Arriva IN TREATMENT made in Italy

Dal 1° aprile, dal lunedì al venerdì su Sky Cinema

Un analista. Cinque pazienti. Cinque storie. Cinque segreti. Cinque sedute a settimana. Mezz’ora di dialogo continuo tra le due parti. Ogni giorno, dal lunedì al venerdì, per sette settimane consecutive.  

 

Con IN TREATMENT, Sky Cinema HD porta in tv la versione italiana dell’omonima serie di culto americana firmata HBO, una delle più interessanti degli ultimi anni, premiata con due Emmy e un Golden Globe ed esaltata dalla critica. Sia il progetto italiano che la versione americana si ispirano al format israeliano Be Tipul, ideato dal regista e sceneggiatore Hagai Levi, di cui sono stati realizzati adattamenti per 13 paesi.

I 35 episodi della serie sono trasmessi in esclusiva su Sky Cinema 1 HD dal 1° aprile, dal lunedì al venerdì alle20.30 (in contemporanea su Sky Cinema +24 HD), per sette settimane. Ogni lunedì, inoltre, tutti e cinque gli episodi di ciascuna settimana sono disponibili in anteprima sul Nuovo Sky On Demand e su Sky Go.

La serie viene trasmessa in replica tutti i giorni dal lunedì al venerdì alle 23 su Sky Cinema Hits HD e gli episodi della settimana sono programmati in una maratona settimanale ogni sabato alle 23 su Sky Cinema 1HD(la domenica su Sky Cinema+24) e ogni domenica alle 15 su Sky Cinema Hits HD.

Pochi, semplici elementi fanno da contorno alle loro storie: una poltrona e un divano in una stanza accogliente, quella in cui lo psicoterapeuta Giovanni Mari accoglie ogni giorno i suoi pazienti.  L’ambientazione di IN TREATMENT è scarna, quasi teatrale, ma c’è tutta la potenza di un racconto intimo ed appassionante, che fa di questa serie un prodotto estremamente innovativo nella sua elegante essenzialità. I personaggi si presentano allo spettatore con il loro carico di umanissimi conflitti, tormenti, passioni, attraverso una narrazione cadenzata dalla programmazione quotidiana degli episodi, come quotidiani sono gli incontri dell’analista con i suoi cinque pazienti, fino alla seduta del venerdì, in cui è lo stesso Giovanni ad incontrare la propria terapeuta.

Per l’adattamento italiano della serie, molto fedele alla versione americana seppure  i personaggi e le storie siano calati in un contesto tutto italiano, sono stati scelti dei grandi nomi del panorama cinematografico, sia per quanto riguarda il cast tecnico che quello artistico.

 

 

 

 

 

 

 

LUNEDI’

La paziente del lunedì è Sara, interpretata da Kasia Smutniak: bella, forte, intelligente, ma anche cinica e tormentata da un bisogno maniacale di sedurre. La terapia con Giovanni la aiuterà a comprendere cos’è quel dolore che la divora, ma l’innamoramento della giovane donna per il suo analista complicherà ulteriormente il rapporto medico-paziente.

                                                                                          

MARTEDI’

Il martedì è il giorno di Dario, carabiniere impegnato in missioni ad alto rischio come infiltrato nelle organizzazioni criminali, interpretato da Guido Caprino. Dario convive quotidianamente con il rischio di morire, ma anche con il “fantasma” di una sanguinosa indagine condotta all’estero, evento traumatico che lo porta sul divano di Giovanni. La terapia lo aiuterà a trovare se stesso o lo manderà definitivamente in pezzi?

 

MERCOLEDI’

Ogni mercoledì l’incontro è con Alice (l’esordiente Irene Casagrande), ballerina di grande e precoce talento. Le sue qualità non riescono però ad impedirle di soffrire moltissimo. Per il rapporto conflittuale con la madre Irene, interpretata da Valeria Bruni Tedeschi, per le continue assenze dell’amato padre, per la competizione feroce tra le sue compagne alla scuola di danza.

GIOVEDI’

Le sedute del giovedì sono con Lea e Pietro (Barbora Bobulova e Adriano Giannini), coppia sposata, con un bambino di sei anni. Lea e Pietro erano molto uniti: loro insieme contro il mondo. Quando arrivano da Giovanni sono in crisi, uno contro l’altro. Vogliono che la terapia li aiuti a parlare senza insultarsi e aggredirsi come fanno a casa da ormai troppo tempo.

VENERDI’

Il venerdì è Giovanni a trasformarsi in paziente e confrontarsi con la sua supervisor, Anna, che ha il voltoLicia Maglietta. Anna, elegante e femminile, ha avuto in passato con Giovanni una relazione non solo professionale, ma anche d’amicizia. Qualcosa tra di loro si è spezzato, ma la crisi che sta attraversando riporta Giovanni a bussare alla porta della sua vecchia amica ed insegnante.

I PERSONAGGI

 

GIOVANNI – SERGIO CASTELLITTO  
Affascinante e stimato psicoterapeuta a sua volta in analisi
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Giovanni Mari, 53 anni, è un affermato analista, molto stimato nella città in cui vive e lavora, Roma.

È sposato con Eleonora (Valeria Golino), una bella donna di una manciata d’anni più giovane con cui ha due figli. Nel bel mezzo di “una ridicola crisi di mezz’età”, Giovanni sente il bisogno, forse persino l’obbligo, di rifarsi vivo dopo otto anni con Anna, sua insegnante in gioventù, divenuta poi sua analista-supervisore.

Ma ciò che lo spinge a ripresentarsi alla sua porta è solo  in apparenza un bisogno di parlare, di alleggerirsi del peso per le sedute della settimana con Pietro e Lea, Alice, Dario. Sara, la sua paziente del lunedì, gli ha appena confessato di essersi innamorata di lui e Giovanni sa che non potrà liquidare la cosa come “un classico transfert erotico”.  La confessione spalanca davanti a Giovanni un abisso, pericoloso e invitante al tempo stesso, che lo metterà profondamente in discussione, e lo porterà, ogni venerdì, a confrontarsi con Anna.

Adattamento di Nicola Lusuardi, Ilaria Bernardini, Alessandro Fabbri, Giacomo Durzi, Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo.


SARA – KASIA SMUTNIAK

Bellissima, infelice, tormentata. Seduce per sentirsi viva.

La prima cosa che si nota di Sara è che è una donna bella, forte e intelligente, che fa dell’indipendenza la sua forza e del cinismo la sua difesa. La seconda è che ha un dolore, da qualche parte in profondità, che la divora e che le impedisce di essere felice nonostante abbia tutto. Forse non è un caso che faccia l’anestesista: è abituata ad allontanare la sofferenza, a renderla inoffensiva. Le cause di quel dolore sono ancora oscure. Ma l’anno di terapia da Giovanni Mari è servito a metterne a fuoco le manifestazioni: sono gli uomini il problema di Sara. Sedurre per lei è più che un desiderio di conferma, è quasi un bisogno vitale da cui non riesce a deviare. Quando una relazione diventa stabile e impegnativa, Sara fa di tutto per sabotarla, come sta facendo anche con il suo compagno, nonostante il contesto sociale in cui vive la spinga verso matrimonio, figli e famiglia. Ma stavolta la sua crisi di coppia sembra avere una ragione diversa: Sara si è innamorata di Giovanni, il suo analista.

Ma è possibile una storia d’amore tra dottore e paziente?

Adattamento di Ludovica Rampoldi

 

 

 

 

 

DARIO – GUIDO CAPRINO

Militare: duro, aggressivo, sprezzante. Alle prese con uno straziante senso di colpa.

Dario, 37 anni, è un carabiniere impegnato in missioni ad alto rischio come infiltrato nelle organizzazioni criminali. In lotta con un senso di colpa represso e con una figura paterna idealizzata e opprimente, è un duro, lo dice il suo viso sofferto, che forse proprio grazie al dolore che nasconde è pieno di fascino. E lo dicono i suoi atteggiamenti, effetto degli anni vissuti fingendosi un criminale di raro talento. Dario è un uomo che convive quotidianamente con il rischio di morire, ma è sempre stato più forte del rischio. Fino alla sua ultima missione da infiltrato nella ’ndrangheta, in Germania, dove, come risultato del suo “doppio gioco”, un padre e i suoi figli sono stati massacrati.

E lui, Dario, è stato costretto a premere il grilletto insieme ai killer. L’episodio è per lui l’innesco di una crisi tanto profonda, quanto ostinatamente negata. La terapia lo aiuterà a ritrovare se stesso o lo manderà definitivamente in pezzi?

Adattamento di Alessandro Fabbri

ALICE – IRENE CASAGRANDE 

Ballerina di grande e precoce talento. Dietro la grazia e la bellezza nasconde  un doloroso segreto 

Alice entra nella serie con una frattura a entrambe le braccia: è stata investita da un’auto mentre stava tornando a casa in bici, la sera, e l’assicurazione ha bisogno di sapere da Giovanni se si sia trattato di un tentativo di suicidio. Intelligente, sensibile, spiritosa, di grande talento:  tutte queste qualità non riescono a impedire ad Alice di soffrire moltissimo.

Per il rapporto conflittuale con la madre Irene (Valeria Bruni Tedeschi), per le continue assenze dell’amato padre, per la competizione feroce tra le sue compagne alla scuola di danza. Alice è una ballerina di grande talento, una promessa. Ma dietro grazia e bellezza si nascondono privazioni, dolore, ipercompetitività e, spesso, un rapporto complesso con il corpo, con il cibo e con il sesso. Giovanni dovrà trovare la chiave per accedere ai segreti di Alice senza indurla a chiudersi o a fuggire.

 

Adattamento di Stefano Sardo

 

PIETRO E LEA – ADRIANO GIANNINI E BARBORA BOBULOVA

Una coppia passionale messa in crisi da una gravidanza cercata per anni.

Pietro e Lea sono sposati e hanno un bambino di sei anni. Si sono innamorati mentre Lea era fidanzata con un avvocato, una scelta che l’ha portata a litigare con la sua famiglia, che considerava Pietro meno promettente. Innamorati, uniti, hanno cercato disperatamente un secondo figlio per cinque anni, quando hanno smesso di provarci con ostinazione, lei è rimasta incinta.

Appena l’ha scoperto, ha pensato che quel figlio non lo voleva più, lo ha detto a Pietro, che è rimasto sconvolto.  Ora i due sono l’uno contro l’altra: lei vuole abortire, lui vuole quel bambino. Decidono così di andare in terapia da Giovanni per parlarne, senza insultarsi e aggredirsi, come fanno a casa ormai da troppo tempo.

Adattamento di Ilaria Bernardini

 

ANNA – LICIA MAGLIETTA 

Elegante e carismatica, amica e mentore di Giovanni, suo paziente “del venerdì”.

Il venerdì è Giovanni a confrontarsi con la sua terapista.

Anna è una bella donna, elegante nei modi, molto femminile e curata nell’abbigliamento, ma in quel modo discreto di cui si accorgono solo i più attenti. Vive sola nella sua grande casa-studio, suo marito Paolo è morto da poco più di due anni.  La vita di Anna gira intorno a poche cose: lo studio, la lettura e la scrittura. Alla morte del marito, Anna ha deciso di abbandonare la libera professione, senza accantonare definitivamente il suo mestiere. Segue ancora qualche caso, quando si rifà vivo, dopo otto anni, Giovanni. La relazione tra Anna e Giovanni in passato non è stata solo professionale, ma anche di amicizia, lei è stata per diversi anni il suo supervisore.

Qualcosa tra di loro si è spezzato, ma la crisi che sta attraversando riporta Giovanni a bussare alla porta della sua vecchia amica e mentore.

Adattamento di Giacomo Durzi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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NOTE SULL’ADATTAMENTO ITALIANO

In Treatment ha l’elegante compostezza di un classico. E come un classico pretende di essere riletto e rimesso in scena.

Hagai Levi, il creatore dell’originale israeliano, ha infatti compreso  la vocazione estetica inespressa dal più televisivo dei formati narrativi, la soap-opera. E ci ha offerto in questo modo un’interpretazione nuova e sorprendente dello specifico seriale.

Attraverso la guerra di parole della psicoterapia In Treatment racconta infatti in modo straordinario l’indagine sui conflitti che ci rifiutiamo di riconoscere dentro noi stessi, sul loro potere di disgregazione degli affetti, sulla loro capacità di generare violenza e infelicità.

E racconta come l’unica nostra speranza sia cercare, attraverso la potenza rivelatrice del dialogo, la verità. Perché solo la verità ci rende liberi. Abbiamo adattato In Treatment rimanendo fedeli alla versione originale, ma calando le storie in un contesto italiano.

Nel farlo abbiamo tenuto al centro delle nostre cure l’avventura del protagonista. In Treatment è infatti prima di tutto la storia di uno psicoterapeuta che per gestire la tensione erotica nei confronti di una giovane paziente innamorata di lui, è costretto a riaffrontare i fantasmi del suo passato, le ragioni del suo percorso umano e professionale, gli irrisolti nel suo rapporto con la moglie, con il supervisore che l’ha formato e con il padre morto da anni. Abbiamo poi cercato la nostra fedeltà alle ragioni estetiche del testo nel massimo radicamento possibile di ciascuno dei personaggi e delle loro storie all’interno della nostra cultura, per dare precisione al rispecchiamento dello spettatore e al potere conturbante del racconto.

In Treatment esplora infatti il lato oscuro dei valori condivisi.

Riguarda dunque la sofferenza che si genera nei rapporti tra genitori e figli, le tensioni laceranti tra l’eros e la vita affettiva, i conflitti che nascono nella ricerca di identità sociale e professionale, l’equivocità delle distinzioni convenzionali tra ciò che è bene e ciò che è male.

A questo principio ci siamo attenuti nella reinvenzione del poco  che ci è sembrato necessario.

Nicola Lusuardi (editor)

NOTE DI REGIA

In Treatment per me ha rappresentato l’occasione di misurarmi con qualcosa che esisteva già, che aveva già una sua identità e provare in qualche modo ad annullarmi, a fare “un passo indietro”. Un po’ come quando un artista deve replicare un’opera: anche se utilizzi gli stessi colori, il tocco non sarà mail lo stesso, il tratto sarà sempre diverso.

E’ un’operazione molto intrigante per un regista, una bella sfida. In Treatment è un prodotto televisivo “anglosassone” nella sua forma più pura. Una matrice che comunque rimane anche nella nostra versione. Ritengo che l’essere asciutta, essenziale, sia proprio il tratto più bello di questa serie. Abbiamo lavorato a lungo sull’adattamento italiano, ma soprattutto sul renderla più cinematografica, questo sì: proprio perché esistevano già versioni precedenti, abbiamo potuto migliorarla ulteriormente, lavorando con grande cura, oltre che sulla scrittura, anche sulla messa in scena, sulla regia, sui movimenti di macchina, su ogni singola inquadratura. Non a caso abbiamo scelto una squadra tecnica che proviene dal cinema. Penso che questa differenza sarà molto percepibile.  Ciò che ora la rende una serie italiana, oltre alla lingua, sono anche i tempi e la recitazione. Per scegliere il cast, abbiamo fatto moltissimi provini. Per alcuni ruoli la scelta è stata semplice e immediata, per altri abbiamo cercato più a lungo. L’esigenza principale era trovare attori in grado di recitare nella forma in cui avevamo deciso di girare, ovvero con lunghissimi ciak ininterrotti, anche di 20-25 minuti consecutivi. Questo è stato fondamentale per creare un corpo unico, una sequenza ininterrotta che si svolge in un tempo unico. Perché ogni piccola sfumatura di dialogo può creare distrazione o attenzione e quindi era fondamentale avere attori con una formazione accademica, che avessero consapevolezza ed esperienza del loro corpo, della voce, della scena. E poi abbiamo cercato attori in grado, attraverso corpo, voce e recitazione, di tenere la tensione per tutta la durata dell’episodio,  quindi per quasi mezz’ora. I provini finali sono stati fatti tutti sul copione di un intero episodio, senza improvvisazione, una prova molto difficile anche per gli attori. Sono molto soddisfatto del risultato, abbiamo un cast eccellente.

In Treatment ha la struttura di una soap opera. Una soap opera di lusso che è, in un certo senso, televisione allo stato puro. Non solo per il formato da striscia quotidiana di mezz’ora, ma soprattutto perché lo spettatore sa che a quella stessa ora di tutti i giorni della settimana ritrova i personaggi, con i loro intrecci sentimentali, con le loro confessioni all’analista. Ogni puntata è costruita in tre atti, con prologo ed epilogo ed ogni puntata ha un piccolo colpo di scena, un“gancio” fortissimo per il pubblico, che lo costringe a voler tornare la settimana dopo a seguire lo sviluppo di quel personaggio, fino all’epilogo finale.

E’ una serie che richiede una visione piuttosto attenta, ma questo vale per tutte le serie, che difficilmente si guardano passivamente. Per lo spettatore, In Treatment è un’esperienza estremamente intensa: lo riporta ad un ascolto quasi ancestrale, ogni seduta è “ipnotica” e questo avviene in modo molto naturale e senza sforzo, grazie alla scrittura ed all’interpretazione degli attori, che riescono a coinvolgere, a tirare dentro la storia in un tempo sospeso, fatto di parole e di pause. Ecco, In Treatment ti insegna ad ascoltare, perché in ogni storia c’è qualcosa che ci riguarda ed in qualche modo la visione diventa terapia. Un’esperienza fuori dall’ordinario televisivo.

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