16 gennaio ”Lo sguardo di Satana – Carrie” – CURIOSITA’

16 gennaio ”Lo sguardo di Satana – Carrie” di Kimberly Peirce  con Chloë Grace Moretz (Carrie White),Julianne Moore (Margaret White) e Gabriella Wilde (Sue Snell).

IL FILM

 

Tutti conoscono il suo nome.

Questa è la rivisitazione del classico horror su Carrie White (Chloë Grace Moretz), la timida ragazza emarginata dai suoi compagni di scuola e oppressa da una madre ultra religiosa (Julianne Moore); una ragazza dotata però di straordinari poteri telecinetici con cui spargerà il terrore nella cittadina dove abita, dopo essere stata derisa dai suoi compagni durante il ballo della scuola.

Metro-Goldwyn-Mayer (MGM) e Screen Gems presentano una produzione A Misher Films, un film di Kimberly Peirce, il thriller soprannaturale CARRIE, una rivisitazione del bestseller di Stephen King, con Chloë Grace Moretz (Kick-Ass, Hugo), Judy Greer (Paradiso amaro), Portia Doubleday (Youth in Revolt), l’attrice nominata quattro volte all’Oscar® Julianne Moore (Crazy, Stupid, Love; I ragazzi stanno bene). Fra gli altri interpreti: Alex Russell (Chronicle), Gabriella Wilde (I tre moschettieri), e Ansel Elgort (Divergent).

CARRIE è diretto da Kimberly Peirce e prodotto da Kevin Misher (Nemico pubblico – Public Enemies). La sceneggiatura è di Lawrence D. Cohen e Roberto Aguirre-Sacasa (Big Love) ed è basata sull’omonimo romanzo di Stephen King.

J. Miles Dale (The Vow) è il produttore esecutivo del film e la squadra creativa di CARRIE comprende il direttore della fotografia Steve Yedlin (Looper), la scenografa Carol Spier (La promessa dell’assassino), i montatori Lee Percy, A.C.E. (Boys Don’t Cry) e Nancy Richardson, A.C.E. (The Twilight Saga: Eclipse), il costumista Luis Sequeira (La madre), il compositore Marco Beltrami (World War Z), e il supervisore musicale Randall Poster (The Heat).

Il film dura 1 ora e 40 minuti.

 

LA PRODUZIONE

 

La storia di CARRIE risale all’aprile del 1974, l’anno in cui Stephen King ha inaugurato la sua celebre carriera di autore di horror e thriller pubblicando il suo primo romanzo: Carrie, la terrificante storia di una ragazza disadattata di nome Carrie White, che scopre di possedere poteri telecinetici. Soffocata da una madre aggressiva e ossessionata dalla religione e schernita costantemente dai suoi compagni di scuola, Carrie cerca in tutti i modi di farsi accettare: tuttavia gli eventi precipitano fino al drammatico epilogo durante il ballo della scuola. Grazie alla magistrale abilità narrativa di King, il nome di Carrie è ormai sinonimo di dolorosa repressione, crudele umiliazione e sanguinaria vendetta, ma ha origine dall’acuta ed empatica osservazione di King della vita adolescenziale. Lo scrittore si è ispirato infatti a due studenti emarginati che frequentavano il suo stesso liceo: una ragazzina solitaria, ostacolata dal fanatismo religioso dei suoi genitori, ed un ragazzo deriso a causa della condizione di estrema povertà in cui viveva. È così che King ha immaginato un’adolescente patetica ed incompresa, che sta per diventare adulta, e che nonostante non sia immediatamente accattivante, può diventare il fulcro emotivo di una storia avvincente.

Una storia che forse nessuno avrebbe mai conosciuto se sua moglie non avesse recuperato la prima bozza del racconto che lo scrittore aveva gettato via perché non ne era convinto. Scrive King nel suo libro di memorie On Writing: “Trovò quelle pagine mentre svuotava il cestino delle carte: scansò la cenere della sigaretta dai fogli appallottolati, li distese e iniziò a leggerli. Mi disse che dovevo assolutamente continuare a raccontare quella storia perché voleva conoscerne lo svolgimento”.

 

Data di pubblicazione della prima edizione: Aprile 1974

Sulla copertina: “Carrie è la ‘strana’ della scuola; quella che durante i giochi di squadra ha sempre i riflessi lenti, quella con i vestiti più brutti, quella che non capisce mai le battute di spirito. E così diventa uno zimbello, la vittima confusa e ferita della crudeltà adolescenziale.

Né trae conforto dal suo gioco personale perché questo, come tante altre cose della sua vita, è peccaminoso. Perlomeno questo è ciò che dice sua madre. Carrie infatti è in grado di far muovere gli oggetti, concentrandosi, decidendo di farli muovere. Piccoli oggetti, come ad esempio le biglie, iniziano a danzare nell’aria. Oppure una candela cade. Una porta si chiude. Questo è il suo gioco, il suo potere, il suo peccato, fermamente represso come tutto il resto.

Un atto di gentilezza, spontaneo quanto i malvagi scherzi dei suoi compagni di classe, le offrirà una nuova visione di se stessa, fino alla fatidica sera del ballo della scuola. Ma un’ ennesima azione di atroce crudeltà cambierà tutto, per sempre, e trasformerà il suo gioco clandestino in un’arma di orrore e distruzione.

Una candela accesa cade e le porte si chiudono…

 

Ispirato dall’intenso romanzo di King, che nel frattempo era diventato un bestseller, Brian De Palma, nel 1976, ha realizzato il film CARRIE, scritto da Lawrence D. Cohen. Il noto thriller, che si basa proprio sul tema dell’isolamento sociale e sul bisogno di accettazione, presentava un cast di incredibili esordienti (Sissy Spacek, Amy Irving, John Travolta, Nancy Allen, William Katt, Betty Buckley), al fianco della formidabile attrice Piper Laurie nel ruolo della madre di Carrie, ed era coadiuvato da effetti cinematografici innovativi e sconvolgenti. Il film ha ottenuto nomination agli Oscar® per le star Spacek e Laurie, diventando un classico dell’orrore e ispirando un’intera generazione di spettatori e filmmaker.

A distanza di anni, l’idea di rivisitare il materiale originale e di galvanizzare il nuovo pubblico, è diventata realtà. Il film originale, che fa parte della vasta biblioteca cinematografica della MGM, gode di una tale importanza nella storia della major, che il presidente della divisione cinematografica di MGM Jonathan Glickman, ha avvertito il desiderio e la necessità di mettere nuovamente in scena i temi del film che oggi risultano persino più attuali di allora.

Per fare funzionare questo progetto era ovviamente necessario trovare il giusto regista. A tal fine, Glickman si è rivolto a Kimberly Peirce offrendole la possibilità di dirigere il thriller, perché a suo avviso era molto adatta a questo progetto. Dopo aver apprezzato i suoi film precedenti (Boys Don’t Cry e Stop-Loss), MGM e Screen Gems erano certi che Kim possedesse la giusta sensibilità e capacità per portare in vita il nuovo CARRIE. Successivamente Glickman ha contattato il produttore Kevin Misher (Nemico pubblico – Public Enemies) per partecipare al nuovo adattamento del romanzo classico di King.

Dice Misher: “Kim rende l’esperienza della protagonista in modo più realistico perché le piace esplorare la condizione di un’outsider. Racconta in modo emozionale, contestuale e specifico la vicenda di un personaggio che si muove in un ambiente dove non riesce ad inserirsi”.

Rispetto alla vasta eco di cui ancora gode il primo film, Misher afferma: “Si tratta di un horror psicologico tratto da un romanzo che analizza il modo in cui i teenager si relazionano al proprio ambiente, nella fase di passaggio dall’ adolescenza alla giovinezza, e questo è un tema sempre attuale. È la storia del percorso di maturazione di una ragazza”.

Dopo aver scritturato Peirce, i filmmaker dovevano creare un contesto contemporaneo per ambientare la storia. Misher si rendeva conto che alcuni elementi andavano rimodernati per riflettere il mondo e la vita sociale degli adolescenti del 21° secolo, e per definire questo nuovo approccio del film, si è avvalso della collaborazione dello sceneggiatore Roberto Aguirre-Sacasa (“Big Love,” “Glee”), da sempre un grande fan della storia. La squadra di Misher è tornata al libro e ha individuato i temi centrali della storia, che sono universali: il processo di maturazione, l’amicizia, il tradimento, l’isolamento e il bisogno di accettazione. Nell’esplorare il personaggio di Carrie, si sono concentrati sui poteri telecinetici, ancora immaturi, della goffa protagonista, e sul suo desiderio di crescere e di sfuggire all’opprimente controllo di sua madre.

I filmmaker hanno avuto la possibilità di conferire una prospettiva moderna al nuovo film, introducendo le nuove tecnologie e la presenza dei social media come mezzo di comunicazione ed interazione fra i giovani, sia nel bene che nel male. Ma le allusioni alle odierne problematiche sociali non hanno mai alterato l’impatto centrale della storia di King. Dice Misher: “Ciò che rende un libro pertinente nell’arco di 40 anni, è l’universalità dei suoi temi. Perciò, da un lato volevamo rispettare il contesto odierno dato che il film riguarda i teenager, ma dall’altro non volevamo trattare questioni troppo specifiche che priverebbero la storia di quel senso di atemporalità che possiede il libro di Stephen King”.

Peirce, davanti al compito di dirigere una nuova versione dell’amato classico, ha letto e riletto il libro: “King è un narratore straordinario. È stupefacente il modo in cui esplora le nostre paure più profonde e i nostri desideri più reconditi, e quanto sia cinematografico il suo libro”, afferma. Rispetto al nuovo adattamento per il grande schermo, osserva: “Il film di Brian De Palma, con le memorabili performance di Sissy Spacek e Piper Laurie, è riuscito a catturare la freschezza culturale dell’epoca. Il materiale originale precorre i tempi, presenta temi universali di uno spessore tale, che a distanza di 40 anni, è possibile far coesistere entrambi i film”.

La regista dichiara di essere una grande amica ed ammiratrice di De Palma, e racconta di averlo interpellato per chiedergli cosa pensava del fatto che avrebbe diretto questo nuovo progetto. Il regista le ha detto che era un’idea fantastica e ha dato a Peirce la sua benedizione.

In ogni caso Peirce era più interessata a restare fedele alla storia originale di King, che non a creare una propria leggendaria versione artistica. “Volevo catturare l’essenza di Stephen King”, dice Peirce. “Sono tornata alle caratterizzazioni che King ha fatto di Carrie, di sua madre, e delle ragazze, e alla reazione di Carrie quando viene presa in giro. Carrie è una disadattata, un’emarginata che, come la maggior parte di noi, desidera solo essere amata ed accettata. Quando scopre di possedere un potere speciale, si riempie di speranza rispetto alla sua esistenza e al fatto che potrebbero esserci altri esseri umani come lei. Questo aspetto mi piace molto. Mi sono tuffata nei poteri di Carrie, nel modo in cui li esplora e in cui non sempre è in grado di padroneggiarli. Sono poteri che scopre quando desidera possederli ma anche quando meno se lo aspetta, perché nascono proprio dalle emozioni che non riesce a controllare. È stato bellissimo poter esplorare le origini di questa supereroina”.

 

NEW BLOOD

 

Come in ogni memorabile storia horror, i personaggi di CARRIE sono tridimensionali. Questo vuol dire che il casting di CARRIE ha fornito ai filmmaker l’opportunità di trovare un equilibrio fra gli elementi soprannaturali del film e le performance radicate nell’umanità. Per quanto riguarda Carrie, una delle adolescenti più turbolente della cultura popolare, la decisione su chi scritturare era cruciale, e tutti sono stati felici all’idea che fosse la talentuosa Chloë Grace Moretz ad impersonare la protagonista di King. I filmmaker ammiravano le abilità di Moretz e le hanno offerto il ruolo dopo aver visto le sue audizioni, consapevoli del suo impressionante curriculum. “Chloë è all’avanguardia mentre Carrie vive fuori dal tempo: il punto d’incontro di queste due realtà ha dato vita ad un personaggio davvero unico”, dice il produttore Misher.

A differenza di Sissy Spacek, che aveva quasi 30 anni quando ha interpretato il ruolo, Moretz è una vera teenager, e questo le ha consentito di identificarsi immediatamente con il mondo di Carrie. “Ho vissuto esperienze simili”, dice Moretz. “Le sto ancora vivendo, quindi per me è stato naturale interpretare questo ruolo, che ho trovato molto interessante”. Scritturare la giusta teenager è stato strumentale anche per rendere il film contemporaneo; il pubblico oggi potrebbe non accettare una Carrie che in realtà ha più di 26 anni.

Kimberly Peirce afferma che è stato utile il fatto che la stessa Moretz abbia avuto alcune delle stesse esperienze di Carrie. “Quando ho parlato con Chloë, anche lei era stata invitata al ballo della scuola, proprio mentre stavamo girando il film”, dice Peirce. “Chloë è un’attrice di grande successo e sicura di sé, con una famiglia affettuosa alle spalle, ed è ovviamente molto lontana dal personaggio di Carrie White, una ragazza sfortunata, che a scuola è oggetto di scherno e a casa viene repressa da sua madre. Abbiamo lavorato con Chloë per aiutarla a comprendere e ad interpretare gli aspetti più difficili del suo personaggio. Siamo stati fortunati perché anche Chloë stava vivendo alcune delle stesse esperienze di Carrie. L’innocenza, la freschezza, la dolcezza e l’inizio della ribellione adolescenziale, formano la struttura del personaggio di Carrie. Sono orgogliosa della trasformazione di Chloë. La vedrete crescere davanti ai vostri occhi, sul grande schermo”.

Moretz è una grande fan del romanzo di King, e lo definisce “scritto splendidamente”, perciò era prioritario nella sua mente renderlo nel modo più emozionale possibile. “È il ruolo più vulnerabile che abbia mai interpretato”, dice Moretz. “Per questo mi intimoriva ma allo stesso tempo è stato una sorta di ‘risveglio’ per me perché non avevo ancora mai avuto l’occasione di mostrare questo genere di emozioni personali sullo schermo, prima d’ora”.

Peirce elogia l’etica di lavoro della giovane protagonista: “Chloë è fenomenale! Non solo è una vera professionista che conosce il suo lavoro, ma è anche una grande lavoratrice. Ha dovuto spesso recitare sospesa a mezz’aria [sollevata con un’imbragatura] nelle scene in cui levita. Normalmente un attore sospeso su un filo, recita solo metà della scena perché è fisicamente estenuante, ma Chloë è rimasta là, nell’imbragatura, e ha continuato a recitare alla perfezione.” Aggiunge: “Inoltre, la macchina da presa adora Chloë. Ha un carisma naturale ed emana energia sullo schermo. Conosce le lenti, sa dove guardare, quale posizione assumere, perché si rende conto di cosa vede la cinepresa. Quando le dò un’indicazione, sa cosa voglio e la esegue benissimo, in ogni sequenza”.

Per quanto riguarda il personaggio di Margaret, l’ultrareligiosa e dispotica madre di Carrie White, è stata scritturata l’attrice plurinominata agli Academy Award® Julianne Moore nella parte originariamente interpretata da Piper Laurie (anche lei nominata agli Oscar® in quel ruolo). Dice Peirce: “Avere Julianne nella parte di Margaret è stato un sogno che si è realizzato.

È una straordinaria attrice di cinema e teatro, sensuale ed estrosa. Ha reso il film più profondo, divertente, emozionale e suggestivo”. Inoltre, aggiunge Peirce: “Quando Julianne è arrivata sul set un paio di settimane dopo l’inizio della produzione, la sua presenza ha favorito la crescita di Chloë. Julianne è brillante, una vera professionista, una delle attrici più generose con cui abbia mai lavorato. È anche una bravissima madre. Ha trasmesso queste sue qualità nel rapporto con Chloë; le due attrici hanno legato molto, diventando una vera e propria coppia di madre e figlia. In ognuna delle scene che hanno girato insieme si percepisce il loro legame, l’emozione, l’intensità, l’affetto e il bisogno che hanno una dell’altra. Il loro rapporto, profondo e conflittuale, rappresenta il cuore e l’anima del film. Questo è il filo condutture della storia, fino al suo climax”.

Moretz dichiara che lavorare con Moore è stata “una delle esperienze più straordinarie” della sua carriera di attrice. “Se potessi lavorare con lei in ogni film che farò nella mia vita, lo farei. Ha portato così tanto in questo progetto e ha contribuito a sviluppare i nostri due personaggi. Julianne ha voluto mostrare, proprio perché anche lei è una madre, che Margaret non intende danneggiare sua figlia. In realtà vuole essere una brava genitrice ma non sa come fare, perché è paranoica e terrorizzata da quel che potrebbe accadere a sua figlia. Vorrebbe solo tenerla in casa con sé, rinchiuderla nel ripostiglio e non farla mai crescere”.

Moore, che adora sia il romanzo di King che il film di De Palma, spiega che la presenza di Peirce nel progetto ed il suo approccio al materiale sono stati gli elementi che l’hanno convinta ad accettare la parte. “È un film leggendario, una storia incredibile a cui ci si accosta con una certa apprensione, ma Kim Peirce è una regista meravigliosa e il suo punto di vista della storia è straordinario”, dice Moore. “Molte sue scelte sono strettamente legate al libro. Ha voluto interpretare e non ‘rifarÈ”.

Nonostante la storia sia la stessa, Moore osserva: “Oggigiorno i giovani comunicano in un modo completamente diverso fra loro, quindi ho pensato che fosse necessario introdurre l’elemento dei social media per aggiornare la storia. Inoltre mi piace il fatto che il background scioccante e spaventoso di Margaret fosse più presente che mai in questo copione”.

Nonostante abbia già incarnato tanti personaggi complessi nel corso della sua illustre carriera, la versatile attrice non aveva mai affrontato un ruolo come questo. “Margaret è una persona infelice e ho provato tristezza mentre la interpretavo”, aggiunge Moore, ridendo. “Al centro di CARRIE c’è la ribellione adolescenziale; qui la situazione è estremizzata, ma ad un certo punto, nella vita di tutti, si cresce e si cambia, allontanandosi dall’infanzia. Carrie vorrebbe andare avanti e vivere la sua adolescenza, ma sua madre ostacola il suo cammino. Oltre tutto ha il problema di trovarsi all’ultimo posto della gerarchia sociale del liceo che frequenta”.

Moore è rimasta colpita dall’abilità di Chloë di interpretare gli alti e bassi tipici dell’adolescenza. “Ha un grandissimo talento, è una lavoratrice infaticabile e molto presente a se stessa”, dice Moore. “Ha messo tanto di sé nel ruolo. È importante il fatto che sia un’adolescente vera ed è stato insolito lavorare con qualcuno che sta attraversando la stessa fase del personaggio che interpreta”.

Per i ruoli dei compagni di scuola di Carrie – i gentili ma sospetti Sue e Tommy e gli ostili Chris e Billy – il cast di sostegno doveva essere forte e particolare, specialmente per far fronte a due personalità eccezionali come Moretz e Moore. Peirce spiega: “Avevamo bisogno di uno straordinario cast corale con forti attori di supporto, capaci di tenere testa a Julianne e a Chloë, perché le loro storie, unite a quelle delle protagoniste, sono la forza motrice del film. Questi ragazzi devono essere molto diversi da Carrie. Con l’aiuto del leggendario direttore del casting hollywoodiano Avy Kaufman, abbiamo incontrato tanti giovani attori e alla fine abbiamo scelto quattro fantastici esordienti”. Dice Misher: “Nel primo CARRIE c’erano quattro giovani attori ancora sconosciuti: John Travolta, Nancy Allen, Amy Irving e William Katt. Dopo il film hanno tutti ottenuto il successo, e ora in questi ruoli abbiamo scritturato un gruppo di bravi attori di questa generazione. Ci auguriamo che questo film contribuisca a lanciarli e che CARRIE sia il loro punto di partenza”.

Per il ruolo della ragazza divorata dal rimorso, Sue Snell, Peirce spiega: “Doveva essere bella e carismatica, una persona che perde di vista se stessa e si comporta male, ma che poi si rende conto e riflette sulle sue azioni.” L’inglese Gabriella Wilde, nota per aver girato I tre moschettieri, era perfetta per questo ruolo. Dice Peirce: “Abbiamo incontrato centinaia di attrici e nessuna andava bene. Poi all’ultimo momento mi ha chiamato Avy Kaufman e mi ha detto: ‘C’è una ragazza che non conosci’. Mi ha inviato un nastro con la sua audizione e ho pensato: ‘È perfetta!’

Wilde elogia la performance di Sue. “È una ragazza popolare, che ha tutto ciò che desidera, ma è gentile”, dice Wilde. “Non è cattiva, però fa parte di quel gruppo; alla fine diventa più consapevole, e si trasforma”.

Nel complesso ruolo della prepotente leader del branco Chris Hargensen, Peirce ha fatto il provino a una moltitudine di giovani attrici che cercavano di destreggiarsi fra cattiveria e sensualità. Quando è comparsa Portia Doubleday, hanno subito capito di aver trovato la loro Chris. Dice Peirce says, “Portia è stata spettacolare perché era feroce, complessa, sicura di sé, intelligente e sexy, con una bella dose di faccia tosta! È stata in grado di trasmettere, con estrema disinvoltura, la dubbia moralità di Chris”.

Doubleday ha apprezzato il ruolo di Chris, la tormentatrice di Carrie che mette in moto gli eventi che alla fine porteranno alla rovina di tutti gli altri ignari partecipanti al ballo della scuola. “È un personaggio interessante perché è ribelle, si comporta male e va oltre ogni limite”, spiega.

Trovare l’interprete di Tommy – il fusto dal cuore d’oro manipolato da Sue che lo induce a diventare l’improbabile accompagnatore di Carrie al ballo – è stata una vera avventura. I filmmaker hanno esaminato vari attori ma non riuscivano a trovare la persona adatta nella fascia d’età richiesta. “Sebbene gli attori siano in grado di interpretare anche altre età e non mi piaccia limitarli, c’è qualcosa nell’adolescenza che non può essere imitata”, spiega Peirce. “Alla fine Avy Kaufman ci ha presentato un attore newyorkese completamente sconosciuto di nome Ansel Elgort. È bello, affascinante, dolce e ha diciotto anni. Era perfetto”.

Elgort non ha deluso le aspettative e ha apprezzato la versatilità di Tommy nella storia. “Lui è il ‘fico’ della scuola ma è anche una persona perbene e nonostante sia uno sportivo, ha un certo spessore”, dice Elgort. “È una persona vera, che evolve nel corso della storia”.

L’ultimo tassello del puzzle è stato Alex Russell nella parte di Billy. “È bello, ruvido, ha cuore e sa trasmettere il suo lato oscuro”, dice Peirce. “Un’oscurità che diventa un elemento importante che fa da contrappunto alla leggerezza di Tommy; questi attori erano splendidamente complementari”.

Russell afferma che la sfida rispetto a Billy era di renderlo interessante per il pubblico nonostante sia malvagio. “È carismatico, affascinante, passionale, quasi animalesco”, spiega Russell. “È questo che mi piace di lui”.

La versatile attrice caratterista Judy Greer completa il cast nel ruolo della comprensiva insegnante Ms. Desjardin, che prende a cuore il caso di Carrie e cerca di proteggerla dalle prepotenze degli altri, denunciando chi la tiranneggia. Peirce dice: “Judy è una delle mie attrici preferite e seguo il suo lavoro da molto tempo. È intelligente, coinvolgente e spiritosa. Insieme abbiamo lavorato per trasformare il suo personaggio: Desjardin è un’insegnante un po’ demotivata e apatica ma che a un certo punto resta colpita da ciò che vede e che decide quindi di intervenire per sistemare le cose. Il senso dell’umorismo di Judy ci consente di approfondire il suo personaggio ed è bello vedere il modo in cui cerca di aiutare Carrie e le altre ragazze”. Misher aggiunge: “Judy Greer arricchisce le sue scene con le emozioni e l’umorismo; va oltre il ruolo di sostegno funzionale alla trama, diventando un personaggio sfumato in ogni sua scena”.

Per Greer, Rita Desjardin è un’insegnante sia esasperata dai suoi studenti che interessata al loro benessere. “La situazione che si crea intorno a Carrie all’inizio per lei è frustrante, ma poi diventa un’opportunità”, dice Greer. “Penso che Miss Desjardin preferirebbe non restarne coinvolta ma quando questo accade si dà al 100%. Perché è fatta così”.

 

DIETRO LE QUINTE

 

CARRIE è stato girato a Toronto nell’estate 2012. Fondamentale, al pari degli altri personaggi del film, è la casa in cui Carrie vive con sua madre, che doveva riflettere un senso di isolamento e di austerità. La scenografa Carol Spier si è ispirata al romanzo di King nel creare la casa dei White. “Abbiamo tenuto presente il personaggio di Margaret, la sua personalità, la sua provenienza”, dice Spier, che ha trovato un’abitazione su una strada residenziale di Toronto che rifletteva ciò che cercava. “Abbiamo cambiato il portico, spostato la porta d’ingresso, rinnovato le finestre, e aggiunto un abbaino. Gli interni sono stati costruiti in un teatro di posa”.

Per quanto riguarda l’interno della casa, lo scopo era quello di renderlo il più semplice e puritana possibile, un luogo in cui Margaret, timorata di Dio, non si senta minacciata. Spiega Spier: “Le pareti e i soffitti sono spogli, privi di decorazioni. Non ci sono curve, tutto è spigoloso. Abbiamo messo qua e là alcuni crocefissi, ma non sono evidenti. L’atmosfera è sottile. I colori sono scialbi, il rosso è completamente assente perché Margaret lo considera il colore del peccato”.

Spier ha lavorato in stretto contatto con la squadra degli effetti speciali che hanno costruito una casa in grado di crollare facilmente, quando Carrie scatena l’inferno, nel terzo atto. “La casa viene vista in tre fasi”, dice Spier. “Tutto ciò che abbiamo costruito doveva potersi rompere e crollare. In parte questo risultato è ottenuto con le costruzioni, in parte con gli effetti visivi”.

Per quanto riguarda la distruzione della casa, che comporta una cascata di pietre dal cielo, il supervisore degli effetti visivi Dennis Berardi – dopo aver svolto una dettagliata ricerca con gli storyboard per previsualizzare la sequenza – ha optato per una soluzione completamente digitale, anziché distruggere modelli in scala costruiti manualmente. “Ho esaminato la casa utilizzando la tecnica di rilevamento con il lidar e ho scattato oltre 6500 fotografie”, dice Berardi. “Per prima cosa abbiamo girato proprio la distruzione della casa, una decisione assai insolita quando si fa un film. È fantastica perché è una sequenza complicata che richiedeva tempo”.

Per quanto riguarda gli effetti telecinetici di Carrie e la lunga e sanguinaria scena del ballo della scuola, Berardi ha mescolato effetti ibridi con i trucchi della vecchia scuola ed effetti digitali all’avanguardia. “Abbiamo usato la stampa alla rovescio, diversi effetti fisici, ma abbiamo anche cercato l’estetica moderna di un film d’azione”, spiega. “Non volevamo che il lavoro digitale risultasse forzato, che distogliesse dalla narrazione”.

Per la scena del ballo della scuola, ad esempio, gli attori sono stati scannerizzati digitalmente per poter essere duplicati nel corso della sequenza di distruzione che è appunto popolata dai loro sosia digitali. Per le scene in cui Carrie usa i suoi poteri telecinetici contro Margaret, la squadra ha unito le sequenze girate in sospensione sui fili alle altre pose girate separatamente, grazie ad un particolare effetto di fotografia composita. Aggiunge Berardi: “Abbiamo fatto di tutto affinché il lavoro digitale non prendesse il sopravvento”.

CARRIE ha fornito al cast e ai filmmaker l’opportunità di realizzare una nuova ed intensa interpretazione della leggendaria storia di Stephen King, radicata nel comune fascino di una disadattata che possiede un potere misterioso e minaccioso in grado di scatenare il caos quando viene liberato. Perché quando il film arriva al suo terrificante epilogo nel terzo atto, abbiamo assistito a sentimenti ed emozioni che tutti possono comprendere. Dice Moretz: “L’aspetto davvero terrorizzante è vedere che ciò che accade all’interno della mente del personaggio, che avrà inevitabilmente una conseguenza”.

Come tutti gli horror degni di questo nome, CARRIE dà vita ad una protagonista memorabile. “Carrie White è un personaggio straordinario”, afferma Peirce. “Penso che sia pazzesca, incredibile. Non vedo l’ora che il pubblico conosca Carrie e che ammiri l’interpretazione di Chloë. Penso che il nostro nuovo film sia bello e pregno di significato, che farà vivere agli spettatori in una grande avventura …”

Specialmente quando inizierà a colare il sangue…

IL CAST

 

CHLOЁ GRACE MORETZ (Carrie White) ha iniziato la sua carriera nell’industria dello spettacolo come modella, a soli cinque anni. A New York City è apparsa nelle pagine di varo magazine e nelle pubblicità televisive. A 6 anni si è trasferita a Los Angeles con la sua famiglia e lì è approdata al cinema.

Poco dopo essere arrivata in California, ha ottenuto un ruolo ricorrente nel programma della CBS dal titolo “The Guardian”, con Simon Baker. Ha avuto la fortuna di essere diretta da Emilio Estevez nel suo esordio di attrice. Subito dopo si è assicurata un ruolo principale nel remake di Michael Bay di The Amityville Horror per MGM, accanto a Ryan Reynolds, ruolo che le ha dato la possibilità di esprimere un’ampia gamma di emozioni e che è stato apprezzato dalla critica.

Lo scorso anno Moretz ha recitato nel film di Martin Scorsese Hugo (Hugo Cabret) con Sir Ben Kingsley, la storia di un orfano dodicenne che vive all’interno di una stazione parigina nel 1930. Il film è stato nominato a 11 Oscar. Ha inoltre lavorato in Dark Shadows di Tim Burton, al fianco di Johnny Depp, e in Hick, con Blake Lively.

Recentemente ha ripreso il ruolo di Hit-Girl nel sequel Kick Ass 2. Ha ultimato inoltre la lavorazione del film Laggies, in cui recita insieme a Kiera Knightly. La vedremo presto nel film The Equalizer, con Denzel Washington e Melissa Leo, ed in Dark Places, adattato dal romanzo noir di Gillian Flynn del 2009.

I suoi crediti cinematografici comprendono il film d’azione Kick-Ass basato sui fumetti di Mark Millar, in cui ha la parte di Hit-Girl, una sboccata ragazzina di 11 anni che lotta contro il crimine insieme a suo padre Big-Daddy, interpretato da Nicolas Cage. Ha recitato nei film Texas Killing Field (Le paludi della morte), Let Me In (Bloody story), Diary of A Wimpy Kid (Diario di una schiappa), 500 Days of Summer (500 giorni insieme), The Eye, e Big Momma’s House 2 (FBI: Operazione tata).

Sul piccolo schermo è stata star ospite di “30 Rock” di NBC con Alec Baldwin e Tina Fey e ha recitato nella seconda stagione della serie ABC di grande successo “Dirty Sexy Money”, nella parte di Kiki George, insieme a Peter Krause e a Donald Sutherland.

            Nel 2012 è stata il volto della campagna UNICEF “Trick-or-Treat”, realizzata allo scopo di incoraggiare i bambini a re-inventare il classico salvadanaio e partecipare alla gara di Halloween “Create-a-Character”.

Chloë vive a Los Angeles.

 

 

           

JUDY GREER (Miss Dejardin) è sempre al centro dell’attenzione del pubblico e della critica grazie alle sue performance accattivanti. È una delle attrici più prolifiche della sua generazione, apparsa in oltre 80 film al cinema e in televisione.

Al momento è impegnata a scrivere il suo primo libro: “I Don’t Know What You Know Me From: Confessions of a Co-Star”, che uscirà nel 2014 a cura di Doubleday. Il libro è formato da una serie di capitoli che raccontano alcuni momenti della vita di Judy Greer, e che hanno titoli fantasiosi e divertenti del tipo: “Celebrities I’ve Peed Next To” e “I’m Not America’s Sweetheart, I’m America’s Best Friend”.

L’attrice inizierà a breve la produzione di un nuovo pilota comico in onda su FX, per la regia di Andrew Gurland. Il progetto non ha ancora un titolo e racconta la storia di un uomo sposato (Nat Faxon) e di sua moglie (Greer), che sono ottimi amici e cercano in tutti i modi di salvare il loro matrimonio. Attualmente doppia il personaggio di ‘Cheryl’ nella quarta stagione della serie animata di FX “Archer”, che è diventata immediatamente un ‘cult’ televisivo sin dal suo esordio nel 2010. È inoltre l’interprete di “Arrested Development” in cui ha ripreso il ruolo di Kitty Sanchez, la fidanzata e assistente personale di George Bluth (Jeffrey Tambor), nella quarta stagione in onda su Netflix.

È apparsa nel film di Alexander Payne The Descendants (Paradiso amaro) accanto a George Clooney. Il film, nominato agli Academy Award®, ruota intorno all’avvocato ‘Matt King’ (Clooney) che scopre che sua moglie, ormai in coma in seguito ad un incidente, aveva una relazione con un agente immobiliare di nome ‘Brian Speer’ (Matthew Lillard). Greer è stata elogiata per il suo ruolo non protagonista di questo film e ha ricevuto candidature ai Satellite Awards e da parte della Denver Film Critics Society, oltre ad essere stata nominata insieme al resto del cast ai Gotham Award, agli Screen Actors Guild Award, e ai Broadcast Film Critics Association Critics Choice Award.

Lo scorso anno ha recitato con Ed Helms, Jason Segel, e Susan Sarandon in Jeff, Who Lives at Home (A casa con Jeff) diretto da Jay e Mark Duplass.

È inoltre l’interprete della sua serie su Yahoo! dal titolo “Reluctantly Healthy”, iniziata nel dicembre 2011. Ogni settimana pubblica un ‘webisodÈ in cui elargisce consigli e suggerimenti su come restare in forma quando si è in viaggio e si lavora tutto il giorno fuori casa.

I suoi numerosi crediti cinematografici comprendono: Playing the Field (Quello che so sull’amore) di Robbie Fox con Gerard Butler, Peep World di Barry Blaustein con Michael C. Hall, Sarah Silverman, Kate Mara, e Rainn Wilson che ha esordito al Toronto International Film Festival 2010; la commedia di Malcolm Venville Henry’s Crime con Keanu Reeves, Vera Farmiga e James Caan; Barry Munday di Magnolia Pictures con Patrick Wilson e Chloe Sevigny; Love & Other Drugs (Amore e altri rimedi) di Ed Zwick con Anne Hathaway e Jake Gyllenhaal; Love Happens (Qualcosa di speciale), con Jennifer Aniston e Aaron Eckhart; Visioneers con Zach Galifianakis; The Go-Getter (Il nemico dell’impossibile) con Zooey Deschanel e Jena Malone; 27 Dresses (27 volte in bianco) con Katherine Heigl e James Marsden; The TV Set con Sigourney Weaver e David Duchovny; American Dreamz con Hugh Grant e Mandy Moore; The Amateurs (La banda del porno – Dilettanti allo sbaraglio) con Jeff Bridges; Elizabethtown di Cameron Crowe; The Village di M. Night Shyamalan; 13 Going on 30 (30 anni in un secondo) con Jennifer Garner; il dramma psicologico dello scrittore/regista Adam Goldberg I Love Your Work (presentato al Toronto Film Festival 2003); l’apprezzato The Hebrew Hammer; Adaptation (Il ladro di orchidee); The Wedding Planner (Prima o poi mi sposo) di Charlie Kaufman, con Jennifer Lopez; What Women Want (What Women Want – Quello che le donne vogliono) con Mel Gibson e Helen Hunt; The Great New Wonderful; What Planet Are You From? (Da che pianeta vieni?); Three Kings; Jawbreaker (Amiche cattive); In Memory of My Father; The Specials di Danny Leiner e Kissing Fools.

Popolare anche sul piccolo schermo, è apparsa in varie puntate dell’attesa nuova stagione di “Two and a Half Men” nella parte di Bridget Schmidt, l’ex moglie del personaggio di Ashton Kutcher, Walden Schmidt. È tornata ad interpretare questo show dopo la sua apparizione, nel 2007, come star ospite nel ruolo di un personaggio completamente diverso. Altri suoi crediti televisivi comprendono la commedia ABC “Miss Guided” che le è valsa ottime critiche nella parte di una donna che torna nel liceo che ha frequentato da ragazza, per lavorare come consulente per gli studenti, nonché apparizioni in “Modern Family”, “How I Met Your Mother”, “The Big Bang Theory”, “House”, “Two and a Half Men”, “E.R.”, “My Name is Earl”, “It’s Always Sunny in Philadelphia”, “Californication” e “Love Monkey”.

A teatro ha esordito recentemente a Broadway con Katie Holmes e Norbert Leo Butz nello spettacolo “Dead Accounts” di Theresa Rebeck, la storia di un fratello e di una sorella e di una sconvolgente ‘reunion’ familiare. Judy ha recitato nel play di Paul Weitz “Show People” di Second Stage con Ty Burrell.

Greer è nata e cresciuta a Detroit. Per dieci anni ha studiato balletto classico prima di rivolgere il suo interesse alla recitazione ed essere ammessa a The Theatre School, il prestigioso programma teatrale della DePaul University.

Ora vive a Los Angeles.

 

 

PORTIA DOUBLEDAY (Chris Hargensen) è stata la coprotagonista della commedia del 2009, Youth in Revolt. Nella parte di Sheeni Saunders, ha interpretato la femme fatale che diventa l’oggetto del desiderio di Nick Twisps (Michael Cera). Il film, diretto da Miguel Artera, è stato presentato al Toronto International Film Festival ed è uscito il 13 ottobre 2009.

Prossimamente la vedremo nel film diretto da Spike Jonze Her, al fianco di Joaquin Phoenix. Il film è stato presentato al festival di Cannes 2013 e sarà distribuito a dicembre.

I suoi crediti cinematografici comprendono: Big Mommas: Like Father, Like Son (Big Mama: Tale padre tale figlio)2011), Almost Kings (2010), 18 (2009), e Legend of the Mummy (1998).

Nel 2010 è apparsa sulla copertina di Young Hollywood dedicata ai ‘55 volti del futuro’.

Vive a Los Angeles e sta lavorando ad una sceneggiatura.

 

 

 

JULIANNE MOORE (Margaret White) Fra le attrici più versatili e carismatiche del panorama odierno, Julianne Moore vanta un ampio curriculum che comprende una serie di interpretazioni memorabili in tutti i generi, commedia, dramma, film d’azione, d’autore, sia per il piccolo che per il grande schermo.

Prossimamente apparirà al fianco di Liam Neeson nell’action-thriller della Universal Non-Stop, che uscirà il 28 febbraio 2014. Recentemente ha recitato con Joseph Gordon-Levitt e Scarlett Johansson nel film di esordio di Gordon-Levitt Don Jon; ha interpretato il ruolo della Presidente Alma Coin nel popolare franchise di Lionsgate The Hunger Games: Mockingjay (Hunger Games – Il canto della rivolta) con Jennifer Lawrence e Philip Seymour Hoffmanbre e ha lavorato al fianco di Jeff Bridges nell’avvincente avventura fantasy The Seventh Son (Il settimo figlio). Ha inoltre terminato la produzione di Maps to the Stars di David Cronenberg, con Mia Wasikowska, Robert Pattinson e John Cusack.

Moore è la nona artista nella storia della Academy ad aver ricevuto due nomination agli Oscar® per la recitazione nello stesso anno, per le sue performance in Far From Heaven (Lontano dal paradiso, nomination come migliore attrice) e The Hours (nomination come migliore attrice non protagonista); ha ricevuto diversi premi da parte della critica nonché candidature ai SAG e ai Golden Globe per entrambi i film. Complessivamente è stata nominata quattro volte agli Academy Award®, otto volte ai Golden Globe, sei volte ai SAG Award, quattro volte ai BAFTA e tre volte agli Independent Spirit Award, aggiudicandosi quest’ultimo premio nel 2003 per Far From Heaven (Lontano dal paradiso). Nel 2012 ha vinto il Primetime Emmy® award come migliore attrice protagonista in una miniserie o film, per aver incarnato la governatrice dell’Alaska Sarah Palin nel film originale HBO Game Change. Il ruolo le ha meritato il SAG Award e il Golden Globe nel 2013. Altri riconoscimenti comprendono l’ Excellence in Media Award ai GLAAD Media Awards 2004, l’Orso d’Argento al festival del cinema internazionale di Berlino 2003, la Coppa Volpi 2002 come migliore attrice al festival di Venezia, l’Actor Award ai Gotham Award 2002 e il “Tribute to Independent Vision” al Sundance Film Festival 2001.

I suoi film comprendono: Crazy Stupid Love, The Kids are All Right (I ragazzi stanno bene), A Single Man, The Forgotten, What Maisie Knew, The English Teacher, Laws of Attraction (Laws of Attraction – Matrimonio in appello), Chloe (Chloe – Fra mistero e seduzione), 6 Souls (Shelter – Identità paranormali), Blindness (Blindness – Cecità), Savage Grace, I’m Not There (Io non sono qui), Children of Men, Hannibal, Jurassic Park: The Lost World (Il mondo perduto – Jurassic Park), The Fugitive (Il fuggitivo), Nine Months (Nine months – Imprevisti d’amore), Benny & Joon, The Hand That Rocks the Cradle (La mano sulla culla), The End of the Affair (Fine di una storia), Boogie Nights, Magnolia, CookiÈs Fortune (La fortuna di Cookie), Short Cuts (America oggi), il remake di Gus Van Sant di Psycho, Vanya on 42nd Street (Vanya sulla 42a strada), Surviving Picasso, e The Big Lebowski (Il grande Lebowski).

Moore è anche una stimata autrice letteraria. Recentemente ha pubblicato il suo quarto libro My Mother is a Foreigner, But Not to Me, basato sull’esperienza personale di essere cresciuta con una mamma scozzese. In precedenza ha scritto un’apprezzata serie di libri per bambini: Freckleface Strawberry, Freckleface Strawberry and the Dodgeball Bully e Freckleface Strawberry Best Friends Forever. Ispirata dal protagonista del libro Freckleface Strawberry, nel 2013 Moore ha presentato Monster Maker su iTunes, un’app che consente agli utenti di costruire il proprio mostro e di inviarlo ad amici e familiari. Il libro originale è stato trasformato in uno spettacolo teatrale off-Broadway che ha riscosso grande successo.

Dopo la laurea presso la Boston University for the Performing Arts, ha recitato in varie produzioni off-Broadway fra cui “Serious Money” e “Ice Cream/Hot Fudge” di Caryl Churchill al Public Theater. È apparsa al Guthrie Theater di Minneapolis in “Hamlet”, e nelle produzioni “The Father” (di Strindberg) con Al Pacino e “An American Daughter” di Wendy Wasserstein con Meryl Streep. Ha esordito a Broadway nel 2006 nella produzione di Sam Mendes “The Vertical Hour”, tratta dal lavoro teatrale originale di David Hare.

Moore vive a New York City con la sua famiglia.

 

 

 

ALEX RUSSELL (Billy Nolan) Nato l’11 dicembre 1987, a Rockhampton, nel Queensland, ha studiato al National Institute of Dramatic Art, un’accademia che ha generato varie celebrità hollywoodiane fra cui Cate Blanchett, Mel Gibson e Baz Luhrmann.

Ha esordito nel 2010 in Wasted on the Young, un film australiano in cui recitava la parte di un ragazzo che ricatta psicologicamente i suoi compagni di classe affinché non rivelino i dettagli del suo passato problematico.

Due anni dopo ha conquistato il pubblico americano con Chronicle (2012), nel ruolo di Matt Garrety, un liceale che scopre di possedere potere telecinetici, che deve imparare a gestirli e a difendersi da chi vorrebbe che ne abusasse. Il film è stato un successo inaspettato di quell’anno, ha ricevuto critiche positive con un introito di 120 milioni di dollari in tutto il mondo.

Il suo prossimo progetto è un ruolo protagonista in Believe Me.

 

GABRIELLA WILDE (Sue Snell) ha da poco ultimato le riprese di Endless Love per Universal Pictures, nel ruolo della protagonista ‘Jade Butterfield’ al fianco di Alex Pettyfer. Il film racconta un amore adolescenziale che diventa sempre più inquietante e ossessivo. Il film è diretto da Shana Feste e sarà distribuito il 14 febbraio 2014. Presto apparirà nell’imminente Squatters per la regia di Martin Weisz, che parla di due coniugi benestanti alle prese con due giovani amanti senza tetto che si sono insediati nella loro casa.

Nel 2011 Gabriella è stata ‘ConstancÈ in The Three Musketeers (I tre moschettieri) al fianco di un cast di stelle del cinema fra cui Matthew Macfadyen, Orlando Bloom, Milla Jovovich e Luke Evans. Nel 2009 ha esordito al cinema con St Trinian’s 2: The Legend of St Fritton’s Gold con Colin Firth, David Tennant e Talulah Riley. Le sue apparizioni televisive comprendono la premiata serie “Doctor Who”.

 

 

           

ANSEL ELGORT (Tommy Ross) ha arricchito il suo curriculum in pochissimo tempo.

Recentemente si è diplomato presso LaGuardia Arts High School; durante l’ultimo anno di liceo ha recitato al fianco di Alexis Bledel nel nuovo lavoro di Matt Charman “Regrets”, diretto da Carolyn Cantor e rappresentato al Manhattan Theater Club. La sua performance ha ricevuto ottime critiche; Bloomberg ha scritto: “Elgort ha una presenza magnetica, destinata, forse, al multiplex”, mentre AP ha dichiarato: “Elgort emana il magnetismo tenebroso di James Dean, alleggerito da una sorta di scintillante purezza”. Al termine delle repliche dello spettacolo, Ansel è stato scritturato per Carrie. Ha inoltre lavorato con Kate Winslet nel film di Summit Divergent, basato sulla popolare serie di libri di Veronica Roth. Prossimamente reciterà il ruolo di Augusts Waters al fianco di Shailene Woodley nel film della Fox The Fault in Our Stars.

Ansel ha scoperto la sua passione per la recitazione attraverso la danza. Ha ballato il tip tap ai CFDA Award 2011, e da bambino ha danzato sia in “The Nutcracker che in “Swan Lake” al Lincoln Center con il New York City Ballet. Come cantante, ha lavorato con vari compositori, fra cui Jason Robert Brown, Glen Roven e Louis Andriessen.

Vive a New York.

 

 

 

I FILMMAKER

 

KIMBERLY PEIRCE (Regia) si è imposta come scrittrice e regista dotata di una visione e di un talento particolari con il suo coraggioso film d’esordio: Boys Don’t Cry, uno dei film più apprezzati e controversi di quell’anno, che ha vinto numerosi premi fra cui l’Oscar® e il Golden Globe® per la migliore attrice, la protagonista Hilary Swank. Chloe Sevigny è stata nominata agli Oscar® e ai Golden Globe come migliore attrice non protagonista e insieme alla Swank, si è aggiudicata i premi di Independent Spirit, National Board of Review, CFCA, BSFC, NSFC, e della critica di Boston, Chicago e Los Angeles.

Il film ha ricevuto l’Independent Spirit Award, i premi della critica internazionale nei festival di Londra e Stoccolma, il Satyajit Ray Award del London Film Festival, ed è stato definito “il miglior film americano” dalla nota giornalista e critica cinematografica Janet Maslin. Peirce è stata premiata come migliore regista esordiente da parte della National Board of Review e come migliore filmmaker esordiente da parte della Boston Society of Film Critics.

Successivamente ha scritto e diretto Stop-Loss, con Channing Tatum, Joseph Gordon Levitt, Abbie Cornish e Ryan Phillippe, un film attuale e ricco di emozioni, ispirato alle vere storie dei soldati americani, fra cui quella di suo fratello, che tornano a casa dopo aver combattuto in Iraq. Per questo film Peirce ha ricevuto l’Hamilton Behind the Camera True-Grit Award e l’ Andrew Sarris Directing Award.

Peirce è un’attiva sostenitrice di varie questioni sociali; Boys Don’t Cry le è valso riconoscimenti da parte di People for the American Way, GLAAD Media, Lambda Legal Defense, e Gay and Lesbian Anti-Violence Project. La filmmaker ha partecipato alla Yale Transgender Awareness Week e alla Pride Week della University of Iowa. In occasione di Stop-Loss, Peirce ha parlato alla National Press Club ed insieme al senatore Frank Lautenberg (NJ) e alla deputata Betty Sutton (OH), è intervenuta davanti ai membri del Congresso sul tema dei soldati e dell’atto di compensazione Stop-Loss che successivamente è stato approvato.

Peirce è apparsa nelle riedizioni in DVD e BLU RAY della trilogia di The Godfather (Il padrino), Chinatown e Raging Bull (Toro scatenato) nonché nel documentario This Film Is Not Yet Rated. Insieme a Steven Soderbergh, ai fratelli Duplass e a James Mangold ha partecipato al tributo “GAME CHANGERS IN INDEPENDENT FILM” per il 75° anniversario del Directors Guild of America.

Si è laureata presso la University of Chicago; ha frequentato il programma di cinema della Columbia University e i laboratori di scrittura e di regia cinematografica del Sundance Institute. Nel 2011 ha fatto parte della giuria del Sundance Film Festival. È un membro della WGA, della Academy of Motion Pictures, del comitato dei film indipendenti del Directors Guild of America e del comitato esecutivo dei registi dell’Academy.

 

 

            KEVIN MISHER (Produttore) produce film attraverso la sua società di produzione con sede a Los Angeles, la Misher Films.

Nato e cresciuto nel Queens, a New York, si è laureato in economia presso la Wharton School of Business. Il suo primo lavoro nell’industria dell’intrattenimento è stato con HBO, a New York, dove è stato analista finanziario per l’allora CEO Michael Fuchs. Poco dopo si è trasferito a Los Angeles, approdando nell’agenzia internazionale ICM, iniziando come fattorino fino a diventare assistente. La sua abilità nell’identificare i potenziali progetti cinematografici era già evidente e ha convinto il leggendario dirigente Mike Medavoy a reclutarlo come capo creativo della Tri-Star Pictures.

Misher ha rapidamente scalato le vette dell’azienda. Nel corso dei sei anni presso lo studio, ha supervisionato numerose produzioni fra cui Donnie Brasco, diretto da Mike Newell, con Al Pacino e Johnny Depp.

Nel 1996 si è trasferito alla Universal Pictures dove è diventato presidente di produzione, a soli 33 anni. Durante questo incarico la Universal ha goduto di un successo senza precedenti, e Misher ha supervisionato alcuni dei maggiori successi dello studio: Out of Sight (Out of Sight – Gli opposti si attraggono) ed Erin Brockovich (Erin Brockovich – Forte come la verità), nonché quattro titoli estremamente redditizi per la Universal: The Mummy (La mummia), Meet the Parents (Ti presento i miei), The Fast and the Furious, e The Bourne Identity, con tutti i sequel che hanno generato.

Misher ha lasciato la Universal nel 2001 per dare vita alla Misher Films. Il suo primo progetto è stato il seguito di The Mummy (La mummia), The Scorpion King (Il re scorpione). Le sue produzioni successive comprendono The Rundown (Il tesoro dell’Amazzonia), con Dwayne Johnson, per la regia di Peter Berg, The Interpreter, diretto da Sydney Pollack, con Nicole Kidman e Sean Penn, Public Enemies (Nemico pubblico – Public Enemies), diretto da Michael Mann, con Johnny Depp, Christian Bale e Marion Cotillard, Fighting con Channing Tatum, e Mirror Mirror (Biancaneve) con Julia Roberts, Lily Collins ed Armie Hammer.

Il prossimo gennaio inizierà la produzione di una rivisitazione del romanzo grafico The Crow per Relativity Media, con Luke Evans; sta preparando anche altri progetti fra cui Shadow of the Colossus, basato sul leggendario video game, per la regia di Josh Trank (Chronicle) e Crazy U, una commedia fra padre e figlio ambientata in un college, con Will Ferrell.

Misher vive a Los Angeles con sua moglie e i loro due figli.

 

 

LAWRENCE D. COHEN (Sceneggiatura) ha scritto il suo primo copione adattandolo dal romanzo d’esordio di Stephen King Carrie (1976). La sceneggiatura per il film diretto da Brian de Palma gli è valsa una candidatura agli Edgar Award da parte dei Mystery Writers of America.

Dopo aver esordito come critico di cinema e teatro ed aver scritto per una serie di importanti periodici, ha lavorato come assistente del celebre regista e coreografo di Broadway Michael Bennett in “Twigs” premiato con il Tony Award e nel musical “Seesaw”.

Mentre lavorava per il produttore di cinema e televisione David Susskind, ha scoperto il copione di Alice Doesn’t Live Here Anymore (Alice non abita più qui) di Robert Getchell ed è diventato produttore esecutivo del film diretto da Scorsese nel 1975.

Proseguendo il suo rapporto con Stephen King nel 1980, ha scritto “It”, il telefilm in quattro parti tratto dall’omonimo romanzo, e definito da USA Today “il film più spaventoso mai realizzato per la televisione”. “It” e il successivo adattamento di Cohen di un altro racconto di King dal titolo “The Tommyknockers” (1993) sono diventate due delle miniserie più popolari del network. Nel 2007 ha ritrovato il maestro del terrore adattando il suo racconto “The End of the Whole Mess” per la serie antologica di TNT “Nightmares & Dreamscapes”. Il Writers Guild of America ha eletto il copione come migliore episodio drammatico.

Altri film comprendono Ghost Story (Storie di fantasmi), basato sul bestseller di Peter Straub, con Fred Astaire, John Houseman, Melvyn Douglas e Douglas Fairbanks, Jr. The Academy of Science Fiction Fantasy and Horror Films ha nominato il film ai Saturn Award come migliore film horror.

Per ABC, ha scritto l’adattamento televisivo in 3 parti di “South Pacific” (2001), di Rodgers e Hammerstein, ed è stato produttore esecutivo del progetto, insieme al suo socio Michael Gore.

Di recente ha scritto il libro del leggendario musical teatrale di “Carrie” che, dopo la sua premiere del 1988 a Broadway, è stato nuovamente messo in scena nel 2012, off-Broadway. Questa produzione MCC ha ricevuto numerose nomination ed è stata premiata come migliore revival musicale dalla Off-Broadway Alliance. Sono previste circa 50 produzioni dello show; ricordiamo la prima rappresentazione internazionale all’ Atlantis Productions di Manila, inaugurata con successo a settembre 2013.

 

ROBERTO AGUIRRE-SACASA (Sceneggiatura) recentemente ha scritto The Town That Dreaded Sundown per Ryan Murphy e Jason Blum. Si sta occupando di altri due progetti: Little Shop of Horrors per WB e Madman’s Daughter con Fake Empire alla Paramount; è stato inoltre incaricato di scrivere l’adattamento del romanzo di Marisha Pessl Night Film per la Fox, prodotto da Peter Chernin e diretto da Rupert Wyatt. Inoltre lo vedremo nel film della WB Archie tratto dall’omonimo fumetto.

A Broadway è stato lo scrittore che ha avuto il compito di rivitalizzare il musical “Spider-Man: Turn Off the Dark”; attualmente è impegnato a scrivere il musical che sarà messo in scena a Broadway “Magic Mike” (basato sul film di successo); e il suo musical basato su “American Psycho” di Bret Easton Ellis (con musica e parole di Duncan Sheik) ha debuttato a Londra lo scorso autunno. Roberto è uno stimato scrittore di fumetti; al momento sta scrivendo il mash-up su Archie e gli zombie dal titolo AFTERLIFE WITH ARCHIE, per Archie Comics. Si occupa inoltre di altri titoli di supereroi per MARVEL COMICS, fra cui Spider-man e i Fantastici Quattro. Per la Marvel ha adattato il romanzo di Stephen King The Stand (L’ombra dello scorpione) in una serie a fumetti con 31 pubblicazioni. Ha scritto la serie nominata agli Emmy “Big Love”, in onda su HBO, e questa è la sua terza stagione come scrittore e produttore di “Glee” per la Fox.

 

 

            STEPHEN KING (Scrittore del romanzo su cui si basa il film) Stephen Edwin King nasce a Portland, nel Maine, nel 1947, secondogenito di Donald e Nellie Ruth Pillsbury King. I suoi genitori si separano quando lui è ancora piccolo ed insieme al fratello maggiore David, viene allevato dalla madre. Trascorre parte della sua infanzia a Fort Wayne, in Indiana, dove abita la famiglia di suo padre, e a Stratford, nel Connecticut. All’età di 11 anni sua madre decide di tornare a vivere con i figli a Durham, nel Maine. I suoi genitori, Guy e Nellie Pillsbury, sono ormai inabili e Ruth King viene persuasa dalle sorelle ad occuparsi di loro. Gli altri membri della famiglia le mettono a disposizione una piccola casa a Durham ed un sostegno finanziario. Quando muoiono i nonni di Stephen, la mamma trova lavoro nelle cucine di Pineland, un ricovero per persone affette da malattie mentali.

Stephen frequenta la scuola elementare di Durham e poi il liceo di Lisbon Falls, diplomandosi nel 1966. Durante il secondo anno presso la University of Maine di Orono, inizia a scrivere per il giornale della scuola The Maine Campus. Si interessa di politica studentesca ed entra a far parte dello Student Senate. Si unisce al movimento contro la guerra, sostenendo la tesi dell’incostituzionalità della Guerra del Vietnam. Si laurea in Inglese nel 1970, e diventa insegnante di liceo. Subito dopo la laurea, viene riformato dal servizio militare a causa di diversi disturbi: problemi di pressione sanguigna, miopia, piedi piatti ed un timpano perforato.

Sposa Tabitha Spruce nel gennaio 1971, la ragazza che ha conosciuto fra le cataste di libri della biblioteca universitaria dove entrambi lavoravano quando erano studenti. Poiché non riesce subito a trovare un posto di insegnante, lavora come operaio presso una lavanderia industriale, e Tabitha aiuta la famiglia con i soldi che ha ricevuto in prestito per studiare, e con i suoi risparmi; di tanto in tanto Stephen vende anche i suoi racconti brevi ad una rivista per uomini.

La prima volta in cui vende un racconto breve (The Glass Floor), pubblicato su Startling Mystery Stories, è il 1967. Nei primi anni di matrimonio continua a vendere le sue storie ai magazine maschili. Molti di questi racconti in seguito vengono raccolti nella pubblicazione dal titolo Night Shift (A volte ritornano) e in altre antologie.

Nell’autunno del 1971 inizia a insegnare inglese presso la Hampden Academy, il liceo pubblico di Hampden, nel Maine. Continua comunque a lavorare ai suoi racconti e romanzi, trovando il tempo di scrivere di sera e nei weekend.

Nella primavera del 1973 la Doubleday & Co. accetta di pubblicare il suo romanzo Carrie. Quello stesso anno il nuovo editore della Doubleday, Bill Thompson, lo informa che un’edizione tascabile del romanzo potrebbe dargli la possibilità economica di abbandonare l’insegnamento e dedicarsi esclusivamente alla scrittura.

Alla fine dell’estate del1973, i King si trasferiscono nel sud del Maine perché la madre di Stephen è ammalata. Affittano una casa sul lago Sebago a North Windham per l’inverno; in una piccola stanza all’interno del garage Stephen scrive il romanzo che verrà pubblicato successivamente, all’inizio intitolato Second Coming e in seguito Jerusalem’s Lot, prima di diventare definitivamente Salem’s Lot (Le notti di Salem). In quel periodo la madre di Stephen muore di cancro, all’età di 59 anni.

Carrie viene pubblicato nella primavera del 1974. In autunno i King lasciano il Maine per Boulder, nel Colorado, dove restano per un anno, e in quel periodo Stephen scrive The Shining, ambientato in Colorado. Tornati nel Maine nell’estate del 1975, i King comprano una casa nella regione dei laghi nel Maine occidentale. Lì Stephen termina The Stand (L’ombra dello scorpione), anch’esso ambientato in gran parte a Boulder. The Dead Zone (La zona morta) è stato scritto a Bridgton.

Nel 1977 i King trascorrono tre mesi in Inghilterra, ma interrompono il soggiorno che sarebbe dovuto durare un anno per tornare negli Stati Uniti dove comprano un nuova casa a Center Lovell, nel Maine. Dopo aver vissuto lì per un’estate, si trasferiscono a nord, ad Orrington, vicino Bangor, affinché Stephen possa insegnare scrittura creativa alla University of Maine di Orono. Tornano a Center Lovell nella primavera del 1979. Nel 1980 comprano una seconda casa a Bangor, destinando la casa di Center Lovell alle vacanze estive.

Stephen e Tabitha trascorrono l’inverno in Florida e il resto dell’anno a Bangor e a Center Lovell.

Hanno tre figli: Naomi Rachel, Joe Hill e Owen Phillip, e quattro nipoti.

Stephen è di origini scozzesi ed irlandesi, misura 1 metro e 95 centimetri e pesa circa 90 chili. Ha gli occhi azzurri, la pelle chiara e una folta capigliatura nera con qualche spruzzo bianco, specialmente sulla barba che di solito si fa crescere tra la fine del campionato mondiale e l’inizio degli allenamenti primaverili di baseball in Florida. Ogni tanto si fa crescere i baffi. Porta gli occhiali sin da quando era bambino.

Ha sfruttato le sue esperienze di recitazione al college per interpretare diversi “cameo” negli adattamenti cinematografici dei suoi libri, nonché la piccola parte nel film di George Romero Knightriders (I cavalieri). Nel 1982 è apparso anche in Creepshow. Ha esordito nella regia e nella sceneggiatura di un film con Maximum Overdrive (Brivido, adattato dal suo cortometraggio Trucks) nel 1985.

Stephen e Tabitha distribuiscono borse di studio agli studenti di liceo e si adoperano in varie attività benefiche locali e nazionali.

Stephen nel 2003 ha ricevuto la National Book Foundation Medal per il suo contributo alla letteratura americana.

 

 

           J. MILES DALE (Produttore esecutivo) recentemente ha coprodotto il film horror Mama (La madre), prodotto da Barbara Muschietti e a livello esecutivo da Guilermo del Toro. È stato produttore esecutivo di: The Thing (La cosa) con Mary Elizabeth Winstead e Joel Edgerton, Scott Pilgrim vs. the World, con Michael Cera e l’attrice nominata agli Oscar® Anna Kendrick; Love Happens (Qualcosa di speciale), con Jennifer Aniston e Aaron Eckhart; Talk to Me (Parla con me), con Don Cheadle, l’attore nominato agli Academy Award® e vincitore del Golden Globe Award, e Chiwetel Ejiofor; e Hollywoodland, un noir con Adrien Brody, Ben Affleck e Diane Lane.

I suoi crediti di produttore esecutivo comprendono la commedia di Danny Leiner Harold & Kumar Go to White Castle (American Trip – Il primo viaggio non si scorda mai) e il film natalizio Blizzard (Blizzard – La renna di Babbo Natale), diretto da LeVar Burton, con Kevin Pollak, Christopher Plummer e Brenda Blethyn, doppiato da Whoopi Goldberg.

Ha prodotto il film Wolf Girl con Tim Curry, Grace Jones e Lesley Ann Warren, e Harvard Man di James Toback, con Sarah Michelle Gellar ed Eric Stoltz.

Per la televisione ha prodotto il film di USA Network che vanta il maggiore share del 2000, “All-American Girl: The Mary Kay Letourneau Story”, con Penelope Ann Miller e Mercedes Ruehl. Ha esordito nella regia con The Skulls III, il sequel, da lei prodotto, del grande successo di botteghino del 1999 The Skulls (The Skulls – I teschi). Negli anni trascorsi a produrre e a dirigere piloti e serie per i grandi network e per le emittenti in sindacazione, ha co-prodotto a livello esecutivo il pilota di due ore nonché due stagioni del popolare action show “F/X: The Series”, per cui ha diretto varie puntate.

Ha contribuito ad adattare il franchise di RoboCop per la televisione, producendone il pilota di 2 ore e 22 puntate distribuite a livello globale. Ha prodotto tre stagioni delle popolari reality serie “Top Cops” per CBS e tre stagioni della serie televisiva ‘cult’ “Friday the 13th”. Queste quattro serie hanno ottenuto numerosi Gemini, Emmy e Peabody award per le puntate dirette e prodotte da Dale. Ha inoltre prodotto diversi piloti drammatici per ABC, CBS e NBC, ed è stato il supervisore di produzione di “The Execution of Raymond Graham” di Daniel Petrie, un film di due ore in onda la domenica sera su ABC, interpretato da Morgan Freeman, che esamina i vari aspetti della pena capitale.

 

 

           STEVE YEDLIN (Direttore della fotografia) ha esordito con l’apprezzato regista Rian Johnson, e da allora i due hanno continuato a lavorare insieme. Recentemente si sono ritrovati per il crime thriller Looper, con Bruce Willis, Emily Blunt e Joseph Gordon-Levitt. Il film ha ottenuto un grande consenso da parte della critica e ha incassato 125 milioni di dollari in tutto il mondo. I loro crediti insieme comprendono The Brothers Bloom, girato in Europa orientale, con Rachel Weisz, Adrien Brody e Mark Ruffalo, e Brick (Brick – Dose mortale), acclamato dalla critica al Sundance Film Festival che gli ha assegnato il premio speciale della giuria per l’originalità della visione. Brick è stato inoltre nominato al John Cassavetes Award degli Independent Spirit Awards e al Grand Special Prize del Deauville Film Festival.

Al di là del suo lavoro con Johnson, Steve ha inoltre girato molti film indipendenti apprezzati dalla critica, fra cui May di Lucky McKee, Father of Invention (Professione inventore) con Kevin Spacey, il dramma con Natalie Portman The Other Woman (L’amore e altri luoghi impossibili), Tenure (Una cattedra per due) con Luke Wilson, Conversations with Other Women con Helena Bonham Carter e Aaron Eckhart, che ha vinto il premio speciale della giuria al Tokyo Int’l Film Festival ed Imogene con Kristen Wiig e Annette Bening.

Yedlin ha inoltre girato il cortometraggio documentario nominato agli Oscar ® dal titolo The Witness from the Balcony of Room 306, il resoconto della morte di Martin Luther King dal punto di vista del Reverendo Samuel Kyles, che si trovava accanto a lui quando fu ucciso.

 

 

           CAROL SPIER (Scenografia) è nota soprattutto per la sua lunga collaborazione con il regista David Cronenberg, con cui ha lavorato in: A Dangerous Method, Eastern Promises (La promessa dell’assassino), A History of Violence, eXistenz, Crash, M. Butterfly, Naked Lunch (Il pasto nudo), Dead Ringers (Inseparabili), The Fly (La mosca), The Dead Zone (La zona morta), Videodrome, Scanners, The Brood e Fast Company nonché in due docudrama televisivi della Canadian Broadcasting Corporation (CBC) Scales of Justice. Ha ricevuto il Genie Award (l’Oscar® canadese) per Passchendaele, Naked Lunch (Il pasto nudo) e Dead Ringers (Inseparabali) ed è stata nominata a questo premio per The Brood (Brood – La covata malefica), Videodrome, Scanners, eXistenz e Eastern Promises (La promessa dell’assassino). Ha ricevuto il Director’s Guild of Canada Award per la migliore scenografia di Eastern Promises (La promessa dell’assassino) e Passchendaele ed il premio alla carriera del Director’s Guild of Canada nel 2009.

I suoi numerosi crediti cinematografici comprendono: Dream House di Jim Sheridan, Mimic di Guillermo Del Torro, Blade II, Silent Hill, The Man, The League of Extraordinary Gentlemen (La lega degli uomini straordinari), Noel, Joe’s Apartment, The Santa Clause, Canadian Bacon (Operazione Canadian Bacon), Consenting Adults (Giochi d’adulti), Where The Heart Is (Qui dove batte il cuore), Renegades (Faccia di rame), Sing, Search and Destroy (Cera e distruggi), Running Brave e I Miss You Hugs and Kisses che, nel 1976, ha segnato il suo primo film come scenografa. Per la televisione ha creato le scene della serie di J.J. Abrams “Fringe”, della serie PBS/CBC “Anne of Green Gables, che le è valsa un Gemini Award (l’equivalente canadese dell’ Emmy Award) per la migliore direzione artistica, di “Gotham” di Showtime, che le è valso una nomination all’ACE award per la migliore direzione artistica, del film della settimana di CBS “Escape From Iran” e della produzione di PBS/American Playhouse di “Overdrawn at the Memory Bank”.

Spier è nata in Canada e ha studiato design di interni presso la facoltà di architettura della University of Manitoba. Ha iniziato la sua carriera professionale come designer di interni a Winnipeg, Manitoba. In quel periodo ha lavorato anche come costumista e scenografa in vari gruppi teatrali, fra cui il Manitoba Theater Center. Ha esordito nel cinema con The Mourning Suit, in cui è stata scenografa, decoratrice dei set ed attrezzista. Quindi si è trasferita a Toronto, dove ha lavorato come assistente del direttore artistico in diversi lungometraggi, fra cui Equus e Why Shoot the Teacher, prima di lavorare come direttore artistico nei film Agnes of God (Agnese di Dio) di Norman Jewison e The Believers di John Schlesinger.

 

 

            LEE PERCY, A.C.E. (Montaggio) vanta una lunga e stimata carriera come montatore. Fra i suoi numerosi crediti: Amelia, The Ice Harvest, Wind Chill (Wind Chill – Ghiaccio rosso sangue), Boys Don’t Cry, Reversal of Fortune (Il mistero Von Bulow) di Barbet Schroeder, Single White Female (Inserzione pericolosa), Kiss of Death (Il bacio della morte), Before and After (Prima e dopo) e Desperate Measures (Soluzione estrema), Blue Steel (Blue Steel – Bersaglio mortale), A Love Song for Bobby Long (Una canzone per Bobby Long), A Home at the End of the World (Una casa alla fine del mondo), Maria Full of Grace, The Center of the World, Slam Dance (Slam Dance – Il delitto di mezzanotte).

I suoi crediti televisivi comprendono: “Bernard and Doris”, “Into the Storm”, “Grey Gardens”, “Taking Chance”, “Mrs. Harris” e “Against the Wall”.

 

 

NANCY RICHARDSON, A.C.E. (Montaggio) vanta una serie di importanti lungometraggi fra cui Red Riding Hood Cappuccetto rosso sangue), la sua quarta collaborazione con la regista Catherine Hardwicke dopo Twilight, Thirteen (Thirteen – 13 anni) e Lords of Dogtown.

I suoi lavori recenti comprendono: The Vow (La memoria del cuore) di Michael Sucsy con Rachel McAdams e Channing Tatum; The Twilight Saga: Eclipse di David Slade con Kristen Stewart e Robert Pattinson; The Last Song di Julie Anne Robinson con Miley Cyrus; e Step Up di Anne Fletcher, uno dei film con cui Tatum si è fatto conoscere.

Laureata presso la U.C. Berkeley, si è specializzata alla UCLA in cinematografia. Il suo primo lavoro per il cinema è stato il film del 1988 Stand and Deliver (La forza della volontà), del regista Ramón Menéndez, seguito dalla commedia di Charles Burnett To Sleep with Anger. Nancy ha ritrovato Burnett nel film indipendente The Annihilation of Fish e nel telefilm di ABC “Selma, Lord, Selma” prima di lavorare nuovamente con Menéndez in Money for Nothing (Milionario per caso).

Ha montato tre film del regista Gregory Nava: Mi Familia con Jimmy Smits; il biografico Selena, che ha lanciato la carriera di Jennifer Lopez; e Why Do Fools Fall in Love, con Halle Berry.

Altri suoi crediti includono: Down in the Delta, il film di esordio alla regia di Maya Angelou; White Man’s Burden (Il rovescio della medaglia), con John Travolta; e i telefilm “When Billie Beat Bobby” e “Hendrix” che le è valso la candidatura agli Emmy®.

Per otto anni ha fatto parte del consiglio direttivo del Motion Picture Editors Guild. È insegnante di ruolo presso la School of Film, Television and Digital Media della UCLA.

 

 

MARCO BELTRAMI (Musica) ha ricevuto nomination agli Academy Award® per le sue memorabili colonne sonore di 3:10 to Yuma (Quel treno per Yuma) The Hurt Locker. Ha doppiato i film di successo Live Free or Die Hard (Die Hard – Vivere o morire), Terminator 3: Rise of the Machines (Terminator 3 – Le macchine ribelli), I, Robot (Io, robot) e la serie di Scream. Le sue recenti colonne sonore comprendono: The Woman in Black, Soul Surfer, Deadfall (Legami di sangue – Deadfall), il film apprezzato dal Sundance The Sessions (The Sessions – Gli incontri), Trouble with the Curve (Di nuovo in gioco) di Clint Eastwood e la zombie comedy Warm Bodies di Summit Entertainment.

Di recente ha lavorato per l’ultimo episodio della serie d’azione con Bruce Willis A Good Day To Die Hard (Die Hard – Un buon giorno per morire); Snowpiercer con Chris Evans per la regia di Joon-ho Bong, l’action thriller di Brad Pitt World War Z e The Wolverine (Wolverine – L’immortale) di James Mangold.

Nato a New York, ha studiato musica alla Yale School of Music, poi in Italia, prima di lavorare come apprendista con il leggendario compositore Jerry Goldsmith.

“Forse sono un po’ schizofrenico”, dichiara “ma mi piace lavorare ad un progetto per un po’, fare una pausa e poi intraprendere qualcosa di completamente diverso”.

 

 

RANDALL POSTER (Supervisore musicale) Carrie è il terzo film del supervisore musicale Randall Poster con la regista Kimberly Peirce.

Poster è uno dei supervisori musicali più attivi nel cinema e nella televisione di oggi. È noto soprattutto per aver collaborato a lungo con il regista Wes Anderson, ma lavora regolarmente anche con altri filmmaker fra cui Harmony Korine, Todd Haynes, Richard Linklater, Todd Phillips, Martin Scorsese, Sam Mendes e Jason Reitman. Attualmente è impegnato nella quarta stagione di “Boardwalk Empire” di HBO che gli è valso un Grammy® Award per aver prodotto il migliore film dello scorso anno nonché il migliore album musicale di un progetto televisivo.

 

 

           LUIS SEQUEIRA (Costumi) recentemente ha ideato i costumi dell’horror Mama (La madre), interpretato da Jessica Chastain e prodotto da Guillermo del Toro. Ha realizzato i costumi di Flash of Genius, con Greg Kinnear e Lauren Graham; Charlie Bartlett, con Robert Downey, Jr., e Anton Yelchin; Breach (Breach – L’infiltrato), con Chris Cooper e Ryan Phillippe; Thomas and the Magic Railroad, con Alec Baldwin e Peter Fonda; Highwaymen; e Breaking Point.

I suoi crediti televisivi comprendono le tre stagioni dell’apprezzato “Being Erica”, che gli è valso una candidatura ai Gemini Award per i costumi; “F/X: The Series”; e i film per la TV “Buried Secrets”, “Moonshine Highway”, “Treacherous Beauties” e “Derby”. Sequeira è un membro fondatore e presidente della Canadian Alliance of Film & Television Costume Arts & Design (CAFTCAD).

Come assistente ai costumi, ha lavorato nei seguenti film: Hollywoodland, Cinderella Man, Mean Girls, Bulletproof Monk (Il monaco), The Tuxedo (Lo smoking) e K-19: The Widowmaker (K 19).

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