IMMATURI IL VIAGGIO INTERVISTA A PAOLO GENOVESE

 

IMMATURI   IL VIAGGIO

INTERVISTA A PAOLO GENOVESE

“Come e perché è nato il progetto di questo nuovo film?”

“La ragione principale deriva dal fatto che il nostro primo “Immaturi” aveva ottenuto dei risultati superiori ad ogni aspettativa: quasi 16 milioni di euro di incasso, recensioni positive e soprattutto un alto gradimento da parte del pubblico, testimoniato da lettere e commenti sulla pagina facebook del film che conta circa 30.000 iscritti. I dirigenti di Medusa hanno sollecitato sia me sia il produttore Marco Belardi a pensare  ad un sequel e mi sono reso conto subito che un seguito naturale era lì a portata di mano: il viaggio della maturità, quella vacanza che i nostri personaggi non avevano fatto venti anni prima. La preoccupazione principale che si ha quando si pensa ad un capitolo successivo di un film di successo è quella di poter essere all’altezza del primo soggetto. Per quanto riguarda il luogo delle vacanze del gruppo l’idea di base era stata subito quella di scegliere per le riprese un posto tipico da viaggio di maturità: abbiamo compiuto diversi ed accurati sopralluoghi tra Spagna e Grecia, alle isole Baleari, a Minorca, Maiorca, Skiatos e Santorini e alla fine quando ho scoperto l’isola di Paros nell’arcipelago delle Cicladi me ne sono innamorato a prima vista, aveva concentrate tutte le caratteristiche che stavamo cercando”.

 

“Che cosa si racconta in questa nuova storia?”

“Il punto di partenza è che per ogni maturità  raggiunta ce n’è sempre un’altra da conquistare, magari credi di esserti evoluto per certi aspetti ma poi ti imbatti in occasioni sempre nuove per dimostrare se sei diventato maturo o no. Dopo le vicende raccontate nel primo film ogni personaggio questa volta ha l’opportunità di confrontarsi con nuove situazioni di crescita in una serie di storie diverse. Giorgio (Raoul Bova) e Marta (Luisa Ranieri) sembrano dar vita ad una coppia perfetta ma dovranno  confrontarsi con un tradimento e con tutto quello che un evento simile può scatenare in una coppia, a maggior ragione se aspetta un bambino… Giorgio arriva sull’isola insieme a Lorenzo (Ricky Memphis) con un giorno di anticipo rispetto agli altri amici: in quella prima sera di inconsueta e spensierata libertà i due incontrano due ragazze spagnole in vacanza (Aurora Cossio e Rocio Muñoz) e, complice qualche bicchiere di troppo, cedono alle loro lusinghe: Lorenzo resiste e sceglie in extremis di non tradire la sua compagna Luisa (Barbora Bobulova) in arrivo a Paros, (ma subito dopo, divorato dal senso di colpa, sente il bisogno di confessare tutto comunque); per Giorgio sarà diverso e cercherà di sorvolare ad ogni costo sull’accaduto della serata. Una volta raggiunti dalle rispettive compagne i fedifraghi per una notte faranno di tutto per evitare di incontrare le ragazze spagnole ma alla fine verranno scoperti, anche se in modo diverso da come si poteva immaginare. Piero (Luca Bizzarri) è sempre stato uno “sciupafemmine” impenitente, un Peter Pan che non vuol crescere, al punto da inventarsi regolarmente una moglie ed un figlio inesistenti per tenere alla larga le donne desiderose di un legame stabile. Quasi per nemesi incontrerà sull’isola il suo omologo al femminile, Gloria (Francesca Valtorta), un’affascinante ragazza che dopo un primo ‘focoso’ incontro con Piero, tende ad allontanarlo: per una sorta di legge del contrappasso sarà lui a  innamorarsi di questa donna che lo rifiuta. Piero era partito alla volta di Paros perché voleva vivere in libertà la sua vacanza e pur di lasciare a casa la neo fidanzata Sonia (Lucia Ocone) ha rinnovato il collaudato pretesto di un presunto figlio con cui condividere il viaggio, ma quando la sua nuova storia d’amore sull’isola inizia a svilupparsi seriamente irrompe in scena la fidanzata giunta per riconquistare il terreno perduto. Virgilio (Paolo Kessisoglu) arriva sul luogo delle vacanze subito dopo esser stato lasciato dalla moglie e dopo aver instaurato con una sconosciuta un coinvolgente rapporto via sms nato per un equivoco. Per cercare di aiutarlo a conquistare la misteriosa “messaggiatrice” con costanti consigli strategici sarà al suo fianco Eleonora (Anita Caprioli), fino a quando a un certo  punto l’autrice dei messaggi non deciderà di piombare all’improvviso a Paros per conoscere Virgilio che intanto si è innamorato, ricambiato, di Eleonora: la donna porta con sè però un segreto che la tormenta e che ostacolerà il loro nuovo rapporto. Francesca (Ambra Angiolini) rappresenta in qualche modo il trait-d’union dell’intera comitiva. Dopo aver risolto i suoi problemi con il gruppo decide di riaprirsi alla vita e aspira a condividere con gli amici tutto quello che non ha fatto nel corso di tanti anni, è una persona che investe tutto sul consolidamento dell’amicizia ritrovata, al punto di scegliere di lasciare a casa il neo fidanzato (Alessandro Tiberi) per essere più libera. Francesca cerca di organizzare gite in gommone, cene, feste e così via ma dovrà scontrarsi con la realtà: mentre a diciottanni contano soltanto o soprattutto gli amici, a quaranta – invece – il gruppo inizia a scomparire per lasciare posto alle singole individualità, ognuno ha i suoi problemi personali da risolvere o da nascondere e le occasioni collettive passano in secondo piano. Lorenzo, raggiunto sull’isola dalla fidanzata Luisa (Barbora Bobulova) è divorato dal senso di colpa, ansioso e impegnato ad evitare le ragazze spagnole ogni volta che stanno per apparire; confesserà la sua serata alla fidanzata, ma è poi veramente così innocente? Un ulteriore sviluppo di questa vicenda arriva con l’ingresso in scena del padre di Lorenzo (Maurizio Mattioli) che – una volta appreso che il figlio ha dimenticato a casa l’anello di fidanzamento da consegnare a Luisa – salta sul primo aereo per consegnarglielo di persona a Paros, terrorizzato che i due si possano lasciare per qualsiasi motivo.”
“Come si è rapportato questa volta con i  suoi attori?”

“Conoscendo i personaggi è stato da subito tutto più semplice, ad esempio quando scrivevo i ruoli per Ricky Memphis e Raoul Bova mi venivano fuori spontaneamente i modi di parlare e di pensare di uno e dell’altro, avendone scoperto le diverse caratteristiche; le battute e la comicità erano sperimentate e sapevo dove andare. I due caratteri che ho dovuto reinventare e riscoprire da vicino sono stati invece quelli di Virgilio e di Eleonora per Paolo Kessisoglu ed Anita Caprioli che nel primo film arrivavano in scena molto dopo gli altri.”

 

“Quali momenti particolari le sono rimasti più impressi nella memoria?”

A metà ottobre siamo andati via da Paros tutti con il magone, con la sensazione comune che parallelamente al nuovo film in realtà noi del cast, della troupe e della produzione, senza volerlo avevamo compiuto un “viaggio della maturità”, non solo lavorando tutti con una dedizione, un affetto e un calore verso il progetto davvero rari, ma incrociando anche i nostri percorsi fuori dal set, andando al mare insieme, giocando a calcio, cementando amicizie e solidarietà: abbiamo vissuto tre mesi come in una piccola comunità, abbiamo creato una sorta di microcosmo a parte che sarà difficile dimenticare”.

 

“Che rapporto si è instaurato con l’isola e con la gente locale?”

“La sceneggiatura era piuttosto solida e quando sono partito per i primi sopralluoghi a maggio avevo le idee chiare, ma il luogo mi ha suggerito dinamiche nuove e me le ha chiarite meglio. Una volta sul set, poi, abbiamo dovuto affrontare alcune difficoltà oggettive come il vento forte e la presenza massiccia di turisti che poi si sono diradati da metà settembre; logisticamente la situazione non era semplice ma non c’è stato niente di particolarmente oneroso. Il porto di Naussa si è trasformato presto in un teatro di posa, abbiamo avuto tutto a disposizione come volevamo, la popolazione locale ci ha accolti a braccia aperte ed è stata sempre molto collaborativa, anche perchè la nostra presenza ha portato indubbiamente nuovi lavori e guadagni per l’isola. Voglio sottolineare che produttivamente non c’è mancato niente, sia Medusa che il produttore Marco Belardi ci hanno dato tutto quello che ci serviva”.

 

“Come giudica il film a fine lavorazione, si sente soddisfatto?”

“Sono molto contento, è venuto fuori come l’avevo pensato e come l’ho voluto strada facendo. Il primo “Immaturi” grazie al passaparola positivo ha coinvolto un po’ tutte le fasce di pubblico: i ragazzi impegnati al momento con la maturità o che ne erano appena reduci, la generazione sui 30-40 anni e i sessantenni che si sono rivisti e ritrovati ricordando la loro giovinezza. Gli “ingredienti” giusti non sono stati studiati a tavolino: dovevano necessariamente essere gli stessi, ed in realtà è stata innestata una storia sentimentale seria in un meccanismo di divertimento. Ogni sceneggiatore o regista ha tante storie nel cassetto e penso che se oggi io volessi girare un film diverso me lo farebbero fare perché ho portato dei buoni risultati; finchè garantisci gli incassi hai carta bianca e di te si fidano, ma bisogna distinguere quando si parla di commedia, che è un termine onnicomprensivo: ci sono commediacce e capolavori assoluti che hanno vinto degli Oscar… Il problema è quando i produttori pensano “basta che faccia ridere” senza curare il prodotto, mentre per incassare bisogna fare belle commedie, quelle riuscite si impongono, quelle brutte no..”.

 

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