Cinema : Verdone “Crisi e pirateria fanno incassare di meno”

Cinema : Verdone “Crisi e  pirateria fanno incassare di meno”

Sull’emergenza incassi in calo Carlo Verdone ribadisce : “Credo che ci siano una serie di cause, non una sola. Che la gente ‘normale’ debba fare i conti su tutto per resistere alla pressione fiscale è un dato di fatto. Una crisi che è spaventosa
per il 70% della popolazione italiana è un dato assodato. L’altro 30%
la sente in modo minore e tira avanti. Quel 70% ha poi una sottofascia
numerosa che vive nell’emergenza assoluta. Mi  sembra ovvio che
comincino  a fare dei tagli nelle spese. E l’intrattenimento fa parte
di questi tagli. Pizza e cinema? Per molti è o pizza o cinema.

Il fenomeno dei film in streaming è un’altra bella tegola. E ad
usufruirne non sono tanto i giovani (come erratamente si crede) ma i
grandi di mezza età. I padri in parole povere. L’offerta enorme in tv
di film a tutte le ore e di ogni genere porta a decretare lo schermo
televisivo come schermo primario. Un’ overdose di film, di immagini,
di facce che sazia abbondantemente lo spettatore casalingo e che  lo
porta ad attendere  con pazienza  l’uscita del film ,che potrebbe
interessargli, in televisione.

Mancano poi storie solide. Non si ragiona più mettendo in campo un po’
di coraggio, ma spesso i film di commedia si fanno cercando di
intercettare quello che vuole il pubblico. Errore micidiale. Perché il
pubblico vuole novità e vuole essere stupito. Perché dovrebbe andare
al cinema aspettandosi quello che ha già visto, cucinato in modo
leggermente diverso?

Da qui la  necessità di pensare e ripensare cento volte ad una storia
che abbia un elemento di novità assoluta o di particolare interesse.
Questa pigrizia creativa fa perdere credibilità al cinema italiano che
cerca ,sempre con furbizia, di mandare a calci nel sedere il pubblico
in sala. Ma quei tempi sono da un pezzo finiti. E i biglietti staccati
la dicono lunga. Oggi, per fare un esempio, pellicole come Perdiamoci
di Vista sarebbero guardate con  sospetto. Entrerebbero quasi a far
parte del cinema d’autore. Si ride? Quanto si ride? La sedia a rotelle
non è troppo drammatica? Ma la disabile è almeno comica? E via
dicendo. Poi arriva un film come Quasi Amici e tutti si buttano sulla
sedia a rotelle, intuendo, in modo sbagliato, che la disabilità
potrebbe anche avere un ruolo comico. Dimenticando che uno dei
protagonisti di quel film francese era di colore. Cosa impensabile per
noi.

Oggi film come Al Lupo Al Lupo resterebbero mesi sulla scrivania di un
produttore. Tre fratelli alla ricerca di un padre? E dove si ride? …
Il pubblico cambia. Ma spesso chi crea film cambia poco, ha paura.

Da qui la necessità di rischiare e avviare una nuova visione della
realtà con slancio fresco ed originale. Non trovo altre soluzioni. Se,
nonostante la crisi, in Francia hanno aperto dei nuovi cinema, mentre
in Italia abbiamo perso 900 schermi dal 2001, una ragione ci sarà:
quella di azzardare. Mentre l’Italia è oggi tristemente un Paese in
svendita. Ma rimbocchiamoci le maniche e non
cadiamo nella depressione, partendo con nuovi propositi e più
coraggio. Altrimenti sarebbe una sconfitta senza precedenti che non
possiamo e non dobbiamo permetterci”.

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