13 giugno “Star Trek : Into Darkness” di J.J. Abrams 3D con Chris Pine, Zachary Quinto, Zoe Saldana, Karl Urban, Benedict Cumberbatch, John Cho
Quest’estate il regista J.J. Abrams ci condurrà nel buio più profondo (“Into Darkness”) insieme ai giovani ufficiali della U.S.S. Enterprise che saranno impegnati in un viaggio più epico che mai. Abrams ritrova la squadra che ha dato vita all’avventura, all’umorismo e allo spirito dell’apprezzato reboot del 2009 di Star Trek. In questo secondo viaggio la Enterprise sarà impegnata in una complessa partita a scacchi, sospesa fra la vita e la morte e minacciata da una irrefrenabile entità distruttiva, generando un’azione e un’emozione ancora più intense. In una situazione tanto delicata e rischiosa, i membri dell’equipaggio verranno messi a dura prova, in cui sia l’amore che l’amicizia verranno minacciati. Tuttavia il Capitano Kirk compirà un estremo sacrificio per l’unica famiglia che ormai conta per lui: il suo equipaggio.
La storia inizia con il ritorno dell’Enterprise sulla Terra, in seguito ad un controverso incidente galattico. L’indomito Capitano Kirk è tuttavia impaziente di tornare fra le stelle per una nuova e più lunga missione di pace ed esplorazione. Le cose però non vanno affatto bene sul Pianeta Blu. Un devastante attacco terrorista ha rivelato una realtà allarmante e la Flotta Stellare ha subìto un attacco dall’interno dalle disastrose conseguenze globali. Il Capitano Kirk guiderà l’Enterprise in una missione incredibile che spazia dal pianeta Klingon alla Baia di San Francisco. Il nemico che si annida a bordo dell’Enterprise ha un unico scopo: la distruzione totale. Kirk guiderà i suoi compagni in un ingannevole regno di specchi dove non si erano mai inoltrati prima d’ora, penetrando il sottile confine fra amici e nemici, vendetta e giustizia, alle prese con una guerra totale e la potenzialità di un futuro unito.
Torna a bordo dell’Enterprise l’equipaggio che ha già dato vita tanto intensamente al precedente film di Abrams, “Star Trek”: Chris Pine è il Capitano James T. Kirk, Zachary Quinto è il Primo Ufficiale Spock, Karl Urban è il Dott. Leonard “Bones” McCoy, Simon Pegg è il Capo Ingegnere “Scotty” Scott, Zoe Saldana è Uhura, Ufficiale delle Comunicazioni, John Cho è il Timoniere Hikaru Sulu, Anton Yelchin è Pavel Chekov e Bruce Greenwood è l’Ammiraglio Christopher Pike.
Si uniscono al cast: Benedict Cumberbatch nel ruolo del misterioso terrorista intergalattico John Harrison, Alice Eve nei panni del nuovo membro dell’equipaggio di nome Carol Marcus, e Peter Weller in quelli dell’Ammiraglio della Flotta Stellare che entra in conflitto con l’Enterprise.
Girato nella sofisticata alta risoluzione IMAX® e presentato in una dettagliata conversione 3D di ultimissima generazione, il film regalerà al pubblico una visione inedita dell’universo di Star Trek.
Lo spazio: dentro l’oscurità
Sulla scia di una tradizione che ha dato vita a quattro serie televisive, 11 film a soggetto e innumerevoli sogni ‘stellari’, questo film inaugura il mondo di Star Trek in tre dimensioni; nel film del 2009 un gruppo di esploratori spaziali tanto validi quanto ribelli, appena usciti dall’Accademia, si imbarcavano in un avvincente viaggio inaugurale verso le stelle. Si trattava della prima grande prova del loro talento, abilità e reciproca lealtà, in cui sfidavano le proprie personalità conflittuali, ma era pur sempre solo l’inizio della loro avventura. Forte di quella esperienza, l’equipaggio della U.S.S. Enterprise stavolta varcherà i confini dell’oscurità tornando sulla Terra del 23° secolo, mentre sinistre forze di guerra minacciano sia la sacralità del proprio mondo che di realtà ancora sconosciute.
Con “Into Darkness – Star Trek” J.J. Abrams torna alla sua visione umana dell’universo di Star Trek, rendendo il suo omaggio particolare ad una serie che fa ormai parte della cultura popolare, inoltrandosi stavolta in un territorio inesplorato.
Il primo film è stato apprezzato per aver mescolato l’umorismo irriverente, i personaggi carismatici e la fantasia della serie televisiva degli anni ’60 con il ritmo e l’azione del 21° secolo, dando vita ad una storia fresca e ricca di emozioni che racconta come tutto ebbe inizio. Sulla scia delle intenzioni di Gene Roddenberry, lo “Star Trek” di Abrams parlava agli amanti delle stelle in tutti noi rendendo tangibile l’infinito.
In seguito al successo di quel film, Abrams non era però disposto a riposare sugli allori. Tenendo fede al ‘dictum’ di Star Trek, in questo secondo viaggio ha voluto approfondire ogni aspetto del film, esplorando con coraggio le dinamiche dei personaggi di Star Trek e rendendo la loro missione ancora più avvincente. Questo ha comportato una serie di incredibili nuove sfide per i filmmakers. L’Enterprise si è spinta oltre i confini dell’immaginabile, sono stati ideati e costruiti interi nuovi mondi. E per spingere la storia verso una nuova frontiera, Abrams ha preso la decisione di girare il film sia in IMAX® e che in un 35mm anamorfico, presentandolo in 3D.
Tuttavia, le maggiori difficoltà sono quelle affrontate da Kirk, Spock, Uhura, Bones, Scotty, Sulu e Chekov. Quando la Flotta Stellare viene scossa da un terribile attacco, non solo dovrà fronteggiare il lato oscuro al suo interno ed un temibile nuovo nemico, ma dovrà dubitare persino dell’unica cosa di cui ci si dovrebbe fidare all’interno di un universo imprevedibile: i propri compagni.
“Questo film supera il primo film in ogni suo aspetto: vedremo pianeti vulcanici, inseguimenti spaziali ed incredibili effetti speciali, sullo sfondo di una storia più sfumata”, spiega Abrams. “L’equipaggio dell’Enterprise stavolta sarà coinvolto in una vicenda in cui emergono dilemmi morali e personali, e dovrà affrontare problemi relativi alla fiducia, alla lealtà e a ciò che accade ai propri principi quando si viene messi a dura prova. Il nostro obiettivo era conservare la commedia, l’umanità e l’esuberanza dei personaggi nonostante si avventurino in un territorio più oscuro e complesso. Per il Capitano Kirk, ciò che inizia come una missione di vendetta, sarà un viaggio alla scoperta di se stesso, di cosa vuole dire essere un capitano di valore”.
Abrams continua: “Per riuscire a far proseguire la storia, questo film doveva essere più ambizioso dell’altro. L’azione e le dimensioni sono anni luce più avanti. Introdurre la tecnologia IMAX® e il 3D trasporterà il pubblico ad un altro livello di intrattenimento. Ma allo stesso tempo, a prescindere dal formato, ciò che più ci interessava era riuscire a raccontare una storia ancora più eccitante ed emozionante”.
Una storia che ancora una volta è stata scritta dagli sceneggiatori e produttori Robert Orci e Alex Kurtzman, insieme a Damon Lindelof; il processo di scrittura si è trasformato in un vero e proprio brainstorming continuo. “Non saprei dire quanti meeting abbiamo fatto per parlare della storia”, racconta Abrams. “Abbiamo collaborato costantemente, apportando modifiche, cercando di capire cosa inserire. Sono stato davvero fortunato a poter lavorare di nuovo con Bob, Alex e Damon. Sono stati infaticabili, e hanno creato una storia che dà di volta in volta spazio ad ognuno dei personaggi principali, che emerge con la sua vita e i suoi ideali”.
Bryan Burk, produttore e co-fondatore della Bad Robot, osserva che il copione si basava anche sull’idea che i membri dell’equipaggio di Star Trek si stanno trasformando in un inseparabile, seppur talvolta disordinato, gruppo di amici. Spiega: “Il copione di ‘Into Darkness’ è iniziato con una domanda: in che modo possiamo mettere la squadra dell’Enterprise in una situazione di grave minaccia e conflitto? Abbiamo pensato che mentre il primo film racconta di come questa squadra si unisce, il secondo film doveva invece raccontare di come questi personaggi crescono e diventano adulti. Un’idea ricca di energia e di potenzialità”.
Per portare l’intensa energia drammatica del film al successivo livello visivo, Abrams ha usato la tecnologia IMAX® ed una accurata conversione in 3D che ha avuto luogo durante la post produzione, per riuscire a superare il risultato ottenuto in precedenza. Non è stata una decisione che il regista ha preso a cuor leggero, perché comunque la sua priorità riguarda sempre l’autenticità, anche nella storia più fantastica. Ma dopo aver esaminato con attenzione i più sofisticati film 3D e IMAX® degli ultimi anni ed aver lavorato con il regista Brad Bird, che ha usato IMAX® in “Mission Impossible: Protocollo fantasma”, Abrams si è convinto che era arrivato il momento giusto per coniugare questa moderna tecnologia con la grande storia di Star Trek.
“Quando un film è girato in IMAX®, è tutta un’altra cosa”, dice il regista. “La risoluzione è incredibile e si viene letteralmente ingoiati dal film. Ma non avevo ancora mai visto un’avventura spaziale presentata in questo modo. Christopher Nolan è stato molto disponibile e mi ha fatto vedere le scene de ‘Il cavaliere oscuro – Il ritorno’ con l’IMAX®. Vedendo quelle immagini pazzesche, ho capito che sarebbe stato assurdo privare il nostro film dell’opportunità di girare in IMAX®”.
I risultati rivelano che è valsa la pena affrontare le enormi difficoltà logistiche. “Siamo finalmente in grado di trasmettere l’ampia scala della storia non solo nello spazio ma anche sulla Terra e all’interno delle navi spaziali. Sono convinto che sarà davvero elettrizzante”, dice Abrams.
Aggiunge Roger Guyett, il supervisore visivo della Industrial Light & Magic che torna anche lui a far parte della squadra del film: “Con un’idea che assomiglia a un ‘Lawrence d’Arabia’ nello spazio, IMAX® è stato un mezzo magnifico con cui J.J. rivela i grandi scenari esplorati dall’Enterprise”.
L’uso della fotografia IMAX® in una porzione del film, ha svolto anche una funzione creativa. “Molti dei nostri set sono più verticali che orizzontali, e con IMAX le dimensioni sembrano aumentare”, spiega Abrams. “Lo abbiamo usato per la giungla del pianeta vulcanico Nibiru all’inizio del film, per il pianeta dei Klingon, Kronos, e specialmente alla fine, nella scena dell’inseguimento sulle strade di San Francisco. La regola è stata che per le azioni all’esterno, abbiamo girato con IMAX®, mentre all’interno abbiamo usato un 35 anamorfico”.
Nel creare un’esperienza in 3D con cui mostrare la suggestione e la velocità del mondo di Star Trek, Abrams e la sua squadra si sono spinti persino oltre. All’inizio i filmmakers erano reticenti ad utilizzarlo, fino a quando non si sono resi conto di poterlo fare in un modo adatto ad esprimere le loro ambizioni visive. “Non abbiamo mai usato il 3D in nessuno dei nostri film prima d’ora”, osserva Burk. “Ma quando abbiamo visto gli ingredienti di ‘Star Trek’, e cioè battaglie epiche, prospettive planetarie a perdita d’occhio e una grande azione, abbiamo pensato: se ‘Star Trek’ non è adatto al 3D, allora quale film lo è? Ma volevamo che la nostra prima esperienza in 3D fosse assolutamente speciale e diversa”.
Questo processo è iniziato con la premessa che non basta aggiungere semplicemente il 3D; è una tecnica che va utilizzata per elevare il racconto o per dare vita a mondi inediti. “James Cameron ha compiuto dei grandi progressi con ‘Avatar’ mostrandoci qualcosa che non avevamo mai visto prima. Ma il fatto di girare semplicemente un film in 3D non lo rende ‘Avatar’, così come abbiamo avuto modo di vedere nei numerosi film usciti successivamente”, continua Burk. “Quindi abbiamo pensato che se lo avessimo fatto, lo avremmo fatto nel migliore dei modi”.
A tal fine si sono rivolti allo stereografo Corey Turner, che ha collaborato in alcuni dei migliori film in 3D degli ultimi anni, incoraggiandolo ad utilizzare le sue tecniche per creare profondità e dettagli avvolgenti che il pubblico non aveva ancora mai visto. “Il processo è stato estremamente laborioso e più minuzioso di quel che avessimo mai immaginato”, dice Burk. “Insieme a Corey, abbiamo studiato ogni singolo frame del film, esaltando ogni aspetto del 3D, infatti sembra che gli oggetti schizzino letteralmente fuori dallo schermo. Dicevamo sempre a Corey ‘facciamo di più’ e lui diceva, ‘questo è il massimo’ e noi invece lo spronavamo ‘ancora, ancora!’ e lui ci accontentava. Speriamo che la combinazione dell’IMAX® e del 3D produca un effetto sorprendente per il pubblico”.
La magia delle immagini è stata il punto focale anche nella collaborazione fra Abrams e il direttore della fotografia Dan Mindel, il cui innovativo uso delle lenti, delle luci e degli angoli aveva già caratterizzato “Star Trek” del 2009. Dice Abrams a proposito di Mindel: “E’ uno dei migliori direttori della fotografia che ci siano oggi nel mondo del cinema, ha girato questo film in un modo che regala in ogni scena una sensazione tattile carica di emotività. Dan usa la fotografia per dare alla storia spessore e realismo, per permettere ai personaggi di essere accessibili e al mondo di respirare”.
Al di là della fantasia visiva del film, Abrams preferisce comunque creare tutto ciò che può attraverso la cinepresa. Usa schermi verdi e CG solo quando è necessario per trasportare il pubblico nelle galassie sconosciute ma gli piace un’azione drammatica intima e realistica, e questa duplicità crea un forte contrasto. “Ovviamente non si può fare un film chiamato ‘Star Trek’ e non avere lo schermo verde”, osserva il regista, “ma fin dal primo film abbiamo voluto trovare spazi e costruire set ogni volta che era possibile, per creare un mondo che non sia sintetico o sterile, ma che possa essere percepito in modo molto realistico”.
Osserva il produttore esecutivo Jeffrey Chernov: “Anche se il film ti trasporta nello spazio più profondo, c’è sempre qualcosa di reale nella narrazione di J.J. Lui sa che se è l’emozione a guidare l’azione e l’effetto, persino la storia più fantastica può diventare credibile e personale”.
Abrams osserva che nell’esplorare un nuovo territorio visivo ed emotivo, si è sentito un po’ come il Capitano Kirk alla volta di un cosmo sconosciuto… per il quale è meglio essere preparati. “In un film del genere, ogni giorno si è messi alla prova ad ogni livello, per riuscire a migliorare”, spiega. “Ma così come fa Kirk in questa nuova storia, anche io ho apprezzato questa opportunità”.
Conclude Burk: “Con il primo film volevamo sfidare le aspettative del pubblico rispetto a Star Trek. Ora penso che J.J. abbia raggiunto un livello successivo di complessità e che la gente uscirà dal cinema pensando ‘Wow, era davvero un film di Star Trek?’”
Sul Ponte: l’equipaggio si ritrova
Kirk:
All’inizio di “Into Darkness – Star Trek” il Capitano James T. Kirk si trova ad un bivio. Nel frattempo è diventato un comandante esperto che sfida le regole per ottenere ciò che pensa sia giusto. Tuttavia la sua sfrontatezza e la sua audace determinazione ad ignorare il protocollo, lo pone in conflitto con la Flotta Stellare, anche quando questa si confronta con un terribile pericolo.
L’attore Chris Pine veste nuovamente i panni di Kirk che dovrà imparare a gestire il suo potere e la sua vulnerabilità; vedremo presto l’attore nel ruolo protagonista di “Jack Ryan” per la regia di Kenneth Branagh. Felice di poter tornare a bordo dell’ Enterprise, Pine racconta che per questa seconda avventura si sentiva ansioso ma carico di aspettative. “Il primo giorno sul set sembrava il primo giorno in cui si torna a scuola dopo le vacanze”, racconta ridendo. “Ritrovare i propri colleghi, l’eccitazione dell’inizio delle riprese, desiderando di dare il meglio di sé. Ma quando mi sono nuovamente calato nel ritmo del personaggio, è stato tutto molto naturale”.
Stavolta però Pine ha accelerato quei ritmi dato che Kirk vivrà un forte scossone nella sua carriera, e dovrà affrontare la perdita, il dubbio e grandi quesiti che riguarda ciò che gli sta più a cuore. Pine è rimasto particolarmente colpito dal modo in cui il copione di “Into Darkness – Star Trek” esplora il complesso rapporto ‘yin e yang’ fra Kirk e Spock, che imparano a conoscersi meglio e a fare i conti con le loro più lampanti diversità e la loro innegabile sintonia.
“C’è sempre stata la sensazione che nessuno dei due sarebbe lo stesso senza l’altro”, osserva. “E questa storia diventa un viaggio necessario per entrambi. Kirk adora trasgredire ma quando all’inizio della storia il Capitano Pine gli dice ‘Puoi essere fantastico ma ancora non lo sei’, si forma una crepa nella sua corazza. Kirk ha sempre avuto un fascino noncurante e smaliziato ma in questa missione viene assalito dai dubbi. Trovo che sia una storia meravigliosa per entrambi i personaggi”.
Continua: “Non potevamo trovare due personaggi maggiormente agli antipodi ma alla fine troveranno il modo di completarsi come amici”.
Mentre i temi di “Into Darkness” conducono Kirk all’interno di un regno che suscita forti emozioni, l’attore osserva che Abrams sa istintivamente conoscere il modo con cui bilanciare l’oscurità con la luce e i colori. “J.J. conosce la forza dell’intrattenimento”, osserva Pine, “e il modo di connettere il pubblico alla storia. Stavolta ci saranno incredibili sequenze d’azione ma il cuore del film è comunque e sempre l’esperienza umana”.
Spock:
Kirk non è l’unico a dover affrontare i propri demoni interiori nel corso del viaggio spaziale. Anche il suo primo ufficiale Spock, sarà costretto a guardarsi dentro come non ha mai fatto prima. Zachary Quinto torna nel ruolo dell’individuo per metà umano e per metà vulcaniano che si avvale della sua logica reprimendo le emozioni che più possono infastidirlo; l’attore è recentemente apparso nel ruolo di un banchiere in “Margin Call”, un film da lui stesso prodotto. “Into Darkness” presenta Spock e Quinto alle prese con varie situazioni, sia dal punto di vista del dramma, che dell’azione che del romanticismo.
All’inizio del film Spock lotta con i suoi ideali di dovere, aderenza alle regole e stoico senso del sacrificio e con il modo più passionale e problematico con cui invece Kirk si relaziona al mondo. “In questo film Spock impara a gestire le proprie emozioni e cosa significa essere amico di qualcuno”, osserva Quinto. “Kirk prende alcune decisioni sprezzanti delle regole, che in seguito lo tormenteranno, mentre Spock è disposto a morire pur di obbedire alla legge e Kirk non intende affatto lasciare morire il suo amico solo per obbedire ad una regola. Quindi fin dall’inizio i due assumono atteggiamenti opposti e questo è il tema ricorrente del film. Ma poi, ci sarà un momento in cui Spock comprende cosa significa avere un amico e ammette di provare anche lui sentimenti profondi per gli altri. In quel momento si rivela più umano di quel che lui stesso immagina”.
Quinto racconta che nel film Spock ha dato prova della sua prestanza fisica, più che mai. Infatti lo vedremo saltare in un vulcano e impegnarsi in combattimenti corpo a corpo. “Ho dovuto correre molto, il film è molto fisico e mi sono allenato parecchio”, afferma. “Ma è stato molto gratificante perché mi ha permesso di connettermi in modo completamente diverso con Spock, e mi sono molto divertito”.
È stato bello anche esplorare l’improbabile storia d’amore fra Spock e Uhura, un rapporto che rivela il mondo interiore di Spock più di quanto lui stesso non vorrebbe. “C’è un bel momento nel film fra Uhura e Spock, in cui la donna gli confessa di essere sconvolta dalla sua volontà di morire e lui risponde ‘Forse pensi che sto prendendo una decisione a cuor leggero, ma ti giuro che non è così’. Si percepiscono alcuni lati della psiche di Spock che non avevamo ancora esplorato. È stato davvero interessante”.
Aggiunge: “Lavorare con Zoe Saldana nel ruolo di Uhura è stato straordinario. È così aperta, vulnerabile e forte al tempo stesso. Ha un carattere duro ma sa essere anche morbida ed è magnetica. Ci conosciamo da anni ed è stato bello ritrovarsi, lavorare con lei crea una sensazione di familiarità”.
Nel corso di questo cambiamento di Spock, Quinto dichiara di essersi lasciato guidare da Abrams per portare i personaggi verso nuove direzioni. “Ciò che distingue J.J. rispetto agli altri registi è la sua enfasi sull’umanità e sui personaggi. Non segue mai i progetti alla lettera e così ha fatto anche per Star Trek. Inoltre non ci permette mai di dare per scontato il primo film. Ha subito chiarito che dovevamo prepararci ad una storia completamente nuova e non ricominciare da dove eravamo rimasti”, spiega l’attore.
Ma qualcosa è rimasto intatto rispetto al primo film: il rituale del trucco a cui Quinto si è sottoposto quotidianamente per riuscire ad avvicinare i suoi lineamenti a quelli del noto vulcaniano. Se pur con nuove sfide. All’inizio del film Spock indossa un costume speciale per introdursi nel nucleo di roccia e fuoco del pianeta Nibiru, e Quinto racconta che la fabbricazione del costume è stata molto laboriosa. “Il costume è stato fatto su misura basandosi sui disegni laser al computer del mio corpo, quindi abbiamo fatto molte prove”, spiega. “E’ un abito scomodo e soffocante ma splendido. Lavorare indossandolo è stato un esercizio di pazienza. Ho indossato il costume per sei giorni di riprese ed è stata una bella fatica”.
Ma la cosa più bella per Quinto è stata la chance di poter rivelare un personaggio che affascina milioni di spettatori con le sue infinite contraddizioni e la sua ricerca di coerenza. “E’ un grande onore per me avere la possibilità di incarnare un personaggio tanto amato, simbolo di intelligenza, logica e compassione”, conclude. “Ogni volta che entro in contatto con lui Spock mi insegna l’integrità”.
Uhura:
Zoe Saldana non vedeva l’ora di mostrare nuovi aspetti di Uhura, l’affascinante e razionale xenolinguista che veste il ruolo dell’ufficiale delle Comunicazioni dell’ Enterprise esperta di traduzioni e comprensioni degli idiomi galattici. Come Quinto, Saldana era affascinata dall’idea di continuare ad esplorare il rapporto fra Spock e Uhura, e di renderlo tumultuoso. “Penso che il loro rapporto nel primo film abbia sorpreso tutti, ma era necessario farlo crescere”, commenta. “Stando insieme dovranno affrontare le prime difficoltà e questo è uno dei colpi di scena del film di cui solo JJ è capace”.
Un tempo Uhura era l’unica donna sul Ponte dell’Enterprise, ma in questa nuova missione sarà affiancata da Carol Marcus; inoltre occuperò un posto importante fra Kirk e Spock, che se la contenderanno come alleata. “Lei però è più attratta da Spock perché si attiene alle regole. Tuttavia ammira anche il lato ribelle di Kirk perché sa che il suo cuore è buono e generoso”, dice Saldana. “Gode del massimo rispetto di entrambi”.
In questo senso Saldana occupa un posto d’onore da cui osserva il modo in cui Kirk e Spock si affrontano e si relazionano. “E’ stato bellissimo vedere Chris e Zach che costruiscono i propri personaggi, rispettando la loro natura ma aggiungendo alcune peculiarità”, osserva. “Penso che siano migliorati moltissimo e mi è piaciuto molto il modo in cui si beccano in questo film. E mentre si scambiano le loro battute, si percepisce benissimo la stima e l’amicizia che nutrono reciprocamente”.
Così come Kirk e Spock, anche Uhura subisce dei grandi cambiamenti in “Into Darkness”. “L’equipaggio sta diventando adulto, assume maggiori responsabilità ed impara ad accettare la strada che ognuno di loro ha scelto” dice Saldana. “Ognuno di loro impara a sentirsi a suo agio nella sua pelle, soprattutto Uhura. Si chiede: sarò in grado di sacrificare la mia vita per la mia squadra, la mia nave, per i principi in cui credo? Sono domande importanti per lei”.
Saldana ha trovato particolarmente eccitante la possibilità di mostrare per la prima volta il talento di Uhura nel parlare fluentemente la lingua Klingon, che ha comportato l’apprendimento di una lingua nuova, seppur totalmente inventata, con una strana struttura grammaticale. “Il Klingon è molto divertente”, spiega. “E’ stato interessante esplorare la pronuncia e il significato di ogni parola e cercare quindi di inserire il tutto nel dramma e nella tensione della scena. Sul set, quando ero con gli attori Klingon con le loro code di gatto all’aria, la mia fantasia era colpita dalla fantasia di tutto il contesto. Mi piace misurarmi con situazioni nuove, rare e difficili”.
Abrams era deliziato dal modo in cui Saldana ha gestito gli incontri con i Klingon. “Ha la capacità, in qualsiasi lingua, di trasmettere grandi emozioni”, dice. “Zoe ha reso tutto molto reale e divertente, e non sciocco e fasullo. In un film del genere c’è il pericolo di scadere nel ridicolo, invece lei è stata straordinaria”.
Bones, Scotty, Chekov e Sulu:
Anche l’ufficiale medico della vecchia scuola della nave, Leonard “Bones” McCoy, si pone dei quesiti: si chiede infatti quale rotta stia prendendo la Flotta Stellare. “E’ preoccupato di questa nuova missione perché ha una valenza militare, e lui crede che la Flotta Stellare sia più adatta a missioni pacifiche e di esplorazione”, spiega Karl Urban, la star d’azione che torna a incarnare questo ruolo dopo aver recentemente interpretato il futuristico personaggio protagonista di “Dredd”.
Il pungente senso dell’umorismo di Bones era già uno strumento importante per evitare che Kirk o Spock prendano le cose o se stessi troppo seriamente. Ma stavolta sarà davvero fondamentale per riuscire a sedare i conflitti che esplodono a bordo dell’Enterprise. Urban dichiara di essersi divertito. “Al centro di Star Trek c’è un gruppo di persone che non è del tutto in sintonia, ma che alla fine riesce sempre a superare le differenze reciproche per poter sconfiggere un avversario comune”, spiega. “Bones secondo me è l’esatto opposto di Spock. Se Spock è la logica, Bones incarna l’umanità . . . e Kirk dovrà trovare un equilibrio fra questi due estremi per poter essere un bravo capitano. In “Into Darkness – Star Trek” assisteremo ad un momento critico nel loro rapporto perché discuteranno animatamente per far prevalere il proprio modo di condurre le operazioni”.
Il turbolento ingegnere della nave Scotty, si trova anche lui ad un bivio in “Into Darkness – Star Trek”, e questo è stato un elemento molto allettante per l’attore inglese Simon Pegg che incarna nuovamente il ruolo. “Sono stato contento di impersonare di nuovo Scotty perché la Enterprise sta diventando un vero equipaggio. Nel primo film, ci siamo incontrati e abbiamo trovato un modo per stare insieme. Ora Scotty conosce tutti meglio, anche se ognuno sta cercando di migliorare i rapporti interpersonali. Per esempio ancora chiama Chekov ‘piccoletto’”, ride Pegg.
Ma la persona a bordo dell’Enterprise che Scotty conosce meglio è il suo amico Kirk, e nonostante questi sia ora il capitano di una nave importante, lo schietto ingegnere continua a dargli qualche consiglio, anche a rischio del suo lavoro. “Scotty può essere caotico e insubordinato ma sa fare il suo lavoro. Chiama Jim ‘Capitano’, ma è anche sincero con lui, e in questo episodio si scontreranno. Scotty lo mette alla prova nel momento sbagliato e ne pagherà le conseguenze”, spiega Pegg. “Ma il loro legame è comunque forte. Scotty rispetta Kirk; lo considera un capitano coraggioso, capace, intuitivo e gli piace la sua integrità. Quando si scontrano, Scotty è arrabbiato con lui, ma in fondo è pronto a fare tutto ciò che il capitano possa chiedergli”.
Presto il pubblico si renderà conto che i timori di Scotty rispetto ai pericoli della nuova missione dell’ Enterprise, sono ben fondati. “Scotty è un bevitore, un rissoso e può sembrare un buffone ma è un bravissimo ingegnere”, spiega Pegg.
Pegg è stato felice di ritrovare JJ Abrams. “E’ lui il motore che guida l’Enterprise con entusiasmo, positività ed inventiva, tenendo tutti in riga”, dice.
Anton Yelchin, che torna a bordo dell’Enterprise nei panni del prodigio russo Pavel Chekov, la pensa allo stesso modo. “Di J.J. mi piace il fatto che è veramente affezionato a questo mondo e ad ogni singolo personaggio e al loro percorso individuale”, afferma. “Non solo fa piacere venire diretti da J.J. ma è bello vederlo all’opera”.
È Chekov che sostituisce temporaneamente Scotty quando le cose si mettono male con Kirk. “Ad un certo punto Kirk e Scotty hanno un diverbio e Kirk dice a Chekov, ‘Indossa una camicia rossa’”, spiega Yelchin. “Così finalmente ho potuto cambiato colore! Ma a parte tutto, mi è piaciuto il momento in cui Chekov deve dimostrare di essere pronto e capace e di sapersi adeguare se necessario”.
Yelchin si è preparato al ruolo di Chekov tornando alle origini del personaggio. “Ho visto varie volte le puntate della serie originale in cui appare Chekov”, spiega. “Amo questo personaggio ed ero felice di poter tornare sulla Enterprise. Mi piace inoltre il modo in cui questo film mescola il grande tema della vittoria contro l’azione giusta, un tema che ricorre in tutta la storia letteraria e cinematografica di questa serie, insieme all’ umorismo e all’intelligenza dell’universo Star Trek”.
John Cho, che ancora una volta interpreta il timoniere Hikaru Sulu, concorda: “Questo secondo film è davvero fedele alle origini spirituali di Star Trek, nel modo in cui affronta le nuove idee e le grandi domande, attraverso questi personaggi familiari”.
Per Cho tornare sul Ponte insieme ai suoi colleghi è stato naturale. “Sembrava che il tempo non fosse passato”, afferma. “Non succede spesso nella vita di vivere una bellissima esperienza e di avere il privilegio di poterla rivivere in modo ancora più eccitante”.
Carol Marcus, Christopher Pike e l’Ammiraglio
Il Ponte dell’Enterprise dà il benvenuto ad un nuovo membro dell’equipaggio: l’Ufficiale Scientifico ausiliario Carol Marcus, che contribuirà a generare – involontariamente – qualche complicazione. Incarna il ruolo dell’affascinante scienziata, che si basa su un personaggio introdotto nel precedente Star Trek, Alice Eve, l’attrice che ha studiato ad Oxford, apparsa anche nei film “Lei è troppo per me” e “Sex and the City 2”.
“Volevamo qualcuno che risultasse diverso dal resto del cast ma che potesse comunque amalgamarsi alla squadra splendidamente. Doveva essere spiritosa ed intelligente, sexy e determinata, ed Alice possiede tutte queste caratteristiche”, afferma Abrams.
Eve è stata felice di aver fatto parte dell’equipaggio soprattutto in un ruolo tanto intrigante. “La presenza di Carol a bordo della Enterprise è avvolta dal mistero”, osserva Eve. “E’ un’esperta di armi con un dottorato in fisica, quindi è una presenza un po’ scomoda per Spock. Inoltre allaccia subito un rapporto speciale con Kirk e Spock in qualche modo si sente minacciato”.
La scintilla romantica è stata particolarmente interessante da esplorare con Chris Pine nel ruolo di Kirk. “Carol e Kirk generano un ritmo, fra loro, che ricorda quello fra Hepburn e Tracy” spiega l’attrice. “Il loro rapporto è altalenante. Lavorare con Chris è stato fenomenale, è una persona estremamente generosa e trascinante”.
Anche il mentore ed ex capitano della Enterprise, Christopher Pike, interpretato da Bruce Greenwood, interpreta un ruolo centrale in “Into Darkness”, perché in un attimo cambierà tutto, specialmente per il suo giovane protégé, il Capitano Kirk. All’inizio del film Pike è furibondo perché Kirk ha violato la Direttiva Principale, l’inviolabile regola della Flotta Stellare secondo cui i viaggiatori dello spazio non devono mai danneggiare il corso di un’altra civiltà, e per questa violazione è persino disposto a rimuoverlo dal comando. “Poiché Pike ama Kirk come un figlio”, spiega Greenwood, “permette a Kirk e Spock di prendere una decisione, nonostante la gravità della trasgressione”.
Pike licenzia Kirk per stimolarlo a diventare un leader migliore. “Gli spiega che le decisioni non possono essere guidate dalle proprie emozioni altrimenti potrebbero mettere gli altri in pericolo, e questo è inaccettabile”, dice Greenwood. “Ma Pike sa che un giorno Kirk sarà in grado di usare il suo talento per salvare la galassia”.
Un altro comandante della Flotta Stellare fa il suo ingresso in “Into Darkness”, ma potrebbe non essere ciò che sembra. Interpreta questo personaggio oscuro e misterioso l’attore, filmmaker e storico dell’arte Peter Weller, noto per i suoi intensi ruoli di “Robocop” e “Dexter”. L’attore era affascinato all’idea di condurre Star Trek in un regno di pericolose operazioni segrete, attacchi preventivi e misteri che riguardano la flotta.
Weller è capitato nel film per un caso fortuito. Si trovava nell’ufficio di produzione della Bad Robot per parlare con i dirigenti della regia di un altro progetto televisivo, quando Abrams ha avuto un’ispirazione. “Mentre parlavo con lui, continuavo a pensare che sarebbe stato perfetto nei panni dell’Ammiraglio”, racconta il regista. “Infatti subito dopo l’ho chiamato, gli ho offerto il ruolo e lui ha accettato. È stato uno dei casting più casuali che abbia mai fatto”.
Abrams aggiunge: “Siamo stati fortunati ad averlo nel film. Da un lato Peter è metodico e cura ogni dettaglio e sfumatura. Dall’altro è cerebrale e incredibilmente intelligente. Ma possiede anche un grande istinto e dopo aver appreso la tecnica dei movimenti, va oltre ed è un piacere guardarlo”.
Weller si è unito al progetto con entusiasmo. “Il copione era fantastico”, dice. “Orci, Kurtzman e Lindelof mi hanno dato un bel ruolo e grazie ai consigli di J.J. abbiamo creato un personaggio magnifico, con un forte patriottismo, che fa ciò che ritiene sia giusto per Flotta Stellare. Potrebbe apparire come un antagonista ma è più complesso di come appare”.
La nemesi rivelata
Il lato oscuro di “Into Darkness – Star Trek” è incarnato da un nemico misterioso, un terrorista intergalattico, le cui intenzioni distruttive non sembrano conoscere confini terreni né cosmici. Si tratta di John Harrison, un unico uomo forte come un esercito maledetto, che diventa il bersaglio del Capitano Kirk.
Da quando i filmmakers hanno iniziato a pensare all’uomo di nome John Harrison, e al suo profondo legame con la tradizione di Trek, si sono concentrati su qualcuno in grado di impersonarlo.
Dopo aver incontrato decine di attori qualificati, Abrams ha fatto una scelta inusuale. Ha preso infatti in considerazione Benedict Cumberbatch, l’attore inglese noto soprattutto per i ruoli storici fra cui “Sherlock” (per la TV), “War Horse”, “Espiazione” e “Tinker Tailor Soldier Spy”, “Lo Hobbit” e “Parade’s End”, che ha conquistato Abrams con il suo talento e magnetismo.
“Nel primo film abbiamo avuto attori straordinari che hanno personalizzato i loro ruoli, con uno spirito perfettamente adatto a ciò che facevano. Benedict ha fatto esattamente la stessa cosa con il suo personaggio”, Abrams spiega. “Ha incarnato il suo ruolo con un atteggiamento completamente nuovo, con personalità, forza e con un background diverso. E’ un attore irresistibile ed energico, ha un approccio asciutto e raffinato, che è davvero indovinato, e che ha annullato qualsiasi dubbio potessi avere riguardo il suo aspetto. Non avevamo intenzione di ripeterci in questo film e lui rappresenta la nostra versione del personaggio già apparso nella serie. È stato la decisione giusta perché è bravissimo”.
Cumberbatch era già un fan di Star Trek quando ha letto il copione. “Avevo visto il primo film e pensavo che fosse magnifico. È una commedia intelligente e umoristica e allo stesso tempo fedele all’originale. E questo copione mi ha catturato ancora di più. J.J ed io abbiamo parlato molto del mio personaggio, della sua identità e del suo ruolo nella Flotta Stellare”.
Cumberbatch fa il suo ingresso sul set dell’ Enterprise ed entra in un gruppo già affiatato, diventando un minaccioso outsider. “J.J. crea un’atmosfera sul set che è davvero esilarante”, commenta. “Ha grande rispetto per gli attori e il loro lavoro, e c’è sempre spazio e tempo per il gioco ma anche per una seria concentrazione. È una dinamica che funziona benissimo”.
Nel calarsi nella psicologia torbida del suo personaggio, Cumberbatch si è sottoposto ad un allenamento piuttosto duro per il ruolo più “fisico” che abbia mai interpretato, pieno di combattimenti e di inseguimenti. Racconta che Chris Pine e Zachary Quinto lo hanno aiutato nel training. “Zach e Chris sono bravissimi con questo genere di cose, sono forti e veloci ma con me sono stati gentili e premurosi”, dice. “Si preoccupano sempre dell’incolumità e di come sviscerare le emozioni”.
Queste emozioni al cardiopalma, che emergono soprattutto fra Pine e Cumberbatch, vengono percepite da tutti in modo intenso. “Le scene fra Chris e Benedict sono bellissime perché fanno letteralmente scintille”, dice Karl Urban.
Aggiunge Pine: “Benedict ha letteralmente scolpito il suo personaggio, con la massima precisione. La sua performance è precisa e l’ho guardato recitare con ammirazione, sia come fan che come collega. La sua interpretazione è inquietante, spaventosa e senza dubbio ha creato alcuni momenti che rimarranno per sempre nella storia di Star Trek”.
L’ Enterprise cresce
Se “Into Darkness – Star Trek” amplifica l’azione, le dimensioni, e persino la psiche dei suoi personaggi, i filmmakers hanno voluto aumentare anche la prospettiva dell’Enterprise, ampliando la sua vista dal cuore pulsante della nave, il Ponte. Hanno quindi abbandonato sia i set di cartone della serie originale che quelli costruiti di qualche anno fa.
“Volevamo mostrare al pubblico nuove zone della nave, e conferire una maggiore profondità”, dice Abrams. “Nel primo film abbiamo cercato di rendere reale questa nave di dimensioni epiche e in parte ha funzionato. Il problema però è che il Ponte, la Stanza del Trasporto e la Med Bay si trovavano ognuno su set differenti, e non si riusciva ad avere una continuità. Ma stavolta abbiano avuto l’occasione di costruire un set contiguo, in cui è possibile percorrere un lungo corridoio ed accedere così dal Ponte alla Turbo Plaza, girare l’angolo e raggiungere la Med Bay. In questo modo la nave acquista profondità, ampiezza nonché l’effetto dell’interconnessione. Un set ben costruito crea la sensazione di credibilità anche per il cast e la troupe. In questo modo tutto migliora: le performance, la luce, il lavoro della macchina da presa. Aiuta ogni prestazione, dando agli spettatori una visione più ampia del mondo che amiamo tanto”.
Il produttore esecutivo Jeffrey Chernov riassume: “Il nuovo design dà al pubblico la possibilità di vivere effettivamente la Enterprise. Quando ho visto il progetto originale pensavo che il risultato sarebbe stato unico. Nessuno era ancora mai riuscito a percorrere tutta la nave, né a correre al suo interno, e poi, per completare l’opera, abbiamo costruito la Turbo Plaza, che per la prima volta, dà una sensazione di verticalità alla nave”.
Gli attori trovano che il nuovo set della Enterprise abbia contribuito al realismo di un viaggio interstellare. “In questo film il nostro parco giochi era al completo”, dice Chris Pine. “La troupe ha creato dettagli strabilianti; gli operai hanno lavorato sette giorni su sette, 24 ore su 24, creando un mondo in cui abbiamo potuto immergerci completamente. È stato incredibile”.
I design sono stati opera ancora una volta dello scenografo Scott Chambliss, frequente collaboratore di Abrams, autore dello straordinario lavoro nel primo “Star Trek”, in cui ha riprogettato l’Enterprise secondo un gusto moderno. Stavolta ha addirittura superato se stesso.
Dice Abrams: “Scott ha superato ogni mia aspettativa in questo film. Ha svolto un lavoro eccellente non solo ideando set straordinari ma costruendoli in un modo che supera persino i disegni. Ogni elemento della Enterprise è degno di nota. Ovunque mi girassi, restavo stupefatto”.
Aggiunge Chernov: “Scott aveva un compito molto arduo in questo film: trasportare il pubblico in un futuro ancora più lontano, conservandone comunque la credibilità. J.J. e Scott si sono occupati di ogni singolo dettaglio, interrogandosi su cosa avrebbero provato le persone e su come avrebbero mai potuto trasportarle all’interno del loro mondo. Hanno un rapporto creativo incredibile”.
Il processo creativo ha avuto inizio con i nuovi ed ambiziosi disegni di Chambliss dell’ Enterprise nella sua interezza. “Dopo aver ultimato il progetto, ce ne siamo innamorati”, racconta il manager di produzione Tommy Harper. “A quel punto dovevamo concretizzarlo, trovare il modo di costruirlo ed illuminarlo senza fare bancarotta! Il risultato è un set bellissimo, stupendo, che ha aperto un nuovo mondo a J.J. e lo aprirà anche al pubblico”.
Chambliss osserva che il suo lavoro in entrambi i film di “Star Trek” ha subito in particolare una forte influenza: i disegni industriali di Pierre Cardin, lo stilista francese d’avanguardia, noto per le sue creazioni ‘spaziali’ che presentano colori specchiati, audaci e forme geometriche. “Il design industriale di Cardin ha costituito la base di ogni set dell’ Enterprise”, dice Chambliss.
Questo è particolarmente vero nel caso della cella high-tech dei prigionieri. “Nell’ideare la cella dei prigionieri, ho pensato alla futuristica casa sulla spiaggia costruita da Pierre Cardin negli anni ‘70”, spiega lo scenografo, riferendosi alla leggendaria “Bubble House” vicino Cannes. “Si tratta di varie capsule bianche con finestre rotonde che danno su altre stanze o all’esterno, direttamente sul cielo. Ho preso in considerazione anche alcuni vecchi televisori italiani dallo schermo tondeggiante, incorniciato dalla plastica. Questi televisori nel film diventano l’occhio della sorveglianza presente in ogni cella. L’effetto è inquietante: i prigionieri sono intrappolati in una bellissima vetrina, costantemente sotto osservazione, con tutte le implicazioni emotive e claustrofobiche annesse e connesse”.
Per quanto riguarda la Enterprise, Chambliss è rimasto fedele alla visione concordata con Abrams: “L’idea era di avere una sensazione retro-tech contemporanea ma che rimanda alla serie televisiva originale. Mi piacciono molto gli elementi eleganti della vecchia tecnologia informatica che rendono omaggio al vecchio Star Trek. Abbiamo cercato di mescolare il gusto retrò con la sensibilità futuristica, in modo che diventano complementari. Ci ispiriamo costantemente all’idea ottimistica del futuro che aveva Gene Roddenberry, trasportandola ai giorni nostri”.
In questo nuovo viaggio, la Enterprise non solo cresce, ma sperimenta alcune delle manovre di volo più ardite. Ad un certo punto, la nave si inclina pericolosamente per iniziare un atterraggio di fortuna, che Abrams ha voluto ricreare nell’elegante set di Chambliss. “Tutto è stato fatto tramite corde e funi ed un set oscillante, e ci siamo ritrovati letteralmente a correre obliquamente”, spiega Simon Pegg. “Ci siamo divertiti immensamente a girare, a cercare costantemente un senso di orientamento, fra ciò il basso e l’alto. Non è stato facile ma Chris ed io abbiamo volentieri infilato le imbracature lasciandoci trasportare a mezz’aria urlanti, perché sapevamo che sarebbe stata una sequenza magnifica”.
Spiega il supervisore visivo Roger Guyett. “La nave si rovescia e la gravità artificiale viene meno e quando ciò accade, la gente inizia a fluttuare nell’aria. J.J. ha avuto l’idea che spostando la cinepresa in un certo modo, sembra che ogni cosa sulla nave sia sottosopra. J.J. comprende la magia visiva nei minimi dettagli”.
Verso nuovi mondi: Nibiru e Kronos
“Into Darkness – Star Trek” conduce i filmmakers nelle profondità rarefatte tipiche di Nibiru, il vulcanico pianeta rosso che inaugura il film con una spettacolare scena d’azione e di Kronos, il pianeta del popolo Klingon, dilaniato dalla guerra. “Niente è più eccitante e divertente per un filmmakers che poter creare altri mondi”, ammette Scott Chambliss. “E’ una rara occasione di realizzare l’inimmaginabile”.
Per le prime scene del lussureggiante ma tecnologicamente primitivo Nibiru, Chambliss ha immaginato una civiltà isolana. “Star Trek ci piace anche perché ci dà la possibilità di lavorare con tanti ambienti contrastanti”, osserva. “Nibiru è l’antitesi del pianeta dei Klingon ed entrambi sono completamente diversi dalla Terra. Tutti volevano che il pianeta-isola avesse un’atmosfera seducente; dopo aver visto il bambù rosso nelle Hawaii ho pensato che sarebbe stato interessante usare questo colore per Nibiru, oltre tutto crea un favoloso contrasto con la limpida acqua turchese e la sabbia bianca. Non era bellissimo da punto di vista cromatico ma possedeva quel gusto retrò che caratterizza la nostra visione di Star Trek. Partendo da questa base, abbiamo sviluppato l’intera cultura del pianeta”.
Aggiunge Jeffrey Chernov: “Le difficoltà presentate da Nibiru sono state immense. Non solo per quanto riguarda il set e la fotografia, ma anche per la creazione dell’intera tribù; abbiamo impiegato mesi. Molti film avrebbero optato per la CG, ma J.J. voleva portare in vita il pianeta attraverso la cinepresa. Perciò abbiamo iniziato a disegnare i nostri nativi Nibiru e abbiamo impiegato parecchio tempo a ideare il loro look, lavorando insieme a Neville Page, il nostro designer delle creature, a David Anderson, l’artista truccatore degli effetti speciali e a Michael Kaplan, il nostro costumista”.
Non meno impegnativo è stato Kronos, e ancora una volta Abrams ha dato a Chambliss completa libertà creativa per esprimere la società guerriera dei Klingon nel suo modo originalissimo. “Era chiaro per me che J.J. voleva che Kronos fosse uno straordinario parco giochi e così è stato il nostro approccio”, racconta Chambliss. “Kronos ha una cultura guerriera perciò abbiamo pensato che sarebbe stato interessante mostrare una parte del pianeta simile ad una terra tossica e desolata, ad un paesaggio post-nucleare o colpito da disastro ambientale”.
L’artista si è ispirato ad una insolita località. “Ho trovato alcune foto di un parco acquatico russo in disuso – un posto enorme costruito negli anni 50-’60, che è ormai in stato di completo abbandono e ha un aspetto angoscioso”, spiega Chambliss.
Il set che misura ben 12 chilometri, è stato costruito in un enorme teatro di posa. “Le sue dimensioni erano mostruose”, dice Tommy Harper. “J.J. voleva realizzare le immagini con la macchina da presa e non sfruttare solo il digitale. Eravamo preoccupati, ma abbiamo ottenuto quel che volevamo, compreso il vibrante muro luminoso che è diventato un vero e proprio personaggio del film. È un set che resterà nella memoria, e solo il fatto di arrivare a Kronos è elettrizzante!”
Oltre a dare la vita a Kronos, Chambliss ha avuto l’occasione di ideare l’interno di una nave Klingon da combattimento. “Abbiamo dato alla nave un’identità culturale. Si tratta di una nave a tre posti che abbiamo deciso di posizionare ognuno in modo diverso dall’altro. È uno spazio stretto e non lineare. Tutti noi ci siamo arrampicati al suo interno, sbattendo la testa e inciampando sugli oggetti, pensando: ‘E’ bellissimo ma sarà difficile girare al suo interno’. Ma poi è arrivato J.J. ed è riuscito a muovere la cinepresa in uno spazio irrisorio. E’ stato pazzesco”.
Per quanto riguarda i Klingon, Abrams spiega: “Siamo stati fortunati ad avere Neville Page, una straordinaria artista specializzata nella costruzione di creature, e David Anderson, un bravissimo artista del trucco e degli effetti speciali, per portare in vita gli abitanti di Klingon. Abbiamo scritturato alcuni attori che hanno fatto un lavoro straordinario. Di nuovo, come nel design della Enterprise, i Klingon in questo film rendono omaggio al passato in un modo del tutto originale”.
La moda intergalattica
Anche il costumista Michael Kaplan ha ampliato il suo lavoro in “Into Darkness” , un lavoro che richiede più immaginazione che ricerca. “Star Trek è come un film storico di cui però non è possibile reperire alcun oggetto! Non si può certo andare nei negozi dell’usato o nelle sartorie per questo genere di costumi”, osserva. “InStar Trek abbiamo dovuto fare inventare tutto noi, e se ci sono cambiamenti o aggiunte nei copioni, non si tratta di capi che si possono improvvisare. In un film del genere c’è un’enorme preparazione”.
Per questo nuovo viaggio, persino le uniformi standard dell’equipaggio hanno subìto dei ritocchi. “Non volevamo inserire troppe modifiche, ma renderli più sexy e sofisticati”, spiega Kaplan. “Ho serigrafato le uniformi con un modello boomerang che si vede nei primi piani. È un cambiamento sottile e i colori anche sono leggermente diversi. Il rosso è più intenso, il blu è più verdastro e il color oro dà più sul senape. Anche i pantaloni sono più stretti e presentano alcune modifica e stavolta gli attori non hanno dovuto infilare le maglie dalla testa perché sono provviste di cerniere invisibili”.
Uno dei vestiti più belli stavolta è stato quello con cui Spock esplora il vulcano: per questo abito Kaplan ha senza dubbio ampliato il concetto di ‘completo spaziale’. “Ci ho pensato a lungo, e ho ideato un abito color rame che non avevo ancora mai visto in un film di fantascienza”, spiega. “Un costume spaziale è sempre grigio, argentato o dorato. Ma ho pensato che il riflesso delle fiamme sul rame sarebbe stato molto bello”.
La bellezza del costume è data anche dalla sua complessità. “E’ un costume costoso e presenta molti elementi di ingegneria. Zach viene letteralmente agganciato nel suo costume ed è dotato di alcuni meccanismi”.
Kaplan ha inoltre realizzato a mano le mute subacquee della Flotta Stellare per molti attori principali, fra cui un capo rosso rubino per Uhura- Zoe Saldana. “Credo che il costume di Uhura sia uno dei preferiti di J.J. nel film”, dice Kaplan. “Volevamo che riflettessero il look di Star Trek quindi nonostante sia nuovo è pur sempre tipico di Star Trek”.
Altri nuovi look comprendono gli abiti spaziali intessuti di metalli con i caschi illuminati, le divise della Flotta Stellare e uno Shuttle Suit usato per i viaggi. Nel film l’equipaggio dell’Enterprise indossa abiti civili, a bordo del Knormian e su Kronos, e questo è stato un altro elemento interessante per Kaplan. “Volevo che indossassero abiti adatti ad ogni situazione in cui si trovano, perciò sono comodi e piuttosto spartani; ma mi piaceva anche l’idea che ogni personaggio indossasse un’uniforme da lui creata”, spiega.
Saldana dichiara a proposito del suo costume: “Mi piace l’abito di pelle, che ricorda Mad Max e che rende inosservati su Kronos. Michael è tanto artista quanto narratore”.
Per quanto riguarda l’equipaggio della Vengeance, Kaplan ha ideato un motivo a griglia che crea giochi di luce. “Per Benedict mi piaceva l’idea di fargli indossare un cappotto lungo, così da vederlo muoversi attraverso lo spazio con le falde che svolazzano dietro di lui. La prima volta che lo vediamo su Kronos, è illuminato dal retro e con J.J. abbiamo pensato che sarebbe stata una buona idea non far vedere chi è, all’inizio. Si può scambiare il suo soprabito per un cappotto di Klingon. Poi salta giù e ancora non siamo certi di chi sia perché indossa un cappuccio e una maschera ma quando li toglie vediamo con sorpresa che si tratta di Benedict”.
Per i costumi dei Klingon, Kaplan ha utilizzato dei disegni inediti che erano stati creati per il primo film. “Per i cappotti di soldati d’assalto abbiamo utilizzato una stoffa che assomiglia alla pelle di rinoceronte”, spiega. “I loro caschi sono a forma di ferro di cavallo, che secondo me era un bellissimo effetto. Poi ho ideato un nuovo look per i guerrieri che risulta più pratico per i combattimenti”.
Un’altra novità di Kaplan è stata l’opportunità di inventare non solo mondi sconosciuti ma anche il nostro mondo, per dare vita alla San Francisco e alla Londra del 23° secolo. Ancora una volta ha dovuto trovare un punto di incontro fra passato e futuro. “Come il resto del film, volevamo che il look terrestre fosse radicato negli anni ’60, in una versione plausibilmente futuristica. Ci siamo ispirati agli stilisti Christian Dior, Rudy Gernreich e Cortége, personalizzandoli”.
Quello, dice Kaplan, è il fulcro del lavoro di Abrams. “L’aspetto deve impressionare, ma deve soprattutto riflettere la verità emotiva della storia che raccontiamo”, riassume.
Al servizio della ricerca: la National Ignition Facility
Gene Roddenberry una volta ha detto a proposito di Star Trek: “La maggior parte di questo proviene dalla mia idea positiva rispetto al futuro dell’umanità. Stiamo solo all’inizio, ci attendono grandi sorprese. Non vedo come potrebbe essere diverso”. Quello spirito, che continua ad appassionare milioni di persone alle storie dei viaggi spaziali da lui create oltre 50 anni fa, si ispira per lo più all’incessante desiderio umano di ricerca scientifica. Non sorprende che nel corso degli anni, la filosofia di Star Trek abbia quindi ispirato schieri di giovani scienziati, esploratori e scrittori.
In uno splendido omaggio a questa ispirazione, J. J. Abrams conduce “Into Darkness – Star Trek” in un luogo particolarmente significativo: la National Ignition Facility (NIF) presso i Laboratori Lawrence Livermore, sede di una ricerca senza precedenti per il futuro dell’energia stessa. Qui, 192 dei più intensi fasci laser del mondo vengono utilizzati per rivelare i segreti della materia e dell’antimateria e per esplorare la fusione termonucleare. Il lavoro della NIS potrebbe un giorno risultare in una rivoluzione energetica in grado di cambiare il mondo, e di liberare l’umanità dall’inquinamento, dai carburanti, favorendo persino i viaggi spaziali.
Essendo una struttura governativa segreta, la NIF generalmente non ammette troupe cinematografiche . . . tuttavia Star Trek è qualcosa di completamente diverso. I legami fra Star Trek e la NIF sono molto stretti, dopo tutto la Enterprise è alimentata dal deuterio, un isotopo di idrogeno noto anche come “idrogeno pesante” così come la NIF. E molti degli scienziati che lavorano presso la struttura confessano di essersi fatti le ossa guardando Kirk e Spock che cercano di spingersi oltre i confini della conoscenza umana.
Il Dott. Edward Moses, Principal Associate Director della NIF e del Photon Science Directorate, dichiara: “Per molti anni abbiamo atteso che Star Trek si rendesse conto di noi! La nostra è una struttura futuristica… e penso che siamo stati tutti influenzati dalla visione del futuro di Star Trek”.
Per i filmmakers, la NIF ha fornito una location che non poteva essere emulata in nessun altro modo e che ha dato loro l’opportunità di esplorare indisturbati le viscere nucleari che creano i più avanzati viaggi temporali della Flotta Stellare, e che consentono viaggi più veloci della luce. Per la NIF, è stata l’occasione di vedere il loro laboratorio attraverso gli occhi di un narratore cinematografico. “La visione di J.J. Abrams del nostro lavoro è molto interessante”, osserva Moses.
Abrams era colpito non solo dalla bellezza tecnologica ma anche dalla sensazione di trovarsi in un luogo che ci sta proiettando verso il 23° secolo del film. “Noi volevamo solo girare un film mentre intorno a noi questi scienziati innovativi lavorano su tecnologie che probabilmente aiuteranno tutto il mondo”, afferma. “L’idea che un giorno la ricerca della NIF possa creare un’energia pulita e senza limiti è davvero stupenda. Da un lato era solo una location per la storia, ma siamo stati onorati di essere accolti in quel luogo. Queste persone stanno studiando cose che potrebbero cambiare il destino del pianeta così come quando sono state inventate la ruota e la lampadina. Non riuscivamo a credere che ci lasciassero girare lì e inoltre erano contenti di ospitarci. Molti di loro ci hanno rivelato che Star Trek li ha ispirati a diventare scienziati”.
Nel corso della produzione, una vasta schiera di altri scienziati, artisti e figure pubbliche sono convogliati nel set di “Into Darkness” per curiosare nelle riprese di Star Trek. La loro presenza ci ha ricordato di quando l’idea del film sia affascinante e suggestiva.
Riassume Bryan Burk: “Credo che queste persone siano attratte dalle stesse cose che attraggono J.J., il nostro cast e la troupe: quel senso di meraviglia rispetto a ciò che ci riserva il futuro quando coraggiosamente lasciamo la Terra per conoscere mondi e specie diverse. Speriamo tutti in un futuro in cui non ci siano più guerre e in cui si possano risolvere insieme tutti i problemi. Questa è la visione di Star Trek, e questo è ciò di cui parla la nostra storia”.
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IL CAST
(In ordine alfabetico)
Fra gli attori più interessanti di oggi, JOHN CHO (Hikaru Sulu) continua a regalare intense performance sia al cinema che in televisione. Nel 1999 si è imposto all’attenzione del pubblico con la commedia “American Pie”, che ha reso popolare il termine “MILF” (Mother I’d Like to Fuck). Ha ripreso quel ruolo nel successivo episodio del franchise, dal titolo “American Reunion” (American Pie: Ancora insieme), uscito lo scorso anno. Ha ottenuto il successo grazie al ruolo di Harold Lee nelle commedie cult “Harold & Kumar Go to White Castle” (American Trip – Il primo viaggio non si scorda mai), “Harold & Kumar Escape from Guantanamo Bay” e “A Very Harold and Kumar 3-D Christmas”.
Sul grande schermo è apparso recentemente nel remake di Len Weiseman del classico “Total Recall” (Atto di forza), al fianco di Colin Farrell, Jessica Biel e Kate Beckinsale. A febbraio è apparso nel film di Seth Gordon “Identity Thief” (Io sono tu) con Melissa McCarthy e Jason Bateman. A maggio lo vedremo nella parte del Teneente Hikaru Sulu in “Into Darkness – Star Trek”.
Altri suoi crediti cinematografici comprendono: “American Dreamz” di Weitz, interpretato da Willem Dafoe e Hugh Grant, “Better Luck Tomorrow”, “Pavilion of Women”, “Solaris” di Steven Soderbergh e il film premio Oscar® “American Beauty.”
E’ attualmente uno degli interpreti della commedia NBC di grande successo “GO ON” nel ruolo di Stephen, il boss e migliore amico di Matthew Perry. Ha inoltre impersonato l’Agente Demitri Noh nella serie drammatica di ABC “FlashForward” e nella sitcom “Off Centre” dei Weitz. Oltre a numerosi ruoli di star ospite, ha avuto un ruolo fisso nella stagione finale di ‘Kitchen Confidential’”.
Nato a Seul, in Corea, e cresciuto a Los Angeles, in California, Cho ha iniziato a recitare mentre studiava letteratura inglese all’University of California, Berkeley. Ha girato il Paese con il suo primo show, “The Woman Warrior”, un adattamento delle famose memorie di Maxine Kingston. Ha interpretato il ruolo di Laerte nella produzione del Singapore Repertory Theater di “Hamlet” e una varietà di spettacoli per gli East West Players.
Attualmente risiede a Los Angeles.
BENEDICT CUMBERBATCH (John Harrison) è noto soprattutto per il ruolo protagonista di “Sherlock Holmes” nell’incredibile adattamento di Steven Moffatt e Mark Gattiss dei libri di Conan Doyle. Il ruolo gli è valso il consenso internazionale e diversi premi fra cui due nomination al BAFTA e un Critic’s Choice Award come migliore attore. Recentemente al cinema ha interpretato il Maggiore Stewart nell’adattamento cinematografico di Steven Spielberg di “Warhorse” e la parte di Peter Guillam al fianco di Gary Oldman, Tom Hardy e Colin Firth in “Tinker Tailor Soldier Spy” (La talpa) di Tomas Alfredson. Nel 2011 è tornato al National Theatre, alternando il ruolo della creatura e del Dottor Frankenstein nella produzione di Danny Boyle di “Frankenstein”, che gli è valso un Laurence Olivier Award e un Evening Standard Award come Migliore Attore.
Benedict ha studiato arte drammatica presso la Manchester University prima di frequentare la London Academy of Dramatic Art (LAMDA). I suoi primi ruoli televisivi comprendono: “Tipping The Velvet”, “Silent Witness”, “Nathan Barley”, “Spooks”, “Dunkirk”, “To The Ends Of The Earth” e “The Last Enemy”. Ma è stato l’intenso ritratto di Stephen Hawking, il cosmologo di Cambridge dell’apprezzato dramma della BBC “Hawking”, ad imporlo all’attenzione del pubblico internazionale e a meritargli la sua prima candidatura al BAFTA. Nel 2010 ha ricevuto una seconda nomination al BAFTA per il suo ritratto di Bernard nell’adattamento della BBC di “Small Island”.
I film di Cumberbatch includono: “Starter For Ten”, “Amazing Grace”, “Third Star”, “Wreckers”, “Stuart: A Life Backward”, “The Other Boleyn Girl” (L’altra donna del re) e ha incarnato l’ignobile Herburt Marshall nel film di Joe Wright nominato all’Oscar “Atonement” (Espiazione).
A teatro ha recitato per due stagioni al Regents Park con The New Shakespeare Company, interpretando il ruolo di Linsrand nella produzione di Trevor Nunn “Lady From The Sea”, in quello di George in “Period Of Adjustment” di Tenessee Williams, e la parte di Teesman nello stupefacente ensemble diretto da Richard Eyre in scena alla West End di “Hedda Gabler”, che gli ha meritato nomination all’Olivier e all’Ian Charleston Award. Ha interpretato “Rhinocerus” di Ionesco, “The Arsonists” e “The City” al Royal Court e nel 2010 ha assunto il ruolo di David Scott Fowler nel premiato revival di Rattigan “After The Dance” di Thea Sharrock, al National Theatre.
Benedict recentemente è apparso nel dramma BBC/HBO “Parade’s End”. Lo scorso anno ha girato il ruolo del Dragone Smaug in “The Hobbit” (Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato) di Peter Jackson. Attualmente sta girando “August: Osage County” di Steve McQueen. Una terza serie di “Sherlock” sarà girata nel 2013.
Dopo la laurea ad Oxford, ALICE EVE(Carol Marcus) ha dato prova del suo talento al cinema, in televisione e a teatro. Ultimamente è apparsa nel film di Columbia Pictures “Men in Black III”, in cui interpreta una giovane ‘Agente Oh’. Diretta da Barry Sonnenfeld, ha recitato accanto a Will Smith e Tommy Lee Jones, che hanno ripreso i loro ruoli nel terzo film della serie.
Recentemente è apparsa nel film di Rogue Pictures “The Raven”, il resoconto romanzato degli ultimi giorni di Edgar Allan Poe, in cui il poeta dà la caccia ad un serial killer i cui omicidi riflettono quelli narrati nelle sue storie. Eve interpreta ‘Emily’, la fidanzata di ‘Edgar Allen Poe’, interpretato da John Cusack. Il film è stato distribuito da Relativity il 9 marzo 2012.
Un’altra recente produzione dell’attrice è stata “Eye of Winter”, un thriller su un criminale cieco che prende in ostaggio la proprietaria di un motel e sua figlia per cercare di recuperare il bottino nelle mani di un poliziotto corrotto. Diretto da Tze Chun, il film presenta inoltre Bryan Cranston, Logan Marshall-Green e Ursula Parker.
Nel 2010 è apparsa nella commedia romantica di Dreamworks/Paramount “She’s Out of My League” (Lei è troppo per me). Nel film troviamo anche Jay Baruchel il cui personaggio riuscirà ad uscire con la ragazza dei suoi sogni (interpretata da Eve), ma le cui paure e insicurezze metteranno a repentaglio il loro rapporto. È anche apparsa nel grande successo di botteghino di Warner Bros. Pictures “Sex and the City 2”.
Nel 2008 ha colpito il pubblico di Broadway e della West End londinese con l’apprezzato play “Rock N Roll”, scritto da Tom Stoppard e diretto da Trevor Nunn, in cui Alice recita al fianco di Rufus Sewell, Brian Cox e Sinead Cusack.
Nel 2006 ha recitato in “Starter for Ten”, con James McAvoy e Rebecca Hall. Il film è stato prodotto da Tom Hanks ed è basato sul best seller di David Nicholls. La storia segue le vicende di un gruppo di studenti universitari nel 1980 a Bristol, ed è stato presentato al Toronto Film Festival 2006.
Altri suoi crediti cinematografici comprendono: “ATM” (ATM – Trappola mortale), “The Decoy Bride” (Una sposa in affitto), “Crossing Over”, “Big Nothing” e “Stage Beauty”. I crediti televisivi comprendono “The Rotters Club”, “Losing Gemma” e “Hawking”.
Eve è la figlia degli attori Trevor Eve e Sharon Maughn. Ha studiato a Londra e quindi ha frequentato la facoltà di Inglese all’università di Oxford, dove ha preso parte in numerose produzioni teatrali, sviluppando così la sua passione per la recitazione; i suoi ruoli universitari comprendono ‘Galactica’ in “Scenes from an Execution” e ‘Mabel’ in “An Ideal Husband”.
Eve vive a Londra.
BRUCE GREENWOOD (Il Capitano Pike) recentemente ha recitato nella serie horror/drammatica di ABC “The River” nel ruolo dell’esploratore nonché star della TV, Emmet Cole, che scompare durante un viaggio in una zona inesplorata dell’Amazzonia, e i cui amici e parenti intraprendono una pericolosa ricerca per riportarlo a casa. Oren Peli, il creatore di “Paranormal Activity” e Steven Spielberg sono i produttori esecutivi del film.
È apparso anche nel dramma “Flight” insieme a Denzel Washington, per Paramount Pictures, diretto da Robert Zemeckis. Il film racconta di un pilota di linea di nome Whip (Washington) la cui carriera è offuscata dall’ accusa di tossicodipendenza e che durante un volo pericoloso è costretto ad un atterraggio di fortuna, salvando quasi tutti i passeggeri. Greenwood interpreta Charlie, il presidente dell’Unione dei Piloti che cerca di aiutarlo a superare lo scandalo in cui è invischiato.
Presto lo vedremo in “Devils’ Knot”, tratto dall’omonimo libro, e interpretato da Reese Witherspoon e Colin Firth, per la regia dell’apprezzato regista canadese Atom Egoyan, con cui ha già girato altri tre film: “Exotica” in cui era un ispettore fiscale che si innamora di una spogliarellista; il film è stato nominato alla Palma d’Oro a Cannes e come miglior film canadese al Toronto International Film Festival; “The Sweet Hereafter” (Il dolce domani), in cui è uno dei genitori che perdono i figli in un tragico incidente d’autobus; il film ha ottenuto il premio della giuria a Cannes e il Genie Award come miglior film, nonché una candidatura di Greenwood al Genie Award come migliore attore; e“Ararat”.
Ha ripreso il ruolo del Capitano Christopher Pike in “Into Darkness – Star Trek”, dopo averlo interpretato nel blockbuster del 2009.
Ha recitato al fianco di Ryan Gosling e Bradley Cooper in “A Place Beyond the Pines” (Come un tuono), che parla di un motociclista acrobatico che considera l’ipotesi di commettere un crimine per riuscire a provvedere ai bisogni della sua famiglia, e che per questo entrerà in conflitto con un ex poliziotto che si è dato alla politica. Greenwood interpreta Bill Killcullen, l’assistente del procuratore distrettuale. Il film è scritto e diretto da Derek Cianfrance.
All’inizio della sua carriera ha recitato con Steve Carell e Paul Rudd nella commedia “Dinner for Schmucks” (A cena con un cretino) del regista Jay Roach. Altri suoi crediti comprendono “Mao’s Last Dancer” di Bruce Beresford, il film che si basa sul libro di memorie del danzatore Li Cunxin, presentato al Toronto International Film Festival 2009; l’action thriller della Disney “National Treasure: Book of Secrets” (Il mistero delle pagine perdute) nel ruolo del presidente degli Stati Uniti, insieme a Nicholas Cage; I’m Not There” (Io non sono lì) del 2007, la biografia anticonformista del leggendario cantautore Bob Dylan, in cui ha interpretato un duplice ruolo al fianco di Cate Blanchette e Richard Gere per lo scrittore/regista Todd Haynes, ottenendo il Robert Altman Award da parte degli Independent Spirit Awards inaugural.
E’ noto per la sua interpretazione del Presidente John F. Kennedy impegnato nella negoziazione della crisi dei missili di Cuba, nell’avvincente dramma “Thirteen Days”, al fianco di Kevin Costner e Steven Culp. Il film gli è valso un Golden Satellite Award come migliore attore non protagonista. Nel 2006 è apparso nel thriller “Déjà vu” del regista Tony Scott, insieme a Denzel Washington e Val Kilmer. Nel 2005 ha recitato con Philip Seymour nel ruolo del socio di Truman Capote, lo scrittore Jack Dunphy, in “Capote”. Una performance che gli ha meritato una candidatura allo Screen Actors Guild nella categoria ‘miglior cast cinematografico’.
Nel 2004 è apparso al fianco di Will Smith nel grande successo di fantascienza “I, Robot” (Io, Robot) in cui interpreta il ruolo di uno spietato executive della U.S. Robotics sospettato di omicidio. Quello stesso anno ha incarnato l’affascinante spasimante di un’attrice sul viale del tramonto (Annette Bening) nell’apprezzato film “Being Julia” (La diva Julia). Il ruolo gli è valso una candidatura al Genie Award come migliore attore non protagonista. Nel 1999 ha recitato al fianco di Ashley Judd nella parte del marito omicida nel film di suspense “Double Jeopardy” (Colpevole d’innocenza), che gli è valso una candidatura al Blockbuster Entertainment Award come migliore attore non protagonista.
Altri suoi film comprendono: “Meeks Cutoff” con Michelle Williams per la regia di Kelly Reichardt, “Barney’s Version” (La versione di Barney), “Donovan’s Echo” con Danny Glover, “Firehouse Dog”, “Hollywood Homicide”, “The World’s Fastest Indian” (Indian – La grande sfida), “Eight Below” (8 amici da salvare), “Rules of Engagement” (Le regole dell’amore), “Racing Stripes” (Striscia, una zebra alla riscossa), “Here on Earth” (Per una sola estate), “The Lost Son” (Il figlio perduto), “Thick as Thieves” (The Code), “Disturbing Behavior” (Generazione perfetta), “Passenger 57” (Passenger 57 – Terrore ad alta quota) e “Wild Orchid” (Orchidea selvaggia).
Greenwood vanta inoltre una variegata e brillante carriera televisiva. Nel 2009 ha recitato il film della Hallmark Hall of Fame “A Dog Named Christmas”, basato sul romanzo di Greg Kincaid. Nel 2007 ha recitato nella serie HBO di David Milch “John from Cincinnati”. All’inizio della sua carriera è apparso nel ruolo fisso del Dottor Seth Griffith nella premiata serie “St. Elsewhere”. È inoltre apparso nell’apprezzato “Larry Sanders Show” e nel remake di “Magnificent Ambersons” e in numerosi film della settimana, fra cui “The Riverman” di A&E e “Saving Millie” di CBS.
Bruce e sua moglie Susan vivono fra Los Angeles e Vancouver.
SIMON PEGG (Montgomery “Scotty” Scott) si è trasferito a Londra nel 1993 dove ha lavorato come ‘stand-up comedian’ nei vari locali della città. In seguito ha esordito in TV con “Asylum”, “Six Pairs of Pants”, “Faith in the Future”, “Big Train” e “Hippies”. Dal 1998 al 2004 è apparso regolarmente nel programma radiofonico della BBC, “The 99p Challenge”.
Nel 1999 ha creato e scritto la sitcom di Channel 4 “Spaced”, con Jessica Stevenson. In questo progetto è stato affiancato da Frost, il suo migliore amico. La sua performance gli è valsa la nomination al British Comedy Award come migliore esordiente in una commedia. Insieme al regista di “Spaced” Edgar Wright, ha scritto la “romantic zombie comedy” (anche detta “RomZomCom”) “Shaun of the Dead” (L’alba dei morti dementi), uscita nell’aprile del 2004, e da lui anche interpretata. Su invito di George A. Romero, Pegg e Wright hanno fatto apparizioni ‘cameo’ nel film di Romero “Land of the Dead” (La terra dei morti viventi). Nel 2004 inoltre ha recitato in uno spin-off dello show televisivo “Danger! 50,000 Volts!” dal titolo “Danger! 50,000 Zombies!”, in cui interpretava un cacciatore di zombie di nome Russel Fell.
Altri crediti di Pegg comprendono la miniserie sulla seconda guerra mondiale “Band of Brothers”, apparizioni in “Black Books”, “Brass Eye Special”, “I’m Alan Partridge”, “The Parole Officer” e nella storia di Factory Records “24 Hour Party People”. Ha inoltre interpretato il mutante cacciatore di taglie Johnny Alpha in una serie audio della Big Finish Productions basata sul personaggio dei fumetti inglesi “2000 AD”, ed è apparso in “Guest House Paradiso”, un film basato sulla sitcom “Bottom”, in cui ha interpretato un ospite dell’hotel di Richie e Eddie.
Pegg è apparso nella storia audio di Big Finish Productions “Invaders From Mars” nei panni di Don Chaney, incarnando l’Editore nella puntata di Doctor Who del 2005 dal titolo “The Long Game”. Ha inoltre narrato la prima serie documentaria “Doctor Who Confidential”.
Dopo aver ultimato le riprese di “Shaun of the Dead” (L’alba dei morti dementi), alla domanda se sarebbe mai stato disposto a lasciato l’industria del cinema inglese per progetti più importanti, Pegg ha risposto “Bè, non credo che ora mi chiameranno a fare Mission : Impossible III!’. Ma il destino ha voluto che poco dopo l’attore fosse scritturato proprio per questo film, nel ruolo di Benji Dunn, un tecnico I.M.F. che presta assistenza al personaggio di Tom Cruise, Ethan Hunt. Nel 2006 ha interpretato invece l’americano Gus in “Big Nothing”, accanto a David Schwimmer.
Nel 2006 Pegg e Wright hanno ultimato il loro secondo film, “Hot Fuzz”, uscito nel febbraio 2007. Il film è un omaggio al genere poliziesco ed è interpretato anche da Nick Frost. Pegg interpreta Nicholas Angel, un poliziotto londinese che viene trasferito nella rurale Sandford in cui si verificano eventi raccapriccianti.
Nel 2007 Pegg ha recitato in “The Good Night” (diretto da Jake Paltrow) e in “Run, Fat Boy, Run”, per la regia di David Schwimmer, con Thandie Newton e Hank Azaria.
Ha inoltre scritto e interpretato insieme a Nick Frost un film intitolato “Paul”. La trama racconta il viaggio di due amici amanti dei fumetti, attraverso l’America. Pegg ha annunciato l’idea – condivisa con Wright – di presentare la parte conclusiva “di ciò che definiamo la nostra trilogia ‘Blood and Ice Cream’” (di cui fanno parte i film “Shaun of the Dead” e “Hot Fuzz”). Il titolo provvisorio di questo nuovo film è “The World Ends”. In questi tre film – così come anche in “Spaced” – Pegg è il protagonista ‘vincente’ e Frost la sua ‘spalla’. Stavolta però, avverte Pegg, la dinamica sarà diversa. Pegg afferma inoltre che Wright non sarà il regista visto che “Paul” non fa parte della trilogia ‘Blood and Ice Cream’. Il copione completo è apparso nella Black List 2008, una lista compilata dall’industria di Hollywood in cui sono elencati i migliori copioni mai prodotti. Paul ha ricevuto due voti.
Pegg ha interpretato l’ingegnere Montgomery “Scotty” Scott nell’undicesimo film di “Star Trek”, uscito l’8 maggio del 2009. Riprende questo ruolo in “Into Darkness – Star Trek”.
Nel 2010 è apparso nel ruolo di William Burke in “Burke and Hare” (Ladri di cadaveri – Burke & Hare), un film diretto da John Landis su alcuni uomini dell’Ulster che nell’Edimburgo del 19° secolo furono famigerati assassini e trafugatori di cadaveri. Le sue fattezze sono state usate per il personaggio di Wee Hughie nella serie a fumetti “The Boys”; nonostante non gli sia stato chiesto il permesso, Pegg presto è diventato un fan della serie e ha scritto l’introduzione al primo volume rilegato. Ha dato la voce a Reepicheep, il topolino eroico di “Chronicles of Narnia: Voyage of the Dawn Treader” (Le cronache di Narnia – Il viaggio del veliero).
Pegg ha ripreso il ruolo di Benji Dunn in “Mission: Impossible – Ghost Protocol” (Mission Impossible – Protocollo fantasma), diventando l’unico attore della serie cinematografica a parte Tom Cruise e Ving Rhames, ad essere apparso in più di uno dei film.
CHRIS PINE (Capitano James T. Kirk),considerato uno degli attori più sexy di Hollywood, è attualmente impegnato nelle riprese di “Jack Ryan”, la cui uscita è prevista nel dicembre 2013, in cui vestirà i panni di Tom Clancy, l’eroe d’azione già interpretato da Alec Baldwin, Harrison Ford e Ben Affleck. Recentemente è apparso al fianco di Alec Baldwin, Hugh Jackman, Isla Fisher e Jude Law nel film di DreamWorks Animation “Rise of the Guardians” (Le 5 leggende); con Michelle Pfeiffer, Elizabeth Banks e Olivia Wilde ha recitato nel film drammatico di Touchstone Pictures “People Like Us” (Una famiglia all’improvviso); ed è stato il co-protagonista di Reese Witherspoon e Tom Hardy nell’action comedy di 20th Century Fox “This Means War” (Una spia non basta).
In precedenza ha recitato con Denzel Washington nell’action movie di 20th Century Fox “Unstoppable” (Unstoppable – Fuori controllo) diretto da Tony Scott. Nel 2009 Pine è stato James T. Kirk nel successo di botteghino di Paramount “Star Trek” diretto da J. J. Abrams. Riprende il ruolo in “Into Darkness – Star Trek”.
Altri crediti di Pine comprendono il film Paramount Vantage “Carriers”, il film animato realizzato a scopo istruttivo dal titolo “Quantum Quest: A Cassini Space Odyssey”, “Bottle Shock” dello scrittore-regista Randall Miller, il film indipendente “Small Town Saturday Night” dello scrittore-regista Ryan Craig, il realistico film d’ensemble di Carnahan “Smokin’ Aces” per la Working Title Films e Universal Pictures, “Blind Dating” (Appuntamento al buio) con Eddie Kaye Thomas e Jane Seymour, la commedia romantica di Fox/New Regency “Just My Luck” (Baciati dalla sfortuna), insieme a Lindsay Lohan. Pine ha esordito nel cinema al fianco di Anne Hathaway in “The Princess Diaries 2: Royal Engagement” (Principe azzurro cercasi).
A teatro è apparso recentemente in “The Lieutenant of Inishmore” di Martin McDonaghs al Mark Taper Forum di Los Angeles. Nel marzo 2011 il Los Angeles Drama Critics Circle gli ha consegnato il premio di migliore protagonista per il suo lavoro in “Inishmore”.
Pine ha inoltre ricevuto una candidatura all’Ovation Award 2009 per la sua performance nel dramma “Farragut North” al fianco di Chris Noth, in scena alla Geffen Playhouse di Los Angeles. Altri crediti teatrali comprendono il play di Neil LaBute “Fat Pig”, in scena alla Geffen Playhouse, e “The Atheist”, un one-man show rappresentato off-Broadway.
Pine si è laureato presso la University of California, Berkeley, in Inglese e ha studiato recitazione presso l’ American Conservatory Theater e la University of Leeds in Inghilterra. Ha lavorato spesso a teatro e i suoi lavori comprendono: “Our Town”, “American Buffalo”, “No Exit”, “Waiting for Godot”, e “Orestes”.
Proviene da una famiglia di attori: sua madre è Gwynne Gilford, suo padre Robert Pine, e sua nonna era Anne Gwynne, un’attrice degli anni ’30 e ‘40.
ZOË SALDANA (Nyota Uhura) incarna l’emblema di una vera star di Hollywood, che vanta la reputazione di un’attrice versatile e stimata che sceglie i ruoli che più la interessano.
Deve la sua fama soprattutto al ruolo di ‘Neytiri’, nel blockbuster del 2009 “Avatar”, il thriller fantascientifico di James Cameron con Sigourney Weaver e Sam Worthington. “Avatar” è il film campione di incassi di tutti i tempi, vincitore del Golden Globe 2010 sia come miglior film che come migliore regia. Ha inoltre ricevuto un totale di nove nomination agli Oscar 2010®, fra cui come miglior film.
Nel 2009 la fama di Saldana ha raggiunto nuovi livelli grazie alla sua interpretazione del blockbuster di J.J. Abram “Star Trek”, che ha ricevuto quattro nomination all’Academy Award® 2010. In questo film ha incarnato ‘Nyota Uhura’ al fianco di Chris Pine, Zachary Quinto, Eric Bana e Winona Ryder. Riprende lo stesso ruolo in “Into Darkness – Star Trek”.
Altri suoi film comprendono: “The Losers”, “Death At A Funeral” (Il funerale è servito), “Vantage Point” (Prospettiva di un delitto), “Haven”, “Guess Who”, “Pirates of the Caribbean: The Curse of the Black Pearl” (Pirati dei Caraibi: la maledizione della prima luna), “The Terminal”, “Dirty Deeds” (Dirty Deeds – Le regole del gioco), “Temptation and Constellation”, “Get Over It”, “Crossroads” (Crossroads – Le strade della vita), “Snipes”, “Drumline” e il ruolo innovativo di “Center Stage”. I suoi crediti televisivi contano apparizioni in “Keeping It Real” di Warner Bros e in “Law & Order” di NBC.
Nel 2004 ha accettato il premio Young Hollywood “One to Watch” da parte di Movieline Magazine per la sua performance in “The Terminal”. Nel 2009 è apparsa sulla copertina di Elle dedicata alle migliori “Donne di Hollywood” e sulla copertina di Glamour dedicata alle “Donne dell’anno”. Per finire l’anno in bellezza è stata nominata da MaxMara “Volto del futuro” mentre nel 2010 Glamour UK lì’ha consacrata “Attrice dell’anno”, diventando anche il nuovo volto di Calvin Klein sia per le linee di abbigliamento intimo Underwear ed Envy.
Recentemente è stata la protagonista dell’action film “Colombiana” per la Sony Pictures in cui interpreta il ruolo di una giovane donna che dopo aver assistito all’omicidio dei suoi genitori diventa un’assassina spietata, e il film drammatico “The Words” con Bradley Cooper, Olivia Wilde e Jeremy Irons, uscito nel settembre 2012. Ha quindi ultimato le riprese dei film drammatici indipendenti “Out of the Furnace” con Christian Bale, e “Blood Ties” con Clive Owen.
Saldana è nata e cresciuta a New York. Attualmente vive a Los Angeles e a New York.
ZACHARY QUINTO (Spock) è apparso per la prima volta in televisione nella breve serie televisiva “The Others” e come guest star nei programmi “CSI”, “Touched by an Angel”, “Charmed”, “Six Feet Under”, Lizzie McGuire” e “L.A. Dragnet”. Nel 2003 ha ottenuto il ruolo fisso dell’esperto informatico Adam Kaufman nella serie Fox series “24”, apparendo in 23 puntate della terza stagione.
Nel 2006 ha recitato il ruolo di Sasan, l’altezzoso amico gay, metà iraniano metà americano, di Tori Spelling nella sua serie VH1 “So NoTORIOUS”. Quello stesso anno è entrato a far parte del cast di Tim Kring “Heroes” nella parte di Gabriel Gray, più noto come il serial killer Sylar; è rimasto nella serie per ben quattro stagioni.
Al Comic-Con del 2007 è stata annunciata ufficialmente la sua partecipazione nel ruolo del giovane Spock nel reboot di J.J. Abrams del franchise di “Star Trek”. Parlando al fianco di Leonard Nimoy durante una conferenza stampa per promuovere il nuovo film di “Star Trek”, Quinto ha rivelato che Nimoy (il leggendario attore già interprete di Spock nella fortunata serie TV) avrebbe dovuto dare la sua approvazione all’attore scelto per interpretare Spock. “Per me la presenza di Leonard è stata liberatoria”, dice Quinto. “Perché quando ho ottenuto il ruolo sentivo di aver avuto la sua benedizione”.
In una intervista rilasciata a settembre 2008, Abrams ha detto, a proposito della performance di Quinto nei panni di Spock: “Zachary ha portato al personaggio spessore e un incredibile senso dell’umorismo, e questa è una meravigliosa combinazione perché il personaggio è subdolamente complesso. Quando finalmente ho visto il film nella sua interezza, dopo aver lavorato nelle varie sequenze spezzettate, è stato straordinario. Faceva cose di cui non mi ero reso neanche conto mentre giravamo, cose straordinarie che raccontano la sua storia”. Quinto sperava che l’elezione di Obama avrebbe rafforzato la tradizione di Star Trek, sa sempre caratterizzata dalla varietà e dall’idea di inclusione razziale.
In seguito a “Star Trek”, è apparso nel cortometraggio comico “Boutonniere”. È stato un film scritto e diretto dalla mia ex padrona di casa e amica , l’attrice Coley Sohn. Mi ha chiamato dicendo: ‘Mi faresti un favore? Posso averti nel mio corto?’”
Insieme a Corey Moosa e Neal Dodson Quinto ha dato vita alla società Before the Door Pictures, attiva nel campo del cinema, della televisione e dei nuovi media, nonché nell’ambito delle graphic novel. Ha annunciato un accordo di pubblicazione di tre libri con l’editore di fumetti Archaia al Comic-Con 2009 di San Diego. Il primo progetto della partnership sarà una graphic novel di 100 pagine dal titolo Mr. Murder is Dead, creata dallo scrittore Victor Quinaz, a cui seguirà la serie a fumetti LUCID: A Matthew Dee Adventure scritta dallo scrittore-attore Michael McMillian.
La sua esperienza teatrale comprende una varietà di produzioni fra cui “Much Ado About Nothing” al Los Angeles Shakespeare Festival e “Intelligent Design of Jenny Chow” all’ Old Globe Theatre. Quinto ha interpretato il ruolo protagonista di Louis Ironson in un revival Off-Broadway di “Angels in America” di Tony Kushner al Signature Theatre. Per questo ruolo Quinto ha ricevuto il Theatreworld Outstanding Debut Performance Award.
Nel 2010 la sua società Before the Door Pictures ha prodotto “Margin Call”, un film indipendente sulla crisi finanziaria. Quinto ha recitato il ruolo di Peter Sullivan al fianco di un cast che comprendeva Jeremy Irons, Kevin Spacey, Stanley Tucci, Penn Bagdgley e Demi Moore. “Margin Call” è stato presentato nel gennaio 2011 al Sundance Film Festival. Nell’ottobre del 2011 ha ottenuto un ruolo fisso nella serie FX “American Horror Story” in cui interpreta Chad, ex proprietario della casa. Tornerà nel ruolo del Dr. Oliver Thredson nella seconda stagione della serie.
KARL URBAN (Dr. Leonard McCoy) è noto soprattutto per il ruolo di Eomer, il guerrieroRohan del secondo e terzo episodio della trilogia di Peter Jackson “The Lord of the Rings” (Il signore degli anelli) e per la sua elettrizzante performance di Kirill in “The Bourne Supremacy” di Paul Greengrass. Nel 2009 ha interpretato il ruolo del Dott. Leonard “Bones” McCoy nel blockbuster di fantascienza “Star Trek” e lo vedremo ancora in questa parte in “Into Darkness – Star Trek”. Ha inoltre recitato nel poliziesco di Tony Kaye “Black Water Transit”.
Nato a Wellington, in Nuova Zelanda, Urban ha fatto la sua prima apparizione in TV da bambino; durante gli anni scolastici ha scritto, diretto e interpretato varie produzioni cinematografiche e teatrali. Quando è cresciuto ha continuato a perseguire la carriera di attore studiando e lavorando in Australia e in Asia, per il teatro, il cinema e la televisione.
Il suo primo film a soggetto è stato “Heaven”; ha ottenuto due candidature al premio di migliore attore dei New Zealand Film Awards per il suo lavoro in “Via Satellite”, e nell’apprezzato film indipendente “The Price of Milk”. Di recente ha vinto come migliore attore ai Quantas Film Awards per la sua performance di Nick in “Out of the Blue”.
Urban vive in Nuova Zelanda ed è un accanito sostenitore di KIDS CAN, un’organizzazione che provvede alle prime necessità di oltre 30,000 bambini neozelandesi che vivono in povertà.
PETER WELLER (Ammiragio della Flotta Stellare), membro di spicco dell’ambiente del cinema mondiale, fa parte del cast di “Into Darkness – Star Trek”. Lui e sua moglie Sheri hanno un figlioletto di un anno con ben cinque nomi: Theodore Mark Gerald Francesco Weller.
Weller sta ultimando il suo PhD in Rinascimento Italiano e Storia dell’Arte Romana presso la UCLA; parla francese, italiano, tedesco, spagnolo e sa leggere il latino. Si è laureato presso la University of North Texas, con una specializzazione in storia dell’arte del rinascimento italiano presso la Syracuse University di Firenze, in Italia, dove organizza gita didattiche ed insegna un corso dal titolo Hollywood and the Roman Empire. Weller vanta una pubblicazione di storia dell’arte (Artibus et Historiae 2012), e scrive di arte italiana e di viaggi in Italia per diverse riviste fra cui Travel Leisure; ha presentato studi accademici sul Rinascimento e sull’Antichità con la RENAISSANCE SOCIETY OF AMERICA e la 16th CENTURY SOCIETY. È uno studioso e moderatore della serie di History Channel “Engineering an Empire”.
Ha frequentato l’American Academy of Dramatic Arts, dove ha studiato a lungo con la grande Uta Hagen; in seguito è entrato all’Actors Studio con il leggendario Elia Kazan. Fra i suoi crediti teatrali newyorkesi troviamo le produzioni originali di David Rabe “Sticks and Bones and Streamers” (diretto da Mike Nichols), di David Mamet “The Woods”, di William Inge “Summer Brave”, di William Mastrosimone “The Wool Gatherer”, di Richard Nelson “Frank’s Home” e di Eric Maria Remarque “Full Circle” diretto da Otto Preminger. I suoi numerosi film comprendono “Shoot the Moon” (Spara alla luna), “RoboCop”, “The Adventures of Buckaroo Banzai” (Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione), “Mighty Aphrodite” (La dea dell’amore) di Woody Allen, “Beyond the Clouds” (Al di là delle nuvole) di Michelangelo Antonioni, “The New Age” (New Age – Nuove tendenze) di Michael Tolkin e il film di David Cronenberg tratto da William Burroughs “Naked Lunch” (Il pasto nudo).
È stato nominato ad un Academy Award® per la regia del cortometraggio “Partners”. Fra le sue regie televisive ricordiamo la puntata di “Hate Crimes for Homicide: Life on the Street”, ha ricevuto il Nancy Susan Reynolds Award per i diritti civili, e la sua recente apparizione come star ospite nella puntata “White Tulip” per “Fringe” nonché la stagione 2010 di “Dexter” ricevendo forti consensi per entrambi gli show. Attualmente dirige la serie FX “Sons of Anarchy”, “Longmire” di A & E e la nuova serie “Mob Doctor” di Fox.
Suona la tromba bebop/jazz con un sestetto a Los Angeles.
Peter e sua moglie Sheri sono due viaggiatori del mondo che hanno vissuto in Francia ed in Italia, venendo a contatto con la cultura europea ed orientale, e diventando esperti di antichità, storia, arte, architettura e cucina; per quasi trent’anni hanno parzialmente vissuto sulla costa della Campania, organizzando viaggi in Europa sia agli amici che ad estranei. Peter e Sheri sono impegnati nella produzione di “GET LOST!”, reality show sui viaggi culturali e culinari.
ANTON YELCHIN (Pavel Chekov)Anton Yelchin è una delle stelle più sexy di Hollywood. Grazie alle sue apprezzate performance di “Like Crazy”, “Star Trek”, “The Beaver” (Mr. Beaver), “Charlie Bartlett” ed una serie di ruoli in film famosi, quest’anno è entrato definitivamente a far parte dell’olimpo hollywoodiano.
Recentemente ha ultimato la produzione di “From Up on Poppy Hill” (La collina dei papaveri), doppiando il personaggio protagonista della versione inglese del film. Ha girato anche il film imminente di Jim Jarmusch “Only Lovers Left Alive”, in cui ha recitato al fianco di Tilda Swinton, Tom Hiddleston e Mia Wasikowska in questo atteso progetto. Riprenderà il ruolo di ‘Clumsy Smurf’ nel film “Smurfs 2” (I Puffi 2) della Sony, che uscirà il 31 luglio 2013, e nel ruolo di ‘Pavel Chekov’ in “Into Darkness – Star Trek”. In seguito Anton inizierà a girare “5 To 7” insieme a Diane Kruger. Il film, ambientato a New York, racconta di un aspirante scrittore che ha un flirt con la moglie di un diplomatico francese; il film sarà scritto e diretto Victor Levin, co-executive di “Mad Men”.
Yelchin è stato elogiato dalla critica per il suo ruolo protagonista nel film di Drake Doremus “Like Crazy”, presentato al Sundance Film Festival nel gennaio 2011, dove ha ottenuto critiche eccellenti nonché il premio della giuria. È stato onorato inoltre all’Aspen Film Festival 2011 con il premio Artist to Watch Award e l’Hollywood Spotlight Award da parte dell’Hollywood Film Festival 2011 per la sua performance. Yelchin ha recitato al fianco dell’esordiente Felicity Jones nel dramma che racconta di una studentessa inglese che si innamora di un suo collega universitario americano, dal quale però viene separata perché rimpatriata forzatamente in Inghilterra per aver trasgredito alle regole dell’immigrazione statunitense.
Yelchin ha recitato nel thriller Disney/Dreamworks “Fright Night” (Fright Night – Il vampiro della porta accanto), un remake della commedia horror del 1985 che racconta di un adolescente che scopre che I suoi vicini di casa sono dei vampiri. Nel film Yelchin interpretava ‘Charley Brewster’ al fianco di Colin Farrell e Toni Collette. Nel 2011 l’attore ha inoltre doppiato il personaggio di ‘Clumsy Smurf’ nel film della Sony “The Smurfs” (I Puffi), che presentava un cast di star fra cui Hank Azaria, Neil Patrick Harris, Sofia Vergara, Katy Perry e George Lopez. Inoltre Yelchin ha doppiato il personaggio di ‘Albino Pirate’ nel film animato “The Pirates! Band of Misfits” (Pirati – Briganti da strapazzo) con Hugh Grant, Salma Hayek e Jeremy Piven.
Yelchin è stato elogiato dai critici per la sua performance di ‘Porter Black’ in “The Beaver” (Mr. Beaver) il film diretto e interpretato da Jodie Foster, con Mel Gibson, che racconta di un uomo depresso (Gibson) che risolve i suoi problemi indossando sulla mano un pupazzo di peluche che raffigura un castoro. Yelchin nel film interpreta il figlio di Gibson e Foster. Entertainment Weekly ha commentato l’eccezionale bravura di Yelchin: “Una grande performance a nervi scoperti da parte del meraviglioso Anton Yelchin”, ha scritto di lui Lisa Schwarzbaum.
Yelchin ha inoltre girato “Odd Thomas” nel ruolo di ‘Odd Thomas’, un cuoco chiaroveggente che incontra un uomo misterioso legato a forze oscure e minacciose. Altri interpreti del film sono Willem Dafoe, Patton Oswalt e Addison Timlin. Yelchin ha inoltre interpretato ‘Kyle Reese’ in “Terminator: Salvation” al fianco di Christian Bale e Sam Worthington. Il film, diretto da McG è ambientato in un post-apocalittico 2018. “Terminator: Salvation” ha incassato 370 milioni di dollari in tutto il mondo.
Yelchin è apparso in “Star Trek” nella parte di ‘Pavel Chekov’, insieme a Chris Pine e Zachary Quinto. Il film, diretto da J.J. Abrams, ha ottenuto grandi consensi da parte della critica.
Yelchin ha recitato in “Charlie Bartlett” nel ruolo del personaggio protagonista al fianco di Robert Downey Jr. e Kat Dennings. Il film racconta di un adolescente abbiente (Yelchin) che cerca di inserirsi in un nuovo liceo. “Anton Yelchin regala al ruolo un irresistibile miscuglio di collera e desiderio repressi, di innocenza e precocità …” osserva il Los Angeles Time rispetto al suo ritratto di ‘Charlie Bartlett’. L’umoristica dark comedy è stata acclamata da pubblico e critica.
Altri film di Yelchin comprendono “Alpha Dog” al fianco di Bruce Willis ed Emile Hirsch, “Hearts In Atlantis” (Cuori in Atlantide) per cui ha ricevuto uno Young Artist Award per la migliore performance di un giovane attore protagonista in un lungometraggio; “Fierce People” (Gioventù violata)con Donald Sutherland, “House of D” con Robin Williams; “Middle of Nowhere” con Susan Sarandon, e “New York, I Love You” che comprende un cast stellare: Ethan Hawke, Robin Wright Penn, Shia LaBeouf, Orlando Bloom, James Caan, Julie Christie, Andy Garcia e Natalie Portman . Yelchin è stato premiato con l’Explosive Talent Award al Giffoni Film Festival 2002, in Italia.
È inoltre apparso in alcune delle migliori fiction televisive. Ha recitato con Hank Azaria nell’acclamata serie di Showtime “Huff” per due stagioni. È stato inoltre star ospite di “Criminal Minds” e “Law & Order: Criminal Intent”.
Yelchin vive a Los Angeles.
I FILMMAKERS
J.J. ABRAMS (Regista/Produttore) è il fondatore e presidente della Bad Robot Productions, da lui gestita con il suo socio in affari Bryan Burk. Nata nel 2001, la Bad Robot è associata alla Paramount Pictures e ai Warner Bros. Studios ed ha prodotto film e serie televisive quali “Cloverfield”, “Star Trek”, “Morning Glory” (Il buongiorno del mattino), “Super 8”, “Mission Impossible: Ghost Protocol” (Mission: Impossible _ Protocollo fantasma), “Alias”, “Lost” di ABC, “Fringe” di Fox e “Person of Interest” di CBS.
Nato a New York e cresciuto a Los Angeles, Abrams ha frequentato il Sarah Lawrence College dove ha collaborato al trattamento che ha costituito la base di “Taking Care Of Business” della Disney. Negli anni a seguire, ha scritto (o collaborato alla scrittura) film quali “Regarding Henry” (A proposito di Henry), “Forever Young”, “Armageddon” e “Joy Ride” (Radio Killer).
Nel 1998 ha collaborato alla creazione della sua prima serie televisiva, “Felicity”, al fianco del suo collega e amico di lunga data Matt Reeves. È stato il produttore esecutivo delle quattro stagioni della serie in onda su WB. Ha inoltre creato e prodotto a livello esecutivo “Alias” per ABC, e insieme a Damon Lindelof ha creato e prodotto a livello esecutivo “Lost” (di ABC).
Nel 2006 ha diretto il suo primo film a soggetto “Mission: Impossible 3”, e nel 2009 il suo secondo lungometraggio, “Star Trek”. Nel giugno 2011 è uscito “Super 8”, da lui scritto, diretto e prodotto insieme a Burk e Steven Spielberg. Il suo film più recente è l’atteso sequel di “Star Trek” che uscirà nel giugno 2013.
Nel 2005 ha ricevuto l’Emmy Award per la regia del pilota della serie drammatica “Lost” nonché per la serie stessa. È stato candidato all’Emmy per i copioni dei piloti di “Alias” e “Lost”. Inoltre ha composto il tema musicale di “Alias”, “Fringe”, “Lost”, “Person of Interest” e “Revolution” e ha collaborato alla scrittura della canzone della serie “Felicity.”
Abrams è attualmente produttore esecutivo di “Person of Interest” di CBS, di “Fringe” della Fox e di “Revolution” di NBC.
Abrams è sposato e ha tre figli.
I collaboratori creativi ALEX KURTZMAN e ROBERTO ORCI(Writers/Producers) , la cui partnership ha compiuto otto anni, sono diventati un importante team di scrittori e produttori sia per il cinema che per la televisione.
Il duo è attualmente in postproduzione con “Ender’s Game” (Il gioco di Ender) e “Now You See Me”, entrambi distribuiti da Summit nel 2013. Oltre a produrre e a scrivere il copione di “Into Darkness – Star Trek” insieme a Damon Lindelof, stanno anche scrivendo “All You Need is Kill” con Tom Cruise, per la regia di Doug Liman. Erwin Stoff sarà il produttore del film, che è un progetto di Warner Bros. Inoltre sono occupati nella pre-produzione di “The Amazing Spider-Man 2” e produrranno i reboot di “The Mummy” (La mummia) e “Van Helsing” per Universal. In televisione Kurtzman e Orci stanno lavorando all’adattamento di “Sleepy Hollow” per la 20th Century Fox, per la regia di Len Wiseman.
Lo scorso giugno il duo ha distribuito “People Like Us” (Una famiglia all’improvviso) per la Disney, che ha segnato il debutto alla regia di Alex Kurtzman. Il film, interpretato da Elizabeth Banks e Chris Pine, è stato scritto da Kurtzman & Orci e Jody Lambert. Nel 2011 Kurtzman & Orci hanno presentato l’adattamento dai fumetti “Cowboys & Aliens” da loro scritto insieme a Damon Lindelof nonché prodotto. Il film è diretto da Jon Favreau e presenta Daniel Craig ed Harrison Ford. Quello stesso anno hanno firmato un accordo televisivo triennale con 20th Century Fox. Quest’ultima stagione televisiva è stata particolarmente intensa poiché il duo ha sviluppato i piloti presso le reti FOX, CBS, ed ABC, aggiungendo al loro nutrito listino televisivo altri programmi: “Hawaii Five-O” diCBS, “Fringe” di Fox e “Transformers: Prime” di The Hub, una serie animata al computer che è attualmente lo show più visto di tutta la rete.
Kurtzman e Orci sono gli autori di alcuni dei maggiori successi dell’ultimo decennio fra cui: “Star Trek”, “Transformers”, “Transformers: Revenge of the Fallen” (Transformers – La vendetta del caduto) “Eagle Eye” e “Mission: Impossible III”. Sono stati inoltre i produttori esecutivi della commedia romantica “The Proposal”. Come scrittori hanno guadagnato oltre 1,3 miliardi di dollari in tutto il mondo.
Kurtzman e Orci hanno iniziato la loro carriera scrivendo alcune popolari serie televisive fra cui “Hercules” e “Xena: Warrior Princess”; all’età di 23 anni erano già a capo del dipartimento della scrittura. In seguito hanno scritto “Alias” di J.J. Abrams, diventando anche i produttori esecutivi dello show.
Kurtzman e Orci vivono con le loro famiglie a Los Angeles.
DAMON LINDELOF (scrittore, produttore) ha trascorso la maggior parte della sua infanzia a guardare la televisione, nonostante fosse stato avvertito che gli avrebbe danneggiato il cervello! Dopo una breve passione per il cinema, che ha espresso con una laurea in cinema presso la Tisch School of the Arts della New York University, si è messo in macchina, in viaggio verso ovest, dove ha presto ottenuto l’incarico di assistente scrittore nella fiction ABC di Kevin Williamson “Wasteland”. Poco dopo però lo show è stato cancellato e Damon ha quindi iniziato a scrivere per “Nash Bridges”; in seguito si è occupato del nuovo dramma di NBC “Crossing Jordan”. Poi ha ottenuto “Lost”. Nel corso di dodici settimane di totale follia, lui e il co-creatore J.J. Abrams sono riusciti a creare un pilota pazzesco ed estremamente costoso per ABC, incentrato sui sopravvissuti di un incidente aereo nel sud del pacifico. “Lost” ha vinto un Golden Globe ed un Emmy Award nella sua seconda stagione.Damon ha concluso “Lost” dopo sei stagioni senza aver capito bene di cosa si trattasse.
Da sempre amante di Star Trek, ha prodotto il reboot di Abrams del 2009 e ha scritto e prodotto anche il suo sequel, “Into Darkness – Star Trek”. Ha inoltre scritto e prodotto il film di Ridley Scott “Prometheus”. Nel suo tempo libero ha anche scritto questa breve ‘bio’.
Dopo la laurea presso la School of Cinema-Television della USC, BRYAN BURK (Produttore) ha esordito insieme ai produttori Brad Weston alla Columbia Pictures, Ned Tanen alla Sony Pictures e John Davis alla FOX. Nel 1995 si è unito alla Gerber Pictures, dove ha sviluppato la fiction di TNT nominata all’ Emmy, dal titolo “James Dean” e prossimamente produrrà “NFL: A Love Story”.
Ha frequentemente collaborato con J. J. Abrams e con lui ha fondato la società di produzione, Bad Robot Production. Le serie televisive in cui ha lavorato con Abrams includono “Alias”, “Six Degrees”, “What About Brian”, “Lost”, “Fringe”, “Undercovers”, “Person of Interest” e “Alcatraz”. Inoltre è stato è produttore dei film a soggetto di Abrams: “Cloverfield”, “Star Trek”, “Super 8” e “Into Darkness – Star Trek”.
JEFFREY CHERNOV (Produttore esecutivo) vanta una ricca carriera cinematografica. Ha iniziato come assistente di produzione nel grande successo di Dino De Laurentiis del 1976 “King Kong”, diventando quindi assistente alla regia nei classici quali “Body Heat” (Brivido caldo), “Cutter’s Way” (Alla maniera di Cutter), “The Thing” (La cosa), “Escape from New York” (Fuga da New York) e “Starman”. In seguito è diventato manager di produzione per “Ruthless People” (Per favore ammazzatemi mia moglie), “Halloween II” e “Halloween III”. In “Clue”, “The Dead Zone” (La zona morta) e “Richard Pryor: Live in Concert” ha ottenuto l’incarico di produttore associato. Da quel momento è stato co-produttore di “Eddie Murphy Raw” e produttore esecutivo di “10 Things I Hate About You” (10 cose che odio di te), “Sleeping with the Enemy” (A letto con il nemico) e “The Replacements” (Le riserve). Ha prodotto inoltre “A Line in the Sand”, “Place of Darkness”, “Bad Company” (Bad Company – Protocollo Praga) e “Homeward Bound: The Incredible Journey” (In fuga a quattro zampe).
Chernov per due anni è stato senior vice presidente di produzione della Disney/Touchstone, e ha supervisionato film di successo quali “Honey, I Shrunk the Kids” (Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi), “Pretty Woman” e “Dead Poets Society” (L’attimo fuggente). Nel 2001 si è trasferito alla Spyglass Entertainment, dove è stato coinvolto nella lavorazione di “Shanghai Knights” (Due cavalieri a Londra) “The Recruit” (La recluta), “The Lookout” (Sguardo nel vuoto), “The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy” (Guida intergallatica per autostoppisti), “The Pacifier” (Missione tata), e molti altri film di successo.
È stato produttore esecutivo del reboot di Bad Robot “Star Trek” nel 2009 e ha svolto lo stesso incarico in “Star Trek Into Darkness”.
DAVID ELLISON (Produttore esecutivo) ha dato vita alla Skydance Productions per creare e produrre intrattenimento commerciale di un certo livello. La società predilige grandi film d’azione, d’avventura, di fantascienza e fantasy al fianco di commedie e film di genere dal budget più modesto. Lo scopo di Skydance è il sostegno ai filmmaker in una città in cui è sempre più difficile realizzare film. Nel 2010, Skydance ha siglato un accordo quadriennale di produzione, distribuzione e finanziamento con Paramount Pictures. Il primo film realizzato con questo accordo è stato “True Grit” (Il Grinta) diretto da Joel e Ethan Coen dal romanzo di Charles Portis e prodotto dai Coen, Scott Rudin e Steven Spielberg, interpretato da Matt Damon, Josh Brolin e Jeff Bridges. Il film è stato nominato a dieci Oscar®, fra cui come miglior film.
Oltre a “Into Darkness – Star Trek” Skydance ha di recente prodotto il film Paramount “Mission: Impossible – Ghost Protocol” (Mission Impossibile – Protocollo fantasma) prodotto da J.J. Abrams e diretto da Brad Bird; e “G.I. Joe 2: Retaliation” (G.I. Joe 2 – La vendetta) con Bruce Willis, Channing Tatum e Dwayne Johnson; “The Guilt Trip”, con Barbra Streisand e Seth Rogen; “Jack Reacher” (Jack Reacher – La prova decisiva) con Tom Cruise; l’imminente “Jack Ryan”, con Chris Pine e il thriller di Marc Forster “World War Z”. La società coprodurrà “Without Remorse”, scritto da Shawn Ryan. Attualmente in via di sviluppo è “The Hitman’s Bodyguard”, scritto da Tom O’Connor.
Da sempre appassionato di cinema, Ellison è cresciuto nella California del nord e ha Frequentato la prestigiosa scuola di cinema della University of Southern California. Negli anni scolastici ha prodotto e interpretato il dramma sulla prima guerra mondiale “Flyboys” in cui ha unito il suo amore per il cinema e l’aviazione. È infatti un bravo pilota con oltre 2000 ore di volo sia nei multi-motori commerciali che in elicottero. Nel 2003, all’età di 20 anni, è stato il pilota più giovane ad esibirsi nello show della Experimental Aircraft Association, a Oshkosh, nel Wisconsin, dove insieme ad altri cinque piloti, ha preso parte alle “Stars of Tomorrow”. Ellison è attivamente coinvolto con Conservation International, di cui è membro del Consiglio Direttivo e presiede vari comitati.
DANA GOLDBERG (Produttore esecutivo) si è unita alla Skydance Productions nel 2010 come presidente di produzione. In precedenza ha svolto lo stesso incarico presso la Village Roadshow Pictures, dove ha curato il listino completo dei film della società fra cui il franchise di “Ocean’s Eleven”, la trilogia di “Matrix”, “Training Day”, “Get Smart” e “Charlie and the Chocolate Factory” (Charlie e la fabbrica di cioccolato). È stata produttore esecutivo di molti flm della società fra cui “I Am Legend” (Io sono leggenda), “The Brave One” (Il buio nell’anima) e del film animato premio Oscar© “Happy Feet”. Prima di far parte della Village Roadshow nel 1998, ha trascorso tre anni con Barry Levinson e Paula Weinstein presso la Baltimore/Spring Creek Pictures in cui è stata vice presidente di produzione. Ha iniziato la sua carriera nell’intrattenimento come assistente di Hollywood Pictures. Dal 2007 è membro della Academy of Motion Picture Arts and Sciences.
Attraverso la Skydance ha prodotto il film di Christopher McQuarrie “Jack Reacher”, con Tom Cruise, uscito nel dicembre 2012, la commedia “The Guilt Trip” con Barbra Streisand e Seth Rogen, uscita nel dicembre 2012, e “G.I. Joe 2: Retaliation” (G.I Joe – La vendetta) con Bruce Willis, Channing Tatum e Dwayne Johnson, uscito lo scorso marzo2013.
Altri film di Goldberg in veste di produttrice esecutiva attraverso Skydance, comprendono il progetto di Jack Ryan ancora senza titolo, diretto da Kenneth Branagh, e interpretato da Chris Pine e prodotto da Lorenzo Di Bonaventura e Mace Neufeld, il sequel di Star Trek con Zachary Quinto e Chris Pine e il thriller di Marc Forster “World War Z”, con Brad Pitt, che uscirà nel giugno 2013.
PAUL SCHWAKE (Produttore esecutivo) è il Chief Operating Officer & Chief Financial Officer di Skydance. Si è unito alla società nel 2009 e ha contribuito a siglare accordi di co-finanziamento e co-produzione con la Paramount Pictures. Paul ha garantito un credito alla Skydance di 200 milioni di dollari, da parte di JP Morgan ed altre sei banche.
Prima di unirsi alla Skydance, Paul si è associato con il produttore Bill Todman, Jr. e il magnate immobiliare Edward Milstein creando Level 1 Entertainment, in cui è stato COO. Presso la Level 1, Paul ha prodotto le commedie “Grandma’s Boy” (Cocco di nonna)e “Strange Wilderness”con Adam Sandler. Ha prodotto inoltre “Rendition” (Rendition – Detenzione illegale)con i premi Oscar Reese Witherspoon, Meryl Streep e il regista Gavin Hood. Inoltre Paul ha guidato le attività di produzione di Level 1.
In precedenza Paul ha contribuito a creare lo Spyglass Entertainment Group con i produttori Gary Barber e Roger Birnbaum dove ha lavorato come CFO per sette anni. Nel corso del suo incarico Spyglass ha distribuito 20 film fra cui “The Sixth Sense” (Il sesto senso), “Bruce Almighty” (Una settimana da dio) e “Seabiscuit” (Seabiscuit – Un mito senza tempo)..
Paul è stato anche vicepresidente della finanza presso la Morgan Creek per sette anni, dove ha prodotto e distribuito oltre 30 film, fra cui “Robin Hood: Prince of Thieves” (Robin Hood: Principe del ladri), “Ace Ventura”, “Last of the Mohicans” (L’ultimo dei Mohicani), “True Romance”.
Paul è stato revisore contabile della Price Waterhouse per cinque anni, occupandosi di clienti dell’industria dello spettacolo e ha lavorato nella contabilità di Walt Disney Studios per quattro anni.
DAN MINDEL, ASC, BSC (Direttore della fotografia) in precedenza ha lavorato con J.J. Abrams nel ruolo di direttore della fotografia per “Star Trek” e “Mission: Impossible III”. È nato in Sudafrica e ha studiato in Australia e in Gran Bretagna. Ha iniziato la sua carriera girando pubblicità al fianco di registi del calibro di Ridley Scott, Barry Kinsman, Hugh Johnson e Mike Seresin. Le sue pubblicità per Tony Scott comprendono spot memorabili per clienti quali Coca-Cola, PepsiCo, Miller Coors e Marlboro.
Mindel è stato il direttore della fotografia nel film di Tony Scott “Domino”, “The Skeleton Key” di Iain Softley, “Tooth Fairy” (L’acchiappadenti), “Stuck on You” (Fratelli per la pelle) e “Shanghai Noon” (Pallottole cinesi). È stato responsabile per la fotografia dell’unità della West Coast di “G.I. Jane” e della fotografia di “The Bourne Identity” e “The Fan” (The Fan – Il mito); “Enemy of the State” (Nemico pubblico) di Tony Scott ha segnato il suo debutto come direttore della fotografia in una grande produzione. È stato direttore della fotografia del cortometraggio di Kate Hudson “Cutlass”. Recentemente ha girato “Savages” (Le belve) di Oliver Stone e “John Carter” di Andrew Stanton.
MARYANN BRANDON, A.C.E.(Montaggio) ha iniziato la sua collaborazione con J.J. Abrams in “Alias” che le è valso una candidatura all’Emmy come migliore montaggio di una serie drammatica. Brandon ha quindi diretto “Alias” per Abrams nella terza e quarta stagione e ha prodotto lo show nella quarta stagione. Ha continuato a lavorare con lui in “Star Trek”, “Mission Impossible: 3” e “Super 8”. Altri suoi crediti cinematografici comprendono “How to Train Your Dragon” (Dragon trainer) , “Grumpier Old Men” (That’s amore! Due improbabili seduttori), ”The Jane Austin Book Club” (Il club di Jane Austen), “Born to be Wild”, “Race for Glory” e “A Thousand Acres” (Segreti). Ha inoltre fornito la sua consulenza per “Kung Fu Panda 2”.
I suoi altri crediti televisivi comprendono “Child Star: The Shirley Temple Story”, “The Miracle Worker”, “Grapevine” e “The Hunley” di TNT.
MARY JO MARKEY, A.C.E. (Montaggio) ha già collaborato con J.J. Abrams in “Felicity”; “Lost”, il cui pilota è valso a lei e ad Abrams un Emmy Award; “Alias” che le ha meritato ancora una nomination all’ Emmy; i film “Star Trek”, “Mission: Impossible III” e “Super 8”; e il dramma televisivo “Anatomy of Hope”.
Altri suoi crediti cinematografici comprendono: “Killers”, “Rhapsody in Bloom”, “Dawg” e “Medicine Man”. Nel 2007 è stata nominata per la terza volta all’Emmy e all’ A.C.E. Eddie per il suo lavoro nel film HBO “Life Support”.
Il premiato scenografo SCOTT CHAMBLISS (Scenografia) lavora per il cinema, la televisione e il teatro, a New York e Los Angeles.
Chambliss ha collaborato con Alex Kurtzman, Roberto Orci e J.J. Abrams in “Star Trek” e nel suo sequel “Into Darkness – Star Trek”. Vanta una collaborazione ventennale con Abrams che comprende “Mission: Impossible III”, nonché le note serie TV “Alias” e “Felicity”. Recentemente Phillips ha lavorato per “Cowboys and Aliens” e “Salt” di Phillip Noyce cong Angelina Jolie.
Per diversi anni è stato nominato all’Emmy Award per la migliore direzione artistica e al premio per l’eccellenza nella scenografia da parte dell’ Art Directors Guild, per il suo lavoro in Alias. Nel 2002 ha vinto l’Emmy e nel 2003 il Guild Award.
Chambliss ha iniziato la sua carriera come scenografo associato insieme a Tony Walton in numerosi produzioni di Broadway che comprendono “Anything Goes”, “Macbeth” e “Grand Hotel”.
Ha inoltre scritto e illustrato la graphic novel “Maahvelous!: Princess Puut and Dali Do Venice”, una favola esotica che racconta il viaggio all’estero di due amici. Il suo sequel, “Fromage d‟Amour: Princess Puut in Love” è uscito recentemente sul sito web www.princesspuut.com.
MICHAEL KAPLAN (Costumi): Dai costumi d’epoca del mondo di ‘Burlesque’ e ‘Winter’s Tale’ alle fogge futuristiche di ‘Blade Runner’ e ‘Star Trek’, la visione ispirata eppure autentica di Michael Kaplan arricchisce ogni era.
Dopo aver vinto un BAFTA Award per il suo lavoro nell’innovativo ‘Blade Runner’, ha lanciato il trend di un’intera generazione con i suoi costumi di “Flashdance” di Adrian Lyne.
Inoltre, avendo espresso il suo talento in vari generi, è diventato lo stilista preferito del regista David Fincher con cui ha collaborato nei film ‘Fight Club’, ‘Panic Room’, ‘The Game’ e ‘Se7en’ e di Michael Bay in ‘Pearl Harbor’ e ‘Armageddon’. Michael ha ritrovato il regista Ridley Scott per ideare i costumi di ‘Matchstick Men’ (Il genio della truffa).
I suoi design hanno generato uno stile audace e ironico nell’action comedy di Doug Liman ‘Mr. & Mrs. Smith’ (con Brad Pitt e Angelina Jolie), raffinatezza e glamour nel film d’azione di Michael Mann ‘Miami Vice’ (con Colin Farrell e Jamie Foxx), energia vibrante nel grande successo internazionale di Brad Bird ‘Mission: Impossible – Ghost Protocol’ (Mission: Impossible – Protocollo Fantasma) con Tom Cruise, e il giusto tocco di compostezza nel thriller fantascientifico di Francis Lawrence “I Am Legend” (Io sono leggenda), con Will Smith.
Con il blockbuster di J.J. Abrams ‘Star Trek’ Michael ha ricevuto la terza di ben quattro candidature al Costume Designers Guild Award.
Il lavoro di Michael sarà apprezzato in “Winter’s Tale” di Akiva Goldsman con Russell Crowe e Colin Farrell nonché nell’atteso sequel di J.J. Abrams “Into Darkness – Star Trek”.
MICHAEL GIACCHINO (Compositore) All’età di 10 anni, Michael Giacchino ha iniziato la sua carriera suonando nel suo giardino di Edgewater Park, New Jersey, prima di iscriversi alla Scuola di Arti Visive a New York. Dopo il college ha ottenuto un lavoro presso la Disney e ha iniziato a studiare composizione musicale alla Juilliard, e quindi alla UCLA. Dopo essersi occupato di marketing, è diventato produttore all’interno della nuova Disney Interactive Division in cui ha scritto la musica dei videogiochi. Quando il suo lavoro è stato sottoposto all’attenzione di Steven Spielberg, ha dichiarato: “Ho fatto ciò che chiunque sano di mente avrebbe fatto, l’ho reclutato per scrivere la colonna sonora di Medal of Honor.”
Il lavoro di Michael nei videogiochi ha attratto l’attenzione di J.J. Abrams, che lo ha contattato via email sulla possibilità di scrivere la colonna sonora di Alias. I due si sono incontrati e Michael ha ottenuto il lavoro, nonché una grande stima da parte del regista che gli è valsa anche la colonna sonora dell’innovativa serie LOST, per cui Michael ha vinto un Emmy.
Il grande successo musicale di Michael è stato “The Incredibles” (Gli incredibili). In seguito ha scritto la musica per “The Family Stone” (La neve nel cuore), “Mission: Impossible III”, “Ratatouille”, “Star Trek”, “Cars 2”, “Super 8” e “John Carter”. La sua colonna sonora del 2009 del film Pixar “Up” gli è valsa un Oscar, un Golden Globe, un BAFTA, il Choice Award dei Broadcast Film Critics e due Grammy Awards.
Gli imminenti film di Michael comprendono: “Into Darkness- Star Trek” di J.J. Abrams e “Jupiter Ascending” di Andy e Lana Wachowski. Michael fa parte del Comitato Consultivo di Education Through Music Los Angeles.
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