NOTE DI REGIA La miseria non fa ridere quasi mai, ma ho cercato di raccontarla mantenendo il tono esilarante ereditato dalla commedia teatrale da cui hai origine questa vicenda. Non volevo che ci fossero le tinte fosche e losche dell’insediamento di un immigrato ai margini della nostra comunità, ma che ci fossero musica e colori vivaci per raccontare il mondo del finto benessere raggiunto da chi sfrutta: un mondo che alla prima occasione non rinuncia a costosi Suv. Non volevo perdere quella comicità che scaturisce dalla mancanza totale di mezzi, da quella miseria estrema che porta i protagonisti di questa storia a fare qualsiasi cosa pur di farcela, anche travestirsi da centurione e girare in biga per una Roma trafficata, e – volendo guardare al grande cinema – ho cercato di farmi ispirare dalle atmosfere del primo atto di “Miseria e Nobiltà” con Totò, nell’immaginare i miei fantastici disperati. È proprio nel raccontare l’arte dell’arrangiarsi nella sua forma più bizzarra, che si evidenzia l’entusiasmo che il nostro bielorusso porta nel rassegnato e sfinito mondo dei suoi “padroni”. Il tutto senza i toni tristi e amari che il plot vorrebbe, ma tradendo le tipiche tinte del dolore e della miseria e narrando con colori e musiche popolari un mondo che nonostante le privazioni, non rinuncia a schermi al plasma, pronto-moda e accessori pseudo-griffati, incerate verde-acido e auto costose. Infine Roma, protagonista anche lei di questa storia: la Roma costruita per il popolo di 2000 anni fa e la Roma costruita per il popolo di oggi e cioè il Colosseo, edificato per ospitare spettacoli popolari, una Roma A come Archeologica, e i palazzoni di cemento armato della periferia romana, fatta di appartamenti pressati uno sull’altro, dove vivono i nuovi poveri, quelli che hanno perduto tutto in questi anni e i poveri di sempre, quelli che non hanno avuto mai niente. Evitando completamente la Roma papale, quella umbertina, quella del Ventennio e quella residenziale, solo la Roma archeologica e quella dell’estrema periferia, cioè la A e la Z fanno da sfondo a questa storia di tre comiche disperazioni.
Massimo Andrei
sinossi
Sergio è un ex stuntman di Cinecittà infortunatosi sul set di un film americano, che per sbarcare il lunario si arrangia con impieghi fantasiosi, come fare il Centurione al Colosseo. La sorella Maria, con cui Sergio divide l’appartamento nell’estrema periferia romana, ‘lavora’ da casa per una hot-line erotica. Due vite alla deriva, finché un giorno a cambiare le cose ci pensa Milan, immigrato clandestino bielorusso, che stravolgerà la loro esistenza. Pur di lavorare Milan è disposto a diventare lo “schiavo” di Sergio, sostituendosi a lui nel ruolo di “Centurione” al Colosseo. L’intraprendente extracomunitario diventerà ben presto l’idolo dei turisti, anche perché per battere la concorrenza Milan – ingegnere nel suo paese – costruisce una biga come quella del film “Ben Hur”, grande attrattiva per i turisti. Lo straordinario incontro si trasformerà in una lucrosa occasione di guadagno per Sergio, ed in una improbabile storia di amore per Maria dalle conseguenze tanto disperate quanto comiche. Sullo sfondo il contrasto tra una Roma dei fasti imperiali che appare ai turisti e quella della gente comune, che cerca con sotterfugi fantasiosi di arrivare alla fine del mese.
BENUR – UN GLADIATORE IN AFFITTO
Il film, già presentato con grande successo di pubblico allo scorso Festival di Roma, è la divertente storia di due fratelli, Sergio e Maria, e del bielorusso Milan: tre storie di disperata comicità ai piedi del Colosseo tra turisti, bighe, centurioni e gladiatori… Diretto da Massimo Andrei (pluripremiato esordiente con Mater Natura) e prodotto da Flavia Parnasi, “Benur – Un gladiatore in affitto” è l’adattamento cinematografico del fortunatissimo spettacolo teatrale “Ben Hur”, interpretato da Nicola Pistoia, Paolo Triestino, Elisabetta De Vito, protagonisti anche della pellicola. Nel film – ambientato tra la periferia di cemento armato di Tor Sapienza e la Roma storica del Colosseo e del Circo Massimo – non sono mancate le scene con la biga con tanto di inseguimento dei centurioni da parte della polizia. “Benur – Un gladiatore in affitto” è prodotto da Flavia Parnasi per la Combo Produzioni, in collaborazione con Rai Cinema, e realizzato con il sostegno della Direzione Generale per il Cinema e della Regione Lazio – Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo, in associazione con BNL Gruppo BNP Paribas; produzione esecutiva Mario Mazzarotto. La sceneggiatura è del pluripremiato autore teatrale Gianni Clementi (che firma anche lo spettacolo teatrale Ben Hur), la fotografia è di Vittorio Omodei Zorini (candidato al David di Donatello 2011 per Venti Sigarette), le scene di Massimiliano Nocente, i costumi di Isabella Rizza, il montaggio di Claudio Di Mauro e Shara Spinella, Le musiche sono del premio Oscar Nicola Piovani e una composizionie originale di Tony Canto.
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