Applausi convinti per “IL MIO TESTIMONE DI NOZZE” di Quartullo
Dal nostro inviato
Il matrimonio, al teatro come al cinema, è da sempre fonte di ispirazione per autori, registi e sceneggiatori.
In questa occasione, è Pino Quartullo a cimentarsi nella regia de “Il mio testimone di nozze”, una commedia di Jean-Luc Lemoine, rappresentata per la prima volta in Italia, con la traduzione di Giulia Serafini.
Per Quartullo è un ritorno al Teatro Brancaccino, nel 1979, infatti, iniziò proprio qui il suo percorso teatrale, con Gigi Proietti.
Un uomo e una donna, Benny e Lili, in procinto di sposarsi. Hanno la (felice?) idea di invitare a cena un “carissimo” amico, Thomas, che non vedono da molto tempo, a causa della separazione dalla sua donna, amica della coppia. Tra i futuri sposini c’è già tensione.
E lui, l’amico, che fa? Si presenta con la sua nuovissima fiamma, Elynea, diciannovenne tutto pepe e ciuffetti, una sorta di Pippi Calzelunghe 2.0.
Potete immaginare la reazione piccata di Lili, non potete invece neanche lontanamente immaginare gli intrecci che la divertente commedia racconterà nel corso dei due atti, tra imprevedibili confessioni e sorprendenti conclusioni.
Applausi convinti per i quattro protagonisti: Marco Fiorini (Benny). Siddharta Prestinari (Lili). Alberto Bognanni (Thomas), Monica Volpe (Elynea).
Una menzione particolare va alla scenografia, fumettistica e in bianco e nero, di Marco Raparelli, artista romano molto conosciuto anche all’estero.
Ben curati anche i costumi, le luci e le elaborazioni musicali.
Ben curati anche i costumi, le luci e le elaborazioni musicali.
A.D.