baciato dalla fortuna intervista ad Asia Argento
Asia Argento
“Come è stata coinvolta in questo progetto?”
“Non recitavo da diverso tempo né in Italia né in una commedia ,l’ultima volta era successo 13 anni fa per “Viola bacia tutti” di Giovanni Veronesi, di cui in questa occasione ho ritrovato la produttrice Rita Rusic. Quando ho incontrato lei e Paolo Costella subito dopo aver ascoltato il racconto della storia e prima ancora di leggere il copione mi sentivo già pronta ad accettare l’impegno, mi ero divertita moltissimo, soprattutto all’idea di affrontare il ruolo di una cuoca: già mi rivedevo alle prese con la scena delle bistecche sul fuoco, pensavo che sul set avrei aggiunto qualcosa di mio per fare somigliare il mio personaggio, Betty, ad una specie di chef orientale che lanciava il cibo in aria acrobaticamente dalla padella, come poi è effettivamente avvenuto in fase di riprese. Mi era sembrata poi molto buffa e stimolante l’idea di interpretare un tipo di “romanaccia” schietta e verace, un po’ alla maniera della Anna Magnani di “Mamma Roma” di Pasolini, a cui con tutte le dovute modestie e cautele del caso ho cercato di ispirarmi. Betty è una donna molto “carnale”, piuttosto greve e sboccata, che si è stufata del suo Gaetano, non lo sopporta più, vorrebbe lasciarlo, ma è costretta a conviverci ancora per necessità, fino a quando lui non troverà il biglietto vincente del Superenalotto che tutti credono abbia come sempre acquistato..E’ una ragazza semplice che sa molto bene quello che vuole e sa come ottenerlo, gioca a fare la seduttrice incarnando il sogno erotico di decine di uomini che le lanciano occhiate di fuoco al ristorante dove lavora e spesso si apparta in cucina per fare l’amore appassionatamente con il comandante Grandoni (Gassman), il capo di Gaetano, praticamente sotto gli occhi del suo compagno devotamente innamorato che immagina invece che lei sia una santa e che i rumori dalla cucina siano dovuti alla carne che viene battuta prima di cuocerla: insomma una sexy cuoca, così focosa che sembra anche lei uscita dalle braci della piastra su cui rosola braciole e bistecche”,
“Che vocazione ha verso la commedia, è un genere verso cui si sente particolarmente portata?”
“E’ la prima volta che mi misuro con un personaggio esplicitamente brillante, buffo, sopra le righe, completamente diverso da tutto quello che ho fatto finora. Era una nuova sfida, proprio quella che cercavo. Penso però che un’attrice non sarà mai abbastanza comica quanto un attore, a parte Tina Pica o alcune donne non troppo affascinanti e particolarmente caratterizzate, non farà mai ridere abbastanza quanto un uomo che sa rendersi ridicolo e “fa le facce” giuste ed adeguate: ci sono evidentemente dei potenziali ridotti, è un dato di fatto che ci sono in circolazione molte meno attrici in grado di far ridere quanto gli uomini. Nel mio mestiere io ho la fortuna immensa di poter spaziare tra i generi e nelle cinematografie di diverse nazioni e sono convinta che un vero attore debba essere capace di fare tutto: se qualcuno recita soltanto una certa cosa per tutta la vita poi si stanca, capita a molti comici di deprimersi e di sentirsi demotivati. Senza falsa modestia credo di avere dei buoni potenziali brillanti, mi piacerebbe ad esempio a 17 anni di distanza dal nostro “Perdiamoci di vista” tornare un giorno a lavorare con Carlo Verdone, da allora in poi ho sempre seguito tutti i suoi film con enorme piacere e divertimento”.
“Come si è trovata in scena con i suoi partner e con Paolo Costella?”
“L’idea di recitare insieme a Vincenzo Salemme mi ha messo subito di buon umore perché è un attore simpatico, pieno di idee, imprevedibile e quindi molto creativo nei suoi tempi, ti prende sempre di sorpresa per la sua meravigliosa capacità di improvvisare al volo, arricchisce sempre tutto e non recita mai di nuovo una certa scena in maniera uguale alla precedente. Sul set il copione iniziale cambiava continuamente perché sia lui sia gli altri attori portavano ogni giorno nuovi suggerimenti ed invenzioni sempre diverse. All’inizio ero un po’spaventata, era difficile “andare dietro” a lui e a tutti gli altri, la Betty che interpretavo non era una “spalla” come il personaggio che avevo recitato con Verdone a cui non era richiesto di far ridere, qui invece era importante che anche lei fosse brillante ed era perciò necessaria molta concentrazione ma dovevo star dietro a tutti quei pazzi.. spero di esserci riuscita, comunque. Alessandro Gassman è un grandissimo attore capace di passare dalla commedia ai film drammatici e al teatro sperimentale, ma anche lui è bravissimo ad improvvisare e mi ha aiutato molto nelle scene che avevamo in comune, la nostra è stata una bella gara tra “romanacci”, ci siamo divertiti tanto. Anche con Costella è andato tutto benissimo, sul set è stato aperto alle proposte di tutti e si è rivelato una guida amichevole ed autorevole senza essere mai autoritario, è un regista simpatico, “leggero” intelligente e colto, avevamo molte cose da raccontarci e da proporci e poi improvvisavamo arricchendo di comune accordo quasi ogni scena andando al di là del copione già brillante. Tenendo presente ad esempio che Betty ha un’aggressività molto pronunciata e che così come “sbatte” la carne “sbatacchia” pure le persone ho rivelato a Paolo che da anni praticavo la boxe e allora abbiamo subito aggiunto una sequenza in cui lei infila i guantoni e Gaetano si attrezza per parare malamente i colpi. Salemme era terrorizzato di ricevere davvero in faccia i pugni che in scena doveva incassare solo per finta, gli davo certe “caracche” micidiali..”