21 Febbraio “Pinocchio” di Enzo D’Alò – Note di regia

21 Febbraio “Pinocchio” di Enzo D’Alò (La gabbianella e il gatto) con le voci – tra gli altri – di Rocco Papaleo e Paolo Ruffini e le musiche di Lucio Dalla

La memoria è lo spazio in cui le cose accadono per la seconda volta. (Paul Auster)

NOTE DI REGIA

È dal 2000, appena terminata la quarta versione della sceneggiatura, che mi arrovello su quale sia la strada corretta e originale per ri-raccontare la storia di Pinocchio. Abbandonata. Ripresa. Abbandonata, poi ripresa, poi nuovamente abbandonata. Per quale reale motivo Collodi scrisse una storia per bambini, moralista, troppo, lui che moralista non appariva? Perché una storia per i bambini? Qual era il punto di vista della storia? Pinocchio o Geppetto, la Fatina o il Grillo? Alle tante metafore contenute nel testo mi mancava il collegamento e soprattutto la motivazione iniziale dell’autore. Poi il mio babbo ci ha lasciati, una notte di novembre del 2003. Ho cercato di approfondire i perché di un dialogo spesso sempre superficiale, avevo bisogno di capire e giustificare il mio atteggiamento di figlio “non ubbidiente”. Ma anche di comprendere che cosa avesse prodotto le sue aspettative nei miei confronti, da me sovente disattese… La memoria di mio padre, il suo rifugiarsi in certezze perdute e lontane, ritrovarsi in una foto di guerra, cercare in noi figli, in me, la possibilità di rivivere di ciò che aveva vissuto ma anche (soprattutto?) di ciò che non aveva vissuto, perduto. Guardarsi nei miei occhi, con i miei occhi, mentre io, suo piccolo golem di ciccia, ero spietato nel sistematico sovvertimento delle sue aspirazioni, dotato di volontà propria, padre a mia volta di me stesso. Ho riletto il romanzo di Collodi sotto questa nuova luce. Mentre Geppetto costruisce Pinocchio, si rivede nel suo volto. Immagina ciò che Pinocchio vede quando lo guarda. Si accorge di trasformarsi nel padre di se stesso. Nel bambino-burattino rivede il suo passato e, anche, le aspettative perdute. Si emoziona. Ha nostalgia per le scelte che non ha mai fatto. Forse Geppetto costruisce Pinocchio nella speranza di non finirlo mai? Il suo obiettivo è il percorso, la fantasia interiore che scatena il processo di creazione: è il suo punto di vista di bambino perduto ad immaginarsi tutta la storia. Il rimpianto, la memoria, il futuro e le aspettative diventano Pinocchio.

Enzo d’Alò

 

 

LA FAVOLA DI PINOCCHIO

Il falegname Geppetto si costruisce un burattino da un ciocco di legno e lo chiama Pinocchio. Non appena però gli mette le gambe, il burattino scappa in strada e viene afferrato da due carabinieri che poi, non capendo il perché della fuga, arrestano Geppetto e lo portano in prigione. Pinocchio, rientrato in casa, incontra il Grillo-parlante che lo rimprovera per il suo cattivo comportamento. Il burattino, per tutta risposta, lo schiaccia contro il muro e si mette a dormire davanti al camino: il fuoco gli brucia i piedi e Geppetto, liberato dai carabinieri, glieli ricostruisce. Il falegname si prende cura di lui e decide di farlo studiare. Per comprargli l’abbecedario vende la sua casacca, ma Pinocchio andando a scuola vende il prezioso libro per assistere a uno spettacolo di burattini, dando l’ennesima delusione al povero Geppetto. Il burattino fa vari incontri, tra i quali Mangiafuoco che inizialmente lo vuole bruciare ma poi, intenerito, gli regala delle monete d’oro da dare al babbo. Lungo la strada, tornando a casa, Pinocchio conosce due imbroglioni, il Gatto e la Volpe, che lo deridono, lo aggrediscono e arrivano a impiccarlo. Fortunatamente però la Fata Turchina lo salva e lo accudisce, con l’aiuto del Corvo, la Civetta e il Grillo-parlante. Ma Pinocchio continua a non imparare la lezione e si mette nuovamente in pericolo, oltre a dire le numerose bugie che gli fanno crescere il naso. Segue Lucignolo nell’Isola dei Balocchi e viene trasformato in asino. Quando finalmente riesce a scappare, si tuffa in mare, ma viene inghiottito da un gigantesco pescecane. Nel suo ventre Pinocchio ritrova Geppetto che con la sua barchetta era andato a cercarlo in mare e, naufragato, era rimasto intrappolato nelle viscere del mostro marino. Pinocchio salva il padre e lo porta fino a riva dove, stremato, si addormenta. La Fata Turchina lo ricompensa, trasformandolo in bambino vero.

 

BIOGRAFIA ENZO D’ALÒ Regista, Sceneggiatore e Musicista Considerato uno dei massimi esponenti europei del cinema d’animazione, è l’unico autore europeo che può avere nel suo curriculum cinque lungometraggi d’animazione, usciti con successo nelle sale di tutto il mondo. Nei ritagli di tempo suona il sassofono e il flauto traverso. La sua preparazione musicale gli consente di curare in modo particolare le colonne sonore dei suoi film. Nel 2009 ha ricevuto una Menzione speciale UNICEF “per aver coniugato la sua arte con i diritti dei bambini ed aver saputo valorizzare le opportunità racchiuse nelle differenze, comunicando il valore e la ricchezza del confronto, e incitando i ragazzi ad essere protagonisti delle loro vite”. Nel 2010 è stato uno dei 50 ospiti d’onore (le 50 personalità eccellenti del cinema d’animazione mondiale) in occasione dei 50 anni di Annecy 2010, il più importante Festival di Cinema d’Animazione. Cinema Nel cinema ha esordito alla regia nel 1996, anno d’uscita del cartone animato “La Freccia Azzurra”, vincitore di due Nastri d’Argento e un David di Donatello per le musiche composte da Paolo Conte, oltre ad un Oscar Home Video. Nel 1998 ha firmato “La Gabbianella e il Gatto”, con le musiche di David Rhodes della Real Word di Peter Gabriel. Record di incassi nelle sale italiane con oltre un milione e mezzo di spettatori, successo ottenuto poi anche in molti altri paesi come la Francia e la Spagna, il film è vincitore fra l’altro di un Nastro d’Argento e del Premio del Pubblico al Festival di Montreal del 1999. A Natale del 2001 firma il suo terzo lungometraggio “Momo alla conquista del tempo”, tratto dall’omonimo racconto di Michael Ende, con le musiche di Gianna Nannini. Nel 2003 esce in sala “Opopomoz”, film d’animazione dedicato a Napoli, sua città natale, e alla magia del Presepe, con la colonna sonora firmata da Pino Daniele e da Gegé Telesforo, per la canzone dei titoli di coda ‘Opopomoz Blues’, interpretata da lui e Dee Dee Bridgewater. Televisione Tra i suoi lavori di regia per la televisione sono da ricordare “Kamillo Kromo” di Tullio Altan (1993), il video musicale “900” di Paolo Conte (1992) e i 26 episodi della serie “Le Nuove Avventure della Pimpa” (1997) di Tullio Altan per la Quipos. Tra il 2008 e il 2010 torna a dirigere una serie tv, “Pipì Pupù e Rosmarina”. Nata da una sua idea, con i soggetti originali che portano la sua firma e la sceneggiatura quella di uno dei più importanti sceneggiatori italiani, Vincenzo Cerami. Tra i grandi nomi coinvolti spicca Giancarlo Giannini, a cui è affidato il ruolo del Narratore. Le Illustrazioni e gli ambienti sono di Anna Laura Cantone, le musiche di Daniele di Gregorio. Prodotta da Cometafilm e la lussemburghese PTD, con la partecipazione di Rai Fiction. Selezionata, tra gli altri, al Chicago International Children’s Festival 2010, Annecy International Film Festival 2008, tra i più importanti festival al mondo, al quarto posto nella Top Five (su oltre trecento serie animate) delle serie TV più viste e apprezzate del festival.

 

BIOGRAFIA LORENZO MATTOTTI Lorenzo Mattotti, nato nel 1954, vive e lavora a Parigi. Esordisce alla fine degli anni ‘70 come autore di fumetti e nei primi anni ‘80 fonda con altri disegnatori il gruppo Valvoline. Nel 1984 realizza “Fuochi” che, accolto come un evento nel mondo del fumetto, vincerà importanti premi internazionali. Con “Incidenti” , “Signor Spartaco”, “Doctor Nefasto”, “L’uomo alla finestra” e molti altri libri fino a “Stigmate”, edito in Italia da Einaudi, il lavoro di Mattotti si è evoluto secondo una costante di grande coerenza, ma nel segno eclettico di chi sceglie sempre di provarsi nel nuovo. Oggi i suoi libri sono tradotti in tutto il mondo. Pubblica su quotidiani e riviste come The New Yorker, Le Monde, Das Magazin, Suddeutsche Zeitung, Nouvel Observateur, Corriere della Sera e Repubblica. Per la moda, ha interpretato i modelli dei più noti stilisti sulla rivista Vanity. Per l’infanzia illustra vari libri tra cui “Pinocchio” e “Eugenio” che vince nel ’93 il Grand Prix di Bratislava, uno dei massimi riconoscimenti nell’editoria per ragazzi. Numerose le sue esposizioni personali tra le quali, nel 1995, l’antologica al Palazzo delle Esposizioni di Roma, al FransHals museum di Haarlem, ai Musei di Porta Romana . Tra le ultime pubblicazioni: “Il rumore della brina” e “Jekyll & Hyde” per Einaudi, “Angkor – Carnet de voyage” e “I Manifesti di Mattotti” edito da Nuages. Realizza manifesti, copertine, campagne pubblicitarie: sono suoi il manifesto di Cannes 2000 e quelli per l’Estate Romana. Nel 2004 ha collaborato a “Eros” di Wong Kar Way, Soderbergh e Antonioni, curando i segmenti di presentazione di ogni episodio. Nel 2007 ha lavorato sul lungometraggio “Peurs du noir”, di cui ha scritto e realizzato un segmento.

 

 

Lucio Dalla nasce a Bologna il 04 marzo 1943. Nel 1962 comincia la sua carriera come clarinettista jazz. Il suo debutto nella canzone avviene nel 1964 grazie all’interessamento di Gino Paoli. Gli anni dal 1965 al 1970 lo vedono impegnato su due fronti, quello della sperimentazione e quello delle prime composizioni musicali che si avvalgono dei testi di autori come Sergio Bardotti, Gianfranco Baldazzi e Paola Pallottino. Nel 1970 il primo successo come compositore: Gianni Morandi incide la sua “Occhi di ragazza” e la porta in vetta alle classifiche di vendita. Il 1971 segna l’inizio della sua irresistibile ascesa: al Festival di Sanremo presenta “04/03/’43”, ribattezzata da tutto il pubblico “Gesù Bambino”. Seguono “Piazza Grande”, “Il gigante e la bambina” e “Itaca”. Dal 1974 al 1977 collabora con il poeta bolognese Roberto Roversi. Da questo straordinario sodalizio artistico nascono tre album “storici”: “Il giorno aveva cinque teste”, “Anidride solforosa” e “Automobili”. Attorno a queste opere nascono altrettanti spettacoli teatrali. Nel 1977, con l’album “Come è profondo il mare”, Dalla debutta anche come autore dei testi delle proprie canzoni, inaugurando la sua “stagione cantautorale” a pieno titolo. Arriva il grande consenso popolare, un trionfo incondizionato reso tale anche dai tributi di stima che l’artista raccoglie nel successivo “Lucio Dalla” (1979) e in “Banana Republic”, la tournèe-evento (e relativo disco dal vivo) del 1979 con Francesco De Gregori. Seguiranno: “Dalla” (1980); “Lucio Dalla Q-disc” (1981); “1983” (1983); “Viaggi organizzati” (1984); “Bugie” (1986) e “DallAmeriCaruso” (1986), doppio album dal vivo con la canzone-capolavoro “Caruso”, unanimemente riconosciuta come una delle più belle mai scritte nella storia della musica contemporanea, venduta in milioni e milioni di copie in tutto il mondo grazie anche alle decine di cover realizzate. Il biennio 1988-1989 è tutto dedicato al progetto Dalla-Morandi: disco e tournée registrano un altro grande successo. Nel 1990 la canzone “Attenti al lupo”, inserita nell’album “Cambio”, detiene il record di vendite in Italia con quasi 1.400.000 copie. Segue il tour, documentato nel live “Amen” e, nel 1993, l’album “Henna”. Il 1996 è l’anno di un altro significativo traguardo discografico: l’album “Canzoni” supera 1.300.000 copie classificandosi come l’album più venduto del decennio in Italia. Oltre ad essere autore e interprete di canzoni di grande valore, Lucio Dalla ha mostrato in più occasioni di essere eclettico e geniale in altri campi, tanto da intraprendere vere e proprie carriere parallele, come ad esempio quella di compositore di musiche da film per Monicelli, Antonioni, Verdone, Placido, Avati e altri. Per non parlare poi delle sue avventure nel linguaggio televisivo che lo hanno portato ad ideare programmi di successo come “Taxi” (Raitre), “La Bella e la Bestia” (Raiuno) con Sabrina Ferilli e “L’angolo nel cielo” (Sky Uno). Ha curato inoltre per anni una galleria d’arte contemporanea a Bologna, la NO CODE, sede di eventi e happening extra-musicali, mentre non potevano rimanere fuori dal suo campo di azione la musica jazz e la classica. Nelle estati del 1998 e 1999 è in tournée con la Grande Orchestra Sinfonica di 76 elementi diretta dal maestro Beppe D’Onghia con la quale rilegge i brani più famosi del suo repertorio. Nel 1999 esce il nuovo album “Ciao” seguito, nel 2000, da un tour che registra ovunque il tutto esaurito. Il 2001 è invece l’anno dell’album “Luna Matàna” e del primo libro di racconti scritti da Lucio: “Bella Lavita”, edito da Rizzoli: un successo di vendita. Ancora, nell’anno accademico 2002-’03, Dalla è docente di “Tecniche e linguaggi pubblicitari” presso l’Università di Urbino. Ma il 2003 è anche il momento di “Tosca. Amore disperato”, l’opera totalmente inedita che Dalla scrive ispirandosi alla “Tosca” di Giacomo Puccini, e del suo nuovo album “Lucio”, contenente, fra gli altri, il brano “Amore disperato”, cantato in duetto con Mina, e lo strumentale “Over the Rainbow”, immortale tema del “Mago di Oz”. Negli ultimi anni il cantautore bolognese ha proposto, nei maggiori teatri e spazi italiani (e non solo), i suoi classici in versione jazz, con una serie di concerti accompagnato da una straordinaria formazione di grandissimi musicisti (Stefano Di Battista, Dedè Ceccarelli, Julian Mazzariello, Rosario Bonaccorso), oltre che in versione sinfonica con la Royal Philarmonic Orchestra di Londra. Ha poi interpretato il ruolo di Sancho Panza nel film “Quijote” con la regia di Mimmo Paladino: il film è stato presentato nella sezione Orizzonti del festival del Cinema di Venezia. Recentemente ha curato varie regie teatrali tra cui quelle di “Pierino e il lupo” di Sergej Prokof’ev per il Teatro Comunale di Bologna e dell’opera lirica “Arlecchino” di Ferruccio Busoni e del “Pulcinella” di Igor Stravinskij che è stata rappresentata anche all’interno del Wexford Opera Festival in Irlanda. Nel giugno del 2007 esce “Il contrario di me”, nuovo disco di inediti, e in autunno parte una lunghissima tournée teatrale che tocca più di 40 città in Italia e le più importanti città europee. A Bologna lo spettacolo viene registrato e incluso nel doppio CD/DVD “La neve con la luna….”, uscito nel gennaio 2008. A marzo, al Teatro Duse di Bologna, la nuova regia: “The Beggar’s Opera” di John Gay con Peppe Servillo, Angela Baraldi e Marco Alemanno. Da segnalare ancora: “Dalla o Cellini?”, spettacolo a due voci con Marco Alemanno sulla vita del genio fiorentino Benvenuto Cellini, per il quale Lucio ha scritto musiche e parte delle liriche, rappresentato a Firenze su Ponte Vecchio; “Enzo Re”, musiche di Dalla, versi di Roberto Roversi, ancora con Alemanno e Piera Degli Esposti, in Piazza Santo Stefano a Bologna; la collaborazione con Alda Merini per gli spettacoli tratti dai suoi poemi “Cantico dei Vangeli” e “Francesco. Canto di una creatura”, quest’ultimo rappresentato nella Basilica Superiore di Assisi. Del 2009, l’album di inediti “Angoli nel cielo”, la cui copertina è affidata all’artista Valerio Berruti, mentre il 2010 segna l’incontro, a distanza di trentun’anni da Banana Republic , con Francesco De Gregori per un nuovo tour insieme, Work in Progress, seguìto dal doppio cd live omonimo e dal dvd “Back to back”, testimonianza del lungo periodo di lavoro tra i due cantautori, durato quasi due anni. Questa volta la copertina verrà realizzata dal comune amico (e grandissimo artista internazionale) Mimmo Paladino che ha curato anche la scenografia dello spettacolo. A novembre del 2011 pubblica “Questo è amore”, una compilation, come amava definirla Dalla, con alcuni brani forse meno conosciuti dal grande pubblico, ma molto amati dall’artista bolognese oltre a quattro brani inediti. A distanza di quaranta anni dalla sua ultima partecipazione, nel febbraio del 2012 Lucio torna al Festival di Sanremo, in veste di produttore e direttore d’orchestra del brano “Nanì” di cui è anche co-autore, interpretato dal giovane e talentuoso cantautore Pierdavide Carone di cui Dalla ha prodotto l’ultimo album “Nanì ed altri racconti…”. Pochi giorni più tardi inizia un tour europeo che lo avrebbe portato a fare concerti in varie città come Berlino, Parigi, Amburgo etc. etc. Il 1 marzo Lucio Dalla muore improvvisamente per un infarto a Montreaux, dove si era esibito con grande successo la sera precedente.

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