Filmare Il Loro Mondo:
Le Riprese a Vancouver
Con tutto il vociferare generato da questo fenomeno globale, e la popolarità della serie, il rispetto dei lettori nella trasposizione cinematografica, risuona come se l’effettivo processo di riprese iniziasse come il percorso di un equilibrista al centro di un circo. Eppure, con la Taylor-Johnson al timone, tale nozione non potrebbe essere più lontana dalla verità.
Dornan elogia: “Sam, fin dall’inizio, ci ha fatto sentire come se stessimo girando un film qualsiasi. In effetti, si aveva l’impressione di fare un film indipendente, dove le priorità sono i protagonisti e le loro verità, anche nel bel mezzo di questo polverone alzato dal fenomeno di ‘Cinquanta Sfumature’. Non sentivamo questa pressione. Non c’era mai la consapevolezza che milioni di persone avevano letto un libro che ora stavamo cercando di filmare. Tutte queste considerazioni sono spazzate via dalla finestra un minuto dopo che siamo entrati sul set”.
Brunetti loda lo stile di ripresa della sua regista: “Si muove rapidamente e sa cosa vuole ottenere. Una volta pronti gli attori non fa molte riprese. Tutto ciò abbinato a Seamus, che lavora in maniera altrettanto efficiente, faceva sì che quando dovevamo ripetere una scena, non abbiamo mai dovuto attendere più di un minuto per l’illuminazione. Informava gli attori sulla tabella di marcia per far si che non perdessero la concentrazione. Il film ha avuto degli echi delle produzioni indipendenti, che potrebbero nascere dal suo passato nei cortometraggi. Ma che rivelano le sue doti artistiche. Non aveva nessuna intenzione di passare tutto il giorno a riprendere la stessa scena più e più volte”.
La Taylor-Johnson riguardo al suo lavoro con il direttore della fotografia afferma: “Seamus McGarvey ed io abbiamo lavorato insieme per 15 anni, e praticamente comunichiamo come i delfini. E’ come se utilizzassimo un codice segreto quando lavoriamo”.
.
Una volta coinvolto McGarvey, la Taylor-Johnson ed i produttori hanno assemblato un insieme impressionante di artigiani cinematografici. La regista parla del suo team chiave: “Il nostro team di progettazione della produzione è stato guidato dallo scenografo David Wasco e dalla decoratrice di set Sandy Wasco. Hanno lavorato su quasi tutti i film di Quentin Tarantino, ed hanno apportato la loro vasta conoscenza del genere e la sensibilità ideale per la creazione di spazi straordinari come l’appartamento di Christian e la Stanza Rossa.
La Johnson è rimasta colpita dalla straordinaria capacità della sua regista di tenere a mente una miriade di dettagli, con la possibilità di utilizzarli in un qualsiasi momento. Dato che il film è stato girato fuori sequenza, la Taylor-Johnson doveva essere in grado di collocare gli attori nei tempi e nei luoghi precisi per le riprese, ed arrivare al punto che i personaggi conoscevano / non conoscevano di quel punto della sceneggiatura. Mentre gran parte di ciò era dettato da esigenze di budget della produzione, i realizzatori erano impegnati a mantenere le scene più impegnative e succinte tra Dornan e la Johnson alla fine delle riprese. Infatti le ultime due settimane di riprese sono stati dedicate alla scena della famigerata Stanza Rossa di Christian … ulteriori dettagli in seguito.
Per Christian, il denaro chiaramente non era un problema. Per i realizzatori, questo significava che ogni scorcio del mondo di questo milionario che doveva apparire sullo schermo, doveva ostentare stravaganza, lusso e il meglio che il denaro potesse comprare – che per la produzione di un film con un budget (non importa quanto grande), voleva dire che tutti i team di design dovevano mostrare il meglio del loro repertorio. “Tutto ciò che fa parte del mondo di Christian, deve apparire al di sopra della norma. E’ una vita di fantasia, e l’aspetto e la sensazione di ciò che facciamo deve esserne lo specchio”, commenta Dornan.
Senza entrare nel suo mondo privato di lusso, senza le immagini necessarie che lo evochino, “ci si troverebbe dentro un film sul sesso, e non è questo il caso”, osserva la Johnson.
Per rappresentare fedelmente gli ambienti del libro, e per fornire un’atmosfera poco soleggiata, le riprese si sono tenute nel nord-ovest del Pacifico, in particolare a Vancouver B.C. (per rappresentare Seattle e Vancouver, WA e Portland, OR). Anche se la storia si svolge durante i mesi estivi, la data d’inizio riprese era prevista per i primi di dicembre. Alla fine, le riprese nei mesi invernali hanno fornito quell’atmosfera un po’ cupa evocata dalla James, che la gente del posto solitamente identifica con i mesi di luglio ed agosto. Memore di rappresentare un romanzo che è una narrazione in prima persona, i realizzatori hanno colto tutte le occasioni possibili per sfruttare l’ambiente circostante, con più di 55 location che figurano nell’insieme delle riprese finali.
Se per la pre produzione la divulgazione del titolo del progetto per il suo cast e la troupe è stata necessaria, al contrario, render noto che localmente si stavano effettuando delle riprese del film di uno dei libri più popolari di tutti i tempi, avrebbe sicuramente provocato la congestione delle strade principali e secondarie delle location, oltre a causare costosi ritardi al programma già strettissimo della produzione. Pertanto, è stata adottata ogni precauzione utile a nascondere l’esatta natura del progetto. Il titolo Cinquanta Sfumature di Grigio è stato bandito completamente dal set, oltre alle eventuali corrispondenze, i materiali o gli stampati collegati in qualche modo con il film. Al suo posto veniva utilizzato lo pseudonimo di The Adventure of Max e Banks (Max è il nome del cane di James, e Banks è il nome del cucciolo di Marcel).
Alcune location hanno dovuto far vivere i luoghi iconici del tomo della James: l’Heathman Hotel (in realtà, il Fairmont Hotel di Vancouver); la Washington State University (University of British Columbia, con le divise appropriate e la presenza di 500 comparse), solo per citarne due.
Il primo appuntamento di Ana e Christian avvenuto in un caffè, è la location che appare in una delle prime scene del film. Per duplicare Portland, tra le altre, la location proprio del caffè, è stata utilizzata una zona del centro di Vancouver B.C. chiamata Gastown.
L’Hardware Store di Clayton, dove Ana lavora durante gli anni del college, in realtà si trova a circa 45 minuti fuori Vancouver, in una cittadina chiamata Ladner. Sono stati visionati più di 10 negozi di ferramenta vecchio stile prima di arrivare alla Main Street di Ladner, dove la facciata gialla di un negozio sembrava facesse cenno alla squadra addetta allo scouting di fermarsi ed entrare.
Durante il loro colloquio preliminare, lo scenografo Wasco e la Taylor-Johnson avevano entrambi pre-selezionato una fotografia del famoso artista Helmut Newton, come riferimento per il tono e l’aspetto del film che volevano realizzare … e fatalità avevano entrambi scelto la stessa identica foto. Wasco afferma: “Quando si è entrambi sulla stessa linea d’onda per la direzione artistica, e si ha di fronte un artista collaborativo, cosa si potrebbe chiedere di più? Non credo di aver mai fatto un colloquio concluso con un’assunzione seduta stante. Abbiamo parlato, entrambi abbiamo fatto riferimento alle foto di Newton, dopo di ché, la domanda è sorta spontanea: ‘Ti va di fare questo film?’ ‘Sì!’ ‘Grande!’ “.
Aver lavorato con un precedente collaboratore (nonché coniuge) come partner di progettazione ha significato non aver avuto bisogno di una fase introduttiva. David Wasco osserva: “Il nostro lavoro è raccogliere informazioni e tirarne fuori le idee migliori, quelle più soddisfacenti. La decorazione dei set svolta da Sandy mira a circondare i personaggi, all’interno dei loro spazi, con cartoline ed immagini che aiutano a raccontare la storia. Per me, poter contare istantaneamente sul mio partner di progettazione, significa lavorare in sincronia per vie brevi”.
La Taylor-Johnson ha prodotto una serie di fotografie e riferimenti di ricerca, ed i signori Wasco hanno scelto quelle che rappresentavano luoghi localmente disponibili. David Wasco aggiunge: “Il tono del design nasce da un mix che donerebbe a Christian un aspetto molto sofisticato, pur mantenendo la sua giovinezza. Indica la caratteristica delle sue singole scelte. Lo abbiamo immaginato infatti scegliere alcuni pezzi in base alla loro bellezza, proprio come ha fatto con le donne della sua vita”.
Mentre Christian siede a capo di una società emergente di tecnologica, i progettisti sono stati attenti a ritrarre a regola d’arte i suoi spazi personali. La parola d’ordine era ‘atemporalità’, e semmai ci fosse stata una decisione che dovesse attenersi al “new and now”, il più delle volte la direzione scelta era quella analogica.
Tutti i particolari degli spazi di Christian dovevano mostrare un avanzamento silenzioso della storia e del personaggio – particolarmente riguardo alla sua Stanza Rossa; inutile dire che si è fatto presto a prendere come riferimento gli aspetti futuristici dei film di Stanley Kubrick. Sono inoltre state scelte le opportune illuminazioni dei piani, per accrescere la teatralità, la riflessione e rifrazione della luce. In seguito ci si è avvalsi del lavoro del fotografo e pittore americano Saul Leiter (uno dei fondatori originali dei look associati alla New York School), optando per le riprese attraverso il vetro, e la luce diffusa. Questo ha portato i signori Wasco ad intensificare la collaborazione con McGarvey per incorporare dei vetri oscuri e diffusi in molti dei primi set. Sono stati considerati i metodi più opportuni da utilizzare sui vetri per ottenere o consentire le riprese attraverso delle ombre da dietro.
Studiando degli esempi all’interno della fascia superiore delle residenze di Seattle, la squadra ha “localizzato” due case di Vancouver BC, molto vicine (anche se in realtà distavano un quarto di un miglio l’una dall’altra), costruite per due fratelli imprenditori nel 1920, per garantire che i set si adattassero alla città. Una casa ha fornito l’esterno per la casa dei Trevelyan / Grey, il foyer interno e sala da pranzo, e l’altra, l’originale piscina con pareti in vetro (per rappresentare la darsena descritta nel libro che Christian mostra ad Ana a seguito della cena con la sua famiglia).
Grazie alla passione della regista per l’arte, la produzione è stata in grado di garantire dei dipinti di noti artisti come Ed Ruscha e John Baldessari da mostrare negli uffici dei Grey. Una volta sparsa la voce che i due maestri erano al progetto, anche altri artisti hanno messo i loro lavori a disposizione del set, tra cui artisti di Vancouver, BC, e del Pacifico nord-occidentale, così come la Gran Bretagna. Oltre a quelle di Ruscha e Baldessari, erano incluse opere di Rob Pruitt, Peter Millett, Allan Switzer, Brent Comber, Chris Shepherd, Marta Barisca, Michael Joo, Harlan Miller, Jake & Dinos Chapman, Gary Hume, Rodney Graham, Gerda Lattey, Farik Aldin, Arno Kortschot, Georgie Hopton, Gary Aylward e Eric Blum (e addirittura una delle opere personali della regista).