Aspettando Les Miserables – Sia il produttore Mackintosh che il regista Hooper hanno preteso che tutti gli attori facessero un provino..Crowe è arrivato bagnato…

 


31 gennaio Les Misérables diretto da Tom Hooper (“Il Discorso del Re”) con protagonisti  Hugh Jackman, Russell Crowe, Anne Hathaway, Amanda Seyfried, Helena Bonham Carter e Sacha Baron Cohen

 

Sia Il produttore Cameron Mackintosh che Tom Hooper hanno preteso che tutti gli attori facessero un provino, il regista si è seduto con Hugh Jackman circa nove mesi prima che iniziassero le riprese principali del film. Dell’incontro, Hooper esclama: “E’ stato il provino più elettrizzante che io abbia mai fatto. Il controllo di Hugh sulla recitazione attraverso il medium della canzone è assolutamente straordinario. Riesce ad avere accesso alla vita emotiva dentro di lui attraverso il canto quasi più profondamente che attraverso il dialogo convenzionale. E’ così fluido e a suo agio quando canta che uno crede che questo sia il suo modo di comunicare.  Per me lui è stato il santo graal, un genio sia della recitazione che del canto.”

            Attore incredibilmente carismatico di teatro e cinema, il vincitore dei premi Tony e Emmy Jackman voleva fare un musical da un po’ di tempo. L’attore australiano condivide il ricordo di Hooper del suo provino: “E’ durato tre ore.  Era la prima sessione di lavoro di Tom con il copione e si è trasformata in un laboratorio. E’ stata senza dubbio l’audizione più emozionante della mia vita, ma alla fine ho dovuto dire a Tom che dovevo andare a casa a mettere a letto i miei figli.”

            Già fan dello spettacolo, Jackman aveva visto Les Misérables tre volte e aveva infatti cantato “Stars” durante uno dei suoi primi provini, fresco di scuola di recitazione.  “Valjean è uno dei personaggi letterari più grandi di tutti i tempi,” dice l’attore. “Lo segui per un periodo di venti anni, dalla sua liberazione su parola dalla prigione, al suo diventare il sindaco di una città per poi diventare di nuovo un reietto, un fuggitivo. Nel corso di questo tempo si vedono gli alti e bassi, le sofferenze e le gioie che la vita ci da’. Lui è incredibilmente umano, notevolmente stoico e forte e, alla fine, un esempio da seguire. La sua vita è davvero epica.”

            Attratto anche dal tema universale della redenzione che la storia di Hugo evoca, Jackman dice: “Valjean è il destinatario di uno dei momenti di perdono e di grazia da parte del cardinale più belli e toccanti e, nella vergogna di quel momento, decide di ravvedersi e dedicare la sua vita e la sua anima a Dio e mettersi a servizio della comunità.  Lui lotta costantemente per essere una persona migliore, per essere all’altezza di quello che, secondo lui, Dio vuole da lui.”

            Noto come star dell’action, Jackman ha sopportato regimi di allenamento estenuanti per interpretare James Howlett, meglio noto alle legioni di fan come Logan/Wolverine.  Cionostante, parlando della parte fisica del ruolo di Valjean, l’attore dice: “Non ho mai interpretato un ruolo che volesse di più da me o che richiedesse un impegno fisico ed emotivo di questa portata. Valjean esigeva tutto quello che ho fatto. Tutte le cose che ho fatto fino a qui, sia sul palcoscenico che per il cinema, si sono riunite in questo ruolo. E’ il ruolo di una vita.”

            Jackman ha accolto le sfide fisiche e i cambiamenti richiesti dal personaggio che passa da prigioniero a reietto a sindaco nel corso di parecchi anni. E’ stato deciso di girare le scene del prigioniero Valjean all’inizio delle riprese principali per permettere a Jackman non solo di perdere peso ma di farsi crescere la barba. “Era importante raccontare la storia che lui era stato in prigione per 19 anni” dice Jackman.  “Io sono sopravvissuto mangiando pochissimo, ma Valjean era anche noto per la sua forza e per questo per un periodo ho trascorso tre ore al giorno in palestra.  E’ stato un duro inizio.”  Jackman era così impegnato nella parte che per 36 ore prima di girare le sequenza di apertura del film, l’attore ha anche deciso di stare senza acqua. Questo lo ha reso scavato e scarno come si addice a un prigioniero di quell’epoca.  

Come protagonista del film, Jackman avrebbe fatto qualunque cosa con Hooper, la sua troupe e i suoi colleghi attori e ammette che non riesciuva a pensare a un altro regista con il quale avrebbe fatto lo stesso: “Tom è perfetto per questa storia. E’ schiavo dei dettagli e della Storia, proprio come Hugo. E’ incredibilmente intelligente, ha il controllo totale sul copione e si sente completamente a suo agio con la forma musicale. Penso che lui sia un grande cineasta che ha deciso di scalare il Monte Everest del filmmaking.  Lui è stata la nostra guida impavida.”

            Trovato il loro Valjean, i realizzatori erano determinati a trovare un attore abbastanza convincente da recitare accanto a Jackman nel ruolo di Javert.  E gli è venuto subito in mente l’attore, premio Oscar®, Russell Crowe.  Il filmmaker ricorda: “Non sapevo che Russell fosse un cantante così imperioso, o che avesse iniziato la sua carriera a teatro nel musical. Aveva grande desiderio di fare un musical. Non potevamo credere alla nostra fortuna. Una delle più grandi star del pianeta e uno dei più bravi attori del mondo era un appassionato di musical con un background musicale!” 

            A differenza della maggioranza dei suoi colleghi, Crowe non ha visto lo spettacolo fino a dopo essere stato contattato dai realizzatori del film, ma ha capito al volo il perché della sua longevità. “C’erano tante canzoni intense e temi di interesse universale” dice l’attore.  Crowe si è entusiasmato della sfida molto velocemente. “Era una cosa che volevo fare. Volevo trascorrere quel tempo con la musica nella mia vita. circondato dalla musica, come è stato per gran parte della mia vita.”

            Crowe, come Jackman, non ha avuto alcun problema a fare un provino per Hooper e i produttori, e l’audizione è stata fissata due mesi dopo il suo incontro iniziale con il regista. Fellner spiega: “Gli attori hanno capito che l’audizione era per il loro bene tanto quanto per il nostro. Volevamo essere sicuri che si sentissero a loro agio a cantare e recitare, e che potessero farlo per 12 settimane di riprese.”

            L’attore ammette di aver avuto un approccio inusuale al seguito, e ricorda: “Mi ero fatto l’idea che il giorno dell’audizione sarei dovuto arrivarci a piedi, cosa che avrei fatto agli inizi della mia carriera, quando un provino significava fondamentalmente mangiare o non mangiare oppure riuscire a pagare l’affitto o no. L’appuntamento era a 28 isolati da dove stavo io e pioveva tantissimo. Ho avuto la possibilità di saltare su un taxi, ma sapevo che se l’avessi fatto il provino non sarebbe andato bene.” Con grande sorpresa dei produttori, Crowe è arrivato all’audizione bagnato fradicio.  “Non credo di essere stato più contento di interpretare un personaggio dai tempi di John Nash in A Beautiful Mind.”  

            Fondamentale per il ritratto di Crowe del leggendario antagonista era far uscire da Javert la motivazione per cui lui segue caparbiamente e con ostinazione Valjean nel corso dei decenni…. e perché fa il sacrificio supremo per la legge e l’ordine. Hayward riflette: “Ci voleva un attore di immensa bravura per scandagliare le profondità del personaggio, come ha fatto Russell, per capire perché alla fine quest’uomo si sarebbe tolto la vita.”

            Crowe offre la sua opinione sul dilemma fondamentale di cui parla Hayward: “Javert è un uomo con una moralità molto precisa e una comprensione precisa e specifica del modo in cui va il mondo: ciò che è bene e ciò che è male. Quando capisce di avere torto, quando un uomo che lui crede cattivo si scopre essere buono, Javert va in pezzi.” 

            Come nel caso del suo Valjean, il Javert di Hooper si è dedicato anima e corpo a far vivere il personaggio.  “La preparazione di Russell per questo ruolo è stata straordinaria, e lui è una persona con cui lavorare è stato fantastico,” si complimenta Hooper.  “Ha un intelletto molto fino e tantissimo da dare e aggiungere al racconto, cosa di cui io ho goduto e beneficiato.”

Facendo eco a Jackman, Crowe riconosce la fatica erculea che Hooper ha fatto: “Tom ha messo ogni grammo del suo essere in questo film. Ha lavorato sette giorni a settimana riuscendo comunque a rimanere saldo ed equilibrato. E’ un tipo tosto; quando vuole qualcosa, la vuole e l’avrà, ma è questo il genere di regista con il quale si vuole lavorare.”

 

 

Con Jackman l’attrice era in buona compagnia. Anche Hathaway ha trascorso tre ore con Hooper in audizione e ha aspettato un mese prima di sapere che aveva avuto la parte forse del personaggio più tragico della storia di Hugo. Costretta a prostituirsi dopo essere stata cacciata dalla fabbrica, la discesa di Fantine verso la completa degradazione è straziante. “Lei vuole solo amore ed essere libera di amare,” spiega Hathaway, “ma il cuore che vuole condividere viene danneggiato e disprezzato. La profondità della sofferenza di Fantine da’ vita all’amore che sperimentiamo nel resto del film.”

 

            La dedizione di Hathaway al ruolo è stata straordinaria sotto ogni punto di vista, e il suo viaggio fisico, come quello emotivo, è stato intenso come quello di Jackman. Non solo ha scelto di tagliarsi i suoi propri capelli nella scena in cui Fantine vende le sue trecce, l’attrice già magra ha anche perso molti chili per rendere credibile il declino di Fantine causato dalla tubercolosi che alla fine sarà anche la causa della sua morte.

 

Hooper dice:  “Annie è l’equivalente femminile di Hugh quanto alla sua straordinaria capacità di sapere come si recita attraverso le canzoni. E non è solo recitare attraverso le canzoni. E’ recitare in primo piano attraverso le canzoni, cosa che è molto diversa da fare la stessa cosa sul palcoscenico.”

 

 

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