baciato dalla fortuna intervista a Vincenzo Salemme

Vincenzo Salemme

“Come è nato il progetto di questo film?”

“Siamo partiti da un mio atto unico scritto diversi anni fa, “Fiore di ictus”, modificando in parte la storia iniziale di un uomo conteso tra due donne. Volevo provare ad interpretare per il cinema una storia brillante pensata da me ma diretta da qualcun altro, mi piace recitare con qualcuno che mi guarda e così quando ho conosciuto da vicino ed apprezzato Paolo Costella sul set del film con Massimo Boldi “A Natale mi sposo” gli ho chiesto di occuparsi della regia di questa storia ritagliata sulle mie caratteristiche comiche. Avevo già avuto un’esperienza di scrittura “allargata” con Ugo Chiti in “Sms” e “No problem”, due recenti film di cui ero stato sia interprete che regista, ma di “Baciato dalla fortuna” io sono autore solo in parte”, sia Costella sia gli sceneggiatori sono intervenuti in modo decisivo con la loro creatività autonoma”.

“Che cosa vi siete riproposti con questa nuova storia?

“Si tratta di una commedia molto vera ma mai volgare che non risparmia nessuno, una bella critica – con un sorriso sulle labbra che però fa riflettere – anche sulla vita di provincia e le piccole/grandi cattiverie che la sovrastano: mette a nudo vizi, difetti e qualche virtù di tutti e parla della falsità dell’essere umano, di come quando una persona da povera diventa ricca e vede cambiare atteggiamento nei suoi confronti da parte di tutti quelli che ruotano nella sua esistenza. Ma c’è anche il tipico caso della comicità che deriva da un disagio, il protagonista è un “passaguai” e fa ridere per questo, conteso com’è da un ex moglie, dalla compagna del momento e da quella che diventerà la successiva: è un po’ la situazione tipica del piccolo uomo borghese   travolto da eventi più grandi di lui e ho voluto inserire per questo un napoletano in una provincia del Nord, fuori posto con l’ambiente, in modo che fosse più a disagio con la vita e con le donne, la scelta serviva a renderne credibili lo spiazzamento e lo spaesamento”.

“Siete stati fedeli al testo scritto o c’è stata l’opportunità di improvvisare?”

“La base teatrale da cui proviene la storia è importante, abbiamo prima provato e poi improvvisato molto anche in fase di riprese, lavorando sempre di più sulla precisione, in maniera maniacale. La commedia gira intorno a me che ne sono il protagonista ma è corale ed i vari personaggi che la animano sono tutti interpretati da attori bravissimi che per fortuna inevitabilmente hanno conquistato una propria vita autonoma, alimentando un tipo di comicità molto popolare in grado secondo me di piacere ad ogni tipo di pubblico. Per quanto riguarda l’ipotesi di inventare qualcosa in scena questo è un po’ il mio mestiere di sempre, se il regista me lo chiede mi diverto di più quando posso immaginare qualcosa di nuovo sul momento ma sono felicissimo anche quando devo attenermi a recitare copioni rigidi come è accaduto ad esempio per “Baaria” di Giuseppe Tornatore, l’importante è che il regista sappia bene quello che vuole e che sia preciso con te nelle sue indicazioni”.

“Come si è trovato con i suoi colleghi di lavoro?”

“Tra me e Paolo Costella si è consolidata una bella intesa, lui con me ride molto con me e non credo che finga.. e questo per un attore comico è molto importante. Per quanto riguarda Alessandro Gassman ci vogliamo bene e ci seguiamo ed.. inseguiamo da tempo, siamo molto legati e penso che lavoreremo presto insieme in nuovi progetti. Ma devo dire che mi sono trovato benissimo con chiunque, valga pe per tutti Paola Minaccioni che interpreta la mia ex moglie: la stimo tantissimo, è una delle attrici più divertenti in circolazione..”.

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