31 gennaio Les Misérables – GLI ATTORI HANNO CANTATO TUTTI DAL VIVO SUL SET

31 gennaio Les Misérables diretto da Tom Hooper (“Il Discorso del Re”) con protagonisti  Hugh Jackman, Russell Crowe, Anne Hathaway, Amanda Seyfried, Helena Bonham Carter e Sacha Baron Cohen

 

 Seyfried descrive l’intensa esperienza in questo modo: “Non c’è un modo per prepararsi a cantare dal vivo in un film. Quando ho fatto Mamma Mia!, abbiamo trascorso due giorni in uno studio di registrazione. Abbiamo ascoltato le nostre voci, tante volte quante abbiamo potuto senza diventare pazzi, per memorizzare il tempo e il respiro… per poi fare il playback. Su Les Misérables, l’esperienza è stata come vivere la vita di una cantante.” 

 

  “Ho cercato la mia Cosette in lungo e in largo” riassume IL REGISTA  Hooper.  Nota al pubblico per il suo ritratto di Sophie, la giovane prossima sposa che cerca di trovare il suo vero padre nel grande successo globale Mamma Mia!, e più di recente per i suoi ruoli da protagonista in Dear John e Letters to Juliet, Seyfried ha cantato in maniera strabiliante distinguendosi così da tutte le altre. Su di lei, Hooper dice: “Amanda ha il fantastico talento di essere molto brava in entrambe le discipline, il canto e la recitazione, e oltretutto sullo schermo è ipnotizzante.”

 

Quando ha preso in considerazione l’adattamento filmico di un musical tutto cantato, Hooper è stato attratto anche da un’altra cosa. Il regista spiega: “Volevo rischiare e fare qualcosa di molto diverso in un genere diverso. Quello che mi ha galvanizzato sin dall’inizio era l’idea di farlo dal vivo. Non credo che l’avrei fatto se si fosse dimostrato impossibile dirigere il film dal vivo, perché non importa quanto sia buona la sincronizzazione degli attori che cantano in playback, il pubblico sente che c’è sempre qualcosa di irreale. Il canto sembra sconnesso da quello che succede sullo schermo.”

            Con la promessa di Hooper che gli attori avrebbero cantato live, Mackintosh non ha avuto dubbi sul fatto che i realizzatori avevano trovato il regista giusto per questo lavoro. E commenta: “L’unico modo in cui si può far funzionare questa musica è catturandola nel momento. Questa è stata una delle prime cose che Tom ha detto quando mi ha spiegato i motivi per cui voleva fare così. In più lui amava Les MisérablesLa maggior parte degli altri registi con cui ho parlato nel corso degli anni mi ha detto che avrebbe saputo fare questa o quella canzone, ma che non avrebbe saputo come fare a far cantare Les Misérables. Ma questo è proprio quello di cui parla il romanzo di Victor Hugo: parla di tutti noi, non solo della storia di Jean Valjean e Javert.  Nel momento in cui Tom ha afferrato questo, io ho capito che lui era la persona che avrebbe trovato la sua propria maniera di realizzare questa storia e che ci avrebbe messo tutti al lavoro.” 

 

Gli attori sono stati supportati da degli insegnanti di canto con i quali si riscaldavano ogni giorno prima di andare sul set. Quando si girava fuori dai teatri di posa, agli attori venivano dati degli auricolari che permettevano a un pianista presente sul set di suonare dal vivo nelle loro orecchie. Lo strumentista guardava le performance dal vivo su un monitor in modo che gli attori potevano determinare, con i loro movimenti, la melodia e il tempo. Le voci sono state registrate senza l’accompagnamento del pianoforte, cosa che ha permesso a un’orchestra di mettere correttamente la musica nella fase di post-produzione del film.  

 

Jackman dice: “E’ stata una scelta audace ma corretta e per gli attori molto impegnativa; ci ha dato però una libertà che non avremmo avuto altrimenti. Significava che potevo semplicemente continuare a recitare invece di restare legato a un’interpretazione che avevo fatto in un teatro del suono tre mesi prima. Ha reso tutto reale e immediato.”

Crowe concorda: “Il vantaggio di registrare dal vivo è che non sei limitato emotivamente. Messi in grado di esplorare momento per momento, abbiamo fatto delle scoperte affascinanti e interessanti sui personaggi e sui rapporti tra loro. Credo che questo sia stato fondamentale e che abbia reso quest’esperienza davvero appagante.”  

Hathaway, che ha cantato la canzone iconica “I Dreamed a Dream”, in maniera straziante e con una bravura inenarrabile, aggiunge: “Non solo ti dovevi aprire a qualcosa che non avevi mai fatto prima, ma eri insieme a un gruppo di altri attori che non l’avevano mai fatto prima, una troupe che non ha mai girato un film come questo e un regista che non ha mai fatto nulla di simile. Sebbene fossimo tutti a diversi livelli di esperienza nelle nostre carriere, rispetto a questo eravamo tutti ugualmente all’inizio.

“E’ stato meraviglioso avere lo stesso livello di vulnerabilità ma anche sentirsi sostenuti e sostenerci a vicenda,” continua Hathaway.  “Ho imparato benissimo la canzone e poi l’ho calata nella realtà della scena. La realtà è che Fantine è devastata, ed è appena diventata una prostituta. La canzone è in un punto diverso da quello dove sta nello spettacolo. Nello spettacolo, arriva subito dopo che lei viene licenziata dalla fabbrica, per cui c’è ancora un minimo di speranza. Nel film invece, lei è proprio nel fondo di un buco… da dove guarda su e si rende conto che non riuscirà mai a uscire. Mi sembrava che ci fosse qualcosa di quasi egoistico nel cercare di tirare fuori la versione carina della canzone. Ho deciso di mettere tutta la verità nella melodia. E’ stato spaventoso mettere tutta questa crudezza in una canzone che è stata cantata da alcuni dei più grandi cantanti mai esistiti. Ma ho avuto il sostegno di Tom, Cameron, Claude-Michel e Alain, e così l’abbiamo fatto.”

 

Nonostante Barks abbia l’esperienza aggiuntiva di apparire nello spettacolo a teatro, anche lei ha trovato cantare dal vivo in un film piuttosto impegnativo e spaventoso. L’attrice riflette: “Quando ho recitato ‘On My Own’, l’ho cantata dall’inizio alla fine, ciak dopo ciak dopo ciak, probabilmente 15 volte. Era un’esperienza nuova per me. A teatro, la cantavo una volta a sera, otto repliche la settimana. Ma durante le riprese cantavamo ogni giorno, per tutto il giorno… e per questo ci vuole una disciplina diversa. Bisogna davvero prendersi cura della propria resistenza fisica, ed eravamo tutti sulla stessa barca!”

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