1 Maggio “Snitch – L’infiltrato” – Curiosità

1 Maggio “Snitch – L’infiltrato”  di Ric Roman Waugh   Con Dwayne Johnson, Susan Sarandon, Barry Pepper, Jon Bernthal

 

LA PRODUZIONE

Snitch-­‐L’Infiltrato possiede tutti gli elementi di un action thriller emozionante: un eroe famoso come Dwayne Johnson, una sceneggiatura avvincente scritta da Justin Haythe e dal regista Ric Roman Waugh, e scene d’azione originali. Il film, un progetto appassionante per i suoi produttori della Exclusive Media, racconta anche una storia coinvolgente, che affronta fatti di cronaca poco conosciuti legati all’attuale guerra della droga. “La sceneggiatura è basata su un articolo di ‘Frontline’ che parla di casi in cui ad alcune persone è stata offerta la possibilità di diventare informatori infiltrandosi in prigione,” spiega Matt Jackson, Vice Presidente Esecutivo Senior e Capo della Produzione di Exclusive Media, nonché produttore di Snitch-­‐L’Infiltrato, “Justin Haythe, che è un bravissimo sceneggiatore, ha scritto la prima bozza, poi noi l’abbiamo sviluppata nel corso degli anni.” Il film assomiglia più a un thriller drammatico che al tipico action movie, come sottolinea Jackson. “Sebbene sia caratterizzato da molte scene d’azione, Snitch-­‐L’Infiltrato parla di una famiglia americana che si trova ad affrontare una situazione ingiusta imposta dal nostro sistema di giustizia. Un ragazzino commette uno sbaglio e la sua vita potrebbe essere compromessa per sempre”. La storia ruota attorno al personaggio di John Matthews, titolare di una società di costruzioni americana, il cui figlio diciottenne, Jason, viene incastrato per aver spacciato dell’ecstasy per conto di un suo coetaneo, che cerca solo di salvarsi la pelle. La pena per aver anche solo ricevuto il pacco va dai dieci ai venti anni di reclusione in una prigione federale, e l’unico modo per Jason di diminuire la sua sentenza è diventare un informatore. Non conoscendo nessun spacciatore di droga, l’unica possibilità per lui è mentire e produrre delle prove contro qualcun altro. Quando rifiuta di farlo, suo padre prende in mano la situazione. “Jason è un normale adolescente,” dice Jackson. “Accetta un pacco da un amico senza sapere quali possano essere le conseguenze. Noi riteniamo che tutti possano commettere uno sbaglio nella vita, e che la legge dovrebbe riflettere sulla gravità del reato. E in questo caso, c’è in gioco la vita di un ragazzino innocente che ha solo commesso un errore. John, il nostro eroe, è un uomo ordinario posto di fronte a una situazione straordinaria, e deve agire per salvare suo figlio.” Jackson ha scelto come regista del film Ric Roman Waugh, dopo il successo del suo film precedente Felon -­‐ Il Colpevole, una storia diversa ma complementare su un altro caso di condanna ingiusta. “La conoscenza della legge che Ric ha e la sua comprensione del sistema giudiziario hanno innalzato il livello del film,” dichiara Jackson. “Ha trovato un equilibrio perfetto tra azione e dramma. Ric è molto abile in questo, quindi ce n’è per tutti. Il concetto è universale. Come genitori, sareste pronti a sacrificare voi stessi, misurandovi con dei tipi davvero malvagi, per aiutare vostro figlio? Molti genitori farebbero qualsiasi cosa per aiutare i figli, e John ne è solo un esempio.” Waugh inizialmente è rimasto scioccato di fronte alle leggi federali e al concetto di minimo di pena obbligatorio. “Di fronte a linee guida così dure, l’unico modo di ridurre la sentenza è trasformarsi in informatori e smascherare potenziali trafficanti di droga,” chairisce Waugh. “Poiché Jason non ha nessuno da incolpare e si rifiuta di mentire, suo padre va dal procuratore e gli offre di trovare un vero trafficante di droga, in cambio di una pena meno severa per il figlio.” Dopo aver letto una prima versione della sceneggiatura, Waugh ha iniziato a perfezionare la storia e i personaggi. “Ho letto quanto più possibile sulle storie reali che hanno ispirato questo film,” dice. “Poi ho fatto una seconda stesura che offre agli spettatori quello che si aspettano in termini di azione, ma con una cura attenta per il realismo. Non è solo un popcorn movie. Non vi ritroverete di fronte a situazioni incredibili.” Waugh è nato in una famiglia di filmakers. “Mio padre era una leggenda del mondo degli stunt,” racconta. “Mi portava sui set dei film quando ero ancora un bambino, ho iniziato a lavorare come stuntman professionista quando ero adolescente. Ho fatto scuola con alcuni dei più grandi registi: Steven Spielberg, Richard Donner, John McTiernan, James Cameron, Tony Scott, solo per citarne alcuni. Non solo ho acquisito una conoscenza pratica del cinema, ma ho iniziato a sviluppare il mio personale punto di vista creativo.” Uno degli obiettivi è stato quello di conferire l’immediatezza di una prospettiva in prima persona. “Non ci si limita a guardare i personaggi,” precisa Waugh. “Ti metti nei loro panni. Per me, l’elemento chiave era capire quanto lontano si sarebbe spinto un genitore per salvare suo figlio. Sono padre di due gemelli di quattro anni e credo che muoverei il cielo e la terra per loro se si trovassero in pericolo. E’ di questo che parla il film.” Il Produttore Esecutivo Becki Cross Trujillo, che ha lavorato assieme a Waugh sia in fase di pre-­‐produzione che durante le riprese, non ha che elogi da rivolgere allo sceneggiatore\regista. “E’ stato fantastico lavorare assieme a lui. Essendo lo sceneggiatore conosce ogni aspetto della storia ed ha chiare in mente tutte le scene, lavora così speditamente che è quasi impossibile per chiunque stargli dietro. E’ preparato, il che rende il mio lavoro più facile perché sappiamo cosa aspettarci e siamo pronti a tutto. Succedono sempre delle cose sul set che non si possono controllare e lui è sempre pronto ad affrontare qualsiasi evento. Inventa sempre un modo per migliorare le cose e far funzionare tutto entro i limiti delle nostre tabelle di marcia.” Jonathan King, Vice Presidente Esecutivo della Produzione di Participant Media e Produttore di Snitch-­‐L’Infiltrato spiega che la società stava sviluppando un progetto differente assieme a Waugh. “Quando Snitch-­‐L’Infiltrato ha iniziato a prendere forma, la Exclusive ha cominciato a cercare un socio. Sapevamo che era una sceneggiatura fantastica e che aveva un significato coerente con la mission della nostra società. Giacché ci tenevamo molto a lavorare assieme a Ric è stato tutto molto semplice”. “Ric è una delle persone più semplici con le quali lavorare,” aggiunge King. “E non c’è nessuno che lavori più rigorosamente di lui. Ha una propensione per l’autenticità. Se c’è qualcosa di falso se ne sbarazza subito.” Waugh ama fare ricerche e Participant Media ha le risorse per aiutarlo, il che è stato molto positivo per entrambi. “Abbiamo delle partnership con organizzazioni non-­‐governative e non-­‐profit, ogni tipo di risorsa che potesse garantirci l’autenticità del film,” sottolinea King. Participant Media è nota per produrre dei film commercialmente di successo che spingono al cambiamento sociale, tra cui il pluripremiato documentario, Una Scomoda Verità, sul riscaldamento globale, e i film The Help, che affronta il tema del razzismo, e Contagion, che descrive i potenziali effetti di un’epidemia virale. “Questo film combacia perfettamente con la mission di Participant, perché racconta quanto sia diventata corrotta, irragionevole e dispendiosa la guerra delle droghe,” afferma King. “Tutti sanno che l’uso della droga e la violenza che la circonda sono un problema per questo paese. Ma il modo in cui le leggi sono scritte e applicate fa sprecare miliardi di dollari e fa rinchiudere in prigione inutilmente tante persone. Al problema si aggiunge il fatto che il modo in cui le leggi vengono applicate può essere motivato da questioni politiche e razziali.” Secondo King, molti professionisti della legge hanno un’opinione precisa sulle linee guida delle condanne obbligatorie: “Ritengono che il loro giudizio sia del tutto assente, perché le leggi non sono flessibili,” spiega. “Mettere tali decisioni in mano ai legislatori, o in alcuni casi direttamente agli elettori, per mezzo di referendum, diventa più una campagna politica che un approccio ragionato al problema.” I filmakers sperano che il film inneschi un dibattito pubblico sulla necessità della riforma delle leggi sulle pene obbligatorie e sulla decriminalizzazione di alcuni reati legati alle droghe. “Sono talmente tante le persone incarcerate nel paese che non sono né degli spacciatori né dei trafficanti nel vero senso della parola,” spiega Jackson. “Alcuni sono dei drogati; molti di loro hanno commesso degli errori. Le nostre leggi non sempre hanno senso. Quello della droga è un problema molto grande nel nostro paese. Questo non lo definirei un film che ‘offre un messaggio’, ma credo che l’idea che possiamo trarne è che dovremmo rivedere seriamente le nostre leggi.” King concorda che l’intenzione del film non è fare delle prediche, ma presentare una storia emozionante e avvincente con un’importanza sociale di fondo. “E’ un film; non è cibo sano.” sottolinea King. “Mi piace andare al cinema il venerdì sera, mangiare il popcorn e bere una bibita, come chiunque altro. Ma vogliamo che i nostri film parlino dei temi reali del nostro mondo. Secondo noi è un film molto avvincente con una stella del cinema che tutti amiamo. E il tutto è accompagnato da una storia ispirata a eventi reali, che affronta con onestà una problematica attuale del nostro paese.” **Le opinion qui contenute sono delle persone citate e non rappresentano il punto di vista o le idee di Summit Entertainment, o delle sue società affiliate.

 

IL CAST

Waugh era deciso a circondarsi di una grande troupe e dei migliori attori disponibili. Per il ruolo del protagonista, John Matthews, aveva adocchiato Dwayne Johnson. “Era una scelta straordinaria,” sostiene il regista. “Avevo sempre desiderato lavorare con lui. Per Snitch-­‐L’Infiltrato era la scelta più sensata. Potevamo dare al pubblico la componente dell’azione e avevamo la possibilità di presentare Dwayne in un ruolo impegnativo nel quale potesse mostrare tutta la sua bravura come attore.” La presenza di Waugh al timone del film ha reso facile l’arrivo di un cast importante, a iniziare da Johnson stesso. “Ric ha una personalità molto carismatica,” afferma King. “E’ capace di attrarre sia i produttori che gli attori, che desiderano fortemente lavorare assieme a lui. Lui e Dwayne parlavano da tanto tempo di fare qualcosa assieme e questa era l’occasione perfetta. Il film parla di cose a cui Dwayne tiene molto. Ama la sua famiglia e prova un’empatia genuina con la storia, perciò è molto credibile nel ruolo di un padre, pronto a sacrificare qualsiasi cosa per suo figlio. Ovviamente è assolutamente credibile anche nelle scene d’azione. Insomma era semplicemente perfetto.” Jackson spiega come Johnson rappresentasse la scelta naturale per il ruolo di John Matthews. “E’ un’icona, ma è anche un bravissimo attore. Conferisce un senso di accessibilità al suo personaggio.” Il Produttore Esecutivo Trujillo aggiunge che Johnson si è impegnato molto in questo progetto, nonostante i suoi tanti impegni. “Era impegnato anche in altri progetti, ma ci teneva a trovare il tempo per girare questo film. Abbiamo lavorato sei giorni a settimana per sette settimane, un tempo relativamente breve. Tutti hanno investito molto in questo film, ci tenevamo davvero tanto.” Ancora prima di leggere la sceneggiatura, Johnson sapeva che se c’era Waugh di mezzo avrebbe voluto far parte del progetto. “Quando Ric viene da me con una sceneggiatura so che questa avrà un’autenticità di fondo. Ci sono molti elementi in questa storia che amo. E’ scritta bene, ci sono dei personaggi favolosi ed è una storia vera”. “Amo anche il fatto che affronti l’idea della responsabilità personale e il concetto di amore paterno. Credo che mi comporterei come il protagonista. Se ci fossero di mezzo i miei figli, mentirei, imbroglierei, ruberei, ucciderei per proteggerli.” Johnson dice di avere un grande rispetto per l’etica del lavoro che Waugh porta con sé sul set. “Ric viene da una famiglia di stuntmen, d’innovatori e di pionieri,” racconta. “Si è fatto le ossa nel mondo dello stunt e vive sui set da tutta la vita. E’ il tipo di persona che non si ferma mai. Quando sei sul set di Ric puoi essere certo che farà schioccare la sua frusta.” Questo ruolo arriva in un momento particolare nella carriera di Johnson, dice Waugh. “E’ senza dubbio la più grande stella dei film d’azione di tutto il mondo, ma in Snitch-­‐L’Infiltrato non interpreta il ruolo di un action hero. Volevo prendere il più straordinario performer di oggi e metterlo in un mondo dove l’azione è realistica. Se ti becchi una pallottola, muori. Se ti arriva in testa una spranga, vai in coma. E’ un normale essere umano che deve sfidare la sorte e rimanere vivo. Le regole sono quelle del mondo reale, perciò la taglia e i muscoli non contano. E’ tutta una questione di cuore, volontà e di quanto lontano un genitore si spingerebbe per togliere dai guai i propri figli. “E’ piuttosto insolito per un atleta professionista fare un salto del genere,” prosegue Waugh. “Lui è diventato una superstar perché è reale. E’ l’essere umano più onesto e realista che conosca e la sua onestà traspare nelle sue performance. E’ per questo che i suoi fan amano andare a vederlo. E’ un uomo con il cuore di un leone, capace di combattere per ciò in cui crede. Possiede tutto, è una vera stella del cinema oltre che un bravo attore.” Il ruolo è il più impegnativo di tutta la sua carriera, e secondo l’attore, “C’è sicuramente molta più drammaticità in questo ruolo che in qualsiasi altro abbia interpretato nella mia carriera. I personaggi dei film d’azione vengono concepiti in un modo ben preciso. L’eroe di turno deve prendere tutti a calci e deve tenere alta la motivazione. In un film come questo non ci sono action heroes. John Matthews non è il tipo che fa o dice tutte le cose giuste. Non è affatto scontato che riesca a sopravvivere.” “Dwayne è il centro emozionale di questo film,” dice King. “E’ una persona molto genuina e credo che questo traspaia sullo schermo. E’ per questo che le persone s’identificano così bene con lui. Ma fino ad ora non aveva avuto l’occasione di mostrare questo lato di se, la vulnerabilità e le sue doti attoriali.” Nel corso della sua carriera, Johnson è diventato anche uno degli interpreti più rispettati e amati dell’industria. I suoi colleghi sia davanti che dietro alla mdp sono testimoni del suo impegno e del suo spirito generoso. “E’ uno degli uomini più gentili e attenti che abbia mai conosciuto,” racconta Waugh. “Quando parli con lui è molto presente e questa cosa si traduce in tutto quel che fa. Sono sempre sicuro che prenderà i miei consigli e darà un’interpretazione credibile al cento per cento. Per me è come un fratello — probabilmente sarò uno dei cento milioni di fratelli che ha.” Waugh e i produttori hanno promesso a Johnson che lo avrebbero circondato dei migliori attori disponibili nei ruoli secondari; hanno mantenuto la promessa assicurandosi la presenza dell’attrice premio Oscar Susan Sarandon nel ruolo chiave del Procuratore degli Stati Uniti, Joanne Keeghan. “Susan Sarandon è una delle grandi attrici del cinema americano”, afferma King. “E’ stata la prima alla quale ci siamo rivolti, sebbene originariamente la parte fosse scritta per un uomo. Quando Ric, Matt ed io abbiamo iniziato a discutere su chi avessimo in mente per il ruolo, Susan Sarandon è stata la scelta comune.” Il suo personaggio è quello di un Procuratore, che crede fermamente nel concetto di ordine pubblico. John Matthews si rivolge a lei per tentare di trovare un accordo per il figlio, offrendosi di aiutarla ad arrestare uno spacciatore di droga. A causa della legge sul minimo di pena obbligatorio, tecnicamente, Joanne Keeghan non è in grado di aiutare John Matthews. “Lei comprende i fatti e crede in quel che fa,” spiega King. “Sa anche di avere poca facoltà di scelta e prova dei sentimenti contrastanti. Sebbene inizialmente sia spinta dall’ambizione, a un certo punto inizia ad avere a cuore il futuro di questa famiglia.” Ma Joanne è candidata al Senato, e deve fare un grosso arresto per avere il sostegno di cui ha bisogno per essere eletta, spiega la Sarandon. “A John viene la brillante idea di infiltrarsi lui al posto del figlio, ma lei alza continuamente l’asticella,” racconta l’attrice. “E così lui rimane sempre più coinvolto in questa storia. Lei non sta certamente giocando pulito, ma essendo in corsa per il Senato è pronta a tutto.” Per una volta, recitare nel ruolo dell’antagonista è stato divertente per la Sarandon. “Joanne non è mossa da una grande empatia”, dice la Sarandon. “Ho affrontato situazioni che non mi erano mai capitate prima. E’ un genere di film molto specifico, non mi vengono offerti ruoli come questo molto spesso. L’emozione di recitare sta tutta nel poter dire e fare cose che non diresti o non faresti mai nella vita reale. Interpretare il ruolo di un Procuratore conservatore Repubblicano del Sud è stato davvero divertente.” La Sarandon è rimasta colpita dall’entusiasmo e dalla passione verso il film dimostrata da Waugh. “Ric dimostra una grande passione. Era deciso a fare un film originale e ad aiutare Dwayne a fare qualcosa di diverso.” L’attrice aveva grande familiarità con la questione del minimo di pena obbligatoria, essendo un’attivista sociale, e avendo anche partecipato a un documentario che affronta la questione delle leggi e delle loro conseguenze. “Da quel che vedo, non funzionano,” dice. “Tendono a penalizzare le persone in basso e a riempire le prigioni di individui che sono al loro primo crimine —donne, ad esempio, i cui fidanzati hanno ricevuto della droga a casa. Non si ferma così il problema, perché non sono quelli in cima a essere presi. E’ un enorme spreco di denaro e non pone alcun freno al mercato della droga”. “Pensavo che sarebbe stata un’ottima opportunità per educare la gente in modo divertente,” prosegue la Sarandon. “Lo scopo del cinema è intrattenere, ma allo stesso tempo credo che i film possano anche affrontare delle tematiche serie. Spero che la gente si fermi a pensare: Che farei se fosse mio figlio? Se non ci fosse Dwayne Johnson ad aiutarti, potresti finire nei guai, e per molto tempo.” Al fianco della Sarandon, Johnson sapeva che avrebbe dovuto dare il meglio di sè. “Ammiro Susan da molti anni,” dice l’attore. “E’ stato fantastico lavorare con lei. Le nostre scene assieme sono molto combattive. Lei è il Procuratore, è dalla parte della legge, e Jason andrà in prigione per dieci anni. Come padre so che ha sbagliato ma le chiedo una riduzione della pena. Non è certo un violentatore e non ha ucciso nessuno. Le nostre scene assieme rendono onore a entrambi i punti di vista, il che è magnifico.” La Sarandon parla altrettanto bene di Johnson: “Dwayne ha un senso dello humour stupefacente. Non è solo molto carismatico è anche bello. Ho chiesto al suo truccatore cosa avesse usato per renderlo così luminoso!” La Keeghan incarica il veterano agente della DEA, Billy Cooper, interpretato da Barry Pepper, di tenere d’occhio Matthews, durante l’operazione segreta che intraprende. “Tutti conosciamo Barry per i milioni di film che ha fatto, a partire da Salvate il Soldato Ryan fino ad arrivare a Il Grinta,” dice King. “Lui è un vero attore, un camaleonte. Ric e Barry hanno dato vita a un personaggio molto autentico in questo film.” “Barry incarna perfettamente il ruolo,” dice Jackson. “Capiva che il lavoro sotto copertura è qualcosa di molto specifico. Riuscire a trovare un equilibrio tra essere in una gang ed essere nella polizia: è questo il ruolo di un agente infiltrato.” Il personaggio prende ispirazione da veri agenti della DEA che si sono infiltrati nelle gang di motociclisti. Cooper si è letteralmente perso in questo mondo, facendosi crescere dei baffi alla Fu Manchu e indossando jeans luridi e stivali da motociclista. “Ci si aspetterebbe un abbigliamento più consono da un agente della DEA,” dice Pepper. “Mentre Billy è addirittura tatuato su tutte le braccia”. “Questi ragazzi sono veramente così. Diventano parte del mondo in cui entrano a far parte, che sia la mafia o qualsiasi altra cosa. Il fatto di vivere sotto copertura influisce sul loro DNA. Questi agenti non fanno mai veramente ritorno alla loro vita. Sono come dei soldati che tornano dalla guerra. Subiscono una sorta di stress post-­‐traumatico che li cambia per sempre.” Ma Cooper non può negare di essere rimasto colpito dalla determinazione di John Matthews nel salvare suo figlio. “Da un certo punto di vista è desensibilizzato di fronte alle persone che lo circondano perché ha assistito a molta violenza durante la sua carriera,” spiega Pepper. “Cerca di tenere lontane le persone, ma c’è qualcosa in quest’uomo che lo tocca. Come padre m’identifico facilmente con la storia. E’ straziante anche solo pensarci.” Il background di Waugh come stuntman ha dato a Pepper fiducia riguardo al fatto che le scene d’azione sarebbero state gestite in maniera impeccabile. “Quello che non mi sarei aspettato è che si sarebbe concentrato così tanto anche sulle performance. Conosceva le sfumature di ogni singolo personaggio in maniera precisa. E’ un regista completo.” Le scene in cui Pepper recita al fianco della Sarandon lo hanno molto colpito. “E’ impeccabile,” dice Pepper. “Sembra quasi che abbia scritto lei le sue battute, perché le vengono così naturali. Mette tutti a proprio agio durante la scena ed eleva tutte le altre performance.” La Sarandon dice del suo collega: “Barry Pepper è molto, molto bravo in questo film. E’ molto serio, il che può rendere tutto molto divertente. A un certo punto, in una scena, lui e Dwayne si urlavano contro, e io cercavo di farli calmare. Ho preso un pugno sulla mascella e a quel punto mi sono chiesta ‘Cosa ci faccio in questo film assieme a questi tizi muscolosi e pieni di testosterone?” Senza alcuna esperienza sul traffico di droga, John si arrischia in un territorio dalla morale torbida, nel tentativo di trovare un obiettivo. Per guadagnarsi l’accesso in questo mondo si rivolge a uno dei suoi impiegati, un ex-­‐detenuto che sta cercando di rifarsi una vita: Daniel James, interpretato da Jon Bernthal, il quale sta cercando di rimanere fuori dai guai abbastanza a lungo da tirare fuori la sua famiglia da un quartiere infestato dalle gang, prima che suo figlio ne venga risucchiato. “Daniel è un personaggio interessante,” dice King. “Come John, è un uomo di famiglia, ma non è un santarello. Ha già due condanne alle spalle e se commette un altro reato, tornerà in cella per sempre.” Daniel inizialmente si rifiuta di aiutarlo, poi John gli offre una quantità di denaro che potrebbe cambiargli la vita, senza dirgli la verità su quello che sta facendo. “Purtroppo, si lascia tentare,” spiega King. “Il denaro è irresistibile per uno come lui. Sa quanto è pericoloso, e anche John sa di andare incontro alla morte, che suo figlio andrà in prigione e che Daniel probabilmente verrà nuovamente arrestato.” “Le due famiglie viaggiano su binari paralleli,” spiega Jackson. “Ci sono delle differenze socio-­‐economiche tra di loro ma per entrambi è in gioco il futuro. Quando John lo spinge di nuovo nel mondo della droga, mette coscientemente Daniel in pericolo, e Daniel accetta l’offerta. Non sappiamo se queste due famiglie riusciranno a sopravvivere.” Il personaggio di Daniel possiede un’ambiguità morale che è stata una delle ragioni principali per le quali Bernthal era impaziente di interpretare il ruolo. “Non m’interessava interpretare la parte di una persona meravigliosa e simpatica che fa quello che fa per la sua famiglia” rivela l’attore. “C’è una ragione per cui è stato condannato due volte al carcere. Daniel è un uomo che ha fatto molti errori nella sua vita. E’ il tipo di persona che analizza i rischi e prende una decisione”. Come sottolinea Berntha, uno con la storia come quella di Daniel non ha grandi opportunità davanti a sè. “Ci sono pochi lavori disponibili per un ex-­‐detenuto. Lui è consapevole che questa è la sua ultima occasione. E poi proprio la persona che gli ha dato quest’opportunità si rivolge a lui facendogli un’offerta irresistibile. Daniel non si sarebbe mai immaginato una cosa del genere e rimane sbigottito. La vede come una cosa da fare assolutamente. “Ricade nella stessa vita in cui aveva promesso di non ricadere a sua moglie, ai suoi figli e a se stesso,” aggiunge Bernthal.” “Una terza condanna significherebbe la fine per lui, perciò emotivamente deve affrontare un momento molto difficile.” L’attore ha un’enorme ammirazione nei confronti di Waugh, che descrive come “un soldato di sincerità.” “Ha cercato veramente di vedere nel profondo di queste persone. Sapeva sempre con esattezza quello che voleva ottenere e si è impegnato duramente. E’ incredibilmente meticoloso durante la fase di preparazione.” Daniel presenta John a Malik, uno dei protagonisti del mondo della droga. “Malik è uno spacciatore di droga molto potente,” dice King. “Il personaggio è interpretato da Michael K. Williams, che aveva interpretato il ruolo di Omar, in ‘The Wire’, uno degli show televisivi più famosi di tutti i tempi.” John ha in mente di consegnare Malik nelle mani del Procuratore in modo da far liberare suo figlio. Per attirarlo nella sua trappola gli offre di usare i camion della sua società per trasportare la sua merce. “Malik sarà pure a metà strada nella gerarchia del mondo della droga, ma è un individuo veramente minaccioso,” dice Jackson. “E’ anche molto ambizioso. Vuole salire al livello successivo e vede in questa cosa un’opportunità irresistibile. John è un uomo d’affari serio che non attrarrebbe l’attenzione della legge. Per Malik, avere accesso a questi camion è un’opportunità troppo allettante per lasciarsela sfuggire.” Per Williams, Malik è solo un altro uomo di affari che sfrutta la sua posizione. “ Vuole solo far fruttare i suoi soldi,” dice l’attore. “Malik inizia a pensare che portarlo dal suo boss potrebbe rivelarsi un’ottima opportunità per lui. Sfortunatamente, lui è solo un’esca. Alla fine non voglio giustificare quel che fa ma non c’è lui in cima alla piramide. E’ solo un tizio che vive secondo il suo codice, ed io m’identifico con questo’’. E’ il tipo di persona che ricorre molto all’humour, che gli torna utile quando si confronta con Johnson. “Le tecniche che Malik usa per intimidire John sono mentali,” dice Williams. “ Malik sa di non poter competere fisicamente con uno della statura di John. Ma se riesce a entrare nella sua mente, avrà vinto ancor prima che venga sferrato il primo colpo.” Williams è rimasto scioccato dalla mole di ricerche che sono state necessarie per il film. “Mi piace il fatto che sia basato su delle storie vere,” rivela. “Sapere che le persone direbbero qualsiasi cosa pur di farsi ridurre la pena mi fa chiedere quanti casi simili esistano nella vita reale.” Quando Malik presenta John al suo boss, l’obiettivo principale diventa il pesce più grande. “Il pesce grande è Juan Carlos,” dice Jackson. “E’ un oligarca messicano, è il tenente di un cartello. Dal punto di vista di Keeghan e Cooper è lui l’obbiettivo. Malik è solo il pesce più piccolo.” Con un’aria di raffinato mistero e di placata minaccia, Benjamin Bratt interpreta Juan Carlos “El Topo” Pintera. “E’ un uomo che capisce che il vero potere non deriva dalla criminalità,” spiega Bratt. “Ha un background militare. Sa come maneggiare le armi. Ric ha fatto lunghe ricerche, ha parlato con le agenzie federali e con le persone coinvolte nel commercio della droga per assicurarsi che non avremmo presentato una versione da cartoon di questo mondo”. “Quando Juan Carlos esercita il suo potere, non lo fa in maniera fisica,” asserisce l’attore. “Ma sotto alla sua pacata gentilezza, a dir poco inquietante, si nasconde una minaccia velata: ci troviamo di fronte a uno che non ha problemi a premere il grilletto.” La performance di Bratt ricalca tante delle sfumature tipiche di alcuni boss dell’attuale commercio della droga, secondo King. “Il suo personaggio è quello di un membro del cartello messicano molto istruito e sofisticato. Lavora tramite il suo iPad. Porta dei favolosi occhiali firmati. Veste un maglione di quelli che userebbero i militari, solo che è di cashmere. Ma quando si scatena un conflitto da dentro il suo lussuoso SUV mette giù l’iPad e serenamente tira fuori un enorme fucile.” Bratt elogia Waugh per aver saputo creare un personaggio così complesso come quello di Juan Carlos. “Ric ha scritto quella particolare scena per mostrare la vera natura del personaggio. E’ un combattente tenace, oltre che un brillante businessman e un uomo di mondo.” Bratt conosce Waugh dalla fine degli anni ’80, quando il regista lavorava come stuntman in una serie televisiva in cui l’attore recitava. “Mi ha colpito molto vedere come sia diventato un ottimo filmmaker, oltre che un meraviglioso sceneggiatore. Ho apprezzato molto che abbia scritto una sceneggiatura in cui nessun personaggio è bianco o nero. Ogni ruolo ha almeno un momento di umanità. Quando ho saputo che nel cast c’erano Susan Sarandon, Barry Pepper e Jon Bernthal, ho capito che sarebbe stato un film che avrei voluto vedere -­‐ anche grazie a una sceneggiatura così potente, e all’umanità che vi aveva instillato.” Anche la famiglia di John ha un ruolo importante nel film, specialmente suo figlio Jason, interpretato da Rafi Gavron. “Credo che la gente s’identificherà con le dinamiche familiari della nostra storia,” afferma Gavron. “E’ un viaggio emozionante, ma alla fine è anche un film che parla della famiglia. Credo che grazie al modo in cui è narrata saranno in molti a identificarsi nella storia.” L’attore ha delle scene molto emozionanti assieme a Johnson, tra cui quella nella stanza delle visite della prigione, dove Jason confida al padre di essere stato assalito da alcuni detenuti. “Dwayne è probabilmente la persona più simpatica che abbia mai conosciuto,” afferma Gavron. “Non credo di aver mai lavorato con una persona così generosa e gentile. Si è assicurato che fossi sempre a mio agio durante le scene più difficili. Era sempre lì per me.” “Durante la scena della visita piangevamo entrambi,” prosegue Gavron. “Ho sentito che tra me e lui qualcosa cambiava. E’ passato dall’essere un padre assente a un padre che mi amava profondamente come figlio, è stato davvero incredibile.” Quella scena in un certo senso è il cuore del film, secondo Johnson. “Il loro rapporto si rinsalda”, sostiene. “Il padre fa qualsiasi cosa per salvare il figlio e il figlio accetta l’amore del padre. E’ stato davvero speciale. Mi commuovo ancora quando ci penso, perché è una scena veramente potente. So che è stato assalito in prigione, e questo può significare molte cose, incluso lo stupro. La mia mente gira vorticosamente. Cerco di dirgli di essere forte, e allo stesso tempo cerco di sembrare forte davanti a lui. Rafi ha fatto un lavoro eccellente.” Melina Kanakaderes, che interpreta Sylvie, la madre di Jason ed ex-­‐moglie di John, concorda pienamente. “Rafi è dolcissimo,” dice. “La cosa divertente è che a un certo punto Dwayne ed io ci siamo guardati, poi abbiamo guardato Rafi e abbiamo pensato che avrebbe potuto essere nostro figlio. E’ un attore fantastico, è divertente e intelligente. Ha un grande futuro davanti a sé.” Avendo due figli, l’attrice è rimasta commossa da questa storia. “E’ un incubo,” dice la Kanakaderes. “E’ possibile che un ragazzo di 18 anni, uno studente modello senza precedenti penali, possa andare in prigione per dieci anni solo per aver firmato la ricevuta di un pacco?” L’attrice si è divertita a osservare Johnson in un ruolo così originale e ritiene che anche il pubblico apprezzerà la sua performance. “Ovviamente tutti quanti sono impazienti di vedere Dwayne in azione,” dice. “Ma in questo film è stato anche capace di creare un personaggio completo e onesto. Vi toglierà il fiato nel ruolo di un padre che si ritrova in un ambiente totalmente diverso dal suo. E’ interessante vederlo nel ruolo di un uomo che non si trova per niente a suo agio in questo mondo, ma che è spinto a entrarci dalla necessità di salvare il figlio.” Sylvie è una persona molto decisa, è una donna d’affari di successo, che ha cresciuto il figlio quasi da sola. “E’ fiera che il figlio si rifiuti d’incastrare qualcun altro,” dice la Kanakaderes. “Ma è anche una situazione frustrante per lei come genitore perché vorrebbe dirgli che è il momento di scendere a un compromesso.” E’ grata per il fatto che lei e Johnson abbiano avuto la possibilità di fare delle prove assieme a Waugh. “E’ sia un meraviglioso sceneggiatore che un bravo regista. Ha un ottimo rapporto con gli attori. Ti accorgi subito quanto ami lavorare.” Secondo il Produttore Esecutivo Trujillo, avere Waugh sulla sedia del Regista ha reso il casting estremamente facile. “Ric e la sua passione per il progetto hanno attratto un grande cast. E’ un regista molto attento con gli attori. Sa quello che vuole, ma capisce anche cosa possono fare e come motivarli.”

 

LA REGIA DEL FILM

 

Snitch-­‐L’Infiltrato è stato girato a Shreveport, in Louisiana, scelta sia per la sua generosa politica d’incentivi fiscali nei confronti delle produzioni cinematograficihe che per il suo terreno relativamente neutrale. “Cercavamo l’atmosfera dell’America centrale, e la comunità è stata molto accogliente con noi,” la Produttrice Esecutiva Becki Cross Trujillo spiega. “Il film ha richiesto molto lavoro sulla strada, perciò avevamo bisogno di una città molto disponibile, pronta a bloccare le strade per giorni interi. Quando abbiamo incontrato il responsabile, ci disse che non c’era molto traffico in città e che avrebbero potuto darci strade intere, bloccandole senza causare grande disturbo”. La singola parola che si sente di più su un set di Ric Roman Waugh è “autentico.” Dai set, alla recitazione, ai costumi, tutto deve passare gli alti standard di realismo del Regista, come spiega lo Scenografo Vincent Reynaud. Reynaud aveva lavorato assieme a Waugh nel suo film precedente, Felon -­‐ Il Colpevole. “Credo di conoscere il suo stile registico piuttosto bene. Gli piace che tutto sia genuino in modo che il pubblico possa sentirsi parte del film. Non è un mondo asettico il suo. Dovevamo assicurarci che tutte le nostre location fossero reali e fedeli ai personaggi che le abitano. Tutti siamo capaci di fare dei grandi set con un grande budget a disposizione, ma trovare location reali e conferire loro forza e identità è molto più difficile. “Ad esempio, il personaggio di Joanne Keeghan pensa solo ai numeri,” aggiunge Reynaud. “Volevamo mostrare che è un tipo duro e poco compassionevole. Per questo il suo ufficio è così sterile, come la sua vita personale del resto.” Per l’Agente Cooper lo scenografo ha disegnato uno spazio pratico e tattico al tempo stesso, “Lui è un tipo per il quale conta solo il risultato. E’ un camaleonte, uno che si camuffa. Entra ed esce in 5 minuti.” Le scene ambientate in carcere sono state girate in vere prigioni. “E’ molto difficile girare in luoghi come questo,” spiega lo scenografo. “L’accesso è piuttosto limitato per la questione della sicurezza. Fortunatamente, Ric ed io avevamo già girato un altro film in prigione, perciò avevamo imparato come fare le cose in maniera efficiente.” Kimberly Adams, la costumista dello show spiega: “La preoccupazione più grande di Ric era che tutti apparissero reali,” dice. “Mi piace fare questo tipo di lavoro con i personaggi. Per Dwayne abbiamo creato un intero guardaroba che rispecchia l’abbigliamento che uno come il suo personaggio avrebbe avuto nella vita reale. La difficoltà maggiore è stata che gran parte dei suoi vestiti sono fatti su misura. Non ci sono molte persone della sua stazza. John Matthews indossa dei vestiti diversi da quelli a cui è abituato Dwayne Johnson, ed è stato davvero dolce vederlo trasformarsi nel personaggio.” La costumista si è fatta prendere la mano nel trovare il look giusto per Cooper. “Barry è un regista degli attori il che rende il mio lavoro una gioia assoluta. Ho dovuto trovare degli abiti reali, vissuti. Per il suo personaggio, Ric ha preso ispirazione da un agente che si era infiltrato negli Hell’s Angels. Perciò ha un look da motociclista, ma volevamo evitare che apparisse poco realistico. “Ho trovato gli stivali da motociclista perfetti per lui su un sito che vende abbigliamento da motociclista,” prosegue Adams. “Avevano degli stupendi Chippewas vintage (gli stivali originali di Easy Rider) e pensavo fossero in vendita, poi ho scoperto che niente sul sito lo era. Ho cercato di noleggiarli ma il proprietario non era interessato. Invece, ci ha offerto di darceli in prestito!” Quando poi finalmente gli stivali sono arrivati, la costumista ha dovuto affrontare un altro problema: A Pepper piacevano talmente tanto che non voleva più darli indietro. “Ricevevo telefonate dal suo agente che mi chiedeva come fare per comprare gli stivali,” racconta. “Alla fine è riuscito a convincere il proprietario, e ora gli stivali appartengono a lui.” Un altro dei protagonisti del film è il camion a 18 ruote che John offre al cartello della droga per trasportare la loro merce. Il camion del film sembra un normale 18 ruote, in realtà sono state apportate alcune modifiche. L’abilità di John nel guidare il veicolo sbalordisce letteralmente Juan Carlos; gli stunt di questa scena assomigliano più a quelli di una macchina sportiva che a quelli per un veicolo pesante come questo. Ad un certo punto del film, il camion che guida rimane coinvolto in una sparatoria, le gomme del camion vengono colpite, si genera un gran caos per strada, e alla fine il mezzo si piega a metà e va a sbattere. Durante tutte queste sequenze, c’è davvero Dwayne Johnson al volante. Essendo un ex-­‐ stuntman professionista, con decenni di esperienza alle spalle, Waugh era in grado di concepire personalmente le emozionanti scene d’azione, oltre che di sovraintendere alla loro esecuzione. “Dwayne Johnson è in ogni singola sequenza di questo film,” sottolinea Waugh. “Molto prima che iniziassimo a girare, abbiamo parlato di come avremmo ideato queste scene in modo da includere la sua partecipazione. C’è una scena in cui la mdp compie un movimento partendo dal suo volto, passando su una macchina che fa un balzo in aria, e poi torna su di lui che guida il camion. Abbiamo costruito l’intera sequenza affinché potesse essere lui al volante, in questo modo lo spettatore si sente più coinvolto. ”Johnson ha riposto in Waugh tutta la sua fiducia durate le scene più pericolose del film. “Sapeva che non avrei mai permesso che rischiasse la vita,” dice Waugh. “Ho scelto il miglior team disponibile, capitanato dallo Stunt Coordinator Tim Trella, e Dwayne ci ha dato grande fiducia.” I filmmakers avevano a disposizione tre camion per questa scena, tra cui un veicolo dotato di una tecnologia mai usata prima d’ora in un film, come spiega lo scenografo Vincent Reynaud: “Avevamo il nostro camion principale —bello fuori e bello dentro. E poi avevamo un secondo camion composto dalla sola cabina montata su un altro veicolo, che ci serviva per girare le scene dall’esterno verso l’interno del camion. E poi c’era un terzo camion, che lo stuntman poteva guidare ‘alla cieca’, da una parte invisibile della cabina — un’invenzione fantastica.” Commentando l’innovativo uso di un camion a 18 ruote di questo tipo, Johnson dice: “Ha un sistema di guida incredibile, grazie al quale uno stuntman nascosto può assumere la guida, come quando, ad esempio, si vede la coda del camion piegarsi in due”. Prosegue: “Abbiamo ridefinito il genere nel nostro piccolo”.

 

SINOSSI

In Snitch-­‐L’Infiltrato un padre disperato tenta di salvare il figlio adolescente da un’ingiusta condanna al carcere infiltrandosi in un pericoloso cartello della droga. Dallo sceneggiatore e regista Ric Roman Waugh (Felon -­‐ Il Colpevole), è un Action-­‐Thriller ispirato a fatti realmente accaduti. John Matthews (Dwayne Johnson) è un uomo d’affari. Rimane sgomento quando il figlio diciottenne, Jason (Rafi Gavron), viene condannato a 10 anni di prigione per aver ricevuto da un amico un pacchetto che, a sua insaputa, conteneva della droga. Quando Jason rifiuta l’offerta dell’ambiziosa Procuratrice degli Stati Uniti, Joanne Keeghan (Susan Sarandon), di ridurgli la sentenza in cambio delle prove contro qualcun altro, John implora Keeghan affinché lo lasci infiltrare al posto del figlio. John entra così in una violenta gang capitanata dallo spietato spacciatore di droga Malik (Michael Kenneth Williams), ma nel tentativo di salvare il figlio, compromette un altro innocente (Jon Bernthal). E quando inaspettatamente smaschera uno dei protagonisti del commercio della droga messicano (Benjamin Bratt), questa impresa già di per sé pericolosa si trasforma in qualcosa di potenzialmente letale. Fanno parte del cast Dwayne Johnson (Fast and Furious 6, G.I. Joe la vendetta, Suda e Cresci, Viaggio nell’isola misteriosa), Barry Pepper (Salvate il Soldato Ryan, Il Grinta,La 25° ora), Jon Bernthal (The Walking Dead, L’Uomo nell’Ombra), Michael K. Williams (“The Wire,” “Boardwalk Empire”), Melina Kanakaredes (“CSI: NY,” Percy Jackson e gli Dei Dell’Olimpo: Il Ladro di Fulmini), Nadine Velazquez (Flight, My Name is Earl), Rafi Gavron (Nick e Norah: Tutto Accadde in Una Notte, Complicità e Sospetti), David Harbour (End of Watch-­‐ Tolleranza Zero, Quantum of Solace), Benjamin Bratt (“Law and Order,” Traffic) e l’attrice premio Oscar Susan Sarandon (Dead Man Walking, 1995; Wall Street: Il Denaro Non Dorme Mai). Ric Roman Waugh (Felon -­‐ Il Colpevole) dirige la pellicola che è tratta da una sceneggiatura scritta da Waugh assieme a Justin Haythe (Revolutionary Road, L’Ostaggio), e ispirata a eventi reali, raccontati in un documentario di PBS, dal titolo “Frontline”. Snitch-­‐L’Infiltrato è prodotto da Nigel Sinclair (End of Watch-­‐ Tolleranza Zero, Le Idi di Marzo) Matt Jackson (End of Watch-­‐ Tolleranza Zero), Jonathan King (Contagion, Lincoln), Dwayne Johnson, Dany Garcia (Lovely Still, Racing Dreams), Alex Brunner (Let Me In, The Way Back) e Tobin Armbrust (End of Watch-­‐ Tolleranza Zero, The Woman in Black). Dana Gonzales (Felon -­‐ Il Colpevole, “Southland”) è il direttore della fotografia, Vincent Reynaud (Felon -­‐ Il Colpevole) è lo scenografo, Jonathan Chibnall (Felon -­‐ Il Colpevole, “Cold Case”) è il montatore, Antonio Pinto è il compositore, Kimberly Adams-­‐Galligan (“Homeland Security,” “Lizzie McGuire”) è la costumista, mentre il casting è di Mary Vernieu, CSA e Lindsay Graham. Produttori Esecutivi: Jeff Skoll, Guy East (End of Watch-­‐ Tolleranza Zero, Le Idi di Marzo), Becki Cross Trujillo (Daredevil, 27 Volte in Bianco), David Fanning e Justin Haythe. Co-­‐produttore Jillian Longnecker.

 

Dwayne Johnson (John Matthews)

Il 2013 sarà per lui un altro anno stellare, apparirà infatti in una serie di film di generi diversi: Da G.I. Joe: Retaliation, terzo capitolo della franchise di successo, dove lo vedremo al fianco di Bruce Willis e Channing Tatum, al film indipendente Empire State con Liam Hemsworth ed Emma Roberts. Lo vedremo anche in Pain & Gain, con Mark Wahlberg, dove interpretano due bodybuilder che finiscono immischiati in un rapimento, e dove Johnson continua a dimostrare la sua versatilità come attore. Johnson farà ritorno anche nella popolarissima franchise di Fast and Furious, con Fast and Furious 6, che arriva dopo il grande successo di Fast and Furios 5, l’episodio che ha eclissato tutti gli altri film della franchise in termini di incassi, superando nel 2011 i 626 milioni. In seguito, Johnson inizierà le riprese del film di Brett Ratner, Hercules, e subito dopo tornerà sul set in Arabian Nights, con Liam Hemsworth e Sir Anthony Hopkins. In futuro girerà anche Lore, di Barry Sonnenfeld, basato sulla graphic novel di Ashely Wood, e Viaggio al Centro della Terra 3. Nel 2011, Viaggio nell’Isola Misteriosa, interpretato da Johnson, ha incassato oltre 325 milioni di dollari in tutto il mondo. Tra i suoi film precedenti ricordiamo Corsa a Witch Mountain, L’Acchiappadenti, Planet 51, Agente Smart-­‐ Casino Totale e Cambio Gioco. Nel 2009 Entertainment Weekly ha nominato Johnson nella A-­‐list dei top of Hollywood, accanto a Robert Downey, Jr., Ellen Page, James McAvoy e Amy Adams. In precedenza l’attore aveva dato prova della sua bravura, ottenendo elogi sia da parte della critica che del pubblico, nel ruolo di una guardia del corpo gay e aspirante cantante in Be Cool, il sequel della MGM di Get Shorty, con John Travolta, Uma Thurman e Vince Vaughn. Sempre per la MGM, Johnson era apparso nel 2004 nel remake di Un Duro per la Legge, nei panni di uno sceriffo che fa ritorno alla sua città di origine dopo aver prestato servizio nell’esercito, e trova una città in preda alla corruzione. Prima ancora, Johnson era stato il protagonista del film della Universal Il Tesoro dell’Amazzonia, un’action/comedy acclamata dalla critica, diretta da Peter Berg e interpretata anche da Sean William Scott, Rosario Dawson e Christopher Walken. Questa pellicola ha il merito di aver cementato il suo status di action hero e la sua notorietà in ambito cinematografico, sulla scia dell’enorme successo di Il Re Scorpione. Nato a San Francisco e cresciuto nelle Hawaii, Dwayne Johnson ha iniziato a giocare a football al liceo e in seguito è diventato difensore nella squadra degli Hurricanes, dell’Università di Miami, dove ha contribuito a far ottenere alla sua squadra il titolo di National Champions. Dopo essersi laureato all’Università di Miami, Johnson ha seguito le orme di suo padre, Rocky Johnson, e di suo nonno, High Chief Peter Maivia, entrando nel mondo della Wrestling. Nel corso di sette anni (1996-­‐ 2003), la sua grande passione gli ha permesso di costruirsi una carriera di grandissimo successo, facendo battere ogni record di box office negli stadi di tutti gli Stati Uniti, e facendo raggiungere dei risultati senza precedenti in termini di ascolti alla televisione pay-­‐per-­‐view. Il personaggio di “The Rock” è diventato uno dei più carismatici e dinamici che l’industria abbia mai conosciuto. Il suo amore per la recitazione e il suo desiderio di diversificarsi lo hanno spinto ad apparire al “Saturday Night Live” a marzo del 2000, sorprendendo molti con la sua potenza comica e facendo ottenere allo show gli ascolti più alti dell’anno. Johnson in seguito è stato scelto da Stephen Sommers per La Mummia-­‐ Il Ritorno, che ha incassato oltre 400 milioni di dollari. Il suo personaggio è stato accolto talmente bene dai dirigenti della Universal, nel corso dei giornalieri, che hanno immediatamente pianificato un film basato sul suo personaggio: Il Re Scorpione, che nel 2002 ha infranto tutti i record di botteghino per la migliore apertura di tutti i tempi per il mese di Aprile. Nel 2006 Johnson ha creato la The Rock Foundation. La mission di Rock Foundation è di istruire e motivare i bambini di tutto il mondo attraverso lo sport. Johnson è un vero filantropo, attualmente è il portavoce nazionale della Campagna contro il Diabete della Entertainment Industry Foundation. E’ anche Celebrity Cabinet Member dell’American Red Cross e presta servizio come National Celebrity Wish Ambassador per conto della Make-­‐A-­‐Wish Foundation. Nel 2008, il Congresso degli Stati Uniti e la United States Joint Leadership Commission hanno conferito a Johnson il prestigioso Horizon Award, il premio del Congresso degli Stati Uniti assegnato agli individui nel settore privato che hanno dimostrato notevoli doti di leadership fornendo opportunità ai giovani della nazione. Non contento di rimanere solamente davanti alla macchina da presa, Johnson ha scritto anche un’autobiografia, The Rock Says, che ha raggiunto la 1° posizione nella lista dei Bestseller del New York Times, subito dopo la sua pubblicazione a gennaio del 2000. Johnson è un padre di famiglia devoto, ha una figlia di otto anni, di nome Simone Alexandra Johnson, la sua compagna è Dany Garcia.

 

I FILMAKERS

RIC ROMAN WAUGH (Regista, Sceneggiatore) ha scritto e riscritto numerose sceneggiature cinematografiche per Produttori come: Jerry Bruckheimer, Mark Gordon, Neil Moritz, Barry Josephson, Todd Garner, Mark Canton, Jim Sheridan e Nick Wechsler. Tra le ultime sceneggiature che ha scritto vale la pena citare Evel; un bio-­‐pic sulla vita di Evel Knievel, che Ric ha anche diretto per la Exclusive Media. Ric ha diretto l’acclamato film, Felon -­‐ Il Colpevole, tratto dalla sua sceneggiatura. In questo dramma della Sony, ambientato in una prigione, recitano Val Kilmer, Stephen Dorff, Sam Shepard, Harold Perrineau e Nate Parker. Presto uscirà in sala, Currency, del Produttore Steve Golin, di Participant Media e Film District. Si tratta di un action thriller ambientato nel mondo nascosto delle Operazioni Speciali Tier 1, in cui due dei guerrieri d’elite americani si confrontano ai due lati opposti della legge. Più recentemente, è stato annunciato che Waugh scriverà e dirigerà il thriller fantascientifico Tipping Point, prodotto da Temple Hill Entertainment, Relativity e Industry Entertainment. Questo emozionante thriller ambientato nel futuro racconta la storia di uno spietato Ufficiale Addetto al Controllo della Popolazione che vive solo per il suo lavoro, fino al giorno in cui scopre che i due fuggitivi che sta cercando sono la donna che amava, scomparsa misteriosamente alcuni anni prima, e il figlio dodicenne, del quale ignorava l’esistenza.