16 gennaio “The Counselor – Il procuratore” di Ridley Scott con Michael Fassbender,Brad Pitt, Javier Bardem, Penelope Cruz e Cameron Diaz (20th Century Fox Italy )
Il leggendario regista Ridley Scott e lo scrittore vincitore del premio Pulitzer Cormac McCarthy (“Non è un paese per vecchi” – No Country for Old Men) uniscono le forze nel thriller THE COUNSELOR – IL PROCURATORE, interpretato da Michael Fassbender, Penélope Cruz, Cameron Diaz, Javier Bardem e Brad Pitt. McCarthy è al suo esordio come sceneggiatore e, insieme a Scott, avvolge di arguzia e umorismo macabro uno scenario da incubo, in cui un rispettabile avvocato decide di partecipare una tantum a un affare illegale ma si trova poi invischiato in una spirale fuori controllo.
Narrato conl’arguzia, il pathos e l’intensità tipici dell’autore, THE COUNSELOR – IL PROCURATORE è la storia di una tentazione presa erroneamente alla leggera. Come spiega McCarthy: “È la storia di un uomo che viene coinvolto in qualcosa da cui avrebbe dovuto tenersi alla larga”.
Soprannominato lo “Shakespeare del West”, McCarthy ha saputo delineare alcuni personaggi indimenticabili che hanno catturato l’immaginazione di milioni di lettori. Dopo che molti dei suoi romanzi, tra cui Non è un paese per vecchi (No Country for Old Men), La strada (The Road) e Cavalli selvaggi (All The Pretty Horses), sono diventati dei film, ha sorpreso tutti decidendo di scrivere personalmente la sceneggiatura di THE COUNSELOR – IL PROCURATORE, il romanzo omonimo è in uscita a novembre in Italia con Einaudi. I protagonisti sono straordinari, le circostanze si presentano inquietanti, e l’umorismo e l’ingegno di McCarthy rendono lo scenario terrificante.
Lo scrittore ha venduto la sceneggiatura ai produttori Nick Wechsler, Steve Schwartz e Paula Mae Schwartz, il trio che ha curato l’adattamento di “The Road”. Quando Ridley Scott ha letto la sceneggiatura, ha deciso di voler realizzare lui il film.
Il regista ha preso contatto con i suoi collaboratori abituali, tra cui il direttore della fotografia Dariusz Wolski (“Pirati dei Caraibi”, “Alice in Wonderland”), che è tornato a lavorare con Scott dopo avere partecipato alla realizzazione di “Prometheus”, lo scenografo vincitore del BAFTA Arthur Max (Prometheus, “Se7en”, “Il gladiatore” – Gladiator) e l’ideatrice dei costumi vincitrice dell’Oscar® Janty Yates (“Prometheus”, “Il gladiatore”). THE COUNSELOR – IL PROCURATORE rappresenta per Max la nona collaborazione e per la Yates l’ottava collaborazione con l’acclamato regista. Il due volte vincitore dell’Oscar Pietro Scalia, A.C.E. (“Prometheus”, “JFK”) si unisce a Scott per la settima volta per curare il montaggio del film. Mark Huffam (“Prometheus”, “Mamma Mia!”) e Michael Costigan (“Robin Hood”, “Nessuna verità” – Body of Lies) partecipano come produttori esecutivi, insieme a McCarthy e al Presidente della Scott Free Michael Schaefer.
“Io lo so perché ci sono dentro. Ma Lei?”
- Reiner (Javier Bardem) al Procuratore (Michael Fassbender)
Tutto è iniziato una mattina davanti a una tazza di caffè.
All’epoca, Cormac McCarthy stava scrivendo due romanzi. Quel giorno ha capito che aveva bisogno di una pausa, ma non aveva in mente una vacanza; anzi, tutt’altro.
In quel momento ha deciso che avrebbe scritto una sceneggiatura.
Dopo avere ultimato la prima bozza, l’ha inviata ai produttori Nick Wechsler, Steve Schwartz e Paula Mae Schwartz, che avevano prodotto il film “The Road”, tratto dal suo celebre romanzo. “Siamo tutti fan di Cormac e abbiamo pensato che la sceneggiatura di THE COUNSELOR – IL PROCURATORE fosse in puro stile McCarthy: ipnotica, potente e inquietante”, dichiara Wechsler.
In effetti, THE COUNSELOR – IL PROCURATORE ha la stessa forza ed energia che caratterizzano i suoi romanzi. “Qualcuno ha ribattezzato questo film ‘Non è un paese per vecchi sotto steroidi’”, afferma il produttore Steve Schwartz. “Penso ci sia qualcosa di vero. Tutti i temi classici di Cormac sono presenti in THE COUNSELOR – IL PROCURATORE: l’idea che l’umanità non sia intrinsecamente buona, che le persone abbiano sempre una scelta e che spesso compiano scelte sbagliate. Qualunque scelta ha delle conseguenze che, a volte, fanno la differenza tra la vita e la morte. Perciò questa storia vuole essere una sorta di monito”.
Quando hanno saputo che il leggendario Ridley Scott era interessato al soggetto, i produttori hanno organizzato un incontro tra lui e l’autore/sceneggiatore. Come ricorda McCarthy: “Abbiamo parlato della sceneggiatura e ci siamo stretti la mano. Un giorno sei a casa a bere un caffè e qualche mese dopo sei in Spagna (dove gran parte di THE COUNSELOR – IL PROCURATORE è stato girato) insieme a più di duecento persone tra attori e staff tecnico”.
L’incontro tra i due artisti è sembrato quasi predestinato. Scott era da tempo un ammiratore di McCarthy, avendo letto Meridiano di sangue (Blood Meridian), Cavalli selvaggi (All the Pretty Horses), Non è un paese per vecchi (No Country for Old Men) e La strada (The Road), e ha ribattezzato lo scrittore “il grande romanziere americano”. Nel leggere la sceneggiatura di THE COUNSELOR – IL PROCURATORE scritta da McCarthy, Scott ha avuto una reazione intensa. “È un racconto straordinario, è come fare una corsa sulle montagne russe”, dichiara il regista. “Nella sceneggiatura sono presenti situazioni e personaggi epici e un senso d’ineluttabilità per qualcosa di orribile che sta per capitare e che nessuno può evitare”.
L’inesorabile viaggio del protagonista verso il disastro è accompagnato dal cupo umorismo tipico di McCarthy. “Penso ci sia dell’umorismo in tutto”, dichiara Scott. “I personaggi sono merce avariata; sono in gamba, ma si barcamenano nel loro lavoro”, dando origine a momenti di umorismo inaspettati. Steve Schwartz aggiunge: “Questi personaggi potevano scaturire soltanto da Cormac; le loro imperfezioni variano in complessità ed entità dall’uno all’altro, ma tutti sono divertenti da osservare”.
Il produttore Paula Mae Schwartz afferma: “I romanzi di Cormac sono conosciuti per i dialoghi coloriti. Questo talento è perfino più efficace nel film, dove vediamo e sentiamo i personaggi mentre portano avanti la storia attraverso una varietà di emozioni, dalla violenza più indicibile all’umorismo più divertente”.
“Hai fatto il cattivo?”
- Laura (Penélope Cruz) al Procuratore (Michael Fassbender)
Con Scott alla regia e la sceneggiatura originale di McCarthy, THE COUNSELOR – IL PROCURATORE ha suscitato grande interesse nel mondo del cinema e così i realizzatori hanno avuto l’opportunità di scegliere un cast da sogno. “Abbiamo un gruppo di attori straordinari che interpretano alcuni personaggi singolari mai visti sul grande schermo”, afferma Wechsler.
Il Procuratore di Michael Fassbender – il suo nome non viene mai pronunciato – è un avvocato che cede alla tentazione di entrare in un mondo losco e pericoloso per guadagnare in fretta molto denaro. Presto si accorge che un’unica decisione sbagliata può avere conseguenze irreversibili e sconvolgenti. Sebbene il Procuratore sia messo in guardia contro i potenziali pericoli dell’affare a cui si accinge a partecipare, la sua arroganza gli impedisce di fermarsi in tempo.
McCarthy descrive il Procuratore come una figura tragica classica. “È un uomo rispettabile che una mattina si sveglia e decide di fare qualcosa di sbagliato. In sostanza, si tratta di questo. Alcune persone possono condurre una vita orribile, sbagliare tutto e morire serenamente nel proprio letto a 102 anni. Il Procuratore non è fra queste”.
Fassbender è stato la prima e unica scelta di Scott per il ruolo del Procuratore. Fassbender ha dato nel tempo prova della sua autenticità poliedrica, dal personaggio con cui si è affermato in “Hunger” fino ai ruoli più recenti in “X-Men – L’inizio” (X-Men First Class), “Shame” e il blockbuster di Scott del 2012 “Prometheus”. Coraggioso, in gamba e affascinante, Fassbender può fare qualunque cosa e ha colto l’opportunità di tornare a lavorare con Scott e di dare vita al personaggio ideato da McCarthy.
“Il testo è fluido, sofisticato ed equilibrato e, sebbene sia piuttosto ricco di dettagli, Cormac ha lasciato spazio perché ogni attore potesse metterci del suo”, dichiara Fassbender. “È un’opera magistrale”.
E aggiunge: “Adoro lavorare con Ridley. È come partecipare a una master class ogni giorno”.
Forse la maggiore pecca del Procuratore è l’arroganza. “Pensa di essere più in gamba di quanto non sia in realtà”, dichiara Fassbender. “In diverse occasioni ha l’opportunità di tirarsi indietro, ma continua a dire che va tutto bene, mentre è ovvio che non sia così. È la cieca arroganza a guidarlo e a renderlo ostinato”.
Il Procuratore si trova totalmente spiazzato quando una serie di eventi imprevisti provoca conseguenze tragiche per lui e la fidanzata (Penélope Cruz).
Se nella storia c’è un’innocente, questa è Laura, una bellissima donna di cui il Procuratore, afferma Fassbender: “È perdutamente innamorato”.
La prima scena della Cruz e Fassbender insieme, che apre il film, trasmette la profondità dei loro sentimenti, attraverso un’intimità raramente rappresentata sullo schermo in modo così vivido. “C’è un calore straordinario tra i due personaggi, che noi avvertiamo immediatamente in quella scena iniziale”, dichiara Scott. “È il tipo d’intimità che va da zero a cento in un istante”.
Aggiunge McCarthy: “Non ricordo quando è stata l’ultima volta in cui ho visto un film dove due personaggi che mi piacciono fanno l’amore. Apparentemente, è una cosa del passato, così ho voluto riproporla. La scena iniziale è molto intensa e caratterizzata da un dialogo profondo”.
Una scena con una minore carica sensuale, ma altrettanto forte, tra i due personaggi è quella di una cena, durante la quale il Procuratore chiede a Laura di sposarlo. “Volevo che fosse commovente e vera e volevo mostrare quanto i due abbiano bisogno l’uno dell’altra”, afferma Scott.
Il loro fidanzamento, tuttavia, è minacciato dal mondo che ha fagocitato il Procuratore. Laura è bellissima, ingenua e vede il meglio in tutti. Ma la sua intelligenza e l’amore per il fidanzato non possono contrastare la discesa all’inferno del Procuratore, ed entrambi dovranno affrontare conseguenze tragiche se l’affare che lui ha concluso con forze potenti e invisibili andrà a monte.
“Laura è ciò che lui ha di più caro”, dichiara McCarthy. “Quel che accade a entrambi è terribile”.
“Se continua ad andare avanti su questa strada, arriverà a fare scelte morali che La stupiranno profondamente. Scelte che non si aspettava affatto”
- Reiner (Javier Bardem) al Procuratore
Javier Bardem, marito della Cruz nella vita reale, interpreta Reiner, l’incontenibile proprietario di un nightclub che persuade il Procuratore a partecipare a un losco affare. THE COUNSELOR – IL PROCURATORE segna un nuovo incontro tra Bardem e McCarthy, il cui film “Non è un paese per vecchi” (No Country for Old Men), tratto dall’omonimo romanzo, ha fatto vincere all’attore un Oscar per il ruolo dell’assassino Anton Chigurh.
Reiner sta a cavallo tra due mondi: quello stravagante e decadente del nightclub e quello criminale, spietato e brutale che sta risucchiando lui e il Procuratore. Reiner sembra conoscere particolarmente bene la situazione di crescente difficoltà in cui si trova il Procuratore, ma anche lui non è altro che una vittima potenziale di un mondo che non capisce del tutto.
Bardem ha trovato la sceneggiatura di McCarthy al tempo stesso intrigante e potente, e ha apprezzato di essere nuovamente coinvolto in un’opera di McCarthy. Dichiara l’attore: “È raro trovare del materiale dove le scene con dialoghi lunghi evocano immagini tanto intense. Sono stato catturato immediatamente. Per un attore questi dialoghi rappresentano un dono”.
“Ho usato le parole di Cormac per creare il mio personaggio e la frase che Reiner ripete in continuazione è: ‘Non lo so’. Volevo dare l’idea di qualcuno che vive nell’ignoranza. Ho anche esplorato l’idea che Reiner trascuri deliberatamente fatti e informazioni che potrebbero intralciare la sua vita facile”.
Le donne di forte temperamento sono un tratto distintivo nei film di Scott e Cameron Diaz rappresenta uno dei personaggi femminili più duri e oscuri immaginati dal regista. La Diaz arricchisce il ritratto di Malkina, la perfida ragazza di Reiner, che è una sociopatica priva di empatia e capace di tutto. La forza di Malkina nasce dalla sua volontà implacabile di controllare e possedere tutto ciò che pensa di meritare. Qualunque siano le conseguenze delle sue azioni, la ragazza non prova alcun rimorso.
La sceneggiatura ha avuto un forte effetto sulla Diaz. “Malkina è una sociopatica ed è estremamente in gamba. È capace di tutto. Non ha alcuna umanità. Le due domande che si pone sempre sono: come posso ottenere ciò che voglio? Che cosa ci guadagno? Niente e nessuno rappresentano un problema per lei. Malkina è molto forte perché capisce le conseguenze delle sue azioni più di chiunque altro”.
“L’unica cosa che vuole è ‘di più’”, aggiunge la Diaz. “Malkina deve impossessarsi della forza di ogni uomo e divorarla, e poi annientare ogni donna”.
“Malkina potrebbe ricordare il ruolo interpretato da Javier (Chigurh) in ‘Non è un paese per vecchi’ (No Country for Old Men)”, afferma McCarthy. “Nessuno dei due personaggi ha senso dell’umorismo; forse è questo il tratto distintivo di uno psicopatico. Lei sorride alcune volte, ma non è un sorriso allegro”.
La Diaz, che recita nella maggior parte delle scene con Bardem, descrive il rapporto complesso tra i due: “Malkina ha trovato in Reiner ciò che cerca. Lui è disposto a fare qualunque cosa per lei e, ovviamente, è lei che tiene le redini del gioco. Senza rendersi conto, lui l’ha coinvolta nei suoi affari, le ha permesso di assumere il controllo del suo mondo e di prendere ciò che vuole. La cosa peggiore è che lei si diverte a fare quel che fa. Per lei rovinare la vita delle persone è uno sport. La fa sentire viva. Reiner vuole disperatamente renderla felice, ma lei non lo sarà mai. Lui continuerà a provare, perciò lei potrà avere tutto ciò che vuole, dandogli quel poco che basta per non farlo allontanare”.
“È un rapporto singolare”, spiega Bardem. “Reiner è arrivato a un punto della vita in cui crede di avere tutto sotto controllo. Poi arriva Malkina, che inizia ad assumere il controllo della sua vita. Per Reiner la cosa è al tempo stesso eccitante e spaventosa”.
“Magari pensi che ci siano cose che questa gente non sarebbe capace di fare. Ma ti sbagli”
- Westray (Brad Pitt)
Il personaggio di Westray, interpretato da Brad Pitt, non è malvagio come Malkina, ma indubbiamente ha un lato oscuro. Westray è un ambiguo intermediario che ama filosofeggiare. Quando mette in guardia il Procuratore sui pericoli del mondo in cui sta per entrare, i suoi avvertimenti restano inascoltati. Attraente, affascinante e brillante, Westray è un donnaiolo impenitente, il che rischia di condurlo alla rovina.
“Non sappiamo che cosa faccia esattamente, tranne che è il punto di contatto tra il Procuratore e il cartello con cui questi vuole mettersi in affari”, spiega Scott. Ma qualunque siano le sue motivazioni e i vincoli di lealtà, il ragazzo è sempre immancabilmente elegante. “Lo abbiamo vestito come la leggenda della musica country Hank Williams”, con spalle imbottite, cappello, giacca e stivali da cowboy. “Westray è un po’ un dandy”, aggiunge il regista.
“È un personaggio in gamba che Brad interpreta con un’ingegnosa e straordinaria verve cupa”, dichiara Wechsler.
Tornando a lavorare con Ridley Scott, che ha lanciato la sua carriera in “Thelma & Louise”, Pitt conferisce un carisma dirompente a un personaggio poco convenzionale e indimenticabile. L’opportunità di collaborare nuovamente con Scott su una sceneggiatura scritta da un autore che apprezza da tempo è stata irresistibile. “Sono un ammiratore di Cormac McCarthy: ho letto tutto quel che ha scritto e la maggior parte dei libri più di una volta. Perciò THE COUNSELOR – IL PROCURATORE mi ha permesso di avvicinarmi a lui e anche di lavorare nuovamente con Ridley. È stato Ridley a farmi entrare nel mondo delle grandi produzioni cinematografiche”.
Il resto del cast non è meno eccezionale dei protagonisti e comprende Bruno Ganz, Rosie Perez, Dean Norris, Natalie Dormer, Goran Visnjic e Rubén Blades.
Dopo due settimane di prove negli Shepperton Studios di Londra, sono iniziate le otto settimane di riprese in esterni nel Regno Unito e in Spagna.
Lo scenografo Arthur Max ha apprezzato la profondità della prosa di McCarthy, che accompagna non solo lo stile del regista, ma anche la sua visione. Egli dichiara: “La definizione del luogo fatta da Cormac e il modo in cui Scott gli dà vita sono precisi. Il paesaggio è stupendo e incredibilmente seducente. Ci sono vestiti da cowboy e pickup che si mescolano con Bentley e mobili Art Déco. È un’altra visione di un mondo che tutti pensavano di conoscere”.
Per Max e il suo team la scelta di girare THE COUNSELOR – IL PROCURATORE a Londra è stata una sfida, perché durante l’estate del 2012 l’affollata capitale del Regno Unito ospitava i Giochi Olimpici, oltre alle celebrazioni per il Giubileo di Diamante.
La produzione ha effettuato le riprese in più di venticinque location a East London e nelle contee limitrofe, che Max e il suo team hanno trasformato in ambientazioni americane e messicane.
Una casa bifamiliare a Clerkenwell, un quartiere alla moda di East London, ha fatto le veci dell’appartamento del Procuratore a El Paso, in Texas. L’arredamento riflette la conoscenza sofisticata del design e l’impegno con cui il Procuratore coltiva la passione per il collezionismo di icone culturali. La casa non è la tipica abitazione di un avvocato texano, ma il Procuratore è tutt’altro che convenzionale. Come afferma Max: “Sappiamo che ha una personalità distintiva. Il Procuratore vuole ricoprire la donna che ama di ricchezze al di là dei sogni più sfrenati e arriva a compiere un viaggio intorno al mondo per trovare il diamante perfetto per l’anello di fidanzamento. Questo mondo, più che avido e corrotto, è piuttosto stravagante ma credibile”.
Collaborando con l’arredatrice Sonja Klaus, Max è partito dal presupposto che il Procuratore non sia un comune avvocato che si è seriamente indebitato. “Penso ci sia qualcos’altro alla base della sua personalità che lo spinge a concedersi uno stile di vita totalmente al di fuori della sua portata”, dichiara Max. “Il suo ambiente doveva riflettere un’eleganza voluta e una raffinatezza ricercata con attenzione”.
Skywood House, un modello di pura geometria in vetro, completa di lago artificiale e di piscina nera, celata da sedicimila metri quadri di bosco a quaranta minuti circa da Londra, è stata scelta come abitazione di Reiner. Questi è un uomo ricco e di buon gusto che, come dice Max, non vorrebbe mai per casa una “struttura rivestita in legno e decorata con teste di mucca e corna alle pareti”.
“La visione di Ridley della regione sud-occidentale degli Stati Uniti ha evitato i cliché delle città della vecchia frontiera che ci sono familiari e che abbiamo visto tante volte in passato”, aggiunge Max. “Ridley aveva una sua idea di come sarebbe dovuta essere e, in questo, Cormac è stato un buon giudice nel valutare fin dove potessimo spingerci e quando invece dovevamo fare un passo indietro”.
Man mano che il mondo del Procuratore implode, il suo ambiente diventa quasi estraneo. Come afferma Max: “Quando si è circondati da forze così potenti, oscure e minacciose, le persone intorno scompaiono e le strade appaiono come canyon brulli. Non vedi niente e non ti accorgi della vita che ti scorre accanto. È in questa posizione che collochiamo il Procuratore”.
Le riprese sono iniziate all’aeroporto di Heathrow, con la scena di Westray che arriva a Londra. Brad Pitt, magnifico nel suo vestito di sartoria e con lo Stetson, ha suscitato un grande interesse nel pubblico, così come è avvenuto quando lui e Fassbender s’incontrano allo Sheraton Hotel di Heathrow.
In seguito, gli attori si trovano insieme allo Hoxton Bar and Grill, nella trendy East London, che rappresenta un bar texano nella scena in cui Westray mette in guardia il Procuratore contro i rischi dell’affare.
Altri luoghi che Max e il suo team hanno trasformato in spazi texani sono il Ministry of Sound, il leggendario nightclub nel quartiere di Elephant & Castle, e il McQueen, un restaurant bar dedicato al defunto Steve McQueen – il ‘King of Cool’ – nel quartiere alla moda di Shoreditch. Queste location sono state utilizzate per rappresentare il nuovo locale di Reiner e il suo club privato, dove l’uomo confida al Procuratore i dettagli intimi del suo rapporto con Malkina.
Per catturare l’area di confine bruciata dal sole che separa il Texas dal Messico, l’unità si è trasferita in Spagna settentrionale, in particolare a Bardenas, un parco naturale di selvaggia bellezza. I realizzatori erano stati scoraggiati dall’effettuare le riprese in quel luogo, a causa dei frequenti temporali che vi imperversano. “Tuttavia”, dichiara Max, “Ridley ha un rapporto molto fortunato con la meteorologia e quindi ha ignorato gli avvertimenti! La luce in quei luoghi è stupefacente”.
Un altro elemento a sfavore era la vicinanza con una base militare, le cui frequenti esercitazioni avrebbero interferito con la registrazione del suono. Ma il sole ha continuato a splendere su THE COUNSELOR – IL PROCURATORE e la produzione ha collaborato proficuamente con l’aviazione, avvalendosi delle barriere in filo spinato, dei cancelli elettrificati, dei riflettori e delle torrette di avvistamento per creare uno dei set più importanti del film, il passaggio di frontiera tra Stati Uniti e Messico. La struttura è stata costruita in modo talmente convincente che la base militare l’ha voluta mantenere per utilizzarla come ulteriore area sotto il proprio controllo.
Un altro membro del team tecnico che ha dovuto confrontarsi con sfide formidabili è l’ideatrice dei costumi Janty Yates, che ha curato con piacere la definizione dei personaggi attraverso l’abbigliamento. “È magnifico vedere gli attori sviluppare i personaggi sapendo come sarà il loro aspetto. Ideare il loro abbigliamento è stato per il reparto costumi come partecipare ad un pranzo per buongustai. Fortunatamente, Ridley era d’accordo con l’idea di non minimizzare il loro look, anzi ci ha incoraggiati a curarlo meticolosamente”.
Michael Fassbender, nei panni del Procuratore, veste Armani e ha un look raffinato ed elegante, sia quando indossa un vestito formale sia quando ha un abbigliamento più casual. La Yates dichiara: “Michael è stupendo quando indossa i completi, sa veramente come portarli”. Mentre il suo mondo va in rovina, ci spiega la Yates: “Il Procuratore inizia a non cambiarsi neanche più, è troppo disperato per pensare all’abbigliamento, e così un po’ alla volta distrugge il suo aspetto elegante”.
Abbigliare Javier Bardem, probabilmente il personaggio più estroso quanto a modo di vestire, è stato un gran divertimento per il reparto costumi. Scegliendo Versace per la maggior parte delle scene, incluse alcune camicie vintage di Gianni Versace provenienti dagli archivi della sartoria, la Yates ha vestito Bardem con colori audaci e sgargianti, abbinando ogni vestito a un diverso paio di occhiali da sole. Per questo personaggio la Yates si è ispirata ai miliardari dal gusto piuttosto discutibile che capita d’incontrare in vacanza a Saint-Tropez.
Lavorando a stretto contatto con Cameron Diaz per delineare il look di Malkina, la Yates afferma: “Cameron conosce tutte le case di moda, tutto sui costumi di scena e ha contribuito moltissimo a definire l’aspetto di Malkina”. La Diaz veste esclusivamente Thomas Wylde di Paula Thomas, che ha aperto il suo atelier nel 2006 e il cui marchio è ora venduto in 183 boutique e negozi in tutto il mondo. La Diaz si è innamorata di quei vestiti, che esprimono ricercatezza e forza, al punto da chiedere scherzosamente un maggior numero di scene, in modo da poter indossare molti più capi. La Yates descrive così il suo look: “È leggermente gothic, molto sexy, favoloso, e il modo in cui Cameron se ne appropria la rende ancora più attraente”.
Poiché condivide un discreto numero di scene con una coppia di ghepardi, la Diaz si è fatta tatuare sulla schiena il disegno del loro mantello e ne spiega il motivo: “È la purezza del cacciatore che lei ama e in cui si rispecchia. Il tatuaggio simboleggia l’ammirazione e l’affinità che lei prova per il ghepardo, che la porta ad assumerne il manto maculato, il manto del cacciatore, perché è questo che lei è”.
Meno esotica, ma non meno attraente, la Laura di Penélope Cruz veste Armani. Per la Cruz ci voleva un look professionale ma non rigido, che desse anche un’idea di vulnerabilità. “Lo stile Armani è senza tempo e superbo”, afferma la Yates. “Ha dato a Penélope un aspetto elegante ed efficiente, ma non severo, rendendola bellissima e molto femminile”.
Per Westray il regista si è ispirato alla leggenda della musica Hank Williams e alla star dei film western Gene Autry, con i loro magnifici completi da cowboy degli anni ’50 e ’60, con cuciture a vista, tasche con pattine, cappelli Stetson, gioielli Navajo e stivali in pelle di serpente e coccodrillo. “È stato molto divertente e anche a Brad è piaciuto. Abbiamo lavorato con Armani, Versace e Louboutin per creare il suo look”, spiega la Yates.
Al termine delle riprese, a ottobre, il cast ha avuto il tempo di riflettere sull’esperienza vissuta con la realizzazione di THE COUNSELOR – IL PROCURATORE e specialmente sulla collaborazione con il celebre e stimato regista. Fassbender dichiara: “Ridley dà indicazioni chiare e semplici, ma lascia spazio alla fantasia degli attori. Con lui si ha la libertà di collaborare”. Aggiunge Cameron Diaz: “Ridley è un regista eccezionale. La grande fiducia in sé, che nasce dalla lunga esperienza e dalla sua visione geniale, ci ha trasmesso sicurezza. E ha anche uno spirito collaborativo: riesce a dare un’indicazione chiara della direzione che vuole seguire, ma fa molte domande ed è rispettoso di ciò che gli attori fanno per contribuire a creare i personaggi”.
IL CAST
Nato in Germania e cresciuto a Killarney, in Irlanda, MICHAEL FASSBENDER (il Procuratore) si è diplomato al prestigioso Drama Centre di Londra. Il primo ruolo di rilievo è stato in “Band of Brothers – Fratelli al fronte” di Steven Spielberg/Tom Hanks. Il grande successo è arrivato con “300” di Zack Snyder, a cui sono seguiti numerosi altri film.
L’interpretazione di Bobby Sands in “Hunger” di Steve McQueen gli è valsa l’elogio della critica e, dopo che il film ha vinto la Caméra d’Or in occasione della prima al Festival del cinema di Cannes nel 2008, Fassbender ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali: il British Independent Film Award (BIFA), l’Irish Film & Television Award (IFTA), il London Film Critics Circle Award e il premio come miglior attore in occasione dei Festival internazionali del cinema di Stoccolma e Chicago. A Chicago ha ricevuto l’anno successivo il premio come miglior attore non protagonista per il ruolo interpretato nel film di Andrea Arnold “Fish Tank”. Grazie a questo ruolo, è stato candidato ai BIFA e agli IFTA e ha ottenuto il secondo London Film Critics Award. È stato candidato agli IFTA anche per l’interpretazione nella miniserie di Marc Munden “The Devil’s Whore”.
Fassbender ha lavorato con Quentin Tarantino in “Bastardi senza gloria” (Inglourious Basterds) al fianco di Brad Pitt e Diane Kruger. La sua filmografia comprende poi “Angel – La vita, il romanzo” di François Ozon, “Town Creek” di Joel Schumacher, “Eden Lake” di James Watkin, “Centurion” di Neil Marshall e “Jonah Hex” di Jimmy Hayward.
Nel 2011 ha interpretato il giovane Magneto al fianco del Professor X di James McAvoy in “X-Men – L’inizio” (X-Men First Class) di Matthew Vaughn, un ruolo che ha ripreso in “X-Men: Days of Future Past” di Bryan Singer, attualmente in fase di post-produzione. Ha interpretato Carl Jung insieme a Viggo Mortensen nel ruolo di Sigmund Freud in “A Dangerous Method” di David Cronenberg, e ha vestito i panni di Edward Rochester al fianco di Miz Wasikowska in “Jane Eyre” di Cary Fukunaga.
Fassbender è tornato a lavorare con il regista di “Hunger”, Steve McQueen, in “Shame”, che nel 2011 gli ha fatto vincere la Coppa Volpi al Festival del cinema di Venezia e l’Irish Film & Television Award come miglior attore, e ottenere una candidatura come miglior attore ai BAFTA e ai Golden Globe®, oltre a una standing ovation di sette minuti al Toronto Film Festival.
Ha ricevuto l’Evening Standard British Film Award come miglior attore per “Jane Eyre” e “Shame”, il London Critics Circle Film Award come miglior attore per “Shame” e “A Dangerous Method”, il Los Angeles Film Critics Association Award come miglior attore per “X-Men – L’inizio”, “Jane Eyre”, “A Dangerous Method” e “Shame”, e lo Spotlight Award del National Board of Review per “A Dangerous Method”, “X-Men – L’inizio”, “Jane Eyre” e “Shame”. Infine, ha vinto l’Empire Hero Award in occasione degli Empire Award.
Nel 2012 ha interpretato l’androide David nell’epopea di fantascienza di Ridley Scott “Prometheus” e ha partecipato all’”Untitled Terrence Malick Project”, storia di due triangoli amorosi che si incrociano, ambientata sulle scene musicali vivaci e vibranti di Austin, in uscita nel 2013. L’attore è tornato a lavorare con Steve McQueen in “12 Years a Slave” e ha preso parte all’imminente film “Frank”, commedia su un aspirante musicista che scopre di avere fatto il passo più lungo della gamba quando si unisce a un’eccentrica pop band guidata dal misterioso ed enigmatico Frank, interpretato da Fassbender.
La vincitrice dell’Academy Award® PENÉLOPE CRUZ (Laura) si è dimostrata una fra le più versatili giovani attrici nel panorama cinematografico internazionale, avendo interpretato una varietà di ruoli diversi e, recentemente, diventando la prima attrice spagnola ad essere candidata e a vincere un Oscar.
Dopo le prime apparizioni sugli schermi nei film spagnoli “Prosciutto prosciutto” (Jamón, Jamón) e “Belle époque”, ha recitato nel suo primo film in inglese, “The Hi-Lo Country” del regista Stephen Frears, al fianco di Woody Harrelson, Patricia Arquette e Billy Crudup. Nel 1999 ha vinto il premio come migliore attrice alla tredicesima edizione dei Goya Award, conferiti dall’Academia de las Artes y las Ciencias Cinematográficas de España per il ruolo interpretato ne “La niña dei tuoi sogni” (La Niña de tus ojos) di Fernando Trueba.
A conferma della sua celebrità a livello internazionale, la Cruz ha ottenuto una serie di ruoli molto ambiti. È apparsa in “Passione ribelle” (All the Pretty Horses) di Billy Bob Thornton, “Per incanto o per delizia” (Woman on Top) di Fina Torres, “Apri gli occhi” (Abre los ojos) di Alejandro Amenábar, “Twice Upon a Yesterday” di Maria Ripoli e “Talk of Angels” di Nick Hamm. Oltre a ciò, ha preso parte a “Carne tremula” di Pedro Almodóvar e all’acclamato “Tutto su mia madre” (Todo sobre mi madre), premiato con il Golden Globe e l’Oscar come miglior film straniero.
In seguito, ha recitato al fianco di Johnny Depp in “Blow” del regista Ted Demme e ne “Il mandolino del capitano Corelli” (Captain Corelli’s Mandolin) insieme a Nicolas Cage. Ha poi preso parte con Tom Cruise al thriller di Cameron Crowe “Vanilla Sky”. A questo hanno fatto seguito “Masked & Anonymous”, “Fan Fan la Tulipe”, che è stato il film di apertura al Festival del cinema di Cannes nel 2003, e “Nessuna notizia da Dio” (Sin noticias de Dios). Ha ricevuto recensioni entusiastiche per l’interpretazione in “Non ti muovere”, che le è valsa il David di Donatello e l’European Film Award come migliore attrice.
Arricchendo la varietà di ruoli della sua filmografia, ha quindi preso parte a “Gothika”, “Gioco di donna” (Head in the Clouds), “Noel” e “Chromophobia”. Ha anche recitato con Matthew McConaughey e William H. Macy nel film d’azione “Sahara”.
Nel 2006 è stata la volta di “Volver”, che l’ha riunita al regista e amico Pedro Almodóvar. Acclamata dalla critica per il ruolo di Raimunda, ha vinto il premio come migliore attrice agli European Film Award, ai Goya Award spagnoli, al Festival del cinema di Cannes, ed è stata candidata sia ai Golden Globe sia agli Oscar.
La sua filmografia recente comprende “Lezioni d’amore” (Elegy) al fianco di Ben Kingsley e “Vicky Cristina Barcelona” di Woody Allen, insieme a Javier Bardem e Scarlet Johansson. L’attrice ha vinto un Oscar, un BAFTA, un New York Film Critics Circle e un National Board of Review come migliore attrice non protagonista per l’interpretazione in “Vicky Cristina Barcelona”.
Nel 2009 la Cruz e Almodóvar sono tornati a lavorare insieme per la quarta volta ne “Gli abbracci spezzati” (Los abrazos rotos), film che le è valso l’elogio della critica per il ritratto di Lena. Lo stesso anno ha collaborato per la prima volta con il regista Rob Marshall, recitando con Daniel Day Lewis, Nicole Kidman e Marion Cotillard nella versione cinematografica del musical “Nine”. Con il suo straordinario ritratto di Carla, è stata candidata agli Screen Actors Guild®, ai Golden Globe® e agli Academy Award. La sua terza candidatura agli Oscar ha segnato un record, essendo la terza volta nella storia degli Oscar in cui la vincitrice dell’Academy Award come migliore attrice non protagonista è stata nuovamente candidata allo stesso premio l’anno successivo.
Nel 2010 è apparsa in “Sex and the City 2” e, nel 2011, ha collaborato nuovamente con il regista Rob Marshall in “Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare” (Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides) al fianco di Johnny Depp. L’anno seguente ha preso parte a “To Rome with Love” di Woody Allen e, infine, ha recitato ne “Gli amanti passeggeri” (Los amantes pasajeros)
di Pedro Almodóvar insieme a Antonio Banderas.
CAMERON DIAZ (Malkina) ha debuttato sul grande schermo a ventuno anni, catturando l’attenzione del pubblico con il ruolo della femme fatale Tina Carlyle in “The mask – Da zero a mito”. Da allora ha recitato in un numero record di film con incassi superiori a $100 milioni a livello internazionale rispetto a qualunque altra attrice. Dopo “The mask – Da zero a mito”, la Diaz ha recitato in vari film indipendenti, tra cui “Una cena quasi perfetta” (The Last Supper), “Due mariti per un matrimonio” (Feeling Minnesota) al fianco di Keanu Reeves e “Il senso dell’amore” (She’s the One) di Edward Burns.
Nel 1996 ha ricevuto dalla National Association of Theatre Owners lo ShoWest Award come migliore attrice, quindi ha preso parte con Julia Roberts, Dermot Mulroney e Rupert Everett a “Il matrimonio del mio migliore amico” (My Best Friend’s Wedding), uno dei maggiori successi dell’anno. In “Una vita esagerata” (A Life Less Ordinary) del regista Danny Boyle, Cameron ha recitato al fianco di Ewan McGregor, prima di ottenere il ruolo di protagonista nella commedia di successo “Tutti pazzi per Mary” (There’s Something About Mary). Dopo la commedia dark “Cose molto cattive” (Very Bad Things), scritta e diretta dall’autore/regista Peter Berg, ha ricevuto critiche entusiastiche per il ruolo in “Essere John Malkovich” (Being John Malkovich) di Spike Jonze, al fianco di John Cusack, Catherine Keener e John Malkovich, ed è stata candidata ai Golden Globe, agli Screen Actors Guild Award® e ai British Academy of Film and Television Arts (BAFTA) Award.
La sua carriera è proseguita di successo in successo, con la versione cinematografica della Sony della celebre serie televisiva “Charlie’s Angels” al fianco di Drew Barrymore, Lucy Liu e Bill Murray. Il film ha stabilito un nuovo record al box office nazionale e il sequel, “Charlie’s Angels: Più che mai” (Charlie’s Angels: Full Throttle), distribuito nel 2003, ha incassato più di $250 milioni a livello internazionale. Cameron ha dato voce alla Principessa Fiona nel film d’animazione della DreamWorks “Shrek” e nei tre sequel che, complessivamente, hanno incassato più di $3 miliardi in tutto il mondo.
L’attrice ha recitato nel film di Cameron Crowe “Vanilla Sky” con Tom Cruise e Penélope Cruz, ricevendo una candidatura ai Golden Globe, agli AFI Award e ai SAG Award™, oltre a vincere il premio come migliore attrice non protagonista della Boston Society of Film Critics e della Chicago Film Critics Association. Ha recitato nella commedia sexy “La cosa più dolce…” (The Sweetest Thing) insieme a Christina Applegate e Selma Blair ed è stata candidata ai Golden Globe per l’interpretazione nel film di Martin Scorsese candidato agli Academy Award “Gangs of New York” con Leonardo DiCaprio, Daniel Day-Lewis e Liam Neeson.
La sua filmografia comprende “In Her Shoes – Se fossi lei” con Toni Collette e Shirley MacLaine, per la regia di Curtis Hansen; “L’amore non va in vacanza” (The Holiday) con Jude Law, Kate Winslet e Jack Black; “Notte brava a Las Vegas” (What Happens in Vegas) al fianco di Ashton Kutcher; “La custode di mia sorella” (My Sister’s Keeper) diretto da Nick Cassavetes; infine, il thriller “The Box”. È tornata a lavorare con Cruise nel 2010 nel film d’azione “Innocenti bugie” (Knight and Day), che ha incassato oltre $260 milioni al box office internazionale. Nel 2011 è apparsa in un altro film di successo, “The Green Hornet” di Michel Gondry, con Seth Rogen, che ha realizzato incassi superiori a $227 milioni. Cameron è tornata a conquistare il box office con la commedia dark “Bad Teacher – Una cattiva maestra”, diretta da Jake Kasdan e suo diciassettesimo film a superare la soglia dei $100 milioni di incassi a livello globale. È apparsa nella commedia corale “Che cosa aspettarsi quando si aspetta” (What to Expect When You Are Expecting) e ha recitato al fianco di Colin Firth e Alan Rickman nel remake dei fratelli Coen di “Gambit – Una truffa a regola d’arte”.
I suoi progetti futuri comprendono “The Other Woman” e “Sex Tape”, una commedia in cui tornerà a lavorare con il regista di “Bad Teacher – Una cattiva maestra” Jake Kasdan, al fianco di Jason Segel.
Tra il 2004 e l’inizio del 2005 ha intrapreso un’avventura internazionale per la MTV con una serie in dieci episodi, intitolata “Trippin’”. All’inizio del 2014 aggiungerà la parola ‘autrice’ alla lista di traguardi conseguiti, con la pubblicazione di The Body Book, un libro che sarà fonte d’ispirazione per molte giovani donne, trattando argomenti che vanno dalla salute al fitness, dall’alimentazione al benessere.
Cameron è attualmente ambasciatrice internazionale della collezione di orologi Link Lady della TAG Heuer. La sua partnership con l’azienda ha contribuito a richiamare l’attenzione del pubblico sui programmi che promuovono l’uguaglianza femminile.
JAVIER BARDEM (Reiner), uno degli attore spagnoli più acclamati a livello internazionale, ha ammaliato il pubblico in tutto il mondo con le sue poliedriche interpretazioni. Nel 2008 ha ricevuto l’Academy Award come miglior attore non protagonista per il ritratto agghiacciante del killer sociopatico Anton Chigurh nel film di Joel ed Ethan Coen “Non è un paese per vecchi” (No Country for Old Men). L’interpretazione gli è valsa anche un Golden Globe, uno Screen Actors Guild Award, un BAFTA e innumerevoli altre candidature e riconoscimenti.
Bardem ha partecipato al film di James Bond “Skyfall” nel ruolo del cattivo al fianco di Daniel Craig, Judi Dench, Ralph Fiennes e Albert Finney, per la regia di Sam Mendes. Per la sua interpretazione è stato candidato ai BAFTA come miglior attore non protagonista, agli Screen Actors Guild Award per il miglior attore non protagonista e ai London Critics Circle Film Award per il miglior attore non protagonista dell’anno.
Ha preso parte al film di Terrence Malick “To the Wonder” insieme a un cast stellare che comprende Ben Affleck, Rachel McAdams, Olga Kurylenko e Michael Sheen. Il film è un dramma romantico che esplora l’amore e le sue molte fasi e stagioni che possono trasformare e reinventare la vita.
Bardem ha co-prodotto e recitato in “Hijos de las nubes: La última colonia”, un film che documenta come la colonizzazione del Sahara occidentale abbia costretto quasi 200.000 persone a cercare scampo nei campi profughi. A ottobre 2011 l’attore e il co-produttore Alvaro Longoria, regista del film, si sono rivolti al Comitato speciale per la decolonizzazione all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sollecitando i delegati a porre fine ai soprusi e alla violazione dei diritti umani nella regione. Il film è stato proiettato in anteprima alla 62esima edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino a gennaio ed è stato acquistato da Canal Plus in Spagna.
Bardem ha vinto il premio come miglior attore al Festival del cinema di Cannes nel 2010 per l’interpretazione nel film di Alejandro Innaritu “Biutiful”, che gli è valsa anche la terza candidatura agli Academy Award. La prima è stata per il ruolo del poeta cubano dissidente Reinaldo Arenas, nel film di Julian Schnabel “Prima che sia notte” (Before Night Falls). Per questo ruolo è stato premiato come miglior attore al Festival del cinema di Venezia, alla National Society of Film Critics, agli Independent Spirit Award, al National Board of Review ed è stato candidato ai Golden Globe.
Bardem ha vinto il premio come miglior attore al Festival del cinema di Venezia anche con l’interpretazione nel film di Alejandro Amenábar “Mare dentro” (Mar adentro) ed è il secondo attore ad essersi aggiudicato questo premio due volte. Ha poi vinto il Goya Award ed è stato candidato ai Golden Globe per questo ruolo. L’attore ha vinto il Goya Award, l’equivalente spagnolo degli Oscar, cinque volte, e ha ricevuto un totale di otto candidature.
La sua ragguardevole filmografia annovera il film della Sony “Mangia prega ama” (Eat, Pray, Love) al fianco di Julia Roberts; “Vicky Cristina Barcelona” di Woody Allen, grazie al quale è stato candidato ai Golden Globe e agli Independent Spirit Award; l’esordio alla regia di John Malkovich “Danza di sangue – The Dancer Upstairs”; “I lunedì al sole” (Los lunes al sol) di Fernando León de Aranoa, nominato film dell’anno al Festival del cinema di San Sebastian; “Collateral” di Michael Mann; “L’amore ai tempi del colera” (Love In The Time of Cholera) di Mike Newell; infine, “L’ultimo inquisitore” (Goya’s Ghosts) di Milos Forman, al fianco di Natalie Portman.
Altri titoli che arricchiscono la sua filmografia sono “Uova d’oro” (Huevos de oro) di Bigas Luna, “Giorni contati” (Dias Contados), che gli ha fatto vincere il premio come miglior attore al Festival del cinema di San Sebastian, “Mouth to Mouth”, “Ecstasy”, “Perdita durango”, “I lupi di Washington” (Los lobos de Washington), “Seconda pelle” (Segunda piel), “Tacchi a spillo” (Tacones lejanos), “Carne tremula” e “Prosciutto prosciutto” (Jamón, Jamón).
BRAD PITT (Westray), attualmente uno dei maggiori e più versatili attori cinematografici, è anche un produttore di successo con la sua società Plan B Entertainment.
Pitt ha preso parte al recente “World War Z”, diretto da Marc Forster e prodotto dalla Plan B per la Paramount, in cui ha anche recitato. Un altro film di cui è stato attore e produttore è “12 Years a Slave” di Steve McQueen.
Lo scorso anno l’attore è tornato a lavorare con Andrew Dominik in “Cogan – Killing Them Softly”. È la seconda volta che Pitt produce e recita in un film di Dominik, dopo “L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford” (The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford), che gli è valso una candidatura come miglior attore al Festival del cinema di Venezia.
Nel 2011 Brad si è distinto per due ruoli particolarmente complessi e articolati, ne “L’arte di vincere” (Moneyball) di Bennett Miller e “The Tree of Life” di Terrence Malick, che l’artista ha anche prodotto. Per entrambi i ruoli ha vinto il New York Film Critics Circle Award e il National Society of Film Critics Award. Inoltre, è stato candidato agli Screen Actors Guild, ai Golden Globe, ai BAFTA e agli Academy Award per il ruolo ne “L’arte di vincere”. Anche il film ha ricevuto una candidatura agli Academy Award come miglior film. “The Tree of Life” ha vinto la Palma d’Oro al Festival del cinema di Cannes ed è stato candidato come miglior film agli Academy Award.
In precedenza, Brad è stato candidato agli Academy Award per l’interpretazione nel film “Il curioso caso di Benjamin Button” (The Curious Case of Benjamin Button) di David Fincher e ne “L’esercito delle 12 scimmie” (Twelve Monkeys) di Terry Gilliam, che gli è valso un Golden Globe. È stato candidato ai Golden Globe per i ruoli in “Vento di passioni” (Legends of the Fall) di Edward Zwick e “Babel” di Alejandro González Iñárritu.
Nel 2009 ha recitato in “Bastardi senza gloria” (Inglourious Basterds) di Quentin Tarantino nel ruolo del tenente Aldo Raine; è anche apparso nel thriller di Joel ed Ethan Coen “Burn After Reading – A prova di spia”; infine, ha preso parte ai film di successo di Steven Soderbergh “Ocean’s Eleven – Fate il vostro gioco”, “Ocean’s Twelve” e “Ocean’s Thirteen”.
Pitt si è imposto all’attenzione del pubblico con il film di Ridley Scott vincitore di un Academy Award “Thelma & Louise”. Dopo di ciò, ha recitato nel film di Robert Redford vincitore di un Academy Award “In mezzo scorre il fiume” (A River Runs Through It), in “Kalifornia” di Dominic Sena e in “Una vita al massimo” (True Romance) di Tony Scott. Pitt è stato elogiato dalla critica per le interpretazioni nei due film di David Fincher “Se7en” e “Fight Club”. Inoltre, ha preso parte al film di Doug Liman “Mr. and Mrs. Smith”, uno dei maggiori successi del 2005, e a “Snatch – Lo strappo” di Guy Ritchie.
La Plan B Entertainment sviluppa e produce progetti sia per il cinema sia per la televisione. Ad oggi, ha prodotto film del calibro di “The Departed – Il bene e il male” di Martin Scorsese, “A Mighty Heart – Un cuore grande” di Michael Winterbottom, “Un amore all’improvviso” (Time Traveller’s Wife) di Robert Schwentke, “The Private Lives of Pippa Lee” di Rebecca Miller, “La fabbrica di cioccolato” (Charlie and the Chocolate Factory) di Tim Burton, “Correndo con le forbici in mano” (Running with Scissors) di Ryan Murphy, “Troy” di Wolfgang Petersen, “Mangia prega ama” (Eat, Pray, Love) di Ryan Murphy e “Kick-ass” di Matthew Vaughn. La società è al momento impegnata nella post-produzione di “True Story” di Rupert Goold, interpretato da James Franco e Jonah Hill.
I REALIZZATORI
RIDLEY SCOTT (regista, produttore) è stato candidato tre volte agli Academy Award come miglior regista. L’ultima candidatura all’Oscar risale al 2002 per il film “Black Hawk Down”, che gli è valso anche una candidatura al Directors Guild of America (DGA) Award. L’anno precedente è stato candidato agli Oscar, ai Golden Globe, ai BAFTA e ai DGA Award come miglior regista del film epico “Il gladiatore” (Gladiator), che ha vinto l’Oscar, il Golden Globe e il BAFTA per il miglior film, oltre a ricevere numerosi riconoscimenti da altre associazioni della critica. Scott è stato candidato agli Academy Award per la prima volta, come anche ai DGA Award, per il lavoro realizzato nel suo innovativo film drammatico del 1991 “Thelma & Louise”, interpretato da Susan Sarandon e Geena Davis, entrambe candidate all’Oscar per la loro interpretazione.
Ha ricevuto un’altra candidatura ai Golden Globe come miglior regista per il drammatico “American Gangster”, interpretato da Denzel Washington e Russell Crowe. È anche stato candidato ai BAFTA come produttore del film. Di recente, ha diretto e prodotto il film di fantascienza “Prometheus” con Michael Fassbender, Noomi Rapace e Charlize Theron; “Robin Hood” con Russell Crowe e Cate Blanchett; “Nessuna verità” (Body of Lies), anche questo con Russell Crowe e Leonardo DiCaprio; “Un’ottima annata” (A Good Year) con Russell Crowe e Albert Finney; l’epico “Le crociate” (Kingdom Of Heaven) con un cast stellare guidato da Orlando Bloom e Jeremy Irons; infine, “Il genio della truffa” (Matchstick Men) interpretato da Nicolas Cage e Sam Rockwell.
Il suo prossimo film è l’epico “Exodus”, con Christian Bale nel ruolo di Mosè. La produzione inizierà in autunno e il film sarà distribuito nel 2014 dalla Twentieth Century Fox.
Diplomatosi alla prestigiosa Royal Academy of Art di Londra, Scott ha iniziato la carriera di regista alla BBC, lavorando in alcuni celebri programmi televisivi della rete, oltre che nel settore degli spot pubblicitari. Dopo tre anni ha fondato la sua società, la RSA, che è presto diventata una delle società di produzioni di spot pubblicitari di maggiore successo in Europa, per poi aprire uffici a New York e Los Angeles. La RSA è tuttora una delle maggiori società sul mercato globale e rappresenta molti celebri registi cinematografici e di spot pubblicitari. Nel corso degli anni, Scott ha diretto più di 2.000 spot, tra cui il leggendario Share The Fantasy per Chanel n. 5, e lo spot orwelliano per la Apple Computers che, pur essendo stato trasmesso una sola volta durante il Super Bowl del 1984, resta una pietra angolare della cinematografia pubblicitaria. Lo spot è stato recentemente nominato dall’Advertising Age il miglior spot pubblicitario degli ultimi 50 anni. Con il suo lavoro nel settore pubblicitario, il regista ha vinto molti premi in occasione di numerosi Festival del cinema, tra cui quelli di Venezia e Cannes.
Nel 1977 Scott ha esordito come regista cinematografico con “I duellanti” (The Duellists), grazie al quale ha vinto il premio per il miglior film al Festival del cinema di Cannes. Il film successivo è stato il thriller di fantascienza che ha riscosso uno straordinario successo “Alien”, primo di una lunga serie, che ha catapultato Sigourney Weaver al vertice della celebrità. Nel 1982 ha diretto “Blade Runner”, un’altra pietra miliare del cinema, interpretato da Harrison Ford. Considerato un classico della fantascienza, il thriller futuristico è stato inserito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti nel 1993, e l’edizione ‘director’s cut’ del film è stata distribuita con successo nel 1993 e poi di nuovo nel 2007.
La filmografia di Scott come regista comprende “Legend” interpretato da Tom Cruise, “Chi protegge il testimone” (Someone To Watch Over Me), “Black Rain – Pioggia sporca” con Michael Douglas e Andy Garcia, “1492 – La conquista del paradiso” (1492: Conquest of Paradise), “L’albatross – Oltre la tempesta” (White Squall) interpretato da Jeff Bridges, “Soldato Jane” (GI Jane) con Demi Moore e Viggo Mortensen, e il film di successo “Hannibal” con Anthony Hopkins e Julianne Moore.
Nel 1995 Ridley Scott e il fratello minore Tony, anch’egli regista, hanno costituito la Scott Free Productions. La società ha da allora prodotto una vasta gamma di progetti cinematografici e televisivi, tra cui vari film diretti da Ridley o Tony Scott. Sotto il marchio Scott Free, Ridley Scott è stato produttore o produttore esecutivo di film del calibro di “Clay Pigeons” con Vince Vaughn e Joaquin Phoenix, “Per amore… dei soldi” (Where The Money Is) con Paul Newman, “Tristano e Isotta” (Tristan + Isolde) con James Franco e Sophia Myles, “In Her Shoes – Se fossi lei” di Curtis Hanson con Cameron Diaz, il premiato film western “L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford” (The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford) con Brad Pitt e Casey Affleck, “A-Team” con Liam Neeson e Bradley Cooper, e “The Grey” con Liam Neeson. “Before I Go To Sleep”, diretto da Rowan Joffe, con Nicole Kidman, e “Reykjavik”, diretto da Mike Newell, con Michael Douglas e Christophe Waltz, saranno girati quest’anno. Ridley Scott è anche stato produttore esecutivo de “La vita in un giorno” (Life In A Day), film documentario realizzato come una vera e propria capsula del tempo, per raccontare alle generazioni future la vita sulla Terra il 24 luglio 2010.
Per la televisione la Scott Free ha prodotto la serie di successo candidata ai Golden Globe “The Good Wife”, oltre a “I pilastri della Terra” (The Pillars of the Earth) e “Numb3rs”, andati in onda, rispettivamente, nel 2010 e nel 2005-2010. Con la sua società Ridley Scott è stato produttore esecutivo di numerosi altri progetti, compresi la miniserie della A&E “The Andromeda Strain”, basata sul libro di Michael Crichton; la miniserie della TNT “The Company”; il film della HBO vincitore di un Golden Globe “RKO 281 – La vera storia di Quarto Potere”, con Live Schreiber nel ruolo di Orson Welles; sempre per la HBO, “Guerra imminente” (The Gathering Storm) con Albert Finney e Vanessa Redgrave, per la regia di Richard Loncraine, e “Into The Storm – La guerra di Churchill” di Thaddeus O’Sullivan. Ridley Scott è al momento impegnato nella pre-produzione di “The Vatican”, un pilota televisivo per la Sony Pictures Television, che esplora i rapporti e le rivalità, oltre ai misteri e ai miracoli, che si celano dentro la Chiesa cattolica, di cui Scott sarà regista e produttore esecutivo.
Nel 2003 Scott è stato nominato Cavaliere dell’Ordine dell’Impero Britannico, quale riconoscimento del suo contributo artistico.
CORMAC McCARTHY (autore/produttore esecutivo) è nato nel Rhode Island. Ha frequentato l’università del Tennessee nei primi anni ’50 ed è entrato nell’Aeronautica degli Stati Uniti, dove ha trascorso quattro anni, di cui due in Alaska. In seguito, ha ripreso gli studi universitari e ha iniziato a scrivere per la rivista letteraria studentesca, vincendo l’Ingram-Merrill Award per la scrittura creativa nel 1959 e nel 1960. In seguito, si è trasferito a Chicago, dove ha lavorato come meccanico mentre scriveva il suo primo romanzo, Il guardiano del frutteto (The Orchard Keeper).
Il libro è stato pubblicato dalla Random House nel 1965; il suo editore era Albert Erskine, lo stesso di William Faulkner. Prima della pubblicazione, McCarthy ha ricevuto una fellowship dall’American Academy of Arts and Letters, che gli ha permesso di recarsi in Irlanda. Nel 1966 ha ricevuto la Rockefeller Foundation Grant, grazie alla quale ha continuato a viaggiare per l’Europa, stabilendosi infine nell’isola di Ibiza, dove ha ultimato la revisione del suo romanzo successivo, Il buio fuori (Outer Dark).
Nel 1967 McCarthy è tornato negli Stati Uniti, trasferendosi nel Tennessee. Il buio fuori è stato pubblicato dalla Random House nel 1968 e l’autore ha ricevuto la Guggenheim Fellowship per la scrittura creativa nel 1969. Il romanzo seguente, Figlio di Dio (Child of God), è stato pubblicato nel 1973. Dal 1974 al 1975 ha lavorato alla sceneggiatura di un film per la PBS intitolato “The Gardener’s Son”, proiettato in anteprima nel 1977. Una versione revisionata della sceneggiatura è stata poi pubblicata dalla Echo Press.
Alla fine degli anni ‘70 McCarthy si è trasferito in Texas e nel 1979 ha pubblicato il suo quarto romanzo, Suttree, un libro che, tra interruzioni e riprese, l’ha tenuto impegnato per vent’anni. Ha ricevuto una MacArthur Fellowship nel 1981 e ha pubblicato il suo quinto romanzo, Meridiano di sangue (Blood Meridian), nel 1985.
Quando l’editore Albert Erskine è andato in pensione, McCarthy ha lasciato la Random House per la Alfred A. Knopf. Cavalli selvaggi (All the Pretty Horses), il primo libro della Trilogia della frontiera (The Border Trilogy), è stato pubblicato dalla Knopf nel 1992 e, dopo avere vinto il National Book Award e il National Book Critics Circle Award, è diventato un film. The Stonemason, una commedia che McCarthy ha scritto alla metà degli anni ’70 e ha poi revisionato, è stata pubblicata dalla Echo Press nel 1994. Poco dopo la Knopf ha pubblicato il secondo volume della Trilogia della frontiera, Oltre il confine (The Crossing). Il terzo volume, Città della pianura (Cities of the Plain), è stato pubblicato nel 1998.
Il romanzo successivo di McCarthy, Non è un paese per vecchi (No Country For Old Men), è del 2005. Ad esso ha fatto seguito nel 2006 Sunset Limited (The Sunset Limited, A Novel in Dramatic Form), originariamente rappresentato dalla Steppenwolf Theatre Company di Chicago e pubblicato in versione paperback dalla Vintage Books. Il romanzo più recente dell’autore, La strada (The Road), è stato pubblicato dalla Knopf nel 2006. La strada è stato incluso nella selezione dell’Oprah’s Book Club e ha vinto il premio Pulitzer nel 2007.
I romanzi di McCarthy Cavalli selvaggi, Non è un paese per vecchi, La strada e Figlio di Dio sono diventati film. “Non è un paese per vecchi” ha vinto quattro Academy Award, incluso quello per il miglior film, e “Sunset Limited” è stato trasmesso dalla HBO nel 2011.
Come produttore e produttore esecutivo, NICK WECHSLER (produttore) ha al suo attivo un insieme eterogeneo di premiati film indipendenti e di grandi produzioni, tra cui “Sesso, bugie e videotape” (Sex, Lies, And Videotape), vincitore della Palma d’Oro nel 1989; “Drugstore Cowboy”, premiato come miglior film dalla National Society of Film Critics nel 1989; “I protagonisti” (The Player), vincitore del Golden Globe come migliore commedia nel 1991; “Little Odessa”, vincitore del Leone d’Oro al Festival del cinema di Venezia nel 1995; “Quills – La penna dello scandalo”, premiato come miglior film dal National Board of Review nel 2000; “The Yards”, incluso nella selezione ufficiale del Festival del cinema di Cannes nel 2000; infine, “Requiem For A Dream”, candidato agli Independent Spirit Award come miglior film nel 2000.
Nel 2006 Wechsler ha prodotto “North Country – Storia di Josey”, grazie al quale Charlize Theron e Frances McDormand sono state candidate agli Oscar, ed è stato produttore esecutivo del film di Darren Aronofsky “The Fountain – L’albero della vita”, candidato a un Leone d’Oro al Festival del cinema di Venezia.
Altri film da lui prodotti sono “I padroni della notte” (We Own The Night), diretto da James Gray e interpretato da Joaquin Phoenix e Mark Wahlberg, incluso nella selezione ufficiale del Festival del cinema di Cannes nel 2007, e “Reservation Road” della Focus Features, per la regia di Terry George e con la partecipazione di Joaquin Phoenix, Mark Ruffalo e Jennifer Connelly.
La filmografia più recente di Wechsler comprende “Un amore all’improvviso” (Time Traveller’s Wife) diretto da Robert Schwentke, con Eric Bana e Rachael McAdams; l’acclamato “The Road” del regista John Hillcoat, tratto dal romanzo di Cormac McCarthy, interpretato da Viggo Mortensen; “Magic Mike” diretto da Steven Soderbergh, con Matthew McConaughey e Channing Tatum. Nei prossimi mesi è prevista l’uscita di “Serena” della regista Susanne Bier, interpretato da Jennifer Lawrence e Bradley Cooper.
STEVE SCHWARTZ (produttore) è Presidente della Chockstone Pictures. È stato produttore di “The Road” e “The Host”, tratto dal romanzo bestseller di Stephenie Meyer (L’ospite). Di prossima uscita è “Serena”, tratto dal romanzo di Ron Rash. Schwartz è stato co-produttore esecutivo del film di Terrence Malik “The Tree of Life”, interpretato da Brad Pitt e Jessica Chastain.
Tra i progetti in fase di sviluppo spiccano “The Dying of the Light”, basato su una sceneggiatura di Paul Schrader, e il film d’avventura “An Eye at the Top of the World”.
Nel 1990, insieme alla moglie Paula Mae Schwartz, ha fondato la Schwartz Communications, la più grande agenzia di PR del mondo focalizzata sulle società tecnologiche emergenti e sul settore medicale.
PAULA MAE SCHWARTZ (produttore) è Amministratore Delegato della Chockstone Pictures. Ha prodotto “The Road” insieme a Nick Wechsler e al marito Steve Schwartz; “The Host” tratto dal romanzo bestseller di Stephenie Meyer; “Serena” tratto dal romanzo di Ron Rash, che sarà distribuito nei prossimi mesi. Insieme a Steve Schwartz, Paula Mae è stata co-produttore esecutivo del film di Terrence Malik “The Tree of Life”, interpretato da Brad Pitt e Jessica Chastain.
Tra i progetti in fase di sviluppo troviamo “The Dying of the Light”, basato su una sceneggiatura di Paul Schrader, e il film d’avventura “An Eye at the Top of the World”.
La Chockstone Pictures è la seconda società fondata da lei e dal marito. La prima, la Schwartz Communications, è oggi una società internazionale di PR con sedi a Boston, Londra, San Francisco e Stoccolma, focalizzata sulle società tecnologiche emergenti e sul settore medicale.
MARK HUFFAM (produttore esecutivo) lavora nell’industria cinematografica dal 1983 e da dieci anni è produttore. Il primo film importante cui ha partecipato come produttore è “Salvate il soldato Ryan” (Saving Private Ryan) di Steven Spielberg, con Tom Hanks, che ha vinto cinque Academy Award nel 1999. Quale riconoscimento del suo contributo al film, Huffam ha ricevuto il Directors Guild of America (DGA) Award per il miglior team della produzione dell’anno.
Nel 2000 ha co-prodotto l’acclamato “Quills – La penna dello scandalo” con Geoffrey Rush e Kate Winslet, candidato a tre Oscar e cinque BAFTA. Dopo di ciò, nel 2001, ha prodotto “Il mandolino del capitano Corelli” (Captain Corelli’s Mandolin) per la Working Title Films, diretto da John Madden e interpretato da Nicolas Cage e Penélope Cruz.
Nel 2002 si è associato a Scott Rudin per produrre “The Hours”, diretto da Stephen Daldry e interpretato da Nicole Kidman, Julianne Moore e Meryl Streep. Il film ha ricevuto quell’anno otto candidature agli Academy Award e la Kidman ha vinto l’Oscar come migliore attrice per il ruolo di Virginia Woolf.
Nel 2003, sempre per la Working Title, Huffam ha prodotto il film di grande successo “Johnny English” con Rowan Atkinson, che ha incassato $147 milioni al box office internazionale e ha ricevuto numerose candidature, tra cui quella per il miglior film ai British Comedy Award del 2003 e quella per il miglior film britannico agli Empire Award del 2004. Ha nuovamente unito le forze a Tim Bevan ed Eric Fellner per produrre la versione cinematografica della popolare serie televisiva degli anni ‘60 “Thunderbirds” nel 2004.
Sempre nel 2004, con Stephen Daldry nel ruolo di produttore esecutivo, ha prodotto “Mickybo and Me”, un progetto da lui sviluppato insieme all’autore-regista Terry Loane. Filmato in Irlanda del Nord e interpretato da Julie Walters, il film ha ottenuto alcuni premi e riconoscimenti all’Irish Film Festival del 2005 e in occasione di altri Festival internazionali del cinema.
Nel 2005 e 2006 Huffam è stato impegnato nella serie di successo “GOAL!”, ambientata nel mondo del calcio internazionale, producendo i primi due film della trilogia per la Milkshake Films e la Buena Vista Pictures.
Nel 2007, per la Universal Pictures, ha prodotto la versione cinematografica del musical “Mamma Mia!”, con Meryl Streep, Pierce Brosnan e Colin Firth. Il film ha riscosso un grande successo a livello internazionale, totalizzando più di $600 milioni al box office e diventando uno dei film più redditizi nella storia della Universal.
Nel 2008 Huffam ha creato la Generator Entertainment con Simon Bosanquet, per sviluppare e produrre alcuni film innovativi. I film della Generator Entertainment ad oggi comprendono il thriller “Red Mist”, il drammatico “Cherrybomb” con Rupert Grint e il thriller soprannaturale “Ghost Machine”.
Nel 2009 ha prodotto il film “Sua Maestà” (Your Highness) per la Universal Pictures, interpretato da Danny McBride, James Franco, Natalie Portman e Zooey Deschanel. Lo stesso anno ha prodotto il pilota televisivo per la HBO “Il trono di spade” (Games of Thrones), tratto dal primo volume della serie di libri di fantasia Cronache del ghiaccio e del fuoco (A Song Of Fire And Ice) di George RR Martin.
All’inizio del 2010 ha prodotto con la sua etichetta, insieme alla Salt Company e alla Greenroom Entertainment, “Killing Bono” di Nick Hamm, interpretato da Ben Barnes, dall’attore irlandese emergente Robert Sheehan e dal defunto Pete Postlethwaite. Nel corso dello stesso anno è tornato a lavorare con la HBO, producendo la serie televisiva “Il trono di spade”, girata in Irlanda del Nord e a Malta, e interpretata da Sean Bean, Lena Headey e Jason Momoa.
Nel 2011 Huffam ha collaborato con Ridley Scott per la prima volta, nel ruolo di produttore esecutivo del film di fantascienza “Prometheus”.
MICHAEL SCHAEFER (produttore esecutivo) è Presidente della Scott Free Productions. Prima di unirsi a questa società, è stato Senior Executive alla Summit Entertainment, dove ha curato la supervisione di una varietà di film, tra cui il vincitore dell’Oscar “The Hurt Locker”, “The Impossible”, “50 e 50” (50/50), “Source Code”, “Sinister”, “Now You See Me – I maghi del crimine” (di cui è stato produttore esecutivo) e l’imminente “Ender’s Game”.
MICHAEL COSTIGAN (produttore esecutivo) lavora per la società di produzioni di Los Angeles COTA Films, che ha un accordo biennale di prelazione con la Sony Pictures Entertainment. In precedenza, è stato Presidente della Scott Free Productions, la società di Ridley e Tony Scott. Sotto la loro etichetta ha recentemente prodotto “The East” interpretato da Brit Marling e diretto da Zal Batmanglij; “Stoker” con Nicole Kidman, per la regia di Chan Woo-Park; “Being Flynn” interpretato da Robert De Niro e Paul Dano, diretto da Paul Weitz; infine, “Cyrus” con John C. Reilly, Jonah Hill e Marisa Tomei, per la regia di Mark Duplass e Jay Duplass. È stato produttore esecutivo dei film di Ridley Scott “Prometheus”, “Robin Hood” interpretato da Russell Crowe e Cate Blanchett, “Nessuna verità” (Body of Lies) con Leonardo DiCaprio e Russell Crowe, e “American Gangster” con Denzel Washington e Russell Crowe. La Scott Free ha prodotto “The Company”, una miniserie in sei puntate sulla storia della CIA, per la TNT.
Costigan ha sviluppato molti progetti durante la sua permanenza alla Scott Free, tra cui “Domino” interpretato da Keira Knightley; la commedia romantica “Un’ottima annata” (A Good Year) con Russell Crowe; il film drammatico/romantico di Curtis Hanson “In Her Shoes – Se fossi lei” con Cameron Diaz, Toni Collette e Shirley MacLaine; infine, la serie televisiva di successo per la CBS “Numb3rs”. Tra i suoi prossimi progetti sotto l’etichetta Scott Free figura il film “Factor X”, storia dello spietato killer del Kansas noto come BTK.
Costigan è stato produttore esecutivo del film drammatico di successo “I segreti di Brokeback Mountain” (Brokeback Mountain). Diretto da Ang Lee su una sceneggiatura di Larry McMurtry e Diana Ossana, e tratto dal racconto di Annie Proulx, il film è stato candidato agli Academy Award come miglior film e ha vinto l’Oscar per il miglior regista e la migliore sceneggiatura non originale. Ha anche prodotto la commedia romantica “Smart People” e la commedia natalizia “Conciati per le feste” (Deck the Halls).
Prima di diventare produttore, Costigan ha lavorato per oltre un decennio in alcune società di produzioni cinematografiche, di cui nove nel ruolo di Executive Vice President della produzione alla Sony Pictures. Ha curato l’acquisizione, lo sviluppo e la produzione di dozzine di film, tra cui il vincitore dell’Oscar “Ragazze interrotte” (Girl, Interrupted) diretto da James Mangold; il candidato all’Oscar “Larry Flynt – Oltre lo scandalo” (The People vs. Larry Flynt) di Milos Forman; il blockbuster “Charlie’s Angels” di McG; l’acclamata commedia noir “Da morire” (To Die For) per la regia di Gus Van Sant; due importanti esordi alla regia: quello di Andrew Niccol con “Gattaca – La porta dell’universo” e quello di Wes Anderson con “Un colpo da dilettanti” (Bottle Rocket).
DARIUSZ WOLSKI, ASC (direttore della fotografia) ha iniziato a collaborare con Ridley Scott nel film di fantascienza “Prometheus”. È stato direttore della fotografia di “Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare” (Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides), dopo l’apprezzato lavoro realizzato in “Pirati dei Caraibi – La maledizione della prima luna” (The Curse of the Black Pearl), “Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma” (Dead Man’s Chest) e “Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo” (At World’s End). Wolski ha anche lavorato con Johnny Depp in “Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street” (Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street) e “Alice in Wonderland”, entrambi di Tim Burton, oltre che in “The Rum Diary – Cronache di una passione” di Bruce Robinson.
Wolski ha collaborato con diversi celebri registi: Gore Verbinski in “The Mexican – Amore senza sicura” (prima dei film della serie “Pirati dei Caraibi”); DJ Caruso in “Eagle Eye”; Andrew Davis in “Delitto perfetto” (A Perfect Murder); Alex Proyas in “Dark City” e nel cult “Il corvo – The Crow”; Peter Medak in “Triplo gioco” (Romeo Is Bleeding); John Polson in “Nascosto nel buio” (Hide And Seek); Tony Scott in “The Fan – Il mito” e “Allarme rosso” (Crimson Tide) per Don Simpson/Jerry Bruckheimer. Per il lavoro realizzato nel controverso e acclamato “Allarme rosso” è stato candidato agli ASC Award per la migliore fotografia.
Nato a Varsavia, in Polonia, Wolski ha frequentato la Scuola di cinema di Lodz. Dopo essersi trasferito negli Stati Uniti nel 1979, ha iniziato a lavorare in alcuni documentari e piccoli film indipendenti. Il primo incarico importante è arrivato nel 1986 nel film “Heart”, con la sostituzione del direttore della fotografia, che aveva optato per un altro progetto. Poco dopo, Wolski si è trasferito a Los Angeles, dove ha lavorato come direttore della fotografia di video musicali e spot pubblicitari per registi del calibro di Alex Proyas, David Fincher, Tony Scott e Jake Scott. In seguito ha lavorato nel film prodotto da Roger Corman “Nightfall” e in “Land of Little Rain” per la serie “American Playhouse” della PBS.
ARTHUR MAX (scenografie) ha iniziato a collaborare con il regista Ridley Scott nel settore degli spot televisivi due decenni or sono. È stato candidato agli Academy Award per il lavoro realizzato in due film diretti da Scott: il vincitore dell’Oscar per il miglior film “Il gladiatore” (Gladiator), in cui ha dato vividamente vita all’antica Roma, e “American Gangster”, in cui ha ricreato la Harlem degli anni ‘70. Per “Il gladiatore” Max ha anche vinto un BAFTA, un National Board of Review Award, un Broadcast Film Critics Award e il premio per le migliori scenografie dell’Art Directors Guild. Ha ricevuto la sua quarta candidatura agli Art Directors Guild per “American Gangster”.
Le collaborazioni di Max con Scott comprendono anche “Prometheus”; “Robin Hood”, per il quale ha ricevuto la sua prima candidatura agli Art Directors Guild; “Nessuna verità” (Body of Lies); “Le crociate” (Kingdom Of Heaven); “Black Hawk Down”, che gli è valso la seconda candidatura agli Art Directors Guild e una candidatura agli American Film Institute Award; infine, “Soldato Jane” (GI Jane).
Max ha collaborato due volte con il regista David Fincher, creando le cupe scenografie del drammatico film del 1995 “Se7en” e, più di recente, quelle del thriller claustrofobico “Panic Room”, che gli è valso la terza candidatura agli Art Directors Guild.
Originario di New York, Max si è laureato all’Università di New York alla fine degli anni ’60 e ha iniziato a lavorare come tecnico dell’illuminazione nel mondo musicale. Tra le sue prime attività figurano lo storico Festival di Woodstock nel 1969 e il celebre evento Fillmore East di Bill Graham nell’East Village di New York. Nel decennio successivo ha ideato i palcoscenici dei concerti di artisti leggendari, quali i T-Rex e i Pink Floyd. Dopo avere studiato architettura in Inghilterra, diplomandosi all’inizio degli anni ’80 al Polytechnic of Central London e al Royal College of Art, Max ha curato diversi progetti architettonici a Londra.
Ha lavorato nell’industria cinematografica britannica come assistente di celebri scenografi, tra cui Stuart Craig in “Greystoke – La leggenda di Tarzan, il signore delle scimmie” (Greystoke: The Legend of Tarzan, Lord Of The Apes) e “Cal”, e Asshetton Gorton in “Revolution”. In seguito, si è dedicato agli spot pubblicitari televisivi e, per un decennio, ha lavorato per clienti importanti tra cui Pepsi, Nike, Jeep, Coca Cola e Levi’s, prima d’iniziare la sua collaborazione con i registi Ridley Scott e David Fincher.
PIETRO SCALIA, A.C.E. (montaggio) ha vinto due Academy Award per il montaggio: il primo, condiviso con Joe Hutshing, per il controverso film drammatico di Oliver Stone del 1991 “JFK – Un caso ancora aperto”, che gli ha fatto vincere il BAFTA e l’Eddie Award dell’American Cinema Editors (ACE); il secondo per l’acclamato film drammatico di Ridley Scott del 1991 “Black Hawk Down”, grazie al quale ha vinto l’ACE Eddie Award ed è stato candidato ai BAFTA. Inoltre, Scalia è stato candidato agli Oscar e agli ACE Eddie Award per il film di Gus Van Sant “Will Hunting – Genio ribelle” (Good Will Hunting), e agli Oscar, agli ACE Eddie Award e ai BAFTA per il film di Scott vincitore dell’Oscar “Il gladiatore” (Gladiator). Scalia ha anche curato per Scott il montaggio di “Prometheus”, “Robin Hood”, “Nessuna verità” (Body of Lies) e “American Gangster”, grazie al quale è stato candidato ai BAFTA; infine, sempre per Scott, ha prestato la sua opera a “Soldato Jane” (GI Jane) e “Hannibal”.
Scalia ha curato il montaggio dell’acclamato documentario del 2007 dell’attore-produttore Leonardo DiCaprio “The 11th Hour – L’undicesima ora” e di “Kick-Ass” di Matthew Vaughn.
In precedenza, ha collaborato con il regista Bernardo Bertolucci in “Piccolo Buddha” e “Io ballo da sola”. Ha lavorato anche con altri celebri registi: Sam Raimi in “Pronti a morire” (The Quick and the Dead), Rob Marshall in “Memorie di una Geisha” (Memoirs of a Geisha) e Larry Charles in “Masked and Anonymous”.
Ha iniziato la sua carriera collaborando con Oliver Stone, prima come assistente al montaggio nei film “Wall Street” e “Talk Radio”, poi come associato al montaggio in “Nato il 4 luglio” (Born on the Fourth Of July), che ha vinto l’Oscar per il miglior montaggio, e co-montatore in “The Doors”.
Nato in Sicilia, Scalia è cresciuto in Svizzera. Si è trasferito negli Stati Uniti per frequentare il college e si è poi iscritto alla UCLA dove si è laureato in cinema e teatro nel 1985.
JANTY YATES (ideazione costumi) nel 2000 ha vinto l’Academy Award ed è stata candidata ai BAFTA per i costumi dell’antica Roma realizzati per il film di Ridley Scott vincitore dell’Oscar come miglior film “Il gladiatore” (Gladiator). Il film ha segnato la prima di sette collaborazioni con il regista, che comprendono “Prometheus”, “Robin Hood”, che le è valso una candidatura ai Saturn e ai Satellite Award per i costumi, “Nessuna verità” (Body of Lies), “American Gangster”, “Hannibal” e “Le crociate” (Kingdom Of Heaven), per il quale è stata candidata ai Goya Award per i migliori costumi.
La Yates ha collaborato con numerosi celebri registi, tra cui Michael Winterbottom in “Benvenuti a Sarajevo” (Welcome To Sarajevo), “Jude” e “Con te o senza di te” (With Or Without You); Michael Mann in “Miami Vice”; Jean-Jacques Annaud ne “Il nemico alle porte” (Enemy At The Gates); Christopher Monger ne “L’inglese che salì la collina e scese da una montagna” (The Englishman Who Went Up A Hill But Came Down A Mountain); Jon Amiel ne “L’uomo che sapeva troppo poco” (The Man Who Knew Too Little); Gillian Armstrong in “Charlotte Gray”; Irwin Winkler nella biografia di Cole Porter “De-Lovely”, i cui eleganti costumi dell’epoca post-Depressione le hanno fatto ottenere una candidatura ai Costume Designers Guild Award.
La carriera della Yates è iniziata nella moda ed è poi proseguita nel mondo del cinema come assistente costumista nel film di Jean-Jacques Annaud “La guerra del fuoco” (Quest for Fire). In seguito, ha lavorato in due film di Mike Newell: il thriller del 1985 “Ballando con uno sconosciuto” (Dance with a Stranger) e il drammatico “Soursweet” del 1988. È stata supervisore del guardaroba nell’acclamata fiaba musicale irlandese di Alan Parker “The Commitments” e ha poi esordito nel cinema come ideatrice dei costumi nella commedia britannica del 1993 “Bad Behaviour”.
DANIEL PEMBERTON (musiche) è un compositore vincitore dell’Ivor Novello e pluri-candidato ai BAFTA che lavora per il cinema, la televisione e il mondo dei videogiochi. Per il cinema ha collaborato a “1921 – Il mistero di Rookford” (The Awakening) e al film che ha vinto il Premio della giuria al Sundance “Enemies of the People”; per la televisione britannica ha lavorato in “Peep Show”, “Hell’s Kitchen” e “Great British Menu”. Ha scritto la colonna sonora di Kinect Adventures, il gioco per la Xbox 360 che si è posizionato al secondo posto per i maggiori incassi di tutti i tempi, oltre a ideare l’iconico tema per “LittleBigPlanet” della Sony. Ha creato le colonne sonore per innumerevoli premiate serie: dall’atteso revival della BBC di “Su e giù per le scale” (Upstairs Downstairs) alla pluri-premiata serie sulla guerra in Irak “Occupation”; dall’adattamento di “Money” (Martin Amis) a “Dirk Gently” di Douglas Adams. Ha anche curato le musiche di molte premiate commedie (Emmy®, BAFTA, Grierson e RTS), documentari e altri programmi, lavorando con diversi registi e montatori vincitori degli Oscar.
Grazie alla sua capacità di spaziare fluidamente tra generi diversi, arricchendo ogni progetto con sonorità uniche e distintive, è stato incluso dalla rivista Broadcast tra i personaggi più entusiasmanti e di maggiore successo del momento, ed è stato elogiato per l’audacia e la disinvoltura con cui si muove nel mondo musicale: da un’orchestra di settanta elementi ai kazoo fino alla drum machine; dai brani jazz alle intricate sonorità elettroniche; dalle cover band ghanesi ai flautisti armeni; dai gruppi corali ai chitarristi post-rock. La colonna sonora per la serie della BBC “Desperate Romantics”, vincitrice dell’Ivor Novello, esemplifica il suo approccio, che mescola seducenti ritmi rock con sonorità d’epoca, ed è diventata una delle colonne sonore più acclamate dell’anno.
Sebbene Daniel si sia dedicato a molte attività – co-fondatore del noto fanzine Shoreditch Twat, giornalista per la rivista i-D, direttore musicale di sfilate di moda per sarti quali Vivienne Westwood, Erdem, Boudicca e Eley Kishimoto, autore di libri graziosamente illustrati di umorismo scatologico, finanziatore di opere controverse, collaboratore di artisti internazionali – è probabilmente l’eclettica colonna sonora per “Desperate Romantics” che gli ha dato il massimo successo.
Dopo Bedroom, un disco auto-prodotto di musica elettronica d’avanguardia, a sedici anni Daniel ha iniziato a scrivere musica per il piccolo schermo. Un anno dopo, tra un’attività scolastica e l’altra, ha scritto la sua prima colonna sonora per la televisione, per un documentario su Channel 4 in cui la visionaria Janet Street Porter sosteneva che internet fosse una moda passeggera e inutile. Da allora, è diventato uno dei compositori britannici più richiesti e prolifici, avendo scritto musica per oltre 150 produzioni e per un totale di più di 500 programmi soltanto negli ultimi dieci anni
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