Disney presenta la nuova opera dell’acclamato regista Tim Burton: Frankenweenie, un film in 3D dalle sorprendenti immagini in bianco e nero, realizzato in stop-motion, e doppiato nella versione originale da Catherine O’Hara, Martin Short, Martin Landau, Charlie Tahan, Atticus Shaffer e Winona Ryder.
Frankenweenie è il tenero racconto di un bambino e del suo cane Sparky. Dopo aver inaspettatamente perso il suo adorato Sparky, il giovane Victor sfrutta il potere della scienza per riportare in vita il suo amico, con qualche lieve variazione. Prova a nascondere la sua creazione, ma, quando Sparky esce di casa, i compagni di scuola di Victor, gli insegnanti e l’intera città scoprono che “tenere al guinzaglio una nuova vita” può essere mostruoso.
Frankenweenie trae ispirazione dai classici horror che hanno nutrito gli anni della giovinezza di Tim Burton, non solo perché è stato girato in bianco e nero, ma anche per l’innocenza espressa dalla tecnica di animazione stop-motion che rispetta la naturalezza della storia, arricchendola di profondità e di dettagli.
Frankenweenie è il primo film in stop-motion che Burton ha diretto per Disney, e lo ha prodotto insieme ad Allison Abbate, con Don Hahn nel ruolo di produttore esecutivo. Sia Abbate che Hahn sono due veterani dell’animazione: Abbate ha prodotto, fra gli altri, Il gigante di ferro e il film di Tim Burton La sposa cadavere, mentre Hahn ha prodotto i film Disney La bella e la bestia e Il re leone.
La storia è stata scritta da John August ed è basata su una sceneggiatura di Lenny Ripps, a sua volta tratta da un’idea originale di Tim Burton. I crediti di August includono: Dark Shadows, La sposa cadavere, La fabbrica di cioccolato e Big Fish.
Burton ha studiato presso la CalArts al fianco di animatori del calibro di Henry Selick, John Lasseter, Brad Bird e John Musker e in seguito si è unito a Disney come animatore. Tuttavia il suo talento e la sua visione originale non potevano restare imbrigliati a lungo: Burton ha iniziato presto a realizzare i film con cui entusiasma il pubblico da 25 anni.
Il suo genio creativo ha prodotto una varietà di film sia live-action che stop-motion, che hanno ricevuto importanti riconoscimenti. Gli amati film live-action di Burton come Beetlejuice, Edward mani di forbice, La fabbrica di cioccolato, Batman, Sweeney Todd: il diabolico barbiere di Fleet Street e il suo recente Alice in Wonderland hanno deliziato generazioni di spettatori. Alice in Wonderland ha ricevuto la nomination al Golden Globe® come miglior film, musical o commedia, vincendo due Academy Awards® per la migliore direzione artistica e i migliori costumi, con un incasso di oltre 1 miliardo di dollari nei botteghini di tutto il mondo.
Frankenweenie è il terzo film di Tim Burton in stop-motion, e segue le orme delle due sue opere precendeti: La sposa cadavere, nominato all’Oscar® come Miglior film d’animazione, e The Nightmare Before Christmas, nominato all’Oscar® per i Migliori effetti visivi.
Nonostante le sue creazioni possano ormai considerarsi un patrimonio, Burton dichiara: “Quando faccio un film, mi basta sapere che ha avuto in qualche modo un effetto positivo sulla vita di qualcuno: per me questa è l’unica cosa che conta”.
LA VISIONE DI FRANKENWEENIE
Quando Tim Burton ha originariamente concepito l’idea di Frankenweenie, lo ha immaginato come un lungometraggio in stop-motion. Ma a causa dei limiti imposti dal budget, nel 1984 ne ha fatto un cortometraggio live-action per Disney.
All’epoca fu lo stesso Burton a realizzare i disegni dei personaggi da lui immaginati, e per questo lungometraggio animato ha utilizzato quei disegni originali, oltre ad altri creati appositamente per i nuovi personaggi del film. Molti di questi sono ispirati ai personaggi dei classici film horror degli anni ’30 e anche i nomi con cui li ha battezzati gli rendono omaggio.
Il Sig. Rzykruski, doppiato nella versione originale da Martin Landau, è un tributo a Vincent Price, il compianto attore noto per i suoi leggendari ruoli nei film horror La maschera di cera, Il mostro delle nebbie e L’esperimento del dottor K. Nel 1982 Price è stato la voce narrante di Vincent, il corto di sei minuti in stop-motion di Burton, che parla di un bambino che immagina di essere Vincent Price. In seguito Price ha recitato il ruolo dell’inventore nel film fantasy di Burton Edward mani di forbice, e quello è stato il suo ultimo ruolo sul grande schermo.
Burton ha sempre desiderato realizzare un lungometraggio di Frankenweenie. Da bambino amava guardare i vecchi film horror, in particolare Frankenstein ma l’elemento più importante è il suo personale coinvolgimento nella storia del ragazzo e del suo cane.
Spiega il regista: “Il mio interesse iniziale nei confronti di Frankenweenie era basato sull’idea di un ragazzo che diventa grande e sulla mia passione per gli horror. Ma mi sono ispirato anche al forte legame che ho avuto, quando ero bambino, con il mio cane. Il rapporto con un animale è speciale e genera forti emozioni. I cani non vivono quanto gli esseri umani quindi generalmente siamo costretti ad assistere alla fine di questo rapporto. Questo elemento, oltre alla storia di Frankenstein, mi appassionava, anche perché si lega ad un ricordo personale”.
Burton ritiene che i film horror, così come le favole e le leggende, esprimano un diverso modo di leggere la realtà; inoltre l’utilizzo della tecnica di stop-motion in Frankenweenie riflette la storia di Frankenstein, arricchendola di profondità. “Si tratta della possibilità di poter creare qualcosa dal nulla, che è uno dei motivi per cui mi piace l’animazione in stop-motion”, spiega Burton. “Si tratta sostanzialmente di un pupazzo inanimato al quale viene data la vita”.
I PERSONAGGI
Segue la descrizione dei personaggi e dei mostri creati per Frankenweenie.
VICTOR
Victor Frankenstein è un intelligente e intraprendente bambino di 10 anni, dedito alla scienza. Vive con i suoi genitori e il suo cane, Sparky, nella città di New Holland. Nel suo laboratorio in mansarda, Victor si dedica totalmente alla realizzazione di film e invenzioni. Quando Sparky viene accidentalmente investito da una macchina e muore, Victor utilizza la sua invenzione scientifica per riportarlo in vita.
SPARKY
Sparky è un bull terrier devoto e giocherellone, la cui curiosità è condivisa dal suo amato padroncino, Victor. Sparky si diverte a rincorrere le palline ed essere il protagonista dei film girati da Victor. È un vulcano di energia ed entusiasmo, che non si spengono nemmeno con la sua prematura morte.
IL SIGNORE E LA SIGNORA FRANKENSTEIN
Il Signor Frankenstein è un agente di viaggio, gentile e socievole, a cui piace dispensare consigli al proprio figlio. È molto orgoglioso di Victor, ma è preoccupato del fatto che non abbia altri amici al di fuori di Sparky. Preferirebbe che suo figlio fosse più socievole e, per questo motivo, lo incoraggia a entrare nella squadra di baseball. Il Signor Frankenstein ha un rapporto amorevole con sua moglie, la mamma di Victor.
La Signora Frankenstein è una mamma dolce, che sostiene suo figlio e lo incoraggia nelle sue ricerche scientifiche, anche se gran parte dei suoi elettrodomestici finiscono in soffitta! Ama leggere e guardare film insieme a suo marito, trascorrere il tempo con la sua famiglia e in compagnia dei suoi libri.
IL SIGNOR BURGEMEISTER
Il Sig. Burgemeister è il vicino di casa dei Frankenstein e il sindaco di New Holland. Irritabile e chiassoso, è fanatico del suo giardino e non sopporta né Sparky né qualunque altra cosa possa minacciare la perfezione dei suoi tulipani. Il Sig. Burgemeister dimostra la sua autorità anche con la sua nipotina Elsa Van Helsing costringendola a diventare la piccola star della festa cittadina.
EDGAR
Edgar è un ragazzino disadattato che non ha amici ma desidera disperatamente fare coppia con Victor per la fiera delle scienze. Nei suoi tentativi di farsi accettare, Edgar ha la tendenza a combinare dei pasticci e spesso parla senza prima pensare. Sebbene prometta di non raccontare a nessuno il segreto di Victor, spiffera tutto accidentalmente.
ELSA VAN HELSING
Elsa Van Helsing è una compagna di classe di Victor un po’ cupa e di profondi sentimenti. Vive nella casa accanto a quella del ragazzo, con lo zio tiranno, il Signor Burgemeister, che la costringe a essere la “Piccola Olandesina” dell’anno durante la festa cittadina. Elsa ha anche un cucciolo, una barboncina di nome Persefone, ed entra in grande empatia con Victor quando perde Sparky.
PERSEFONE
Persefone è una barboncina nera tenuta alla perfezione con un’enorme nuvola di peli sulla testa. È curiosa e flirta con Sparky, ed è estremamente fedele alla sua padroncina, Elsa. Quando Persefone e Sparky si incontrano per la prima volta, nel giardino di casa, scatta immediatamente la scintilla.
IL SIGNOR RZYKRUSKI
Il Sig. Rzykruski è il nuovo insegnante di scienze nella scuola elementare di New Holland. Ha un leggero accento dell’Est Europa e un modo unico di spiegare le cose. Va molto d’accordo con i suoi studenti, tuttavia i genitori fraintendono il suo stile di insegnamento appassionato. Il Sig. Rzykruski è il mentore e la fonte di ispirazione per Victor, gli insegna che la scienza può realizzare sia cose belle che cose brutte e che se uno scienziato non mette il cuore nel proprio esperimento, le conseguenze potrebbero essere disastrose.
NASSOR
Nassor è un ragazzino estremamente intelligente, serio e profondo. Ha una visione della vita più cupa e catastrofica rispetto agli altri ragazzini di New Holland. Nassor è inizialmente scettico rispetto alle voci che girano sugli esperimenti di Victor con l’elettricità, ma una volta convinto cerca in tutti i modi di scoprire i segreti del suo compagno di scuola.
STRANELLA
Stranella non si trova a proprio agio con gli altri ragazzi di New Holland, ma è facile intuirne il motivo: consegna inquietanti presagi con una voce mono tono e lo sguardo fisso. La sua costante compagnia è il suo soffice gatto bianco, Signor Baffino, con il suo stesso imperturbabile sguardo fisso. Gli altri ragazzini le stanno alla larga, soprattutto quando Stranella comincia a parlare dei sogni del Signor Baffino.
TOSHIAKI
Toshiaki eccelle in tutto ed è ultracompetitivo. Gli piace battere Victor e, come uno scienziato pazzo affamato di potere, Toshiaki non si ferma davanti a niente per vincere il primo premio nella gara di scienze a scuola, anche se questo dovesse significare rubare le idee di Victor.
BOB
Bob è un mammone ed è il “braccio” della mente di Toshiaki. È gradevole e mai meschino, ma è anche facilmente influenzabile e credulone. Bob segue Toshiaki ovunque, ma sarà il primo a correre in soccorso di Victor quando questo si troverà nei guai fino al collo.
LA MAMMA DI BOB
La mamma di Bob è una grassottella casalinga di periferia, facilmente soggetta ad attacchi di panico e isterismo ogni qual volta le cose vanno storte. Ha una visione molto semplice e stereotipata della vita, e la condivide senza problemi con tutti. Adora suo figlio Bob ed è convinta di agire al meglio, anche se spesso fraintesa, negli interessi di lui.
I MOSTRI
IL MOSTRO TARTARUGA
Quando Toshiaki scopre il segreto della rianimazione di Victor, è certo di riuscire a vincere la fiera della scienza. Quindi procede alla riesumazione di Shelley, la sua tartaruga deceduta ma, conducendo l’esperimento, le cose vanno terribilmente male. La tartaruga resuscitata torna in vita con un ruggito e cresce a dismisura. Toshiaki non può far altro che fuggire mentre la tartaruga mostruosa si dirige verso la città, distruggendo ogni giardino e ogni recinto lungo la strada.
LA MUMMIA CRICETO
Nassor è convinto di poter riportare in vita il suo criceto Colossus con i metodi scientifici di Victor. Libera il suo criceto dal cimitero degli animali della città, creando un piccolo mostro fasciato come una mummia, che si considera invincibile.
IL RATTO MANNARO
Finito nel bidone dell’immondizia della scuola dopo essere rimasto ucciso sulla strada, questo ratto appiattito dall’incidente avrà una seconda occasione di vita quando Edgar deciderà di resuscitarlo dal regno dei morti. Lungi dall’essere semplicemente un animaletto indesiderato, si trasforma in un grosso ratto mannaro che cammina sulle zampe posteriori, dotato di zanne lunghe e affilate. Come un vero ratto, non nutre alcun sentimento di fedeltà nei confronti del suo creatore e dà la caccia al povero Edgar per tutta New Holland.
LE SCIMMIETTE MARINE
Il progetto scientifico di Toshiaki e Bob non riesce molto bene. Ma quando i due ragazzini scoprono il segreto dell’elettricità all’interno del laboratorio di Victor, Bob pensa di applicarlo alle sue scimmie marine. Il risultato è del tutto imprevedibile: un esercito di piccoli guerrieri si sparpaglia per la città, creando scompiglio ovunque. Non sarà facile fermare queste malvagie creature marine.
IL GATTO VAMPIRO
L’esperimento di Stranella con l’elettricità per la fiera della scienza ha un esito negativo quando la ragazzina accidentalmente trasforma il suo amato gatto Sig.Baffino, in un vampiro. Dotato di gigantesche ali da pipistrello, e di due zanne enormi, quel che un tempo era una soffice e innocua palla di pelo, si libra minaccioso nel cielo notturno, al di sopra dell’ignara cittadina di New Holland.
LA SCELTA DEI DOPPIATORI
I filmmakers avevano le idee chiare rispetto alle voci dei personaggi di Frankenweenie: gli attori dovevano contribuire a portare in vita i personaggi, attraverso la loro personalità e le loro emozioni.
Charlie Tahan (Charlie St. Cloud) è stato scelto fra centinaia di candidati grazie alla sua schiettezza, al suo senso dell’umorismo e alla capacità di trasmettere le emozioni adeguate. Spiega il produttore esecutivo Don Hahn: “Charlie regala una grande emozione al film. Il pubblico vive la storia attraverso di lui, attraverso i suoi occhi e le sue orecchie. E lui riesce a dare al pubblico un personaggio da seguire e per cui parteggiare”.
Gli habitués del cast vocale
Il cast vocale comprende quattro attori che hanno già lavorato nei precedenti film di Burton:
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Tim Burton spiega che Tahan è, al tempo stesso, sia innocente che smaliziato e che questa caratteristica trapela dal tono della sua voce: “Charlie ha fatto un ottimo lavoro perché ha capito bene il personaggio da interpretare: Victor non è loquace ed è piuttosto introverso. Credo che anche Charlie abbia lo stesso tipo di atteggiamento pacato e maturo”.
Aggiunge la produttrice Allison Abbate: “Victor e Sparky hanno in comunque qualcosa di speciale: non hanno bisogno di nessun altro, eppure nel rapporto con i suoi genitori o con i suoi amici, Victor è disponibile e gentile. Charlie ha incarnato perfettamente la sua personalità”.
Charlie è stato felice di far parte di un film di Tim Burton e commenta così la sua esperienza: “E’ bravissimo perché ha un’idea chiara rispetto a ogni scena. Voleva che il mio personaggio parlasse in modo dolce e suadente. Ha un’immagine perfetta di ogni scena nella sua testa”.
La versatile Catherine O’Hara, che aveva già lavorato con Burton (anche in The Nightmare Before Christmas), è stata scritturata per doppiare la madre di Victor, la Signora Frankenstein, ed è stata anche la voce di Stranella e dell’insegnante di ginnastica. Commenta Tim Burton: “Catherine è un’attrice fantastica e simpaticissima. È davvero brava ad impersonare personaggi diversi. Volevamo essere certi che i genitori di Victor avessero un tono realistico e positivo. Catherine è stata eccezionale nel far emergere queste caratteristiche”.
La produttrice Allison Abbate commenta i ruoli interpretati da O’Hara: “La Signora Frankenstein è il cuore e l’anima della famiglia. È comprensiva nei confronti di Victor, capisce il suo bisogno di spazio e sa quanto è difficile essere adolescente. Al di là di questo ruolo, O’Hara interpreta anche l’antipatica insegnante di ginnastica che prende il posto dell’insegnante di scienze Rzykruski, quando questi viene licenziato perché si teme che stia influenzando i bambini con le sue idee pericolose. O’Hara interpreta inoltre il personaggio di Stranella, la ragazzina seduta in fondo alla classe che dice sempre cose strane e che è fissata con il suo gatto. Catherine incarna quindi una varietà di personaggi diversi, ognuno dei quali viene filtrato attraverso la sua sensibilità comica”.
Anche Martin Short interpreta tre personaggi di Frankenweenie: il padre di Victor, Il Signor Frankenstein, un papà modello, tipico uomo di provincia; l’eccentrico vicino di casa, il Sig. Burgemeister, che è anche il sindaco di New Holland; e uno dei compagni di classe di Victor, Nassor, che è la versione undicenne di Boris Karloff.
Tim Burton afferma: “Avevo già avuto il piacere di lavorare con Martin ed è straordinario quando imita i personaggi. Sa fare cose straordinarie con la voce”.
Elsa Van Helsing, la ragazza della porta accanto, viene portata in vita dalla voce di Winona Ryder, che aveva già lavorato con Burton in Edward mani di forbice e in Beetlejuice; il regista dichiara di essersi in parte ispirato a lei per il personaggio di Elsa. “Winona è stata la mia fonte d’ispirazione”, dice Burton. “La sua voce contiene una purezza e un’autenticità molto adatti al personaggio”.
Martin Landau, che ha lavorato con Burton in Ed Wood, interpreta l’insegnante di scienze originario dell’Europa dell’Est, il Sig. Rzykruski, un professore molto amato dagli studenti perché sa come aprire la loro mente, stimolando la loro curiosità. Tim Burton commenta: “Martin Landau è un attore straordinario. Grazie alla sua natura autorevole, ha incarnato perfettamente un personaggio che sa come incuriosire e ispirare i ragazzi, interessandoli alla scienza”.
La produttrice Abbate aggiunge: “Il Sig. Rzykruski diventa una grande fonte d’ispirazione per Victor Frankenstein ed è un personaggio importante nella storia. Si mette in contrasto con la cittadina di provincia, che non ama i cambiamenti, e quando arriva in città diventa il catalizzatore della follia latente di quel posto”.
Il talentuoso giovane Atticus Shaffer (The Middle) interpreta Edgar “E” Gore, la cui voce e i cui atteggiamenti sono ispirati al noto attore scomparso Peter Lorre. Nonostante Shaffer sia troppo giovane per ricordare Lorre, ha svolto diverse ricerche e ha guardato i vecchi film per entrare nella parte. Dice Allison Abbate: “È stato davvero bello lavorare con Atticus per creare qualcosa di nuovo. “E” Gore è un grande personaggio perché ha un disperato bisogno di essere accettato. Atticus ha sfoderato una vasta gamma di emozioni per incarnare il suo personaggio, e il risultato è incredibile”.
Completano il cast: Robert Capron (Diario di una schiappa, I tre marmittoni), che doppia Bob; Conchata Ferrell (Two and a Half Men), che doppia la mamma di Bob; e James Hiroyuki Liao (Battle Los Angeles) che doppia Toshiaki.
LA LAVORAZIONE DI FRANKENWEENIE
Dall’idea iniziale alle riprese del film, la lavorazione di Frankenweenie ha richiesto l’elaborata partecipazione di una grande squadra di artigiani, animatori, attrezzisti, creatori dei modelli dei personaggi, disegnatori e artisti. Nel corso degli anni necessari a realizzare Frankenweenie, Tim Burton ha curato ogni fase del processo e il risultato finale riflette la sua inconfondibile creatività e la sua visione unica.
L’ANIMAZIONE STOP-MOTION
L’animazione stop-motion è uno degli stili di animazione più antichi e comporta un grande lavoro di squadra. La stop-motion di Frankenweenie prevede 24 frame al secondo: ciò significa che l’animatore deve fermarsi e posizionare il pupazzo 24 volte per ottenere un secondo di azione filmata. In media un animatore può produrre solo 5 secondi di animazione a settimana. Molteplici modelli dello stesso personaggio hanno permesso agli animatori di lavorare in più di una scena alla volta.
Girare Frankenweenie con l’animazione stop-motion ha richiesto due anni di lavoro e ha impiegato il talento di una troupe esperta e variegata. “Molte persone vengono coinvolte in un film del genere”, dice il regista Tim Burton. “Ciò che rende diverso questo film rispetto ad un live-action è che tutto si svolge in modo rallentato. In un live action bisogna prendere le decisioni rapidamente, mentre nella stop-motion magari si impiegano un paio di giorni o addirittura un paio di settimane per effettuare una ripresa, a seconda della sua complessità”.
Una vasta ricerca e una grande preparazione sono alla base dell’animazione dei due cani, Sparky e Persefone. Il direttore dell’animazione Trey Thomas e la sua squadra si sono documentati sul modo in cui i cani si muovono e si sono recati al Windsor Dog Show per filmare i cani in azione. Hanno ospitato un bull terrier nello studio, per osservare i suoi movimenti, riprendendolo da diverse angolazioni. Anche i barboncini sono stati invitati nello studio e hanno ‘recitato’ il ruolo di Persefone. Racconta Thomas: “Abbiamo cercato di rendere l’azione dei cani nel modo più autentico possibile. Sparky doveva riflettere il massimo realismo”.
Nel film circa 33 animatori hanno lavorato individualmente nei due anni necessari a realizzare Frankenweenie. La settimana tipica di un animatore di stop-motion iniziava con una scena che gli veniva assegnata. L’animatore era responsabile di tutti i personaggi di quella scena. In seguito l’animatore si consultava con il direttore dell’animazione, per stabilire i movimenti della macchina da presa, l’illuminazione e il posizionamento degli attrezzi di scena.
Il giorno successivo ognianimatore aveva il tempo di fare una vera e propria prova, in cui entrava nello specifico della recitazione e dei tempi di ripresa. Tim Burton e il direttore dell’animazione Trey Thomas erano molto precisi rispetto a ciò che volevano in termini di emozione e umorismo da comunicare.
Ogni animatore ha trascorso anche del tempo a testare la mobilità dei modelli dei personaggi, un’operazione che comporta il rafforzamento o l’allentamento delle viti degli arti e delle giunture per capire qual è il modo migliore in cui si può muovere. Alcuni animatori cercavano la precisione assoluta perciò hanno utilizzato un metodo più rigido, mentre altri preferivano un tocco più delicato e quindi optavano per una tecnica più morbida.
Ogni animatore ha trascorso varie ore a lavorare con il suo modello per ottenere tutti i movimenti richiesti, farlo stare seduto o in piedi, bere il tè, o fare qualsiasi altra cosa. Nel giorno della ripresa, l’animatore sapeva esattamente ciò che doveva fare e iniziava le riprese con la tecnica dei 24 frame al secondo.
Il direttore dell’animazione Trey Thomas ogni giorno visitava tutti i set e aiutava gli animatori a risolvere le varie difficoltà. “Ogni ripresa era come il pezzo di un puzzle di un quadro più grande, quindi bisognava procedere da un frame all’altro per far muovere i pupazzi (o modelli) in modo credibile e realistico”, spiega Thomas. “Tim [Burton] voleva uno stile credibile che rispettasse le leggi della fisica e che risultasse realistico. Voleva fare un film sincero e autentico, quindi anche gli animatori hanno lavorato così”.
Le voci sono state abbinate ai movimenti utilizzando strumenti chiamati dope sheets, inserendo il dialogo nei frame frammentati. Per esempio quando il personaggio dice: “Per favore siediti”, l’animatore osservava che non appena il personaggio finiva quella battuta, indicasse la sedia e l’altro personaggio si sedesse. I dope sheets aiutano l’animatore ad organizzare i suoi pensieri specialmente se in una ripresa ci sono vari personaggi, le cui azioni vanno ognuna tracciate individualmente, anche se si tratta solo di un battito di ciglia.
I PUPAZZI
Nel film compaiono oltre 200 pupazzi, con 18 Victor e 15 Sparky. Dal momento che ogni animatore ha lavorato indipendentemente per realizzare le diverse scene, erano necessari dei sosia, anche come scorte, nel caso un pupazzo avesse bisogno di una riparazione.
Il primo modello disegnato per il film è stato Sparky e il suo prototipo ha fissato lo standard del resto del film. Tim Burton aveva un’idea molto specifica per il personaggio di Sparky, voleva che si comportasse e si muovesse come un cane vero. La sua “armatura” era articolata e dieci centimetri era la dimensione più piccola in cui poteva essere realizzato senza penalizzare il suo comportamento e la sua personalità.
Dopo aver creato Sparky, gli animatori hanno fissato le dimensioni di tutti gli altri personaggi.
I pupazzi presentavano vari livelli di articolazione. Victor era il personaggio umano più complicato, e il meccanismo della sua testa contiene non solo i contorni delle labbra e delle sopracciglia ma anche un complesso sistema meccanico (con uno strumento simile ad una chiave inglese) che consentiva all’animatore di muovere le sue guance e le sue mascelle con piccoli scatti. Questo lo ha dotato delle più sottili e varie capacità di recitazione. Altri personaggi come Elsa Van Helsing e suo zio, il Sig. Burgemeister, non compaiono spesso in scena, quindi non avevano bisogno di mostrare la gamma di emozioni di Victor; nel loro caso gli animatori hanno potuto ottenere ciò di cui avevano bisogno, manovrando semplicemente le labbra e le sopracciglia.
Anche Sparky è stato un modello incredibilmente complicato. Ci sono oltre 300 giunture nel suo corpo e poiché le sue gambe sono molto esili, doveva essere sostenuto da un supporto speciale affinché gli animatori potessero muoverlo come un vero cane. “Sparky non è mai seduto tranquillamente”, spiega la produttrice Allison Abbate, “e sarebbe stato impossibile renderlo stabile su quelle piccole gambe. Ora nella postproduzione siamo in grado di rimuovere i supporti, perciò gli animatori possono farlo tranquillamente scorazzare avanti e indietro come un vero cagnolino”.
Il complicato processo di fabbricazione dei pupazzi ha seguito varie fasi. Prima di tutto Tim Burton ha fatto uno sketch del personaggio; lo sketch è stato quindi inviato ai realizzatori dei modelli dei personaggi di Mackinnon e Saunders, in Inghilterra, che hanno creato sculture in 3D dei disegni, chiamate maquettes (statuine dei personaggi). A quel punto Tim Burton e i fabbricanti di pupazzi hanno parlato a lungo per ottenere il risultato artistico ottimale.
Dopo aver stabilito le dimensioni e gli altri fattori che riguardano i pupazzi, gli artisti hanno realizzato una scultura finale, diversa dalla prima maquette. Questa maquette doveva essere completamente neutra, con le braccia lungo i fianchi, la faccia dallo sguardo fisso in avanti e i piedi separati.
Nella fase successiva bisognava creare lo stampo della maquette. Dopo aver ottenuto uno stampo, il fabbricante dei modelli ha creato la cosiddetta “armatura” che serve come supporto per far muovere il personaggio a seconda di ciò che è richiesto dal copione. Il personaggio deve sedersi, mangiare o saltare? Dopo aver ottenuto queste informazioni, i fabbricanti di modelli potevano costruire il giusto scheletro adatto a compiere le azioni richieste.
I fabbricanti di armature dovevano essere molto precisi perché c’erano molte parti mobili e piccolissime che dovevano essere inserite con la massima esattezza nel posto giusto del corpo. Dopo aver ideato l’armatura, il fabbricante di modelli iniziava a riempirli: l’armatura veniva posta nel calco e quindi riempita di silicone e di lattice. Spesso la testa veniva lavorata separatamente dal corpo.
Nel frattempo Tim Burton era occupato a lavorare con gli altri artisti, per disegnare i costumi e scegliere le stoffe adatte alla sua visione del film. I costumisti dovevano prima di tutto creare i modelli che Burton doveva approvare, come gli impermeabili del Signor e della Signora Frankenstein; i sarti hanno quindi cucito manualmente tutti i costumi, usando dei punti piccolissimi per rispettare le dimensioni degli abiti.
Subito dopo c’è stato il lavoro dei parrucchieri, che sui modelli hanno utilizzato capelli umani. All’inizio hanno provato dei capelli sintetici, ma erano troppo lucidi e grinzosi quando venivano legati insieme. Ognuno dei capelli è stato perforato e quindi inserito nei fili, che servivano a creare l’effetto del movimento dei capelli quando il personaggio camminava.
L’ospedale dei pupazzi del set di Frankenweenie era sempre pieno e ha tenuto molto impegnati i 150 artigiani. Esperti modellatori hanno trascorso mesi a riparare gli arti, a sistemare i capelli e la pelle, ad aggiustare i costumi logori o strappati. Questa squadra ha trovato anche il tempo di creare tutti i personaggi generici presenti sullo sfondo nonché alcuni dei personaggi principali.
Far vivere (e morire) Sparky: come sono stati realizzati i modelli del cane
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LA SCENOGRAFIA
Il film è ambientato nella fittizia città di New Holland, che il produttore esecutivo Don Hahn definisce “la tipica città di provincia degli anni ’70, una via di mezzo fra la Transilvania e Burbank”.
La scenografia di Frankenweenie evoca il piatto paesaggio suburbano degli Stati Uniti sudoccidentali della metà del XX secolo. Il quartiere con le villette a schiera di New Holland è dominato da una grande riproduzione di un mulino a vento situata sul fianco di una collina, che serviva ad attrarre le famiglie verso la comunità, quando fu fondata. Il mulino ricorda inoltre il tipico castello che si staglia sulla collina del villaggio, un’icona dei classici dell’orrore. La squadra della scenografia ha studiato l’architettura degli anni ’70 nonché dei due decenni precedenti, per riuscire a riflettere la sensibilità dell’ambiente suburbano dell’epoca, con le abitazioni del dopoguerra volute da Tim Burton.
Un altro omaggio alle atmosfere della Transilvania, è il cimitero degli animali che si trova sulla collina. Passare dalle villette in pianura alla collina, crea un ritmo visivo che lega ancora di più la storia all’azione e ai personaggi.
Se qualche membro della troupe aveva avuto un cucciolo ormai scomparso, ha potuto comunicare il nome del suo animale alla squadra della scenografia, infatti su molte tombe che compaiono nel film, c’è un epitaffio con il nome di animali realmente esistiti. Racconta la produttrice Allison Abbate: “È stato bello poter rendere omaggio a tutti nostri animaletti scomparsi, oltretutto molti dei loro nomi erano davvero buffi e divertenti. Mi piace il fatto che cuccioli come ‘Bob Fishy’ e ‘Mrs. Wiggles’ possano essere ricordati in questo modo”.
Per poter creare il design dei set in miniatura che riflettono la provincia americana degli anni ’70, i filmmakers hanno reclutato lo scenografo premio Oscar® Rick Heinrichs, che ha già collaborato con Burton in altri film, fra cui il cortometraggio Frankenweenie girato in live action nel 1984. La maggior parte dello stile visivo era stato deciso proprio in questo film originale: l’utilizzo del bianco e nero, lo stile espressionistico, l’omaggio ai classici dell’orrore; Burton e Heinrichs hanno lavorato insieme per rielaborare l’essenza della visione originale di Burton, con un approccio fresco e nuovo.
Rick Heinrichs ha iniziato a svolgere le sue ricerche sul look e sull’atmosfera concettuale del progetto. A differenza della live action, la stop-motion deve creare il mondo da zero. Heinrichs ha esplorato il periodo storico, sempre tenendo presente la visualizzazione del dramma raccontato dalla storia.
Nel novembre 2009 la scenografia ha iniziato a lavorare in un piccolo dipartimento artistico a Los Angeles. All’inizio c’erano solo gli illustratori e un assistente ricercatore. Heinrichs e la sua squadra hanno lavorato lì per almeno tre mesi prima di trasferirsi ai 3 Mills Studios di Londra. Il direttore artistico Tim Browning ha lavorato con Heinrichs, continuando a sviluppare il disegno iniziale con modelli in 3D e disegni vari. Browning ha coordinato il lavoro artistico dei dipartimenti di modellatura, di decorazione e di costruzione, dove i set in miniatura e gli attrezzi di scena sono stati costruiti e rifiniti.
Le dimensioni sono molto più piccole di quelle di un film in live-action, e il lavoro relativo alla costruzione dei set ha presentato varie difficoltà. Tutto doveva essere estremamente proporzionato ai modelli dei personaggi, e Sparky, che costituisce il protagonista più piccolo, dotato di una ingegneria davvero complicata, ha fissato le dimensioni di tutti i pupazzi e dei set. Pochissimi oggetti di scena sono stati trovati già fatti, perciò la maggior parte sono stati costruiti e dipinti a mano.
Heinrichs sottolinea che anche se un oggetto era corretto rispetto alla scala degli altri elementi, questo non voleva dire che andasse per forza bene per il film. Heinrichs e il dipartimento artistico dovevano affidarsi al loro giudizio visivo per confermare che un oggetto stesse bene accanto ad un dato personaggio. “Quando il tuo cervello si abitua a quelle dimensioni, in un certo senso dimentichi te stesso”, dice. “Con Frankenweenie è accaduto proprio questo, siamo entrati nella sua realtà. È interessante notare anche che quando le luci sono tutte collegate e guardi il monitor, la selezione visiva ha il sopravvento e ti ricorda che fare un film è un processo artificiale che si costruisce organicamente davanti ai tuoi occhi”.
Molti oggetti in miniatura non funzionavano realmente; in alcuni casi è stato più semplice e più pratico costruire oggetti funzionali. Ad esempio le serrande della classe nella scuola funzionavano veramente e i filmmakers hanno potuto utilizzarle per creare effetti di luce. Dato che la classe è presente in molte scene, a volte le serrande sono state lasciate aperte, altre volte erano chiuse e non si poteva vedere l’esterno.
Il set più difficile da concepire è stato la città di New Holland. Doveva essere realizzata in modo che gli animatori potessero ambientarvi l’azione quando ne avevano bisogno. La squadra della scenografia doveva disegnare negozi lungo le strade ramificate, e creare il traffico. L’ambiente doveva trasmettere la vastità del mondo esterno e contemporaneamente mettere a fuoco l’azione dei personaggi al suo interno. Il set più difficile da costruire è stato il mulino a vento in decadenza dato che si è dovuto riflettere a lungo su quali forze naturali abbiano contribuito al decadimento della struttura e a come inserire la struttura nel set. Il set più difficile in cui girare è stato il laboratorio in soffitta di Victor, che presenta effetti fantastici e una illuminazione magnifica installata e programmata dal direttore della fotografia Peter Sorg.
Complessivamente sono stati costruiti circa 200 set per Frankenweenie. Il produttore esecutivo Don Hahn è rimasto colpito dal lavoro di Heinrichs e di Burton per creare un mondo che rispettasse la visione del film. “ Rick è riuscito ad abbinare lo stile dei set a quello dei personaggi”, dice Hahn. “L’impressione è quella di un luogo coerente. Se i film sono un modo per farsi trasportare altrove, i due filmmakers, con il loro stile, ci hanno trasportato in questo mondo incantevole, caratterizzato dal loro stile personalissimo”.
Frankenweenie è stato girato in bianco e nero ed è il primo lungometraggio d’animazione mai realizzato in questo modo. La tavolozza del film andava dal nero al bianco con centinaia di sfumature di grigio. Heinrichs era entusiasta di poter usare questa tavolozza monocromatica per narrare la storia. Racconta: “Quando un disegnatore usa meno strumenti ma li sfrutta al massimo, il risultato è molto ben definito. In questo caso si è prestata attenzione alla forma, alla luce, all’ombra, ai contorni e alle texture (la consistenza delle superfici e dei materiali). Penso veramente che quando ci sono dei limiti, c’è una maggiore cura nei confronti degli elementi che restano”.
La squadra della scenografia ha testato diverse sfumature di grigio e di colori per trovare le giuste tonalità, perché gli oggetti dovevano presentare la corretta quantità di contrasto per poter risaltare sullo schermo. Alcuni colori avevano un aspetto migliore se venivano filmati in bianco e nero al posto di usare una sfumatura di grigio; ad esempio le tende rosso scuro rendevano meglio in bianco e nero anziché in grigio.
I modelli dei personaggi sono stati dipinti in bianco e nero, così come la maggior parte dei set. Alcuni degli oggetti come l’erba e i fiori, che non potevano essere renderizzati in bianco e nero, sono rimasti a colori.
Tim Burton ha sempre desiderato girare Frankenweenie in bianco e nero e aveva i suoi buoni motivi. Spiega il regista: “Il bianco e nero fa parte della storia, dei personaggi, delle loro emozioni, quindi è un elemento importante. Il bianco e nero suscita sempre intense emozioni, e diventa parte integrante della storia. Conferisce profondità all’animazione, ed è interessante vedere come le persone e gli oggetti si stagliano nell’ombra, caratterizzando la storia in modo particolare”.
La renderizzazione del film ultimato in 3D arricchisce il film di un ulteriore elemento visivo che contribuisce a definire l’atmosfera e l’aspetto del film. “Le immagini sono molto nitide in bianco e nero”, spiega Tim Burton. “Inoltre il 3D conferisce una profondità insolita e straordinaria. Grazie alla stop-motion e al 3D il pubblico potrà letteralmente vivere ciò che vede sullo schermo. Si vedono le texture dei personaggi, e altre cose che normalmente non sono visibili. È la cosa più vicina ad entrare fisicamente nel set di un film di stop-motion”.
Non c’è animazione al computer in Frankenweenie ma i filmmakers hanno usato la tecnologia al computer per gli effetti visivi, ad esempio nel caso delle dimensioni dell’ambiente. In totale, il film contiene 1300 scene con effetti visivi.
Forse c’erano modi più semplici di fare un film rispetto alla classica animazione stop-motion ma Tim Burton ritiene che questa fosse la soluzione ideale per Frankenweenie Spiega: “La stop-motion trasmette bellezza, e secondo me è adatta a raccontare la storia di Frankenstein, in cui si prende un oggetto inanimato e lo si riporta in vita. Nessun’altra forma sa trasmettere un’energia di questo tipo”.
Afferma la produttrice Allison Abbate: “L’animazione stop-motion è una tecnica manuale che trasmette una sensazione di intimità, e questa è una caratteristica perfetta per raccontare questa storia. Attraverso la stop-motion si percepisce il lavoro artistico di ogni singola inquadratura”.
Il produttore esecutivo Don Hahn concorda e aggiunge: “Non c’è mondo migliore di quello della stop-motion per riuscire a trasportare il pubblico nella cittadina di New Holland, nella casa di Victor Frankenstein e nel laboratorio in cui lavora. Questa fantasia è percepibile solo attraverso la stop-motion. Il film è stato realizzato splendidamente con questa tecnica e ovviamente nessuno in questo campo è migliore di Tim Burton”.
LA FOTOGRAFIA
I filmmakers hanno scritturato Peter Sorg, che aveva già lavorato ne La sposa cadavere di Burton, come direttore della fotografia di Frankenweenie.
Sorg e Burton hanno parlato dell’estetica del film e dei film sui mostri in bianco e nero degli anni ’40, cercando il modo di far risaltare il nero profondo, la saturazione e la texture predominanti in quel periodo e in quel genere di cinematografia.
Poiché le riprese con l’animazione stop-motion sono lunghe e laboriose, Sorg ha dovuto preservare la consistenza del film. Spiega: “Prima di tutto abbiamo dovuto identificare il giusto cameraman per la sequenza che stiamo girando. Anche se ognuno contribuisce con la propria visione e il proprio stile, è necessario mantenere una visione d’insieme. Tutti gli stili che confluiscono nel film devono essere diretti e organizzati in modo tale da ottenere una visione unica”.
Scegliere la giusta macchina da presa è stato uno dei compiti di Sorg e poiché non c’è una cinepresa standard per questo genere di film, Sorg ha testato varie cineprese per ottenere il look che voleva. Alla fine ha scelto la Canon 5D. “La Canon 5D conferisce una buona visione live con cui l’animatore può lavorare”, dice Sorg. “Ovviamente è importante che gli animatori vedano un’immagine davanti ai loro occhi, quindi hanno un’immagine live e immagini salvate, per poter tornare indietro e controllare quello che hanno girato e paragonarlo quindi al presente”.
Oltre agli animatori, la giusta macchina da presa è importante anche per i direttori della fotografia e gli scenografi perché fornisce un’immagine lucente, nitida e realistica. Bisogna saper collocare gli oggetti nel modo giusto, affinché non spariscano nel buio.
Poiché i set sono più piccoli, sono state usate luci piccoli e qualche volta specchi piccoli, perché una luce normale non andava bene nel set. A volte bisognava fare un piccolo foro sul set per inserirvi la luce.
Sorg si è appassionato al progetto di Frankenweenie sia perché trova interessanti le idee di Tim Burton, sia perché ama il bianco e nero. “Quando vedi un film in bianco e nero, dopo qualche istante dimentichi che non è a colori”, dice Sorg. “Non si sente la mancanza del colore; la storia ti assorbe in un modo tale che ti ritrovi in un’altra epoca e in un altro luogo. Penso che i disegni e il modo in cui abbiamo girato avranno proprio questo effetto sugli spettatori”.
LA MUSICA
La musica di Frankenweenie è stata composta dal musicista nominato all’Oscar® Danny Elfman, il cui rapporto professionale con Tim Burton risale al 1985, quando ha composto la colonna sonora di Pee-wee’s Big Adventure. Da allora ha sempre lavorato con Burton, ad eccezione di soli due film.
Elfman rivela di essere sempre entusiasta quando viene chiamato a comporre la colonna sonora di un film di Tim Burton. Commenta: “Anche se all’inizio non so ancora di cosa si tratta, so che sarà interessante, strano e divertente. Frankenweenie è una storia dolce ma ha un lato mostruoso con cui mi sono subito sentito in sintonia, dato che sono un grande fan del genere”.
Come Burton, anche Elfman è cresciuto guardando i film sui mostri. Nei weekend andava al cinema a vedere film di fantascienza, horror e fantasy. Per creare la colonna sonora perfetta di Frankenweenie, ha attinto a tutte quelle esperienza di gioventù. “Abbiamo usato alcuni strumenti a corda che mi ricordavano Dimitri Tiomkin”, dice Elfman. “Utilizzo anche il Theremin (un antico strumento elettronico) un pizzico di horror giapponese”.
Elfman descrive la colonna sonora da lui composta per Frankenweenie come una “strana mescolanza di semplicità, stranezza e una dose di horror spiritoso”. Spiega: “Ho composto sia un tema musicale che racconta il rapporto fra Victor e il suo cane, sia un tema dedicato solo a Sparky. Questa è una musica giocosa, come sono i cani. Quella di Victor invece è più triste perché parla di quanto ama Sparky e di quanto gli manca. Non c’è nulla di più puro nel rapporto fra un ragazzo e il suo cane”.
Nel comporre la colonna sonora del film, Elfman ha impiegato un’orchestra più piccola rispetto a quella che ha utilizzato in film come Alice in Wonderland. “Mi piace la grande sonorità che si ottiene da pochi elementi: questo riflette in modo più autentico il periodo in cui è ambientato il film, perché non c’erano grandi orchestre in quei giorni”, dice.
Lavorare con Tim Burton è un’esperienza unica perché Burton collabora con il compositore in modo diverso da come fanno di solito i registi. Spiega Elfman: “Non parliamo molto del film, né analizziamo troppo i personaggi. Tim vuole che la musica sia viscerale”.
Elfman adora la “semplicità e la dolcezza” del film. “Mi ricorda The Nightmare Before Christmas, che era anche quello un film intenso con una storia molto semplice”, spiega il musicista. “Frankenweenie è un film tipico di Tim, ed è bellissimo poter folleggiare in questo nuovo e strano mondo”.
Karen O ha scritto una canzone dal titolo “Strange Love” che viene ascoltata alla fine del film, durante i titoli di coda. Cantante e compositrice, nonché frontwoman della rock band the Yeah Yeah Yeahs, Karen O, negli ultimi dieci anni, ha collaborato con artisti di spicco del mondo della musica e del cinema: Spike Jonze, Trent Reznor, David Lynch, Flaming Lips, Barnaby Clay, Carter Burwell.
Afferma di aver scritto il brano “Strange Love” sulla scia dell’ispirazione dei classici horror di Frankenweenie e della musica calipso di Beetlejuice.
La colonna sonora originale di Frankenweenie sarà in vendita dal 15 gennaio 2013.
VIVERE L’ESPERIENZA DI FRANKENWEENIE
Il regista Tim Burton non vede l’ora che il pubblico possa vivere l’esperienza di Frankenweenie non solo perché si tratta di una storia che gli è cara, ma anche per via di tutti gli elementi che compongono il film e che lo rendono unico. “Sono soddisfatto perché tutte le varie componenti, fra cui i disegni originali, la stop-motion, il bianco e nero e il 3D, hanno contribuito a dare vita ad una creazione veramente originale”.
La produttrice Allison Abbate anticipa le aspettative del pubblico: “È un meraviglioso film per tutta la famiglia; allude ai vecchi film che tutti conosciamo, quindi i genitori apprezzeranno i riferimenti ai classici del cinema, e potranno assaporare ciò che amavano vedere da bambini.”
“E poi, ovviamente, è la storia di un bambino desideroso di imparare nuove cose per capire se stesso e conoscere il mondo. I ragazzi si identificheranno nel personaggio e si appassioneranno alla sua vicenda”, conclude.
I FILMMAKERS
TIM BURTON (Regista/Produttore), uno dei filmmakers più innovativi e ricchi di immaginazione, ha avuto grande successo sia con i suoi film live-action che con quelli di animazione. Recentemente ha diretto Johnny Depp, Michelle Pfeiffer, Helena Bonham Carter ed Eva Green nella commedia gotica Dark Shadows, basata sul cult televisivo.
Ha prodotto il fantasy horror La leggenda del cacciatore di vampiri, diretto da Timur Bekmambetov. Nel 2010 ha diretto Alice in Wonderland, un epico fantasy basato sul classico letterario di Lewis Carroll, con Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Anne Hathaway e Mia Wasikowska. Il film ha incassato oltre un miliardo di dollari nei botteghini di tutto il mondo, diventando il secondo film campione d’incassi del 2010. Alice in Wonderland è stato nominato al Golden Globe® come miglior film, commedia o musical, e ha vinto due Academy Awards ® per la migliore direzione artistica e i migliori costumi.
Burton in precedenza è stato onorato con una nomination all’Oscar® come migliore film animato per il film stop-motion del 2005 La sposa cadavere, da lui diretto e prodotto. In precedenza ha ricevuto nomination al BAFTA Award e al Critics’ Choice Award per la migliore regia, per il dramma fantasy Big Fish. Recentemente ha vinto un National Board of Review Award ed è stato candidato al Golden Globe® e al Critics’ Choice Award per il suo lavoro di regia in Sweeney Todd: il diabolico barbiere di Fleet Street che ha vinto il Golden Globe come miglior film, musical o commedia. Depp ha ottenuto una nomination all’Oscar® per la sua performance comeprotagonista del film di Burton del 2007, adattato dal musical thriller di Stephen Sondheim e interpretato da Bonham Carter e Alan Rickman.
Burton ha esordito nell’animazione, e nel 1982 ha diretto il cortometraggio animato in stop-motion Vincent, narrato da Vincent Price, premiato in vari festival. Nel 1985 ha esordito nella regia dei lungometraggi, con la commedia Pee-wee’s Big Adventure.
Nel 1988 ha diretto l’ingegnosa commedia Beetlejuice con Michael Keaton nel ruolo delprotagonista. In seguito ha ritrovato Keaton nei blockbuster d’azione Batman, uno dei film campioni d’incassi del 1989, con Jack Nicholson nel ruolo del Joker, e Batman – Il ritorno, con Michelle Pfeiffer e Danny DeVito.
Nel 1990 ha diretto scritto e prodotto il romantico film fantasy Edward mani di forbice, acclamato da pubblico e critica. Il film inaugura inoltre una prolifica partnership con Johnny Depp, che ha regalato una toccante performance nel ruolo protagonista. Le loro successive collaborazioni comprendono i film diretti da Burton Ed Wood, con Martin Landau in un ritratto di Bela Lugosi, premiato con l’Oscar®; Il mistero di Sleepy Hollow ispirato al racconto di Washington Irving; e il grande successo del 2005 La fabbrica di cioccolato, basato sull’apprezzato libro di Roald Dahl, con proventi di oltre 470 milioni di dollari in tutto il mondo.
Altri film diretti da Burton sono la commedia di fantascienza Mars Attacks!, da lui anche prodotta, e il remake del 2001 di Il pianeta delle scimmie che ha segnato la sua prima collaborazione con il produttore Richard Zanuck.
Burton ha inoltre concepito e prodotto il film in stop-motion The Nightmare Before Christmas, uno dei film di Natale più amati di tutti i tempi. Ha prodotto Crociera fuori programma, Batman Forever e i film animati James e la pesca gigante e 9.
Nel 2010 ha distribuito The Art of Tim Burton, un libro di 430 pagine che illustra oltre 40 anni del suo lavoro personale ed artistico. Nel novembre dello stesso anno, il Museo di Arte Moderna (MoMA) ha inaugurato una vasta mostra della sua opera, che si è trasferita anche a Melbourne, in Australia, e a Toronto, in Canada. Nel maggio 2011 la mostra è stata inaugurata al Los Angeles County Museum of Art (LACMA) e quest’anno è approdata a Parigi.
ALLISON ABBATE (Produttrice) è la produttrice vincitrice di un BAFTA, nota per il suo lavoro in Il gigante di ferro e nel film di Tim Burton La sposa cadavere. Ha lavorato in alcuni dei film animati più innovativi dell’industria. Nata a New York, si è trasferita a Hollywood nel 1989 dove ha iniziato a lavorare presso la Disney come coordinatrice artistica per il classico di Tim Burton The Nightmare Before Christmas.
In seguito si è trasferita a Parigi per dirigere uno studio d’animazione per conto della Walt Disney Company e ha coprodotto il cortometraggio su Mickey Mouse nominato all’Oscar® Topolino e il cervello in fuga. Nel 1996 si è unita alla Warner Bros. dove ha co-prodotto il grande successo internazionale Space Jam, che univa personaggi d’animazione classica della Warner Bros. con sequenze live-action. Questo film, in cui figurano personaggi animati quali Bugs Bunny al fianco degli attori in carne ed ossa Michael Jordan e Bill Murray, varcava nuovi confini nel genere dell’animazione.
Nel 1999 ha vinto un BAFTA come produttrice del film di Brad Bird Il gigante di ferro, un adattamento dell’apprezzato film per bambini dell’insigne poeta inglese Ted Hughes.
In seguito a questo successo ha prodotto Looney Tunes: Back in Action, un’altra commedia per le famiglie, che vede Bugs Bunny e Daffy Duck al fianco di Brendan Fraser e Steve Martin.
Nel 2004 si è trasferita a Londra per produrre il suggestivo musical cinematografico La sposa cadavere con Johnny Depp e Helena Bonham Carter, per la regia di Tim Burton. La sposa cadavere è stato nominato all’Oscar® nel 2005.
Nel 2006 ha unito le forze con l’acclamato filmmaker Wes Anderson per produrre un altro film nominato all’Oscar®, Fantastic Mr. Fox, un adattamento in stop-motion dell’amata storia per bambini di Roald Dahl che presenta le voci di George Clooney e di Meryl Streep.
JOHN AUGUST (Sceneggiatore) è dotato di una fantasia incredibile che ha ispirato alcuni dei film più memorabili e fantastici degli ultimi dieci anni.
Recentemente ha scritto Dark Shadows per Tim Burton, suo frequente collaboratore. Basato sulla nota e omonima serie televisiva, il film presenta Johnny Depp, Michelle Pfeiffer, Chloë Grace Moretz, Eva Green, Jackie Earle Haley, Christopher Lee ed Helena Bonham Carter.
Ha firmato l’adattamento per il grande schermo del romanzo grafico soprannaturale Preacher della Sony. Sam Mendes sarà il regista di questo film che parla di un predicatore dotato di poteri soprannaturali, che si mette in viaggio alla ricerca di Dio.
Il 2007 è stato l’anno dell’esordio alla regia di August, con The Nines, presentato al Sundance nel 2007. Si tratta di un lungometraggio che presenta tre storie intrecciate fra loro, interpretate da Ryan Reynolds, Hope Davis e Melissa McCarthy. Sony e Newmarket Films sono i distributori del film.
In veste di sceneggiatore i suoi crediti comprendono La sposa cadavere, La fabbrica di cioccolato, Big Fish e i due film di Charlie’s Angels. Ha scritto e co-prodotto Go, in anteprima al Sundance Film Festival 1999.
Per la televisione August ha creato il programma D.C. per WB, e ha lavorato inoltre in alcuni piloti per Fox e ABC.
È un consulente del Sundance Screenwriters Lab e dirige un website rivolto agli sceneggiatori emergenti.
Nato e cresciuto a Boulder, in Colorado, August si è laureato in giornalismo presso la Drake University in Iowa e si è specializzato in cinema attraverso il programma di Peter Stark della University of Southern California. Vive a Los Angeles.
DON HAHN (Produttore esecutivo) ha prodotto il classico Beauty and the Beast (La bella e la bestia), il primo film d’animazione nominato all’Oscar® come miglior film. Il suo film successivo Il re leone campione di incassi di tutti i tempi, è ora un musical di grande successo in scena a Broadway.
È stato produttore associato in Chi ha incastrato Roger Rabbit?, Il gobbo di Notre Dame, Atlantis: L’impero perduto, Le follie dell’’imperatore e The Little Matchgirl, che gli è valso la sua seconda nomination all’Oscar®. Il suo documentario Waking Sleeping Beauty racconta la straordinaria storia della seconda “età d’oro” dei Walt Disney Studios.
Hahn è il produttore esecutivo dei film di Disneynature Earth, Oceans e African Cats e del recente Chimpanzee.
PETER SORG (Direttore della fotografia) è entrato in contatto con la fotografia e con le tecniche in bianco e nero fin da giovanissimo. Il suo lavoro serale nei cinema d’essai ha contribuito a coniugare le sue due grandi passioni, la musica e la fotografia, convogliandole nella cinematografia.
Nel 1998 ha iniziato a girare spot commerciali e cortometraggi. Un anno dopo essersi trasferito a Londra nel 2003, è stato invitato a lavorare in La sposa cadavere di Tim Burton, nel ruolo di direttore della fotografia. Questa fruttuosa collaborazione lo ha condotto al progetto successivo, il film in stop-motion diretto da Henry Selick, Coraline come direttore della fotografia.
RICK HEINRICHS (Scenografo) è un originale e innovativo artista visivo, noto per le sue creazioni di mondi alternativi adeguati alle storie e alle ambientazioni dei suoi film. Recentemente Heinrichs ha ideato le scene del live-action Dark Shadows per la regia di Tim Burton.
Ha creato le scene di Captain America – il primo vendicatore diretto da Joe Johnston, con cui ha lavorato anche in The Wolfman e ha ideato i monumentali set e le navi di Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasmae Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo di Gore Verbinski. Il suo lavoro in La maledizione del forziere fantasma è stato nominato all’Oscar®, al BAFTA e all’Art Directors Guild Award. Ai confini del mondo è stato nominato all’ADG award. Ha vinto l’Academy Award® per il suo lavoro nel film di Tim Burton Sleepy Hollow (Il mistero di Sleepy Hollow) che gli è valso il BAFTA e l’ADG Award. Ha ricevuto un’altra candidatura all’Oscar e all’Art Directors Guild Award per le sue fantasiose creazioni di Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi.
Negli anni ‘80 Heinrichs ha sviluppato e disegnato alcuni dei primi progetti di Tim Burton con i Walt Disney Studios, fra cui i cortometraggi Vincent e il live-action Frankenweenie, lavorando nei dipartimenti artistici dei film di Burton Pee-wee’s Big Adventure, Beetlejuice e Edward mani di forbice). Nel 1992 è diventato direttore artistico nel film di Burton Batman – Il ritorno, dopo essere stato assistente alla direzione artistica di Bolle di sapone. È stato inoltre consulente visivo di The Nightmare Before Christmas di Tim Burton, e in seguito è stato lo scenografo di Il pianeta delle scimmie di Burton.
Altri crediti per la scenografia di Heinrichs, comprendono i classici dei fratelli Coen Il grande Lebowski e Hulk di Ang Lee.
TIM BROWNING (Direttore artistico) ha inaugurato la sua carriera come disegnatore nei film La fabbrica di cioccolato di Tim Burton, Espiazione e La bussola d’oro. Recentemente è stato il direttore artistico inglese di Alice in Wonderland di Tim Burton, l’attrezzista di Scontro tra titani e lo scenografo ambientale di Gnomeo e Giulietta nonché di Il figlio di Babbo Natale di Aardman Animations. È stato inoltre l’artista concettuale di John Carter di Disney.
ALEXANDRA WALKER (Direttore artistico) ha lavorato in tre film del franchise di Harry Potter: Harry Potter e l’ordine della Fenice, Harry Potter e il calice di fuoco e Harry Potter e il prigioniero di Azkaban. Altri suoi crediti come direttore artistico comprendono: Senza apparente motivo.
Nel corso della sua carriera, ha lavorato nei dipartimenti artistici dei film: Fantastic Mr. Fox, The Reckoning – Istinti criminali, Il sarto di Panama, Il mondo non basta e Notting Hill.
TREY THOMAS (Direttore dell’animazione) lavora nell’animazione da 20 anni ed è uno dei pionieri della stop-motion nei lungometraggi, dopo aver iniziato la sua carriera con Tim Burton in The Nightmare Before Christmas. Frequente collaboratore di Henry Selick e Tim Burton, Thomas ha lavorato come capo degli animatori in James e la pesca gigante, Monkeybone, La sposa cadavere e Coraline. Thomas ha inoltre messo il suo talento al servizio della computer animation ed è stato supervisore all’animazione per Dinosauri, Shrek 2 e Madagascar. Nel 2008 è tornato a Londra per lavorare in Fantastic Mr. Fox, di Wes Anderson.
MARK WARING (Supervisore dell’animazione) recentemente ha lavorato nel film di Wes Anderson Fantastic Mr. Fox e come capo degli animatori in La sposa cadavere di Tim Burton.
Negli ultimi 20 anni ha diretto e animato numerosi spot commerciali, cortometraggi e promo, nonché vari programmi e speciali televisivi.
TIM LEDBURY (Supervisore effetti speciali) proviene da un background in design industriale; in seguito ha avuto l’opportunità di entrare nell’industria degli effetti speciali in Inghilterra. Da allora ha lavorato per oltre dieci anni per creare gli effetti visivi per Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, The Da Vinci Code (Il codice Da Vinci) e La fabbrica di cioccolato, Nel 2007 è stato supervisore degli effetti speciali del film di Wes Anderson Fantastic Mr. Fox.
ANDY GENT (Capo dei creatori dei modelli dei personaggi) lavora in Inghilterra per film a soggetto, cortometraggi, pubblicità e video musicali. Con quasi 20 anni di esperienza alle spalle nella stop-motion e nella live-action, Gent ha lavorato in numerose, premiate produzioni.
Prima di Frankenweenie, ha lavorato in Fantastic Mr. Fox di Wes Anderson, Coraline di Henry Selick e La sposa cadavere. Ha diretto i creatori dei modelli dei personaggi e della loro struttura in numerosi film a soggetto, ed è stato inoltre costruttore dei set, attrezzista e animatore di numerosi progetti di stop-motion e di live-action in Inghilterra, in Europa e negli Stati Uniti. Al momento si occupa di diversi progetti in fase di sviluppo, che riguardano la creazione di pupazzi e marionette nel suo nuovo studio The Arch, a Londra.
CHRIS LEBENZON, A.C.E. (Montatore) negli ultimi 20 anni, ha collaborato con Tim Burton in tutti i suoi film: Dark Shadows, Alice in Wonderland, Sweeney Todd: il diabolico barbiere di Fleet Street, La fabbrica di cioccolato, La sposa cadavere, Big Fish, Il pianeta delle scimmie, Il mistero di Sleepy Hollow, Mars Attacks!, Ed Wood, The Nightmare Before Christmas e Batman – Il ritorno.
Lebenzon ha lavorato spesso con il premiato produttore Jerry Bruckheimer, collaborando con lui in Pearl Harbor, Fuori in 60 secondi, Nemico pubblico, Armageddon, Con Air, Allarme rosso, Giorni di tuono, Beverly Hills Cop II e Top Gun; ha collaborato frequentemente anche con i registi Michael Bay e con il compianto Tony Scott.
Lebenzon è stato nominato due volte agli Academy Award ® per i film Allarme rosso e Top Gun (co-montatore). Altri suoi crediti includono Unstoppable, Pelham 1 2 3 – Ostaggi in metropolitana, Deju Vu – Corsa contro il tempo, XXX, Radio, L’ultimo boyscout – Missione sopravvivere, Revenge, Prima di mezzanotte, La donna esplosiva e Wolfen.
MARK SOLOMON (Montatore) ha montato i film Le avventure del topino Despereaux, Bambi II, Gioco d’incontri e Galline in fuga. Ha lavorato come assistente al montaggio in Unbeatable Harold, Shark Tale, Spirit – Cavallo selvaggio e come montatore associato in Space Jam.
Negli ultimi 30 anni, DANNY ELFMAN (Compositore), nominato quattro volte all’Oscar®, si è affermato tra i compositori di musica cinematografica più abili e versatili dell’industria. Ha collaborato con registi del calibro di Tim Burton, Gus Van Sant, Sam Raimi, Paul Haggis, Ang Lee, Rob Marshall, Guillermo del Toro, Brian De Palma e Peter Jackson.
Dopo aver esordito nel film di Tim Burton Pee-wee’s Big Adventure, ha composto la musica di una varietà di film fra cui: Milk (nominato all’Oscar®), Will Hunting – Genio ribelle (nominato all’Oscar), Big Fish (nominato all’Oscar), Men in Black (nominato all’Oscar), Edward mani di forbici), Wanted, La fabbrica di cioccolato, Mission: Impossible, Il pianeta delle scimmie, A Simple Plan, Da morire, Spider-Man (1&2), Batman, Dolores Claiborne, Sommersby, Chicago, Dick Tracy, The Nightmare Before Christmas e Alice in Wonderland. Recentemente ha composto la musica del film di Gus Van Sant L’amore che resta e di Real Steel di Shawn Levy, nonché di Men in Black 3 e Dark Shadows di Tim Burton. Prossimamente si occuperà di Il grande e potente oz di Sam Raimi.
Nato a Los Angeles, Elfman è cresciuto coltivando la sua passione per la musica cinematografica. Da giovane ha viaggiato in tutto il mondo, e ha assorbito una grande varietà di influenze musicali. Ha contribuito a fondare la band Oingo Boingo, e si è imposto all’attenzione del giovane Tim Burton, che gli chiese di comporre la musica di Pee-wee’s Big Adventure. (Venticinque anni dopo i due artisti hanno dato vita ad una delle collaborazioni più fruttuose della storia del cinema, fra un regista ed un compositore).
Oltre al suo lavoro per il cinema, Elfman ha scritto la leggendaria musica di I Simpson e di Desperate Housewives. Ha inoltre composto un balletto dal titolo Rabbit and Rogue, coreografato da Twyla Tharp; la sinfonia Serenada Schizophrana per Carnegie Hall; l’overture The Overeager Overture per Hollywood Bowl; e recentemente Iris, uno spettacolo permanente del Cirque du Soleil, in scena al Dolby Theatre di Hollywood.
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