione faticosa da cui arriva. Eleonora sbarca sull’isola insieme al gruppo di amici, che tentano di stare tutti insieme il più possibile fino ad una loro decomposizione che dà vita a diverse direzioni: sia lei sia Virgilio si ritrovano in contatto tra loro, da lì nascerà un primo avvicinamento e poi una familiarità diversa e inaspettata e un rapporto che li porterà a restare tanto tempo insieme, a frequentarsi e a raccontare una storia comune”.
“Che tipo di rapporto si è creato questa volta con Genovese e Kessisoglu?”
“Per me questa nuova esperienza è stata molto più coinvolgente della prima, Paolo ha il film sempre molto chiaro e ben presente in testa ma ti permette comunque di interagire creativamente con la sua visione, ci è stata data subito la possibilità di metterci del nostro e io ho potuto utilizzare molte sensazioni tipicamente mie per arricchire meglio un personaggio pensato con tanti colori, sfaccetature e sfumature. Paolo Kessisoglu, poi, si è rivelato un compagno di lavoro sensibile ed attento, avevamo il compito difficile di raccontare un rapporto particolare e delicato e abbiamo lavorato molto bene grazie ad uno scambio di energie importante ed intenso”.
“Quali differenze particolari ha notato rispetto all’altro set?”
“Nel primo “Immaturi” il gruppo di attori si era già affiatato mentre invece io arrivavo in scena soltanto verso la fine, poi ci siamo conosciuti sempre meglio e nel nuovo film traspare quello che tutti noi stavamo vivendo come persone, abbiamo raccontato quello che vivevamo quando ci siamo ritrovati tutti in un posto magico come Paros che ha rappresentato una sorta di co-protagonista del film: Paolo ha scritto l’ultima versione del copione direttamente sull’isola sollecitato dai luoghi, e questo ha rappresentato per lui un elemento molto forte ed importante. Per quanto riguarda i personaggi i vari tentativi di ricostruire l’armonia perduta del gruppo si sfaldano continuamente, sono partiti tutti per il loro viaggio della maturità con 20 anni di ritardo e ora le sue caratteristiche non corrispondono più alla loro età perchè ognuno ha la sua vita da adulto e intrapreso una sua strada, c’è chi ha un figlio, chi una fidanzata, chi abitudini diverse: ritrovarsi insieme porta inevitabilmente ognuno di loro a capire di non essere la stessa persona che era in classe con gli altri a 18 anni. Ma questo rappresenta anche la parte buffa e tenera del nuovo racconto..”.