Dopo un anno di pausa è ricominciato al Csc “L’Atto creativo”: un laboratorio interdisciplinare realizzato dagli allievi dei vari corsi,che hanno curato la parte tecnica e produttiva ognuno nella propria specializzazione. Si tratta di una serie di interviste a personalità che si sono distinte per la loro eccezionale creatività nei più diversi ambiti (cinema , teatro, arte, psicologia, scienza, tecnologia). L’incontro di oggi con Paola Cortellesi si è svolto nell’aula di recitazione appositamente allestita dai ragazzi di scenografia. Flavio De Bernardinis nel ruolo di intervistatore ha posto una serie di domande focalizzate sul processo creativo, su come nasce e si sviluppa a partire dagli stimoli più sottili. La Cortellesi risponde alle domande con la sua solita verve, generosa di consigli e di ricordi: “Non so individuare il momento preciso in cui è scattato il fuoco sacro della recitazione, è arrivato strada facendo. Da adolescente cantavo nei locali per guadagnare qualcosa, successivamente gli studi universitari e la scuola di recitazione. Poi, lavorando in piccole cose teatrali, ho capito cosa volevo fare. Ho capito che recitare è un lavoro di gruppo dove prendi qualcosa da ognuno, quello che ti piace, che ti fa crescere, che condividi, come in una borsa senza fondo: metti la mano e tiri su quello che ti serve. La creatività degli altri si mescola con la tua, devi fidarti e devi affidarti agli altri. Senti che funziona perché stai prendendo il ritmo giusto, il tuo momento creativo lo vivi quando dimentichi la realtà, e le parole che ti hanno affidato sono diventate tue, stai giocando. Bisogna recuperare la libertà di quando da bambini si giocava interpretando dei personaggi senza avere barriere”. I ragazzi l’ascoltano cercando di cogliere i punti più interessanti e utili per ciascuno. Le domande arrivano puntuali soprattutto sugli inizi dell’attrice, sul condizionamento del mercato: “Non siamo merce, bisogna evitare di chiudersi in certi binari, cercare di seguire il proprio istinto. E’ più faticoso e si rischia di più, creando le condizioni più favorevoli. Frequentare una scuola di cinema ti da l’opportunità di lavorare con altri giovani con cui puoi creare mille occasioni tue, di lavoro in gruppo. Un consiglio è quello di formare piccole compagnie, fare gruppo auto producendosi, realizzando piccoli spettacoli, come si faceva una volta nelle cantine, nei teatrini. Ci guadagnerete in esperienze”. E il pubblico che ruolo ha ? “Tu sei il pubblico – risponde la Cortellesi – tu sei spettatore e sai cosa vuoi vedere, allora proponi quello che tu stesso vorresti vedere” Un attore vivo dunque, propositivo, artefice del proprio destino è quello che ha proposto la Cortellesi ai giovani allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia, dove la creatività ha un ruolo importante ma la volontà è il motore per costruirsi il proprio futuro.