7 febbraio “Warm Bodies” – curiosità

foto. pietro coccia

SINOSSI Un virus misterioso ha sconvolto la nostra civiltà, trasformando le sue vittime in mostri divoratori di carne umana, senza ricordi della propria vita passata. L’umanità superstite vive rinchiusa in bunker blindatissimi, nel terrore. Tutto cambia quando una squadra di umani in ricognizione alla ricerca di cibo si imbatte in un gruppo di zombie affamati e a caccia di prede: uno di loro, R (Nicholas Hoult), resta fortemente colpito da Julie (Teresa Palmer), la ragazza di una delle sue vittime e, invece di mangiarne il cervello, decide di salvarla dalla furia dei compagni. Col passare dei giorni, la convivenza con Julie produce in R cambiamenti fino ad allora impensabili, che lo portano a credere che quel legame possa rappresentare la salvezza per l’umanità e i suoi simili: una salvezza ostacolata però da una parte da temibili “Ossuti” e dall’altra dall’esercito guidato da Grigio (John Malkovich), il padre di Julie. Rivisitando in chiave moderna una classica love story, Warm Bodies racconta un’apocalisse zombie in una prospettiva sorprendentemente romantica, e insieme ricca di azione e di humour, ricordandoci anche cosa significa pensare, agire, amare da esseri umani.

 

NOTE DI PRODUZIONE WARM BODIES è nato da un breve racconto di sette pagine pubblicato online con il titolo “Sono uno zombie pieno d’amore” che, ricevendo consensi su Internet da parte di un pubblico molto vasto, ha incoraggiato il suo autore Isaac Marion ad ampliarlo fino a farlo diventare il suo romanzo di esordio, pubblicato nel 2010. Definito una “storia d’amore zombie” dal Seattle Post Intelligencer, con riferimenti anche a “Romeo e Giulietta” di Shakespeare, il romanzo ha catturato l’attenzione della produttrice Bruna Papandrea (Milk, Love&Secrets). “Era uno stupendo esempio di letteratura, molto elegante – racconta Papandrea – aveva uno stile molto preciso e molta personalità. Nonostante fosse un’opera di genere, raccontava una storia incredibilmente commovente, centrata su un personaggio”. Papandrea, che aveva appena fondato la sua società di produzione, la Make Movies, si era immediatamente assicurata i diritti per il film, e tre giorni dopo era a Seattle, la città di Isaac Marion, per incontrarlo. Subito dopo aveva spedito il manoscritto ad Erik Feig, produttore esecutivo alla Summit Entertainment. “La velocità con la quale mi hanno risposto è stata abbastanza sorprendente” ricorda Papandrea: “Nel giro di alcune settimane mi hanno detto di voler fare il film e che per questo avrebbero opzionato il libro”. Bruna Papandrea e gli altri erano rimasti affascinati dal mondo apocalittico descritto nel romanzo, soprattutto perché il punto di vista era quello degli stessi zombie. “Non mi era mai capitato di veder trattare quelle creature come individui, dotati di una prospettiva propria” racconta Marion: “Vengono usati sempre come una specie di accessori messi sullo sfondo, pronti ad assalire i protagonisti umani. Sono sempre anonimi e meccanici”. Rinunciando alla rappresentazione tradizionalmente manichea del conflitto tra vivi e non morti, Marion ha scelto di esplorare le zone grigie poste nel mezzo, ovvero come una persona possa trasformarsi in uno zombie e come poi possa tornare al suo stato di essere umano. “Quest’idea mi affascinava molto”, dice. Dopo aver coinvolto la Summit, la Papandrea ha presentato il progetto allo sceneggiatore e regista Jonathan Levine (50 e 50, Fa’ la cosa sbagliata), la cui iniziale resistenza a girare un film tratto da un tipico romanzo giovanilistico si è dissolta quando ha scoperto quanto il libro fosse ricco di inventiva. “Mi sono identificato con il protagonista, e il libro che Isaac ha scritto si prestava a diventare un film diretto in modo originale e con uno stile nuovo e aggressivo”, dice Levine. “Ero emozionato all’idea di poter sperimentare visivamente, e per una storia che aveva anche un personaggio fantastico. È un’avventura, è una storia d’amore, è in parte una commedia, ma con elementi horror”. Lavorando a stretto contatto con Marion, Levine ha poi scritto la sceneggiatura per il film. Racconta di aver visto la storia d’amore tra R e Julie che è al centro della narrazione come un mix tra “Romeo e Giulietta” e “Frankenstein”. “Per me la cosa più importante da realizzare nel modo giusto, dal punto di vista della regia, era l’arco del loro rapporto: quel tira e molla tra ragazzi e ragazze, il modo in cui le relazioni cominciano e creano tensioni all’inizio, a volte perfino repulsione, fino a quando le persone non si mettono insieme”, dice. Per il produttore Todd Lieberman (The Fighter, Ricatto d’amore), Levine è un’ottima scelta per la regia. “È un film di zombie, c’è una storia d’amore, ma riesce ad avere un tono assolutamente unico, sicuro, indipendente, spiritoso” dice: “Jonathan è perfetto per un film come questo”. Per quanto riguarda i temi più generali del film, i realizzatori affermano di essere rimasti fedeli alla tradizione dei film di zombie che mettono in luce alcuni aspetti della società, come La notte dei morti viventi di George Romero, ma con alcune mofiche chiave che lo rendono del tutto originale. Nonostante l’esistenza dei cosiddetti “ossuti” – una specie evoluta di morti viventi giunti ormai oltre il punto di non ritorno – in WARM BODIES sono presenti meno immagini sanguinolente rispetto a molti altri film appartenenti al genere. “In realtà, quando penso al film non lo vedo come un film di zombie” dice Levine: “Lo vedo come un film di mostri che diventa una storia d’amore. Abbiamo lavorato all’interno del mito degli zombie, ma abbiamo usato questo mito come un mezzo per raggiungere uno scopo, come una scorciatoia per arrivare a qualcos’altro”. Parte di questa scorciatoia consiste in una trovata impressionante: gli zombie rivivono i ricordi delle loro vittime umane quando ne mangiano il cervello. Per l’appunto: R si innamora di Julie rivivendo i ricordi del suo ex fidanzato Perry, dopo aver ingerito il cervello di quest’ultimo. “È un modo incredibilmente singolare di innamorarsi di qualcuno” dice Papandrea. Per il cast del film è stata messa insieme una combinazione di attori esperti e di quasi esordienti. Per il ruolo del romantico protagonista non morto, R, è stato scelto l’attore inglese Nicholas Hoult (About a Boy – Un ragazzo, A Single Man), dopo averne apprezzato il lavoro nell’innovativa serie per la televisione inglese “Skins”. Da parte sua, Hoult dice di essere stato attratto dall’idea della sfida rappresentata da questo ruolo. “Dover cercare di far affezionare il pubblico ad uno zombie, di fare in modo che tifasse per lui, era un’idea molto interessante per me” dice: “Nella sceneggiatura, grazie alla sua voce narrante, si capisce che è un tipo divertente ed espressivo, per cui risulta insieme affascinante e pieno di umorismo”. Hoult, che considera il libro di Marion “una lettura fantastica” e l’adattamento di Levine qualcosa da leggere tutta d’un fiato, descrive il personaggio di R come uno zombie che si sente solo e intrappolato, che vaga incespicando in un aeroporto che rappresenta casa sua, desiderando qualcosa di più dalla vita. “La cosa più commovente di R è il suo bisogno di avere un contatto” dice Hoult: “Vuole stabilire un contatto con gli altri zombie dell’aeroporto, anche se questi non hanno niente da dire e non riescono neanche a pronunciare il loro nome. Vuole stabilire un contatto con Julie e sentirsi vivo. È uno dei più normali istinti umani, volersi sentire parte di qualcosa e creare un legame con altri esseri umani”. “Per gran parte del tempo dovevo comunicare solo muovendo gli occhi, compiendo delle azioni, mettendo dei dischi per Julie” racconta Hoult: “L’idea di non poter dire quello che pensi è stata molto stimolante per me, perché è una cosa che ti porta a pensare in modo un po’ diverso da come faresti di solito”.Papandrea, anche lei australiana. “Lì hanno un approccio più partecipativo, diverso dagli Stati Uniti. È difficile trovare una ragazza che sia giovane, bellissima e vulnerabile, ma che riesca anche ad essere esplosiva”. “È una guerriera” dice la Palmer del suo personaggio: “È forte e ha un’incredibile energia. È spumeggiante; ha una grande forza d’animo e un cuore d’oro. La vita per lei è stata abbastanza cupa da quando sua madre è stata uccisa da uno zombie. È infelice. Poi incontra R, che riesce a ridarle forza. Si innamorano e lei si ricorda di come può essere bella la vita e ritrova quella cosa meravigliosa che è la speranza”. Sebbene Marion insista sul fatto che il film non è affatto una versione di “Romeo e Giulietta” con zombie, ammette che la tragedia classica di Shakespeare ha in qualche modo influito sul sottotesto del film. C’è perfino una scena con un balcone e – sicuramente per la prima volta sullo schermo – un bacio romantico tra lo zombie R e la sua amata e umana Julie. Levine ammette che la scena del balcone è un omaggio a “Romeo e Giulietta” e racconta di quanto sia stato divertente girarla, nonostante avesse dei dubbi in proposito. Per il ruolo del generale Grigio, il padre freddo e inflessibile di Julie, capo dei sopravvissuti umani, i realizzatori del film si sono sentiti elettrizzati quando sono riusciti a coinvolgere John Malkovich (Le relazioni pericolose, Essere John Malkovich). “È un ruolo minore rispetto agli altri del film, ma incredibilmente importante” afferma Bruna Papandrea. “Avevamo veramente bisogno di qualcuno che appena arrivato in scena mostrasse il suo peso”. Da parte sua, Malkovich dice di essere stato attratto dalla narrazione del film. “Mi piacciono soprattutto i due protagonisti e il modo in cui la storia si sviluppa. Nella sceneggiatura tratta dal romanzo è rimasto un approccio letterario che mi è piaciuto molto”. I filmmaker si sono rivolti all’ex alunno del “The Daily Show with Jon Stewart” Rob Corddry (Un tuffo nel passato) per il ruolo di M, il miglior amico di R, che Levine descrive come uno dei personaggi più importanti del film. “M, per molti versi, è il cuore del film”, dice Levine. “Il cambiamento di R è la miccia che scatena tutto, ma il cambiamento di M è caratteristico di tutti gli altri”. Per Corddry, che ha anche letto il romanzo di Marion, il ruolo di M era molto più interessante della media dei ruoli da “miglior amico”. “In genere si tratta di personaggi usati solo come congegni per la trama” dice Corddry. “Io invece qui subisco un vero cambiamento. Potrei essere l’unico miglior amico nella storia del cinema ad avere un proprio arco di sviluppo come personaggio”. La Palmer dice che il personaggio di Corddry, per quanto adorabile e divertente, presenta alcuni aspetti molto complessi. “È il più sensuale tra gli zombie del film” dice: “Vuole divorare gli umani e non capisce cosa gli stia accadendo. Non riesce a capacitarsi all’idea che R abbia preso una ragazza umana in ostaggio e si stia innamorando di lei. Lo trova strano e bizzarro, ma vuole molto bene a R e perciò si rassegna. Ad un certo punto c’è anche un po’ di gelosia da parte sua”. Dave Franco (21 Jump Street, Suxbad) interpreta la parte di Perry, il fidanzatino del liceo di Julie, che all’inizio del film finirà divorato per pranzo da R. Papandrea dice che, per alcuni versi, questo attore è stata la più grande scoperta del film.

“Sta iniziando a emergere” dice di Franco, che è il fratello minore dell’attore James Franco (127 ore, Spider-Man). “Illumina lo schermo ed è una gioia averlo intorno. È molto curioso, sia come persona che come attore. Credo che lasci davvero un segno con il personaggio di Perry”. All’inizio Perry è un giovanotto ingenuo pazzamente innamorato di Julie, ma poi diventa ossessionato dall’idea di uccidere gli zombie dopo aver assistito alla morte del padre per mano di questi. Sebbene Perry sia presto vittima di R, i ricordi del suo amore disperato per Julie – rivissuti “di seconda mano” dal protagonista – costituiscono uno dei fili conduttori del film. Infine è entrata a far parte del cast per il ruolo di Nora, la migliore amica di Julie, Analeigh Tipton (Crazy, Stupid, Love; The Green Hornet). Una decisione che ha avuto il pieno sostegno del produttore Todd Lieberman. “Analeigh mi ha colpito molto in Crazy, Stupid, Love”, ricorda. “Spiccava in quel film. Trovare un’attrice comica già esperta a quell’età è difficile. Analeigh si è presentata, ha letto per la parte e l’ha avuta”. Da parte sua, l’attrice dice che il suo personaggio è “una valanga di divertimento” in grado di combinare l’umorismo con il suo talento nell’uccidere zombie. Funge anche da contraltare pragmatico alle tendenze romantiche di Julie. Dopo aver completato il cast, i realizzatori del film dovevano assicurarsi le tre location principali per le riprese: l’aeroporto abbandonato dove vivono R e gli altri zombie; la Zona Verde fortificata, dove si trova la casa del Generale; e la Zona Morta oltre le mura. Trovare una location con un aeroporto abbandonato non sembrava un’impresa difficile, ma con l’aiuto del direttore della produzione della Summit, Andi Isaacs, i filmmaker sono riusciti a trovare tutto quello di cui avevano bisogno in un’unica città: Montreal. Papandrea racconta che il team quasi non riusciva a credere di essere tanto fortunato da poter avere accesso ad un intero aeroporto abbandonato chiamato Mirabel. “Nell’insieme, nessuno di noi aveva mai visto una location che offrisse così tanto. Era perfetta per il film che stavamo facendo. Aveva anche un aspetto molto inquietante, da luogo abbandonato, che andava benissimo per un film di genere come il nostro”. Per quanto riguarda il nome da dare all’aeroporto, i filmmaker ad un certo punto avevano deciso per Barack Obama International Airport, e avevano persino messo già in moto la macchina delle richieste di autorizzazione all’uso del nome presso la Casa Bianca. Ma, pensandoci meglio, hanno poi ritenuto che quel nome fosse troppo ovvio e hanno quindi scelto di chiamarlo Isaac Marion International Airport, “in omaggio al nostro brillante scrittore”, come racconta Levine. Le altre due location principali erano la Zona Verde e la Zona Morta, separate da un muro gigantesco costruito dal Generale Grigio per tenere fuori gli zombie dallo spazio degli uomini. Levine dà allo scenografo Martin Whist (Super 8, Cloverfield) il merito di aver creato questi due mondi in modo così meraviglioso da poter indurre a credere che il film sia stato prodotto con un budget doppio rispetto a quello reale “Il passaggio al muro è potente” dice Whist. “Una volta entrati nella Zona Verde, situata nella Vecchia Montreal, tutto è più pulito e abbiamo la sensazione di una società che cerca di conservare se stessa. All’interno della Zona Verde ci troviamo in uno stato quasi militare, abitato da sopravvissuti”.

Nella Zona Verde c’è anche del bestiame, mucche e capre, una cosa che per la gente del posto è diventata una vera curiosità. Altre location chiave all’interno della Zona Verde sono state individuate nel Mount Stephen Club, meravigliosamente decorato e situato al centro di Montreal e poco lontano dalla Vecchia Montreal, usato come casa del Generale Grigio; e una chiesa, che era in effetti un antico monastero, e che si trova fuori Montreal sulle Laurentian Mountains. “È una location incredibile scelta per la pulizia degli spazi” spiega Stern: “In questo film usiamo molti spazi aperti enormi. Al loro interno mettiamo gruppi di persone poco numerosi per dare effettivamente la sensazione che in quel mondo siano rimasti davvero in pochi”. Per alcune riprese, i filmmaker hanno dovuto chiedere che interi settori di Montreal venissero chiusi al transito, zone intorno al Vecchio Porto, nella Vecchia Montreal e nel distretto finanziario. “Parliamo di lunghi tratti di strada, ampie zone e punti di attraversamento della città” racconta Stern. “In questo tutti ci hanno aiutato moltissimo”. Per la Zona Morta, l’area pericolosa che si trova al di là del muro e dove gli zombie si aggirano liberamente, Whist e la sua squadra hanno usato piante e terra per ricoprire le superfici, usando queste cose per mostrare visivamente il passare del tempo, con la natura che riprende possesso di ciò che resta della civiltà. Ma ci sono anche segnali di un’inquietudine civile esplosa durante la calamità che ha distrutto la civiltà, in particolare graffiti di denuncia sociale. Dipingere con spray sui muri di edifici storici che costeggiano le strade della Vecchia Montreal non era ovviamente pensabile, perciò Whist e la sua squadra hanno rivestito i muri con un materiale plastico trasparente che, una volta riscaldato, riprendeva i contorni delle pietre degli edifici. “Abbiamo poi dipinto o stampato i nostri graffiti là sopra, in modo che sembrassero realizzati sui muri” spiega Whist. La squadra ha coinvolto diversi aristi specializzati in graffiti, di Los Angeles e Montreal, per creare l’immagine di quel mondo apocalittico, e hanno perfino contattato il celebre graphic designer Shepard Fairey per copiare lo stile di uno dei suoi lavori più famosi intitolato “Andre the Giant Has a Posse”. Fairey si è detto contento, e la squadra ha preso l’immagine e ha sostituito Boney ad Andre the Giant e la parola “ubbidisci” con “prega”. Per quanto riguarda il muro, il supervisore agli effetti speciali visivi Dan Schrecker (Limitless, Requiem for a Dream) e i suoi collaboratori hanno usato la computer grafica per renderlo più alto e più lungo di quanto fosse mai possibile costruirlo. Levine ritiene che il contributo del direttore della fotografia Javier Aguirresarobe, ASC (Vicky Cristina Barcelona, The Road, The Others) sia stato determinante nel rendere WARM BODIES un film sbalorditivo da un punto di vista visivo. “Javier è un fantastico visual artist” dice il regista. “E l’altro aspetto fondamentale di Javier è che ha un animo e un cuore grandi in grado di entrare in contatto con il cuore del film”. Aguirresarobe è riuscito a rendere visivamente interessanti perfino le scene in cui vengono divorati i cervelli. “C’è un momento un po’ violento nel film, quando R fracassa il cranio di Perry, ma è girato in maniera meravigliosa” dice Hoult. “L’inquadratura e l’illuminazione data da Javier lo hanno reso bellissimo; anche nei suoi aspetti più raccapriccianti conserva qualcosa di molto cinematografico”.

 

Ad aggiungere un tocco surreale ci sono i numerosi flashback vissuti da R mentre divora i pezzi del cervello di Perry che tiene in tasca. Come parte della gamma visiva del film, Aguirresarobe ha creato un look molto specifico per le scene girate di notte. “La nostra notte è bellissima” afferma Levine. “Ha creato allo scopo una gamma di tonalità perfetta, con tocchi di blu e di verde. È davvero bella. Amo la fluorescenza intermittente all’aeroporto, l’oscurità nella metropolitana e allo stadio, e tutte quelle gigantesche location abbandonate illuminate in modo espressionista, cosa che ha senso se si pensa al mondo nel quale siamo immersi”. Ovviamente un film di mostri funziona solo se funzionano i suoi mostri. Le creature più minacciose in WARM BODIES gli Ossuti, sono state realizzate usando la Computer Grafica e i movimenti di stunt equipaggiati per il motion-capture. Levine dice che l’uso della CG gli ha permesso di sperimentare con una libertà mai avuta prima. Dice ancora Levine che nel creare gli zombie, il team ha voluto evitare un look troppo ripugnante, traendo ispirazione più da foto dell’epoca della Depressione e da immagini di minatori che dai tradizionali film di zombie. “Volevamo fare un film per un pubblico di tutte le età, per cui non dovevamo farci necessariamente prendere la mano da quella roba buffa che fanno negli altri film sui morti viventi” dice Levine, aggiungendo che il processo di ideazione sia degli zombie che degli Ossuti è stato lungo e ha preso avvio fin dalla pre-produzione. “C’erano persone che facevano schizzi, artisti che facevano foto a Nick Hoult in “Skins” o X-Men, e poi le modificavano e ci giocavano un po’”, racconta Levine. “Andavano avanti e indietro internamente, e poi le portavamo agli studios per delle prove di makeup”. Ancora più estrema è stata la scena centrale della fontana con Hoult e la Palmer. L’acqua ha iniziato ad uscire calda ma poi, alla fine della giornata, era diventata ghiacciata. “È una scena di capitale importanza per il film e noi eravamo lì a congelarci” ricorda la Palmer. “Ma, anche se battevamo i denti, ci siamo divertiti un sacco”. E poi c’erano le sfide poste dalle scene di lotta del film, alle quali la Palmer dice che non era affatto pronta. “Quando ho letto la sceneggiatura la prima volta, ero concentrata sullo spessore emotivo del film e sui dialoghi” racconta l’attrice. “Il secondo giorno che correvo sul set, dato che non mi ero riscaldata, sembrava che avessi l’artrite. Mi sono resa conto di essere completamente fuori forma: è stato abbastanza imbarazzante”. Fortunatamente si trattava per la Palmer del suo secondo film d’azione per cui non era una principiante assoluta, ed ha avuto a disposizione un’ottima squadra di stunt che ha lavorato con lei. “Non è che avessi poi così tanto tempo per provare determinati movimenti” dice la Palmer. “Arrivavo sul set e avevo 20 minuti a disposizione con la squadra degli stunt che mi mostrava velocemente cosa avrei dovuto fare. Per fortuna per il mio film precedente avevo dovuto prendere qualche lezione in arti marziali”. Franco afferma che la sua scena preferita è quella della farmacia in cui il suo personaggio, Perry, va incontro alla morte. Lui, però, non c’è. “La mia controfigura è lì al posto mio e viene scaraventata oltre il tavolo” dice Franco. “Si prende questo colpo tremendo. Per cui il momento che preferisco è quando c’è qualcuno nel film che interpreta me!”

Una sfida importante per il settore del makeup è stata quella di creare il look giusto per gli zombie, che nel film vengono definiti cadaveri. La sfida è stata particolarmente difficile per il personaggio di R, che doveva essere uno zombie in qualche modo sexy e carino. Levine desiderava ottenere questo risultato senza usare protesi, usando solo il makeup, e, con questo obiettivo, si è rivolto al capo degli effetti speciali Adrian Morot. Morot dice che R doveva essere in un certo senso attraente per rendere plausibile il fatto che Julie si innamori di lui. “Non era possibile quindi mostrare denti in fuori, o pezzi della sua carne o della sua cassa toracica; questo appartiene ad un genere molto diverso di film. Il modo in cui pensavo a lui era come ad una specie di James Dean non morto”. Morot racconta come siano state progettate quattro fasi distinte per la trasformazione di R da zombie ad essere umano, di cui la prima è quella in cui lui è più pallido e simile ad un morto vivente. Per questa fase Hoult ha dovuto mettere delle lenti a contatto colorate di un blu desaturato per avere un’aria da morto. La sua pelle è stata ricoperta di chiazze e coperta con un reticolo di vene scure applicato giornalmente usando dei tatuaggi provvisori. Aveva anche della roba purulenta che gli colava dalle orecchie e dagli angoli della bocca. “Ma volendo farlo restare sexy, non bisognava strafare con il pus e altri elementi disgustosi” dice Morot. Per la maggior parte del film, con R che compie la sua evoluzione a ritroso verso se stesso come essere umano, si trova nella fase due, caratterizzata da vene meno evidenti, un colorito più sano e una tonalità più rosata della pelle. Nella fase tre, in cui è ancora più vicino ad un essere umano, R sembra solo un po’ malaticcio. E la fase quattro è quella che vediamo alla fine del film quando la trasformazione di R è completa. “Le cicatrici sono state magicamente riassorbite dalla pelle e lui ha recuperato un bell’aspetto” racconta Morot. “È diventato un bel ragazzo, pronto per l’azione e per l’amore”. La sfida più grande dal punto di vista degli effetti speciali visivi è stata quella della scena dell’epica battaglia che si svolge alla fine del film, nella quale Ossuti e cadaveri si scontrano per una resa dei conti finale. Presentava l’ovvia difficoltà per gli attori che interpretavano i cadaveri di riuscire ad interagire in modo credibile con personaggi immaginari creati in computer grafica e che non erano lì presenti. Una cosa meno complessa, ma ugualmente fastidiosa, è stata quella di riuscire a far comunicare gli zombie in un modo interessante facendoli però restare nella tradizione dei morti viventi. Levine spiega che questo non è un problema per la maggior parte dei film appartenenti a questo genere, ma che lo è stato per WARM BODIES, visto che la maggior parte del film è girata dal punto di vista degli zombie. Questo è particolarmente vero per i personaggi di R e M, la cui amicizia richiede che si parlino. “Riescono ad avere conversazioni basate su suoni brevi, parole singole, interpretando i grugniti dell’altro” dice Levine, aggiungendo che questo ha provocato un sacco di risate sul set. “Stavamo girando una scena che si trova proprio all’inizio del film e che fondamentalmente prevede solo due tipi che si grugniscono l’un l’altro. I ragazzi continuavano a scoppiare a ridere. Ma quando siamo arrivati al quinto ciak, i due riuscivano a fare letteralmente conversazione grugnendo”. Corddry ha assunto un approccio scientifico al linguaggio zombie. “Mi sono accostato alla cosa come se dovessi interpretare un personaggio con un problema mentale” racconta l’attore, sposato  una parola”. I pensieri di R vengono rivelati con una voice over, che rende chiaro al pubblico cosa stia cercando di comunicare attraverso i suoi grugniti. “Qualche volta il supervisore alla sceneggiatura leggeva ad alta voce la parte della voice over sul set così che io sentissi a cosa pensava il mio personaggio durante la scena” racconta Hoult. “Aiuta nella tempistica della scena e fa in modo che tutto risulti collegato”. I pensieri e i sentimenti di R vengono espressi anche attraverso la musica. Levine, che ha lavorato a stretto contatto con il supevisore alle musiche, Alexandra Patsavas (“Grey’s Anatomy”, Twilight), dice che l’uso dei dischi da parte di R per comunicare con Julie è una trovata efficace del romanzo di Marion che ha contribuito a farlo interessare al progetto. “La musica aiuta davvero a stabilire un tono” dice Levine. “È una scorciatoia per raggiungere il pubblico. La musica, in senso lato, è il mio modo per accedere al mondo prodotto da un film e ai suoi personaggi. È molto bello che questo fosse già scritto all’interno della storia”.

NICHOLAS HOULT (R) si è imposto rapidamente come giovane attore versatile e di talento, sia al cinema che in televisione. Ha ottenuto una candidatura ai BAFTA nel 2010 come star emergente. Hoult ha da poco finito di girare il film diretto da Bryan Singer Jack il cacciatore di giganti, nel quale interpreta il protagonista in una favola moderna vagamente ispirata a “Jack e la pianta di fagioli”. Il film, del cui cast fanno parte anche Ewan McGregor, Ian McShane e Stanley Tucci, dovrebbe uscire nelle sale per la Warner Bros. nel marzo 2013. Inoltre Hoult sarà Nux in Mad Max: Fury Road, quarto film della serie classica Mad Max del regista e scrittore George Miller. Il film, interpretato anche da Tom Hardy e Charlize Theron, sarà ambientato in un’epoca immediatamente successiva alla storia narrata in Mad Max oltre la sfera del tuono del 1985. Recentemente Hoult ha vestito i panni di Hank McCoy in X-Men- L’inizio, un personaggio che diventa l’eroico mutante Bestia. Il cast prestigioso del film comprendeva anche James McAvoy, Michael Fassbender e Kevin Bacon. Nel 2010 Hoult è stato Eusebios nel blockbuster di successo Scontro tra titani, al fianco di Liam Neeson, Ralph Fiennes e Sam Worthington. Hoult ha ottenuto apprezzamenti dalla critica per la sua affascinante performance in A Single Man di Tom Ford (2009). Tratto dall’omonimo romanzo di Christopher Isherwood del 1964, il film ha permesso a Colin Firth di ottenere una candidatura agli Oscar® come miglior attore. Il ruolo che ha rivelato al pubblico Hoult è stato quello da lui interpretato ad appena 12 anni nel film di Chris e Paul Weitz About a Boy – Un ragazzo (2002), con Hugh Grant. Tratto dal bestseller di Nick Hornby, il film racconta la storia di un uomo cinico e immaturo, Will (Grant), al quale un ragazzino, Marcus (Hoult), insegna a comportarsi da adulto. Tra gli altri film da lui interpretati anche The Weather Man, Kidulthood, Wah-Wah e Relazioni intime. Nella stagione 2007-2008 Hoult è stato tra i protagonisti della serie drammatica inglese premiata ai BAFTA “Skins”. La serie segue le vicende di un gruppo di adolescenti a Bristol, in Inghilterra, nel corso degli ultimi due anni prima del college. Hoult ha inoltre interpretato ruoli da guest star in alcune serie della BBC, tra le quali “Judge John Deed”, “Waking the Dead”, “Doctors”, “Holby City”, “Magic Grandad”, “Silent Witness” e “Casualty”.

TERESA PALMER (Julie), definita nel 2005 una delle ‘Star australiane di domani’ da Screen International, aveva catturato per la prima volta l’attenzione del pubblico di tutto il mondo con il suo ruolo da protagonista in, 2:37, un film australiano indipendente proiettato con successo sia al Festival di Cannes nella sezione ‘Un Certain Regard’ che al Toronto Film Festival. La Palmer era poi apparsa nel film drammatico ambientato negli anni ‘60 Love and Honor al fianco di Liam Hemsworth. Ha poi lavorato recentemente nel thriller australiano Wish You Were Here con Joel Edgerton. Inoltre ha appena terminato le riprese del film di Terence Malick Knight of Cups, in cui recita con Christian Bale, oltre che di Parts Per Billion, con Josh Hartnett e Rosario Dawson. Ha fatto parte anche del cast del film Sono il Numero Quattro con Dianna Agron e Alex Pettyfer; della commedia adolescenziale ambientata negli anni ’80 Take Me Home Tonight, con Topher Grace e Anna Faris; del film di Jon Turteltaub L’apprendista stregone, al fianco di Nicolas Cage, e della commedia di Adam Shankman Racconti incantati, con Adam Sandler. Tra gli altri film da lei interpretati, ci sono anche I ragazzi di dicembre con Daniel Radcliffe e Restraint con Stephen Moyer. Nel 2011 alla Palmer è stato assegnato il premio Rivelazione Australiana nel Cinema, come riconoscimento del successo già raggiunto nella sua breve carriera di giovane attrice. La Palmer inoltre riesce a conciliare il suo lavoro di attrice con quello dietro la macchina da presa come regista, sceneggiatrice e produttrice di film e documentari. Ha anche dato vita, insieme all’amica attrice Phoebe Tonkin, ad un blog dedicato alla salute e al fitness chiamato YOURZENLIFE.com. La Palmer è nata ad Adelaide, in Australia, e attualmente vive a Los Angeles in California.

ROB CORDDRY (M) ha debuttato nel “Daily Show with Jon Stewart” nella primavera del 2002, diventando rapidamente uno dei corrispondenti più popolari dell’innovativo talk show. Dopo il successo al “Daily Show” si è trasferito a Los Angeles e nel 2007 è stato tra i protagonisti della sitcom della Fox “The Winner”, creata dagli scrittori e produttori di “Family Guy” Seth MacFarlane e Ricky Blitt. In quella che poi si è rivelata come una fortunata serie di eventi, causata dalla necessità di pensare fuori dagli schemi per continuare a lavorare durante il tristemente famoso sciopero degli sceneggiatori del 2007-2008, Corddry è stato uno dei primi a creare un programma originale in stile televisivo per Internet, catturando subito l’attenzione della Warner Bros. TV. La serie web “Childrens Hospital”, che faceva la parodia del genere di serie famose come “Grey’s Anatomy” e “E.R.”, veniva lanciata nel dicembre 2008. episodio. La seconda stagione di “Childrens Hospital” ha debuttato un anno dopo su Adult Swim, diventando così il primo show a trasformarsi con successo da una serie web ad una serie tv. Nel 2012, quello che è forse diventato l’anno più denso di impegni della sua carriera, oltre al suo ruolo multiforme per “Childrens Hospital”, Corddry ha interpretato e girato numerosi film. Ha lavorato al fianco di Steve Carell e Keira Knightley nel film della Focus Features Cercasi amore per la fine del mondo e ha recitato nella commedia Butter al fianco di Jennifer Garner e Hugh Jackman per la Weinstein Company. Al Sundance Film Festival del 2013 saranno presenti tre film in cui recita Corddry, che diventa così uno dei pochi attori nella storia di questo festival ad essere presente con così tanti ruoli in una stessa edizione. Nella selezione del festival ci sono infatti The Way Way Back degli scrittori di Paradiso amaro Nat Faxon e Jim Rashand; In a World, scritto, diretto e interpretato da Lake Bell (assieme a Demetri Martin); e Hell Baby, una commedia horror sceneggiata dagli scrittori di “Reno 911” Thomas Lennon e Robert Ben Garant. Nell’aprile 2013 Corddry sarà sugli schermi nel film di Michael Bay Suda e cresci con Mark Wahlberg. Ha anche prestato la voce ad un personaggio del primo film di animazione della Weinstein Company, Escape From Planet Earth in uscita prossimamente. Nel 2010 Corddry ha fatto parte del cast della commedia Un tuffo nel passato per la MGM, diretto da Steve Pink. Facendo parte da tempo della comunità cinematografica, Corddry è apparso in dozzine di film e commedie, oltre che in numerosi programmi televisivi, in particolare in Old School, Semi-Pro, Lo spaccacuori e Blades of Glory- Due pattini per la gloria. Ha anche fatto parte del cast di Notte brava a Las Vegas al fianco di Ashton Kutcher e Cameron Diaz, di Harold & Kumar Escape from Guantanamo Bay e del film W, in una veste che ne ha rivelato le doti di attore drammatico nel ruolo di Ari Fleischer nella cronaca realizzata da Oliver Stone della vita e della presidenza di George W. Bush.

 

 

DAVE FRANCO (Perry) è ormai stabilmente posizionato come uno dei più promettenti giovani talenti di Hollywood. Appassionato scrittore, Franco ha iniziato a scrivere molto prima di cominciare a lavorare come attore. Aveva cominciato a realizzare video anni fa con il fratello per la loro serie ‘Acting with James Franco’. Recentemente il suo video ‘You’re so Hot’ con Christop oltre 500.000 spettatori online. Dave Franco ha fatto parte del cast del film di Noah Baumbach Lo stravagante mondo di Greenberg, interpretato anche da Ben Stiller nel 2010. Ha inoltre recitato al fianco di Zac Efron in Segui il tuo cuore, uscito nelle sale nel luglio del 2010, ha lavorato in Suxbad, Milk di Gus Van Sant, The Shortcut e Fright Night, con Anton Yelchin e Christopher Mintz-Plasse. Nella primavera del 2012 Franco ha veramente fatto parlare di sé recitando nel film di grande successo 21 Jump Street con Jonah Hill, Channing Tatum, Ice Cube e uno speciale cameo di Johnny Depp. Prossimamente Franco sarà nel thriller Now You See Me, in un cast in cui figurano star del calibro di Woody Harrelson e Morgan Freeman.

 

ANALEIGH TIPTON (Nora) ha interpretato il primo ruolo importante in Crazy, Stupid, Love, con Steve Carell, uscito negli Stati Uniti nel luglio del 2011. Il suo ruolo della babysitter Jessica le ha fatto meritare commenti positivi dai critici. Ha da poco concluso le riprese del film Two night Stand, di cui è protagonista al fianco di Miles Teller e del film One Square Mile, con Kim Basinger e Richard Jenkins. Recentemente è apparsa sullo schermo nel film di Whit Stillman Damsels in Distress- Ragazze allo sbando, selezionato al festival di Venezia e interpretato da Adam Brody e Greta Gerwig. La Tipton è anche apparsa al fianco di Seth Rogen nel film d’azione The Green Hornet.

CORY HARDRICT (Kevin) Nato a Chicago, in Illinois, Hardrict ha iniziato la sua carriera da attore ottenendo un piccolo ruolo dopo aver fatto un provino per il film di Oprah Winfrey, There Are No Children Here. Nonostante la piccola parte, ad Hardrict quell’esperienza era piaciuta immensamente e aveva deciso di insistere in quella direzione. La prima occasione si è presentata ad Hardrict quando è riuscito ad ottenere una parte nel film culto Mai stata baciata, con Drew Barrymore. Da allora ha interpretato oltre 40 ruoli in serie televisive e 14 al cinema. Hardrict ha continuato la sua carriera sul grande schermo con Gran Torino di Clint Eastwood. Subito dopo ha ottenuto ruoli in La verità è che non gli piaci abbastanza, con Justin Long, nel film indipendente The Day, del quale era protagonista al fianco di Dominic Monaghan, e in World Invasion, con Aaron Eckhart e Michelle Rodriguez. Prossimamente Hardrict vestirà i panni di DJ Frankie nell’attesissimo film Lovelace, con Amanda Seyfried e James Franco.

 

JOHN MALKOVICH (Generale Grigio). Con oltre venticinque anni di carriera, la leggenda del cinema John Malkovich è uno dei personaggi più interessanti dell’industria audiovisiva. Oltre ad essere un attore completo, Malkovich è anche un regista, un produttore, uno stilista e un artista. Ha appena concluso un lavoro come produttore del film di Stephen Chbosky The Perks of Being a Wallflower (Noi siamo infinito). Malkovich è apparso di recente nel terzo film della serie Transformers al fianco di Shia LaBeouf e diretto da Michael Bay. Inoltre ha recentemente rivestito i panni del tristemente famoso serial killer austriaco Jack Unterweger in The Infernal Comedy: Confessions of a Serial Killer, un monologo intervallato da arie di opere liriche. Tra i ruoli più recenti di Malkovich sul grande schermo ci sono quello del buffo ex-agente della CIA Marvin Boggs in Red 2 con Bruce Willis, Mary-Louise Parker ed Helen Mirren; e quello dell’allenatore di cavalli da corsa Lucien Laurin nel film Un anno da ricordare al fianco di Diane Lane. Malkovich ha anche fatto parte del cast della commedia diretta dai fratelli Coen Burn After Reading – A prova di spia, insieme a Brad Pitt, George Clooney, Frances McDormand e Tilda Swinton. È tornato anche a lavorare con Clint Eastwood per il film Changeling, con Angelina Jolie ed Amy Ryan, prodotto dalla Imagine Entertainment di Ron Howard e Brian Grazer. Tra le sue interpretazioni precedenti ricordiamo quelle in The Great Buck Howard di Sean McGinly, presentato al Sundance Film Festival nel 2008; La leggenda di Beowulf di Robert Zemeckis, al fianco di Angelina Jolie; Klimt di Raoul Ruiz; Il gioco di Ripley di Liliana Cavani; Essere John Malkovich di Spike Jonze; Ritratto di signora di Jane Campion; Nel centro del mirino di Wolfgang Petersen; Uomini e topi di Gary Sinise; Il tè nel deserto di Bernardo Bertolucci; Le relazioni pericolose di Stephen Frears; L’impero del sole di Steven Spielberg; Lo zoo di vetro di Paul Newman; Urla del silenzio di Roland Joffé; e Le stagioni del cuore di Robert Benton. Malkovich è stato candidato due volte all’Oscar® come miglior attore non protagonista, una prima volta con Le stagioni del cuore (1985) e poi di nuovo per Nel centro del mirino (1994). La sua performance in Le stagioni del cuore gli ha fatto meritare anche i premi come miglior attore non protagonista assegnati dalla National Society of Film Critics e dal National Board of Review. Nel 1999 ha vinto il New York Film Critics Circle Award come miglior attore non protagonista per il film Essere John Malkovich. Nel 1998 Malkovich, insieme ad Halfon e Smith, ha creato la società di produzione Mr. Mudd, il cui primo film è stato il celebrato Ghost World, diretto da Terry Zwigoff. Malkovich ha poi debuttato nel 2003 alla regia con The Dancer Upstairs – Danza di sangue interpretato dal premio Oscar® Javier Bardem. Tra gli altri film prodotti dalla Mr. Mudd: The Libertine con Johnny Depp e Samantha Morton e Art School Confidential – I segreti della scuola d’arte, diretto da Zwigoff e scritto dallo sceneggiatore/cartoonist Dan Clowes. Nel 2008 la Mr. Mudd chiudeva la produzione del suo più grande successo di critica e al botteghino: Juno, interpretato da Ellen Page, Jennifer Garner e Jason Bateman. Il film ha ottenuto un Oscar® per la miglior sceneggiatura originale (Diablo Cody) e tre candidature, una come miglior film, una per la miglior attrice (Ellen Page) e una per la miglior regia (Jason Reitman). Ha poi anche vinto il premio come miglior film agli Independent Spirit Awards del 2008. Malkovich è anche stato produttore esecutivo del documentario How to Draw a Bunny, un ritratto dell’artista Ray Johnson che ha vinto il premio della Giuria al Sundance Film Festival nel 2002 e il premio del pubblico ai celebri Rencontres Internationales du Cinéma di Parigi. Il film ha ricevuto anche una candidatura agli Spirit Awards come miglior documentario nel 2003. Malkovich, assieme al suo team alla Mr. Mudd, è stato anche produttore esecutivo del documentario della HBO del 2009 Which Way Home. Il lavoro come attore di Malkovich per la televisione comprende la sua interpretazione premiata con un Emmy® nel film per la tv “Morte di un commesso viaggiatore”, diretto da Volker Schlöndorff, con Dustin Hoffman. Questo ruolo gli ha permesso di ottenere anche una candidatura al Golden Globe. Malkovich ha poi ricevuto altre candidature ai Golden Globe per Al centro del mirino nel 1994, nella categoria del miglior attore non protagonista in un lungometraggio; e per Cuore di tenebra nel 1995 come miglior attore non protagonista in una serie, miniserie o film per la tv. Tra gli altri ruoli importanti da lui interpretati, quello nella miniserie Napoleon e nell’apprezzato film della HBO RKO 281- La vera storia di Quarto Potere, per i quali John ha ricevuto candidature agli Emmy® come miglior attore non protagonista in una miniserie o un film. Tra il 1976 e il 1982, John ha interpretato, diretto o disegnato scenografie per oltre cinquanta produzioni della compagnia. Il suo debutto su un palcoscenico di New York nella produzione della Steppenwolf di “True West” di Sam Shepard gli ha fatto ottenere un Obie Award. Altri lavori teatrali notevoli sono stati “Morte di un commesso viaggiatore”; “Slip of the Tongue”; “State of Shock” di Sam Shepard; e “Burn This” di Landford Wilson a New York, Londra e Los Angeles. Malkovich ha diretto numerose pièce allo Steppenwolf, compreso l’apprezzato “Balm in Gilead” a Chicago e nell’Off-Broadway; “The Caretaker” a Chicago e a Broadway; e “Libra”, adattamento dal romanzo di Don LeLillo. Nel 2003 la produzione francese di Malkovich per “Hysteria” è stata premiata con cinque candidature ai premi Molière, compresa quella per la miglior regia. Per quanto riguarda il suo lavoro di regista cinematografico, oltre al film del suo debutto The Dancer Upstairs- Danza di sangue, Malkovich ha diretto tre cortometraggi (Strap Hangings, Lady Behave, Hideous Man) per la stilista londinese Belle Freud. Ha recentemente ricevuto un premio Molière per la miglior regia per la sua produzione a Parigi di “Good Canary” di Zach Helm. Oltre ai molti riconoscimenti ottenuti per il teatro, la televisione e il grande schermo, sia davanti che dietro la macchina da presa, Malkovich è impegnato anche come stilista di moda, ed è la mente creativa dietro la linea di abbigliamento Technobohemian by John Malkovich. Malkovich vive con la sua famiglia tra gli Stati Uniti e la Francia.

JONATHAN LEVINE (Regista e sceneggiatore) è un filmmaker in ascesa a Hollywood. Due anni fa ha diretto 50e50, con Joseph Gordon Levitt, Seth Rogen, Bryce Dallas Howard e Anna Kendrick. Il film racconta la storia del venticinquenne Adam Lerner, interpretato da Levitt, al quale viene diagnosticata una rara forma di cancro. In seguito a Levine è stata affidata la regia di Little Girl Lost, per la Universal Pictures; Jamaica, per Mandate Pictures; e Legend, per la CBS Films. Nato e cresciuto a New York, fin dall’età di 12 anni Levine ha desiderato diventare un filmmaker. Dopo un diploma alla Brown University in arte e semiotica, ha lavorato come assistente personale del noto sceneggiatore e regista Paul Schrader. Nel 2002 si è trasferito a Los Angeles per frequentare l’American Film Institute (AFI) Conservatory come regista. Lì Levine ha incontrato lo sceneggiatore e i produttori del film horror All the Boys Love Mandy Lane, che lo hanno poi chiamato a dirigerlo. Dopo la laurea, Levine va al Toronto Film Festival del 2006 per la prima del suo film, che viene immediatamente acquisito dalla Weinstein Company. Nel 2008 Fa’ la cosa sbagliata, secondo film da lui diretto e il primo di cui è anche sceneggiatore, vince il premio del pubblico al Sundance Film Festival e al Los Angeles Film Festival. Interpretato da Ben Kingsley e Josh Peck, il film ha fatto ottenere a Levine anche una candidatura per il miglior sceneggiatore esordiente agli Independent Spirit Awards.

 

I commenti sono chiusi.