di Paolo Calcagno
MILANO – La Patagonia dove sbarca il capitano di ventura danese Viggo Mortensen è il magnifico scenario scelto per l’inaugurazione del Festival Filmmaker, classico e antico appuntamento milanese con il Cinema della Realtà. “JUja”, del regista argentino Lisandro Alonso, dà il via stasera, fuori concorso, al Cinema Arcobaleno, alla rassegna che si vanta legittimamente di aver mostrato, nel corso degli anni, le nuove frontiere del film documentario e le tendenze della sperimentazione, abbattendo i recinti delle tecniche, pescando nell’insolito dell’arte e rinnovando le formule narrative tradizionali.
Già presentato all’ultimo Festival di Cannes, nella sezione “Un Certain Regard” dove ha conquistato il Premio Fipresci, “Jauja” incanta con le sue riprese della Patagonia selvaggia, ambientata nel 1882, quando il capitano Gunnar Dinesen (Viggo Mortensen) viene ingaggiato per guidare l’esercito argentino nella triste e vile mattanza degli indigeni di quella regione. Insieme con lui, in quelle terre desolate, la figlia quindicenne, unica donna in un avamposto di soldati. Quando la ragazza scappa con uno di loro, il padre inizia una ricerca che lo porterà a raggiungere un luogo misterioso, fuori dal tempo, l’agognata “Jauja”, in cui il passato ha perso il suo senso e il futuro non ha significato. Con questa sua nuova opera il regista argentino Lisandro Alonso che, nel 2001, presentò al Festival Filmmaker il suo primo lungometraggio “La Libertad”, propone un viaggio affascinante e misterioso negli spazi aperti della Patagonia di fine Ottocento che sarà anticipato da un altro viaggio lungo i “Confini”, di Alina Marazzi, che apre la collezione “9X10 Novanta” presentata in omaggio ai novant’anni dell’Istituto Luce. “Confini” rievoca la Prima Guerra Mondiale, commentato dalle parole della poetessa Mariangela Gualtieri: file di uomini incappucciati e intabarrati con logori mantelli risalgono faticosamente la china di un pendio innevato, trainando pesanti ingranaggi con grosse funi. Intorno a loro, una tormenta di neve, cui si sovrappone la “bufera” dei graffi e la grana della pellicola che cento anni fa aveva immortalato la spedizione di questi soldati che trasportavano cannoni e artiglieria sulla cima dell’Adamello per difendere un confine invisibile.
Fino all’8 dicembre, Filmmaker Festival si snoderà in vari spazi cittadini: le sale di Spazio Oberdan, Cinema Arcobaleno, Cinema Palestrina oltre alle sedi di Fabbrica del Vapore e Galleria d’Arte Moderna. Il Festival ha in cartellone 86 film selezionati tra oltre 500 lavori provenienti da tutto il mondo e suddivisi in sette sezioni: Concorso Internazionale (10 documentari che si sfideranno per conquistare i premi del valore di 3.000 euro, 1.250 euro e Premio Giuria Giovani di 1.250 euro.); Fuori Concorso (2 titoli); Prospettive, sezione dedicata alle opere di esordienti e di giovani cineasti italiani (15 lavori); Fuori Formato, focus sul cinema sperimentale (19 opere a cui si aggiungono i 22 film di Peter Tscherkassky e Eve Heller); Eventi Speciali (6 proposte); Filmmaker Off (1 evento); Retrospettiva Lech Kowalski (11 film).
Al programma, inoltre, si aggiungeranno gli omaggi agli scomparsi Paolo Cavara e Harun Farocki.