21 febbraio “La sedicesima luna – Beautiful Creatures” – Curiosità

Il candidato al premio Oscar® Richard LaGravenese (“La leggenda del re pescatore”, “P.S. I Love You”) dirige “Beautiful Creatures – La Sedicesima Luna”, una storia d’amore e di magia che lui stesso ha adattato dal primo romanzo della celebre serie scritta da Kami Garcia e Margaret Stohl. Ethan Wate (Alden Ehrenreich), 17 anni, fa lo stesso sogno ricorrente da mesi. Una misteriosa ragazza lo sta aspettando su un campo di battaglia durante la Guerra Civile Americana. Ethan desidera disperatamente stare con lei, ma c’è un pericolo ignoto che incombe su di lui e ogni volta un fulmine squarcia il cielo e lo uccide prima che riesca a raggiungere la ragazza. I pericoli che Ethan corre in questo strano mondo onirico sono comunque preferibili alla vita vera che conduce a Gatlin, nel South Carolina, un paesino conservatore del profondo sud che sembra rimasto fermo al secolo scorso, dove non cambia nulla e non succede mai niente di niente. Bloccato a casa con un padre che, dopo la morte improvvisa della moglie, si è completamente richiuso in se stesso, Ethan aspira a una vita che trova solo nei libri. Ma il suo mondo viene scosso dall’arrivo di Lena Duchannes (Alice Englert), la bella ed enigmatica nipote di Macon Ravenwood (Jeremy Irons), lo schivo proprietario della gotica villa Ravenwood. Ethan si sente subito attratto da Lena, anche se la ragazza sembra inspiegabilmente seminare distruzione, e diventa chiaro che lei è una Maga, dotata di poteri che sfuggono al suo stesso controllo. Il paese, governato dalla conservatrice signora Lincoln (Emma Thompson), vorrebbe bandirla. Persino la coltissima bibliotecaria di Gatlin, Amma (Viola Davis), teme che la storia si possa ripetere, una storia di segreti di famiglia e di una maledizione che incombe sulla vita di Lena via via che si avvicina il giorno del suo sedicesimo compleanno. È allora infatti che un Mago viene scelto dalle Forze o della Luce o delle Tenebre. Ma il destino di Lena potrebbe essere già scritto a causa della maledizione che stringe lei e Ethan in una fitta e intricata rete di incantesimi e pericoli dalla quale forse non troveranno via di fuga. Il film ha per protagonisti Alden Ehrenreich (“Segreti di famiglia”), Alice Englert (“Ginger & Rosa”), il premio Oscar Jeremy Irons (“Il mistero von Bulow”), la candidata all’Oscar® Viola Davis (“The Help,” “Il dubbio”), Emmy Rossum (TV’s “Shameless”), Thomas Mann (“Project X – Una festa che spacca”) e il premio Oscar Emma Thompson (“Casa Howard,” “Ragione e sentimento”). Completano il cast Eileen Atkins, Margo Martindale, Zoey Deutch, Tiffany Boone, Rachel Brosnahan, Kyle Gallner, Pruitt Taylor Vince e Sam Gilroy. Il film è prodotto da Erwin Stoff (“Acqua per gli elefanti”), i candidati al premio Oscar Andrew A. Kosove e Broderick Johnson (“The Blind Side”), Molly Mickler Smith (“Something Borrowed”) e il candidato al premio Oscar David Valdes (“Il miglio verde”). La produzione esecutiva è di Yolanda T. Cochran, in co-coproduzione con Steven P. Wegner. La squadra dei tecnici comprende il direttore della fotografia premio Oscar Philippe Rousselot (“In mezzo scorre il fiume”), lo scenografo Richard Sherman (“Demoni e dei”), il montatore David Moritz (“Jerry Maguire”) e il costumista candidato all’Oscar® Jeffrey Kurland (“Pallottole su Broadway”). La musica è dei Thenewno2.

 

 

 

LA PRODUZIONE

 

Gatlin, nel South Carolina, potrebbe sembrare un paesino sonnacchioso del Sud degli Stati Uniti dove non succede mai niente. Ma strane forze magiche si agitano sotto la superficie, forze radicate nel passato, che stanno per riemergere in modi che gli abitanti del paese non immaginano neppure. Beautiful Creatures (in Italia ‘’La Sedicesima Luna’’, edito da Mondadori’’), romanzo bestseller del New York Times e primo volume della serie di Kami Garcia e Margaret Stohl, ha avuto successo in tutto il mondo. Al centro della storia c’è Ethan, uno studente all’ultimo anno delle superiori che vorrebbe affrancarsi da un’esistenza noiosa di piccola provincia, e Lena, una Maga, che possiede dei poteri soprannaturali e vorrebbe liberarsi da una maledizione di famiglia mentre aspetta l’avvicinarsi del suo sedicesimo compleanno, quando avverrà la Reclamazione, e lei sarà scelta dalle Forze della Luce o delle Tenebre. La questione che ha determinato il successo planetario della storia non è solo se l’amore fra due anime dal destino avverso possa vincere contro tutto, ma anche se ciascuna di queste anime abbia la possibilità di scegliere il proprio destino. È stato proprio questo tema a convincere lo sceneggiatore candidato al premio Oscar Richard LaGravenese a scrivere l’adattamento del romanzo e anche a dirigere il film. “Adoro le storie fantastiche”, commenta LaGravenese, “e sotto la superficie di questo paesino del sud si nasconde un mondo soprannaturale ricchissimo. Ma la cosa che mi ha affascinato ancora di più è stata l’idea generale del libro, questa storia di iniziazione, che Kami e Margaret hanno raccontato così bene. Il punto è che questa ragazza che sta per essere Reclamata deve scoprire chi è davvero, e lo stesso deve fare questo giovane uomo che ha il coraggio di difenderla. Mi è sembrata un’idea grandiosa e universale, un’idea con la quale potevo giocare molto perché tutti noi dobbiamo affermare chi siamo come individui, a prescindere dalle circostanze in cui nasciamo.” Aggiunge il produttore Erwin Stoff: “Il vero argomento del film è un’esperienza molto universale che si fa crescendo: quel momento in cui dobbiamo decidere, da giovani, che non dobbiamo necessariamente accettare il ruolo che ci è stato affibbiato dagli altri, ma abbiamo l’opportunità e il diritto di scegliere un percorso che sia adatto a noi”. Il film è stato prodotto sotto l’egida della Alcon Entertainment. Il produttore Andrew A. Kosove dichiara: “Il romanzo offriva una fantastica combinazione di amore romantico ed elementi soprannaturali. Inoltre ci piace molto lavorare con Richard LaGravenese.” “È una storia d’amore sul modello di Romeo e Giulietta, ma in una nuova chiave”, dice la produttrice Molly Mickler Smith. “Mi è piaciuto imparare a conoscere il mondo dei Maghi dal punto di vista di un Mortale, e nello specifico di Ethan. Dal momento che noi siamo, di fatto, Mortali, ci è facile identificarci con il suo terrore e la sua paura, anche se si sta innamorando di Lena.” Questo è l’aspetto che ha interessato Alden Ehrenreich, che interpreta il protagonista Ethan Wate. “Ethan è convinto di potersi costruire il mondo che desidera e conquistare la nuova ragazza, che è palesemente lontana dal suo mondo. Penso che il pubblico si divertirà a seguirlo in questa “corsa” e a stare nella sua testa.” In un paesino dove regna il conformismo è la singolarità di Lena che colpisce subito Ethan. Alice Englert, che interpreta la giovane Maga, racconta: “La cosa che mi ha attratta di più del film era l’idea di queste immani lotte soprannaturali fra il bene e il male raccontate nel contesto di sentimenti umanissimi.” La danza fra mondo dei Maghi e mondo dei Mortali non si gioca solo fra Luce e Tenebre ma anche fra passato e presente, tessendo così un’intricata avventura che si ripercuoterà sul futuro. Il produttore David Valdes commenta: “Tutta l’idea di contrapporre l’epoca contemporanea con la storia delle generazioni di Maghi che hanno vissuto in questo paesino del Sud mi ha veramente conquistato. Penso che Richard abbia fatto un lavoro straordinario nel rendere l’atmosfera familiare e al tempo stesso ultraterrena del romanzo.” “Richard ha avuto un modo veramente unico di entrare nel libro, ha saputo bilanciare aspetti fantasy e humor, il che ci ha affascinato. Siamo stati anche felicissimi di avere l’entusiasmo delle autrici a sostegno della visione di Richard,” aggiunge il produttore Broderick Johnson. “Richard e i produttori”, racconta l’autrice Margaret Stohl, “hanno capito subito i personaggi e l’universo che avevamo creato. Sapevamo che andavano nella nostra stessa direzione, e questo era fondamentale.” “Sono rimasta meravigliata leggendo la sceneggiatura di Richard,” racconta la coautrice Kami Garcia. “È stato emozionante vedere quanta attenzione e quanta cura per i dettagli ha messo nel ricostruire un mondo che esisteva solo sulla carta e nella mente dei lettori.” “All’inizio”, osserva LaGravenese, “Margaret e Kami mi hanno detto che fintanto che rispettavamo lo spirito e l’essenza del libro, loro sarebbero state soddisfatte. Dati i limiti temporali del cinema, siamo stati costretti a snellire alcuni elementi e personaggi del romanzo, quindi ero contentissimo quando hanno detto che avevamo colto in pieno quello che era stato anche il loro obiettivo, e cioè raccontare una storia d’amore”.

 

2.b MORTALI E MAGHI

 

Strani episodi si sono verificati a Gatlin da quando in paese è arrivata Lena Duchannes. E non è certo una coincidenza se ormai da settimane Ethan Wate fa un sogno ricorrente su una strana ragazza che ha bisogno del suo aiuto durante un violento temporale. Per quanto misterioso sia il collegamento finale, una cosa è certa: dal primo istante in cui Ethan e Lena si conoscono, si crea fra di loro un legame talmente forte da scatenare un altro tipo di temporale: un disturbo fra le potenti forze della Luce e delle Tenebre che da generazioni osservano una labile tregua in questo paesino del Sud. Lo sceneggiatore e regista Richard LaGravenese ha cercato in lungo e in largo per trovare gli attori adatti a ritrarre i due giovani innamorati al centro di questa tempesta. Ha fatto più di mille casting, e ha trovato esattamente quello che cercava in due attori relativamente sconosciuti: Alden Ehrenreich e Alice Englert. “Alden e Alice hanno qualcosa di molto speciale,” dice. “Oltre a essere intelligentissimi, sono veramente due anime d’altri tempi. Non hanno nessun interesse per lo status o per come vengono percepiti. Usano il loro talento per interpretare i ruoli, con grande personalità e passione. È grazie a loro se Lena e Ethan sono così veri.” Stoff è d’accordo: “Non era nei nostri piani scritturare degli sconosciuti, ma è capitato che i migliori attori per questi ruoli fossero due volti nuovi, e siamo stati fortunatissimi a lavorare con loro.” Alden Ehrenreich interpreta il personaggio centrale, Ethan Wate, che dopo la perdita della madre si ritrova oberato anzitempo di responsabilità da adulto. Ethan vorrebbe anche scappare dalla vita stagnante di Gatlin. “Quando leggi un copione”, racconta Ehrenreich, “speri sempre di riuscire a sentirlo e vederlo, e io lo vedevo proprio. La chiarezza della voce del mio personaggio mi ha preso fin dalle prime pagine. I compagni di scuola di Ethan sono quasi tutti soddisfatti della loro vita sociale da paesino di provincia, ma Ethan sogna qualcosa di diverso. Ammiro molto il suo ottimismo, nonostante tutto quello che ha vissuto. Mi è piaciuto anche che pur avendo provato tanti dolori non ha perso il senso dell’umorismo e la voglia di scherzare.” “Alden ha stoffa da vendere,” afferma LaGravenese. “Sprizza intelligenza e talento da tutti i pori e questo si riflette nelle scelte che fa davanti alla cinepresa. Ama il suo lavoro, ama quello che fa. Ti pone sempre le domande giuste, che è la mia qualità preferita in un attore, perché sono proprio quelle domande che migliorano il copione. Lui e Alice sono stati due veri partner, collaboratori. Alden è bravo tanto quanto molti attori di lunga data con i quali ho lavorato.” Il regista e l’attore hanno legato anche fuori dal set. I due, che si dichiarano entrambi maniaci del cinema, si sfidavano quotidianamente a chi sapeva più fatti e curiosità sulla settima arte. Ethan non è l’unico a doversi sobbarcare un peso più grande di lui. Lo stesso vale per Lena, che vorrebbe essere un’adolescente normale con una vita normale, malgrado sia tutto fuorché questo. Convocato dalla direttrice del casting, Margery Simkin, LaGravenese è andato fino a Londra per fare un provino a Alice Englert, nata in Australia, figlia della sceneggiatrice e regista premio Oscar Jane Campion. “Ci siamo incontrati e sono rimasto totalmente intimidito da questa ragazza che a diciassette anni aveva già una sconvolgente consapevolezza e lucidità riguardo alla sua estetica e ai suoi valori,” racconta LaGravenese. “Aveva qualcosa di unico. Alice è la personificazione di Lena e le ha aggiunto una dose di forza, coraggio, ironia. Quella ragazza è istinto puro, talento puro. Uno spirito meraviglioso.” Quando Alice e Alden si sono ritrovati faccia a faccia, tutto ha fatto clic. Valdes osserva: “Ogni tanto si ha la fortuna di vedere un fulmine in una stanza e in quel caso ne abbiamo visti due insieme.” Quel tipo di chimica era fondamentale per la storia di due giovani che si aggrappano l’uno all’altra nel mezzo di una guerra sovrannaturale. Englert aggiunge: “I Maghi vengono cresciuti con l’idea che dovranno semplicemente seguire il destino che verrà scelto per loro. Ma l’umanità di Ethan risveglia quella di Lena, e il potere di quell’umanità – e la domanda se nel suo destino c’è spazio o meno per la scelta – ha suscitato il mio interesse.” Il potere che cresce dentro di Lena è qualcosa che lei non può negare, e spesso nemmeno controllare. Lena è una Maga dotata di un particolare legame con gli elementi, una Naturale, ed è in grado di controllare il vento, il fuoco, l’acqua e l’aria. Questo può essere una complicazione per un’adolescente instabile che, se si arrabbia, invece di sbattere le porte è capace di far piovere se non peggio… La forza di volontà di Lena è messa alla prova dai suoi nuovi compagni, che godono nel tormentare la nuova arrivata, preceduta dalla reputazione della sua famiglia. Loro non la conoscono, e sebbene lei sia una discendente della famiglia Duchannes di Greenbriar, la villa un tempo maestosa, il fatto che appartenga alla famigerata famiglia dei Ravenwood è sufficiente a fare di lei il bersaglio del paese, di tutti fuorché di Ethan. Ehrenreich conferma: “Dal primo istante in cui si incontrano scatta la scintilla. Lena è diversa da tutti quelli che conosce Ethan, e mentre questo la rende inaccettabile agli occhi degli altri, la rende invece estremamente attraente a quelli di lui.” Mentre Ethan cerca di fare colpo sulla straniera appena arrivata, Lena ha un atteggiamento “riservato e guardingo per motivi che lui non conosce e che, secondo lei, non potrà mai capire,” dice Englert. “Ma l’entusiasmo dirompente di Ethan la disarma completamente. Lei vorrebbe abbassare la guardia, ma teme per lui.” “Una cosa sulla quale noi tre abbiamo lavorato insieme è stata come far maturare il rapporto fra Lena e Ethan,” racconta LaGravenese. “Non è tutto rose e fiori: c’è anche gelosia, frustrazione e rabbia, perché a volte devi lottare con, o per, la persona che ami”. “Lena si rifiuta di cedere alle gentilezze del sud” continua il regista. “Sfida Ethan. Non ha bisogno di essere salvata. Ha uno straordinario potere, quindi casomai è lei a salvare lui.” E in effetti dovrà decisamente salvarlo dalla sua famiglia. E che famiglia! Lena potrà anche essere appena arrivata a Gatlin, ma il paese è stato fondato dai Ravenwood, e suo zio Macon è ancora proprietario di buona parte del terreno su cui è stato costruito. Nel corso degli anni però l’esistenza appartata di Macon ha ispirato storie e teorie spaventose fra la gente del paese. Jeremy Irons, che interpreta lo zio di Lena, descrive il suo personaggio come “un enigma. Macon ha stile, umorismo e un pizzico di mistero. È stato molto interessante interpretarlo. Parlando con Richard, ho pensato che sarebbe stato divertente venire a New Orleans e raccontare questa storia.” Cosa interessante, le autrici si erano raffigurate Macon proprio come Irons e tenevano addirittura una sua foto attaccata allo schermo del computer mentre scrivevano il romanzo. LaGravenese afferma: “Jeremy aggiunge a Macon qualcosa che io non avevo nemmeno pensato: il suo Macon è più umano. C’è un senso di frustrazione e vulnerabilità. Nel libro è un tipo sofisticato, alla Noel Coward, ma è un personaggio anche molto più complesso di così, e Jeremy ha saputo portare alla luce tutte le sue sfumature. Ci siamo divertiti tutti e due un mondo a esplorare i suoi poteri.” Da giovane Macon era stato Reclamato dalle Tenebre ma adesso cerca di reprimere la sua vera natura per il bene di Lena. Ed è disposto a usare qualunque tipo di potere, che sia della Luce o delle Tenebre, per proteggerla. Irons osserva: “Con l’avvicinarsi del sedicesimo compleanno di Lena, Macon sta cercando di tenerla lontana da qualsiasi influenza che potrebbe farla Reclamare dalle Tenebre. E una di queste influenze, ha ragione di credere, è l’amore per un Mortale.” Una delle poche persone che condivide le riserve di Macon riguardo all’unione fra Ethan e Lena è Amma, interpretata da Viola Davis. Amma era stata la migliore amica della madre di Ethan e prima che lei morisse le aveva promesso che avrebbe vegliato su Ethan. Amma non è una Maga, però è una Veggente e ha i suoi motivi per temere l’unione fra i due ragazzi. LaGravenese aveva in mente l’attrice perfetta per la parte di Amma, la bibliotecaria del paese che ha un rapporto misterioso con il mondo degli spiriti, e Davis è stata la prima persona che ha ingaggiato per il film. “Nel libro”, conferma, “Amma e la bibliotecaria sono due persone diverse. Ho voluto unirle in un solo personaggio perché volevo creare una parte sfaccettata e interessante per una grande attrice come Viola Davis, che è stata la mia prima e unica scelta. L’ho vista qualche anno fa a teatro in ‘Fences’, con Denzel Washington, e ovviamente ne ‘Il dubbio’ e in ‘The Help.’ È mozzafiato. Da allora ho sempre desiderato lavorarci insieme. È un’attrice straordinaria, dotata di un’incredibile forza, grinta e compassione.” “Amma è la matriarca della serie, e ha una storia fantastica che viene rivelata a poco a poco nel film. È stata una fortuna che la interpretasse Viola,” aggiunge Mickler Smith. Per la sua parte, Davis ha studiato la storia degli afroamericani nell’epoca della Guerra Civile, e anche prima, fino alla Nigeria. Tutti gli attori hanno dovuto lavorare con un esperto per la pronuncia, Rick Lipton, per riuscire a destreggiarsi con il dialetto del sud. “La cosa affascinante di Amma”, spiega Davis, “è che non è quello che sembra. Mentre Ethan comincia a innamorarsi di Lena e Amma si rende conto che chiunque incroci il cammino di Lena rischia di essere distrutto, il suo ruolo di protettrice si intensifica. Gli strati della sua personalità cominciano a cadere mentre emerge il motivo per cui lei è la custode dei segreti, e il suo rapporto con il passato.” Il passato dei Duchannes è segnato da una maledizione legata alla Reclamazione e si scopre che Amma e Macon sanno più di quanto non vogliano dire a proposito di tale maledizione. Ma è una storia che non vuole rimanere sepolta, e riemerge quando Ethan scopre un medaglione dell’epoca della Guerra Civile dissotterrato vicino alle rovine di Greenbriar, la piantagione dei Duchannes, bruciata in quella che la gente del posto chiama “la Guerra dell’Aggressione nordista.” Una volta che lui e Lena lo toccano, i segreti del passato di famiglia vengono rivelati. LaGravenese spiega: “Il medaglione apre la porta sul passato e sull’origine della maledizione che grava sulla famiglia di Lena.” “Il medaglione porta il rapporto di Lena e Ethan nel passato e fa capire cosa potrebbe significare per il futuro,” aggiunge Englert. Quel passato torna spettralmente in vita ogni volta che Lena e Ethan toccano il medaglione contemporaneamente, e rivela loro a spizzichi e bocconi quello che è avvenuto davvero durante la battaglia di Honey Hill e Greenbriar nell’Ottocento. “Sono visioni inquietanti e violente”, riflette Ehrenreich, “ma servono come indizi per capire che cosa rischia Lena innamorandosi di un Mortale, e il pericolo che corre Ethan a stare con una Maga.” Macon e Amma non sono gli unici due ad avere dei segreti o a voler tenere separati Lena e Ethan. La signora Lincoln, che diffonde molte delle storielle sinistre sul conto di Macon, vorrebbe che Lena fosse espulsa non soltanto dalla scuola, ma dal paese. Emma Thompson è la pettegola del paese nonché la madre iperconservatrice del migliore amico di Ethan, Link. All’estremo opposto, Thompson si sdoppia e prende il ruolo di Sarafine, una Maga delle Tenebre che ce la mette tutta per risvegliare le forze malefiche a Gatlin. “Sono innamorato di Emma Thompson da anni”, confessa LaGravenese, “È straordinaria. Avrei fatto qualsiasi cosa per lavorare con lei.” “È già fantastico avere una parte in cui puoi decidere di distruggere la Terra se ti va”, spiega Thompson. “Quindi l’idea di interpretare in tandem due personaggi così estremi mi è sembrata un’occasione imperdibile.” Dire che la signora Lincoln è una fanatica religiosa sarebbe un eufemismo. Ha già portato il marito a scavarsi la fossa con l’alcol e si prepara a fare lo stesso con il figlio. Al contrario Sarafine, pericolosa e devastatrice, non ha regole. Paragonando i due ruoli contraddittori, Thompson dice: “Sarafine ritiene i Mortali inferiori e colpevoli di aver rovinato tutto. È sia comica che malvagia. La cosa ironica è che delle due è lei quella divertente con cui uno vorrebbe uscire, mentre la signora Lincoln è talmente astiosa verso tutto quello che non le è familiare che il suo corpo, persino il suo accento, è in costante tensione. In realtà usa una facciata di gaiezza per nascondere il fatto che sta morendo dentro.” “È stato straordinario osservare Emma mentre creava questi due personaggi che sono uno l’opposto dell’altro” ricorda LaGravenese, “a volte anche nella stessa scena, con un semplice cambiamento di postura e tono di voce. Ha una capacità di modulare la voce passando dal comico al sinistro che ti lascia senza parole. È geniale e buffissima.” L’evento che aiuterà Sarafine a smuovere le cose è l’avvicinarsi del compleanno di Lena. Questo evento significativo corrisponde al momento in cui Lena sarà Reclamata o dalle Forze della Luce o delle Tenebre, così come è stato per tutti i Maghi prima di lei. Sarafine scommette sulle Tenebre, per via della maledizione che affligge le donne della famiglia di Lena da generazioni. Alla festa arriverà, non invitata, Ridley, una Maga delle Tenebre, una Sirena che ha il potere di far fare agli altri quello che vuole lei. LaGravenese ha scelto Emmy Rossum per la parte. “Emmy è una purosangue. È un’attrice che non teme nulla ed è piena di talento. La natura del suo personaggio – per la quale deve interpretare diversi look ed esprimere le sue intenzioni spesso senza nemmeno parlare – poteva facilmente essere scoraggiante. Ma Emmy è capace di passare in un attimo da violenta a calorosa, da comica a spaventosa, a vulnerabile”. Da quando Ridley è stata Reclamata dalle Tenebre all’età di sedici anni, ha viaggiato in tutto il mondo seminando tempesta. “È talmente cattiva che persino i Maghi l’hanno cacciata via,” dice Rossum ridendo. “I Mortali la annoiano da morire e si diverte a fare cattiverie. Gode nel manipolare le persone per ottenere quello che vuole, quindi è stato divertentissimo indagare quello che ci stava sotto: È davvero così cattiva? C’è dentro di lei un po’ di bontà? Quand’è che è veramente se stessa e quand’è che sta fingendo?” Come Sarafine, Ridley vuole creare guai. E comincia dal migliore amico di Ethan, Link, che a sua volta non desidera altro che scappare da Gatlin, fino a quando Ridley non lo attira a sé. LaGravenese ha scelto Thomas Mann per la parte di Link. “Ha un senso dell’umorismo innato”, commenta il regista, “ed è bravissimo a improvvisare. Diventa letteralmente il personaggio che interpreta, perciò gli viene tutto con estrema naturalezza. Non si può chiedere di meglio. È un giovane pieno di talento.” Anche se Ethan è nella squadra della scuola ed è uno dei ragazzi più popolari del paese, mentre Link invece è più un emarginato, i due sono legatissimi e hanno in comune la perdita di un genitore. Link accompagna e sostiene Ethan nel suo cammino con questa ragazza straordinaria. “Siamo migliori amici sin da quando eravamo piccoli”, racconta Mann, “e ne abbiamo viste tante insieme, abbiamo la stessa mentalità. Mi sono divertito un sacco a interpretare Link perché, grazie a lui, ci sono degli stacchi comici in alcuni dei momenti più cupi della storia. E poi sono il figlio del personaggio di Emma Thompson, che è una figata già di per sé!” “Abbiamo avuto una fortuna incredibile con gli attori”, osserva Kosove, “Avere Jeremy, Viola e Emma è una cosa da non credere. Penso che sia un merito della storia, e di Richard. E gli attori più giovani della troupe sono emozionanti da osservare.” Fra i giovani c’è anche Zoey Deutch nella parte di Emily Asher, la ex ragazza di Ethan e capetta del gruppo di ragazze più in vista della scuola, e Tiffany Boone nei panni di Savannah Snow, che aiuta Emily a rendere la vita di Lena impossibile. Chiudono il gruppo di Maghi Eileen Atkins nella parte della nonna di Lena; Margo Martindale nella parte di zia Del; e Kyle Gallner nella parte del cugino di Lena, Larkin. Pruitt Taylor Vince interpreta il professor Lee, che vive per la ricostruzione storica annuale della battaglia di Honey Hill, durante la Guerra Civile, ma poi si trova impreparato quando la ricostruzione diventa troppo reale, e passato e presente si fondono insieme. Rachel Brosnahan e Sam Gilroy compaiono nei panni di due innamorati all’epoca della Guerra Civile il cui destino è legato a quello di Lena e Ethan. Anche tempo e spazio avranno un ruolo fondamentale nell’imminente battaglia fra Mortali e Maghi.

 

2.c PASSATO E PRESENTE

 

“Beautiful Creatures – La Sedicesima Luna” è stato girato in Louisiana e la maggior parte della produzione è avvenuta a New Orleans e dintorni. Una fabbrica abbandonata dal lato opposto del ponte rispetto alla città è stata riadattata in studi di posa dove sono stati ricostruiti la maggior parte dei set, a eccezione della stanza di Lena, che è stata costruita in uno studio a Baton Rouge. LaGravenese si è avvalso della collaborazione del direttore della fotografia Philippe Rousselot, del costumista Jeffrey Kurland e dello scenografo Richard Sherman. I quattro hanno lavorato a stretto contatto per creare un mondo coerente dove si avverte la presenza del soprannaturale. LaGravenese ha lavorato da subito alla storia in maniera diversa rispetto ai suoi precedenti adattamenti. “Dopo aver letto il libro, per la prima volta ho deciso di farmi un’idea delle location prima di scrivere” ricorda. “Ho preso un aereo per il South Carolina e ho scattato delle foto in un paesino vicino Charleston che si chiama McClellanville. Poi mi sono messo a scrivere. Essere in quel posto, per me che sono cresciuto a Brooklyn, è stato come trovarmi in un paese straniero. Mi ha incantato.” Avendo avuto input di trovare posti unici che non fossero mai stati filmati prima, Sherman ha cominciato a scoprire delle “piccole aree che sembravano nascoste al mondo.” Covington, in Louisiana, è diventato il paesino Gatlin, ed è sempre lì che si trova la chiesa in cui la signora Lincoln e Macon si scontrano per la prima volta. Per quanto pittoresco sia il paesino, con le sue belle verande, Sherman cercava qualcosa di meno bucolico e alla fine ha trovato edifici mezzi crollati e sventrati, capannoni di lamiera ondulata, tettoie e calcinacci. Sherman è riuscito anche a trovare degli esterni utilizzabili per i set principali, fra cui villa Ravenwood, dove Ethan incontra per la prima volta l’inquietante zio di Lena, Macon. La sua squadra ha trovato anche un esterno rettangolare ottocentesco a Morganza, due ore e mezza a nord di New Orleans, al quale hanno aggiunto del muschio spagnolo. Ricreare l’interno però è stato più complicato. All’inizio Sherman e la sua squadra hanno seguito un arredamento tradizionale basato sulle vere piantagioni, ma LaGravenese aveva in mente qualcosa di più insolito. “Volevo che fosse un po’ una sorpresa”, spiega il regista, “così mi sono detto: ‘un raffinato Mago che ha girato il mondo si ritrova chiuso in questa casa e si annoia. Che cosa farebbe?’ Richard ha colto al volo quello che intendevo ed è tornato da me con un arredamento straordinario che era semplicemente fantastico.” “Macon vive a seconda dell’umore del momento”, osserva Sherman. “A seconda di come lui si sveglia la mattina, la casa avrà un aspetto diverso. Inoltre non c’è nessuna continuità fra una stanza e l’altra, sono tutte diversissime fra loro. Ho pensato che sarebbe stato fantastico arrivare a questa casa spigolosa, con la sua aria tetra e assediata da erbacce e muschi, ed entrare in un’incredibile stanza circolare con al centro una scala che sale vertiginosamente seguendo una forma libera.” L’imponente scala e il relativo pianerottolo sono stati costruiti con un sistema di sospensioni e contrappesi. Sono stati chiamati degli ingegneri strutturali per garantirne la sicurezza, perché non dovevano soltanto risultare maestosi, ma dovevano anche sostenere gli attori, la troupe e le attrezzature. Una pista di luce incorniciava tutto il perimetro della stanza, di conseguenza le pareti rilucevano sopra i pavimenti grigi. Anche la quasi totale assenza di mobili faceva parte del concetto. I pochi mobili presenti nella villa sono stati disegnati da un amico di Sherman, Rick Owens, uno stilista di moda che ha anche una linea dedicata all’arredamento in Europa. “In pratica vende mobili come se fossero opere d’arte,“ spiega Sherman. “Gli ho detto che avevo bisogno di qualcosa di insolito e lui mi ha spedito i suoi mobili da Parigi.” Proprio come la casa è fluida e reagisce alle preferenze di Macon, cambia anche colore a seconda dell’umore di Lena. “La casa riflette la vita interiore di Lena, perciò quando è arrabbiata, diventa più minacciosa”, spiega LaGravenese. Englert ricorda: “La cosa che mi piaceva tantissimo della storia era che i luoghi avevano il ruolo di personaggi tanto quanto noi, soprattutto Ravenwood, che ha degli interni ed esterni favolosi, assurdamente in contraddizione fra loro, che cambiano e mutano a seconda degli umori e dei sentimenti delle persone dentro la casa. “ Per sottolineare il progressivo peggioramento dell’umore di Lena via via che si avvicina il momento della sua Reclamazione, la squadra di Sherman ha tolto tutto e ha dipinto gli interni di nero, a eccezione degli infissi delle finestre e della scala. “L’effetto è molto teatrale”, spiega Sherman, “non vedi altro che finestre, una scala e il caminetto. Non c’è nient’altro; è come entrare nel vuoto.” La difficoltà con la sala da pranzo adiacente era costruire uno spazio che fisicamente si muovesse, saltasse e girasse per una scena chiave in cui Lena e Ridley si affrontano a duello e ciascuna sfoggia i suoi poteri di Maga. La stanza è stata costruita con un sistema di sospensioni cardaniche e anelli, perciò poteva oscillare e girare. Il tavolo poteva ruotare e il pavimento sotto il tavolo era su un anello separato, che lo faceva girare nella direzione opposta. “Su una scala di velocità da uno a dieci, le attrici girano a otto”, dice LaGravenese con un sorriso. “Volevo usare il meno possibile i green screen”, continua il regista. “Abbiamo fatto le riprese su pellicola. Volevo che gli attori si muovessero in un ambiente il più possibile realistico. Richard e la sua squadra sono stati bravissimi a dare agli attori dei veri bersagli mobili con cui giocare.” Ehrenreich ricorda: “Era come trovarsi a un bizzarro cenone di famiglia da cui vorresti scappare, tranne che quando comincia il combattimento la situazione diventa molto più folle e incontrollata. Ci siamo divertiti un mondo.” In principio LaGravenese non aveva in mente di far stare tutto il cast su quel marchingegno. Poi però, ricorda, Jeremy Irons gli ha suggerito che sarebbe stato più dinamico se fossero stati coinvolti anche i Maghi anziani, e così si sono uniti anche loro alla scena. “Ogni giorno dovevo prendermi una pillola per il mal di mare già solo per starli a guardare,” dice ridendo. Ci sono voluti tre giorni per girare la scena e LaGravenese ammette che è stata una delle sequenze più impegnative. Il direttore della fotografia, Rousselot, ha ripreso la battaglia usando quattro cineprese. “Philippe crea delle immagini bellissime”, dice LaGravenese, “e ha il senso della narrazione. È molto creativo nel suo modo di muovere la cinepresa e chi guarda si ritrova immerso in un’atmosfera meravigliosa. È un vero maestro.” Anche se la famiglia vorrebbe tenerli lontani, Ethan e Lena scavalcano il muro fra Ravenwood e Greenbriar per vedersi. La squadra di Sherman ha dovuto letteralmente costruire un muro che è stato usato sul set di Ravenwood e poi spostarlo sul set di Greenbrier a Fulsom, in Louisiana. Per girare le sequenze della battaglia ambientate durante la Guerra Civile ci sono volute tre settimane e si sono utilizzate quattro cineprese, più di quattrocento comparse, e un mucchio di munizioni per le esplosioni sul campo di battaglia. David Valdes ha trovato un gruppo locale da ingaggiare. “È gente che prende molto sul serio le loro ricostruzioni storiche, hanno un fitto programma di battaglie da qui a sei mesi,” racconta. Ma prima di poter girare la battaglia di Honey Hill, dovevano trovare una vera collina. “Scoprimmo che la Louisiana,” spiega LaGravenese, “è piatta. Mancavano poche settimane all’inizio delle riprese e non avevo ancora la collina. Finché il nostro fantastico location manager, Ed Lipscomb, ha trovato il posto perfetto.” Era più come una piccola valle con un albero isolato a St. Francisville, a un paio d’ore da New Orleans. Lì sono state girate tutte le scene di Honey Hill, le sequenze del passato, del presente e del sogno. Uno dei set chiave di tutto il film che fa da ponte fra passato e presente e fra il mondo Mortale e il mondo dei Maghi è la biblioteca dei Maghi. Lì sono conservate tutte le storie e i segreti sul mondo dei Maghi e la maggior parte dei Mortali ignora la sua esistenza sotto la biblioteca di Gatlin. Progettare e costruire quel set è stata un’altra enorme impresa per la squadra di Sherman. Ammette LaGravenese: “La biblioteca dei Maghi doveva rappresentare tante civiltà diverse, tutti i costumi e le culture possibili, perché i tunnel corrono sotto la superficie di tutto il mondo.” Sherman si è imbarcato in un rigoroso processo di ricerca insieme alla scenografa Lori Fleming e al supervisore alle scenografie Troy Sizemore. “Abbiamo consultato centinaia di libri, guardato migliaia di immagini e fotografie, osservando l’architettura dal primo secolo fino a oggi. Il risultato è una serie di stanze che si muovono e sfumano l’una nell’altra,” spiega Sherman. La squadra ha incorporato rami storti e ha disegnato finti geroglifici sulle pareti, e anche volti e serpenti che reagiscono alla presenza di un Mortale. Fra le altre location a New Orleans ci sono le case vicino al Garden District, che sono state usate per la casa della signora Lincoln e quella di Ethan, e il cinema Prytania, dove si danno il primo appuntamento Lena e Ethan. La gamma dei colori era molto ampia, per Sherman. “Ci spostavamo di continuo, sia geograficamente che temporalmente, quindi è come lo spezzatino: ci sono arancioni e marroni, ocra, bianchi e verdi, e si passa da una combinazione di colori a un’altra a seconda dell’umore e dell’epoca in cui ci si trova.”

2.d MALEDIZIONI E CORSETTI

La sfida, per il costumista Jeffrey Kurland, rispecchiava quella della scenografia: creare look diversi per tutte le sequenze nel passato e nel presente. Un’altra sfida era creare look diversi per Mortali e per Maghi mentre cambiava il contesto temporale. “È stato complicato”, racconta Kurland, “armonizzare i due mondi per ottenere il senso esagerato del mondo dei Maghi, e al tempo stesso fonderlo con il mondo della realtà. E poi, come se non bastasse, ci si mettono anche il passato e il presente…” Osserva Sherman: “Io, Jeffrey e Matthew Ferguson, il set-designer, abbiamo lavorato gomito a gomito, parlando di come sarebbero state vestite le persone, in quali stanze. E così quando si vede Macon in veranda con quella strana veste da camera, gli occhiali da sole e una bizzarra rivista, la cosa funziona, si coglie subito l’eccentricità del suo personaggio in contrapposizione alla realtà del resto del mondo.” Kurland ha lavorato sul tema della Luce e delle Tenebre per tutti i personaggi: “L’abbiamo mostrato con il colore, ma soprattutto con i profili, e le ombre, le sfumature, le spigolosità, piuttosto che soltanto con le tonalità cromatiche. Abbiamo giocato moltissimo con le ombre e le sfumature. È una cosa sottile, ma aiuta a definire l’identità dei vari personaggi.” Kurland ha fatto confezionare un’ottantina di abiti su misura, compreso l’intero guardaroba di Jeremy Irons. La difficoltà di Macon di abitare sia nel mondo della Luce che in quello delle Tenebre era “una dicotomia interessante da rappresentare,” spiega Kurland. “Le Tenebre, che sono sempre lì, striscianti, in un modo o nell’altro traspaiono. Macon può fare e indossare tutto quello che gli va. È stato bello avere tanta libertà. Ci sono piccoli accenni agli anni Venti e Trenta e così via, perché ha vissuto tanto.” Anche lavorare al look di Ridley è stato interessante, un personaggio del tutto imprevedibile. “Ridley è una maniaca della moda,” spiega. Dal momento che LaGravenese voleva divertirsi con la magia, Kurland ha scelto un look da icona del cinema per ciascuno dei completi di Ridley, fra cui Rita Hayworth in “Gilda” e Marilyn Monroe in “La magnifica preda.” Dice LaGravenese, “Jeffrey è geniale. Siamo amici da quando ha lavorato con me alla mia prima regia, ‘Kiss.’ Siamo entrambi due maniaci del cinema, quindi è stato come un invito a nozze per lui.” L’abito preferito di Rossum era un lungo vestito sagomato di pizzo con cui Ridley fa il suo memorabile ingresso a Gatlin. Indossa anche un abito di pizzo nero con corsetto e collo alto per il Ballo dei Maghi. Kurland ha dovuto disegnare anche un abito ottocentesco per Emma Thompson: è il completo che indossa Sarafine al Ballo e che Kurland descrive come un “gigantesco vestito a palloncino, con il sottogonna a galle rosse e viola e sopra del nero, e un bustino che le spinge su il petto.” Per contrasto, la Thompson dice che il personaggio della signora Lincoln “è il classico tipo da vestaglia trasandata e orrendi completi e twin-set. Già solo la biancheria che indossa è una storia a sé: reggiseno a punta, panciera e mutande di nylon. Un inferno di nylon. Porta sempre un crocifisso al collo e ha un’acconciatura rigida come un casco. È tragica.” Nella scena dell’assemblea comunale Thompson indossa anche un grande cappello ingombrante. Sorride: “Mi sono divertita talmente tanto con Jeffrey. Era la sua occasione per vestire un’attrice con gli abiti più brutti che abbia mai concepito.” Il disegno di Kurland per il vestito da ballo di Lena rispondeva sia alla formalità richiesta da un evento di Maghi così importante sia alla volontà di rappresentare la vera personalità di Lena. “Ho deciso che strati di tulle, crepe di seta e rete sarebbero stati leggeri e avrebbero funzionato benissimo rispetto al movimento e alla fisicità richiesta dalla scena,” descrive Kurland. “Il corpetto doveva essere ben sostenuto, ma la parte alta del vestito l’ho disegnata come potrebbe essere una camicia da uomo, aperta e morbida, che mi sembrava più vicina al suo stile. Il raso di seta vintage e molte cuciture nei punti giusti hanno contribuito a dargli la grazie e l’eleganza necessaria.” Sebbene Kurland abbia creato molti abiti partendo da idee originali, ci sono alcuni elementi specifici del libro che ha voluto trasferire sul grande schermo, come per esempio la collana di Lena. Kurland l’ha disegnata e dice: “Sono dei pezzetti di oggetti che ha raccolto in giro nei posti in cui è stata, un piccolo ciondolo, un piccolo amuleto, un pezzo di bambola, e c’è anche un tappo di bottiglia.” “È stato davvero favoloso lavorare con Jeffrey”, racconta Englert, “e cominciare a capire Lena anche dal modo in cui si veste. Mi ha divertita approfondire quei dettagli.” Kurland aggiunge: “È uno stile molto personale. Non può essere uguale a quello delle ragazze che cercano di ridicolizzarla, ma non può nemmeno essere così stravagante da allontanare la gente, è stato interessante muoversi lungo quel sottile limite.” Parte di quello stile unico è un numero tatuato che cambia via via che Lena conta i giorni che mancano alla sua Reclamazione. Anche Amma ha un tatuaggio molto speciale, che risale alle sue antichissime radici africane e a una pratica chiamata scarificazione, che denota la sua identità tribale e dei riti di passaggio. “Amma ha un suo tipo di spiritualità ed eleganza,” dice Kurland. “Gli abiti del suo guardaroba sono tutti fatti su misura, e sono molto all’avanguardia, colorati e pieni di disegni. Salta agli occhi.” Quando Lena affronta la Reclamazione, lei e tutti i Maghi vanno a un ballo per festeggiare la sua trasformazione. Al tempo stesso, i Mortali stanno festeggiando la ricostruzione storica della battaglia di Honey Hill. Per entrambe le scene ci sono voluti molti costumi. “Prima,” illustra Kurland, “c’è la vera battaglia del 1864. Poi c’è la ricostruzione moderna. C’è una differenza fra come la gente nel 2012 si raffigura il 1864, e quello che il 1864 era veramente.” Per girare il Ballo dei Maghi ci sono voluti diversi giorni di riprese davanti agli esterni di Ravenwood. Il regista ha discusso la scena (che nel libro in origine era quella del rito della Reclamazione) con Rousselot e ha deciso che per il film sarebbe stato più d’effetto una festa per lo sguardo, con tanti Maghi dall’aspetto eccentrico che partecipavano a un party. LaGravenese ricorda di aver detto al suo costumista che voleva una via di mezzo fra una gavotta a Ascot e Alexander McQueen, “Jeffrey ha creato venticinque dei costumi più originali ancora prima della scaletta, perché io ho avuto l’idea prima dei preparativi. È straordinario.” In un film dove la magia trasforma tutto, da una piantagione a una biblioteca, e tesse insieme passato e presente, la produzione ha ingaggiato il supervisore agli effetti speciali Matt Kutcher e la sua squadra, e il supervisore agli effetti visivi Joe Harkins perché si occupassero delle diavolerie degli effetti speciali e degli effetti visivi. “È stato emozionante usare gli effetti visivi”, racconta LaGravenese, “per passare dalla qualità onirica di certi luoghi alla qualità molto realistica e organica di altri. Penso che adoperare gli effetti visivi per accentuare la realtà sia una valida tecnica narrativa, perché così si permette al pubblico di aggiungere dettagli con l’immaginazione e quindi di partecipare alla narrazione.” Oltre a modificare certe superfici, le squadre hanno anche creato temporali con fulmini, pioggia, neve e un terremoto, per accompagnare il film e la vita di Lena con condizioni atmosferiche soprannaturali. Giustamente poi la vita ha imitato l’arte perché a un certo punto un vero tornado ha cominciato ad avvicinarsi al set e si sono dovute interrompere le riprese. La tempesta ultraterrena che infuria fra Maghi e Mortali a Gatlin – e che tiene sotto scacco il destino dei due giovani innamorati – sembrerebbe essere a favore dell’altro mondo. Ma l’apparenza inganna. Con i loro poteri soprannaturali i Maghi possono produrre fenomeni fantastici, mentre i Mortali devono sottostare alle forze della natura, incapaci di farsi obbedire dagli elementi. Ma sebbene i Mortali non siano in grado di far piovere o di provocare un terremoto o di decidere dove si abbatterà un fulmine, possiedono qualcosa di prezioso che i Maghi non comprendono: la loro umanità. E questa caratteristica potente e innata che possiedono dà loro il potere di affrontare qualsiasi prova. “Pur con tutti i nostri difetti”, conclude Richard LaGravenese, “le nostre paure, confusioni e debolezze, noi mortali abbiamo dei grandi poteri. La fede. La facoltà di scegliere. La compassione. Il sacrificio. L’amore. Nel raccontare una storia sul Soprannaturale, la speranza è quella di raccontare una storia sulla magia della nostra umanità, che fa di noi esseri straordinari, delle bellissime creature.”

 

IL CAST

 

ALDEN EHRENREICH (Ethan Wate) ha cominciato a scrivere, dirigere e recitare in film studenteschi quando era ancora alle scuole medie, ed è stato così che l’ha scoperto Steven Spielberg, vedendo uno di questi film al Bat Mitzvah di un amico. Nel 2009 Ehrenreich ha trascorso diversi mesi a Buenos Aires per recitare in “Segreti di famiglia” di Francis Ford Coppola. Recentemente è tornato a lavorare con Coppola per il thriller “Twixt,” con Val Kilmer, Bruce Dern, Ben Chaplin e Elle Fanning. Lo vedremo poi in “Stoker”, il thriller di Scott Free, al fianco di Nicole Kidman, Mia Wasikowska e Dermot Mulroney, che uscirà nelle sale americane a marzo, e al fianco di Cate Blanchett, Alec Baldwin e Peter Sarsgaard nella nuova commedia di Woody Allen, la cui uscita è prevista per l’autunno 2013. Ehrenreich ha frequentato la prestigiosa Gallatin School della New York University. Mentre studiava lì ha fondato The Collection. Il gruppo ha creato sei piéce teatrali originali e cinque cortometraggi e ha da poco ultimato il suo primo film per il cinema, “Running Wild,” in cui Ehrenreich è il protagonista. Fra le apparizioni televisive ricordiamo le parti avute in “Supernatural” del canale CW e anche in “CSI: Scena del crimine” in onda su CBS. Ehrenreich ha cominciato a fare l’attore a quattro anni, comparendo nelle recite scolastiche e nelle produzioni teatrali comunali per bambini, in seguito ha preso parte a numerosi spettacoli teatrali alla Crossroads School for Arts &

ALICE ENGLERT (Lena Duchannes) è stata candidata come Miglior Attrice non protagonista ai British Independent Film Awards del 2012 per il suo ruolo al fianco di Elle Fanning, Annette Bening e Christina Hendricks in “Ginger & Rosa,” il film drammatico di Sally Potter ambientato negli anni Sessanta che è stato candidato come Miglior Film al London Film Festival del 2012. Prossimamente la vedremo recitare al fianco di Josh Hartnett in “Singularity” di Roland Joffé, una storia epica ambientata nel Settecento sull’amore nel tempo, e nel thriller “In Fear,” che è stato presentato da poco in anteprima al Sundance Film Festival. Englert ha fatto la sua prima apparizione al cinema a undici anni in “8,” un film in otto parti che esplora la visione di otto registi su diverse questioni ambientali, e che è stato presentato in anteprima a Cannes nel 2006. La madre di Englert, la visionaria Jane Campion, ha scritto e diretto il segmento sulla siccità, “The Water Diary”, in cui Englert ha recitato.

 

 

JEREMY IRONS (Macon Ravenwood) ha vinto l’Oscar come Miglior Attore per la sua interpretazione di Claus von Bulow ne “Il caso von Bulow.” È stato anche vincitore di un Golden Globe®, un Emmy Award, un Tony Award e uno Screen Actors Guild (SAG) Award®. Irons, inglese di nascita, ha uno straordinario curriculum di film per il cinema, per la televisione e produzioni teatrali. Fra i film per il cinema ricordiamo “La moglie del tenente francese,” dove recitava accanto a Meryl Streep; “Mission”; e “Inseparabili” di David Cronenberg. Irons ha recitato ne “Il danno” e “M. Butterfly” prima di entrare per sempre nella storia della cultura popolare come voce del leone cattivo Scar nel classico del cinema d’animazione “Il re leone.” Ha recitato anche in film d’azione, al fianco di Bruce Willis in “Die Hard: Duri a morire.” Ha impersonato Humbert in “Lolita” di Adrian Lyne. Fra gli altri punti più alti della carriera di Irons ricordiamo “La diva Julia – Being Julia,” con Annette Bening; “Appaloosa,” con Ed Harris e Viggo Mortensen; e “Io ballo da sola” di Bernarndo Bertolucci. Per il teatro, Irons ha ricevuto un Tony Award per la sua interpretazione in “La cosa reale,” di Tom Stoppard, ed è da poco apparso a Londra in “Never so Good” del National Theatre e in “The Gods Weep” della Royal Shakespeare Company. Forse meglio noto per aver interpretato Charles Ryder (che è stato candidato sia a un Emmy che a un Golden Globe) nella serie tv di culto “Ritorno a Brideshead,” Irons ha recitato anche con Helen Mirren per la regia di Tom Hooper nella premiata miniserie televisiva “Elizabeth I,” ruolo che gli è valso un Emmy e un SAG® Award, oltre che un secondo Golden Globe come Miglior Attore. Di recente è stato anche elogiato dalla critica per il suo ritratto del fotografo Alfred Stieglitz nel film biografico “Georgia O’Keeffe.” L’ultimo ruolo di Irons lo vede nei panni dell’eponimo Rodrigo Borgia nella serie epica drammatica di Showtime “The Borgias,” oggi alla terza stagione, per il quale è stato nominato al Golden Globe come Miglior Attore. Sul grande schermo ha recitato nel premiato film indipendente “Margin Call,” con Kevin Spacey, e in “The Words,” con Bradley Cooper, che è stato proiettato la sera di chiusura del Sundance Film Festival del 2012. “Trashed,” un documentario per il cinema diretto da Candida Brady, al quale Irons ha partecipato in veste di produttore esecutivo e di attore, ha debuttato al Festival di Cannes. Sempre nel 2012 ha interpretato Enrico IV in una serie di tre film diretti da Richard Eyre per le “Cultural Olympiad for Britain 2012,” degli adattamenti prodotti dalla BBC2 per una stagione shakespeariana creata in collaborazione con il premio Oscar filmmaker Sam Mendes. Irons ha anche da poco ultimato la produzione di “The Night Train to Lisbon,” per la regia di Bille August.

 

VIOLA DAVIS (Amma) è un’attrice amata dalla critica, pluripremiata, che si è guadagnata la sua prima candidatura all’Oscar, oltre che al Golden Globe, a un BAFTA e a uno Screen Actors Guild® (SAG) Award come Migliore Attrice Non Protagonista per la sua interpretazione in “Il dubbio” di John Patrick Shanley, basato sulla sua piéce teatrale e con Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman e Amy Adams. Ha ricevuto il riconoscimento del National Board of Review che le ha assegnato il Breakthrough Award, e ha ricevuto dal Santa Barbara Film Festival il titolo onorifico di Virtuoso. Recentemente è stata candidata per la seconda volta al premio Oscar®, oltre che a un Golden Globe, stavolta nella categoria di Miglior Attrice Protagonista, per la sua interpretazione di Aibileen, in “The Help,” il film di Tate Taylor, candidato all’Oscar e tratto dal romanzo best-seller di Kathryn Stockett. Davis ha anche ricevuto il SAG Award® per Migliore Interpretazione nel ruolo di Protagonista e numerose candidature a onoreficenze della Critics Association oltre che un Image Award come Miglior Attrice. La vedremo presto nell’avventura fantascientifica “Il gioco di Ender,” con Harrison Ford, che uscirà il prossimo autunno; oltre che nel film drammatico “The Disappearance of Eleanor Rigby,” con Jessica Chastaine, James McAvoy e William Hurt. Al momento è occupata nelle riprese di “Prisoners,” con Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal. Fra gli altri film per il cinema ricordiamo “Won’t Back Down,” con Maggie Gyllenhaal, Holly Hunter e Rosie Perez; “Molto forte, incredibilmente vicino,” con Tom Hanks e Sandra Bullock; “Cinque giorni fuori,” con Emma Roberts, Lauren Graham e Zach Galifianakis; “Mangia prega ama,” con Julia Roberts; “Innocenti bugie,” con Tom Cruise e Cameron Diaz; “Giustizia privata,” con Jamie Foxx e Gerard Butler; “Come un uragano,” di George C. Wolfe, tratto dal romanzo di Nicholas Sparks e con Diane Lane e Richard Gere; “Madea Goes to Jail”; “State of Play”; “Disturbia”; il film indipendente “The Architect”; Jim Sheridan’s “Get Rich or Die Tryin’,” con 50 Cent; “Syriana,” di Stephen Gaghan, con George Clooney e prodotto da Steven Soderbergh; “Lontano dal paradiso,” con Dennis Quaid e Julianne Moore; e i film diretti da Soderbergh “Solaris,” “Traffic” e “Out of Sight.” Sul piccolo schermo abbiamo visto recentemente la Davis nella famosa serie in sei episodi di Showtime “United States of Tara.” Prima di allora, è apparsa al fianco di Benjamin Bratt, Eric McCormack e Rick Schroeder nella miniserie “Andromeda.” Fra i numerosi titoli per la televisione ricordiamo anche una parte ricorrente in “Law & Order;” in “Jesse Stone,” della CBS, con Tom Selleck; il ruolo della protagonista Diane Barrino in “Life is Not a Fairytale: The Fantasia Barrino Story” di Lifetime; un ruolo di protagonista in “Traveler,” della ABC, dove è l’agente Jan Marlow; “Century City” di CBS; “Lefty”; la serie di Steven Bochco “City of Angels”; “Amy and Isabelle” di Oprah Winfrey; e “Grace and Glorie” di Hallmark Hall of Fame. Davis è anche una veterana del palcoscenico. Nel 2010 è tornata a Broadway per l’attesissimo revival di “Fences,” di August Wilson, al fianco di Denzel Washington. La sua interpretazione in questa piéce teatrale che ha vinto il Pulitzer Prize nel 1987 e un Tony Award le è valsa un Tony Award, oltre che il Drama Critics’ Circle Award, l’Outer Critics Circle Award e il Drama Desk Award. “Fences” ha ricevuto anche il Tony Award come Miglior Revival ed è stata la produzione teatrale più proficua dell’anno. Nel 2004, Davis ha brillato sul palcoscenico per la produzione della Roundabout Theatre Company della piéce di Lynn Nottage “Intimate Apparel,” diretto dal regista vincitore di un Tony Award Daniel Sullivan. L’interpretazione le è valsa gli onori più alti per una piéce off, compreso un premio come Migliore Attrice di Drama Desk e del Drama League, oltre che un Obie Award e l’Audelco Award e una candidatura al Lucille Lortel Award. Ha ripreso la parte al Mark Taper Forum di Los Angeles, dove le sono stati riconosciuti un Ovation Award, un Los Angeles Drama Critics Award e un Garland Award. Nel 2001 Davis ha vinto un Tony Award come Migliore Intepretazione di un Attrice Teatrale per la parte di Tonya in “King Hedley II.” Sempre per il suo lavoro ha ricevuto un Drama Desk Award. Laureata presso la Juilliard School, Davis ha ricevuto il titolo di Dottore Onorario in Fine Arts dalla sua università, la Brown University di Rhode Island. Da più di dieci anni

 

EMMY ROSSUM (Ridley Duchannes) conquista il pubblico con i suoi molteplici, straordinari talenti. Nel 2004 la sua interpretazione in “Songcatcher” le è valsa la candidatura a un Independent Spirit Award nella categoria di Miglior Debutto. Quattro anni dopo, per il suo ruolo della protagonista Christine in “Il fantasma dell’Opera” si è guadagnata la candidatura a un Golden Globe, oltre che il National Board of Review’s Award per Miglior Interprete Femminile Emergente e il Broadcast Film Critics Association’s Award come Miglior Giovane Attrice. La vedremo presto nei panni di Bec, una studentessa universitaria ribelle che un’estate si mette a lavorare come badante di una donna affetta dal morbo di Lou Gehrig, in “You’re Not You,” con Hilary Swank, che è anche produttrice del film. Al momento interpeta Fiona, al fianco di William H. Macy, nella terza stagione di “Shameless,” la commedia nera di Showtime basata sull’omonima serie inglese. Fra i precedenti titoli per il cinema la ricordiamo nei panni di Alexa nel film drammatico indipendente “Dare,” con Zach Gilford, in concorso al Sundance Film Festival e poi uscito nelle sale; “Dragonball Evolution”; “Poseidon”; “The Day After Tomorrow – L’alba del giorno dopo,” con Jake Gyllenhaal; e in “Mystic River” di Clint Eastwood. Fra i titoli per la televisione ricordiamo delle apparizioni come guest star in “Law & Order” e “The Practice – Professione avvocati.” Nel 2007 Rossum ha scritto e inciso il suo primo disco per la Geffen records, “Inside Out,” dove la sua voce, di educazione classica, risultava lo strumento principale. Al momento sta lavorando al suo secondo disco, “Sentimental Journey,” una raccolta di standard degli anni Quaranta, che uscirà all’inizio del 2013. La carriera teatrale di Rossum è cominciata quando lei aveva sette anni, al Metropolitan Opera del Lincoln Center, dove ha studiato per sei anni arte scenica e tecnica canora e si è esibita in cinque lingue in venti opere diverse. Nata a New York, Rossum ha frequentato la Spence School fino al 1996, conseguendo il diploma di maturità tramite l’Education Program for Gifted Youth (EPGY) della Stanford University e il Center for Talent Development (CTD) della Northwestern University. Si è spesso recata all’estero in qualità di Youth Ambassador per l’organizzazone Youth AIDS, tenendo discorsi pubblici nelle scuole, nelle università e in forum di discussione del governo. Al momento possiamo vedere

 

THOMAS MANN (Link) nei panni di Ben, il giovane protetto del personaggio di Jeremy Renner, Hansel, nel thriller d’azione di Tommy Wirkola “Hansel & Gretel: Cacciatori di streghe,” con Gemma Arterton. L’autunno scorso Mann ha recitato al fianco di Victoria Justice e Jane Levy nel debutto alla regia di Josh Schwartz, “Fun Size.” Poco prima, lo stesso anno, era in “Project X – Una festa che spacca,” la commedia prodotta da Todd Phillips su un gruppo di amici che danno una festa epica. Nato e cresciuto in Texas, Mann ha ottenuto una parte come attore non protagonista poco dopo essersi trasferito a Los Angeles, nella commedia indipendente del 2010 “Cinque giorni fuori,” con Zach Galifianakis, Lauren Graham, Keir Gilchrist e Zoë Kravitz. In seguito ha recitato nel film indipendente di Max Meyer tratto dal romanzo di Pete Fromm As Cool as I Am, con Sarah Bolger, Claire Danes e James Marsden.

 

 

EMMA THOMPSON (Signora Lincoln/Sarafine) è oggi uno dei talenti più riconosciuti per il suo lavoro di attrice e di sceneggiatrice. Nel 1993 fece incetta di premi aggiudicandosi il premio Oscar, il Golden Globe Award e il BAFTA Award, oltre che i premi come Migliore Attrice da parte della Film Critics Association sia di New York che di Los Angeles, per la sua interpretazione nel film drammatico “Casa Howard”, di James Ivory. L’anno seguente Thompson ha ricevuto due doppie candidature, all’Oscar® e al Golden Globe come Migliore Attrice in “Quel che resta del giorno,” di James Ivory, e come Migliore Attrice Non Protagonista in “Nel nome del padre” di Jim Sheridan. Di nuovo nel 1996 Thompson si aggiudicò una doppia candidatura agli Oscar per la sua interpretazione in “Ragione e sentimento” di Ang Lee e vincendo l’Oscar® per la sua sceneggiatura, adattata dal libro di Jane Austen. In quell’occasione vinse anche un Golden Globe per la Migliore Sceneggiatura, oltre che Migliore Adattamento della Writers Guilds sia d’America che d’Inghilterra, oltre che gli onori di numerose associazioni di critici. Per la sua interpretazione nello stesso film è stata candidata a un Golden Globe e ha vinto il BAFTA Award come Migliore Attrice. Nel 2012 Thompson ha recitato per il film di animazione della Pixar “Ribelle – The Brave,” e in “Men in Black 3” di Barry Sonnenfeld. Ha anche completato le riprese della commedia romantica “Love Punch,” con Pierce Brosnan, e “Saving Mr. Banks,” con Tom Hanks e Paul Giamatti, atteso nelle sale il 20 dicembre 2013. Nel 2010 Thompson è tornata a vestire i panni della magica tata in “Tata Matilda e il grande botto,” per il quale ha curato anche la sceneggiatura e la produzione esecutiva. Il personaggio è una sua creazione originale del 2004, anno in cui lei ha interpretato e scritto la sceneggiatura di “Nanny McPhee – Tata Matilda,” per la regia di Kirk Jones. Si è ritrovata con Dustin Hoffman nel film romantico di Joel Hopkins “Oggi è già domani” nel 2008, che le è valsa una candidatura al Golden Globe come Migliore Attrice. Aveva già lavorato con Hoffman nel 2006, insieme a Will Ferrell e Maggie Gyllenhaal in “Vero come la finzione” di Marc Forster, prodotto da Lindsay Doran, che collabora spesso con Thompson. Nel 2004 ha portato sullo schermo il personaggio di JK Rowling Sibilla Cooman in “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban,” di Alfonso Cuaron e nel 2007 ha ripreso la parte in “Harry Potter e l’Ordine della Fenice” di David Yates. Il debutto cinematografico di Thompson è avvenuto nel 1988, quando ha recitato al fianco di Jeff Goldblum nella commedia “Due metri di allergia.” Fra gli altri film ai quali ha partecipato ricordiamo il debutto alla regia di Kenneth Branagh “Enrico V,” oltre che “L’altro delitto,” nel 1991, “Gli amici di Peter”, nel 1992, e “Molto rumore per nulla”, nel 1993; la commedia di Ivan Reitman “Junior,” “Carrington” di Christopher Hampton; e il film drammatico di Alan Rickman “L’ospite d’inverno,” del 1997. Ha recitato in tre progetti con la regia di Mike Nichols: “I colori della vittoria”, del 1998, e i telefilm della HBO “Wit,” per il quale è stato candidata a un Golden Globe, e “Angels in America,” che gli è valso la candidatura a uno Screen Actors Guild Award® e a un Emmy Award. Sempre nel 2002, ha recitato in “Immagini”, di Hampton, e in “Love Actually – L’amore davvero,” di Richard Curtis. Per quest’ultimo film Thompson ha ricevuto numerosi riconoscimenti, fra i quali l’Evening Standard Film Award del 2004 come Migliore Attrice Non Protagonista, la candidatura a un BAFTA Award come Migliore Attrice Non Protagonista, un London Film Critics Circle Award per Migliore Attrice Non Protagonista, e il Empire Film Award del 2004 per Migliore Attrice Britannica. Nel 2012, per la sua interpretazione in “Song of Lunch” di Masterpiece, Thompson è stata candidata a un 2012 Emmy Award. Nello stesso anno ha interpretato Elisabetta II nella produzione di Sprout/SKY ARTS “Walking the Dogs.” Thompson è letteralmente nata nel mondo dello spettacolo: il padre, Eric Thompson, era regista e scrittore teatrale, e la madre, Phyllida Law, era attrice. Mentre studiava letteratura inglese a Cambridge è stata invitata a entrare nel gruppo teatrale della scuola, Footlights. Ha anche co-diretto la prima produzione di sole donne a Cambridge, “Women’s Hour.” Sempre da studente ha debuttato in televisione in “Friday Night, Saturday Morning” della BBC. Nel corso degli anni Ottanta Thompson è apparsa frequentemente alla televisione inglese; ricordiamo il telefilm “The Crystal Cube” e una parte ricorrente nella serie “Alfresco,” in entrambi i casi con Hugh Laurie. Nel 1985, Channel 4 le ha offerto un suo programma televisivo, “Up for Grabs,” e nel 1988 lei ha scritto e recitato in una sua serie per la BBC intitolata “Thompson.” Senza mai allontanarsi dal teatro, Thompson ha recitato in “A Sense of Nonsense,” che ha girato l’Inghilterra; in “Short Vehicle”, che ha anche scritto, e che è stato presentato all’Edinburgh Festival del 1983; “Me and My Girl,” prima a Leicester e poi nel West End di Londra nel 1985; e “Look Back in Anger” al Lyric Theatre nel 1989. Per il 110° anniversario di Peter Coniglio, le è stato chiesto di scrivere la ventiquattresima storia nella raccolta di Peter Coniglio. È la prima volta che Frederick Warne, l’editore della celeberrima serie di libri, ha pubblicato un titolo oltre a quelli che scrisse Beatrix Potter fra il 1902 e il 1930. Il libro, intitolato The Further Tale of Peter Rabbit è stato pubblicato il 6 settembre 2012 e ha ricevuto le lodi della critica. Thompson presiede la Helen Bamber Foundation, un’organizzazione con sede in Inghilterra per i diritti umani, per la quale ha anche co-curato l’installazione artistica interattiva “Journey”. È anche ambasciatrice dell’agenzia internazionale per lo sviluppo ActionAid, occupandosi dell’epidemia di HIV/AIDS che continua a imperversare in Africa, e presta servizio come Presidente del Teaching Awards sin dal 2010.

 

 

4. I FILMMAKER

 

RICHARD LaGRAVENESE (regista/sceneggiatore) si è guadagnato i primi riconoscimenti per la sceneggiatura di “La leggenda del re pescatore,” diretto da Terry Gilliam e interpretato da Robin Williams, Jeff Bridges e Mercedes Ruehl. LaGravenese è stato candidato al premio Oscar, oltre che a un BAFTA e a un Writers Guild of America Award per la Miglior Sceneggiatura Originale. Di recente ha scritto la sceneggiatura per “Behind the Candelabra,” di Steven Soderbergh, interpretato da Matt Damon, e da Michael Douglas nei panni di Liberace. Ha inoltre adattato la sceneggiatura di “Come l’acqua per gli elefanti,” di Francis Lawrence, con Reese Witherspoon e Robert Pattinson, dal romanzo di Sara Gruen. In precedenza LaGravenese ha scritto e diretto il film drammatico-romantico “P.S. I Love You,” e il film drammatico tratto da una storia vera e basato sul best-seller di Erin Gruwell Freedom Writers, entrambi interpretati da Hillary Swank. Era inoltre uno dei venti cineasti internazionali che hanno partecipato a creare l’acclamato progetto cinematografico “Paris je t’aime,” una raccolta di venti cortometraggi su Parigi, che è uscito in anteprima al Festival di Cannes del 2006. Il segmento di LaGravenese, “Pigalle,” era con Fanny Ardent e Bob Hoskins. LaGravenese ha debuttato alla regia con una sua sceneggiatura originale, “Kiss,” il film è stato acclamato dalla critica ed era interpretato da Holly Hunter, Danny DeVito e Queen Latifah. Nel 2003 LaGravenese insieme a Ted Demme ha diretto e prodotto il documentario “A Decade Under the Influence,” che esplorava i film e cineasti che hanno rivoluzionato il cinema negli anni Settanta. Il film è stato candidato a un Emmy Award per Miglior Film Documentaristico e ha vinto un National Board of Review Award. Fra gli altri film per i quali ha scritto la sceneggiatura ricordiamo “C’eravamo tanto odiati,” diretto da Ted Demme e con Denis Leary, che LaGravenese ha anche prodotto; “La piccola principessa” di Alfonso Cuaron; “Eroe di tutti i giorni,” diretto da Diane Keaton; “I ponti di Madison County,” di Clint Eastwood, tratto dall’omonimo bestseller e interpetato da Eastwood e Meryl Streep; “L’amore ha due facce”, di Barbra Streisand; “L’uomo che sussurrava ai cavalli,” diretto e interpretato da Robert Redford; e “Beloved” di Jonathan Demme. Nato e cresciuto a Brooklyn, New York, LaGravenese si è laureato alla New York University’s Tisch School of the Arts, Experimental Theatre Wing.