1/1/2013 LA MIGLIORE OFFERTA The best offer – INTERVISTA A TORNATORE, GEOFFREY RUSH ED ENNIO MORRICONE

INTERVISTA A GIUSEPPE TORNATORE

 

Sul film

 

La trama del film ha un disegno molto semplice. È una storia d‟amore raccontata attraverso la tessitura narrativa del thriller, ma senza assassini né assassinati, né tantomeno investigatori.

 

Il protagonista è un battitore d‟aste molto apprezzato, grande intenditore d‟arte e dalla personalità estremamente complessa. Viene chiamato da una giovane donna che gli affida la vendita degli arredi e dei dipinti della sua villa antica. Tra i due nasce un rapporto molto contorto che porterà il nostro personaggio ad un ribaltamento totale della sua personalità, del suo modo di rapportarsi alla vita, al mondo e agli altri.

 

Il film nasce da due idee completamente diverse l‟una dall‟altra: una antichissima, a cui pensavo già una ventina d‟anni fa, un‟altra più recente. Entrambe mi incuriosivano, ma non a tal punto da decidermi a farli diventare film. Finché un giorno, per gioco, ho provato a combinare le due idee una sull‟altra e ho trovato immediatamente la soluzione che cercavo. A quel punto la storia ha cominciato a camminare da sola.

 

Sul cast

 

Jim Sturgess e Sylvia Hoeks li ho trovati come faccio sempre quando metto in piedi il cast di un film: ho fatto diversi provini, ho preso in considerazione varie possibilità e poi, quando li ho incontrati, mi sono reso conto che Jim era il Robert che cercavo e Sylvia la Claire che serviva a me.

 

Geoffrey Rush è stato uno degli attori ai quali ho pensato fin dall‟inizio. Lo seguo da moltissimi anni e in un primo momento temevo fosse troppo giovane per la parte. Poi, cercando delle sue immagini recenti, ho visto delle foto, fatte credo ad una premiazione, nelle quali aveva i capelli tagliati a zero. Sono rimasto molto colpito perché il personaggio del mio film doveva avere qualcosa nei suoi capelli di molto particolare. Quando sono andato a trovare Geoffrey a casa sua a Melbourne ho portato dentro la mia valigia il personaggio di Virgil Oldman. Di Virgil sapevo già tutto, quindi andavo come un sarto che ha imbastito un vestito e lo va a provare al cliente e poi modifica qualche cucitura, tira su un po‟ la manica, fa qualche segno con il gesso. Questo genere di modifiche le ho calibrate insieme a lui. Ci siamo studiati il copione parola per parola e lui, nei limiti del suo personaggio, è stato non solo attore, talvolta anche sceneggiatore, nel senso che in alcuni casi mi chiedeva conto e ragione di un termine, di una battuta, di una reazione che gli poteva sembrare poco chiara o non del tutto coerente con il personaggio. Questo mi aiutava a ribadire i concetti che erano già nel copione, e mi dava la possibilità di un‟ulteriore verifica di ciò che a me sembrava giusto. È stata un‟esperienza importante, quattro giorni da soli chiusi in casa a mettere a punto il personaggio, a leggere e rileggere, talvolta a provare il suo modo di comportarsi, il suo modo di parlare, parola per parola, anche il modo di camminare, di indossare i guanti… Un lavoro importantissimo che ha reso poi facile tutto il resto.

 

Sull’uso del digitale

 

Mi sono trovato bene con il digitale anche se il mio amore per la pellicola resta intatto come una volta. Però da tempo avvertivo che prima o poi avrei dovuto fare questo passo. Il vecchio sistema, tanto caro a tutti noi amanti della pellicola, ormai comincia a non dare più quei risultati che riuscivamo a conseguire in passato, perché i laboratori cominciano a non essere più attrezzati come una volta, perché i bravi stampatori non esistono più, c‟è un disamore, un disuso di questo mezzo che inevitabilmente ti fa cercare la qualità altrove. Ero incerto se fare il passaggio al prossimo film, ma poi mi sono detto: “Perché aspettare ancora?” e così ho deciso. E non mi sono pentito. Ma mi intristisce molto pensare che tra poco nessuno sarà in grado di caricare una pizza 35mm su un proiettore. Proprio perché quel mezzo è al suo tramonto bisognerebbe creare le figure professionali in grado di conservarlo.

 

Sulla produzione

 

In genere mi lascio catturare dall‟interesse e dall‟amore che colgo in un produttore che mi chiede di fare un film con lui. E devo dire che ho avuto la fortuna di lavorare con grandi produttori.

 

Nel caso del giovane Arturo Paglia mi ha colpito la sua determinazione. Il suo “corteggiamento” è durato a lungo e mi è sembrato che fosse sincero. Inoltre mi piace molto il suo entusiasmo. È anche per questo che ho accettato di fare il film con lui ed è stata un‟esperienza molto interessante.

 

 

INTERVISTA A GEOFFREY RUSH, JIM STURGESS E SYLVIA HOEKS

 

Sul personaggio

 

Geoffrey Rush

 

Interpreto il personaggio di Virgil, un esperto d‟arte di grande livello e altamente rispettato in Europa. Un uomo molto ricco e estremamente colto, ma anche altrettanto solo. E‟ soprattutto un celebre battitore d‟aste. Persone come lui hanno un ego smisurato fondamentale per gestire quella tensione che in una casa d‟aste è paragonabile a quella dei drammi che si svolgono nei tribunali. La posta in gioco è sempre molto alta, si ha a che fare con opere del valore di decine di milioni di euro, che vengono vendute a volte in pochi secondi. E lui riesce a capire se dietro l‟opera si nasconde un falso o se è autentica.

 

Sylvia Hoeks

 

Trovo sempre difficile raccontare un personaggio. Mi piace molto entrare nella mente, nel cuore e nei sentimenti di altre persone, e cerco di rappresentarle mettendo sempre in ogni ruolo molto di me stessa. Per quanto riguarda Claire è stato davvero molto difficile analizzarla, capire esattamente chi fosse, perché in realtà in lei ci sono due donne, anzi, forse anche più di due. È un personaggio misterioso nel film e non vorrei svelare di più…

 

Jim Sturgess

 

Robert è il proprietario di un laboratorio, un tipo in grado di aggiustare tutto, dal computer digitale alla vecchia macchina da scrivere. Per interpretarlo è stato importante per me entrare in sintonia con il laboratorio, il luogo dove, nel film, Robert passa la maggior parte del tempo. Quindi ho cercato di entrare in confidenza con ingranaggi e rotelline e cacciaviti e, imparando a maneggiarli, ho avuto anch‟io la sensazione di essere diventato capace di aggiustare qualunque cosa, proprio come Robert. È a lui che Virgil si rivolge dopo aver trovato dei misteriosi pezzi di un antico meccanismo. E tra i due inizia una sorta di ammirazione reciproca, un mutuo rispetto.

 

Geoffrey Rush

 

Virgil si occupa anche di vendite di edifici importanti e di mobili d‟antiquariato. È proprio in uno di questi contesti che incontra Claire, una ragazza molto turbata che sta cercando di vendere le proprietà appartenute alla sua famiglia.

 

Jim Sturgess

 

Andando in giro per la villa di Claire, Virgil trova degli strani ingranaggi, li porta a Robert che scoprirà essere parte probabilmente di un antico e prezioso automa. Virgil si rivolge a Robert anche per un consiglio su Claire, la creatura misteriosa che vive nella villa. Così Robert ed il suo laboratorio diventano un luogo sicuro e quasi terapeutico per Virgil.

 

Sylvia Hoeks

 

Quello con Claire è per Virgil il primo vero incontro con una donna. Sono attratti l‟uno dall‟altra, come due anime smarrite che sorprendentemente si trovano. Lui è un uomo di successo, ma il suo lavoro è anche un modo per sfuggire alla vita. Ho sempre trovato le persone illogiche molto interessanti. Persone che sono diverse ogni giorno, persone impulsive, che reagiscono a situazioni in modi inaspettati. Nel costruire il personaggio di Claire ho cercato di interpretare il tipo di donna della quale un uomo come lui potesse innamorarsi.

 

Sul film e su Giuseppe Tornatore

 

Geoffrey Rush

 

Quando ho iniziato a leggere la sceneggiatura non ho potuto smettere fino alla fine. L‟integrazione di molteplici racconti, personaggi affascinanti, straordinari colpi di scena… Un livello artistico altissimo. Non si leggono molto spesso sceneggiature così ben scritte!

 

Giuseppe mi ha raggiunto a Melbourne ed abbiamo passato quattro giorni insieme lavorando ad una sorta di mappatura della sceneggiatura. Così gli ho chiesto per quale motivo mi avesse voluto in questo film. Altri attori avrebbero potuto interpretare quel personaggio… Lui mi ha risposto che dopo avermi visto sul red carpet del film “Il discorso del re”, all‟epoca avevo i capelli rasati, istantaneamente ha pensato: “Ecco chi vorrei che interpretasse Virgil Oldman..!”.

 

Sylvia Hoeks

 

Questo film per me è stata una sorpresa dopo l‟altra. Quando pensi che stia per succedere qualcosa, c‟è un risvolto inaspettato, un colpo di scena. Tornatore è un regista incredibile. Ogni movimento, ogni lampo negli occhi, ogni battito del cuore. A volte stavamo girando e lui si alzava per cambiare le posizioni degli oggetti sul tavolo. Sta lì con te, come se stesse recitando anche lui. Sembra quasi un condottiero. Ama dare le più piccole indicazioni, anche cinque secondi prima di girare… ed è bello, perché con lui una parola è sufficiente. A volte lo vedi dietro la cinepresa che esulta, e per un attore quello è un grande momento.

 

Jim Sturgess

 

Mi è piaciuto molto come Giuseppe sia riuscito a coinvolgere i due personaggi, Virgil e Robert. Il loro rapporto cresce insieme alla costruzione dell‟automa, e mentre i pezzi del meccanismo vanno a comporsi, Virgil scopre i suoi lati più umani.

 

Lavorare con Giuseppe è stato fantastico! È veramente un maestro in tutto quello che fa. Sul set la sua attenzione ai dettagli non ha eguali. Siede sempre in prima fila, totalmente coinvolto in tutto quello che sta accadendo. Trovo che i suoi film siano sempre ricchi di humor, dramma e sentimento, e, soprattutto, arricchiti dalla sua classe. È veramente un grande narratore di storie.

 

Inoltre sa esattamente come farti entrare nella parte: un pizzico di magia, una verità sbattuta in faccia, qualcosa che ti distragga… tutto sembra un‟orchestra che aiuta a mantenerti incollato al personaggio.

 

Geoffrey Rush

 

Giuseppe Tornatore è un regista classico, molto elegante. Conosce profondamente l‟arte della ripresa, sembra ne abbia un senso innato; sa sempre dove, quando e come mettere

 

la cinepresa. Questo per me è veramente elettrizzante. Inoltre è un maestro nel creare la suspence e a trascinare lo spettatore, nella storia del film.

 

Jim Sturgess

 

Ogni giorno, sul set, trovavo il copione della scena che dovevo affrontare. Ma spesso accadeva che Giuseppe arrivasse stravolgendo tutto con nuove idee, cose da costruire o da aggiustare: continuava a proporre modi sempre più avventurosi di condurre il laboratorio di Robert. Un giorno l‟ho visto arrivare addirittura con un saldatore acceso in mano e una grossa maschera sul volto e ho capito che avrei dovuto fare delle saldature e allo stesso tempo recitare il dialogo previsto dal copione!

 

Geoffrey Rush

 

La troupe di questo film è stata incredibile. Grazie Italia. Bravo buon Italiano Cinema.

 

 

 

 

INTERVISTA A ENNIO MORRICONE

 

Se chiamassero dieci diversi compositori per fare la colonna sonora per lo stesso film, questi farebbero delle musiche completamente diverse, eppure servirebbero il film nella stessa maniera.

 

Ogni autore ha il suo stile, la sua personalità, i suoi amori musicali, che vengono stimolati quando lui entra in contatto con un film.

 

Leggendo la bellissima sceneggiatura di

 

 

La migliore offerta e immaginando come Giuseppe Tornatore l‟avrebbe girata, mi è venuta in mente un‟idea che viveva assopita in me da tanto tempo e che questo film ha risvegliato.

 

Credo di poter dire che la colonna sonora del film con questi tre temi legati tra loro sia una novità nella musica assoluta e anche nella musica applicata al cinema.

 

Per anni ho scritto musica assoluta, musica per il cinema e musica per il teatro tenendole a distanza tra di loro. Avevo bisogno di giorni per riuscire a passare dall‟una all‟altra: dovevo aspettare di chiudere il cervello.

 

Poi, a poco a poco, ho iniziato a vedere come l‟esperienza della musica per il cinema dava qualcosa alla musica assoluta e viceversa. Notavo quindi che anche se non si trattava di una convergenza totale, un avvicinamento c‟era.

 

Per essere padroni di questo mestiere difficilissimo bisogna studiarla tanto la musica.

 

Un compositore deve saper scrivere una canzone, un pezzo pop, una sinfonia o un quartetto d‟archi. Insomma deve essere pronto a tutto. E ogni punto di arrivo della vita creativa è a sua volta un punto di partenza.

 

Con Tornatore il rapporto è rimasto lo stesso, confidenziale. E‟ lui, Peppuccio, ad essere cambiato, perché ha fatto dei progressi musicali incredibili. E‟ davvero miracoloso come riesca ad intuire certe cose. La sua memoria musicale è impressionante!

 

2 pensieri su “1/1/2013 LA MIGLIORE OFFERTA The best offer – INTERVISTA A TORNATORE, GEOFFREY RUSH ED ENNIO MORRICONE

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