21 Febbraio “The Sessions” film diretto e sceneggiato da Ben Lewin che ha come protagonisti John Hawkes e Helen Hunt.
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Basato sulla toccante ed ottimista autobiografia del giornalista e poeta Mark O’Brien, THE SESSIONS racconta la storia di uomo che ha vissuto quasi sempre in un polmone d’acciaio e che all’età di 38 anni, decide di perdere la verginità. Con l’aiuto di un terapista e la guida di un prete, si dà quindi da fare per realizzare il suo sogno.
Fox Searchlight Pictures presenta, in associazione con Such Much Films e Rhino Films, THE SESSIONS, interpretato da John Hawkes, Helen Hunt e William H. Macy. Il film presenta inoltre Moon Bloodgood, Annika Marks, Rhea Perlman, W. Earl Brown, Robin Weigert, Blake Lindsley, Ming Lo, Jennifer Kumiyama, Rusty Schwimmer, James Martinez e Adam Arkin. Il film è stato scritto e diretto da Ben Lewin. I produttori sono Judi Levine, Stephen Nemeth e Ben Lewin. I produttori esecutivi sono Maurice Silman, Julius Colman e Douglas Blake. La squadra creativa comprende il direttore della fotografia Geoffrey Simpson, lo scenografo John Mott, ACS, la montatrice Lisa Bromwell, A.C.E., la costumista Justine Seymour e il compositore Marco Beltrami.
Osservazioni del regista
L’articolo di Mark O’Brien dal titolo “On Seeing a Sex Surrogate” costituisce a tutti gli effetti la bozza della sceneggiatura di The Sessions, tuttavia la storia risente in modo importante anche della mia interpretazione del soggetto e dei personaggi. Ad esempio, mentre ero impegnato ad acquistare i diritti dell’articolo, ho incontrato proprio la persona che Mark temeva di non incontrare mai, quella che ha trasformato i suoi sogni in realtà.
Mark aveva infatti abbandonato la speranza di vivere una lunga e intima relazione con una donna, come accade generalmente alle persone non disabili, e lo ha scritto apertamente in un suo articolo. Il tono delle sue parole era triste e pessimista ma questo finale malinconico si è felicemente e inaspettatamente trasformato grazie ad una donna di nome Susan Fernbach.
Negli ultimi anni della sua vita Susan è stata la sua amante, la sua compagna e la sua collaboratrice letteraria. Definisce “magico” il tempo trascorso con lui. Al di là del lieto fine che la donna rappresenta nella vita di O’Brien, le sue profonde e personali osservazioni su di lui hanno reso possibile la costruzione di un personaggio assai diverso e ben più complesso di quel che sarei riuscito a concepire senza la sua consulenza.
L’altro evento che ha cambiato in modo significativo il mio approccio alla sceneggiatura è stato l’incontro con Cheryl Cohen-Greene, il cosiddetto “surrogato”, che ora è diventata nonna ma che ancora esercita il suo mestiere. Il suo candore e l’accuratezza dei suoi racconti mi hanno aiutato a tramutare la biografia di Mark in un film sentimentale che ho scritto con più piacere e disinvoltura.
Generalmente si pensa che fare cinema sia divertente. Non so come mai la gente abbia sviluppato questa convinzione. Certamente l’idea di fare un film può essere elettrizzante e a volte il risultato è appagante, tuttavia la lavorazione di un film è molto faticosa e ogni giorno è condita da conflitti e incomprensioni; a fine giornata è davvero un sollievo tornarsene a casa propria per andare a letto.
Devo dire però che The Sessions è stato l’eccezione che conferma la regola. Girare questo film è stata un’esperienza unica, bella e gioiosa e quando è terminata eravamo tutti tristissimi.
- Ben Lewin
Regista/Scrittore, THE SESSIONS
“Mi ero svestito e anche lei si era svestita, e tutto sembrava normale. Incredibile!
Mi aspettavo quasi che Dio – o i miei genitori – mi impedissero di vivere questo momento”.
– Mark O’Brien, On Seeing a Sex Surrogate
THE SESSIONS è la vera storia del poeta e giornalista Mark O’Brien che, all’improbabile età di 38 anni, decide di perdere la sua verginità, in circostanze piuttosto complicate. Il veterano attore John Hawkes interpreta O’Brien in una intensa performance che trascende i limiti fisici imposti dal ruolo.
Colpito dalla poliomelite da bambino, O’Brien trascorre gran parte del suo tempo in un polmone d’acciaio, a parte una manciata di ore a settimana. E’ difficile immaginare che possa condurre una normale vita sentimentale, tuttavia Mark non intende rinunciarvi solo perché la sua vita non è
“normale”. Nel cercare l’umorismo, l’ottimismo e persino la fede in una situazione tanto delicata, Mark è determinato a godersi la vita per quanto gli sia possibile, e di sperimentare i piaceri fisici ed emotivi che gli sono stati negati. Decide quindi coraggiosamente di smettere di sognare e paga una prostituta: un “surrogato” sessuale per riuscire a conoscere e a vivere l’intimità.
Iniziano una serie di divertenti e commoventi incontri fra loro, che cambieranno la vita di entrambi, e che sono diventati il soggetto dell’articolo scritto da O’Brien nel 1990 “On Seeing a Sex Surrogate”, pubblicato nel magazine letterario The Sun. L’articolo ha infranto il tabù che riguarda il legame fra sesso e disabilità e lo ha fatto apertamente, in modo onesto, sagace e delicato, con cui davvero chiunque può identificarsi.
C’è una persona che, in particolare, è rimasta colpito personalmente dalla storia di O’Brien: il filmmaker Ben Lewin. Così come O’Brien, Lewin ha contratto la poliomelite da piccolo. E come per O’Brien la malattia non gli ha impedito una carriera brillante. Quando Lewin ha letto per caso, su internet, il suo articolo sul surrogato sessuale, ha subito pensato che potesse costituire la base di un film. Sarebbe stato possibile realizzare un film dinamico, commovente e adatto a tutti, sulla storia di un uomo portatore di un handicap? Ispirandosi allo scritto di O’Brien, Lewin ha creato una storia ricca di umorismo e realistica, priva di falsi sentimentalismi. Il copione racconta non solo il tentativo di un uomo di mezza età di perdere la sua verginità, ma di come quest’uomo impara ad accettare il suo corpo, la sua mascolinità, riuscendo ad apprezzare i motivi per cui la vita vale la pena di essere vissuta.
Lewin ha portato in vita questa storia originale con un cast di grandi talenti che incarnano personaggi inediti sul grande schermo: John Hawkes interpreta O’Brien, Helen Hunt è Cheryl Cohen-Greene e William H. Macy è il prete che sussurra nell’orecchio di Mark la sua benedizione prima che questi inizi ad assaporare i piaceri della vita. Il film è stato presentato al Sundance Film Festival, dove si è aggiudicato l’ambito Premio del Pubblico e della Giuria per l’intero cast.
Ben Lewin dice di aver sempre considerato THE SESSIONS una storia d’amore, sebbene di un genere diverso, che finora non era ancora stato visto dalla maggior parte del pubblico. “Questo film non segue la traccia tipica delle storie d’amore”, conferma il regista. “Ma ho cercato di trasmettere in quest’opera cinematografica tutta la forza e l’autenticità con cui Mark aveva scritto il suo libro. La sua storia è senza dubbio totalmente e genuinamente inedita”.
L’esperienza personale di Lewin con la polio gli ha dato una prospettiva autentica e la sua priorità era portare la voce lirica e affilata come un rasoio di O’Brien sul grande schermo. “Anche se non me lo ricordo, anche io sono stato in un polmone d’acciaio quando ho contratto la poliomelite”, spiega lo scrittore-regista. “Gradualmente ho recuperato l’uso della parte superiore del corpo e degli arti inferiori. Credo che il percorso emotivo di Mark sia stata un’esperienza unica e allo stesso tempo condivisibile da tanti altri”.
Dato che O’Brien è venuto a mancare nel 1999, all’età di 49 anni, Lewin si è affidato ai suoi scritti, alle interviste da lui rilasciate e all’ultima compagna di O’Brien, Susan Fernbach, da lui incontrata dopo Cheryl Cohen-Greene. Insieme hanno tracciato il ritratto ricco e veritiero di un uomo noto per la sua mordace onestà e la sua pungente auto-ironia.
“Susan è stata la mia “finestra” principale sul mondo di Mark, una sorta di anima gemella che mi ha aiutato a concepire il copione e a girare il film”, spiega Lewin. “Mi ha fatto capire la personalità di Mark raccontandomi alcuni episodi divertenti o strazianti della sua vita. Momenti veri, come quello del gatto che gli passava accanto sfiorandogli il naso e provocandogli un insopportabile prurito. Cheryl ha addirittura portato uno specchio durante una delle famose sessioni affinchè Mark potesse rendersi conto del suo corpo. Anche l’episodio del black-out nel polmone d’acciaio è assolutamente autentico. Sembrano creati a scopi drammatici ma non è così. L’unica cosa importante era inserirli nel modo migliore nella storia”.
Mentre scriveva il copione, Lewin ha inoltre conosciuto Cheryl Cohen-Greene, la donna che ha conosciuto O’Brien e ha imparato a stimarlo, accompagnandolo nel territorio inesplorato delle famose sessioni: Cohen-Greene è stata aperta e diretta con lo scrittore/regista. Racconta Lewin: “Il primo meeting con Cheryl è stato cruciale. Ad un certo punto mi ha chiesto se poteva consultare i suoi appunti. Rimasi sorpreso: erano gli appunti di un’operatrice del sesso. Per la prima volta ho capito che persona affascinante fosse”.
Continua: “Cheryl mi ha veramente aiutato a trasformare il film da una semplice biografia ad una storia che parla di rapporti umani. La sua versione è stata preziosa perché è il resoconto di un viaggio che coinvolge due persone”.
Al fianco di questi due personaggi che tanto profondamente hanno influenzato la vita l’uno dell’altro, Lewin ne ha inventato un terzo: Padre Brendan, un parroco, una presenza ispirata alla vera religiosità di O’Brien un cattolico praticante che, nell’ansia generata dalla sua verginità, consultò diversi sacerdoti di cui almeno uno gli consigliò di fare sesso. “La religione è stata fondamentale nella vita di Mark, e mi sembrava importante riflettere nel film sia questo aspetto, sia la sua convinzione della dimensione spirituale del sesso”, dice Lewin. “Mark ha avuto amicizie importanti con diversi preti”.
Le avvincenti descrizioni di O’Brien delle sue sessioni, in parte provengono dal suo intenso lato poetico, che Lewin ha voluto assolutamente catturare sul grande schermo. Lewin inizia il film con una poesia di O’Brien sull’atto di respirare che subito immerge il pubblico nella sua realtà fuori dal comune. “Respirare è stato un aspetto importante della vita di Mark, è un’azione naturale che tutti danno per scontato”, osserva Lewin.
Il filmmaker ha iniziato a lavorare con il produttore di Such Much Films Judi Levine – che è anche sua moglie – per trovare un supporto da parte del mondo cinematografico. Mentre Levine assisteva allo sviluppo della sceneggiatura, era sempre più convinta di quale incredibile fonte di ispirazione avrebbe costituito. “Il film è concepito su vari livelli: c’è la storia di un uomo che vuole perdere la verginità, la storia di quanto un essere umano sia in grado di sopportare e la storia di una “prima volta” … Questo credo che sia il motivo per cui il pubblico finora lo abbia tanto apprezzato, ovunque l’abbia visto”, spiega.
Anche il produttore Stephen Nemeth, capo di Rhino Films, ha reagito in modo viscerale al copione. “Me ne sono innamorato”, riassume. “Sono sempre stato affascinato dall’intelletto di Ben Lewin e dal suo caustico senso dell’umorismo e questo trapela nel film. La storia poteva facilmente essere malinconica ma lui è riuscito a trovare il tono giusto: è tragica ma non patetica, divertente anche se non può certo definirsi una commedia. E’ una storia su chi è più sfortunato, ma ha un insperato risvolto trionfante”.
“Dubitavo di meritare l’amore. Le mie pulsioni sessuali, frustrate, mi sembravano solo l’ennesima maledizione inflittami da un Dio crudele.
”
– Mark O’Brien, On Seeing a Sex Surrogate
Negli ultimi due anni l’attore John Hawkes ha interpretato alcuni dei ruoli più complessi e realistici per il cinema e la televisione, compresa la parte nominata all’ Oscar® dello spacciatore che cerca di aiutare sua nipote in UN GELIDO INVERNO, o quella di Sol, il mercante del selvaggio West in “Deadwood” o del diabolico leader di una setta religiosa ne LA FUGA DI MARTHA Con Mark O’Brien in THE SESSIONS, Hawkes dà vita ad un nuovo, memorabile ruolo che cattura l’inesauribile spirito di O’Brien, la sua intelligenza introversa e le difficili prove fisiche affrontate quotidianamente.
Quando ha ricevuto il copione, Hawkes aveva già una pila di importanti sceneggiature da leggere e selezionare. Tuttavia THE SESSIONS si distingueva dalle altre. “Sono rimasto conquistato dal copione”, dice Hawkes. “Era una storia bellissima, che racconta solo un breve periodo della vita di Mark O’Brien, ma molto intenso”.
Lewin era felice che Hawkes avesse accettato il ruolo. “Ecco un attore incredibile, pronto a mettersi alla prova per interpretare la fisicità di O’Brien nel modo più veritiero e rendere la performance il più autentica possibile. Con un attore del genere, iniziare è stato facile”, afferma il regista
I due si sono incontrati a Los Angeles e hanno pranzato insieme. “Ben mi ha affascinato quanto il suo meraviglioso copione”, racconta Hawkes. “E’ stato interessante parlare con lui. Ho subito chiesto a Ben se avesse considerato per la parte un attore disabile, e lui mi ha risposto che aveva speso molto tempo a fare audizioni, incontrando anche diversi attori disabili, alcuni dei quali hanno preso parte nel film in altri ruoli. Ma nessuna delle persone che aveva selezionato possedeva le qualità che stava cercando per la parte e per questo aveva considerato me. E sono felice che lo abbia fatto”.
“Quando ho letto per la prima volta l’articolo di Mark, pensavo che un attore disabile sarebbe stato più adatto per interpretare Mark. Volevo che la storia risultasse il più autentica possibile e questo mi sembrava il perfetto punto di partenza”, dice Lewin. “Ho inviato il copione a tre organizzazioni per disabili a New York, Los Angeles e San Francisco, ma senza alcun esito. Fra loro abbiamo scritturato due eccellenti attori disabili, Jennifer Kumiyama e Tobias Forrest, per interpretare gli altri personaggi disabili che compaiono nel film. Hanno dei ruoli piuttosto importanti e vantano una solida esperienza recitativa nonché un grande ritmo comico. Lavorerei di nuovo con loro senza pensarci due volte”.
Dopo aver accettato il ruolo, Hawkes si è sottoposto ad un’intensa preparazione che è iniziata con la lettura delle poesie, degli articoli e dell’autobiografia di Mark, How I Became A Human Being, compreso il saggio su cui si basa il film, cercando di imparare a conoscere a fondo la personalità di O’Brien. “Ho iniziato a considerarlo sia uno scrittore che un combattente”, spiega. “Era un uomo con un profondo senso della giustizia, non solo nei confronti dei disabili ma del genere umano in generale. Voleva combattere una lotta giusta. Inoltre non amava compatirsi. E questo è stato un aspetto importante che ho cercato di far emergere nella mia interpretazione”.
Hawkes già conosceva il documentario breve su O’Brien, nominato all’Oscar® nel 1996, dal titolo BREATHING LESSONS, di Jessica Yu: un film di 35 minuti in cui la cinepresa riprende O’Brien all’interno del suo polmone d’acciaio, che parla apertamente della vita, del sesso, del lavoro e della poesia. L’intonazione della particolare voce di O’Brien e le sue peculiarità sono diventate una risorsa incommensurabile. “Credo che se il documentario non fosse esistito, avrei senza dubbio interpretato Mark in modo diverso”, dice l’attore. “Ha rappresentato l’occasione di catturare la sua voce, la sua arguzia, la sua determinazione e le sue esperienze, e di comprendere il modo in cui il polmone d’acciaio ha modificato il suo modo di respirare”.
Inoltre Hawkes ha consultato quelli che hanno conosciuto bene O’Brien, specialmente la sua compagna Susan Fernbach, che ha sottolineato l’inesauribile senso dell’umorismo di Mark. “Susan mi ha detto che quando lei e Mark erano insieme, spesso ridevano insieme immaginando una situazione addirittura peggiore di quella. Ridevano di tutto, definendosi “un amante orizzontale e uno verticale’.” Hawkes ha inserito quest’umorismo nella sua performance, e spiega: “L’umorismo che proviene dalle situazioni meno felici è quello più interessante, per me”.
L’attegggiamento coraggioso e vivace di Mark era la priorità ma Hawkes ha voluto anche impersonare il suo corpo in modo realistico, quel corpo che per tanto tempo ha rappresentato un ostacolo all’amore che tanto anelava. Non è affatto vero che chi ha avuto la poliomelite non ha alcuna sensibilità sugli arti. Si percepiscono le stesse sensazioni degli altri, ma non si hanno i neuroni motori per muovere i propri muscoli. Hawkes voleva interpretare l’alterata fisicità di O’Brien senza alcun tipo di controfigura.
“Sapevo che avrei dovuto contorcere il corpo”, dice. “Mark aveva solo 90 gradi di mobilità; la sua testa e la sua spina dorsale era molto curvi e quindi ho iniziato da questo particolare. Non è possibile semplicemente simulare questa postura, perciò insieme al dipartimento degli attrezzi scenici abbiamo ideato un pallone delle dimensioni di quello da calcio, realizzato in gommapiuma, da mettere sul lato sinistro della colonna vertebrale per farla curvare, senza alcun tipo di trucchi o effetti CGI”.
Hawkes confessa che il suo chiropratico lo aveva avvertito che il suo corpo avrebbe potuto subire dei danni con questo strumento destinato a contorcerlo, che è stato ribattezzato “la palla della tortura”, ma afferma che ciò che ha dovuto sopportare per recitare questo ruolo non era nulla a paragone dell’esperienza che O’Brien ha vissuto minuto dopo minuto, giorno dopo giorno.
Ma Hawkes è andato oltre, trascorrendo varie settimane ad apprendere come comporre un numero di telefono e a scrivere a macchina con un bastone mosso dalla bocca. Inoltre ha voluto sperimentare di persona l’ambiente ristretto di un polmone d’acciaio. “La prima volta in cui John è entrato in un polmone d’acciaio ho avuto i brividi”, rivela Lewin. “Era una situazione assolutamente reale”.
Eppure, quando è iniziata la produzione, Hawkes ha abbandonato il rigido training fisico a cui si era sottoposto. “Ho cercato di dimenticare tutto quando la cinepresa ha iniziato a girare”, spiega. “Ho cercato di assorbire tutta l’esperienza dentro di me per riuscire a guardare gli altri negli occhi, e parlare con sincerità”.
Per Hawkes c’era un altro aspetto di cui tener conto in questa sfida: far spogliare Mark emotivamente tanto quanto fisicamente durante le sessioni con Cheryl. In quelle scene – scene d’amore assolutamente non convenzionali – emerge lo spirito di Mark. La chiave di questo è il legame che Hawkes ha sviluppato con Helen Hunt. Dice l’attore a proposito del loro rapporto di lavoro: “E’ stata coraggiosa ad accettare il ruolo, e vi si è calata completamente, sia fisicamente che emotivamente”.
Dice Hunt a proposito di Hawkes: “Nelle poche settimane di riprese in un certo senso ci siamo presi per mano avventurandoci in un territorio inesplorato. Sono stata fortunata ad aver lavorato con qualcuno di così grande talento”.
Lewin osserva che poiché Hawkes e Hunt non si erano mai incontrati, la loro estraneità ha esaltato il senso di inadeguatezza nelle scene intime che hanno girato insieme. “Il nervosismo fra gli attori ha funzionato molto bene nella storia perché il punto focale del rapporto fra Mark e Cheryl è proprio l’ansia che provano entrambi, la paura che prova lui apertamente e quella che prova lei, in modo nascosto. Quando John e Helen hanno dovuto recitare la prima scena di sesso, si sono trovati davanti ad una pagina bianca. Qualsiasi cosa avessero fatto, sarebbe stata totalmente nuova e inedita”.
La partner di Mark O’Brien, Susan Fernbach, afferma che la trasformazione di Hawkes l’ha veramente impressionata, perché rifletteva davvero lo spirito di Mark. “Sorrideva esattamente come Mark, sembrava che Mark fosse dentro di lui”, racconta. “Mi ha fatto venire i brividi”.
“Ho chiesto a Cheryl se pensava che fossi degno di essere amato sessualmente.
Lei rispose che ne era certa”.
– Mark O’Brien, On Seeing a Sex Surrogate
Mentre molte professioni non convenzionali diventano soggetti cinematografici, i cosiddetti surrogati sessuali non erano ancora mai stati esplorati. E’ un lavoro inusuale, facilmente fraintendibile, in cui si agisce in parte come psicologo, in parte come istruttore e in parte come un partner sessuale a pagamento. Le sessioni in cui Mark rompe il ghiaccio con Cheryl Cohen-Greene, Berkely, il “surrogato” che lo accetta come cliente nonostante la sua infermità, gli spiana la strada per poter vivere una vera intimità con una donna.
Per infondere a Cheryl l’aperta e disinibita mescolanza di durezza e tenerezza di cui aveva bisogno per intraprendere questo percorso con Mark, i filmmakers si sono rivolti a Helen Hunt (QUALCOSA E’ CAMBIATO, “Mad About You”), l’attrice premio Oscar® nota per la sua versatilità drammatica ed il suo incomparabile tocco comico.
“Helen riesce ad esprimere nel ruolo il vero significato dell’esperienza di Cheryl, il modo in cui solo trasforma Mark, lasciando emergere poco a poco la sua vulnerabilità, al punto in cui il pubblico smette di considerarla un surrogato sessuale ed inizia e vederla come una donna”, spiega Ben Lewin. “Helen ha trasmesso al personaggio un atteggiamento che sottintende: “Non faccio beneficenza. Sono qui per lavorare, quindi cominciamo subito’. Ma rivela anche la sua vulnerabilità quando spoglia Mark durante la loro prima sessione. Quando gli dice per la seconda volta, ‘bella camicia,’ si inizia ad intuire che questa donna non è poi così ‘dura’ come sembrava all’inizio”.
Hunt è rimasta conquistata dai vari strati presenti nel copione. Era affascinata dalla sfida che le si presentava di impersonare Cheryl sia come una professionista come tante altre, sia come una donna che crede con forza nell’importanza della sessualità nell’identità di un essere umano. “Forse la cosa più rara della mia professione è trovare una bella storia e secondo me questa era bellissima”, dice Hunt. “E’ una storia coraggiosa, diversa da qualsiasi cosa avessi mai letto prima d’ora. Cheryl può apparire come un personaggio prevedibile, invece presto sorprende le aspettative. Mi ha dato la carica con la sua comunicativa, la sua positività, il suo accento tipico di Boston, e le sue opinioni sul mondo e sul sesso”.
Anche Hunt, come Cheryl, è entrata in completa sintonia con Mark. Spiega l’attrice: “Secondo me la sua storia non parla di cosa significa avere la poliomelite, bensì di cosa vuol dire avere un corpo, a prescindere dall’oggetto che lo contiene. E’ una idea davvero positiva della sessualità”.
Hunt non sapeva nulla a proposito dei surrogati sessuali prima di accettare la parte e di conoscere Cheryl. Ma presto ha compreso che si tratta di una professione seria, che esplora un territorio delicato e che aiuta la gente a guarire.
“Posso solo parlare dell’unico surrogato sessuale che ho conosciuto, Cheryl, ma penso che sia una bella cosa aiutare le persone a scoprire il piacere nella loro vita senza provare disagio o preoccupazione”, commenta Hunt. “Cheryl era entusiasta del film, aperta e molto generosa… praticamente le ho chiesto di tutto. Credo che abbia una certa vocazione per questa professione”.
Dichiara Cohen-Greene, che ha condiviso con piacere i suoi ricordi e le sue esperienze con Hunt. “E’ stato il lavoro ideale per me perché anche stavo attraversando una fase in cui volevo sentirmi più a mio agio con me stessa e con la mia sessualità. Helen ha voluto conoscere qualsiasi dettaglio di ciò che dicevo a Mark durante le nostre sessioni. Voleva sapere come lo toccavo, e sono stata felice nel vedere che Helen nel film muoveva le mani proprio come avrei fatto io”.
Come la vera Cheryl, Hunt era determinata ad apparire esplicita, intrepida e completamente libera nelle sue interazioni con il personaggio di Hawkes. Lavorando con l’attore, ha compreso il modo in cui un surrogato si trova sempre sul filo del rasoio. “Quando apri il tuo cuore a qualcuno, lo fai veramente”, riflette l’attrice. “Credo che con Mark, Cheryl cerchi di aprire il suo cuore in modo da poterlo richiudere, ma in fondo non ci riesce”.
Queste scene sono state decisamente e spesso inaspettatamente ricche di emozioni, ma Hunt ha saputo anche esprimere il lato comico della situazione in cui un 38enne per la prima volta vive un’incontro intimo. “Quando hai paura di qualcosa ma allo stesso tempo la desideri con tutto te stesso, possono nascere situazioni molto divertenti”, osserva.
In ultimo Hunt spera di essere riuscita a catturare tutte le sfumature dei momenti intimi fra Cheryl e Mark sia comportandosi nel modo più naturale possibile sia restando sexy e spiritosa, proprio come ha fatto Cheryl durante le loro sessioni. Conclude: “Come tutti i lavori importanti, anche questo richiedeva coraggio e vulnerabilità. E questo film è stato decisamente fuori dal comune”.
“Volevo essere amato, abbracciato e apprezzato.
Ma la mia disistima e la paura erano troppo forti”.
– Mark O’Brien, On Seeing a Sex Surrogate
La persona che per prima inizia a parlare di sesso con Mark O’Brien in THE SESSIONS è un personaggio improbabile: il suo prete, Padre Brendan, che si ritrova a parlare apertamente con il suo parrocchiano non solo della fede ma anche dei meccanismi fisici relativi alla perdita della verginità.
In questa parte troviamo William H. Macy, il cui vasto curriculum comprende il ruolo nominato all’Oscar dello sventurato Jerry Lundegaard nel film FARGO dei fratelli Coen, o il ruolo premiato con l’Emmy® del venditore affetto da paralisi cerebrale in “Door To Door” o il suo ruolo attuale di padre single di una serie di figli disfunzionali nella commedia di Showtime “Shameless”.
Macy ha subito mostrato interesse per l’argomento del film. “Il copione era originale e molto ben scritto”, dice. “In primo luogo mi piaceva il fatto che fosse la storia di un uomo tenace e coraggioso determinato a vivere l’esperienza che desidera, l’amore, il sesso’. In secondo luogo mi piaceva l’idea che quest’uomo realizzi il suo desiderio in un luogo e un tempo in cui tutto era possibile e cioé la selvaggia e caotica San Francisco degli anni ’70 e ’80. E’ una bella storia e spero che abbia una certa risonanza”.
Il primo compito di Macy era quello di avvicinarsi a Padre Brendan a modo suo, come un uomo di fede che cerca di fare la cosa morale anche se, ironicamente, questo significa aiutare un membro del suo gregge a fare sesso a pagamento, cosa che in altre circostanze sarebbe considerata un peccato. “Amo questo prete perché è un brav’uomo e prende la decisione più giusta”, dice Macy. “Padre Brendan considera la situazione di Mark e pensa ‘Nel mio cuore so che Dio lo perdonerà’. E lo adoro per questo”.
Eppure Macy ha capito che non era una situazione facile per Padre Brendan, soprattutto quando sono iniziate le riprese in una chiesa vera e propria. “Mentre giravamo in una magnifica chiesa californiana ci sentivamo tutti un po’ a disagio a parlare di sesso”, confessa. “Ma ciò che dà la forza a Padre Brendan è la sua convinzione che la chiesa sia un luogo in cui si debba parlare di cose importanti e il sesso è un argomento importante”.
Macy ha portato in vita il suo ruolo mescolando abilmente umorismo e compassione nella relazione con John Hawkes. “John è fantastico”, commenta. “Interpreta questo ruolo complesso con un tocco leggero che ho apprezzato molto. C’è una scintilla nei suoi occhi, ma anche una grande voglia di andare a fondo delle cose. Non aggiunge nulla ma non nega nulla. E’ stato bellissimo lavorare con lui in questo ruolo”.
Più di tutto Macy ha apprezzato l’enfasi di Lewin rispetto al lato comico della situazione, che emerge a dispetto delle forti emozioni della storia. “Quando ne ho parlato con Ben, abbiamo entrambi concordato che la cosa importante fosse esprimere anche l’umorismo”, conclude Macy. “E’ un aspetto che aiuta il pubblico a conoscere bene questi personaggi”.
Hawkes è grato di aver avuto l’occasione di lavorare con Macy. “Ero euforico quando ho saputo che avrebbe interpretato Padre Brendan. Ero fuori di me dalla gioia”, racconta. “Anche Mark ha una vena umoristica ma l’umorismo di Bill è diverso, ed è necessario al film. E’ un umorismo generato dalla sua autenticità”.
“Ho paura di ricevere solo rifiuti, Ma temo anche di essere accettato ed amato. Perché se questo dovesse mai accadere, mi maledirò per tutto il tempo e tutta la vita che ho sprecato”.
– Mark O’Brien, On Seeing A Sex Surrogate
Accanto a John Hawkes, Helen Hunt e William H. Macy in THE SESSIONS c’è un cast di sostegno che interpreta il ruolo degli amici e dei medici che circondano O’Brien nel suo donchisciottesco tentativo di mezza età di sperimentare l’intimità sessuale. Fra questi troviamo: Moon Bloodgood nei panni di Vera, la studentessa di architettura che lo accompagna alle sessioni; Annika Marks nel ruolo dell’attraente infermiera di O’Brien Amanda; Rusty Schwimmer nel ruolo di Joan, l’infermiera meno spiritosa di Mark; Jennifer Kumiyama nel ruolo di Carmen, la cui vita sessuale attiva, nonostante sia anche lei disabile, incoraggia O’Brien a prendere la sua decisione; e Adam Arkin nel ruolo del marito di Cheryl, che diventa sospettoso quando la donna riceve una poesia d’amore da parte di O’Brien.
Gli attori sapevano che il film sarebbe stata un’esperienza diversa da tutte le altre. “Non avevo mai sentito parlare di surrogati del sesso per persone disabili”, dichiara Bloodgood. “E il mio personaggio, Vera, è diversa da tutti gli altri personaggi che ho interpretato finora. Non parla molto ma è dinamica. All’inizio lo considera un lavoro come un altro ma presto inizia ad affezionarsi a O’Brien. E’ un bel personaggio perché è molto diretta, va dritta al punto, non perde tempo”.
Marks ha amato il ruolo di Amanda, nonostante il fatto che sia l’infermiera che respinge le sue dimostrazioni d’affetto. “Gli spezza il cuore ma in realtà grazie a lei O’Brien si deciderà a tentare di vivere un’intimità vera e propria”, spiega l’attrice. “Lei gli vuole bene, ma non in quel senso”.
Marks era entusiasta di poter lavorare insieme a Hawkes. “E’ un attore incredibile, non trovo le parole per descriverlo”, continua. “Nonostante il suo ruolo fosse molto impegnativo a livello fisico ed emotivo, è stato la persona più generosa sul set”.
Schwimmer aveva lavorato con Hawkes ne LA TEMPESTA PERFETTA, ma stavolta i due hanno dovuto interagire in modo completamente diverso, e Schwimmer doveva incarnare l’infermiera meno compatibile con O’Brien. “La cosa buffa di Joan è che assiste un uomo gravemente disabile ma ricco di senso dell’umorismo mentre lei ne è assolutamente priva! E’ stato interessante incarnare una persona del genere mentre io sono esattamente l’opposto, perché vedo l’umorismo ovunque”.
Un’altra donna importante della vita di O’Brien è Carmen, un’amica disabile che ha una vita sessuale molto soddisfacente. E’ interpretata da Jennifer Kumiyama, che con THE SESSIONS debutta in un ruolo cinematografico. Kumiyama, affetta da una malattia rara fin dalla nascita ed eletta Miss Wheelchair 2010, dice di aver avuto bisogno di poca preparazione per incarnare il ruolo di Carmen. “Di solito non ho problemi a mostrare me stessa, le mie idee, i miei sentimenti, quanto sono a mio agio con il mio corpo e con la mia sessualità perciò non ho impiegato troppo a immedesimarmi in Carmen”, spiega.
Ma Kumiyama crede che se il film riuscirà a far parlare la gente di sesso e di disabilità, allora avrà raggiunto un ottimo risultato. “Spero che questo film riesca ad aumentare nel pubblico la consapevolezza rispetto alla comunità dei disabili perché spesso la gente non pensa che anche i disabili possano avere una vita sessuale attiva. Una bella ragazza su una sedia a rotelle non viene mai considerata solo una bella ragazza. La sedia a rotelle o la sua disabilità vengono sempre prima. Penso che questa storia potrà aprire la mente delle persone e scuotere alcuni pregiudizi”.
Adam Arkin considera interessante il ruolo del marito di Cheryl, perché ha immaginato cosa potrebbe voler dire avere una moglie il cui lavoro è quello di esplorare la sessualità con altri uomini. “Ho provato a immaginare la situazione e mi sembra davvero complicata”, confessa Arkin. “Persino per le persone più evolute. L’idea della sessualità è legata in genere ad un senso di attaccamento e di piacere, quindi penso che sia davvero molto difficile accettare una situazione tanto particolare”.
“Il mio desiderio di amare e di essere amato sessualmente
è pari al mio isolamento e al mio timore di uscirne”.
– Mark O’Brien, On Seeing a Sex Surrogate
THE SESSIONS attraversa due mondi contrastanti: l’atmosfera libera e spregiudicata di Berkeley e il regno personale di Mark O’Brien che vive una vita piena nonostante sia confinato in un polmone d’acciaio. Per mettere in scena queste due realtà, Ben Lewin ha lavorato con una squadra creativa che comprende il direttore della fotografia Geoffrey Simpson, la montatrice Lisa Bromwell, lo scenografo John Mott e la costumista Justine Seymour, che hanno creato un mondo realistico che consente ai personaggi e alle relazioni interpersonali di essere al centro dell’attenzione.
Simpson ha usato la camera digitale Red One per stabilire un contatto ravvicinato con il cast anche nei momenti più delicati e vulnerabili. “Geoffrey è un direttore della fotografia estremamente sensibile”, dice Helen Hunt. “Aveva senso dell’umorismo se necessario ed era discreto in altri momenti. Ha reso l’atmosfera perfetta nelle scene di intimità”.
Mott ha inoltre cercato sottigliezza nel design del film, inserendo dettagli dell’epoca che aggiungono gusto alla storia senza creare troppe distrazioni. “L’umorismo del copione è molto importante perciò volevo uno stile visivo piuttosto lineare. L’aspetto comico doveva emergere dal dialogo e dalle situazioni, questo era cruciale per rendere la storia interessante”, spiega.
Ha creato un contrasto fra il piccolo e disadorno appartamento di Mark, occupato per lo più dal suo polmone d’acciaio e gli ambienti più esotici in cui incontra Cheryl: la romantica stanza da letto in stile giapponese della sua amica disabile in cui hanno luogo le loro prime sessioni e poi la tipica stanza di un motel californiano anni ’50, in cui Mott ha costruito un teatro di posa. Per quanto riguarda il polmone d’acciaio di Mark, Mott ha preso in prestito l’ultima macchina funzionante dello stato della California da parte del Centro Nazionale di Riabilitazione Rancho Los Amigos per conferire la massima autenticità al ritratto di Hawkes.
Una delle cose più importanti che Mott voleva trasmettere attraverso lo stile, era la situazione che precede la comunicazione immediata, quella in cui una persona come Mark è costretta a vivere grandi difficoltà logistiche per potere essere indipendente, con il costante ausilio di personale infermieristico. “Aveva dei veri e propri problemi di comunicazione”, spiega. “Era importante che gli oggetti di prima necessità fossero sempre tutti vicini al polmone d’acciaio, cose come il telefono e il bastone che infilava in bocca. Tutte queste cose sono state parte integrante della sua vita ed era importante mostrarle”.
Per realizzare una scenografia in cui è presente un protagonista fisicamente immobile, la montatrice Bromwell ha dovuto esplorare nuove direzioni. “Di solito si effettuano tagli alle scene che mostrano la mobilità mentre in questo film abbiamo dovuto tagliare le emozioni, e questo non è stato facile. Ma con performance tanto straordinarie tutto diventa possibile”.
Riassume Lewin: “Voglio che gli spettatori percepiscano che questo film è diverso. Che si stanno avventurando in una esperienza nuova e che tutto può succedere. Considero questo film una sorta di catarsi, in cui si assistendo ad un’emozione, si provano emozioni e si vive quell’esperienza. Spero che le persone usciranno dal cinema riflettendo sulla vita in senso più ampio, anche se non sono dei filosofi, riuscendo a pensare al di là di se stessi”.
IL CAST
JOHN HAWKES (Mark) lavora incessantemente da quando è apparso nell’apprezzata performance di Teardrop in WINTER’S BONE (Un gelido inverno), il ruolo che gli è valso un Independent Spirit Award e una nomination all’Academy Award come Migliore Attore Non Protagonista, oltre ad altre candidature da parte dello Screen Actors Guild e di vari gruppi di critici cinematografici, aggiudicandosi il Virtuoso Award da parte del Santa Barbara Film Festival. Prossimamente apparirà nel film di Steven Spielberg LINCOLN. Ha inoltre completato la produzione di ARCADIA e THE PLAYROOM. Recenti film di Hawkes comprendono HIGHER GROUND con Vera Farmiga, CONTAGION di Steven Soderbergh e il grande successo del Sundance MARTHA MARCY MAY MARLENE (La fuga di Martha), che gli è valso una candidatura all’Indie Spirit Award come Migliore Attore Non Protagonista.
Hawkes aveva già interpretato ME AND YOU AND EVERYONE WE KNOW che ha vinto il Premio Speciale della Giuria al Sundance Film Festival 2005. Ha condiviso il premio della Camera d’Or e ha vinto nella sezione della Settimana della Critica Internazionale al Festival di Cannes 2005, con ben due nomination agli Independent Spirit Awards 2006. Ha interpretato e co-prodotto il film indipendente BUTTLEMAN, per cui ha ricevuto un Breakout Performance Award al Sedona Film Festival 2004. Altri suoi crediti comprendono: AMERICAN GANGSTER, MIAMI VICE, IDENTITY, THE PERFECT STORM (La tempesta perfetta), SMALL TOWN SATURDAY NIGHT, HARDBALL, WRISTCUTTERS: A LOVE STORY (Wristcutters – una storia d’amore), THE AMATEURS (La banda del porno – Dilettanti allo sbaraglio), FROM DUSK TILL DAWN (Dal tramonto all’alba), e SLIPPING-DOWN LIFE.
In televisione Hawkes ha recitato in due apprezzate serie di HBO: ha vestito i panni di Sol Star nella serie drammatica “Deadwood” e attualmente interpreta il ruolo di Dustin, il fratello di Danny McBride, nella commedia “Eastbound and Down”.
Nato e cresciuto in una zona rurale del Minnesota, Hawkes si è trasferito ad Austin, in Texas, dove ha intrapreso la carriera di attore e musicista. Ha contribuito a fondare la compagnia teatrale Big State Productions con cui è apparso in In the West al Kennedy Center di Washington, D.C. Ha recitato anche nello spettacolo Greater Tuna , una produzione che la compagnia ha portato in tutto il Paese, con soste più lunghe a Los Angeles, Chicago e San Francisco. Ha scritto ed eseguito il lavoro solista Nimrod Soul al Theatre at the Improv ed è apparso a Broadway in 24 Hour Plays al fianco di Sam Rockwell.
Hawkes ha scritto diverse canzoni per programmi e film TV; il suo brano ‘Bred and Buttered’ fa parte della colonna sonora di WINTER’S BONE (Un gelido inverno). Con la sua band King Straggler ha suonato al Sundance Film Festival, all’ SXSW Music Festival e in vari locali in tutti gli Stati Uniti. E’ attualmente impegnato nella scrittura e nella registrazione di un nuovo album.
HELEN HUNT (Cheryl) vanta una carriera prolifica non solo come attrice ma anche come scrittrice, regista e produttrice. Ha recitato in una varietà di ruoli per il cinema, teatro e televisione. Recentemente ha ultimato il film di Steven Bernstein DECODING ANNIE PARKER, con Samantha Morton.
Altri suoi crediti cinematografici comprendono: SOUL SURFER, EVERY DAY, BOBBY, THEN SHE FOUND ME (Quando tutto cambia), un film da lei scritto, prodotto e diretto, AS GOOD AS IT GETS (Qualcosa è cambiato), WHAT WOMEN WANT (What women want – Quello che le donne vogliono), CASTAWAY, A GOOD WOMAN (Le seduttrici), THE CURSE OF THE JADE SCORPION (La maledizione dello scorpione di giada) di Woody Allen, DR. T AND THE WOMEN (Il Dottor T e le donne) di Robert Altman, PAY IT FORWARD (Un sogno per domani) e TWISTER. All’inizio della sua carriera ha girato: : THE WATERDANCE (Vita di cristallo), KISS OF DEATH (Il bacio della morte), MR. SATURDAY NIGHT (Mr. sabato sera), PEGGY SUE GOT MARRIED (Peggy Sue si è sposata), NEXT OF KIN (Vendetta trasversale), GIRLS JUST WANNA HAVE FUN (Voglia di ballare), PROJECT X e MILES FROM HOME (Gli irriducibili).
Il suo lavoro televisivo comprende “Mad About You” e la miniserie di successo in onda su HBO “Empire Falls”. Per il ruolo di Jamie Buchman in “Mad About You”, Hunt ha ricevuto quattro Emmy Awards, quattro Golden Globe® Awards (tre come protagonista femminile e uno come produttore della migliore commedia), e uno Screen Actors Guild Award. Ha vinto inoltre il premio come migliore attrice ai Golden Globe, allo Screen Actors Guild e agli Oscar per il suo ruolo nel film AS GOOD AS IT GETS (Qualcosa è cambiato).
Hunt ha diretto diverse puntate televisive di “Mad About You”, “The Paul Reiser Show” e un recente episodio di “Californication” di Showtime. Nel 2007 ha diretto il suo primo film a soggetto THEN SHE FOUND ME (Quando tutto cambia), basato su un romanzo di Elinor Lipman. Hunt ha collaborato alla scrittura del film, di cui è stata inoltre produttrice ed interprete al fianco di Colin Firth, Matthew Broderick e Bette Midler.
Hunt è un’apprezzata attrice di teatro; lo scorso gennaio ha ripreso il ruolo dello stage manager della recente produzione di David Cromer Our Town al Broad Stage di Santa Monica. La prima volta in cui aveva recitato questo ruolo è stato nella produzione di Our Town del 2010 a New York, in scena al Barrow Street Theater. Altri suoi lavori teatrali comprendono: Twelfth Night (Viola) al Lincoln Center e Life X Three al Circle in the Square Theater; The Taming of the Shrew al NYSF-Shakespeare in the Park; Been Taken a EST; Much Ado About Nothing (Beatrice) al Shakespeare Center L.A;, The Guys and Methusalem con l’Actor’s Gang; The Value of Names allo Skylight Theatre; e Love Letters a Los Angeles, San Francisco e Boston.
Nata a Los Angeles, Hunt è cresciuta in un ambiente artistico. Suo padre Gordon Hunt è un regista e uno stimato insegnante di recitazione. Hunt vive a Los Angeles con il suo partner, Matthew Carnahan, e i figli Makena ed Emmett.
WILLIAM H. MACY (Padre Brendan), nominato all’Oscar e al Golden Globe e premiato con l’Emmy e il SAG Award™, è uno dei maggiori talenti della sua generazione. Macy è la star della serie di Showtime “Shameless”, lanciata il 9 gennaio 2011. Attualmente è impegnato nella produzione della terza stagione della serie, che andrà in onda a gennaio 2013.
Recentemente è apparso in THE DIRTY GIRL di The Weinstein Company, uscito il 7 ottobre 2011. Nel cast troviamo anche Juno Temple, Milla Jovovich e Mary Steenburgen. Ha recitato anche nel film di Lionsgate LINCOLN LAWYER, basato sul romanzo di Michael Connelly e interpretato da Matthew McConaughey e Marisa Tomei.
Nel 2007 è apparso nel blockbuster WILD HOGS (Svalvolati on the road), al fianco di John Travolta, Martin Lawrence e Tim Allen. Nel 2006 è apparso nel film indipendente BOBBY, che si basa sugli eventi romanzati che hanno portato all’assassinio del Senatore Robert F. Kennedy, nel 1968. Nel 2005 ha recitato nel film indipendente EDMUND, adattato dal play di David Mamet, e in THANK YOU FOR SMOKING, con Aaron Eckhart. Quello stesso anno è apparso nel film d’avventura SAHARA, con Matthew McConaughey e Penelope Cruz. Nel 2004, ha interpretato CELLULAR, insieme a Kim Basinger.
Ha ricevuto grandi plausi dalla critica per il suo ruolo nel film romantico THE COOLER. Il cast di sostegno comprende Alec Baldwin, Maria Bello, Shawn Hatosy e Ron Livingston. Ha letteralmente rubato la scena nell’apprezzato SEABISCUIT, un’epica americana basata sull’idea della determinazione e del trionfo, che ha luogo durante la Grande Depressione. E’ stato nominato al Golden Globe per il ruolo di Tick Tock McLaughlin e il film è stato nominato come Miglior Film.
Macy è soprattutto noto per il suo ritratto di Jerry Lundergaard in FARGO, che gli è valso la candidatura all’Oscar e la vittoria di un Independent Spirit Award come Migliore Attore Non Protagonista.
La lunga lista di crediti cinematografici di Macy comprende: THE DEAL, SPARTAN, IN ENEMY HANDS (U-429 – Senza via di fuga), MAGNOLIA, PLEASANTVILLE, HAPPY TEXAS, STATE AND MAIN (Hollywood, Vermont), JURASSIC PARK 3, FOCUS, WELCOME TO COLLINWOOD, PSYCHO, A CIVIL ACTION, BOOGIE NIGHTS (Boogie Nights – L’altra Hollywood), WAG THE DOG (Sesso e potere), AIR FORCE ONE, GHOSTS OF MISSISSIPPI (L’agguato – Ghosts from the past), MR. HOLLAND’S OPUS (Goodbye Mr. Holland), THE CLIENT (Il cliente), SHADOWS AND FOG (Ombre e nebbia), MURDER IN THE FIRST (L’isola dell’ingiustizia – Alcatraz), SEARCHING FOR BOBBY FISCHER (In cerca di Bobby Fischer), RADIO DAYS e PANIC.
Sul piccolo schermo Macy ha ricevuto una candidatura all’Emmy 2007 per il suo ruolo in “Umney’s Last Case” e nomination all’ Emmy, Golden Globe, SAG Award, Writers Guild Award 2005 per “The Wool Cap” ; è stato candidato all’Emmy nel 2004 per la sua performance di “Stealing Sinatra”, nel 2000 per il ruolo di star ospite in “Sports night” e per “A Slight Case of Murder” e nel 1997 come guest star di “ER” Inoltre nel 2002 è stato apprezzato per il ruolo di Bill Porter in “Door to Door”, da lui anche scritto. Il film è stato candidato a 12 Emmy, di cui se ne è aggiudicato sei, anche nella categoria Outstanding Made for Television Movie. Ha vinto nella categoria Migliore Attore Non Protagonista e Migliore Sceneggiatura di un Film per la Televsione, con Steven Schachter.
Ha girato numerosi ‘film della settimana’: “Reversible Errors”, “A Murderous Affair”, “Heart of Justice”, “Standoff at Marion” e le miniserie “Andersonville”, “The Murder of Mary Phagan” e “The Awakening Land”. Oltre al telefilm politico della BBC “The Writing on the Wall”, è apparso inoltre in due produzioni di Mamet, “The Water Engine” e “Texan” di Showtime. Sempre con Steven Schachter, ha scritto diversi copioni televisivi, compreso un episodio di “Thirtysomething”, il film HBO “Above Suspicion” e il film di USA Networks “The Con”, con Macy e Rebecca DeMornay. Ha recitato in TV in un ruolo di star ospite ricorrente nella serie di Showtime “Out of Order”, con Eric Stoltz, Felicity Huffman, Kim Dickens e Justine Bateman.
Nel 1972 ha co-fondato il St. Nicholas Theater insieme a David Mamet, e a Steven Schachter in Chicago. Ha dato vita a vari ruoli in alcune produzioni originali di Mamet, fra cui Bobby in American Buffalo e Lang in The Water Engine, affermandosi presto anche nei lungometraggi dello scrittore-regista Mamet. Ha continuato a lavorare con lui nel ruolo dell’autista mafioso di Things Change, di un marine in House of Games e di un agente FBI in Wag the Dog. Dopo essersi trasferito a New York nel 1980, ha continuato a la sua ascesa dando vita a nuovi ruoli, nelle produzioni off-Broadway di Baby with the Bathwater, The Dining Room (che in seguito è diventato un film PBS dal titolo “Great Performances”) Life During Wartime, Mr. Gogol and Mr. Preen, Bodies, Rest and Motion, e Prarie du Chen, Oh Hell di Mamet e Oleanna. In dieci anni di attività artistica a New York, Macy vanta quasi 50 lavori teatrali, fra cui la produzione di Broadway Our Town, che ha vinto il Tony® Award per il migliore cast corale. Nella primavera del 2000 l’attore ha calcato le scene teatrali londinesi, recitando nel revival di American Buffalo di David Mamet alla Donmar Warehouse. In seguito la produzione si è trasferita all’Atlantic Theater Company di New York dove ha registrato un record di repliche.
Macy è sposato con l’attrice Felicity Huffman, con cui vive a Los Angeles insieme alle loro due figlie.
MOON BLOODGOOD (Vera) è un’attrice esotica di origine coreana, olandese e irlandese, che si sta affermando sia al cinema che in televisione. Ha esordito da giovanissima come danzatrice professionista, riuscendo ad entrare a far parte della squadra delle Los Angeles Lakers Girls. Grazie alla sua passione per l’hip-hop, ha lavorato nelle tournée di Prince, Brandi e la rock band The Offspring. La sua bellezza ha affascinato diversi fotografi che l’hanno incoraggiata a diventare una modella. Dopo essersi recata a New York, ha iniziato a lavorare per le case di cosmetici Revlon, L’Oreal e Avon. Il noto fotografo David LaChapelle ha curato la sua campagna pubblicitaria della Diesel e poco dopo è apparsa nelle pubblicità femminili di Adidas e Nike. Bloodgood è stata selezionata da People Magazine fra le donne più belle del mondo sia nel 2006 che nel 2009.
Il film Dreamworks WIN A DATE WITH TODD HAMILTON (Appuntamento da sogno!) è stato il suo esordio, in cui ha recitato con Josh Duhamel. Poco dopo ha recitato con Ashton Kutcher nel film Disney A LOT LIKE LOVE (Sballati d’amore) e STREET FIGHTER (Street fighter – sfida finale) nel ruolo della dura detective tailandese il cui scopo è di abbattere un impero malvagio. Altri suoi ruoli comprendono: WHAT JUST HAPPENED? (Disastro a Hollywood) con Robert DeNiro; il film fantasy di 20th Century Fox PATHFINDER del regista Marcus Nispel, il film indipendente MOONLIGHT SERENADE al fianco di Amy Adams e l’acclamato dramma indipendente A BEAUTIFUL BOY con Maria Bello e Michael Sheen.
In televisione ha recitato nella serie ABC “Daybreak”, con Taye Diggs, “Burn Notice” con Jeffrey Donovan, e la protagonista femminile della serie NBC “Journeyman” con Kevin McKidd.
E’ l’attuale interprete della serie TV prodotta da Steven Spielberg “Falling Skies”, al fianco di Noah Wyle, la serie di TNT che ha registrato gli ascolti maggiori al suo debutto nel 2011, battendo ogni record della storia del network. Lo show è arrivato alla sua terza stagione.
Bloodgood vive a Los Angeles.
ANNIKA MARKS (Amanda) ha lavorato nel cinema per la Columbia Pictures in MONA LISA SMILE, THE UNDESERVED di ICF e nei premiati cortometraggi HARD TO COME BYe THE MUSHROOM SESSIONS. Annika ha lavorato a lungo a teatro e recentemente è apparsa nel ruolo protagonista di Lulu nella premiere mondiale di Mlle di Nicholas Kazan. E’ apparsa inoltre in God per l’Ensemble Studio Theatre-LA, per cui ha vinto il LA StageScene 2011 come Migliore Attrice di un Comedy-Drama. Nel 2010 ha vinto il LA StageScene Award come Migliore Attrice per il ruolo di Bethany nella premiere mondiale del play di Wendy Graf Behind the Gates. Ha recitato in decine di altri play a Los Angeles e a New York City. In televisione è stata star ospite di “Southland”e ha recitato nel pilota “Mama and Son”. Ha collaborato all’adattamento e ha prodotto il cortometraggio ME, YOU, A BAG & BAMBOOche ha ottenuto un grande successo nel circuito dei festival, ed è stato distribuito da Shorts International ed è disponibile su iTunes. Annika farà parte dei film imminenti JOE’S MOUNTAIN, scritto e diretto da Chuck Rose, A GREAT EDUCATIONscritto e diretto da Chris Keyser e ANYTHING, scritto e diretto da Tim McNeil, da lei prodotto insieme a Micah Hauptman, Ofrit Peres e Mark Ruffalo. Marks si è laureata presso la Circle in the Square Theatre School. Fa parte dell’Ensemble Studio Theatre di Los Angeles e di Safehouse,un’associazione di scrittori e registi creata da Jim Uhls.
RHEA PERLMAN (Mikvah Lady) è una star di cinema, teatro e televisione da oltre 30 anni. Ha vinto quattro volte l’ Emmy per il ruolo di Carla nel grande successo di NBC “Cheers”. E’ stata nominata all’Emmy per ben dieci volte nel corso della serie durata 11 anni e in cui è apparsa in tutti i 273 episodi.
Nel 2010 ha calcato le scene a Broadway con sua figlia Lucy, nel grande successo di Norah e Delia Ephron Love, Loss and What I Wore al Geffen Playhouse di Los Angeles. Madre e figlia avevano già recitato insieme nell’edizione di Broadway dello stesso play.
Ha recitato nella produzione di Broadway The Tale of the Allergist’s Wife, il play Off-Broadway The Exonerated e il revival in scena nella West End londinese di Boeing-Boeing. La sua performance nel ruolo dell’indulgente governante Bertha, le ha meritato critiche eccellenti.
Recentemente ha recitato in LOVE COMES LATELY, con grande plauso per il ruolo dell’amante sofferente lover Reisel e nel film per famiglie BEETHOVEN: THE REEL STORY per Universal Home Entertainment. Altri crediti cinematografici comprendono SUNSET PARK, CANADIAN BACON, CARPOOL e MATILDA, diretto e anche interpretato da suo marito Danny DeVito.
Ha intrepretato oltre 15 film per la TV, fra cui “Oliver’s Ghost” di Hallmark, “The Christmas Choir”, “Houdini”, “Secret Cutting” e “How to Marry a Billionaire”. Altri suoi crediti televisivi comprendono il ruolo di Zena in “Taxi”, il ruolo ricorrente di Tanya in “Hung” di HBO, “Law & Order: SVU”, “Kate Brasher” e “Pearl”, da lei interpretati e prodotti a livello esecutivo.
Perlman ha iniziato a scrivere libri per bambini nel 2005, e ha prodotto una serie di sei libri dal titolo Otto Undercover, che raccontano di un bambino precoce che diventa un pilota di macchine da corsa e un agente segreto che ama i giochi di parole e i palindromi.
Nata a Brooklyn, si è laureata in studi teatrali presso l’Hunter College di New York e in seguito ha ricevuto un dottorato onorario in Belle Arti. Ha tre figli ed è un’ attiva sostenitrice dei diritti dei bambini, attraverso varie organizzazioni di beneficenza, fra cui Los Angeles’ Best, Children’s Action Network, Children’s Hospital Los Angeles Diabetes Center. Perlman cura il blog di Huffington Post, e si occupa del processo di adozione dei bambini della casa famiglia del Los Angeles County. Nel 2010 ha ricevuto il National Angel Award da parte del programma Angels in Adoption del Congressional Coalition on Adoption Institute. Inoltre ha sostenuto la campagna per l’approvazione del California Fostering Connections to Success Act (AB 12), che consente ai ragazzi maggiorenni di restare nella casa famiglia fino a 21 anni di età. Campionessa di alfabetizzazione dei bambini, Perlman è una sostenitrice delle biblioteche pubbliche.
Vive a Los Angeles con la sua famiglia.
W. EARL BROWN (Rod) proviene da una famiglia di commercianti e di rivenditori di auto usate – l’ambiente migliore per diventare attore e scrittore! Nato a Golden Pond, nel Kentucky, fin da piccolo amava esibirsi per la sua famiglia nel portico di casa, giocando al Cavaliere Solitario nel giardino del retro, armato di una pistola giocattolo e di una vasta collezione di pupazzi di Johnny West e di G.I Joe. Quando, diversi anni dopo, si trasferì a Chicago, i suoi sogni gradualmente iniziarono a diventare realtà.
Si è laureato presso la Scuola Teatrale della DePaul University, nel 1989; subito dopo ha iniziato a recitare in vari teatri di Chicago; la sua performance in A View from the Bridge presso lo Steppenwolf Theatre ha lanciato la sua carriera nel cinema e nella televisione. I suoi lavori cinematografici a Chicago comprendono: BACKDRAFT (Fuoco assassino), THE BABE (Babe, maialino coraggioso), EXCESSIVE FORCE (Da solo contro tutti) e ROOKIE OF THE YEAR (La recluta dell’anno) oltre a diversi ruoli televisivi.
Ormai affermato nel mondo dello spettacolo, nel 1993 si è trasferito a Los Angeles. Wes Craven lo ha scritturato nel suo film NEW NIGHTMARE (Nightmare – Nuovo incubo) e quindi ha ottenuto ruoli in A VAMPIRE IN BROOKLYN (Vampiro a Brooklyn), che a sua volta lo ha accreditato per SCREAM. Due anni dopo ha interpretato il ruolo importante di Warren, il fratello mentalmente instabile di Cameron Diaz in THERE’S SOMETHING ABOUT MARY (Tutti pazzi per Mary). Altri suoi crediti del passato comprendono il film nominato all’Oscar BEING JOHN MALKOVICH (Essere John Malkovich), VANILLA SKY, DANCING AT THE BLUE IGUANA, THE ALAMO (Alamo – Gli ultimi eroi) e THE BIG WHITE.
I suoi numerosi ruoli televisivi di star ospite comprendono i seguenti programmi: “Luck”, “American Horror Story”, “Justified”, “Six Feet Under”, “NYPD Blue”, “X-Files”, “The Mentalist”, “CSI: Crime Scene Investigation” e “Seinfeld” nonché tre piloti. Il suo ruolo protagonista in “Meatloaf: To Hell and Back” di VH1 è solo uno dei numerosi film per la TV in cui ha lavorato.
Ha interpretato Dan Dority in “Deadwood” di HBO. Nel corso della seconda stagione, il creatore dello show David Milch ha invitato Brown a far parte dello staff di scrittore. Nel 2007, ha ottenuto una nomination al WGA per la sceneggiatura di una serie drammatica e una al SAG nella categoria “migliore cast corale”. Dopo essersi affermato in “Deadwood”, l’artista ha ricevuto varie proposte di scrittura per altri progetti. Nel 2011 la Sony ha distribuito BLOODWORTH, un film prodotto e scritto da Brown. Insieme al suo partner di produzione Shane Taylor, è attualmente impegnato nello sviluppo di BOMBERS, la vera storia dei Frederick Oklahoma Bombers del 1956, l’unica squadra di football di un liceo che ha ottenuto il riconoscimento nella Jim Thorpe Sports Hall Of Fame.
Brown presto farà la sua apparizione nell’atteso film di Paul Thomas Anderson THE MASTER, con Phillip Seymour Hoffman, che esplora la nascita della religione di ispirazione fantascientifica nell’America del dopoguerra.
Il 4 luglio 2013 apparirà nel film Disney THE LONE RANGER, realizzando finalmente il suo sogno di bambino di indossare un vero distintivo, sparare con una vera pistola e interpretare una grande sequenza d’azione.
Nonostante sia facile per gli attori venire etichettati all’interno dell’industria dello spettacolo, Brown è riuscito ad evitare qualsiasi stereotipo. Si è distinto sia nel cinema, che nella televisione che nel teatro, brillando in ogni genere, dalla commedia, al dramma, al musical. Si considera fortunato ad aver avuto l’occasione di poter recitare personaggi tanto vividi e vari, al fianco di artisti di grande talento.
Prima di trasferirsi a Los Angeles per unirsi al cast di “Deadwood” (HBO), ROBIN WEIGERT (Susan) ha calcato le scene teatrali di New York per quasi dieci anni, recitando a Broadway e nei teatri d’avanguardia, con nomination al Drama Desk e al Lucille Lortel Award per il suo lavoro in Madame Melville di Richard Nelson, facendo esperienza al fianco dei suoi attori preferiti fra cui Meryl Streep, Christopher Walken, Cherry Jones, Patti Lupone e Phillip Seymour Hoffman.
Recentemente è tornata a New York per recitare il ruolo di Angel in Angel’s in America di Tony Kushner, che è stato a lungo in scena al Signature Theater. Ma questa non è la prima volta che entra in contatto con il capolavoro epico di Kushner; dieci anni prima aveva interpretato la parte della madre mormone nella miniserie HBO premiata con l’Emmy Award “Angels in America”, diretta da Mike Nichols, e interpretata da Meryl Streep, Emma Thompson e Al Pacino.
E’ approdata nel mondo del cinema quando Stephen Soderbergh l’ha scritturata nel ruolo della teutonica bionda Hannelore in THE GOOD GERMAN (Intrigo a Berlino), con George Clooney e Cate Blanchett. Suzanne Bier (che ha recentemente vinto l’Oscar come Miglior Film) l’ha scritturata nel ruolo di Brenda in THINGS WE LOST IN THE FIRE (Noi due sconosciuti), un film con Benicio del Toro e Halle Berry. E’ seguito FRAGMENTS (Winged Creatures – Il giorno del destino), con un cast meraviglioso che comprende Forrest Whitaker, Kate Beckensale, Dakota Fanning, Guy Pierce and Josh Hutcherson. Ha interpretato la sorella nevrotica con la mania di controllo di Renée Zellweger in MY ONE AND ONLY ed è apparsa alleggerita di 7 chili e coperta di tatuaggi, nella parte della spogliarellista tossicodipendente Olive in SYNECHDOCHE, NEW YORK di Charley Kaufman. Rebecca Miller l’ha voluta nel ruolo di Trish, l’amante gentile e sprovveduta di Julianne Moore in THE PRIVATE LIVES OF PIPPA LEE.
Il 2012 finora è stato un anno davvero eclettico per l’attrice. Un recente ruolo di Weigert è quello della protagonista del film low budget CONCUSSION, attualmente in post-produzione al Tribeca Film Lab. CONCUSSION è un film che esplora con intelligenza la psicologia di una frustrate casalinga lesbica che in seguito ad un incidente in cui resta ferita alla testa, diventa una prostituta per sole donne.
Nella sua prova di recitazione più recente, Weigert interpreta una deputata che conduce una campagna anticonvenzionale per venire rieletta, apparendo in una brillante serie online dal titolo “Chasing the Hill”, al fianco di Matthew Del Negro di West Wing..
Weigert continua ad interpretare il ruolo ricorrente dell’avvocatessa in tacchi a spillo Ally Lowen, nella serie di FX “Sons of Anarchy”.
BLAKE LINDSLEY (Dottoressa Laura White) è nata e cresciuta a Los Angeles e ha studiato alla Yale University. Ha iniziato a recitare da teenager come doppiatrice per l’animazione e cantante nei festival di musica di Aspen e di Salisburgo. I suoi primi film sono stati GETTING IN di Doug Liman e SWINGERS. Subito dopo essersi laureata in studi teatrali a Yale, Lindsley ha girato STARSHIP TROOPERS (Starship troopers – Fanteria dello spazio) di Paul Verhoeven e DOGTOWN con George Hickenlooper. Ha recitato a lungo con la Pasadena Playhouse e il South Coast Repertory, fra gli altri teatri regionali, interpretando il ruolo di Amanda in Private Lives e ruoli protagonisti in The Countess, in Hedda Gabler, e nella premiere mondiale di The Ice-Breaker al Magic Theater di San Francisco. E’ stata star ospite in numerose popolari serie televisive, fra cui “Criminal Minds”, “Without A Trace”, “CSI: Crime Scene Investigation”, “Cold Case”, “Crossing Jordan”, “Frasier” e “NYPD Blue”.
Fra i suoi vari ruoli nei film per la televisione, il suo più noto è quello di Quincy Quince (elogiato dal New York Times) in “An American Daughter” di Wendy Wasserstein, con Christine Lahti e Tom Skerritt.
Lindsley vive a Hollywood Hills con suo marito, il produttore Stephen Nemeth, e il figlio Lincoln.
MING LO (Clerk) ha lavorato con registi del calibro di Sam Mendes, Clint Eastwood, Gabriele Muccino, Robert Zemeckis e John Avnet.
I suoi lavori comprendono: THE CHANGE UP (Cambio vita), THE PURSUIT OF HAPPINESS (La ricerca della felicità), JARHEAD, MILLION DOLLAR BABY e RED CORNER (Angolo rosso – Colpevole fino a prova contraria).
Recentemente Lo è stato ospite fisso della serie “Political Animals”.
Nata in California, JENNIFER KUMIYAMA (Carmen), è una cantante ed un’attrice professionista nata ad Arthrogryposis (AMC). Nonostante i medici le avessero pronosticato che non avrebbe mai potuto usare nessuno dei suoi arti, lei li ha smentiti, infatti ha imparato a scrivere, a stare in piedi, a nuotare e a fare surf. Kumiyama è uno dei membri del cast originale dello spettacolo Disney Aladdin: A Musical Spectacular, ed è la prima ed unica artista ad aver mai recitato su una sedia a rotelle in uno show della Disney. A teatro ha recitato in For Colored Girls Who’ve Considered Suicide When the Rainbow is Enuf allo Stella Adler Theatre di Hollywood. I crediti televisivi di Kumiyama comprendono lo show di Warner Brothers “Popstars” e “Awkward” di MTV. Nel 2010, è stata incoronata Ms. Wheelchair California, ed ha concorso per Ms. Wheelchair America.
RUSTY SCHWIMMER (Joan) è cresciuta a Chicago dove è diventata una fan del teatro, della musica e dei Chicago Cubs, Bears and Bulls. Negli anni in cui studiava, sognava di diventare cantante ed è stata presto attratta verso le grandi opportunità di Los Angeles.
Schwimmer è quindi approdata nel mondo del cinema e della televisione. Alcuni dei suoi ruoli più famosi riguardano A LITTLE PRINCESS (La piccola principessa) , TWISTER, ED TV, PERFECT STORM (La tempesta perfetta), THE RUNAWAY JURY (La giuria) e NORTH COUNTRY (North country- Storia di Josey). Ha inoltre recitato per il film TV “The Man Who Captured Eichmann” ( HBO) e la serie “The Guardian”, “Gilmore Girls”, “Picket Fences” e “Ned Blessing”, nonché come guest star in “Six Feet Under”.
I lavori più recenti di Schwimmer comprendono il film THE HAWK IS DYING con Paul Giamatti e Michelle Williams, la miniserie televisiva “Broken Rail” con Robert Duvall e THE INFORMANT, diretto da Steven Soderbergh e interpretato da Matt Damon.
Recentemente l’attrice è tornata a vivere a Chicago.
JAMES MARTINEZ (Matt) ha recitato regolarmente nella serie di FX “Gravity” ed è stato star ospite di “Fairly Legal”, “A Gifted Man”, “Leverage”, “NCIS”, “Numbers”, “Breaking Bad”, “Law & Order”, “Law & Order: Special Victims Unit” ed “Law & Order: Criminal Intent”.
E’ inoltre apparsa in BROTHER TO BROTHER, LOST REVOLUTION (I Believe in America), B-GIRL, BEARCITY 1, BEARCITY 2: THE PROPOSAL e recentemente in THE BITTER PILL per la regia di Steven Soderbergh.
A teatro Martinez ha lavorato con il Manhattan Theatre Club nella produzione di Itamar Moses Back, Back, Back, US Drag del regista Trip Cullman e nel play di Melinda Lopez Sonia Flew.
E’ laureato alla The Julliard School.
ADAM ARKIN (Josh) è apparso in innumerevoli produzioni TV fra cui: “Chicago Hope”, “Northern Exposure”, “Law and Order”, “The West Wing”, “Frasier”, “Boston Legal” e “Monk”, ottenendo due nomination all’Emmy per la recitazione.
Le sue apparizioni cinematografiche comprendono: A SERIOUS MAN, diretto dai Fratelli Coen, HITCH, eHALLOWEEN H2O: 20 YEARS LATER (Halloween H20: Venti anni dopo). Arkin è apparso in varie produzioni di Broadway e Off-Broadway fra cui: la premiere mondiale di Donald Margulies Brooklyn Boy, Guys and Dolls e I Hate Hamlet che gli è valso una candidatura al Tony Award.
Inoltre Arkin è noto per il suo lavoro di regia, che comprende alcune puntate di “Justified”, “Sons of Anarchy”, “Grey’s Anatomy”, “Boston Legal”, “Chicago Code”, “The Riches” e il film televisivo per Showtime “My Louisiana Sky” per cui ha vinto un Emmy Award.
I FILMMAKER
BEN LEWIN (Scrittore, regista, produttore) vanta una carriera che si espande in tre continenti e che comprende documentari, film a soggetto, film per la TV, miniserie e programmi a puntate. Nato in Polonia, è emigrato in Australia con la sua famiglia all’età di tre anni. Sin da ragazzo ha mostrato una grande passione per la fotografia e la scrittura creativa, ma ha anche studiato legge e lavorato come avvocato penale, carriera che ha interrotto quando gli è stata offerta una borsa di studio alla National Film School in Inghilterra. Dopo la laurea ha iniziato a lavorare per BBC Television come regista del programma Nation-wide a cui sono seguiti altri documentari e programmi di attualità per Thames, Granada e Channel Four Television. Il progetto con cui si è affermato come scrittore/regista è stato “The Case of Cruelty to Prawns”, un comedy-drama che ha vinto come Miglior FilmTelevisivo al prestigioso Melbourne Film Festival.
Alcuni dei crediti più importanti di Lewin comprendono il ‘giallo’GEORGIA con Judy Davis, che ha ottenuto otto candidature da parte dell’Australian Film Institute; il multipremiato “The Dunera Boys” con Bob Hoskins, la vera storia di 2000 ebrei anglosassoni che furono erroneamente sospettati di appartenenza nazista e deportati in Australia nel 1940; il premiato “Matter of Convenience”, un tele-movie sui matrimoni di convenienza, con Jean-Pierre Cassel; e PLEAD GUILTY, GET A BOND, che parla di una donna aborigena che entra in conflitto con il sistema legale australiano.
Lewin è noto negli Stati Uniti come scrittore e regista di commedie: PAPERBACK ROMANCE (Lucky Break), una storia d’amore fra due persone problematiche; il film è interpretato da Anthony LaPaglia e Gia Carides; THE FAVOR, THE WATCH AND THE VERY BIG FISH (Un pesce color rosa) un film farsesco con Bob Hoskins, Jeff Goldblum e Natasha Richardson. Recentemente il filmmaker ha infuso il suo gusto grottesco e percettivo a HOLLYWOOD GOLD, un documentario sulle disavventure legate alla vendita di gioielli nel periodo degli Oscar. Il suo lavoro televisivo comprende l’episodio che ha registrato il picco di ascolti di tutta la stagione di “Ally McBeal” (“Let’s Dance”), “Touched By An Angel”, nonché numerose puntate della popolarissima serie drammatica australiana “Sea Change”.
Lewin vive e lavora in California dal 1994, con sua moglie, la produttrice Judi Levin, e i loro tre figli.
JUDI LEVINE (Produttrice) è una nota produttrice attiva in Europa, in Australia e negli Stati Uniti. Il suo lavoro riflette la sua inclinazione nei confronti delle storie umoristiche, anche se la sua verve originale e la sua ironia non sono confinati al mondo della commedia. Produce documentari e film drammatici che hanno lo scopo di sensibilizzare il pubblico, e ama le storie di ogni genere che siano sincere ed avvincenti.
Nata a Melbourne, in Australia, Levine ha iniziato la sua brillante carriera di produttrice dopo la laurea in arte drammatica. Così come rivelano le sue scelte professionali, il suo fascino risiede in gran parte nella sua profonda consapevolezza delle questioni più vitali. Il suo documentario YARRABAH – A TEEN ODYSSEY, racconta la commovente vicenda che cambierà la vita di 15 adolescenti aborigeni. Il film segue il loro tentativo di realizzare un sogno impossibile e ne documenta le ripercussioni.
I crediti di produzione di Levine comprendono il film apprezzato dalla critica PAPERBACK ROMANCE (Lucky Break), con Anthony LaPaglia e Gia Carides e PLEAD GUILTY, GET A BOND, che ha vinto un AFI per la Migliore Sceneggiatura di un Cortometraggio. La sua vasta esperienza nella produzione comprende il film inglese SACRED HEARTS, la co-produzione europea THE FAVOR, THE WATCH AND THE VERY BIG FISH (Un pesce color rosa), con Jeff Goldblum e Bob Hoskins, e numerose premiate miniserie australiane fra cui “Waterfront” con Greta Scacchi e “The Dunera Boys” con Bob Hoskins e Warren Mitchell. Fra le sue opere documentaristiche, si distingue “The Migrant Experience”, una serie di sei ore che guarda all’Australia come ad una nazione di emigranti. Il documentario HOLLYWOOD GOLD, realizzato per Discovery Channel, è un’analisi sarcastica del commercio di gioielli a Beverly Hills e a Hollywood, che cambia per sempre la visione del pubblico nei confronti della notte degli Oscar.
Oltre alla sua carriera di produttrice Levine padroneggia l’arte del networking nella città cinematografica più difficile del mondo. Ha presenziato in vari forum e conferenze ed è stato un membro del comitato della Conferenza 2004 degli Scrittori di Los Angeles per parlare della produzione indipendente e di “lavorare sulla scena indipendente dal punto di vista del networking”. Partendo dalle esperienze di Los Angeles, Levine ha sviluppato i seminari “Jump Start to Hollywood”, rivolti ad aiutare i giovani ad affermarsi negli Stati Uniti. Oltre ad aver tenuto convegni in America, ha organizzato seminari anche in Australia.
Levine è sposata con lo scrittore/regista Ben Lewin con cui ha tre figli che hanno ereditato il loro eccentrico senso dell’umorismo.
STEPHEN NEMETH (Produttore) ha fondato la Rhino Films, la società di cinema indipendente che ha avuto origine da una divisione della famosa etichetta discografica anticonformista Rhino Records. Ha prodotto anche a livello esecutivo decine di film: FEAR AND LOATHING IN LAS VEGAS (Paura e delirio a Las Vegas), WHY DO FOOLS FALL IN LOVE, DOGTOWN AND Z BOYS e RADIO FREE ALBEMUTH(dall’ultimo romanzo di Philip K. Dick). E’ impegnato nella post produzione di SNAKE AND MONGOOSE, che parla di una leggendaria drag racing (gara fra due sole auto) e nella pre-produzione di C.O.G. (un adattamento di David Sedaris). I documentari di Nemeth comprendono WAR/DANCE, nominato all’Oscar 2008 come Migliore Documentario, FUEL(Audience Award Sundance ’08), FLOW(Sundance ’08), PICK UP THE MIC(Toronto ’05), CLIMATE REFUGEES (Sundance ’10), MR. BITCHIN’ che parla dell’artista Robert Williams, UNDER THE BOARWALK: THE MONOPOLY STORY e PATRIOCRACY; è impegnato nella produzione di A NUCLEAR FAMILY, RIDE WITH LARRY e STATE OF CONTROL. Fa parte del consiglio direttivo di numerose organizzazioni non-profit che comprendono Friends of the Earth, Children Uniting Nations e l’ International Documentary Association nonché della School for the Arts di di UC Santa Cruz.
MAURICE SILMAN (Produttore esecutivo) vanta oltre 30 anni di esperienza nello sviluppo delle proprietà industriali, ed è stato consulente ed investitore di vari progetti fra cui lo sviluppo delle tecnologie rinnovabili. Fra gli interessi di Silman troviamo l’innovazione dei sistemi idrici che avrà un forte e duraturo impatto sui metodi agricoli in Australia e in tutto il mondo. Al di là del suo impegno nei confronti degli aspetti più pragmatici dello sviluppo, Silman è un attivo sostenitore dell’istruzione, della musica e delle arti visive.
JULIUS COLMAN (Produttore esecutivo) e Ben Lewin sono amici da quando erano bambini. Come Lewin, Colman è nato in Polonia ed è cresciuto a Melbourne, in Australia. Hanno frequentato la Scuola Legale della Melbourne University; mentre Lewin ha iniziato a fare cinema, Colman e i suoi soci dello studio legale fondavano un’attività di gestione dei fondi.
Colman ha una laurea e un master in giurisprudenza conseguiti presso la Melbourne University, ed è un membro dell’Australian Property Institute. E’ il fondatore e il regista della Colman Foundation che lavora in collaborazione con il governo per aiutare l’istruzione dei bambini più svantaggiati.
Lewin e Colman hanno fatto parte anche di un trio musicale classico che organizzava concerti natalizi per beneficenza nelle case di riposo per anziani.
Negli ultimi anni DOUGLAS BLAKE (Produttore Esecutivo) è stato molto impegnato. Nel 2008 e 2009 ha prodotto e diretto un documentario sull’artista Robert Williams, intitolato MR. BITCHIN, presentato al Los Angeles County Museum of Art nel giugno 2010.
Nel 2009 ha amministrato la produzione e la post produzione di un film europeo da 3 milioni di dollari, girato a Budapest e a Los Angeles, dal titolo BETRAYAL, diretto da Hawk Gundersun. Nell’ottobre 2010 ha prodotto un altro film low-budget per Hawk, dal titolo CODEX.
Nel marzo 2010 si è recato a Ginevra, in Svizzera, per produrre un documentario sul volo intorno al mondo a bordo di un jet privato. Il film è stato presentato al festival Cinematografico di Mosca nell’ottobre 2011.
Blake quindi si è trasferito in Tailandia per produrre ANGELS, un film d’azione in lingua inglese ambientato in Asia, con Dustin Nguyen (21 JUMP STREET), Gary Daniels e Sahajk Boonthankit, diretto da Wych Kaosayrananda (BALLISTIC: SEVER VS. EKS). Il film sarà presentato al Festival di Cinema di Toronto nel settembre 2012.
Nel marzo 2012 è stato line producer e unit production manager del film da 3 milioni di dollari dal titoloSNAKE & MONGOOSE, diretto da Wayne Holloway e girato da John Bailey, attualmente in fase di postproduzione.
Nel luglio 2012 è stato line producer e unit production manager di un film dal budget microscopico dal titolo COHERENCE, diretto da Jim Byrkit (lo scrittore di RANGO e della trilogia PIRATES OF THE CARIBBEAN – Pirati dei Caraibi) che ora è in post-produzione.
GEOFFREY SIMPSON, ACS (Direttore della fotografia) vanta una carriera prolifica sia in Australia che all’estero. Nel 2011 ha lavorato in SATELLITE BOY diretto da Catriona McKenzie e girato nell’area di Kimberley, nell’Australia occidentale. Nei primi mesi del 2010 ha fotografato SLEEPING BEAUTY, il film di esordio della regista Julia Leigh e alla fine del 2009, THE LAST DRAGON, la prima coproduzione sino-australiana per la regia di Mario Andreacchio.
Melbourne ha fornito le location per le riprese di THE TENDER HOOK di Jonathan Ogilvie, con Rose Byrne e Hugo Weaving. In precedenza Simpson ha curato la fotografia di ROMULUS MY FATHER di Richard Roxburgh, con Eric Bana e Kodi Smitt McPhee. Ha lavorato come direttore della fotografia per la mini-serie televisiva “The Starter Wife” con Debra Messing, Judy Davis e Miranda Otto. I suoi lavori comprendono: LAST HOLIDAY (L’ultima vacanza) del regista Wayne Wang, con Queen Latifah e Gerard Depardieu, UNDER THE TUSCAN SUN (Sotto il sole della Toscana) con Diane Lane, per la regia di Audrey Wells, LITTLE WOMEN (Piccole donne), THE LAST DAYS OF CHEZ NOUS (Ultimi giorni da noi) per la regia di Gillian Armstrong, GREEN CARD (Green Card – Matrimonio di comvenienza) di Peter Weir, FRIED GREEN TOMATOES (Pomodori verdi fritti alla fermata del treno) di Jon Avnet, MR. WONDERFUL di Anthony Minghella, SHINE di Scott Hick, ‘TIL THERE WAS YOU (Solo se il destino) di John Seale e THE NAVIGATOR diretto da Vincent Ward.
Premiato con numerosi riconoscimenti, Simpson ha vinto l’Australian Film Industry Awards per OSCAR AND LUCINDA (1998), SHINE (1996), THE NAVIGATOR (1988) ed è stato nominato per SLEEPING BEAUTY (2011), THE TENDER HOOK (2008), ROMULUS MY FATHER (Meno male che c’è papà, 2007) e THE LAST DAYS OF CHEZ NOUS (Ultimi giorni da noi, 1992). ROMULUS MY FATHER (Meno male che c’è papà) gli è valso il National ACS Golden Tripod nel 2008. Nel 1985 ha vinto il Golden Tripod ACS Award e il Milli Award come Direttore della Fotografia dell’Anno per il film a soggetto PLAYING BEATTIE BOW.
LISA BROMWELL, A.C.E. (Montaggio) lavora sia al cinema che in televisione. I suoi crediti televisivi comprendono: “Weeds”, il pilota e la prima stagione di “InTreatment” nonché la serie vincitrice di un Peabody Award dal titolo “Nothing Sacred”. Ha lavorato con Randa Haines nel film di Showtime “The Outsider” e con David Carson in “In His Life: The John Lennon Story”, che le è valso la candidatura all’ACE Eddie Award.
Bromwell ha montato il cortometraggio premio Oscar LIEBERMAN IN LOVE di Christine Lahti. Per quanto riguarda i film a soggetto, è stata assistente al montaggio di THE SILENCE OF THE LAMBS (Il silenzio degli innocenti) e SHE-DEVIL (She-Devil – Lei, il diavolo). I suoi crediti nel montaggio comprendono THE LAWNMOWER MAN (Il tagliaerbe), SPRUNG e, insieme allo scrittore regista Sebastian Gutierrez, RISE (La setta delle tenebre), WOMEN IN TROUBLE e GIRL WALKS INTO A BAR.
JOHN MOTT (Scenografia) è un apprezzato scenografo che lavora negli Stati Uniti e in tutto il mondo, attiva nel cinema, in televisione, nella pubblicità e nei video musicali. Recenti film in cui ha lavorato comprendono: SNAKE AND MONGOOSE, COFFEE TOWN, ATLAS SHRUGGED e THE ONE. In televisione ha lavorato per la serata degli Emmy Awards 2011, nel dramma CBS postapocalittico “Jericho” e per la serie di Discovery Channel “Moments in Time” che gli è valsa una nomination all’Art Directors Guild Award per la Scenografia.
Mott vanta una vasta esperienza nella fase della “concept generation” sia al cinema che nel mondo digitale. E’ stato il rappresentante di spicco della sezione della scenografia digitale al NAB Show di Las Vegas, ed è stato invitato a parlare di scenografia all’ AFI.
E’ membro dell’American Academy of Television Arts & Sciences, dell’Art Directors Guild e della British Academy of Film and Television Arts.
Nato a Edimburgo, in Scozia, Mott è cresciuto a Sydney, in Australia, dove si è laureato presso la Sydney University.
E’ cittadino Americano e vive a Los Angeles.
JUSTINE SEYMOUR (Costumi) è una costumista e scenografa che ha lavorato in vari film a soggetto fra cui: A NEW YORK HEARTBEAT, 1,001 WAYS TO ENJOY THE MISSIONARY POSITION, THE TREE (L’albero), THE WAITING CITY, BLACK WATER, WEST, SON OF THE MASK (The Mask 2), A MAN’S GOTTA DO, YOU CAN’T STOP THE MURDERS, AVOCA, SWEET DREAMS e GLORY DAYS.
I suoi crediti televisivi comprendono le serie “I Didn’t Know I Was Pregnant”, il film per la TV “Left at the Altar”, la serie “Born on a Bad Day” e la miniserie “Mary Bryant”.
MARCO BELTRAMI (Musica) ha ottenuto la nomination all’Academy Award per le colonne sonore di 3:10 TO YUMA (Quel treno per Yuma) e THE HURT LOCKER. Ha composto la musica di LIVE FREE OR DIE HARD (Die Hard – Vivere o morire) , TERMINATOR 3: RISE OF THE MACHINES (Terminator 3 – Le macchine ribelli), I, ROBOT (Io Robot), e della serie di SCREAM. Le sue recenti colonne sonore comprendono THE WOMAN IN BLACK, SOUL SURFER e DEADFALL. Prossimamente lavorerà nel film apocalittico popolato da zombie dal titolo WORLD WAR Z, in SNOWPIERCER del regista Joon-ho Bong e in WARM BODIES per Summit Entertainment.
Nato a New York, Beltrami ha studiato musica alla Yale School of Music, e quindi in Italia; è stato apprendista del leggendario compositore Jerry Goldsmith, a Los Angeles.
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