OPEN GRAVE – CURIOSITA’

14 agosto : “Open Grave”  di Gonzalo López-Gallego con Joseph Morgan, Sharlto Copley, Thomas Kretschmann, Erin Richards, Josie Ho, Max Wrottesley  (Genere: horror).

Diretto dal visionario regista Gonzalo López-Gallego, OPEN GRAVE è il terzo film prodotto dalla Atlas Independent, una consociata della Atlas Entertainment di Charles Roven. In questo racconto incalzante e avvincente, Jonah, insanguinato e mal ridotto, riprende conoscenza in una fossa piena di cadaveri. Quando riesce a uscirne, trova una baita e cinque sconosciuti al suo interno che, come Jonah, non hanno la minima idea di dove o chi siano e non hanno neanche idea di cosa sia accaduto all’ambiente desolato che li circonda. Nell’accanita ricerca di una via d’uscita, i sei personaggi scoprono che potrebbero non essere soli. Nella urgente necessità di risposte e cibo, il gruppetto inizia a farsi prendere dal panico e si rivoltano gli uni contro gli altri, tentano di ricostruire i fatti che li hanno condotti in quella situazione e cercano di trovare il modo di sopravvivere. Quando incontrano un’orrenda megera che sembra un cadavere, incatenata in un capanno abbandonato, circondata solo dai suoi escrementi, appare evidente che quella foresta è oltremodo inospitale. A corto di risposte e di tempo, Jonah e i suoi compagni avvertono che per sopravvivere in quella landa desolata devono decifrare l’inspiegabile ostilità racchiusa nelle tenebre di quel paesaggio abbandonato. Che luogo è quello e cos’è successo a tutti loro? Jonah ha dei brevi flashback del proprio passato ed è costretto ad affrontare la tremenda presa di coscienza di chi era un tempo e dell’inquietante identità dei suoi compagni. Man mano che ritrova la memoria, finalmente comprende la tremenda verità su dove si trovi e perché, ed è molto peggio di quanto potesse immaginare. Alla guida di un cast internazionale di straordinario talento, Sharlto Copley (DISTRICT 9, A-TEAM, ELYSIUM) interpreta il misterioso Jonah che fatica a mettere insieme gli strani flashback che lo assillano e gli orrori che scopre nella foresta. Gli è accanto la formidabile Josie Ho (THE COURIER, CONTAGION), che interpreta “Brown Eyes” una ragazza cinese muta che sulla loro situazione sa molto più di quanto tutti possano immaginare. Benché non possa proferire parola, Josie Ho apporta energia e sentimento al personaggio di “Brown Eyes” che è molto significativo nel film. L’inimitabile Thomas Kretschmann (WANTED – SCEGLI IL TUO DESTINO, KING KONG, OPERAZIONE VALCHIRIA) interpreta Lukas, uomo autoritario decisamente diffidente nei confronti di Jonah, ma protettivo con gli altri. In OPEN GRAVE ci sono anche Joseph Morgan (THE VAMPIRE DIARIES, IMMORTALS) nei panni di Nathan, un giovane molto intelligente; Erin Richards (THE QUIET ONES, BREAKING IN) che interpreta Sharon, una bella donna con competenze mediche e Max Wrottesley (HUGO CABRET, THE COSMONAUT) che interpreta Michael, un uomo fortemente protettivo e autoproclamatosi “best shot” che conosce bene l’uso delle armi da fuoco. La sceneggiatura è stata scritta da Eddie e Chris Borey, coppia di fratelli la cui sceneggiatura originale suscitò un notevole interesse quando entrò a far parte della Black List nel 2006. Il film è prodotto da William Green e Aaron L. Ginsburg della Atlas Independent insieme con Michael B. Wunderman che, in precedenza, aveva lavorato con la coppia di produttori della Atlas Independent per il dietro le quinte del loro primo film REVENGE FOR JOLLY!. In OPEN GRAVE Gonzalo López-Gallego ha ritrovato il suo amico e collaboratore di lunga data, il direttore della fotografia José David Montero (APOLLO 18, EL REY DE LA MONTANA). Il film è stato girato interamente in Ungheria, in splendidi luoghi che presentano l’ampia varietà di territori di questo Paese dell’Europa centrale.

LA PRODUZIONE

Le parole di Jonah riflettono una normale questione filosofica su quanto la nostra memoria costituisca la nostra identità. OPEN GRAVE esamina tale questione al microscopio: sei sconosciuti privati di qualsiasi ricordo, devono affrontare non solo i loro demoni interiori, ma anche quelli nascosti nei boschi al di là della casa in cui si sono svegliati. Ognuno di loro deve riscoprire chi sia in realtà, costretti ad affrontare il proprio passato e a decidere come affrontare il male che li circonda. Da soli potrebbero non sopravvivere e insieme potrebbero essere traditi dagli altri. Questo ci conduce oltre i temi ricorrenti del classico film dell’orrore in un thriller psicologico al cardiopalma, in cui, per dirla con le parole del regista Gonzalo López-Gallego, “le cose non dette, i segreti celati nei recessi del cervello, ora possono mostrarsi liberati dalle restrizioni della morale e dei comportamenti sociali.” Gli sceneggiatori Chris e Eddie Borey ritengono che i temi più rilevanti del film riguardino l’identità e la responsabilità. E’ una storia complicata che oppone ogni personaggio all’altro, ai demoni nella loro mente e i produttori sapevano di avere davanti un copione particolare e avevano bisogno di qualcuno che avesse una visione particolare. “Gonzalo [López-Gallego] ha innalzato il copione con la sua eccezionale sensibilità estetica” ha dichiarato il produttore William Green, “quando abbiamo visto ‘El Rey De La Montana’ abbiamo capito di aver trovato l’uomo giusto per questo incarico.” “Volevo realizzare un bel film in cui accadessero cose orribili” dice López-Gallego spiegando le sue motivazioni sul film, “[esplorando] diverse patologie di persone sul punto di perdere il senno.” Riguardo a ciò che lo ha attratto della sceneggiatura, Gonzalo ritiene che “la perdita di memoria di tutti i personaggi e il modo in cui questo cambia totalmente la loro personalità” sia stato l’aspetto che più lo ha convinto, “costringendoli a chiedersi chi siano.” Dopo essersi assicurati Gonzalo López-Gallego come regista, i produttori si sono subito dati da fare per scegliere il cast. Dopo un incontro soddisfacente con Sharlto Copley, che aveva un gran numero di splendide idee sulla trama, il resto del cast è stato scelto rapidamente. La cosa più importante in una trama come quella di OPEN GRAVE era riuscire a mettere insieme il gruppo di attori giusto, “non solo individualmente, ma nel modo in cui potessero lavorare insieme e l’alchimia tra di essi”, ha sottolineato William Green. “La dinamica di gruppo è molto importante per la storia” precisano i fratelli Borey, “avendo perso la memoria, alcuni personaggi pensano di non avere responsabilità gli uni verso gli altri. In realtà, naturalmente, sono tutti strettamente legati vicendevolmente. Ritrovare quei legami è la chiave per la loro sopravvivenza.” “Il ruolo di Jonah è il più complesso” aggiunge Green, dal momento che il suo personaggio porta il peso del sospetto per tutto il film. Contrariamente agli altri cinque personaggi principali, che si risvegliano nella casa nel bosco, Jonah si sveglia in una fossa piena di cadaveri a una certa distanza dalla casa. Fin dall’inizio, gli altri personaggi non si fidano di lui e dopo un po’, senza l’ausilio della memoria, Jonah inizia a dubitare di se stesso. Sharlto Copley, noto per il suo complesso ruolo da protagonista nel film di fantascienza di Neill Blomkamp DISTRICT 9, era decisamente l’uomo giusto per questo personaggio. “Ha dato un tale spessore e talento a questo ruolo” osserva il produttore Michael Wunderman, “da lasciarti in dubbio se fidarti o meno di lui.” Jonah tenta di farsi carico delle circostanze e trovare le risposte sulla situazione del gruppo, ma è continuamente messo in discussione dall’autoritario e potente Lukas, interpretato dall’attore tedesco Thomas Kretschmann. Lukas non si fida affatto di Jonah ed è sempre sospettoso nei suoi confronti ritenendo di essere l’unico a sapere cosa è meglio per il gruppo e che sia Jonah il responsabile dei cadaveri nella fossa. Man mano che le condizioni di Lukas peggiorano e che la sua natura diffidente lo porta a scoprire i segreti contenuti nella casa, diventa sempre più ostile e in contrapposizione verso gli altri che, secondo lui, si sono lasciati illudere da Jonah. Kretschmann, noto per i suoi ruoli in KING KONG, WANTED – SCEGLI IL TUO DESTINO e IL PIANISTA, e in altri 50 film della sua notevole carriera, spesso ruba la scena con il suo umorismo pungente e le sue battute caustiche. Mentre Lukas diffida di Jonah fin dall’inizio, Sharon, interpretata da Erin Richards (BREAKING IN), si sente attratta da Jonah. Comprensiva e portata a curarsi del prossimo, è chiaro che tra Sharon e Jonah ci sono dei trascorsi – anche se non è dato sapere di che genere. Unendosi a Jonah nella sua ricerca della verità, i due si avvicineranno molto e ben presto si capisce che lei è l’unica vera alleata di Jonah nella casa. L’altra persona che sente un forte legame con Jonah è Nathan, interpretato dal protagonista di THE VAMPIRE DIARIES, Joseph Morgan. Nathan scopre di saper parlare molte lingue, persino il latino, cosa che suggerisce che sia il più colto del gruppo. Qual è il suo scopo nella casa? Cosa ci fanno in quel posto sperduto? Le sue domande e la sua curiosità lo conducono su un proprio sentiero verso la verità con conseguenze terrificanti. L’unica persona della casa che potrebbe avere delle risposte per il gruppo, purtroppo, è anche la sola con la quale essi non possono comunicare: Brown Eyes, interpretata da Josie Ho, una ragazza cinese muta che tenta disperatamente di mettere in guardia il gruppo sul numero “18”, numero che Jonah collega alla data, il giorno 18, a breve distanza da quando si sono risvegliati. Cosa succede il 18? Brown Eyes mette per iscritto un avvertimento, ma sa scrivere solo in cinese e purtroppo, nessuno è in grado di leggerlo. Interpretare un ruolo senza dire una battuta è “sicuramente un compito non facile, ma [Josie possiede] doti espressive molto sfaccettate e mostra una tale ampia gamma di emozioni” dichiara Ginsburg, “che quasi dimentichi che non parli, ci ha proprio spiazzati.” Artista poliedrica, Josie Ho è una collaudata attrice di talento ed è una grande star in Cina, che ha prestato la sua forza emotiva e la sua bellezza a questo cast internazionale. A completare il gruppo è Michael, interpretato da Max Wrottesley. Veterano del teatro britannico e pressoché un nuovo arrivato a Hollywood, Max interpreta un tiratore scelto con un profondo bisogno di dimostrare ciò che vale, ritenendosi il protettore di Brown Eyes, malgrado sia incerto del proprio ruolo. LUKAS Per amor del cielo, Sharon, devi fidarti di me! Perché nessuno vuole fidarsi di me?! I cineasti e il cast si sono sforzati di mettere insieme un thriller particolare, non solo nella trama, ma anche nel modo nella realizzazione del film. Disponendo di un budget da cinema indipendente bisogna fare affidamento alla creatività per risolvere i problemi. “Abbiamo avuto un gruppo di persone molto speciali che hanno lavorato al nostro film”, commenta il produttore Aaron L. Ginsburg, “tutti, dal cast alla troupe, hanno creduto nella storia che volevamo narrare ed erano disposti a fare tutto il possibile per raccontarla nel modo giusto.” In OPEN GRAVE ci sono diverse location molto belle. “Vulcani inattivi, foreste rigogliose e splendide campagne…abbiamo trovato un numero infinito di paesaggi [in Ungheria]” dichiara William Green, ritenendo la nazione una scoperta grazie alla “moltitudine di splendidi luoghi tutti da scoprire dalla prospettiva Hollywoodiana.” “I paesaggi sono stupefacenti con splendide foreste incontaminate e montagne dai mille contrasti” dice Gonzalo López-Gallego, che considera l’Ungheria “perfetta per l’aspetto che volevamo dare al film.” Ha anche elogiato la troupe ungherese, che secondo Gonzalo era formata da “persone magnifiche che hanno dato un enorme contributo” alla realizzazione del film. Le location primarie, una splendida e vecchia casa nella quale i nostri protagonisti si ritrovano, un ospedale militare abbandonato, un vecchio capanno accanto a una palude, sono tutte vere e non sono state costruite dalla troupe che, invece, ha potuto concentrarsi nel decoro delle location contribuendo a quei particolari più importanti che accentuassero la tensione in ogni scena. NATHAN E’ italiano… significa: “un uomo con molte chiavi ha molte cose da nascondere.” Dietro la macchina da presa, il regista Gonzalo López-Gallego è stato raggiunto dal suo amico e collaboratore di vecchia data, nonché direttore della fotografia, José David Montero (APOLLO 18, EL REY DE LA MONTANA). Gonzalo e José hanno deciso di girare su pellicola, che Gonzalo preferisce al digitale, “anche se, oggigiorno, è sempre più difficile girare [su pellicola], adoro la sua consistenza” dichiara López-Gallego. E aggiunge, “Nel nostro film, era fondamentale ritrarre gli splendidi momenti spontanei che ci regala la natura. Continuo a credere che il miglior modo possibile per riuscirci è girare su pellicola.” Gonzalo ritiene anche che girare su pellicola dia un tocco in più all’atmosfera quando si realizza un film indipendente in quanto “fa cambiare l’atteggiamento della troupe, tutto conta, tutto deve essere pronto, bisogna essere pronti per la scena e farla bene.” La passione di Gonzalo e il suo coinvolgimento nel progetto e nella storia andava dalla macchina da presa fino alla post-produzione, in cui ha assunto anche il ruolo di montatore, confezionando la storia con le proprie mani. “Sono stato molto fortunato a lavorare con la Atlas Independent. Avevo la libertà e il tempo di provare certe cose e mostrare [ai produttori] versioni diverse” ha commentato Gonzalo sul tempo impiegato in sala montaggio, “abbiamo lavorato sodo e con creatività insieme, in squadra, costruendo e perfezionando il film.” “Lui è ciò che si definisce un narratore,” aggiunge Ginsburg. Per la musica, Gonzalo ha richiesto l’aiuto del suo amico Juan Navazo, autore di tutti i brani strumentali che hanno dato al film una ricca coltre di bellezza ossessiva. William Green conclude, “riteniamo di aver raccontato una storia avvincente ed emozionante, una storia che appassiona, terrorizza, pone qualche domanda filosofica sull’identità e la memoria e infine, una storia che porta a chiedersi: di chi puoi fidarti se non puoi fidarti di te stesso? E’ una storia di cui siamo orgogliosi e che ci emoziona condividere con il pubblico di tutto il mondo.”

 

 

Gonzalo López-Gallego

Nato a Madrid nel 1973, López-Gallego ha iniziato la sua carriera a metà degli anni ‘90, realizzando numerosi corti che si sono aggiudicati dei premi in diversi festival. Nel 2000 ha realizzato il suo primo lungometraggio, “Nómadas” (“Nomads”), elogiato dai critici quale eccezionale esempio di film indipendente e che ha vinto numerosi premi, tra cui quello per il miglior film straniero all’Independent Film Festival di New York e il premio speciale della giuria al festival del film spagnolo a Málaga (2001). Nel 2003 ha diretto “Sobre el Arco Iris” (“Over the Rainbow”), suo secondo lungometraggio, un film sperimentale girato in inglese e in spagnolo a Berlino e che ha partecipato a numerosi festival nel mondo. Il film “El Rey de la Montaña” (“King of the Hill”, 2007), con Leonardo Sbaraglia e Maria Valverde, ha vinto il Méliès Grand Prize dello European Fantasy Film in Silver ad Amsterdam e ha vinto anche allo Scream Fest di Los Angeles i premi per il miglior attore, la migliore attrice e la migliore fotografia. Nel 2010 ha ricevuto il premio Eloy de la Iglesia al festival del film spagnolo a Málaga che premia il lavoro di giovani artisti il cui percorso si scosta dalle regole prestabilite. Nel 2011, prodotto dalla Weinstein Company, ha diretto “Apollo 18″, un film di fantascienza con un budget di $5 milioni su una missione segreta della NASA sulla Luna, che ha incassato in tutto il mondo più di $25 milioni. Ancora oggi si dibatte se i filmati siano veri o meno.