IMMATURI IL VIAGGIO – INTERVISTA A PAOLO KESSISOGLU

IMMATURI   IL VIAGGIO -  INTERVISTA A  PAOLO KESSISOGLU

“Come entra in scena  il suo Virgilio e come si sviluppano le sue vicende?”
“Lo avevamo visto nel primo film alle prese con i suoi problemi di immaturità come tutti gli altri, si capiva che non era un personaggio risolto nel rapporto con la moglie che non avevamo mai visto e nella nuova storia si intuisce che si è separato: ha iniziato una nuova avventura sentimentale via sms con una donna misteriosa a cui una volta ha risposto dicendole che aveva sbagliato numero vedendosi coinvolgere subito in una comunicazione intrigante e carica di promesse. Ad offrire la sua mediazione ed i suoi consigli in questo rapporto mediatico appare come una sorta di Cyrano prima per caso e poi con maggiore frequenza Eleonora (Anita Caprioli) e la costante vicinanza renderà sempre più intenso ed evoluto il loro rapporto: Virgilio si rivela a sua volta per lei un confidente discreto ed affidabile dopo aver ascoltato per sbaglio un suo sfogo in cui si rivela ansiosa per la propria salute e i due a poco a poco finiscono con l’innamorarsi, dando vita a momenti di riflessione più seri nella situazione generale di spensieratezza. Il film è un commedia fonte di disastri ed equivoci, ma Virgilio e Eleonora sono gli unici personaggi che hanno una storia più intensa, rappresentano la parte più romantica e profonda della vicenda, un’occasione per maturare in maniera reale”.

“Che rapporto ha instaurato con Paolo Genovese e gli altri compagni di lavoro?”
“Ho ritrovato Paolo come sempre molto sicuro di sé, il copione era definito nei dettagli ma, come era avvenuto anche alla vigilia del primo “Immaturi”, prima di girare ci sono state diverse riunioni per confrontare le visioni di noi attori che in alcuni casi differivano dalle sue e in seguito abbiamo cercato di sintetizzare e veicolare il tutto per adattarlo meglio a come sentivamo i nostri personaggi. Paolo cerca sempre di vedere tutto oggettivamente, ti ascolta, ci pensa su, magari ti fa un po’ aspettare  ma poi tre giorni dopo non ha nessuna difficoltà a dirti:  “avevi ragione tu”. Aveva bene in mente i ritmi e i dialoghi ma una volta sul set per fortuna ha potuto contare su una situazione produttiva solida che gli dava l’occasione di prendersi comodamente i suoi tempi e di cercare le immagini più adeguate, concedendosi anche la possibilità di qualche “virata” poetica.

“Che ricordo ha del periodo delle riprese?”
“Si è trattato di un lavoro intenso, una sorta di lungo e piacevolissimo lavoro-vacanza: spesso giravamo di notte e di giorno approfittavo del tempo libero per stare insieme alla mia famiglia, fino a quando non ho avuto un brutto incidente con la moto il penultimo giorno di set. Sono svenuto subito e sono stato ricoverato in ospedale ma ricorderò sempre con riconoscenza quel greco che mi accompagnava sul set ogni giorno, che due giorni dopo l’incidente è tornato sul posto e mi ha ritrovato la fede nuziale persa a cui tenevo tantissimo… quindi Paros è un’isola che mi ha “preso”, ma che mi ha anche ridato..”.

 

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