IMMATURI IL VIAGGIO - INTERVISTA A LUISA RANIERI
“Come è stata coinvolta in questo nuovo progetto e come si evolve il suo personaggio?”
“Mi ha convinto subito il piacere di tornare a lavorare con un amico e un regista come Paolo Genovese. Leggendo la nuova sceneggiatura ho subito notato l’evoluzione del mio personaggio, Marta, nel rapporto con suo marito Giorgio, e attraverso l’amicizia che lei stringe con Luisa (Bobulova): le due donne si ritrovano a condividere la difficoltà di gestire i rapporti con i rispettivi compagni che hanno tradito la loro fiducia e diventano così quasi complici. Poi c’è una bello sviluppo del rapporto tra Marta e Giorgio che decidono di tornare insieme e di portare avanti la gravidanza della donna: lui non ha ancora compiuto il passo decisivo dell’assunzione delle responsabilità, anche eventualmente quella di aver sbagliato, ma entrambi riusciranno a dirsi finalmente qualcosa che non si era ancora svelato in tanti anni di relazione pseudo-perfetta, il viaggio in Grecia permetterà loro di farlo e ognuno dei due si rivelerà con la sua schiettezza e la sua vulnerabilità. Marta è innamorata, coltiva alcune sue certezze, prima tra tutte quella di volere un figlio dal suo uomo perché lo ama, si ritrova a fare i conti con le sue debolezze e le proprie, ma non ha mai dubbi su loro due, anche quando scopre il tradimento vuole andare a fondo per sapere chi ha di fronte davvero, ma non mette ma in dubbio la loro relazione. In qualche modo il fatto che lui abbia il coraggio di non mentire la gratifica e allora lo perdona, finge di non aver capito fino in fondo, si rende conto che il loro progetto più alto di un legame profondo va oltre una scappatella prima della chiusura di un ciclo”.
“Come si è ritrovata con i suoi colleghi di lavoro?”
“I rapporti sono stati tutti all’insegna di amicizia, cordialità e divertimento ma, dato che la storia che riguarda me e Bova è vicina soprattutto a quella di Memphis e della Bobulova, io ho interagito soprattutto con loro e con Paolo Genovese che ha mantenuto l’entusiasmo che lo contraddistingue. Mi piacciono molto la sua voglia di raccontare e la sua energia vitale, è una persona che non crea mai problemi e difficoltà, riesce sempre a tenere il set allegro, ha un alto potenziale di coinvolgimento e di “abbracciamento” e anche in questa occasione si è dato molto, con grazia e magnanimità, trovando per ognuno di noi qualcosa di interessante e di carino da raccontare. Credo che abbia dato vita ad un bello svolgimento del tema delle difficoltà della maturità e delle relazioni, passando dalla commedia leggera – in cui anche Raoul si è gettato con grande divertimento insieme con Ricky – ai momenti più veri ed intensi di quando bisogna assumersi le proprie responsabilità”.
“Che cosa le ha lasciato quest’esperienza?”
“Moltissimo, l’ho vissuta pienamente e non solo come un bel gioco collettivo: ero la donna più felice del mondo avevo portato con me a Paros la mia famiglia, e in più giravo con un regista che adoro e con tante altre persone con cui avevo già lavorato e con cui ho stretto dei rapporti ancora più saldi. Abbiamo avuto la fortuna di lavorare con un produttore come Marco Belardi, attento e generoso come quelli di una volta alle esigenze del film che ha dato il massimo mettendo attori e tecnici in condizione di lavorare al meglio. Se tu sei lontano da casa per tre mesi con un gruppo di persone si creano dei legami forti che alimentano ricordi splendidi, valgano per tutti quelli delle scene con tutti noi che inseguiamo Francesca/ Ambra sul molo senza essere ascoltati perchè lei corre con le cuffie, quelli molto divertenti in cui veniamo arrestati tutti e quelli in cui abbiamo posato per la foto che poi è diventata il manifesto del film. Paolo Genovese ha avuto l’idea di metterci tutti sul molo a metà ottobre, faceva freddo e il mare era molto mosso ma dovevamo fingere di essere allegri e spensierati e abbiamo riso come ragazzini che giocano con gli schizzi, il bello di queste operazioni è che si ritorna tutti un po’ bambini..