13 giugno “La leggenda di Kaspar Hauser” di Davide Manuli con con Vincent Gallo e Claudia Gerini
NOTE DI REGIA
La scrittura di questo secondo lungometraggio nasce dalla mia volontà di continuare il discorso poetico fatto con il precedente film “BEKET”, (Premio della Critica Indipendente a Locarno 2008, presentato in oltre 60 festival Internazionali e pluripremiato) girato in Sardegna, volendo mantenere lo stesso filo conduttore. Si potrebbe dire che la mia versione di Kaspar Hauser prende letteralmente il testimone di BEKET nella stessa corsa. Gli elementi di congiuntura tra i due film sono tanti: il bianco e nero, la natura col suo paesaggio isolato e desolato, l’assenza di umanità e civiltà, i pochissimi personaggi e l’uso di tematiche universali. Quando si prova a trattare il tema della breve vita di Kaspar Hauser, una delle parole che viene fuori più spesso è “ENIGMA” e “MISTERO” a causa dei così pochi elementi che contraddistinguono la vicenda. Io aggiungerei alla storia gli aggettivi “SURREALE” e “DELIRANTE”. La mia riscrittura di Hauser vuole insistere sul fatto che NON ha senso prendere la vicenda per come è accaduta letteralmente visti i pochi elementi a disposizione, ma al contrario ha più valore re-interpretarla in chiave poetica grazie all’uso di archetipi e di metafore:
• L’arrivo dal nulla e dal buio diventa l’arrivo dal mare…
• Il primo mondo di Hauser diventa qui un’isola deserta…
• L’umanità che lo circonda diventa un semplice gioco di coppie tra buoni, cattivi e
neutrali…
• Lo sforzo assurdo fatto per dargli un’educazione diventa l’insegnamento del mestiere di
DJ…
• La sua presunta ‘santità’ è qui tradotta in grotteschi miracoli che Kaspar compie a sua
insaputa… cucchiai e lattine che si spostano da soli…
Ma molto semplicemente, questa versione di KASPAR HAUSER vuol ribaltare l’equazione KASPAR HAUSER = MATTO vs. MONDO ESTERNO e SOCIETÀ = NORMALE Dimostrando in mondo poetico che forse… Kaspar è più normale di tutte quelle persone che gli stanno attorno esaminandolo e giudicandolo come un animale da circo. Anche a livello di estetica cinematografica, si vuole continuare il discorso iniziato con “BEKET” rompendo l’asse spaziotemporale. Siamo anche qui in un non-luogo e in un non-tempo, adottando le influenze che io prediligo: Western, surreali, modern-tecno e post-atomiche al tempo stesso.
“The world calls me mad. I am mad, you are mad, all the world is mad. Who is not mad? Still these
madmen call me mad. Some are mad after name and fame. Some are mad after money. Some are
mad after flesh. But blessed is he who is mad after God; such a madcap am I!”
Rang Avadhoot
Davide Manuli nasce a Milano nel 1967; ha all’attivo 3 film, 5 cortometraggi, 3 documentari, 2 libri. È stato assistente personale di Al Pacino e Charly Laughton per CHAL Productions a New York nel 1992 e assistente personale di Abel Ferrara a Roma nel 2003. Dal 1987 al 1992 è a New York come attore all’Actors Studio e al Lee Strasberg Institute. È stato attore protagonista nel lungometraggio The Contenders prodotto da Milos Forman per la Columbia University. Nel 1993 è attore nel film “L’incantevole aprile del regista” Mike Newell (3 candidature Oscar e vincitore di 2 Golden Globes). Nel 1995 finalista e Borsa di studio al Premio Solinas con la sceneggiatura di “Girotondo, giro attorno al mondo”. Nel 1996 pubblica il libro poetico-fotografico La mia incapacità di stare al Mondo – poesie di Davide Manuli e foto di Fabio Paleari. Nel 2008 è attore nel film “Nelle tue mani” di Peter del Monte. Sempre nel 2008 gira in Sardegna “BEKET” con Luciano Curreli, Jerome Duranteau, Simona Caramelli, Fabrizio Gifuni e Roberto Freakantoni degli Skiantos, che va in concorso a Locarno e vince il Premio della Critica Indipendente. Nel 2011 gira ancora in Sardegna “La Leggenda di Kaspar Hauser” con un cast stellare: Vincent Gallo in un doppio ruolo protagonista, Silvia Calderoni, Fabrizio Gifuni, Elisa Sednaoui e Claudia Gerini, con le musiche di Vitalic e monologhi di Giuseppe Genna, il film è stato presentato come evento speciale a Rotterdam nel 2012. Sempre nel 2012 è stato ri-presentato con la collaborazione delle Giornate Degli Autori di Venezia il primo lungometraggio “Girotondo – Director’s Cut”, assieme al libro omonimo “Girotondo la storia vera 1994-2012″ scritto assieme al produttore Gianluca Arcopinto. Ha da poco finito nel 2013 una istallazione di 90 minuti come omaggio al lavoro di Leos Carax, che si intitola “AVEC TITRE: CARAX 2.0″ che andrà l’anno prossimo alla galleria GuidoCostaProjects di Torino. Adesso sta preparando il suo quarto film “HAIKU” con Abel Ferrara protagonista.
Il progetto La leggenda di Kaspar Hauser è ispirato ad un misterioso fatto di cronaca avvenuto in Germania nell’Ottocento e che affascinò, per oltre un secolo, intellettuali e registi. Il 26 maggio 1828 comparve all’improvviso in una piazza di Norimberga, un ragazzo di circa sedici anni che sapeva dire solo un nome, forse il suo, Kaspar Hauser e poche altre parole. Accusava disturbi comportamentali e reagiva violentemente a qualsiasi impressione sensoriale, come ai suoni acuti. Il suo caso, in breve, destò l’interesse del pubblico, che voleva vederlo, toccarlo, fare degli esperimenti, per cui Kaspar dopo due mesi iniziò a soffrire di nevrosi. Le autorità di Norimberga lo affidarono alle cure di uno stimato insegnante. Kaspar Hauser in pochi mesi imparò a parlare, leggere, scrivere e fu così possibile ricostruire la sua storia. Aveva passato gli ultimi dodici anni in una cella buia, incatenato al pavimento. In tutti quegli anni il solo contatto con il mondo era stato un uomo che gli portava cibo e lo lavava ma che lo picchiava appena faceva qualche rumore che potesse rivelarne la presenza. Un anno e mezzo dopo il suo ritrovamento Kaspar Hauser subì un attentato per mano di un ignoto e questo ebbe un effetto negativo sulla sua psiche. L’attentato fece crescere i sospetti che egli fosse vittima di una cospirazione. Kaspar Hauser fu affidato così ad un ricco uomo d’affari, poi ad un austero maestro di scuola ed infine ad un ambiguo lord, fino a quando, il 14 dicembre 1833, nel parco di Ansbach, venne pugnalato da uno sconosciuto e morì tre giorni dopo. Fu sepolto nel cimitero della cittadina bavarese. Oggi si arriva alla tomba seguendo un percorso segnalato. Sulla sua lapide si legge: “Hic jacet Casparus Hauser, aenigma sui temporis. Ignota nativitas, occulta mors – MDCCCXXXIII” (“Qui riposa Kaspar Hauser, enigma del suo tempo. Ignota la [sua] origine, misteriosa la [sua] morte – 1833”). Nei giardini dove fu accoltellato gli fu eretto in seguito un monumento, con una lapide che recita: “Hic occultus occulto occisus est” (“Qui un uomo misterioso fu ucciso in modo misterioso”). Chi fu realmente Kaspar Hauser? Per alcuni un impostore, per altri un rampollo principe del Baden, vittima sacrificale di intrighi dinastici. Anselm von Feuerbach (1775-1833), giurista fautore del principio nulla poena sine lege, se ne occupa nel suo libro omonimo, accogliendo la seconda ipotesi, che gli studi successivi riconobbero. Su Kaspar Hauser il Fanciullo d’Europa, sono stati scritti più di 3.000 libri e 14.000 articoli, e numerose pièce teatrali. Werner Herzog ne fece un film: “L’enigma di Kaspar Hauser”- Gran Premio della Giuria a Cannes nel 1975.
La leggenda narra di un ragazzo apparso improvvisamente dal nulla. Il corpo arriva galleggiando sulla riva di una spiaggia. È Kaspar Hauser, il Fanciullo d’Europa, erede al trono, fatto sparire per oscuri motivi di potere quando era ancora piccolo. Ma ora è tornato in questo luogo desolato e senza tempo dove abitano solo la Granduchessa, il Prete, il Pusher, la Veggente, lo Sceriffo e il Drago. Kaspar Hauser con il suo arrivo sconvolge gli equilibri di questo mondo lontano, isolato e in una dimensione atemporale. Lo Sceriffo lo accudisce e lo protegge nel suo fortino, ma Kaspar Hauser capisce presto chi sono i suoi amici e chi i suoi nemici. Da una parte lo Sceriffo, la Veggente e il Prete, dall’altra il Pusher, la Granduchessa e il Drago. Un interrogativo aleggia e rimane fino alla fine: Kaspar Hauser era un santo, un idiota, un impostore… o semplicemente il loro Re?
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