Torna al musical LORELLA CUCCARINI che interpreta in questa favola musicale un ruolo per lei decisamente inconsueto, la cattiva, la matrigna di questo spettacolo che non è mai stato realizzato in teatro, un musical emozionante e coinvolgente, sfida e orgoglio del Teatro Brancaccio che lo produce. Alla regia MAURIZIO COLOMBI dopo il grande successo avuto con il musical campione di incassi PETER PAN con le musiche di Bennato.
Uno spettacolo emozionante con musiche rock melodiche originali, che farà sognare con gli effetti speciali, tutte le famiglie nella migliore tradizione del prossimo Natale.
Nella storia ci sono personaggi come i due fiori parlanti, “Rosa e Spina” la guardia reale “Segugio” divertiranno adulti e bambini. Una storia che aiuta a riflettere sull’importanza delle cose semplici che la vita regala.
Il cast è composto da 20 performer selezionati fra ballerini, acrobati, cantanti e attori.
Saranno due le attrici ad interpretare Rapunzel bambina e Rapunzel ragazza.
Le scenografie imponenti e dal grande impatto visivo sono progettate da Alessandro Chiti e rappresentano una rilettura in chiave moderna dei luoghi e delle ambientazioni della favola classica. L’impianto scenico mostra oltre 15 quadri in continuo movimento grazie al lavoro di uno staff esperto di tecnici.
Per la prima volta in assoluto, una sorta di double-fiction in teatro: i personaggi si trasformano da disegni animati in video ai personaggi reali su palco. Un continuo scambio tra realtà e cartoons.
NOTE DI REGIA:
I personaggi ed il ritmo dei dialoghi sono caratterizzati dallo stile registico di Colombi che utilizza rumori e sottofondi per dare un effetto cinematografico ed un ritmo alla recitazione in stile cartoon.
Tra gli effetti speciali la lunga chioma intrecciata di Rapunzel, lunga sei metri, si illuminerà magicamente grazie ad un miriade di piccole magiche luci.
La magia dei capelli non si ferma qui, poiché consentiranno alla principessa perduta di far salire e scendere dalla torre madre Gothel, grazie alla loro lunghezza di ben otto metri, oppure le permetteranno di volare in teatro proprio sul pubblico.
La storia vuole portare sulla scena l’eterna lotta tra il bene e il male, tra la brama delle vanità delle cose fatue e il gusto per le cose semplici a favore di una vita in armonia con il mondo.
Nasce così il confronto tra Rapunzel, l’eroina positiva alla ricerca della sua vera identità, e l’eroina negativa, Madre Gotohell (Go-to-Hell), presa da se stessa, dal desiderio nefasto dell’eterna giovinezza, desiderio che la spingerà ad usare ogni mezzo pur di fermare lo scorrere ineluttabile del tempo.
I personaggi suggeriscono una riflessione sulla crisi adolescenziale e sul rapporto tra madre e figlia. Intorno alle due eroine vivono e si muovono vari personaggi: un re e una regina colti nella loro umanità; un ladro scanzonato e superficiale che si innamora e diventa eroe; un capitano pasticcione al comando di guardie imbranate; briganti e furfanti facili da soggiogare.
il popolo e la corte pronti a esultare o a condannare.
LA FIGURA DI GOTHEL e LA MORALE DELLA STORIA
Madre Gothel è l’antagonista della storia, e si potrebbe definire la protagonista negativa; è una donna dominata dalla vanità e dall’assillo della giovinezza (tema sempre attuale), che si dedica alla stregoneria, all’alchimia e allo studio delle erbe officinali pur di sfidare i malanni della vita e assicurarsi l’eterna giovinezza: è a causa di questa sua passione per il magico che viene allontanata. Tale ossessione non è frutto di superbia o malvagità fine a se stessa, come spesso accade nelle storie di pura fantasia, ma ha un’origine ben precisa: infatti, a causa di una salute malferma, comincia a vivere nell’ombra, e la sorella minore, bella e sana, viene designata regina al suo posto. E così la scoperta del fiore e del potere di Rapunzel poi, la portano a preservare la sua conquista: l’eterna giovinezza. In fondo Gothel non ha avuto quello che le spettava; si ritrova ad essere emarginata, ed ora che ha qualcosa, la tiene per se: questo spiega il suo attaccamento morboso a Rapunzel in “la mia vita è lei”, e si comporta da madre, una madre ossessiva, sempre presente e pronta a tutto pur di salvaguardare quello che per lei è così prezioso. Nasce naturalmente il confronto con le madri di oggi, che sono spesso troppo apprensive nei confronti dei figli, poiché spesso davanti alla deriva dei sentimenti, dei rapporti e delle relazioni, soltanto i figli restano come unico punto fermo e insostituibile.
La giovinezza e la vecchiaia sono due facce della vita stessa; l’una non può stare senza l’altra o escludere l’altra, e per vivere con serenità non si può far altro che accettare l’avvicendarsi di ogni momento che la vita stessa ci dona; è in questa accettazione che si scopre la bellezza della vita che sta proprio nella sua multiforme varietà.
Sarà la caparbietà dei due giovani Phil e Rapunzel, mossi dalla forza dell’amore l’un per l’altra, a far maturare in lei la convinzione che non si può imprigionare la liberta degli altri, che non si può fermare lo scorrere inesorabile del tempo, se non condannandosi ad una vita affannosa che stanca e gela il cuore. E così per non essere esclusa dallo scorrere della vita sarà lei stessa ad aiutare Rapunzel e a curare il suo innamorato.
TEATRO BRANCACCIO
fino al 18 gennaio