28 agosto “Shadowhunters – Città di Ossa” di Harald Zwart con Lily Collins, Jamie Campbell Bower, Kevin Zegers, Robert Sheehan, Jonathan Rhys Meyers, Lena Headey
Una giovane donna, dalla vita apparentemente normale, scopre un mondo nascosto e uno straordinario destino in Shadowhunters – Città di Ossa (titolo originale The Mortal Instruments: City of Bones) il tanto atteso adattamento su grande schermo del primo grande successo fantasy della scrittrice Cassandra Clare. Clarissa “Clary” Fray (Lily Collins) viva tranquillamente a Brooklyn, quando all’improvviso inizia a vedere cose sorprendenti e, all’apparenza, impossibili. Altrettanto inaspettatamente, la madre (Lena Headey), single, scompare dopo una lite furiosa. È così che Clary, sulle tracce della madre assieme a Simon (Robert Sheehan), suo migliore amico, inizia a scoprire gli oscuri segreti e le più tenebrose minacce del mondo nascosto degli Shadowhunters, guerrieri per metà uomo e per metà angeli che hanno protetto l’umanità dalle forze del male per secoli. Circondata da demoni, stregoni, vampiri, licantropi e altre creature sovrannaturali del Mondo delle Ombre, Clary si affida ai giovani Shadowhunters Jace (Jamie Campbell Bower), Isabelle (Jemima West) e Alec (Kevin Zegers) per ritrovare e proteggere un’antica Coppa custode della chiave di accesso al futuro di sua madre. Scoprendo doti e un coraggio che mai avrebbe pensato di avere, la giovane si scopre temibile avversaria di una schiera di implacabili nemici. Shadowhunters – Città di Ossa ha, tra i principali interpreti, Lily Collins (Biancaneve; Priest), Jamie Campbell Bower (The Twilight Saga: Breaking Dawn, Harry Potter e i Doni della Morte), Robert Sheehan (Killing Bono, L’ultimo dei Templari), Kevin Zegers (Gossip Girl, Transamerica), Lena Headey (Il Trono di Spade, 300), Kevin Durand (Resident Evil Retribution, Son oil Numero Quattro), Aidan Turner (Lo Hobbit: un Viaggio Inaspettato), Jemima West (I Borgia, Maison Close), Godfrey Gao (All About Women, Say Yes), con CCH Pounder (The Shield, Warehouse 13), con Jared Harris (Sherlock Holmes: Gioco di Ombre, Mad Men) e Jonathan Rhys Meyers (I Tudors, Mission Impossible: III). Shadowhunters – Città di Ossa vede la regia di Harald Zwart (The Karate Kid) su sceneggiatura di Jessica Postigo Paquette (Tarzan). Il film è prodotto da Robert Kulzer (Resident Evil: Retribution) e Don Carmody (Chicago). I produttori esecutivi sono Bob Shaye (Il Signore degli Anelli), Michael Lynne (Il Signore degli Anelli) e Martin Moszkowicz (Resident Evil: Retribution) con Geir Hartly Andreassen (Max Manus: Man of War) direttore della fotografia, François Séguin (The Karate Kid) alla scenografia e Gersha Phillips (The Whistleblower) ai costumi. Il film Shadowhunters – Città di Ossa è una co-produzione tra la tedesca Constantin Film GmbH e la canadese Unique Features (TMI) Inc. Production. Nella scala MPAA, Shadowhunters – Città di Ossa rientra nella categoria PG-13 (vietato ai minori di 13 anni, non accompagnati dai genitori) per le seguenti motivazioni: intense sequenze di azione e violenza fantasy e contenuti suggestivi.
LA PRODUZIONE
Nel 2007, l’autrice Cassandra Clare presenta ai giovani lettori la riottosa guerriera, Clary Fray, in The Mortal Instruments: City of Bones, il primo, sorprendente, passo in quello che sarebbe diventato un impero di avventure fantasy. Nel magico mondo di Clare, tessuto con attenzione, una giovane donna si trova circondata da stregoni, vampiri, licantropi, demoni e dai misteriosi Shadowhunters, razza nascosta agli umani, ibrida di esseri per metà angelo e per metà uomo, che ha segretamente protetto il genere umano dal più grande dei mali. Nel 2003, Clare inizia a dedicarsi alla scrittura di serie best-seller per adolescenti sul New York Times, USA TODAY, Wall Street Journal e Publishers Weekly nel 2003. “Sono sempre stata una grande fan di racconti epici e fantasy sul bene e il male”, racconta. “Volevo scrivere un romanzo di formazione incentrato su una ragazza, di quelle che non se ne vedono spesso in giro; volevo ambientarlo a New York, dove mi ero appunto trasferita, innamorandomi della sua meravigliosa e strabiliante storia.” Quattro anni dopo, The Mortal Instruments: City of Bones riempie gli scaffali delle librerie rivelandosi un fenomeno mondiale, seguito non solo dal lancio di 5 altri romanzi su Clary Fray e gli Shadowhunters nella saga di The Mortal Instruments, ma anche della trilogia ambientata nel Mondo delle Ombre magistralmente immaginato da Clare: Le Cronache di Bane, I Dispositivi Infernali e Gli Artifici Oscuri. The Mortal Instruments: City of Bones è stato concepito come progetto cinematografico nel 2009, progetto che Clare dice di aver desiderato ma che, aggiunge, non avrebbe mai pensato potesse realizzarsi. “Si è dimostrato un vero e proprio viaggio il percorso da un’idea ancora allo stato embrionale del libro, alla produzione stessa del film”, commenta Clare. “Ed è stato incredibile. Quando scrivi un libro, speri sempre che ne possa un giorno uscire un film, ma non ci conti su. Non riesco a crederci ancora.” Il Produttore Robert Kulzer ha letto la serie The Mortal Instruments di Clare su suggerimento dei colleghi Bob Haye e Michael Lynne, produttori di film di grande successo come il media franchise de Il Signore degli Anelli. “Quando leggi un romanzo, scopri un mondo nuovo”, dice Kulzer. “Ho scoperto di voler conoscere meglio questi personaggi nel loro incredibile viaggio di scoperta. Molte sono le sorprese di questo mondo e in questo film abbiamo intenzione di ricreare la stessa sorpresa.” Kulzer ha condiviso questa scoperta con Don Carmody, con il quale ha prodotto i cinque sequel del famosissimo Resident Evil. “Dopo il successo di Twilight, ogni produttore cinematografico cerca di proporre un proprio equivalente”, dice Kulzer. “Dopo aver letto questi libri, abbiamo capito che potevano diventare un grande movie franchise.” Mentre per Carmody il mercato della fiction per adolescenti era un mondo ancora del tutto inesplorato, in questo caso gli esperti su cui contare erano a portata di mano. “Ho scoperto che le mie figlie adolescenti sono grandi fan dei libri”, commenta il produttore. “Sono sempre state un po’ indifferenti ai film che realizzo, ma questo le ha rese osservatrici. The Mortal Instruments è quello che vogliono vedere sullo schermo. Quando ho iniziato a guardami attorno e mi sono reso conto di quanto grande fosse il pubblico dei romanzi, mi sono lanciato in questa avventura con entusiasmo.” I libri sono stati tradotti in 36 lingue con oltre 22 milioni di copie stampate in tutto il mondo. Travolgente racconto epico che attraversa i secoli e i continenti, la serie ha ispirato una folta schiera di appassionati fan con cui Clare resta sempre in contatto nelle sue apparizioni di persona e sui social media. “Come autrice, uno degli aspetti più sorprendenti di questa esperienza è stata la capacità di creare un mondo che partisse dalla mia mente e in cui, adesso, vogliono vivere tante persone” commenta. “Cerco di restare in contatto con loro il più possibile online, attraverso i gruppi di lettori, le presentazioni e i viaggi. È stato meraviglioso poter condividere l’emozione con persone coinvolte nella storia, almeno quanto me. Amano i personaggi come se fossero parte della famiglia, e oggi adorano gli attori che interpretano gli eroi del libro.” Per quanto siano avvincenti gli elementi fantasy del libro, Carmody ritiene che il suo fascino nasconda radici più profonde. “Si tratta di una giovane donna che scopre la sua vera identità”, commenta. “È una premessa brillante, una storia intensa, pur affrontando tematiche di particolare interesse per i giovani, sempre alla ricerca di se stessi.” I produttori hanno lavorato due anni alla stesura della sceneggiatura, consapevoli di essere sotto la lente di ingrandimento della folta schiera di fan di Cassandra Clare. “Abbiamo dovuto fare molta attenzione a modificare la trama o un personaggio”, ricorda Carmody. “Dovevamo rendere il film più fedele possibile ai libri.” La sceneggiatrice Jessica Postigo Paquette ha avuto il compito di scegliere tre capitoli in cui viene delineato il personaggio di un’invidiabile eroina. “Quando ho letto per la prima volta The Mortal Instruments, mi sono innamorata di Clary Fray”, afferma Postigo. “E’ tutt’altro che una principessa affranta, è una che manda tutti al diavolo. Viene spinta in questo mondo parallelo che nessuno avrebbe immaginato potesse esistere e lo affronta impavidamente.” “Adoro anche il realistico sfondo urbano”, confessa Postigo. “Clary vive a Brooklyn e la sua vita non è affatto piacevole o perfetta. Nonostante li conosca da anni, non mi stanco mai. Voglio rimanere legata a loro.” Postigo afferma che la responsabilità più grande è nei confronti di Clare e dei fan dei suoi libri. “Per me è stato molto importane proteggere il personaggio di Cassandra”, riferisce Postigo. “È così che l’ho vista. Ho così tanto rispetto per il mondo da lei creato. I libri di The Mortal Instruments sono diversissimi da ogni altro romanzo per adolescenti che io abbia mai letto”. È stata molto attenta al parere dell’autrice. “Cassandra ha avuto un ruolo fondamentale”, commenta Postigo. “Ci siamo consultati spesso in fase di stesura della sceneggiatura. Ha sempre capito le nostre preoccupazioni e, talvolta, ci ha fornito soluzioni che non avevamo considerato. Ha una voce bella e potente, la sua collaborazione è stata molto preziosa”. Clare ha, altresì, trasmesso ai produttori l’intima consapevolezza dei propri lettori. “I fan ci hanno incoraggiato molto”, dice Carmody. “So che è stato fondamentale il ruolo di Cassandra in tutto questo processo. Nessuno meglio di lei conosce a fondo questa storia. È stata di grande aiuto nella selezione del cast e nella comunicazione con i fan.” Con la sceneggiatura ancora in fase di stesura, trovare il regista giusto era il passo successivo in questa equazione. “Eravamo alla ricerca di qualcosa di molto particolare per la nostra regia: qualcuno che avesse già lavorato nel mondo del genere letterario e che sapesse in che modo gestire gli elementi fantasy del libro con effetti speciali e sapesse creare un mondo originale.” Quando Harald Zwart, appena reduce dal remake di enorme successo di The Karate Kid con Jaden Smith, è arrivato per incontrare i produttori, si è rivelato subito il regista giusto per il film, con un approccio meno orientato al genere letterario e più attento alla prospettiva del personaggi. “Harald si è innamorato dei personaggi e del loro universo”, afferma Kulzer. “Ha voluto ricrearli proprio così come sono descritti nel libro. Harald si è presentato con un’intera cartellina piena di fogli e copertine logore che era riuscito a mettere assieme. Si era immaginato i personaggi, le scene, le sfumature dei colori, persino la magia, e tutto con grandissimi dettagli.” Dopo un unico incontro di due ore, Zwart è stato reclutato. “Ho detto, Harald, ho la sensazione che tu voglia davvero fare questo film,” commenta Kulzer. “Ha accettato di abbandonare ogni altra cosa per concentrarsi sulla preparazione di questo film. Si è immerso in questo mondo, dedicandosi alla lettura di tutti i blog dei fan per apprendere cosa piacesse e cosa non piacesse a loro. Se aveva domande, si rivolgeva direttamente a Cassandra, il che ha reso il processo molto trasparente e fluido, visto che lei è così tanto legata ai suoi fan. Non appena condividevamo con loro un minimo aspetto del film, ricevevamo immediatamente migliaia di riscontri.” Il regista riferisce di essere stato assorbito dall’emozione e dalle possibilità visive della storia, ma il suo più forte legame è stato con i personaggi, soprattutto con Clary. “Per certi versi, si tratta di un vero romanzo poliziesco che racconta la storia di una giovanissima protagonista alla ricerca di qualcosa che ha perduto”, commenta. “In questo percorso, scopre che tante delle cose che credeva fossero vere, in realtà non lo sono. Ogni giorno, il personaggio ha un attimo di smarrimento in cui ogni cosa subisce uno stravolgimento. Ma Clary è una ragazza piena di forze in grado di assumere il controllo della propria vita. Una delle cose che ho più amato di questo personaggio è quando le viene detto da qualcuno di non fare qualcosa e invece tu sai che lei lo farà.” Zwart e Clare hanno legato fortemente ed hanno lavorato a stretto contatto per creare un modo coeso per la storia. “La prima volta che ho incontrato Harald a Los Angeles, ha affrontato tutte queste questioni”, afferma Clare. “È stato molto divertente parlare per ore con qualcuno di un argomento a cui avevo pensato per sette o otto anni. A questo punto, mi appare tutto molto reale. Non aveva alcuna esperienza con il genere fantasy, per questo motivo è rimasto affascinato dalle regole e dai meccanismi che è necessario osservare una volta stabiliti. In Harry Potter, sai di dover puntare una bacchetta e recitare una formula per compiere una magia. La magia, in questi libri, è completamente diversa, ma segue meccanismi altrettanto coerenti.” Aspetto ancora più importante per Clare, Zwart è entrato in empatia con le vite emotive dei personaggi. “In questo genere letterario, è facile essere attratti dalla parte visiva, e lui ha esattamente compreso questo aspetto. Ma sa anche che indipendentemente dall’originalità, il film non sostituirà mai le ricche vite interiori e i legami emotivi tra i personaggi. Harald è un grande registra, con una spiccata attenzione a tutti i tipi di relazione: di famiglia, di amicizia e d’amore. Ha saputo rendere tutto davvero reale.” Zwart ha chiesto anche il parere di Clare sul modo migliore per adattare l’intricata narrativa alla lunghezza di un film a soggetto. “Quando si adatta un libro molto famoso, è necessario prendere delle decisioni difficili”, commenta Zwart. “Devi rinunciare a certe cose, magari un aspetto non funziona per la logica del film o è un ostacolo allo svolgimento della storia o magari ci sono semplicemente problemi di budget. Ci siamo impegnati a fondo per conservare gli aspetti fondamentali e, per fortuna, Cassandra ha supportato le nostre scelte.” Clare sembra più una fan che un’autrice di best seller quando parla del film. “Poter effettivamente vedere la Città di Ossa, la serra, l’Istituto, Java Jones, l’appartamento di Clare: tutti questi luoghi che ho descritto nei libri, è un’esperienza stupefacente”, afferma Clare con stupore. “I fan incontreranno finalmente i personaggi che hanno imparato ad amare.” IL MONDO DELLE OMBRE Nella serie di libri di The Mortal Instruments, il mondo che conosciamo è racchiuso in un altro mondo nascosto, popolato da esseri magici impegnati in una costante lotta antagonista tra il bene e il male. Noto come Mondo delle Ombre, questo universo custodisce misteri che risalgono a centinaia di anni fa, un tempo in cui l’oscurità minacciava di inghiottire la terra. Dieci secoli fa, la Morte Oscura devastò l’Europa e infinite Guerre Sante lacerarono il Medio Oriente. Secondo l’elaborata mitologia di Cassandra Clare, tracciata con meticolosità, oltre questo conflitto si nascondevano forze demoniache impegnate a distruggere l’umanità e assumere il controllo del mondo. Nel timore che il male stesse per trionfare sul bene, l’Angelo Raziel ricorse a disperati rimedi. Mischiò il proprio sangue con quello di un uomo racchiuso in un misterioso calice di cristallo. Chiunque avesse bevuto da questo Calice Mortale sarebbe entrato a far parte di una razza ibrida per metà umana e per metà angelo, nota come i giganti Nefilim, più comunemente conosciuti come Shadowhunters, cacciatori delle ombre. Questa singolare razza, dotata di grande forza e magiche capacità, protegge, da sempre, il mondo umano dai demoni. Questa battaglia si gioca nel Mondo delle Ombre, all’oscuro del genere umano, che continua a vivere le proprie vite all’insaputa di ciò che accade. “Il Mondo delle Ombre non è un universo alternativo”, afferma il produttore Don Carmody. “Esso è qui, adesso. Gli umani neppure se ne rendono conto, a meno che non siano essi stessi degli Shadowhunters, impegnati a controllare i demoni e altre creature che, sfuggendo di mano, cercano di attraversare il loro mondo per raggiungere il nostro.” Gli Shadowhunters inseguono i loro nemici implacabilmente, noncuranti del pericolo. “Mi affascina il loro altruismo”, afferma Carmody. “È una vita molto difficile. Corrono sempre il pericolo di essere feriti o uccisi, ma non ci pensano due volte ad intervenire non appena un demone oltrepassa la linea.” Nonostante la loro forza e le incredibili capacità, gli Shadowhunters sono esseri mortali con fragilità umane. “È importante ricordare che si tratta di esseri umani, con emozioni umane e una vita difficile”, chiarisce Clare. “Gli umani ne ignorano l’esistenza, tanto meno il rischio che corrono ogni giorno.” Il loro compito principale è respingere i demoni, fonte immortale di ogni male, che cercano continuamente di strappare agli umani il controllo della terra. Queste creature interdimensionali che viaggiano da un mondo all’altro, distruggendo qualsiasi cosa lungo il loro cammino, si dividono tra demoni inferiori e demoni superiori, con dozzine di sottospecie. Ogni volta che vengono ‘uccisi’, in realtà, non muoiono ma tornano alla propria dimensione naturale dove continuano a vivere fino a quando non guariscono dalle loro ferite. “Talvolta i demoni si confondono e assumono le sembianze di altri umani, talvolta sono semplicemente invisibili all’occhio umano”, spiega Clare. “Viaggiano per il mondo, assassinando altre persone, prendendone i corpi e distruggendo quanto creato. Gli Shadowhunters sono la sola nostra difesa contro questi predatori.” Il Mondo delle Ombre brulica di altre creature soprannaturali, note anche come Downworlders. Tra i Downworlders, stregoni, fate, vampiri e licantropi, ognuno con le proprie abilità e storie uniche. Gli stregoni, come il protettore Magnus Bane di Clary Fray, sono la progenie di umani e demoni, spesso immaginati per gli inganni. Conosciuti anche come i Figli di Lilith, sono immortali e i loro avi demoniaci consentono loro di compiere magie. Possono essere uomini o donne, e sono i più potenti tra i Downworlders. Vampiri e licantropi sono umani infettati da virus demoniaci. Nel caso dei licantropi, l’infezione può essere trasmessa con il solo morso oppure da genitore a figlio. La capacità che li contraddistingue di passare dalle sembianze umane a quelle di un lupo dipende, all’inizio, dalle fasi lunari, ma con l’esperienza possono imparare a controllare questo potere. Vivono in branchi e il clan di New York ha come leader Luke Garroway, intimo amico della madre di Clary Fray, Jocelyn. I vampiri, noti anche come Figli della Notte, sono bevitori di sangue costretti a cacciare tra il tramonto e l’alba. Un umano può trasformarsi in vampiro bevendone il sangue e subendone il morso attraverso cui bevono il sangue. Secondo la tradizione, vampiri e licantropi sono nemici mortali, entrambi in guerra con gli Shadowhunters in passato, ma adesso in pace con loro in virtù di uno scomodo accordo. “Con i Downworlders dalla loro parte, gli Shadowhunters hanno maggiori possibilità di sconfiggere i demoni,” precisa Clare. “Ma tra loro c’è molto attrito. Non è diversa dall’alleanza NATO. Sono uniti contro una grande minaccia, ma i continui mutamenti di alleanza e inimicizie li rendono molto instabili.” “Poiché i comuni esseri umani ignorano la lotta mortale che si svolge attorno a loro, gli Shadowhunters e i Downworlders provano un po’ di sdegno nei loro confronti”, specifica Clare. “Fanno riferimento a loro come a dei ‘mondani’. Ho preso il termine da amici che giocano a Dungeons & Dragons. È così che definiscono chi non gioca. Ho pensato che si trattasse di una terribile frase evocativa. Chiunque non sia effettivamente uno Shadowhunter o un essere soprannaturale è un mondano.” Fino a quando non incontra gli Shadowhunters, Clarissa Fray, alias Clary, non crede nella magia. “Non è interessata al soprannaturale,” spiega Clare, “quando, però, all’improvviso inizia a vedere quest’altro mondo. Perché lei stessa è una Shadowhunter, o forse qualcosa di più”. La ricerca di Clary in tutta la serie è rivolta al recupero e alla difesa di ciascuno dei tre elementi magici al centro della lotta degli Shadowhunters. “I tre Strumenti Mortali sono elementi necessari per la sopravvivenza e la continuità della razza degli Shadowhunters”, precisa l’autrice. “Abbiamo la Coppa Mortale che Clary e gli altri ricercano nella Città di Ossa. Abbiamo, poi, la Spada Mortale che gli Shadowhunters utilizzano in battaglia e in tempo di pace, quando può obbligare ogni Shadowhunter a dire la verità. Infine, lo Specchio Mortale, perso nell’antichità. Questo film è costruito attorno alla Coppa Mortale, gli altri Strumenti Mortali saranno protagonisti di altri sequel.” La Coppa Mortale è quella in cui Raziel mischia il proprio sangue con quello degli umani. Chiunque ne beva il contenuto si tramuta in uno Shadowhunter. “Gli Shadowhunters continuano ad usarlo per creare più Shadowhunters”, indica Clare. “Ha, inoltre, il potere di guarire e di conferire virtù uniche agli Shadowhunters. Per secoli, è stata custodita con cura dal Conclave, l’entità che vigila sugli Shadowhunters in tutto il mondo, ma è stata perduta anni prima che avesse inizio la nostra storia e la caccia alla stessa è il motore che spinge la storia.” Ciascun guerriero concentra abilità uniche rese manifeste da elaborati simboli che compaiono sui loro corpi. Questi segni assumono la forma di rune, antichi simboli magici con origine nel Nord Europa. Clare sostiene di aver sentito parlare di rune, per la prima volta, da un amico a New York, il quale aveva tracciato una serie di simboli sulla base di alcuni disegni tradizionali. “Le rune fungevano, in origine, sia da alfabeto sia da talismani magici,” afferma. “Ognuna di esse possiede un significato unico. I guerrieri le esibiscono in battaglia perché ritengono che le rune possano proteggerli contro le ferite ed elevarli alla vittoria contro il male. Ecco perché ho pensato … e se fosse esistita una razza che ha usato la magia e questi simboli per lottare contro i demoni? Ecco, questo è stato uno stimolo importante per la scrittura dei libri.” Grazie alla prima generazione di Shadowhunters di Raziel, per essere assistiti nella lotta contro i demoni, alcune rune sono temporanee, svaniscono con il tempo, mentre altre ancora sono permanenti. “Nella nostra storia, una volta tatuate su un corpo, queste rune permettono di acquisire un potere speciale”, specifica Zwart. “Puoi diventare invisibile o essere più forte. Possono guarire le ferite o fermare il tempo. Le rune sono la fonte e il simbolo delle abilità degli Shadowhunters.” Il misterioso Mondo delle Ombre rimane nascosto agli occhi dei terreni con il solo uso dell’incanto, formule magiche che possono far apparire una maestosa cattedrale, una vecchia chiesa fatiscente, ricoperta di graffiti, come accade con l’Istituto, magica roccaforte degli Shadowhunters. “In ogni grande città esiste un Istituto, generalmente costruito su un suolo sacro”, commenta Clare. “A New York, c’è una enorme cattedrale che io ho basato su quella di St. Patrick. Per gli Shadowhunters funge tanto da santuario quanto da terreno di guerra. Così, quando Clary si trova in pericolo nel mondo soprannaturale, viene portata all’Istituto in quanto luogo più sicuro conosciuto dagli Shadowhunters.” In Shadowhunters – Città di Ossa il mondo mitologico di Cassandra Clare è stato proiettato in una ricca e affascinante terra tridimensionale. “All’inizio la mitologia sembra molto complicata”, sostiene Zwart. “Ma una volta che entri in questo mondo, ti rendi conto che Cassandra è assolutamente riuscita a dare un senso a tutto. Logica reale e bellezza si fondano e restano saldamente unite tra loro nel film.”
GLI Shadowhunters
Quando Clary vede tre Shadowhunters (Jace Wayland e Alec e Isabelle Lightwood) uccidere un ragazzo in un nightclub, intravede per la prima volta ciò che sta accadendo nel Mondo delle Ombre. E’ spaventata e confusa perché sembra essere l’unica a poterli vedere. “Jace, Alec e Isabelle stanno lottando contro un demone”, precisa Collins. “E sono esseri quintessenzialmente belli, persone fantastiche che sembrano un po’ irreali. Il fatto che lei riesca a vederli, tuttavia, è una sorpresa tanto per loro quanto per lei, poiché lei dovrebbe essere una terrena.” Secondo Carmody, il personaggio di Jace è stato per i produttori uno dei compiti più ardui da affrontare. “E’ bellissimo e estremamente intelligente. Jace è più saggio dei suoi anni, uccide demoni da molto tempo ormai. Ha una visione sardonica di quello che fa perché si rende conto di proteggere questi umani dalle cose stupide che li coinvolgono. È nobile, ma non troppo.” Milioni di fan avevano le idee molto chiare su Jace, che è strettamente collegato a Clary in tanti modi, nei sei libri. “Avevamo bisogno di un attore speciale” specifica Kulzer. “Siamo stati fortunati che Lily abbia voluto essere coinvolta nel casting e abbia voluto accertarsi che ci fosse una vera e propria chimica. Abbiamo scelto Jamie Campbell Bower per quella sua qualità leggermente eterea, ma molto pericolosa, che abbiamo ritenuto essere perfetta. Alla prima lettura con Lily, senza esagerare, sono volate scintille.” “Il personaggio di Jace è vibrante, accattivante, misterioso e molto impudente”, commenta la Collins. “E’ un personaggio che piace”. Non ha paura di mostrare la propria insicurezza. Jamie mette tutto questo sul tavolo. Porta a termine ogni sua impresa rischiosa con il sorriso sulla bocca ed è stato veramente orgoglioso del proprio lavoro.” Il personaggio è impudente, conferma Bower, ma lo è con una vera e propria giustificazione. “Sa che il suo compianto padre è stato un grande Shadowhunter”, afferma l’attore. “Jace è molto bravo in quello che fa. Sa anche che le donne ne sono attratte. Ma quella impudenza si rivela pericolosa perché lo spinge ad assumersi molti rischi.” Bower, tra i cui precedenti meriti è possibile menzionare Caius nella “Saga di Twilight” e il ruolo principale di Re Artù in “Camelot”, l’epico adattamento televisivo della leggenda classica di Artù, sottolinea che la vulnerabilità di Jace si nasconde sempre sotto le apparenze. “Sembra molto forte, l’archetipo del guerriero, ma è ancora un ragazzo. Mi diverte la schiettezza di cui si serve per nascondere la propria vulnerabilità. È molto sarcastico e si nasconde dietro il proprio umore, soprattutto per sfuggire da una situazione poco opportuna o per lui pericolosa.” “Jace è attirato verso Clary da una specie di forza che non aveva mai provato prima”, commenta. “Per di più, lei è davvero bellissima, il che non guasta. Insomma, è destinato ad innamorarsene. Il fatto che lei sia una terrena la fa apparire ancora più affascinante. Quando scopre che non lo è, la situazione diventa ancora più intrigante.” La love story è l’elemento che ha attirato Bower, in primo luogo, verso la sceneggiatura. “Ovviamente, adoro il mondo dei demoni e i Downworlders, ma questo è un film anche molto reale”, commenta. “Credo che anche il pubblico voglia questo. Sono molto orgoglioso di aver fatto parte del team e di aver avuto la possibilità di lavorare su un libro così amato.” Una volta che i produttori hanno avuto dentro Collins e Bower, hanno iniziato a costruire il resto. “La cosa più importante è stata trovare veramente grandi attori”, sostiene Zwart. “È un film dove vieni travolto dagli effetti speciali e dalla fantasia, ma se gli attori non sono appunto superlativi, non funziona. Ad esempio, abbiamo lavorato per estrapolare gli elementi fantastici dal libro e trasporli nella realtà per rendere le performance credibili al grande pubblico.” Jace è affascinata da Clary, ma i suoi compagni, i fratelli Alec e Isabelle Lightwood, non sono altrettanto attratti dall’insolita ragazza. Spaventati dal fatto che possa nascondere una terribile serie di malvagità, la avvertono come una potenziale minaccia, ma Jace con impulsività la conduce nel loro mondo. “Isabelle deve essere bella, dalla forte fisicità”, commenta Kulzer. “Jemima West ha un’aria aristocratica che appare perfetta per il personaggio.” Nonostante la West non avesse letto i romanzi, la sceneggiatura stessa è stata una ragione sufficiente per coinvolgerla. “Era una storia cool”, racconta. “E sapevo che erano stati coinvolti grandi attori come Lily e Jamie insieme. Dopo che mi è stata offerta la parte, ho letto tutti i libri e ne sono rimasta affascinata.” “Quando abbiamo fatto la prima lettura come cast, sono stata spiazzata dal resto degli attori,” prosegue. “Erano tutti concentrati per dare il meglio di sé. Quando ti trovi con attori che lavorano duro e si divertono, non puoi aspettarti di meglio.” Il senso di lealtà e di famiglia del personaggio ha catturato West. “Isabelle ha dei valori molto forti,” commenta. “Nessuno può ostacolare la sua famiglia, di cui fa parte Jace, ecco perché si rivela così dura nei confronti di Clary e Simon. Mi sono affezionata a lei. A volte dice cose senza pensarle veramente, questo denota in lei un lato schiettamente umano.” Isabelle ha tante obiezioni contro la possibilità di consentire a Clary di entrare a far parte della cerchia. “Innanzitutto, pensa ‘che diavolo ci sta facendo qua la terrena?’”, dice West. “E non solo è terrena, è anche un’altra ragazza. Isabelle era abituata ad essere la sola.” Clare encomia l’abilità dell’attrice nel portare sia tenerezza sia accanimento allo Shadowhunter. “Jemima ha tutto il calore di Isabelle, ma mostra anche l’atteggiamento di chi non necessariamente vuole gettarsi in una lite, soprattutto quando ha con sé la propria frusta.” Isabelle e suo fratello maggiore Alec sono cresciuti con Jace dopo che è rimasto orfano. Sempre uniti come gemelli, Alec e Jace lottano contro i demoni l’uno al fianco dell’altro. I produttori hanno scelto Kevin Zegers per recitare nel ruolo. “Abbiamo girato un film con lui anni fa, dal titolo Wrong Turn”, racconta Kulzer. “Si è trattato di un giovane cast incredibilmente vivace, ma la fila fuori dalla roulotte di Kevin era sempre la più lunga.” Alec si unisce alla sorella Isabelle nei sospetti su Clary. “A lui in particolare non piace nessuno che entri nella loro situazione”, afferma Zegers. “Lui ha molta meno pazienza per la sua bellezza e tutte quelle cose che Jace trova così attraenti. Clary è una variabile che nessuno aveva considerato e quando arriva tutto inizia a vacillare.” Il personaggio nasconde un segreto che lo rende un po’ un outsider tra gli Shadowhunters. “Alec è un bel personaggio complicato,” specifica l’attore. “È sempre interessante recitare nei panni di un ragazzo che nessuno riesce a tener fermo. Alec è essenzialmente un killer e lui pensa solo a questo. L’obiettivo principale della sua vita è svolgere il suo compito e farlo bene. Alcuni ragazzi, come Jace, sono per natura molto bravi. Alec deve invece lavorare sodo.” Clare e i suoi fan pensano che interpreti un Alec eccellente, molto fedele al ritratto tracciato nel libro. “E’ proprio come Alec dovrebbe essere”, sostiene. “Ha un po’ di quella altezzosità che caratterizza Alec”. Zegers ha un lungo curriculum di progetti minori, ma The Mortal Instruments: City of Bones dovrebbe farlo volare alle stelle”, sorride. “In questo film ci sono tante cose che mi piacciono, una storia appassionante e personaggi divertenti. Credo che anche il pubblico si divertirà.” Quando Clary si rifugia presso l’Istituto, base di allenamento e casa degli Shadowhunters, entra sotto la tutela di Hodge Starkweather, un provetto Shadowhunter che ha vigilato sull’educazione di Jace, Alec e Isabelle. “Hodge è uno dei miei personaggi preferiti,”, commenta Clare. “È stata un’emozione per me sapere che Jared Harris avrebbe recitato nel ruolo. Sono una grande fan di ‘Mad Man’ e il suo personaggio, Lane, è uno dei miei preferiti. Riesce a catturare il dilemma essenziale di Hodge. Hodge si trova in estremo conflitto con la sua vita e con ciò che secondo lui dovrebbero fare gli Shadowhunters del loro destino finale. Se c’è qualcuno che sia in grado di catturare queste sfumature di grigio, ebbene questo qualcuno è Jared.” Hodge deve ancora combattere con le conseguenze di scelte sconsiderate fatte in precedenza nella sua vita. “È essenzialmente un brav’uomo, ma ha preso delle cattive decisioni, è un ruolo sempre interessante da portare sulle scene”, afferma Harris. “La sua vita interiore è parte integrante della saga, quindi ci sono tante informazioni su cui è possibile costruire il personaggio. Lavorare su un personaggio come questo, in fondo, non è così diverso dal dare voce a un personaggio storico.” La natura conflittuale di Hodge lo porta a compiere azioni di cui in seguito si pente. “Ma non penso che Hodge sia cattivo,” sostiene Harris. “Ho già recitato nel ruolo di altri personaggi malvagi. Moriarty, che ho interpretato in Sherlock Holmes, era cattivo. Lui semplicemente non crede nel bene e nel male. L’ambiguità morale di Hodge emerge perché lui sa qual è la cosa giusta da fare, ma non la fa.” Negli ultimi 18 anni, Hodge è rimasto confinato nell’Istituto, con il divieto di abbandonare le stanze del Conclave. “Harald ed io abbiamo avuto l’idea di trasformare la maledizione che impedisce a Hodge di abbandonare l’Istituto in un effetto psicologico, una sorta di inganno mentale per Jedi”, osserva Harris. “Ma ciò non cambia il fatto che sia bloccato e desideri spezzare la maledizione. A questo punto, è pronto a fare quello che deve, anche se sa che è sbagliato.” Harris è sicuro che il film resterà fedele allo spirito del libro. “Personalmente, amo la mitologia” sostiene l’attore. “Reinventa tante storie a noi note e mette al centro una bella storia d’amore all’antica tra adolescenti, con protagonisti due giovani attratti l’uno dall’altra che scoprono di essere ostacolati da un impedimento.” Gli Shadowhunters si sono divisi, nei secoli, in separate fazioni: quelli che ritengono di essere stati concepiti per proteggere il mondo con altruismo e quelli che credono di dover essere ricompensati per i rischi da loro assunti. L’elegante ma pericoloso ribaldo del film, Valentine, interpretato da Jonathan Rhys Meyers, si trova nell’ultimo dei campi e i suoi complotti minacciano di sconvolgere gli eventi nel Mondo delle Ombre e nel mondo umano. “Valentine non è un personaggio cattivo, che dice idiozie o un mega ribaldo incredibilmente perfido”, commenta Carmody. “La sua pericolosità è nel suo charme. Rappresenta tutto ciò che uno Shadowhunter non dovrebbe essere. E ancora, ha cercato di farsi seguire da tutte queste persone nel cammino attraverso l’oscurità.” Tutti i luoghi di Valentine restano nascosti per la maggior parte del film, ma la sua presenza oscura infetta l’atmosfera. “Basta il suo nome per far venire i brividi di freddo alle persone,” aggiunge Kulzer. “Non appena Clary inizia ad indagare su quanto accaduto alla madre, appare ripetutamente, preparando così la scena per il momento in cui alla fine si mostrerà.” Clare dice che l’intelligenza covata da Rhys Meyers lo rende un Valentine ideale. “Ho apprezzato il lavoro di Jonathan sin dalla prima volta che l’ho visto in Velvet Goldmine”, commenta l’autrice. “Dona a Valentine una sorta di malvagia ragionevolezza. Pur sapendo che quanto dice sia fondamentalmente immortale, vuoi comunque essere d’accordo con lui. Un certo numero di persone, teoricamente buone, entra a far parte di questo Circolo. Quando per la prima volta ho postato online che Jonathan Rhys Meyers avrebbe interpretato il nostro Valentine, molte persone mi hanno risposto dicendo: ‘bene, mi unirei anche io al Circolo se fosse lui a guidarlo.’” Valentine è fuggito con la Coppa Mortale anni prima, dopo averla rubata. Adesso la rivuole ed è pronto a fare qualsiasi cosa per riaverla. “Valentine è innegabilmente carismatico, ma la maggior parte degli uomini lo sono,” commenta Rhys Meyers. “È stato in guerra così tanto che adesso conosce solo i conflitti. Sta cercando di salvare il suo popolo. Ha rubato la Coppa Mortale per non credere più nelle leggi del Conclave, braccio politico degli Shadowhunters. I suoi sperimenti con la stessa lo hanno reso per metà uomo e per metà demone.” Ogni volta che Valentine beve dalla Coppa Mortale, diventa sempre più forte. Valentine ha acquisito poteri che lo distinguono da ogni altro Shadowhunter della storia. Può invocare demoni, viaggiare attraverso il tempo e lo spazio, compiere magie che nessun altro Shadowhunter è in grado di fare. Performer dalla perfida inventiva, Rhys Meyers sorprende costantemente gli altri protagonisti. “Dopo aver girato la prima scena con Valentine, Jamie Campbell Bower mi ha detto in silenzio, “Mi spaventa un po’”, racconta Kulzer. “E Lily salta fuori e dice: ‘E’ fantastico, ma mi fa un po’ di paura.’ Quindi, ho risposto che volevamo che fosse proprio così.” “Anche durante le prove, la sua intensità era manifesta” sostiene Collins. “È così affascinante ed è questo che mi immaginavo quando ho letto il libro. Valentine è la persona più spaventosa e inquietante che esista per Clary, e lui ha saputo cogliere in pieno questo senso di minaccia.” Valentine è aiutato, nel suo tentativo di recuperare la Coppa Mortale, da Emil Pangborn e da Samuel Blackwell, due attaccabrighe letteralmente fuori misura interpretati, rispettivamente, da Kevin Durand e Robert Maillet. “Valentine non vuole sporcarsi le mani”, sostiene Clare. “Li guida affinché possano agire con quella violenza con cui lui non si sporcherebbe mai.”
FRAY E LA FAMIGLIA
La straordinaria ricerca di Clary esplode quando, di ritorno a casa, trova il suo appartamento sottosopra e sua madre, Jocelyn, sembra essere scomparsa. “In molti libri, capita di vedere un giovane ragazzo diventare un eroe”, commenta Clare. “Spesso il padre stesso è un eroe. Questa volta, volevo creare una eroina forte con una madre eroica. Jocelyn è, in effetti, una grande campionessa nel mondo degli Shadowhunters, ma l’esperienza è stata per lei così spaventosa che, adesso, la cosa più importante al mondo, è assicurarsi che sua figlia non viva mai niente di simile.” Mentre Jocelyn appare solo brevemente in The Mortal Instruments: City of Bones, le scene sono preparate per una sua discesa in campo più avanti nella saga. “Il frangente storico di Jocelyn nel corso dei sei libri è alquanto straordinario,” riferisce Kulzer. “Richiede un’attrice in grado di interpretare con credibilità una donna moderna ed elegante, a cui capita anche di essere un’eroina d’azione principale. Lena Headey, che è magnifica e ha interpretato sia Cersei Lannister in Il Trono di Spade sia Sarah Conner in The Terminator Chronicles, era all’apice della nostra lista di possibili attori da inserire nel cast.” All’inizio del film, Jocelyn lascia la sua vecchia vita di Shadowhunter per quella semplice di un’artista di Brooklyn. “Tiene segreto il suo passato a Clary perché vuole proteggerla,” afferma Headey. “Vuole che Clary abbia una vita normale. Ha fatto tutto il possibile affinché non venisse a galla la verità, arrivando addirittura a fissare un blocco magico nella memoria della figlia per evitarle di ricordare qualsiasi cosa del Mondo delle Ombre, ma Clary inizia a vedere cose inspiegabili.” L’attrice non vede l’ora di continuare a lavorare con questo cast e questa squadra man mano che la storia va avanti. “Non ho mai vissuto davvero una tale collaborazione con un regista,” afferma. “Si è mostrato entusiasta delle idee degli attori e ci ha lasciati sperimentare. Questo rende fantastico l’ambiente di lavoro perché riesci a scoprire sempre cose nuove. È stata una lezione continua per me, una continua evoluzione. Un altro vantaggio è dato dal fatto di aver girato un film che mio figlio potrà vedere un giorno.” La perdita di memoria che Jocelyn ha immaginato per Clary viene da un’idea di Magnus Bane, Supremo Stregone di Brooklyn. La magia di Magnus ha tenuto Clary al sicuro negli anni che lei e sua madre si sono nascoste, facendole dimenticare ogni cosa del Mondo delle Ombre, che riesce a vedere nell’istante stesso in cui le intravede. Adesso, la formula magica inizia a svanire e la giovane inizia a notare creature ed eventi magici attorno a lei. “Doveva esserci uno stregone a capo della società degli stregoni di New York”, afferma Clare. “Ma ho rifiutato l’idea che gli stregoni e le fate fossero vecchi saggi dalla lunga barba grigia e dai capelli bianchi. Gli stregoni vivono per sempre. Hanno il potere di vivere qualunque età essi vogliano. Perché non renderlo un bizzarro ragazzino di New York appassionato di rave? È anche intelligente e estremamente pericoloso, ma ha uno stile di vita molto divertente. I fan hanno risposto davvero bene a questo personaggio. Dopo Clary e Jace, è il personaggio più amato della serie.” L’attore e modello taiwanese Godfrey Gao, è al suo debutto cinematografico americano in The Mortal Instruments: City of Bones. “Magnus Bane è un animale da feste”, dice Gao. “Prima di tutto, è uno stregone di 800 anni, quindi ne ha fatte di tutte e ne ha viste di ogni colore. Praticamente Brooklyn è tutta sua. Organizza feste a cui tutti vorrebbero partecipare. Magnus è potente ed eccentrico, motivo per cui quando si trova in una sala, tutti lo ascoltano. Sia gli uomini sia le donne sono attratti dalla sua figura e lui ne approfitta.” Ma Clary fa emergere un lato diverso del potente stregone. “È inaspettatamente paterno nei suoi confronti”, aggiunge Gao. “Lei ha un’attenzione particolare e lui è protettivo nei confronti di lei almeno quanto sua madre. È molto attratto da lei perché è pura. Lily dà a Clary esattamente quello che il personaggio deve avere.” Gli elaborati costumi e la straordinaria androginia di Magnus regalano un indimenticabile impatto visivo. “Ho indossato un trucco sexy, di grande impatto,” afferma l’attore. “Tutti i giorni, mettevo gli orecchini, riordinavo i capelli e applicavo un po’ di gloss sulle labbra. Magnus Bane ha un look tutto suo.” Clary trova un altro protettore, un uomo, ovvero Luke Garroway, proprietario cordiale del negozio di antiquariato di Soho, amico intimo di sua madre. Ma quello che non conosce di Luke, interpretato dall’attore irlandese Aidan Turner, è la sua natura di licantropo. “La prima volta che ho letto la sceneggiatura, ho sentito di volerla recitare” afferma Turner. “È una raffigurazione emozionante e credibile di questo pazzo mondo pieno di demoni, Downworlders e sinistri signori delle ombre. Infine, è l’annosa storia del bene contro il male e di come devi inevitabilmente rispondere delle scelte fatte. La storia scritta da Cassandra è molto avvincente. Ha creato questo mondo perché abitassimo là dove accade sempre qualcosa.” Luke si è trasformato in una sorta di padre putativo per Clary. “Lui è presente quando lei non ha nessuno su cui fare affidamento”, spiega Turner. “Lui la protegge senza ostacolarne il cammino verso la scoperta.” Il ruolo ha rappresentato un cambio di rotta per l’attore, che forse è meglio noto per il suo ritratto di Jonh Mitchell, vampiro, nella serie televisiva britannica “Being Human”. Turner ritiene che sia essenziale riscoprire l’intimità in tali personaggi storici. “Luke ha una vita molto normale. Non sembra il capo di un branco di licantropi. Non mi piacciono i personaggi soprannaturali che devono sempre e comunque sembrare soprannaturali. Li trovo molto più interessanti nella loro veste di persone reali in primis. Per Luke, essere un licantropo è molto più un’afflizione che una caratteristica distintiva.” Al piano inferiore rispetto a Clary e Jocelyn vive Madame Dorotea, una medium da vetrina che abita in un appartamento ristretto, colmo di sfere di cristallo e di attrezzi “magici”. “Madame Dorotea rappresenta quel genere di magia di cui i terreni sono consapevoli”, afferma Clare. “Legge la mano e i tarocchi. Quello che diverte di Madame Dorotea è che si nasconde a piena vista. In realtà, è una potente strega che ha deciso di nascondersi da ‘strega’ perché quello rappresenta l’ultimo luogo in cui chiunque si recherebbe in cerca di lei.” L’attrice CCH Pounder, veterana delle scene, attualmente in video su Sy-Fy con la serie “Warehouse 132”, interpreta il ruolo di Madame Dorotea. “CCH Pounder porta austerità sulle scene, ma non sapevamo che si sarebbe divertita così tanto a interpretare questo personaggio” commenta Kulzer. “Madame Dorotea subisce una stupefacente trasformazione, e CCH è stata così incredibilmente brava. Non c’è mostro al mondo più spaventoso e più divertente di lei, sostanzialmente, nel prendere a calci i tre Shadowhunters che sono in piena forma. La squadra ha applaudito dopo ogni ripresa, e lei si è divertita da morire.” Pounder descrive il proprio personaggio come “una donna incantevole che vive a Brooklyn e predice il futuro a pagamento. Nel libro, sembra forse provenire dall’Est Europa. Noi abbiamo reinterpretato il personaggio attribuendole origini caraibiche. Essere stata scelta per il personaggio è stata una decisione del tutto inaspettata per me che mi sono sentita di non riuscire a rispondere alle aspettative di nessuno. È sempre divertente riuscire a rompere gli schemi. Con mia grande sorpresa e piacere, Cassandra Clare mi ha detto di non aver mai pensato al personaggio in questo modo, ma di essere rimasta contenta del casting.” Madame Dorotea subisce una spaventosa metamorfosi nel corso del film, metamorfosi che la Pounder riesce a creare senza l’ausilio di effetti speciali elaborati. “Harald Zwart ha deciso di vedere le emozioni interne espresse dall’attore piuttosto che creare un effetto CG”, commenta. “Mi ha entusiasmato. La moderna industria cinematografica è oramai conquistata dalla tecnologia, invece è proprio così che avremmo fatto nella tradizione teatrale con la quale sono cresciuta. È stato meraviglioso sentirmi come sul palcoscenico dove tu sei chiamata a creare il personaggio che interpreti e sei tu a doverlo far uscire dal tuo corpo piuttosto che dal lavoro di redazione.” Con un così grande cast, i produttori affermano di sentirsi fortunati del legame creatosi rapidamente tra le persone coinvolte. “È stata una piacevole sorpresa”, commenta Carmody. “Soprattutto guardando Lily, Jemima, Jamie, Kevin e Robbie interagire tra loro. Sono riusciti davvero a creare un tutt’uno.” Bower osserva che forse questo è dovuto al fatto che ognuno di loro condivide con i personaggi così tanti tratti della propria personalità. “Come ha scritto Cassandra nei libri, ce la caviamo anche se abbiamo qualità conflittuali. Mi sento veramente molto legato a tutti. Siamo come un gruppo, molto protettivi gli uni nei confronti degli altri.”
LA CITTA’ DI OSSA
che, come gli stessi Shadowhunters, si tiene elegantemente in equilibro sull’orlo tra realtà e fantasia. Con la fusione di sabbiose location urbane appartenenti alla vita reale con spazi incantati concepiti con immaginazione, gli splendidi e lussureggianti scenari del film – dal disordinato confort dell’appartamento dell’artista boemo dove vivono Clary e la madre, alla magnificenza oscura della Città di Ossa menzionata nel titolo – riflettono l’insistenza del regista su una versione stilizzata della realtà. “Harald ha sempre detto ‘se lo facciamo troppo fantasioso, nessuno ci crederà’”, spiega il produttore Carmody. “Abbiamo optato per location molto realistiche, così come per i costumi e il casting. Dobbiamo avere l’impressione che questo luogo esista all’interno della città, qua in mezzo a noi.” Zwart ha iniziato a mettere insieme un team creativo, internazionale ed elettrico, per sviluppare e dare esecuzione alla sua visione. “È stato fondamentale per me che non sia diventato un monster movie”, sostiene. “Ho cercato un’angolatura totalmente diversa. Abbiamo il direttore alla fotografia più talentuoso della Scandinavia, Geir Andreassen, con le sue bellissime luci. Il nostro sceneggiatore François Séguin, il quale ha creato ambientazioni straordinarie per i film, oltre che per il Cirque du Soleil. Atli Örvarsson ha creato una meravigliosa colonna sonora. I costumi, ideati da Gersha Phillips, sono incredibilmente all’insegna della moda.” “Abbiamo lavorato con una rigida palette che abbiamo sviluppato assieme”, continua il registra. “Per la maggior parte, ha subito variazioni. Anche se questo tipo di film in generale può incoraggiare i colori ad alto contrasto, in realtà abbiamo scelto di usare dei colori soft per esaltare i toni di pelle chiara.” Questo approccio si è ben integrato con la teoria di Carmody secondo la quale un buon produttore ha bisogno di tanti elementi quanti quelli per organizzare un buon party. “Dipende tutto dalle persone che inviti”, sostiene. “Abbiamo messo su un cast sbalorditivo, un gruppo stupefacente. Il direttore della fotografia Geir Andreassen è stata una incredibile trovata. Rober Kulzer e io ci siamo seduti ad osservare le immagini sui monitor e non riuscivamo a credere che fosse riuscito ad ottenere quel genere di qualità così velocemente.” I produttori hanno deciso di girare il film su pellicola invece che utilizzare supporti digitali per conferire al film un aspetto classico e intenso. “In effetti, abbiamo girato questa pellicola con una Panavision Scope 35mm che produce un risultato incredibile”, racconta Zwart. “So di essere uno dei pochi a contenere ancora il digitale. Non voglio elencare i pro e i contro dell’una o dell’altra tecnica, ma ritengo che per questo film, dove c’è molta emozione e giocano un ruolo importante anche i colori e i toni della pelle, la ripresa tradizionale abbia conferito al tutto un aspetto davvero speciale.” Lo sceneggiatore François Séguin aveva lavorato, in precedenza, con Zwart in The Karate Kid. “François è molto talentuoso”, sostiene il regista. “Sono maniaco per le cose che faccio. Per questo film, siamo riusciti a creare un mondo bellissimo. Lui ha portato una sorta di realismo fatato e una grande qualità artistica.” La cornice fantastica del film è un qualcosa di nuovo per lo sceneggiatore. “Come con Harald, non è sembrato tutto naturale all’inizio,” dice Kulzer. “Ma una volta che abbiamo visto i suoi bozzetti, ci è apparso chiaro che potesse creare un mondo fantastico per noi, qualcosa con dei mezzi veramente ridotti. È riuscito ad utilizzare una certa luce o semplici tecniche della vecchia scuola per creare illusioni che non richiedono dei budget abnormi o effetti visivi giganteschi. Lui e Harald hanno presentato soluzioni incredibili che hanno permesso loro così tante cose con le telecamere che non avremmo mai pensato possibili.” “François ha davvero alzato il tono e ha creato alcune ambientazioni sbalorditive e pezzi forti”, conviene Carmody. “La sequenza della serra, che so che i fan non vedono l’ora di vedere, è uno dei set più romantici su cui sia mai stato. È davvero sorprendente.” Nell’enfatizzare gli effetti della telecamera in CGI, Zwart e Séguin hanno completato delle immagini strabilianti. “Alcune delle illusioni ottiche che stiamo creando funzionano bene perché il pubblico vede che si realizzano davanti ai loro occhi”, commenta Zwart. “Guarda la costruzione del pentacolo. Adoro questa scena perché sembra riguardare altro: Valentine cerca di colpire a caso il pavimento con la sua spada, è fuori di sé, ma alla fine ci rendiamo conto che, con estrema precisione, è riuscito a creare un pentacolo perfetto se osservato da una specifica angolatura. Ho dedicato giorni al concepimento dell’idea in 3D lavorando sul mio computer perché volevo che apparisse come una cosa imprecisata, a meno che non fosse osservata da una e da una sola specifica angolazione.” Séguin ha iniziato i suoi disegni con le illustrazioni grafiche originali del libro, che ha adattato e a volte re-immaginato per il film. “Il mio compito era quello di creare un mondo nascosto nella città di New York che noi umani non vediamo mai”, racconta. “Erano già disponibili tante cose, ma non sempre adattabili ad un film come questo. Ci siamo presi la libertà di adattare il libro alla sceneggiatura facendo i conti con il tempo e il budget a disposizione.” Seguendo le indicazioni del regista per l’utilizzo di scene tridimensionali con ri-creazioni green-screen, Séguin ha utilizzato alcune location metropolitane di Toronto e set costruiti ad hoc nei Cinespace Film Studios per riprodurre le ambientazioni della città di New York. Nelle 12 settimane di riprese, Séguin, il suo Supervising Art Director Anthony Ianni e la loro squadra hanno progettato, costruito e allestito oltre 50 diverse scene, una delle più importanti quella del rifugio sicuro degli Shadowhunters, l’Istituto. Per creare l’Istituto è stato utilizzato un certo numero di location diverse, compresi il suntuoso Knox College dell’Università di Toronto e Casa Loma, un castello storico medioevale. Una delle più grandi sfide per il team addetto alla sceneggiatura è stata quella della libreria dell’Istituto. Allestita presso i Cinespace Studios, la massiccia costruzione circolare sfoggia scaffali che sostengono due piani. Ci sono volute 10 settimane per la sua costruzione e allestimento. Nel rendersi conto che sarebbe stato improbabile trovare una location in grado di fungere da nascondiglio della setta degli Shadowhunters nota come i Fratelli del Silenzio, Séguin ha costruito da zero la necropoli sotterranea nota come Città di Ossa. Il set trae ispirazione dalle famose catacombe di Parigi, con una notevole differenza. “Si tratta di una sequenza brevissima” racconta lo sceneggiatore. “Abbiamo girato solo un giorno, ma volevamo trasmettere molto con poche riprese. Ho avuto l’idea di qualcosa di circolare, piuttosto che la solita serie di lunghi corridoi.” Per creare il rifugio dei vampiri, noto come Hotel Dumort, abbiamo dovuto adottare un approccio differente. In passato scintillante edificio di grande interesse turistico in Art Deco, il derelitto hotel di Manhattan è oggi infestato dai morti viventi. I produttori del film lo hanno ambientato in un hotel effettivamente abbandonato e rimesso a nuovo a tal proposito. “L’Hotel Dumort è stata una trovata propizia” commenta Carmody. “È scalfito da sei anni di totale decrepitezza e migliaia di piccioni che vi si accovacciano. I vandali lo hanno depredato di tutto. Abbiamo dovuto ripulirlo così da poterci lavorare e dover poi ripulire il reparto artistico. È un luogo raccapricciante.” In una parola, è stato perfetto. “È stato quasi come un soundstage abbandonato”, commenta Séguin. “L’intera struttura si trovava già lì, come una tela dipinta a metà. Con dei veri corridoi e delle vere scale. Abbiamo provveduto al riallestimento e alla ritinteggiatura, ma c’erano delle ossa.” La costumista Gersha Phillips ha dovuto affrontare una ardua sfida da sola. Zwart ha chiesto alla costumista di creare un unico look per gli Shadowhunters, qualcosa che andasse oltre l’ovvietà e che servisse a definire i personaggi ma in modo contemporaneo. “Quando ho incontrato Gersha per la prima volta, mi sono reso immediatamente conto che fosse perfetta per il ruolo” racconta. “Avremmo potuto decidere alla fine per tenute di pelle nera. Abbiamo pelle e un sacco di nero, ma questi Shadowhunters dettano un po’ la moda. Tutto sembra essere la nuova giacca di domani o il nuovo paio di pantaloni”. I costumi degli Shadowhunters hanno tali specifici requisiti che, per la maggior parte, hanno dovuto disegnarli e confezionarli su misura. “Non volevo che gli abiti apparissero come facilmente acquistabili in uno store” racconta Phillips. “Doveva trattarsi di cose mai viste prima effettivamente. E poi, trattandosi di guerrieri, qualsiasi cosa avessero indossato non doveva prescindere da questo aspetto. Non poteva trattarsi di qualcosa di troppo limitante o restrittivo per i loro movimenti. Abbiamo dovuto confezionare rinforzi smacchinati all’altezza del cavallo e imbottiture su ginocchi e gomiti. Abbiamo dato un’interpretazione di alta moda a tutto, a volte prendendo pezzi d’epoca e riportandoli in tessuti e stili contemporanei per dare loro quel taglio.” La costumista ha anche inserito le rune nei costumi. “I Fratelli del Silenzio, che comunicano tra loro con la forza della telepatia, hanno il cosiddetto ‘chiaroveggente’ che abbiamo utilizzato attorno alle maniche e sugli orli delle loro vesti”, racconta. “Il costume di Jace porta le rune della forza e dell’impavidità, così caratteristiche della sua persona.” La trasformazione di Clary da liceale a cacciatrice di demoni doveva rispecchiarsi anche nel suo abbigliamento. “All’inizio, Harald era preoccupato che apparisse troppo al passo con i tempi”, riferisce Phillips. “Le abbiamo messo su Doc Martens e jeans taglio da ragazzo, in tono con il suo spirito da maschiaccio. Subisce un cambiamento molto netto quando entra nell’Istituto e Isabelle le dà quei primi capi di abbigliamento, i pantaloni più attillati e la giacca di pelle.” Collins, icona della moda in erba a suo modo, trova il design impeccabile. “I costumi sarebbero potuti apparire troppo elaborati, ma gli Shadowhunters non dovevano sembrare di darsi da fare troppo. Ha centrato l’obiettivo. Sprizzano proprio le giuste vibrazioni. Jonathan Rhys Meyers ha voluto che Valentine avesse un taglio del tipo Samurai e Phillips è stato felice di collaborare con lui sui propri costumi. “Ovviamente, c’è molto nero e c’è molta pelle”, dice Rhys Meyers. “Questo è il mondo in cui vivono. La pelle è un tessuto così sexy ed esprime un certo qualcosa di pericoloso. Anche Valentine ha una coda di cavallo sulla testa in stile Samurai che oscilla durante le scene di combattimento. Crea un effetto che colpisce molto.” Durante quelle scene di lotta, Zwart ha insistito che gli attori interpretassero il più possibile le azioni e i performer hanno accolto la sfida, dedicando mesi interi alla preparazione per il film. “Sono comunque piuttosto atletici”, commenta. “Ho cercato di assicurarmi che fossero in grado di fare molto da soli, in modo da evitare il vecchio “doppio stacco e taglio sul primo piano dell’attore.” “Volevamo che le scene pericolose avessero un aspetto reale”, commenta Carmody. “Quando lottano, vampiri o demoni, non fanno niente al di fuori dell’ordinario. Non sono supereroi. Sono essere umani che si sono allenati tutta la vita per riuscire a farlo. Sono stati tramandati loro migliaia di anni di preparazione, ecco perché sono bravi a farlo.” [Coordinatore stunt] Jean Frenette ha lavorato a stretto contatto con i performer per sviluppare degli stili di lotta distintivi. “Uno degli aspetti singolari del progetto è stato il considerevole numero di personaggi”, afferma Frenette. “Abbiamo Shadowhunters, demoni, vampiri, licantropi. Harald voleva che ognuno di essi fosse dotato di un’arma simbolo e di uno stile di lotta, così i licantropi sono più animaleschi e fisici. I vampiri possono volare o saltare enormi distanze. Questo ha determinato la suntuosità delle sequenze d’azione create che forzano un po’ di più la realtà.” Poiché gli Shadowhunters sono al mondo da dieci secoli, Frenette è stato in grado di attingere a una serie millenaria di armi e stili di combattimento di tutto il mondo. Come Jace, Jamie Campbell Bower si è trasformato in un’elegante e acrobatica macchina assassina, così spietatamente crudele quanto disinvoltamente elegante. “Jamie si è allenato intensamente per mesi prima che iniziassero le riprese”, aggiunge Frenette. “Anche in fase di produzione, nei suoi giorni liberi, ci siamo allenati insieme. Appare molto naturale perché abbiamo progettato le scene pericolose in modo da fargli dimostrare la propria forza. Jace è molto agile ed è un esperto con le lame, per questo motivo abbiamo fatto passare Jamie attraverso un mix di attività con spade di diverso tipo. Ha studiato anche Krav Maaga, una brutale tecnica di combattimento sviluppata in Israele dal Mossad.” Traendo ispirazione dall’analogia samurai di Rhys Meyers, Frenette ha trasmesso a Valentine l’esperienza in arti marziali asiatiche. “Mi sono allenato con una spada da Samurai e con una spada del XVII secolo,” commenta Rhys Meyers. “Per il combattimento corpo a corpo, siamo ricorsi al Pencak-Silat, un’arte marziale indonesiana, e al Wing Chung, che è una forma di Kung Fu. In entrambe, viene sfruttata la forza del corpo dell’altra persona. Tutto si svolge quasi con eleganza sino all’ultimo istante, quando la paura si fa vera.” Il risultato generale è che anche durante la caotica confusione di una battaglia, il pubblico è in grado di identificare ciascun personaggio. “Lo stile con cui Alec combatte è violento e feroce”, racconta Zegers. “Rivela la presenza di un enorme conflitto in lui. È altamente distruttivo. E nella lotta al fianco di altri, per il pubblico fa la differenza la possibilità di dire chi è chi. “Siamo rimasti all’interno dell‘Hotel Dumort per quattro giorni a lottare con vampiri e licantropi,” osserva. “Indipendentemente da chi fosse ripreso in un determinato momento, tutti gli altri erano comunque impegnati a recitare sullo sfondo. Grazie alla cura di Jean per quei dettagli, sarà possibile capire che sono io, che si tratta di Jamie, di Lily o di Jemima.” Frenette ha anche lavorato con i produttori per concepire armi singolari per gli Shadowhunters. “Abbiamo cercato di creare qualcosa di speciale per ognuno di loro, un’arma che si adattasse al personaggio”, commenta. “Isabelle, ad esempio, ha una frusta che ci ha permesso di produrre una coreografia molto creativa. Jemima West non ha mai partecipato a nessun allenamento di combattimento, ecco perché con lei abbiamo dovuto iniziare dalla partenza e devo dire che se la sia cavata molto bene.” West era intimorita all’inizio, ma ha imparato a maneggiare le armi simbolo con eleganza. “Gli Shadowhunters sono nati e cresciuti per combattere,” osserva. “Ognuno di noi è speciale in qualcosa. Non appena sono arrivata, mi hanno messo in mano una frusta. È un’arma piuttosto pericolosa, ma molto elegante.” James R. Murray, l’inventivo popmaster del film, ha creato la maggior parte delle armi di sana pianta. Ha concepito, con ingegno, la frusta di Isabelle come un gioiello. “Nei libri, Isabelle indossa un bracciale a forma di serpente al polso”, commenta. “L’abbiamo costruito cosicché Isabel, allungando la mano, riesca a dispiegare il serpente e a tramutarlo in una frusta.” Murray e la il suo team si sono occupati di una varietà di armi parte dei costumi, compreso un vasto assortimento di lame. “Abbiamo tenuto così tanti incontri sulle spade”, racconta Kulzer. “Qual è la differenza tra la lama che uccide un demone, la lama che uccide un vampire e la lama che uccide un licantropo? La quantità di discussioni che abbiamo avuto sulle lame sbalordirebbe chiunque”. La più impegnativa e iconica è senza dubbio la spada di vetro utilizzata dagli Shadowhunters per uccidere i demoni. “In effetti, ottenerle dal vetro sarebbe stato impossibile”, racconta Murray. “Sarebbero pesate circa 9 chilogrammi e sarebbero risultate estremamente fragili.” Al contrario, il suo team ha sviluppato un processo grazie al quale hanno potuto modellare armi di acrilico e lucidarle sino ad ottenere un effetto cristallo trasparente. “Credo che siano state lavorate 60 lame in tutto”, precisa. “Il primo giorno delle riprese, abbiamo portato le lame sul set ed erano troppo chiare. Abbiamo dovuto scurirle un po’.” Cassandra Clare mostra un po’ di timore reverenziale quando guarda la sua opera portata alla luce sul grande schermo. “Scrivere è un processo molto solitario”, commenta. “Ti immagini questo mondo. Questi personaggi nascono nella tua mente, quindi ti senti un po’ come se stessi raccontando la cronaca di una storia che esiste già nella tua mente. Venire sul set di un film e vederla in tre dimensioni, vedere la Città di Ossa e le rune, vedere gli attori negli abiti dei personaggi, è stata una così incredibile esperienza. Mi sono sentita un po’ come stare nel film Inception. È come l’ho sognato e adesso il sogno si è realizzato.”
Personaggi
Clarissa “Clary” Fray (Lily Collins) – Clary Fray trascorre una vita modesta e relativamente protetta nella Brooklyn bohemienne dove sua madre scompare all’improvviso e il suo appartamento viene lasciato sottosopra. Alla ricerca della madre scomparsa, la bellissima e sensibile giovane apprende, con stupore, di essere la discendente di una lunga fila di Shadowhunters, ibridi per metà uomo e per metà angelo, con il compito di proteggere l’umanità dal male nascosto. Non appena si trova ad affrontare con coraggio il nuovo scioccante mondo fatto di demoni, vampiri e licantropi per rintracciare la madre, Clary deve anche imparare ad affinare il potere che all’improvviso scopre di possedere e a navigare in un intricato mondo di relazioni inconsuete di nuovi amici e avversari, spesso difficili da discernere. Jace Wayland (Jamie Bower Campbell) – Un sofisticato Shadowhunter cresciuto dalla famiglia Lightwood. Jace è un tipo impudente, coraggioso ed estremamente implacabile. Uno degli Shadowhunters più feroci e abili al mondo, Jace prende Clary sotto la propria ala protettiva, presentandola ai suoi fratelli adottivi, Alex e Isabelle Lightwood, e al suo mentore Hodge Starweather, non appena inizia a mettere insieme i pezzi di storia della sua famiglia. Di una bellezza angelica e crudele guerriero, Jace è attratto da Clary in un modo mai avvertito prima, nonostante l’opposizione alla sua presenza da parte degli amici. Simon Lewis (Robert Sheehan) – Rivale lievemente imbranato dall’irriverente senso dell’humor, Simon è il migliore amico di Clary dall’infanzia. Quando Clary viene attirata nell’infido mondo degli Shadowhunters, Simon resta al suo fianco senza preoccuparsi della propria sicurezza. È del tutto innamorato di Clary, un fatto a tutti ovvio ma non a lei. Isabelle Lightwood (Jemima West) – Così sottile, elegante e mortale come un pugnale, Isabelle ha trascorso tutta la sua vita ad allenarsi al fianco di Jace e Alec a caccia dei demoni che minacciano l’umanità. Abituata ad essere l’unica donna del gruppo, all’inizio se la prende per la presenza di Clary, ma non appena percepisce l’innata capacità e il coraggio della nuova arrivata, Isabelle ne diviene la mentore e amica. Alec Lightwood (Kevin Zegers) – Fratello maggiore di Isabelle e migliore amico di Jace, Alec è intenso e riservato allo stesso tempo. Il maggiore dei fratelli Lightwood, è estremamente protettivo nei confronti della sua famiglia. Alec non accetta l’inserimento di Clary nella sua relazione con Jace e non crede alle motivazione che l’hanno portata ad unirsi con gli Shadowhunters. Hodge Starkweather (Jared Harris) – Hodge è il tutore dei giovane Shadowhunters presso l’Istituto di New York, compresi Jace, Isabelle, Alec – e infine, di Clare. Ex componente del Circolo di Valentine Morgenstern, Hodge è confinato entro le pareti dell’Istituto da 16 anni ormai come castigo per le trasgressioni da lui commesse, e cerca con disperazione una via di uscita. Valentine Morgenstern (Jonathan Rhys Meyers) – Valentine è uno Shadowhunter rinnegato che ha formato una banda di ribelli noti sotto il nome di Circolo e ha rubato la Coppa Mortale, il vaso che ha dato vita agli Shadowhunters 1000 anni or sono. Decenni di sperimenti con la Coppa hanno avvolto Valentine, facendone lo Shadowhunter più potente mai vissuto, oltre che il più malvagio. Crede che Jocelyn abbia rubato e nascosto la Coppa ed è disposto a fare qualunque cosa per riaverla. Jocelyn Fray (Lena Headey) – La madre di Clary, Jocelyn, è stata lei stessa, in passato, un’audace Shadowhunter, per poi fuggire verso una vita tranquilla nel mondo dei “terreni”, portando e nascondendo con sé la figlia. Credendo che Jocelyn sappia dove si trova la scomparsa Coppa Mortale, Velentine la fa rapire dai suoi seguaci per obbligare Clary ad aiutarlo nella sua ricerca. Luke Garroway (Aidan Turner) – Luke è il confidente di Jocelyin, la cosa più vicina a un padre che Clary abbia mai conosciuto. Di giorno, gestisce un negozio di antiquariato a Soho, di notte si trasforma nella guida del potente gruppo di licantropi di New York City. Shadowhunter e componente del Circolo, è devoto alle ragazze di Fray e mette a disposizione la forza del suo gruppo non appena apprende che Clary e Jocelyn sono in pericolo. Magnus Bane (Godfrey Gao) – Supremo Stregone di Brooklyn di 800 anni, Magnus appare nei sui vent’anni, con un intenso magnetismo personale e uno stile sfavillante che lo rendono irresistibile ad uomini e donne. Sconosciuto a Clary, sua madre dipende da molti anni dalla magia di Magnus per proteggere la figlia. Madame Dorothea (CCH Pounder) – Vicina di casa di Clary e Jocelyn, Madame Dorotea vive al piano di sotto. È una strega nella vita reale che si nasconde nei panni di una medium nel mondo dei “terreni”. Pur non sapendolo, nasconde la chiave di un importante mistero per conto di Jocelyn. Emile Pangborn e Samuel Blackwell (Kevin Durand e Robert Maillet) – Bracci di Valentine, Pangborn e Blackweel prendono Jocelyn in ostaggio nel tentativo di individuare la Coppa Mortale per il loro capo. Fortissimi e crudeli, si dimostrano anche profondamente fedeli a Valentine e alla sua causa.
GLOSSARIO
Il mondo di Shadowhunters – Città di Ossa è magico. I mortali camminano sulla terra ignorando il segreto mondo delle ombre. Gli shadowhunters, per metà uomo e per metà angeli, conservano la pace e difendono gli umani dai pericoli dei downworlders e dei demoni
Rune
Marchiate a fuoco sulla pelle, le rune vengono utilizzate dagli shadowhunters per lottare contro i demoni. Ciascuna runa è un marchio che deve restare dolorosamente inciso sulla pelle. Alcune sono permanenti, altre possono scomparire dopo essere servite. Le rune nascondono un grande potere e senza di loro gli shadowhunters si tramutano in esseri vulnerabili. Ogni marchio ha un uso e un fine specifici. Anche la posizione della runa è importante: più è vicina al cuore dello shadowhunter, più forte è il suo potere. La runa dei parabatai unisce due shadowhunters insieme e consente loro di attirare l’uno il potere dell’altro. La runa dei mendelini è la runa dell’invisibilità che è possibile utilizzare per nascondere persone o oggetti agli occhi dei terreni. Altre rune più semplici si spiegano molto bene da sole, come ad esempio quella del fuoco o dell’acido.
Downworlders
I Downworlders – o abitanti del mondo sotterraneo – sono conosciuti con diverse designazioni, i downworlders sono per metà uomo e per metà demone. I Downworlders sono divisi in varie fazioni, tra cui stregoni, licantropi e vampiri.
Shadowhunters
A volte detti nefilim, gli shadowhuners risalgono ai tempi della Bibbia. Diverse migliaia di anni fa, un’invasione di demoni ha minacciato gli umani con l’estensione. Per salvare la razza umana, uno stregone si rivolge all’Angelo Raziel in cerca di aiuto. Raziel mescola parte del proprio sangue angelico con quello umano in quella che sarà poi conosciuta come la Coppa Mortale. Quanti bevano il sangue dalla Coppa Mortale sono destinati a divenire i primi shadowhunters. Il mandato degli shadowhunters è stato e sempre sarà quello di proteggere il mondo mortale dai demoni e da quei furfanti dei downworlders. Gli shadowhunters sono guidati dal Conclave e chiamano il loro paese natale Idris.
Mondani
I mondani sono comuni essere umani mortali. Non fanno parte né del mondo delle Ombre né possono vedere gli essere provenienti da quella dimensione. I demoni appaiono ai mondani come qualcosa di ordinario, come un cane o addirittura un essere umano. Oggetti e edifici possono essere celati ai mondani per effetto degli incantesimi, come nel caso dell’Istituto di New York degli Shadowhunters. Se morsi da un vampiro o da un licantropo, i mondani si tramutano in downworlders.
Vampiro
I Vampiri, noti anche con il nome di Figli della Notte, sono dei downloaders. Come i miti e le leggende, devono consumare sangue per sopravvivere, ma solo i vampiri furfanti bevono il sangue degli umani. Come i licantropi, nei vampiri non scorre sangue demoniaco, ma sono infetti dal male demoniaco. I vampiri possono incantare i mortali e sono conosciuti per utilizzare questo potere per controllare e catturare le prede umane. Se morsi da un vampiro, i terreni possono contrarre il male demoniaco ed essere tramutati, a loro volta, in vampiri.
Stregone
Gli stregoni sono gli unici downworlders a poter praticare la magia o a possedere il sangue dei demoni, in quanto diretta progenie di umani e demoni. Data la natura ibrida che li contraddistingue, gli stregoni non possono procreare. La maggior parte degli stregoni mostra un’anomalia fisica o un ‘marchio del demone’, come zampe di capra, occhi di gatto, ali di pipistrello o code di lucertola.
Licantropi
I licantropi, talvolta chiamati Figli della Luna, sono downloaders che tramutano le proprie sembianze in quelle di lupo. Come i vampiri, sono umani ma sono infetti dal male demoniaco. I licantropi possiedono la forza e il potere dei lupi tanto allo stato umano quanto nelle sembianze di lupo. Se un terreno viene morso da un licantropo, può contrarre il male demoniaco e tramutarsi in licantropo.
Il Conclave
Il Conclave è l’organo di governo degli shadowhunters. Lanciano maledizioni per punire la violazione delle leggi. Il Conclave si riunisce ad Alicante, capitale di Idris. Ogni quindici anni, il ramo del Conclave che prende il nome di Consiglio sigla gli Accordi.
Istituto di New York
L’istituto di New York è un santuario per gli shadowhunters. Sorge su una cattedrale gotica nella città di New York, ma un incantesimo la rende invisibile ai comuni mortali. Diversi sono gli istituti al mondo concepiti per offrire rifugio agli shadowhunters quando lontani dal loro paese natale, Idris.
Banda di New York La Banda di New York è formata da un gruppo di licantropi che vive della Chinatown di Manhattan.
Circolo
Il Circolo vede la luce con il Circolo di Raziel, dal nome dell’angelo che ha dato vita alla razza degli shadowhunters. Un gruppo di giovani shadowhunters guidati da Valentine Morgenstern ha fondato il gruppo dedito alla distruzione di tutti i downworlders in un tentativo di purificazione del mondo e di difesa degli shadowhunters. La maggior parte dei componenti del Circolo ha abbandonato Valentine nello stesso momento in cui le sue direttive si sono fatte travolgentemente estreme.
I Fratelli del Silenzio
I Fratelli del Silenzio sono archivisti ma non è questo tutto ciò che fanno. Riescono a leggere la mente e sono tra i cacciatori di demoni più temuti. Camminano nell’oscurità e non parlano, ma possono far tracollare la mente di un mortale nel bene o nel male.
Pingback: I FILM CHE VEDREMO NEL 2013-2014 – LISTA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO | cinemotore BLOG di cinem"A"