Jeffery Deaver “per la versione cinematografica del suo nuovo romanzo (L’ombra del collezionista) vorrei Gary Oldman e Natalie Portman”
di Paolo Calcagno
COURMAYEUR – Jeffery Deaver ha le idee chiare. Per la versione cinematografica del suo nuovo romanzo “L’ombra del collezionista” (Rizzoli) il celebre giallista americano vorrebbe che a interpretarlo fossero Gary Oldman e Natalie Portman.
“Quindici anni fa, Denzel Washington e Angelina Jolie furono straordinari nei ruoli del detective paralizzato Lincoln Rhyme e della poliziotta in erba Amelia Sachs. Gran parte del successo del film “Il collezionista di ossa” fu sicuramente merito loro. Oggi, se Hollywood volesse adattare sullo schermo anche questa nuova caccia al serial-killer (un collezionista di pelle umana), per dare corpo e faccia ai miei detective suggerirei di puntare sulla coppia Gary Oldman-Natalie Portman. Mi sembra che furono già assieme nel film di Luc Besson, “Leòn”, ma allora la Portman era solo una ragazzina di 13 anni”.
Jeffery Deaver porta occhiali spessi e una contorta espressione da maniaco stampata sul volto: a prima vista, il suo aspetto lascia lo stesso inesistente segno di un vicedirettore di un’agenzia bancaria marginale; ma se ti fissa può trasmetterti inquietudini da brivido. Il suo impareggiabile dono è l’ironia, meglio l’autoironia, che lo rende un deliziosa compagnia sia se ti parla dal palcoscenico, sia se ti è affianco, al bar, a sorseggiare un caffè.
Al Noir in Festival di Courmayeur, Jeffery Deaver ha occupato la scena per due giorni, sul palcoscenico del Palanoir, quando ha ricevuto il Raymond Chandler Award dai direttori Giorgio Gosetti e Marina Fabbri, con il supporto del “signore del brivido” del cinema italiano Dario Argento. Il più prestigioso dei premi italiani per uno scrittore di gialli consiste nella riproduzione in argento del celebre “doblone Brasher” (dal nome dell’incisore), una rara e preziosa moneta d’oro coniata nel 1787: la moneta compare nel romanzo del 1942 “Finestra sul vuoto” (The High Window), terza avventura di Philip Marlowe, il famoso detective dei romanzi di Raymond Chandler. Prima di ricevere il meritato riconoscimento che in passato è andato a nomi sacri della lettaratura noir, da Mickey Spillane a John le Carré, da Scott Turow a John Grisham, Deaver ha allietato spiritosamente la cerimonia esibendosi come cantante, accompagnato dalla chitarra di Seba Pezzani, nell’interpretazione del brano “Sarò la tua ombra”, scritto da lui stesso e ispirato al titolo del romanzo appena pubblicato da Rizzoli.
“Raymond Chandler mi ispira ancora oggi – ha commentato Deaver – per la sua profondità psicologica: quello che porta nei personaggi e nelle loro motivazioni è straordinario. Da una parte, per via del suo stile; dall’altra, perché Chandler ha detto che uno scrittore di “crime fiction” deve eccedere la formula ma non romperla. E questo io lo tengo in mente sempre, ogni giorno, perché voglio spingermi ogni volta più in là nella scrittura di genere, ma non voglio andare così lontano fino a distruggere un genere così popolare”.
Jeffery Deaver e nato a Chicago, nel 1950: secondo il Times, “è il più grande autore vivente di thriller”, i suoi romanzi, tutti best seller internazionali, tradotti in 25 lingue e pubblicati in 150 Paesi, hanno venduto oltre 20 milioni di copie. Lo scrittore Gianrico Carofiglio, a sua volta vincitore del Premio Scerbanenco del Noirinfest 2014, ha tratteggiato in breve il profilo del grande giallista americano, il giorno dopo, quando ha condotto la presentazione, al Jardin de l’Ange di Courmayeur, del nuovo romanzo di Deaver, “L’ombra del collezionista”.
“I critici mi considerano un grande manipolatore. Ma io lo prendo come un complimento. Quindici anni, fa avevo lasciato aperto il personaggio di Lincoln Rhyme, in modo da poterci ritornare sopra in qualsiasi momento. Quando ho sentito che era il momento giusto, l’ho riportato in vita. Qui il “collezionista”, ora, è di pelle umana e il protagonista si ispira al “Collezionista di ossa”, solo che lui fa collezione di pelle tatuata. Quanto a Lincoln Rhyme, come si sa, è tetraplegico e l’infelicità che gli veniva dalla sua condizione lo aveva portato a tentare il suicidio. Ora, è più sereno, è sceso a compromessi con la sua condizione e si accontenta delle sue straordinarie capacità investigative. Con il collezionista di pelle umana gli ho lanciato una nuova sfida”.
Le avventure di Lincon Rhyme sono una dozzina, ma nel prossimo romanzo di Deaver il raffinato detective paralizzato non ci sarà. A sorpresa, infatti, l’autore premiato al Noirinfest ha annunciato che sta già lavorando al suo prossimo libro e che sarà ambientato in Italia (uscirà nel 2016 edito da Rizzoli). “In Italia ci sono almeno 60 milioni di possibili personaggi. Certo, non posso metterli tutti nella storia – ha specificato Jeffery Deaver –, ma vi assicuro che farò del mio meglio”.
Paolo Calcagno