3 Gennaio “Jack Reacher La prova decisiva” – CURIOSITA’

 

3 Gennaio “Jack Reacher La prova decisiva” – CURIOSITA’

LA PRODUZIONE

Una giornata qualunque, in una tranquilla cittadina, cinque persone vengono uccise, mentre stanno conducendo le loro vite di tutti i giorni. Tutte le prove portano ad un uomo: un assassino, ex-militare e cecchino addestrato. Viene rapidamente arrestato e preso in custodia.

Nonostante un serrato interrogatorio, il prigioniero non rivela nulla, a parte una criptica richiesta che scarabocchia su un bloc-notes al posto della confessione: TROVATE JACK REACHER.

Chi è questo Reacher? Non è una domanda facile cui rispondere, in realtà risulta difficile anche dimostrare il semplice fatto che sia ancora in vita. Poco importa, Jack Reacher (TOM CRUISE), è già sulla sua strada. Ex-Investigatore militare, l’enigmatico Reacher preferisce evitare la compagnia altrui, ma conosce molto bene questo cecchino. Nuove rivelazioni sugli omicidi lo costringono ad uscire dall’ombra e a condividere con le autorità ciò che sà di questo prigioniero, ed è molto. Basandosi su una fosca storia del passato, Reacher crede che abbiano preso l’uomo giusto.

Quando Reacher arriva, l’assassino accusato è in coma, a causa di un brutale pestaggio cui è stato sottoposto durante il trasferimento, e il suo avvocato difensore, (ROSAMUND PIKE) è carica di domande da porre a Reacher: Qual’è la storia che accomuna Reacher al suo cliente? E perchè avrebbe dovuto chiedere l’aiuto di un uomo convinto della sua colpevolezza? Nonostante un attimo d’esitazione, onorerà la richiesta del suo cliente e ingaggerà Reacher come investigatore.

A prima vista, sembra che i poliziotti abbiano accuratamente esaminato la scena del crimine e, attraverso perfette analisi, abbiano acciuffato l’assassino. Ma Reacher ha un problema con la perfezione. Rapido, auto-sufficiente e iper-attento, Reacher riesce ad evidenziare anche le più piccole stonature, che ad altri potrebbero sfuggire. E più approndisce il caso, più scopre quanto sia poco chiaro.

Così inizia un viaggio straordinario alla ricerca della verità, dove niente è come sembra e anche gli amici e la famiglia potrebbero essere dei nemici. Robusto ed elegante, con uno spirito disarmante, nessun dettaglio è troppo piccolo per Reacher. Anche se è un solitario che gioca secondo le sue regole, è comunque spinto da un forte senso di giustizia. Reacher si trova contro un nemico inaspettato e astuto, con una grande predilizione per la violenza e un segreto da mantenere, forse il motivo per cui ha ucciso. Reacher dovrà usare ogni grammo della sua astuzia strategica per prevedere e superare le mosse di questo suo nuovo avversario, al fine di proteggere gli innocenti e catturare i veri colpevoli.

Dalla serie best-seller per il New York Times, dell’autore Lee Child, arriva uno degli eroi più convincenti tra quelli che hanno affrontato il passaggio dai romanzi al grande schermo. L’investigatore ed ex-militare “Jack Reacher”.  Scritto e diretto dal premio Oscar® CHRISTOPHER McQUARRIE, “Jack Reacher- La Prova Decisiva” è interpretato da TOM CRUISE, ROSAMUND PIKE, ROBERT DUVALL, RICHARD JENKINS e WERNER HERZOG.  Prodotto da Tom Cruise, Don Granger, Paula Wagner e Gary Levinsohn. Produttori esecutivi sono Jake Myers, Ken Kamins, Kevin Messick, David Ellison, Dana Goldberg e Paul Schwake. Le musiche di Joe Kraemer. La costumista è Susan Matheson. A Kevin Stitt, della A.C.E., è affidato il montaggio. Le scenografie sono di James Bissell. Il direttore della fotografia è Caleb Deschanel, A.S.C. “Jack Reacher-La Prova Decisiva” è basato sul romanzo One Shot di Lee Child in Italia Jack Reacher -La Prova Decisiva, di Lee Child.

 

 

IL VIAGGIO DALLE PAGINE AL GRANDE SCHERMO

 

Autore di best-sellers mondiali, Lee Child, non aveva preventivato di diventare un autore di successo. Dopo aver frequentato giurisprudenza nella sua nativa Gran Bretagna, Child ha firmato con l’inglese Granada Television, dove ha trascorso i seguenti 18 anni come regista in alcuni dei programmi e serie più rispettati, durante quello che alcuni critici, definiscono “L’età d’oro” della televisione britannica. Ma nel 1995, un riassetto aziendale, ha lasciato Child senza lavoro, e così iniziò la stesura di un libro, in seguito intitolato Zona Pericolosa. Pubblicato nel 1997, il suo romanzo di debutto era incentrato su un protagonista chiamato Jack Reacher, che da subito conquistò i lettori. Dopo 17 romanzi su Reacher, le affinità di Child (e dei lettori) nei confronti del personaggio, non sono diminuite.

Commenta Child, “Quando ho esaminato la questione delle origini di Reacher, guardando indietro, capisco quanto sia derivato da tutte le letture che avevo affrontato nel corso degli anni. È davvero leggendario, un personaggio basato su un mito… il Robin Hood, l’eroe occidentale. Questo è presente in ogni epoca storica, il misterioso straniero, il nobile solitario, ‘cavaliere errante’ è il termine usato dai critici per definirlo. È il tipo di persona dagli alti principi, ma per qualche ragione è costretto a vagare sulla terra, cercando di fare del bene”.

Non solo le qualità mitiche del personaggio hanno portato all’immensa (e sempre crescente) popolarità del personaggio: “A mio parere, è la metafora di ciò che ognuno di noi desidera segretamente, la giustizia. E questo è il grande fascino di Reacher, sia per gli uomini che per le donne. Le donne in particolare, a mio avviso, si sentono estremamente offese dalle ingiustizie. Ed ecco Reacher, che trovando una situazione sbagliata, cercherà di risolverla. Farà tutto quanto necessario, senza scrupoli di sorta. E sicuramente c’è molta violenza nei libri, una violenza intransigente. E credo che in segreto, nel profondo, questo sia ciò che tutti noi desideriamo. Vogliamo vedere le cose andare per il verso giusto, e vogliamo vedere i cattivi puniti”, dice Child.

 Colui che incarna il multi-sfaccettato personaggio iconico di Reacher, ha bisogno di una certa dose di coraggio, non solo figurativamente (Reacher è spesso nei guai e questo richiede un duro lavoro per le controfigure), ma nel senso più ampio del termine. Reacher si cura poco di ciò che la gente pensa di lui, un eroe idiosincratico, un personaggio difficile da interpretare, specialmente per i fan del del libro, con le loro idee su chi e cosa sia Reacher. Quindi non è sorprendente che siano passati sette anni, dal primo incontro di Child con il produttore Don Granger, per fare del libro un film. Child vede, comunque, positivamente questa lunga gestazione.

            “A questo punto, debbo dire che sono contento sia andata così. Sono molto entusiasta del film e onestamente non sono mai stato preoccupato. L’ho venduto alle persone giuste e hanno fatto un ottimo lavoro. Ho preso così tanto tempo perchè la squadra era molto impegnata nell’ottenere il migliore risultato. Un’attesa così lunga è stata comunque ripagata, nel senso che abbiamo ottenuto uno strepitoso risultato, un progetto placcato d’oro e di serie A, dall’inizio alla fine”, dice Child.

“Jack Reacher-La Prova Decisiva” è basato su La Prova Decisiva, il nono della serie di romanzi su Reacher, allora perchè iniziare dalla metà? Il produttore Granger dice, “La Prova Decisiva è forse il più cinematografico tra tutti i libri della serie. All’interno del romanzo sono presenti diversi elementi che abbiamo pensato fossero importanti da inserire in un primo film. Primo, penso che sia una delle migliori introduzioni possibili al personaggio di Reacher: è un ottimo modo per portarlo in una trama, che è già in forte movimento. E secondo, e forse ancor più importante, troviamo in lui, un dilemma morale. Entra nella storia, credendo una cosa, e poi dovrà rendersi conto, che forse, i fatti e la realtà vanno da un’altra parte. Deve allora decidere se prendere la via più facile, o la via più difficile, in questa decisione, si arriverà a comprendere perchè Jack Reacher è diverso da qualsiasi altro eroe”.

Avere un tale eroe e trasferirlo sul grande schermo richiede sia uno sceneggiatore che un regista che siano a loro agio con l’azione e l’enigma, la complessità, i dettagli grandi e piccoli, e con personaggi i cui ideali e motivazioni sono rivolti al meglio. Il regista Christopher McQuarrie, era la scelta giusta, per supplire ad entrambi i ruoli.

McQuarrie si è ispirato molto alla narrativa che aveva in testa, senza comunque perdere l’esclusiva visione del mondo di Reacher. “Si trattava di trovare un modo interessante per visualizzare la peculiare visione del mondo di Reacher, un tipo che spesso non rivela ciò cui sta pensando. Lee è stato fantastico e favorevole a questo mio approccio. Se ha funzionato, penso sia perchè Lee ed io ci siamo focalizzati maggiormente su quello che credevamo importante, i processi mentali dietro i pensieri di Reacher e le sue prospettive, e sul modo in cui renderle visivamente”, dice McQuarrie.

Nota Child, “in termini Hollywoodiani, credo che Reacher abbia due sfide. Numero uno, è che molto del fascino di Reacher, sia riconducibile ai libri, l’eccentricità e il suo modo di vedere le cose. La sfida numero due è che, a differenza di qualsiasi altra storia, non esiste un arco evolutivo del personaggio di Reacher, lui non viaggia, non impara nulla, e non è mai differente alla fine. Quindi, ciò di cui necessitava il film era, molto semplicemente, di gente che lo realizzasse. E McQuarrie ha centrato totalmente. Eravamo d’accordo. Quando è arrivato alla sceneggiatura, non ho detto niente a Chris.  Ricordo quando mi ha inviato la sceneggiatura, è stato un momento di forte trepidazione. Stavo leggendo la sceneggiatura che qualcuno aveva sviluppato dal mio libro. E l’ho letta… e immediatamente l’ho letta di nuovo, per il semplice piacere di farlo, era davvero buona. Non ho mai letto niente per due volte di seguito. Secondo me, era letteralmente perfetta. E così, da quel momento, ho capito che avrebbe funzionato”.

Ricorda Granger, “Ho parlato a Lee, subito dopo che aveva letto la sceneggiatura. E ha detto che da allora c’erano due persone al mondo che avrebbero potuto scrivere di Jack Reacher: lui e Chris McQuarrie.”

            Il film, naturalmente, è ancorato al protagonista, interpretato da Tom Cruise.

            “Abbiamo voluto puntare su un attore che avrebbe potuto apportare tutto il talento e l’abilità necessari per rendere memorabile questo personaggio. E ancor più importante, su un attore che fosse stato in grado di far emergere la specifica personalità di Reacher. Quando abbiamo comunicato a Lee, l’attore scelto per il ruolo di Reacher, e le motivazioni che ci avevano spinto in quella direzione, era estremamente contento. Lui ha detto, ‘Perchè non dovrei volere che la più grande stella vivente del cinema interpreti il personaggio che ho creato’”? Ricorda McQuarrie.

Per Cruise, il sigillo d’approvazione da parte di Child, è stato molto importante. “Prima di tutto, ero estremamente sensibile riguardo ciò. Questo è il libro di Lee e Reacher è il suo personaggio. La sua benedizione è stata fondamentale per me, se non ci fosse stata, non l’avrei fatto”, dice Cruise. 

Cruise era entusiasta, naturalmente, di interpretare Reacher, personaggio incredibilmente ricco, dalla volontà inarrestabile, una forza della natura e dall’elevato codice d’onore.

“Reacher è un grande personaggio, non possiede un telefono cellulare, non ha l’e-mail. È un ragazzo analogico nell’era digitale. È al di fuori della griglia. Paga le cose in contanti. Le persone, spesso, approcciano le cose attraverso il prisma dei colori della loro vita, mentre Jack Reacher fa spesso delle cose nel modo in cui, tutti vorrebbero farle. In quel senso, è una specie di Ispettore Callaghan, di James Bond, di Josey Wales”, dice Cruise. 

Anche se Cruise non assomiglia al Reacher descritto nei libri, Child dice che Cruise è riuscito a catturare il carattere di Reacher, cosa più importante di qualsiasi somiglianza fisica.

“Cruise, nel suo profondo, è un attore caratterista, nel senso più letterale del termine. Egli entra davvero nei ruoli. Ha compreso Jack Reacher. Ha proiettato la sua vibrazione. Ma l’unica vera risposta a questo, è andare a vedere il film. Vi garantisco che tutto ciò trasparirà”, riassume Child.

Inoltre, osserva McQuarrie, gli attributi fisici descritti nei libri, sono quasi impossibili da rintracciare in qualsiasi attore. Ricorda McQuarrie: “Non abbiamo mai cercato un attore che aderisse perfettamente alle caratteristiche fisiche descritte nei libri, così abbiamo deciso che quella sarebbe stata la prima questione della quale non preoccuparsi”.

Ancora più importante, dice McQuarrie, sono le sue caratteristiche morali uniche a rendere così accattivante Reacher, e con Cruise avrebbero ottenuto la giusta risonanza. Reacher è un uomo a suo agio nella sua situazione, una qualità che ha incuriosito McQuarrie specialmente per il modo in cui sarebbe stata resa da Cruise.

“Quello che mi piace di Reacher, è che è un individuo estremamente sicuro e centrato, un solitario. Più di ogni altra cosa, è sicuro di sé ed è molto in sintonia con il suo ambiente”, spiega McQuarrie. “La maggior parte dei personaggi che Tom è abituato ad interpretare al cinema, di solito sono uomini sotto forte pressione, guidati dalla ricerca dell’oggetto della trama. Reacher è qualcuno che non ha mai vissuto sotto pressione, piuttosto, lascia che la storia venga a lui. Quando si passano dei momenti insieme a Tom, ci si rende conto di quanto, come persona, sia simile a Reacher”.

Il che non vuol dire che Cruise sia un vigilante solitario, o meglio, Cruise condivide con Reacher, il suo lato affabile. Anche nelle situazioni più stressanti, Reacher, riesce a combinare sagace umorismo e genuina preoccupazione. Reacher non è altisonante, è premuroso e inoltre, quando non è sotto tiro dei cattivi, è anche un’ottima compagnia.

“La cosa davvero emozionante per me”, continua McQuarrie, “è stata quella di mettere Tom nel ruolo di qualcuno che si avvicinasse così tanto al suo essere, qualcuno più cool, più rilassato e molto più amabile. Quello che stavamo cercando per Reacher, non era tanto l’intensità, quanto piuttosto una sorta di concretezza. Sembra di capire quello che gli sta per succedere intorno, e resta in attesa che si verifichi. Anche durante il suo primo grande combattimento, in pratica dice ai ragazzi, ‘È così che andrà questo combattimento’, e proprio così andrà a finire. Gli fornisce l’opportunità di scappare, ma loro non lo fanno”.

Questo ha aiutato nel trovare un partner disponibile e solidale in Cruise. Che è anche produttore. McQuarrie e Cruise hanno lavorato insieme in “Operazione Valchiria” e hanno condiviso una similare visione e passione per il cinema; e da allora affrontano alte disquisizioni sulla cinematografia. Inoltre, condividono la passione per le auto d’epoca, al loro primo incontro, McQuarrie guidava… “questa vecchia Cadillac, che possiedo da quando ero un giovane single. La mia macchina era in riparazione, così dovevo scegliere tra il minivan di mia moglie e questa Cadillac del 1964. Tom ha chiesto se poteva guardare il motore e ha sottolineato e puntualizzato che aveva bisogno di qualche lavoretto… Abbiamo chiaccherato tutto il pomeriggio…”, ricorda McQuarrie.

“Si! Aveva questa macchina meravigliosa”, conferma Cruise. “Sono un fan di quella macchina fin da “I Soliti Sospetti” e abbiamo iniziato a parlare di automobili e di film, di cinema e di prestazioni. Ci siamo subito piaciuti. Chris ha una tale passione per il cinema, unita ad un’enorme comprensione della scrittura  e del montaggio. Puoi già vedere i film, leggendo le sue sceneggiature. La sua scrittura è spettacolare, scrive delle battute, che io come attore, posso solo desiderare di recitare, si vuole far parte del suo mondo”, dice Cruise.

Hanno condiviso il loro amore per alcuni film, e anche per le macchine potenti, e hanno inoltre trovato la loro strada nel tessuto di “Jack Reacher-La Prova Decisiva”.

“Presenta elementi tipici dei thriller e dei film di suspense, e al tempo stesso possiede una forte vena romantica che scorre sotto. Quello che stavamo provando a realizzare era una sorta di ritorno al passato, ai film con i quali io e Tom eravamo cresciuti, quei film che abbiamo realmente amato. Abbiamo davvero cercato di evitare molti dei concetti moderni del genere thriller. C’è come la sensazione che qualcosa sia scomparsa, e il nostro personaggio ne è alla ricerca”, osserva McQuarrie.

Il materiale, aggiunge Cruise, sembrava contenere tutti elementi particolarmente adatti per un film di Christopher McQuarrie, con o senza Cruise protagonista.

“La storia e il personaggio sono incredibilmente spettacolari, il mio genere preferito di film e ha una voce davvero ‘McQuarriesca’. Avventura, spirito, colpi di scena e umorismo. Ho detto, ‘se sei interessato al progetto, mi piacerebbe interpretarlo, ma è una tua decisione. Indipendentemente da ciò, penso comunque che saresti il regista perfetto e adorerei recitare nella parte, ma, in caso contrario, mi limiterò a produrre il film”, ricorda Cruise. 

Fortunatamente, “Jack Reacher- La Prova Decisiva” si è rivelato essere il progetto perfetto per McQuarrie e Cruise, con Cruise in ruolo sia davanti la macchina da presa, che dietro le quinte.

 La seguente grande preoccupazione ha riguardato il casting critico per il ruolo di Helen Rodin, l’avvocato che accetta il presunto cecchino in coma, come cliente. Hanno trovato la loro Helen in Rosamund Pike.

A causa di impedimenti logistici, McQuarrie e Pike si sono incontrati per la prima volta, attraverso Skype. La loro chiaccherata programmata per durare una ventina di minuti è finita due ore dopo e McQuarrie sapeva di aver trovato la sua protagonista. Pike sembrava incarnare naturalmente l’intelligenza, la sfida e la vulnerabilità del personaggio.

Pike era altrettanto ansiosa di cimentarsi con il ruolo, in particolare dopo la lunga discussione con il regista/sceneggiatore. Osserva, “Non ero per niente interessata a ritrarre il classico avvocato stereotipato, così di moda oggi nei film di Hollywood. Di solito ci si aspetta un personaggio perfetto, curato, spigoloso e un pò freddo. Mentre io, ero interessata nel trovare il lato umano di questa donna, una persona che sta realmente tentando di presentarsi lucida, ma che in realtà prova semplicemente a tenere insieme i pezzi. Eravamo entrambi alla ricerca di qualche crepa da mostrare”.

Nello sviluppo del suo personaggio, Pike e McQuarrie, hanno cercato di alzare la posta. “Nel romanzo, lo studio di Helen si oppone con fermezza contro il suo accettare la difesa di James Barr. Volevo che Helen si sentisse come in un limbo, senza mezzi o fondi per costruire un forte caso. Il suo cliente è in coma e lei non ha il sostegno finanziario del suo studio per assumere un investigatore privato. Volevo che il pubblico vedesse un lato diverso della legge, un avvocato che improvvisa, piuttosto che avere il pieno controllo della situazione. Assumere Reacher sarà un gioco d’azzardo, che ad un certo punto sembrerà ritorcersi contro, ed Helen comincia a chiedersi se ha assunto un teorico della cospirazione, o un pazzo violento che non si preoccupa delle prove”.

Pike ha apprezzato molto la possibilità che McQuarrie ha offerto al cast di utilizzare ogni ripresa come opportunità per esplorare altri aspetti all’interno della scena. Continua Pike, “Chris McQuarrie è stato fortemente influenzato da Hitchcock nella creazione della suspense. Ha un innato senso del ritmo, che è l’essenza della sua scrittura e del suo fare film. Una volta che si viene presi da questa tempistica, lavorare davanti la camera in movimento mentre si viene spronati a fidarsi dei propri istinti, può essere davvero gratificante e stimolante. Si percepisce una sorta di tensione e suspense: e provandola, riesci a farla arrivare direttamente al pubblico. McQuarrie bilancia l’accumulo di tensione con il suo marchio di fabbrica dell’umorismo sovversivo. Fa anche in modo che il dialogo si muova sinuosamente. È un grande ammiratore del suono, simile ad una mitragliatrice, dei dialoghi di film come “La signora del venerdì”, e sia io che Tom, abbiamo usato questo, come riferimento per alcuni passi in certe scene”.

L’approccio di Pike agli strati emotivi ed intellettuali del personaggio di Helen, hanno impressionato Cruise; la sua performance gli ricordava le grandi attrici classiche.

“… Come Faye Dunaway o Grace Kelly. Come loro, lei è bellissima e porta complessità e intelligenza al personaggio. Abbiamo affrontato un sacco di scene complicate insieme, 15 pagine di dialogo e tantissima sottigliezza e punti focali della loro relazione. È romantica, ma non eccessivamente, c’è sorpresa ed eleganza. Molto viene trasmesso attraverso le cose non dette. Lei è incredibilmente dinamica e enormemente talentuosa, e mi sono molto divertito a lavorare con lei”, dice Cruise.

In realtà, la scena preferita di McQuarrie nel film, rivela la sfumatura e la consistenza del rapporto tra Reacher ed Helen.

“La mia scena preferita è una telefonata tra Tom e Rosamund”, confessa McQuarrie. “È dopo un grande inseguimento in macchina. Reacher è stato incastrato per omicidio. Allora, lui chiama Helen, nel suo appartamento, proprio mentre è interrogata dalla polizia che sta cercando Reacher, e deve prendere un’importante decisione: Da che parte dovrebbe stare? Con chi sta parlando? Dovrebbe consegnarlo alla polizia? O dovrebbe continuare a fidarsi di quell’uomo, che inizia a credere sia pazzo. Inoltre, adesso ci sono prove schiaccianti che lui abbia ucciso qualcuno e lei deve compiere una scelta. È una situazione in cui tutte le dinamiche tra i personaggi, costruite fin li, si riversano in questa scena. La performance di Tom, con Rosamund intrappolata nel mezzo e che non sa cosa dovrebbe fare e come lo farà, sono gli elementi che rendono grande un film, quelli che amo. Tutti hanno lavorato insieme, ed hanno tirato fuori qualcosa di bello, e di cui sono molto orgoglioso”, dice McQuarrie.

Il difensore Pike, incrocia naturalmente, il suo percorso, con quello del procuratore distrettuale, in cui lei non ripone molta fiducia; un rapporto reso ancor più complicato dal fatto che si tratta di suo padre, ad interpretarlo troviamo Richard Jenkins.

I filmmaker notano che Jenkins è stato la prima ed unica scelta per interpretare il procuratore distrettuale, Rodin. Sia McQuarrie che Granger sono appassionati del notevole lavoro di Jenkins. Le scene con lui, sono di vitale importanza per stabilire le gradazioni di dubbio riguardante il caso su cui sta indagando la figlia. Inoltre, i realizzatori sapevano che Jenkins sarebbe stato in grado di comunicare tutti i livelli del complesso rapporto che ha con sua figlia, l’amore, la delusione, le vecchie cicatrici, le preoccupazioni per il suo benessere.

“Sapevamo che avrebbe potuto tratteggiare il lato grigio della sua anima. Quando l’abbiamo visto girare alcune scene, è stato affascinante notare quello che succedeva dietro i suoi occhi: Cosa provava per Helen? Era con lei, o contro di lei? Questo rende accattivante il loro rapporto senza fine”, dice Granger.

Jenkins aggiunge quanto sia stato affascinato da questo complesso rapporto padre-figlia.

“Trovo che la dinamica tra i due personaggi sia estremamente credibile. Mi piacerebbe sapere come ci sono arrivati. C’è quasi un film dentro il film. Abbiamo entrambi le nostre idee, ma non sono completamente esplorate nel corso del film. Ma agli spettatori questo non interessa, la cosa importante è che ci siano questi due personaggi. C’è un grande scontro di teste, e Chris e Lee hanno forgiato un complicato rapporto tra padre e figlia”, dice.

Oltre a ciò, Jenkins ha apprezzato immensamente la divertente ‘giostra’ che è stata “Jack Reacher- La Prova Decisiva”.

Lui continua, “La storia sembra condurre lo spettatore per mano, dicendo: ‘Ti porto qui’. E tu dici, ‘Lo so, lo so.’ Ah! Ma no! Non è così! La storia cambia rotta. Grazie alla grande sceneggiatura e ad una scrittura di primissimo piano. Chris ha trovato il modo di rivelare ogni personaggio in modo diverso. Lo fa anche con il mio personaggio. L’investigatore di polizia, Emerson, è lì in piedi, che mostra foto della scena del crimine a James Barr, che presumibilmente ha premuto il grilletto. E Emerson dice: ‘Abbiamo tutte le prove che ci servono. Il gioco è fatto.’ Poi si siede e la ripresa si sposta su questo personaggio, il mio, appoggiato al muro, che non si era visto fin quando Emerson non si è seduto. Io sono stato li in piedi per tutta la scena. ‘Questo è il procuratore distrettuale’ dice. Questo è quello che fa Chris, caricare il film con tanti piccoli tocchi, di regia e sceneggiatura”.

Per interpretare il ruolo fondamentale di Cash, un ex-militare che ora gestisce un poligono i tiro, i filmmaker hanno scelto il venerabile, premio Oscar®, Robert Duvall, che aveva già collaborato con Cruise in “Giorni di Tuono”, quasi 22 anni fa. La loro reunion era attesa da tutti.

Dice Granger, “Questi sono attori della loro generazione. Vederli recitare insieme è come assistere ad un master di scacchi o di tennis. Nonostante gli anni passati da quando hanno lavorato insieme, hanno subito stabilito i ritmi della loro collaborazione, come se fossero appena usciti dal set di “Giorni di Tuono”. Chiudono gli occhi e cercano il loro essere, e insieme a Chris a dirigerli, cercano una scelta possibile e diversa, per interpretare il personaggio. Vederli lavorare insieme è emozionante”.

Per Duvall, un legame è forgiato con ognuno dei suoi passati partner nella recitazione, non importa quanto tempo sia passato. Egli osserva: “È un lavoro divertente. Lavori con persone per otto o dieci settimane, poi te ne vai e non rivedi più quelle persone. È un lavoro volubile, per certi aspetti, ma i legami ci saranno sempre, nel momento in cui si rincontra qualcuno con cui si è lavorato, anche dopo diversi anni. Ci sono stati moltissime risate, abbracci, scherzi ed è stato stupendo. Abbiamo ripreso proprio da dove avevamo lasciato. Abbiamo affrontato diversi passaggi e differenti trasformazioni prima di tornare a lavorare insieme… Lui è un attore molto bravo. Ascoltare e parlare, parlare e ascoltare, questo è l’inizio dell’intero processo attoriale, e lui è proprio al posto giusto, insieme a te, ogni volta. Le persone credono sia semplice interpretare un personaggio, ma prima di fare certe affermazioni, dovrebbero provare a farlo. Non è così semplice essere rilassati un attimo prima, e poi, subito, entrare nella scena”, nota Duvall. 

Anche se Cash all’inizio, è diffidente nei confronti di Reacher, alla fine, i due, uniranno le forze e questa loro insolita alleanza, fornirà alcuni tra i momenti più belli del film. Cruise è stato altrettanto entusiasta nel riunirsi con Duvall e concorda sul fatto che, quando si videro di nuovo sul set, sembrava come se il tempo non fosse mai passato.

“Ad essere onesto, è stato come se non ci fossimo mai lasciati. C’era vero e proprio agio tra noi due, e lui è un uomo interessante e fantastico con cui lavorare. Voglio dire, lui è una vera icona. Ha fornito prove d’attore tra le più importanti della cinematografia, è un vero e proprio attore. Ero così felice quando ha detto che avrebbe accettato il ruolo. Mi piace quando, guardando il film, credi di sapere dove il film stia andando, mentre all’improvviso appare Duvall, un attore straordinario che interpreta questo meraviglioso personaggio. E mi piace come si evolve il rapporto tra i due personaggi, le cose tra loro, erano molto spiritose e divertenti, è stato emozionante recitare al suo fianco”, dice Cruise. 

 Un altro venerato attore appare nel film, nel ruolo dello sfuggente e moralmente fallito, The Zec, interpretato da Werner Herzog.  L’entusiasmo, l’etica del lavoro e l’albero genealogico del leggendario filmmaker, hanno intensamente colpito Cruise.

“È un attore straordinario ed era realmente entusiasta di entrare a far parte di questo film. Ha scavato a fondo nel personaggio, ed è stato incredibilmente propositivo, generoso e interessato. In particolare, abbiamo girato di notte in gennaio, e faceva freddo ed era umido, ero bagnato fino alle ossa, ma lui era lì con me, dando il 100% in ogni scena”, dice Cruise.

Herzog ha particolarmente apprezzato il modo di dirigere di McQuarrie e specialmente il suo atteggiamento aperto nei confronti dei contributi degli attori alla sceneggiatura.

“È stato molto semplice con lui, e si avvertiva sempre il suo chiaro orientamento. Era sempre flessibile al cambiamento, anche dei lievi significati dei dialoghi, per rendere le cose più evidenti. Mi sono adattato perfettamente, e in fretta. Apprezzo sempre avere qualcuno che ricopre sia il ruolo di regista che quello di sceneggiatore, perchè si sa che la modifica di mezza frase dei dialoghi non si tradurrà mai, in un’estenuante riunione”, dice Herzog.

Un altro personaggio chiave nella storia di “Jack Reacher” è il detective poliziotto Emerson. Granger osserva come, nella storia, ci siano dei passaggi, in cui la gente potrebbe realmente credere che Emerson e Reacher, potrebbero unire le loro forze. Granger descrive il detective Emerson come “un coraggioso, retto e compassionevole detective, in possesso di una forte morale e di un acuto intelletto, con la capacità intrinseca di salvare la situazione”.

David Oyelowo ricorda, “La prima volta che mi sedetti con Chris, mi disse che gli stava molto a cuore il fatto che Emerson fosse una sorta di Yang, per lo Yin Reacher. C’è sempre la possibilità che collaborino, ma il fatto è che quando sono nella stessa stanza, si percepisce sempre una leggera rivalità. Entrambi possiedono una mente investigativa e entrambi riescono a leggere le informazioni raccolte per rintracciare un criminale. Parte della tensione, deriva proprio da questa concorrenza, sia che stiano cercando di catturare il loro uomo, sia che si scontrino a causa delle loro differenze”.

Oyelowo ammira profondamente Cruise, sia come attore che come produttore.

“Non credo di aver mai lavorato con un attore dal tale livello d’impegno, entusiasmo e atteggiamento. In questo film abbiamo un inseguimento, e succedono alcune cose abbastanza folli, e questo è soprattutto perchè Tom, punta tutto così in alto per realizzare ciò che vuole, attraverso acrobazie. Anche come produttore del film, si preoccupa così tanto del progetto, è stato davvero d’ispirazione stargli accanto”, dice.

Queste non sono semplici chiacchere servili. Oyelowo non è l’unico a pensarla in questo modo di Cruise e il suo genuino amore per il film. Il produttore Don Granger ricorda un giorno sul set “… Avevo quella sorta di sguardo da produttore con la fronte corrugata, perchè c’è sempre qualche problema a causare preoccupazione al produttore. Quando Tom mi ha chiesto se stessi bene. E io ho risposto di si, che stavo bene, a parte i soliti problemi con cui si ha a che fare da produttori. Mi ha guardato fisso negli occhi e ha detto, ‘Problemi? Stai facendo un film. Non ci sono problemi. Siamo fortunati’. Aveva assolutamente ragione. Tom è quel genere di attore che non si chiude nel suo camper, ma resta sul set, perchè ama ogni aspetto del processo. Ama tutto ciò che riguarda la creazione del film, tutto ciò che riguarda l’aspetto tecnico, e non esiste un altro posto in cui desidererebbe essere. Questo approccio è stato contagioso per tutti e ci ha fatto svolgere al meglio quello che facevamo”.

 

 

 

 

MACCHINE E COMBATTIMENTI A PITTSBURGH

 

Come nella tradizione dei più grandi thriller classici degli anni ’70, come “Bullitt” e la French Connection, anche “Jack Reacher-La Prova Decisiva”, vanta una splendida sequenza di inseguimento in auto, attraverso il centro e i vicoli di Pittsburgh, dove la storia è ambientata.

Il direttore della fotografia e candidato all’Academy Award®, Caleb Deschanel, ha assorbito il richiamo di thriller anni ’70 come “Il colpo della metropolitana (un ostaggio al minuto)”. Con questo in mente, il direttore della fotografia ha deciso di girare in widescreen anamorfico, come erano stati girati molti dei classici del genere, e al fine di evitare qualsiasi risultato troppo lucido e moderno per Reacher e McQuarrie. Per questa ragione, il film è stato girato in esterni a Pittsburgh, Pennsylvania, il che, ha donato alla produzione ‘un aspetto industriale’, secondo Granger.

“Pittsburgh evoca quel senso di città costruita durante la rivoluzione industriale, con la ricca presenza di acciaio, argilla rossa e colori caldi della terra. Questo è evidente nel modo in cui Jim Bassell ha scenografato il film, e nel modo in cui Susan Matheson ha realizzato i costumi per i personaggi, in particolare quello di Reacher. Abbiamo voluto presentare la nostra versione della quintessenza del nuovo eroe americano nella quintessenza della città americana”.

Caratteristica classica nei film d’azione americani, è l’inseguimento automobilistico, una delle poche cose per cui, Jack Reacher, che non guida spesso, non è preparato.

In origine, la scena dell’inseguimento in macchina, era stata programmata per essere girata in cinque notti, ma Cruise ha suggerito a McQuarrie di espandere la sequenza e renderla la firma dell’intero film. Ricorda McQuarrie: “Tom ha detto: ‘Voglio che tu lo faccia. Voglio che tu pensi a tutte le tue scene preferite di inseguimenti automobilistici. Dimmi quello che desideri e faremo in modo che si realizzi”.

Mc Quarrie si è incontrato con il regista della seconda unità e coordinatore stuntmen, Paul Jennings, per tracciare ed organizzare una tale sequenza, “Chris ed io ci siamo messi a parlare in una stanza e abbiamo iniziato a pensare al modo in cui rendere differente e nuova quella sequenza”, ricorda Jennings. “Ma al tempo stesso, volevamo mantenere uno stile classico, basato su gli inseguimenti in macchina che conoscevamo e amavamo. Ragionavamo sul modo in cui tutti pensano a rendere affascinante un inseguimento automobilistico: la scelta dell’inqudrature, della velocità delle scene in fase di montaggio. E abbiamo pensato, ‘Sai una cosa? In quel film hanno appena guidato molto velocemente, ed è per questo che sembrava così fresco’”. McQuarrie e Jeggins, hanno inoltre realizzato quanto Cruise fosse un esperto e professionale guidatore. “Chris ed io, abbiamo deciso di usare Tom in ogni inquadratura possibile”, dice Jennings. “E se la cinepresa non era in pericolo, voleva dire che non valeva la pena girare quella scena…”. Cruise ha completamente abbracciato questa filosofia, e nei seguenti due mesi ha lavorato con Jeggins e McQuarrie per pianificare meticolosamente ogni passaggio dell’inseguimento, inclusi i passaggi ad alta velocità e le collisioni. Più importante, Cruise e McQuarrie erano d’accordo sul fatto che sarebbe stato lo stesso Cruise a guidare l’auto, nell’intero inseguimento.

Ma la sfida più grande era rappresentata dalla perfetta pianificazione.

“Inizialmente avevamo programmato cinque giorni per girare tutta la scena”, spiega McQuarrie. “Ora era tutto molto più grande. Ma Tom era determinato a rispettare i tempi di produzione e i limiti del budget. Questo ha richiesto che lavorasse 24 ore al giorno, senza giorno di riposo. Un pisolino di 30 minuti tra l’intera giornata trascorsa con l’unità principale e la notte con l’unità dell’azione. Nessuno avrebbe potuto farlo. Nessuno”.

Da quel punto, ci siamo focalizzati sul come rendere perfette per l’azione, le competenze di guida di Cruise. Prima delle riprese della lunga scena d’inseguimento, Cruise si è allenato a Los Angeles con uno stuntman esperto di guida, allenamento che è poi proseguito sul luogo delle riprese, al volante di una delle nove Chevrolet Chevelles del 1970, ottenute dalla produzione (prese da Ohio, Michigan, Pennsylvania e da un rivenditore del Connecticut).  Granger ricorda il giorno in cui “è passato per vedere la macchina all’opera”.

“C’era un parcheggio di fronte al fiume, dove si stava allenando, da solo con uno dei guidatori stuntman. Tom andava su e giù, e faceva i percorsi delineati dai coni. ‘Dai, vieni’, ha detto. Quando sono entrato, ha messo la cintura a cinque chiusure, mentre io una semplice cintura poco sicura. Ha iniziato a compiere derapate, tre-sessanta, donuts, mandando la macchina su di giri; io non sono più voluto tornare su quella macchina. Era stato abbastanza per me”.

 Ma tutto ciò che viene da una pratica attenta porta i suoi frutti. Cruise ha voluto guidare la macchina per l’intera sequenza d’inseguimento, “dall’inizio alla fine. Vi dirò questo. Non so se qualcuno mai, potrà girare di nuovo, una tale scena d’inseguimento, per le seguenti ragioni; innanzi tutto bisognerebbe trovare qualcuno come Tom che voglia mettersi alla guida della macchina, lanciandosi a 100km/h contro altre macchine.  In secondo luogo, quel qualcuno dovrebbe essere addestrato a farlo. Non conosco nessun altro come Tom, che aderisca perfettamente a questi requisiti”, dice Granger.  

 “Senza fare errori, è stato divertente guidare quelle macchine”, commenta Cruise. “Il suono dei motori, il potenziale delle auto che vediamo realizzato sul grande schermo… Non erano su delle piattaforme, non abbiamo usato il green screen, ma abbiamo programmato tutto, per quanto possibile, seppur non si possa mai sapere, al 100%, cosa potrebbe accadere a causa delle condizioni della strada. Stiamo parlando di manti stradali bagnati, pneumatici freddi, temperature che cambiano, una macchina che ondeggia parecchio, e nessuna gabbia a proteggermi. In sostanza, ho semplicemente avuto una cintura di sicurezza a cinque chiusure. Abbiamo istallato un sedile da corsa e gli stabilizzatori ma c’era ancora molto impatto, in più avevamo due cineprese montate, una all’interno e una all’esterno della vettura. È stato un lavoro di grande precisione ed è stato sensazionale, guidare quelle auto e veder fin dove avrei potuto spingermi”, dice Cruise.  

Jennings, il regista della seconda unità, dice, “Ho imparato molto su pistole, medicina legale e automobili. Ogni film che fai ti insegna qualcosa. Durante l’inseguimento in auto, abbiamo dovuto girare in un modo completamente diverso e nuovo, perchè abbiamo cercato di riprendere l’attore nella macchina, diversamente da come succede di solito, quando alla guida c’è uno stuntman. È stato un modo nuovo di filmare un’inseguimento, ed è stato emozionante”.

Per aderire perfettamente ad un eroe non convenzionale come Reacher, il film, vanta un inusuale stile di combattimento, il metodo di combattimento Keysi, creato in Spagna, questo stile è stato scelto in quanto riflette al meglio l’essere di Reacher, crudo e brutale nei combattimenti da strada, frutto delle tecniche acquisite durante gli anni d’allenamento. Il Keysi è una tecnica di autodifesa basata principalmente sugli istinti naturali. Si utilizzano i gomiti, le ginocchia, le leve di peso; tutte caratteristiche preferite da Jack Reacher. Questo stile è anche indicato nei combattimenti contro più avversari. Cruise ha cominciato ad allenarsi con Jennings e l’assistente coordinatore degli stuntmen, Robert Alonzo, sette giorni a settimana per quattro mesi, fin quando quello stile di combattimento non diventò puro istinto. Intanto, Cruise, McQuarrie, Alonzo, Jennings e il direttore della fotografia Deschanel, lavoravano faticosamente alle coreografie delle tre grandi scene di combattimento nel film. Come per l’inseguimento automobilistico, non ci sarebbe stato nessun artificio, facile squotimento delle cineprese, o uso di un montaggio rapido, per creare e mostrare energie e movimenti falsi. Al contrario, la cinepresa sarebbe rimasta ai margini della scena, per forzare Cruise e i suoi avversari ad assestare veri colpi. I combattimenti sarebbero stati più brevi, ma fisicamente più estenuanti, e i colpi più devastanti. Ciò che appare sullo schermo e qualcosa di molto vicino alla realtà, qualcosa che mancava al cinema da molto tempo”.

Il coreografo dei combattimenti, Alonzo, spiega: “I combattimenti in “Jack Reacher-La Prova Decisiva” sono stati progettati su un background militare e tattico. Non volevo che il risultato finale fosse troppo coreografato, così ho insegnato a Tom, come combattere in quel particolare stile. Ho lavorato con lui per circa due mesi, più o meno tutti i giorni, e l’ho aiutato ad impegnarsi in quei movimenti reazionari. L’ho allenato come un combattente, in modo che, in qualsiasi momento avrebbe dovuto lottare, lo avrebbe fatto veramente, e non eseguendo una coreografia”.

Cruise si preparò, per affronare le ardue acrobazie create per “Jack Reacher-La Prova Decisiva”, durante la pre-produzione, e ha continuato il suo estenuante programma di prove, allenamenti e formazione, anche nel corso delle riprese. Era importante per Cruise padroneggiare quelle scene, perchè “Chris ed io parlavamo sempre di come un combattimento dovesse sembrare reale, per far avanzare la narrazione della storia”.

In quanto tale, una sequenza chiave di combattimento, o meglio, l’approccio di Reacher ad essa, rivela la natura, propria di Reacher stesso. In una scena chiave, un gruppo di teppisti sfida Reacher e, più e più volte, li avvertirà che quel combattimento finirà male, per loro.

“Reacher è qualcuno che desidera soltanto la sua libertà, vuole vivere la sua vita come vuole, ma viene risucchiato in queste situazioni perchè possiede un forte senso di responsabilità e di giustizia. Il combattimento fuori del bar, ne è un grande esempio. Lui non vuole battersi, resiste, ma viene spinto in una posizione in cui dovrà per forza battersi. Ha livelli unici di integrità e di umanità”, dice Cruise. 

 

 

 

I LIBRI SU JACK REACHER DI LEE CHILD, PER ORDINE DI PUBBLICAZIONE.

 

  • ·         Lee Child ha pubblicato diciassette romanzi su Jack Reacher. 

 

I Titoli:

  1. 1.      Zona Pericolosa
  2. 2.      Destinazione Inferno
  3. 3.      Trappola Mortale
  4. 4.      Via Di Fuga
  5. 5.      Colpo Secco
  6. 6.      A Prova Di Killer
  7. 7.      La Vittima Designata
  8. 8.      Il Nemico
  9. 9.      La Prova Decisiva**
  10. 10.  The Hard Way
  11. 11.  Vendetta A Freddo
  12. 12.  Niente da Perdere
  13. 13.  I Dodici Segni
  14. 14.  L’Ora Decisiva
  15. 15.  Worth Dying For
  16. 16.  The Affair
  17. 17.  A Wanted Man

**Nota:  “JACK REACHER- La Prova decisiva” è basato sul romanzo La Prova Decisiva

 

  • ·         60 milioni di copie vendute nel mondo.
  • ·         I libri sono disponibili in 95 paesi.
  • ·         I libri sono stati tradotti in 40 lingue.

 

 

 

IL CAST

 

TOM CRUISE (Jack Reacher) ha raggiunto un successo straordinario come attore, produttore e filantropo, con una carriera che abbraccia oltre tre decenni. Nominato tre volte agli Oscar® e vincitore di tre Golden Globe, i suoi film hanno incassato più di otto miliardi di dollari in tutto il mondo, un evento incomparabile. Diciassette tra i film interpretati da Cruise hanno incassato oltre cento milioni di dollari solo negli Stati Uniti, e diciotto hanno incassato oltre 200 milioni di dollari nel mondo.

Fin dalla sue prime apparizioni, nel 1981, nei film, “Endless Love” e “Taps – Squilli di rivolta”, la versatilità di Cruise è testimoniata dai vari film e dai ruoli che sceglie. È stato protagonista in 34 film e ne ha prodotti o prodotti esecutivamente 17, ed ha lavorato con una lista di acclamati registi, tra cui Francis Ford Coppola, Paul Brickman, Ridley Scott, Tony Scott, Martin Scorsese, Barry Levinson, Oliver Stone, Ron Howard, Rob Reiner, Sydney Pollack, Neil Jordan, Brian de Palma, Cameron Crowe, Stanley Kubrick, Paul Thomas Anderson, John Woo, Steven Spielberg, Michael Mann, J.J. Abrams, Robert Redford, Ben Stiller, Bryan Singer, James Mangold, Brad Bird, Adam Shankman, Christopher McQuarrie e Joe Kosinsky.

“Mission:Impossible-Protocollo Fantasma” è uscito nel dicembre 2011, acclamato dalla critica, ha guadagnato oltre 700 milioni di dollari nel mondo, segnando il più alto incasso della carriera di Cruise. Combinati, i film della franchise di “Mission:Impossible”, hanno incassato globalmente, oltre due miliardi di dollari, da quando Cruise ha concepito i film e ha iniziato a produrli, oltre ad interpretarli, tutti e quattro, nel ruolo della leggendaria spia, Ethan Hunt. Cruise ha prodotto il quarto capitolo della saga insieme a J.J. Abrams, affidandone la regia a Brad Bird.

Più recentemente, Cruise, è apparso nel ruolo del rocker Stacee Jaxx, in “Rock of Ages”. Questo gennaio, Cruise sarà nel thriller di Christopher McQuarrie, “Jack Reacher- La Prova Decisiva”, basato sul romanzo di Lee Child, La Prova Decisiva, il nono della sua serie di successo, incentrata su un uomo, ex-militare, poliziotto-girovago-vagabondo. Cruise, sarà poi, in “Oblivion”, di Joseph Kosinsky, che uscirà nell’aprile 2013. Cruise, sta attualmente girando il thriller sci-fi, “All you need is kill”, del regista Doug Liman, e in uscita nel marzo del 2014.

Nel 2010 era accanto a Cameron Diaz nella commedia romantica “Innocenti Bugie”. Due anni prima, Cruise ha interpretato l’ufficiale tedesco Colonel Claus von Stauffenberg nel film acclamato dalla critica, e successo mondiale, “Operazione Valchiria”, il thriller storico sul tentato assassinio di Adolf Hitler durante la seconda guerra mondiale. Diretto da Bryan Singer, il film incassò 200 milioni di dollari in tutto il mondo, rendendolo il quinto film campione d’incassi, sulla seconda guerra mondiale, di tutti i tempi. Cruise è anche apparso nella commedia di Ben Stiller “Tropic Thunder”, dove interpreta Les Grossman: sboccato produttore esecutivo del film, cinico e rabbioso con la passione per l’hip-hop. Questa performance, basata su un personaggio creato da lui, fu acclamato dalla critica, e gli valse la sua settima nomination al Golden Globe.

Cruise ha ricevuto la nomination all’Oscar® come Miglior Attore per “Nato il 4 Luglio” e per “Jerry Maguire”, così come Miglior Attore Non Protagonista per “Magnolia”. Ha vinto due Golden Globe come Miglior Attore per “Nato il 4 Luglio” e “Jerry Maguire”, oltre ad aver ricevuto la nomination, come Miglior Attore Non Protagonista per “Magnolia”, e per le sue interpretazioni in “Risky Business: Fuori i vecchi… I figli ballano”, “Codice d’Onore”, “L’Ultimo Samurai” e “Tropic Thunder”. Cruise ha inoltre ricevuto candidature ai BAFTA, agli Screen Actors Guild, dalla Chicago Film Critics Association e dalla National Board of Review.

La sua memorabile lista di credits, include anche altri film, come “Collateral”, “Minority Report”, “Intervista col Vampiro,” “Il Socio”, “Rain Man”, “Il Colore dei Soldi” e “Top Gun”.

Cruise è stato onorato con diversi riconoscimenti, tra cui l’Hasty Pudding di Harvard come Uomo dell’Anno; il John Huston Award della Artist Rights Foundation e l’American Cinematheque Award per Distinguished Achievement in Film.

Pur continuando le sue sfide artistiche, Cruise utilizza la sua figura professionale per sostenere diverse cause anche a livello internazionale, è attivista e filantropo nei settori della sanità, dell’istruzione e dei diritti civili. E’ stato onorato dalla The Mentor LA Organization per il suo aiuto ai bambini di Los Angeles e di tutto il mondo, e nel maggio 2011, ha ricevuto il Simon Wiesenthal Humanitarian Award. La scorsa estate ha ricevuto l’Entertainment Icon Award dal Friars Club. È la quarta persona ad aver ricevuto questo onore, dopo Douglas Fairbanks, Cary Grant e Frank Sinatra.

 

 

            ROSAMUND PIKE (Helen Rodin) si è velocemente fatta notare come un’attrice dalla grande versatilità, ricevendo critiche molto positive per i ruoli interpretati, sia a teatro che al cinema. Ha iniziato la sua carriera all’età di 16 anni, quando ha scoperto la sua passione per il palcoscenico, mentre interpretava Giulietta in “Romeo e Giulietta”. Dopo essere apparsa in diverse produzioni teatrali, come “The Taming of the Shrew” e “The Libertine”, Pike trovò la sua strada, recitando nella sua prima produzione BBC, “Wives and Daughters”, accanto a Michael Gambon.  Ha ricevuto critiche entusiaste per il ruolo, e la sua carriera cinematografica è decollata.

            Pike era nel film su James Bond, “007- La morte può attendere”, accanto a Pierce Brosnan.  È tornata sui palcoscenici londinesi per la produzione del Royal Court Theatre, “Hitchcock Blonde”, diretta da Terry Johnson.  Per l’enorme successo, lo spettacolo è stato spostato al Lyric Theater nel West End.

            Nel 2004, Pike ha iniziato a lavorare nella versione cinematografica, di Laurence Dunmore, del film “The Libertine”, accanto a Johnny Depp.  Pike, nel 2005, è stata premiata, per il suo ruolo, con un British Independent Film Award come Best Supporting Actor/Actress.

            Pike ha poi recitato, accanto a Kiera Knightley, Brenda Blethyn e Judi Dench nell’adattamento cinematografico del romanzo di Jane Austen, “Orgoglio e Pregiudizio”, diretto da Joe Wright.  Pike ha ottenuto critiche ottime e nel 2006, un London Film Critics Circle Award per il suo ritratto di Jane Bennett.

           Nel 2007, Pike era accanto a Ryan Gosling e Anthony Hopkins nel legal-thriller, “Il Caso Thomas Crawford”, diretto da Gregory Hoblit. È inoltre apparsa nel film indipendente, di Jeremy Podeswa, “Fugitive Pieces”, che ha aperto il Toronto Film Festival del 2007.  Pike è poi apparsa nel film indipendente, “Devil You Know”, diretto da James Oakley e interpretato anche da Lena Olin.

            Pike ritorna al palcoscenico, all’Old Vic Theater, nel thriller vittoriano di Patrick Hamilton, “Gaslight”, diretto da Peter Gill.  Dopo questa performance ha recitato nel film indipendente, “An Education”, diretto da Lone Scherfig.  Pike è poi apparsa in “Surrogates”, accanto a Bruce Willis, e nel film indipendente, “Burning Palms”, diretto da Christopher Landon.  Nel 2009, Pike era nella produzione del The Wyndham Theater, di “Madame de Sade”, accanto a Judi Dench. Subito dopo aver completato questa produzione, ha iniziato la pre-produzione del film indipendente “Dagenham Girls”, accanto a Sally Hawkins e diretto da Nigel Cole.  Pike è poi apparsa in un altro film indipendente, “La Versione di Barney”, accanto a Paul Giamatti e Dustin Hoffman.

            L’anno scorso, Pike è stata la protagonista della rappresentazione teatrale, “Hedda Gabler”, che ha girato tutta la Gran Bretagna, una performance che le è valsa critiche meravigliose. Subito dopo l’ultima rappresentazione, Pike è volata a Città del Capo, Sud Africa, per recitare nel film BBC, “Women in Love”. 

            Pike ha recentemente recitato in “La furia dei Titani”, il sequel del blockbuster del 2010, “Scontro tra Titani”, accanto a Liam Neeson e Sam Worthington; “Un anno da leoni”, con Owen Wilson, Jack Black e Steve Martin; e nella commedia “Johnny English- la Rinascita”, accanto a Rowan Atkinson.

 

            RICHARD JENKINS (Procuratore Distrettuale Rodin) è uno degli attori caratteristi più richiesti di

Hollywood, con oltre settanta film nel suo curriculum.

Jenkins ha ricevuto una nomination agli Oscar come miglior attore per “L’ospite inatteso” di Tom McCarthy, film presentato al Toronto Film Festival del 2007 e al Sundance nel 2008, acclamato dalla critica, ha vinto il Gran Premio al 34esimo Festival del Cinema Americano di Deauville. La sua interpretazione di ‘Walter Vale’ ha fatto sì che “L’Ospite Inatteso” diventasse il film indipendente dell’anno nel 2008, facendogli anche guadagnare nomination agli Independent Spirit Award e agli Screen Actors Guild Award.

Nel 2012, ha recitato accanto a Bradley Whitford nel thriller di Drew Goddard, “Quella casa nel bosco”, in “Cogan- Killing Them Softly”, di Andrew Dominik, accanto a Brad Pitt, Ray Liotta e James Gandolfini; e al fianco di Kevin Kline, Diane Keaton e Dianne Wiest in “Darling Companion”, di Lawrence Kasdan.

Jenkins è inoltre apparso al fianco di Robert Redford, Nick Nolte, Shia LaBeouf e Susan Sarandon in “La Regola Del Silenzio- The Company You Keep”, per la regia dello stesso Redford. Adattamento del romanzo di Neil Gordon, sulla storia di un ex-militante underground, ricercato dall’FBI per 30 anni, che dovrà rimettersi in fuga, quando la sua vera identità sarà esposta da un giovane ed ambizioso giornalista. Jenkins interpreta un professore universitario, collegamento con gli ex-radicali clandestini.

Jenkins è apparso accanto a Johnny Depp, nell’adattamento di Bruse Robinson, “The Rum Diary”, si è riunito con i fratelli Farrelly per “Libera Uscita”, accanto a Owen Wilson e Jason Sudeikis; ed è apparso in “Amici di letto” di Will Gluck, con Justin Timberlake e Mila Kunis. Nel 2010, ha ricevuto critiche entusiaste quando è apparso, accanto a Julia Roberts, nel film di Ryan Murphy, “Mangia Prega Ama”, basato sul best-seller internazionale di Elizabeth Gilbert; e in “Blood Story”, scritto e diretto da Matt Reeves.

Nel 1997 Jenkins ha ricevuto una nomination agli Independent Spirit Award come

Miglior Attore Maschile Non-Protagonista per la sua interpretazione nella commedia di

David O. Russell “Amori e disastri”.

Nel 1986 Richard ha debuttato come attore protagonista nel film scritto dallo

sceneggiatore premio Oscar, Horton Foote, “Nel giorno di San Valentino”. Sono seguiti

diversi ruoli in numerosi film, tra cui “Le Streghe di Eastwick” di George Miller; “Nikita,

spie senza volto” di Richard Benjamin; “Seduzione pericolosa”; “Wolf – la belva è

fuori” di Mike Nichols; “North Country – Storia di Josey”; la commedia di Judd Apatow

“Dick & Jane – Operazione furto” e il film del 2007 di Peter Berg “The Kingdom”.

Altri suoi credits recenti includono il film di Lasse Hallstrom, ispirato al romanzo di Nicholas Spark; “Burn After Reading – A prova di spia” dei fratelli Coen (la sua terza collaborazione con il duo), con George Clooney, Brad Pitt, John Malkovich e Frances McDormand e la commedia di successo di Adam McKay “Fratellastri a 40 anni”, con Will Ferrell, John C. Reilly e Mary Steenburgen.

Negli anni Richard Jenkins ha lavorato con autori stimati come Clint Eastwood per “Potere assoluto”; i fratelli Farrelly per “Tutti pazzi per Mary”, “Io, me & Irene” e “Libera uscita” e con Sydney Pollack per “Destini incrociati” al fianco di Harrison Ford e Kristin Scott Thomas. Nel 2001 è cominciata la sua collaborazione con Joel e Ethan Coen, partecipando con Billy Bob Thornton, James Gandolfini e Scarlett Johansson a “L’uomo che non c’era”. Ha lavorato nuovamente coi fratelli Cohen nel 2003, al fianco di George Clooney e Catherine Zeta-Jones, per “Prima ti sposo, poi ti rovino”.

In televisione Jenkins è ricordato sopratutto per la sua interpretazione di ‘Nathaniel Fisher’ il defunto patriarca della famiglia Fisher, nella popolarissima fiction della HBO, “Six Feet Under”. Le sue apparizioni occasionali nel ruolo di colui che è il cuore della famiglia un po’ disfunzionale della serie TV ha aiutato a far guadagnare agli attori una nomination agli Screen Actors Guild Awards del 2002 per il Miglior Cast in una serie drammatica. Jenkins è inoltre apparso in numerosi film TV, tra cui “Sins of the

Father” e il film della HBO vincitore di un Emmy Award “Guerra al virus”.

A teatro Richard ha collezionato numerosissime interpretazioni, essendo stato per 14 anni, un membro della Trinity Repertory Company di Rhode Island, di cui è anche stato direttore artistico per quattro anni.

 

 

DAVID OYELOWO [Si pronuncia “oh-yellow-oh”] (Detective Emerson), si è laureato alla London Academy of Music and Dramatic Art (LAMDA), dopo aver ottenuto una borsa di studio della Nicholas Hytner nel 1998.

Oyelowo è stato visto in una variegata serie di progetti, dai film indipendenti ai blockbusters, inclusi il bio-pic, prodotto da George Lucas, “Red Tails”, che racconta la storia dell’eroico plotone dei “Tuskegee” che ha combattuto durante la Seconda Guerra Mondiale; e il blockbuster estivo, “L’alba del pianeta delle scimmie” con James Franco e Freida Pinto; e nel successo di critica e pubblico, “The Help”.

Lo vedremo, inoltre, in “The Paperboy”, di Lee Daniels, accanto a Nicole Kidman e Matthew McConaughey; e in “Lincoln” di Steven Spielberg, accanto a Daniel Day-Lewis e Tommy Lee Jones. Inoltre, era anche in “96 Minutes”, presentato al 2011 SXSW Film Festival di Austin; “Identità Sospette”, thriller diretto da Simon Brand; e nel film di Ava Duvernay, “The Middle of Nowhere”.

Oyelowo si è fatto conoscere e amare dal pubblico interpretando “The Suppliants” in scena al Gate Theater, dove interpretava il Re Palasgus, ruolo per il quale ha vinto il premio Ian Carleson. Successivamente, è stato il protagonista di “Enrico VI” diventando il primo attore di colore ad interpretare un re inglese per la Royal Shakespeare Company. Il ruolo gli è valso le candidature ai premi Ian Charleson e Evening Standard. Restando al teatro, ricordiamo anche l’acclamata interpretazione nello spettacolo di Richard Bean “The God Brothers” in scena al Bush Theater e il ruolo del protagonista in “Prometheus Bound,” spettacolo off-Broadway per il quale Oyelowo ha ottenuto critiche entusiastiche.

A parte il teatro, Oyelowo ha interpretato la serie premiata con il BAFTA, “Spook/MI-5”, trasmessa negli Stati Uniti dalla BBC. Inoltre, ha vinto il premio Royal Television Society come Migliore Attore ed è stato candidato al BAFTA per “Small Island.” Inoltre, Oyelowo ha interpretato il film originale della BBC1, “Born Equal,” con Colin Firth, e la produzione della ABC di “A Raisin In the Sun,” accanto a Sanaa Lathan e Sean ‘Puffy’ Combs.

Oyelowo ha debuttato negli Stati Uniti in due produzioni della HBO: “Come vi piace”, diretto da Kenneth Branagh, seguito dalla miniserie “5 Days”. È tornato alla HBO interpretando “The N.1 Ladies Detective Agency”, diretto dal compianto Anthony Minghella.

Tornando al grande schermo, ricordiamo la sua apparizione in “L’ultimo Re di Scozia”, di Kevin MacDonald; “Who Do You Love”, “A Sound Of Thunder”, “Derailed- Attrazione Letale”, e “The Best Man”. Ad oggi, il suo più difficile ruolo, sullo schermo, è stato quello interpretato in “Shoot The Messenger”, per la BBC2, che gli è valso una nomination come Best Actor al Tribeca Film Festival del 2006.

 

           

            WERNER HERZOG (The Zec) è nato a Monaco ed è cresciuto, lantano dalla tecnologia, in un remoto villaggio bavarese. Ha lavorato come saldatore per finanziare la produzione del suo primo film, a 19 anni (e preso in prestito una cinepresa dalla scuola locale), e da allora ha diretto oltre 50 film. Ha inoltre pubblicato più di una dozzina di opere scritte e ne ha dirette molte altre.

            I suoi film hanno vinto numerosi premi, inclusi il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes per “L’enigma di Kaspar Hauser” (’74) e Best Director al Festival di Cannes per “Fitzcarraldo” (‘82).

            Altri suoi credits cinematografici includono: “Aguirre, Wrath of God” (‘72), “Nosferatu il Principe della notte” (‘78), “Il piccolo Dieter vuole volare” (‘97), “Grizzly Man” (‘05), “Rescue Dawn” (‘06), “Encounters at the End of the World” (‘07, Nominato all’Oscar® per Best Documentary) ,“Il cattivo tenente- Ultima chiamata New Orleans” (‘09), “Cave of Forgotten Dreams” (‘10) e “Into the Abyss” (‘11).

 

 

L’astro nascente di JAI COURTNEY (Charlie), è rapidamente diventato molto richiesto, dopo essere stato scelto per recitare al fianco di due, tra le più grandi star di Hollywood, Tom Cruise per “Jack Reacher- La Prova Decisiva” e Bruce Willis per “Die Hard- Un buongiorno per morire”.

Più recentemente, Courtney, è stato scelto per recitare accanto a Joel Edgerton e Tom Wilkinson in “Felony”, film incentrato su un pluri-decorato poliziotto (Edgerton) che investe un ciclista dopo aver bevuto e festeggiato con degli amici. La sua decisione, di mentire riguardo la dinamica dell’incidente, cambierà per sempre le vite di tutti. Jay interpreta un giovane detective di polizia che sospetta che il personaggio di Edgerton stia mentendo, e pian piano costruirà un procedimento penale contro di lui. Il film sarà girato in Australia quest’autunno.

Courtney è nato e cresciuto nel nord-est della regione di Sidney, dove ha sviluppato un precoce interesse per la recitazione. Ha partecipato ad un programma di recitazione, sponsorizzato dallo stato e rivolto ai giovani, e da qui, ottenne un’audizione presso il National Institute of Dramatic Art, subito dopo le scuole superiori. Nel 2004 è entrato alla Western Australian Academy of Performing Arts (WAAPA), rispettata istituzione di Perth, che annovera tra i suoi alunni Hugh Jackman e il compianto Heath Ledger, e da cui Jay si è laureato nel 2008.

Dopo la laurea, ha rapidamente ottenuto ruoli come guest-star in due spettacoli di successo in Australia, “Packed to the Rafters” e “All Saints” e più tardi, quell’anno, ha vinto un Theatre Critics Award per Best Newcomer per la sua interpretazione in The Turning presso la Perth Theatre Company.

Nel 2009 ha ottenuto il ricercato ruolo di Varro, nella serie televisiva, dal successo internazionale, “Spartacus: Sangue e Sabbia”, della Starz. Il personaggio di Varro diventa il più intimo confidente di Spartacus fino alla sua morte, avvenuta nel decimo episodio. I fan dello show hanno creato scompiglio e subbuglio per la morte di Varro e hanno continuato a lamentarsi su diversi siti e blogs dedicati alla serie.

Dopo “Jack Reacher- La Prova Decisiva”, Jai è direttamente andato nella produzione della Lionsgate film “I, Frankenstein” accanto ad Aaron Eckart. Il film è un tocco di modernità del classico racconto horror, in cui egli interpreta il leader di uno dei due clan di immortali, impegnati in una guerra infinita, con il mostro senza anima di Frankenstein, in mezzo a loro. Il film, diretto da Stuart Beattie, è previsto all’uscita nel febbraio 2013.

Dopo “I, Frankenstein,” ha girato “Die Hard- Un buongiorno per morire”. Il quinto capitolo della franchise “Die Hard” che uscirà nel febbraio 2013.

Oltre a questi ruoli, Jay ha lavorato instancabilmente per far aumentare la consapevolezza e i fondi necessari per la produzione del documentario “Be Here Now”, del suo defunto amico, Andy Whitfield, scomparso 18 mesi dopo che gli hanno diagnosticato un linfoma di Hodgkin. Il desiderio di Andy è che questo documentario possa aiutare e ispirare altre persone colpite dal cancro. Il documentario è diretto dalla documentarista, candidata all’Academy Award, Lilibet Foster.

 

 

            JOSEPH SIKORA (Barr) sarà nel film della Lionsgate, “Safe”, in cui interpreta un gangster russo, nemesi di Jason Statham.  Il film è prodotto da Lawrence Bender e diretto da Boaz Yakin.

            Sikora è nato a Chicago, ha studiato improvvisazione e recitazione al Columbia College, e ha ottenuto una nomination ai Jefferson per uno dei molti ruoli che ha interpretato nella prestigiosa comunità teatrale di Chicago. A Los Angeles, ha lavorato alla Geffen Playhouse e ha vinto un L.A. Theatre Ovation Award per la sua performance in “Killer Joe” al Lost Angeles Theatre.

            In televisione, è stato guest-star in oltre 25 programmi, inclusi l’episodio pilota, diretto da Martin Scorsese, di “Boardwalk Empire”, “CSI: NY”, “CSI: Miami”, “Criminal Minds”, “Law & Order: SVU” e “Grey’s Anatomy”, ed è inoltre apparso accanto a Jessica Lange e Tom Wilkinson, nel controverso film della HBO, “Normal”. 

            Sikora, che è anche apparso in “Shutter Island” di Martin Scorsese, è stato visto, l’ultima volta, nel debutto alla regia di David Schwimmer, “Trust”, accanto a Clive Owen.

            Sikora risiede a New York.

 

 

            Originario del Michigan, MICHAEL RAYMOND-JAMES (Linsky) ha ricevuto la sua formazione presso il Lee Strasberg Theatre Institute di New York, dove ha studiato con lo stimato insegnante di recitazione, George Loros.  Dopo diverse apparizioni teatrali a New York, inclusa quella in “The Petrified Forest” al Pantheon Theater, si è trasferito a Los Angeles.

            Raymond-James ha presto ottenuto un crescente elenco di credits televisivi, in ruoli da guest-star, in serie come “ER”, “Boston Legal”, “Cold Case” e “CSI: Crime Scene Investigation”, prima di ottenere un ruolo regolare nella serie di Alan Ball per la HBO, “True Blood”.  È stato visto l’ultima volta come partner di Donal Logue in “Terriers”, di Sean Ryan per FX.  Altri suoi credits televisivi, includono “The Walking Dead” e “Law & Order”.

Nel suo debutto cinematografico, Raymond-James interpretava il ruolo del migliore amico di Justin Timberlake, nel film di Craig Brewer, “Black Snake Moan”, interpretato anche da Christina Ricci e Samuel L. Jackson. Raymond-James è anche apparso nel premiato corto di Jonny Hirschbein, “The Fix”, con Robert Patrick e David Paymer.  Altro suo credit cinematografico è “Moonlight Serenade”, in cui interpreta un prodigio del piano, accanto alla nominata all’Academy Award®, Amy Adams.

            Raymond-James ha appena ottenuto un ruolo protagonista nel pilota della NBC, “Midnight Sun”.  Il thriller, basato su un format israeliano, segue la misteriosa scomparsa del Midnight Sun, un gruppo che vive in una comune a Dugan, Alaska, e una donna dell’FBI a capo delle indagini, che scoprirà una cospirazione molto più grande.  Raymond-James interpreterà il secondo in comando del dipartimento di polizia di Dugan, un uomo di legge dell’Alaska.

 

            L’attrice ALEXIA FAST (Sandy) sta rapidamente facendo grande impressione, come una delle stelle nascenti, più brillanti della nuova generazione di Hollywood.

            Fast è stata recentemente vista nel drama canadese, “Blackbird”, e nel film indipendente “Last Kind Words” con Brad Dourif.  È anche apparsa nel film indipendente di Carl Bessai, “Repeaters”, accanto a Dustin Milligan e Amanda Crew.

            Altri suoi credits cinematografici includono, l’indipendente “Hungry Hills”, con Kier Gilchrist, presentato al Toronto International Film Festival del 2009; ha recitato, accanto a Ashley Judd in “Helen”, presentato al Sundance Film Festival del 2009 (per cui ottenne una nomination al Leo Award per Best Supporting Performance by a Female in a Feature Length Drama); “Triple Dog”, con Brittany Robertson e Scout Taylor Compton; “Kickin’ It Old Skool”, con Jamie Kennedy; il thriller indie “Past Tense” (per cui vinse un Leo Award per Best Lead Actor in a Feature Film); e “Fido”, con Carrie Anne Moss.

            I credits televisivi di Fast includono ruoli nei telefilm, “The 19th Wife”, “Tin Man”, “Wildfires”, “Gym Teacher” e “Fakers”; oltre una serie di ruoli protagonista e da guest-star in serie di MTV, come “Kaya”, “The Cult”, “The 4400”, “Flashpoint” e “Supernatural”. 

            Fast ha iniziato la sua carriera cinematografica a sette anni, quando ha scritto, diretto e interpretato il corto, “The Red Bridge”, presentato all’Atlantic Film Festival del 2002. 

            Attualmente risiede a Vancouver.

 

 

            Protagonista dagli anni ’60, ROBERT DUVALL (Cash) è specializzato in cowboys taciturni, feroci capi e leaders di ogni tipo. Rispettato dai suoi colleghi e adorato dal pubblico di tutto il mondo, si è guadagnato numerose candidature agli Oscar® per le sue interpretazioni in “Il Padrino”, “Apocalypse Now”, “Il Grande Santini” e “L’Apostolo”.  Duvall ha vinto l’Academy Award® come Best Actor per il suo ruolo in “Tender Mercies- Un tenero ringraziamento”, e in seguito ha ottenuto il Golden Globe per il suo ruolo protagonista in “Stalin”, della HBO.  Più recentemente, Duvall, è stato onorato del Golden Globe e dell’Emmy Award per il suo ritratto iconico di Prentice Ritter in  “Broken Trail- Un viaggio pericoloso”, della AMC.

            Duvall ha fatto il suo debutto sul grande schermo nel 1962, nel ruolo del raccapricciante Boo Radley in “Il Buio Oltre la Siepe”.  È poi apparso in grandi film, come “Bullitt”, “Il Grinta” (1969), “M.A.S.H”, “La Conversazione”, “Network”, “The Natural”, “Colors- Colori di guerra”, “Giorni di tuono”, “Il racconto dell’Ancella”, “Rosa Scompiglio e i suoi amanti”, “Ricordando Hemingway”, “Phenomenon”, “A Civil Action”, “Open Range- Terra di confine”, “Thank You For Smoking”, “The Road”, “Get Low” e “Crazy Heart”, tra i molti altri.

            Come regista e produttore, Duvall, ha realizzato il suo progetto d’amore, “L’Apostolo”, in cui ha anche recitato. Il film ha continuato a guadagnare numerosi riconoscimenti, tra cui l’essere nominato da oltre 75 critici cinematografici, uno dei migliori film del 1997, tra questi i critici del New York Times e del Los Angeles Times. Ha anche scritto, prodotto e interpretato “Assassination Tango”.

            Duvall è stato recentemente visto nel ruolo di Johnny Crawford in “Seven Days in Utopia”. 

 

 

 

I FILMMAKER

 

           

            CHRISTOPHER MCQUARRIE (Regista) è uno sceneggiatore, produttore e regista Premio Oscar, i cui cretits cinematografici includono “I Soliti Sospetti”, “Le vie della violenza” e “Operazione Valchiria”.

            McQuarrie è cresciuto a Princeton Junction, New Jersey, dove ha frequentato le scuole superiori con il regista Bryan Singer, l’attore Ethan Hawke e il musicista James Murphy. Al posto del college, ha trascorso i seguenti cinque anni, viaggiando e lavorando per un’agenzia d’investigazione, prima di trasferirsi a Los Angeles per intraprendere la carriera cinematografica.

            Tre anni dopo, la sua sceneggiatura per “I Soliti Sospetti” gli è valsa l’Edgar Award, l’Independent Spirit Award e il British e l’American Academy Award. Il film è stato poi incluso nella classifica del New York Times dei 1000 migliori film mai realizzati, e il personaggio di Verbal Kint è stato incluso nella classifica dell’AFI dei 100 eroi e cattivi, più grandi della storia del cinema. Nel 2006, la Writers Guild of America ha inserito “I Soliti Sospetti” nella classifica delle 101 migliori sceneggiature.

            Nel 2000, ha diretto “Le vie della violenza”, con Ryan Phillippe, Benicio Del Toro e James Caan. Nel 2008 ha prodotto e co-sceneggiato “Operazione Valchiria”, interpretato da Tom Cruise.

            I prossimi progetti includono, “The Wolverine”, “Jack the Giant Slayer” e “All You Need is Kill”.

 

           

            TOM CRUISE (Produttore) — Vedi biografia sopra.

 

 

            Da 25 anni, DON GRANGER (Produttore), è coinvolto nell’industria cinematografica, e si è affermato come una delle forze creative più consumate del settore.

            Prima di produrre “Jack Reacher- La Prova Decisiva”, Granger è stato presidente della produzione cinematografica alla United Artists dal 2007 al 2011, dove si occupava, da responsabile, di tutti gli aspetti della produzione, dello sviluppo e operativi della società. Durante questo periodo, ha contribuito alla realizzazione di “La Guerra Dei Mondi”, “Mission:Impossible III” e “Elizabethtown”. Granger è stato, inoltre, produttore presso la C/W productions, in film come “Chiedi alla polvere” e “The Eye”, e produttore esecutivo di “Death Race”.

            Prima della C/W, Granger è stato un senior, e poi vice-presidente esecutivo della produzione cinematografica alla Paramount Pictures, dal 1990 al 2001. In quella posizione, Granger è stato l’artefice del successo della maggior parte dei film ad alto budget, prodotti dallo studio in quel periodo, oltre che del successo di alcuni tra i più affermati registi di oggi. Granger ha supervisionato esucutivamente film come “Mission:Impossible”, “Star Trek”, la franchise di “Tomb Raider”, “Giochi di Potere”, “Sotto il segno del pericolo”, “Al vertice della tensione”, “Varsity Blues”, “Il Santo”, “Il Collezionista”, “Nella morsa del ragno” e “Salvate il Soldato Ryan” (nominato ad 11 Academy Awards®, ne ha vinti cinque), tra i tanti altri. Nel complesso, Granger, ha supervisionato lo sviluppo e la produzione di 35 film, durante la permanenza alla Paramount.

            Con la collaborazione di Gary Levinsohn alla Mutual Film Company dal 2001 al 2003, Granger è stato produttore esecutivo di “Timeline”, ed è stato uno dei produttori del film della New Line del 2006, “Snakes on a Plane”.

            Dal 1987 al 1988, Granger è stato un creativo esecutivo presso il The Weintraub Entertainment Group.  È poi approdato alla Touchstone Pictures dal 1989 al 1990, in veste di creativo esecutivo, e poi direttore della produzione cinematografica, lavorando su film come “Pretty Woman”, “Tre scapoli e una bimba ”, e “Un medico, un uomo”.

            Nel 2010, Don Granger ha ricevuto uno dei più grandi onori dell’industria del cinema, quando è stato chiamato a far parte dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences.

            Don Granger è cresciuto a Woodbridge, Connecticut.  Ha conseguito un dottorato in scienze politiche presso l’università di Yale nel 1985.  Prima di trasferirsi a Los Angeles ed entrare nell’industria cinematografica, Granger, ha lavorato a Wall Street come analista finanziario.

            Granger vive a Los Angeles con sua moglie, Lisa McRee, il loro figlio e la loro figlia.  

 

 

            PAULA WAGNER (Produttore) ha lavorato ai vertici dell’industria dello spettacolo. È stata una potente agente, quindi produttrice di successo e, attualmente, guida uno degli studi più famosi di Hollywood.

            Wagner ha iniziato la sua carriera presso la Creative Artists Agency (CAA), dove ha trascorso 15 anni a rappresentare alcuni tra i più grandi attori del cinema. Nel 1993, ha lanciato la Cruise/Wagner Productions con il suo ex-cliente alla CAA, Tom Cruise.  Nei seguenti 13 anni, lei e Cruise, hanno prodotto una vasta gamma di film che hanno ottenuto critiche entusiastiche, numerosi premi e incassi vertiginosi al box-office. Il primo film realizzato dalla C/W è stato il successo internazionale, “Mission:Impossible”, che ha portato alla società il Nova Award per Most Promising Producers in Theatrical Motion Pictures nel 1997. C/W ha poi continuato a produrre acclamati film, come “Senza Limiti”, “L’inventore di favole”, “Narc. Analisi di un delitto”, “The Others”, “Vanilla Sky”, “Elizabethtown”, “L’Ultimo Samurai” e “Chiedi alla polvere”, per non parlare di successi internazionali, come “La Guerra Dei Mondi”, di Steven Spielberg (prodotto esecutivamente da Wagner), e “Mission: Impossible II” e “Mission: Impossible III”, che Wagner ha prodotto.

            In tutto, nel decennio che separa “Mission: Impossible” da “Mission: Impossible III”, i film prodotti dalla Cruise/Wagner Productions hanno guadagnato oltre 3 miliardi di dollari al box-office. È inoltre stata produttrice nei seguenti “The Eye” e “Death Race”.

            Nel novembre del 2006, Wagner ha assunto un nuovo incarico, come co-proprietaria della United Artists Entertainment, LLC (insieme a Cruise e alla Metro-Goldwyn-Mayer Inc.), supervisionandone tutte le operazioni. Lei e Cruise hanno accettato le cariche alla United Artists con l’obiettivo di rilanciare il venerabile studio, fondato quasi 90 anni fa, dalle leggende del cinema, Charlie Chaplin, Douglas Fairbanks, Mary Pickford e D.W. Griffith.  Da allora, lo studio, rinato, ha lanciato il suo primo film, il thriller politico, “Leoni per agnelli”, diretto da Robert Redford e interpretato da Redford, Meryl Streep e Cruise; poi il thriller sulla seconda guerra mondiale, “Operazione Valchiria”, diretto da Bryan Singer e interpretato da Cruise; la commedia, “Un tuffo nel passato”; e l’horror/thriller “Quella casa nel bosco”.

            Wagner è stata premiata dal magazine Premiere con il Women in Hollywood Icon Award nel 2001.  L’anno seguente è stata inserita in “Women on Top”, della Bravo, un documentario che trattava delle donne più eccezionali dello spettacolo. Nel 2004, lei e Cruise, sono stati onorati dal Daily Variety come “Billion-Dollar Producers”. Lo stesso anno, Wagner e Cruise hanno ricevuto l’UCLA/Producers Guild of America Vision Award.  Nel 2006, Wagner ha ricevuto l’Excellence in Producing Award al Sarasota Film Festival ed è stata presidente della prima giuria dei registi, al Festival del Cinema di Venezia. Wagner è anche stata, per diversi anni, co-presidente dell’Hollywood Film Festival. È stata inoltre onorata dalla Costume Designers Guild con lo Swarovski President’s Award nel 2008.

            Wagner fa parte del consiglio d’amministrazione della Carnegie Mellon University, dove ha conseguito la laurea in belle arti. È membro del consiglio d’amministrazione dell’American Cinematheque e del comitato esecutivo della UCLA School of Theater, Film and Television.  Wagner fa anche parte del consiglio dell’Interlochen Center for the Arts and the National Film Preservation Foundation attraverso la Library of Congress.

 

 

            Come fondatore e co-partner della Mutual Film Company, GARY LEVINSOHN (Produttore) è collegato ad alcuni dei più alti e redditizi film, e si affermato come uno tra i più riusciti finanziatori/produttori del cinema. Inoltre, la Mutual Film Company, fondata da Levinsohn nel 1996 per produrre, co-finanziare e distribuire film nel mondo, ha ottenuto la reputazione e lo status di realtà molto innovativa, nota per l’essere eclettica nella creazione di film, per le sue relazioni, molto forti, con i distributori internazionali, le emittenti e i proprietari di teatri. Alcuni dei titoli in cui Levinsohn è stato coinvolto sotto l’insegna della Mutual Film, includono: “Salvate il Soldato Ryan”, diretto da Steven Spielberg e interpretato da Tom Hanks, che ha ottenuto 11 candidature agli Academy Award® e ha guadagnato oltre 400 milioni di dollari nel mondo; la franchise di “Tomb Raider”, con Angelina Jolie; “Il Patriota”, con Mel Gibson, che ha ricevuto tre nominations agli Academy Award®; l’acclamato dalla critica, “Wonder Boys”, con Michael Douglas e diretto dal regista Premio Oscar®, Curtis Hanson, film che ha ottenuto 3 candidature agli Academy Award®; “Soldi Sporchi”, diretto da Sam Raimi e interpretato da Billy Bob Thornton; “The Jackal”, con Bruce Willis e Richard Gere; e “L’Esercito delle 12 scimmie”, con Bruce Willis e Brad Pitt, e diretto da Terry Gilliam.

            Utilizzando la sua enorme esperienza nel campo del finanziamento, delle vendite, della produzione e della distribuzione cinematografica, Levinsohn ha co-prodotto e/o co-finanziato, 23 produzioni cinematografiche, tra le più importanti, dal 1992 ad oggi, i cui budget di produzione collettivi, superano il miliardo di dollari. Unendo gli “Utenti finali internazionali” (il termine che usa per descrivere i distributori, le emittenti e i proprietari teatrali), Levinsohn ha gestito ed organizzato oltre 500 milioni di dollari nel co-finanziamento di queste produzioni, e ha contribuito a cambiare la faccia delle co-produzioni internazionali. Il fatturato complessivo dei film che Levinson ha prodotto e/o finanziato, è attualmente, di oltre 2 miliardi di dollari.

           Levinsohn ha iniziato la sua carriera come dirigente d’investimento nella società internazionale di brokeraggio, PaineWebber.  Successivamente è entrato nel Dino De Laurentiis Entertainment Group (DEG) come vice-presidente delle vendite internazionali, dove la sua responsabilità principale era la vendita e la distribuzione di tutti i film e mini-serie prodotti dalla DEG.  Dopo che la DEG venne sciolta, nel 1989, Levinsohn ha formato la Classico Entertainment ed è rimasto consulente/agente di vendita alla Dino De Laurentiis Communications (DDLC), dove era responsabile della distribuzione di ogni progetto prodotto alla DDLC.  In aggiunta, è stato determinante nella valutazione, negoziazione e vendita finale del catalogo DEG/Embassy alla Paravision International; oltre che nella valutazione, amministrazione e vendita dei cataloghi Weintraub Entertainment Group/Thorn/Emi.  Le competenze finanziarie di Levinsohn gli hanno fatto ottenere molti clienti per la sua Classico Entertainment, tra questi la Bank of America, Credit Lyonnais, Banque Paribas, ICM e RAI (USA).  Prima di formare la Classico Entertainment, Levinsohn era a capo della Emerald Television, società che rappresentava i diritti internazionali di oltre 300 titoli, prodotti o acquistati dalla Trans World Entertainment (TWE). 

 

 

            DAVID ELLISON (Produttore Esecutivo) ha fondato la Skydance Productions per creare e produrre eventi commerciali di alto profilo, nel campo dell’intrattenimento. La compagnia si focalizza sul ‘tent-pole action’, e nei generi avventura, fantascienza e fantasy, nonché su commedie dai modesti budget. Skydance si sforza di andare incontro ai filmmaker, in una ‘città’ dove è sempre più difficile sostenere i costi di produzione. Nel 2010, la Skydance, ha stipulato un contratto, di quattro anni, di collaborazione nella produzione, distribuzione e finanziamento con la Paramount Pictures. Il primo a beneficiarne è stato “Il Grinta” dei fratelli Coen, tratto dal romanzo di Charles Portis, prodotto dagli stessi Coen, Scott Rudin e Steven Spielberg ed interpretato da Matt Damon, Josh Brolin e Jeff Bridges. Il film è stato nominato a dieci premi Oscar®, tra cui Miglior Film.

            Skydance ha ultimamente prodotto “Mission: Impossibile – Protocollo Fantasma” insieme a J.J. Abrams e Tom Cruise, e diretto da Brad Bird. Il film ha ottenuto un successo fulminante, guadagnando oltre 700 milioni di dollari nel mondo.

Skydance sta inoltre producendo “G.I. Joe 2: La Vendetta”, interpretato da Bruce Willis, Channing Tatum e Dwayne Johnson. Altri film prodotti da Skydance includono la commedia “My Mother’s Corse”, interpretato da Barbra Streisand e Seth Rogen, ed il progetto di Jack Ryan ancora senza titolo con la regia di Jack Bender, interpretato da Chris Pine e prodotto da Lorenzo Di Bonaventura e Mace Neufeld; il seguito dell’imponente blockbuster del 2009, “Into Darkness- Star Trek”; e il film diretto da Marc Foster, “World War Z”, con Brad Pitt. L’azienda sta co-producendo “Without Remorse” scritto da Shawn Ryan; oltre il film “The Hitman’s Bodyguard”, attualmente in fase di lavorazione, scritto da Tom o’Connor.

Dal giugno del 2011 la Skydance ha spostato i propri uffici presso la sede della Paramount Pictures.

Da sempre appassionato di cinema, Ellison è cresciuto nel nord della California ed ha frequentato la prestigiosa School of Cinematic Arts presso la University of Southern California. Mentre frequentava la scuola, Ellison, ha prodotto e recitato nel film drammatico sulla prima guerra mondiale “Flyboys”, in cui ha combinato la sua passione per i film a quella per l’aviazione. Egli è un abile pilota con oltre 2000 ore di volo, nonché elicotterista. Nel 2003, a 20 anni, Ellison era il più giovane pilota dello show aereo dell’Experimental Aircraft Association’s Airventure Show di Oshkosh, in cui era uno dei sei piloti che si esibivano come le “Stelle del Domani”. Ellison collabora attivamente con il Conservation International, di cui è membro del consiglio di amministrazione e di diverse commissioni.

 

 

            DANA GOLDBERG (Produttore Esecutivo) è entrata a far parte della Skydance Productions nel 2010 in qualità di presidente della produzione. Già presidente di produzione presso la Village Roadshow Pictures, che l’ha coinvolta in tutti i suoi film, come “Ocean’s Eleven” ed i suoi sequels, la trilogia di “Matrix”, “Training Day”, “Agente Smart – Casino Totale” e “La Fabbrica di Cioccolato”.

La Goldberg è stata inoltre produttrice esecutiva di tanti film di successo della società, tra cui “Io sono Leggenda”, “Il Buio nell’Anima” e del film d’animazione premio Oscar® “Happy Feet”.

Sarà produttrice esecutiva nell’imminente sequel del blockbuster del 2009, “Into Darkness- Star Trek” (rilancio della franchise), e nel film diretto da Marc Foster, “World War Z”, interpretato da Brad Pitt.  Nella sua funzione alla Skydance, ha anche lavorato nel recente successo mondiale di “Mission:Impossible- Protocollo Fantasma”, che ha incassato oltre 700 milioni di dollari nel mondo.

Prima di entrare in Village Roadshow nel 1998, la Goldberg ha lavorato tre anni con Barry Levinson e Paula Weinstein alla Baltimore/Spring Creek Pictures, di cui era vice-presidente della produzione. Ha iniziato la sua carriera nel mondo dello spettacolo come assistente alla Hollywood Pictures, ed è membro dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences dal 2007.

 

 

            JAKE MYERS (Produttore Esecutivo) ha iniziato a lavorare come produttore indipendente nel 2000, a New York, prima di entrare alla Miramax Film, come supervisore alla produzione dei progetti statunitensi, inglesi e canadesi, tra cui “Chicago” (2002, diretto da Rob Marshall) e “Derailed- Attrazione letale” (2005, diretto Mikael Hafstrom). Ha continuato a lavorare come produttore in film quali, “I Fratelli Grimm e l’Incantevole Strega” di Terry Gilliam (2005), “1408” di Mikael Hafstrom (2007), “Shanghai” (2010), e “40 Carati” di Asger Leth (2012). Dopo il successo di “Red” (diretto da Robert Schwentke e interpretato da Bruce Willis e Helen Mirren), che Jake ha prodotto esecutivamente, egli è attualmente impegnato al sequel, “Red 2” (2013, diretto da Dean Parisot).

 

 

            CALEB DESCHANEL, ASC (Direttore della fotografia) si è diplomato alla scuola di cinema della USC e all’American film Institute. La sua prima impressione sugli spettatori l’ha fatta con “The Black Stallion” e “Oltre il giardino”, entrambi usciti nel 1979. In seguito è stato nominato due volte all’Oscar, nel 1983 e 1984, per “Uomini Veri” e “The Natural”. Nel 1982 ha fatto il suo debutto alla regia con “60 Minuti per Danny Masters” con Raul Julia, Griffin O’Neal e Joan Hackett per l’American Zoetrope. Ha anche diretto “Robinson Crusoe- La Vera Storia” con Aidan Quinn. Ha diretto vari episodi della serie televisive “Twin Peaks” e “Law andOrder”.

Deschanel ha diretto la fotografia di “L’incredibile volo” nel 1996, conseguendo la sua terza nomination all’Oscar per la Migliore Fotografia e una nomination per Contributo Eccezionale alla Cinematografia dall’American Society of Cinematographers. Ha girato “Ricominciare a vivere” di Forrest Whitaker, “Le parole che non ti ho detto” di Luis Mandoki, ed è stato acclamato per la sontuosa fotografia di due produzioni epiche: “Anna and the King” e “Il Patriota” di Roland Emmerich (per il quale ha ricevuto un’altra nomination all’Oscar e ha vinto l’ASC Award). È stato nuovamente nominato all’Oscar per il film di Mel Gibson “La Passione di Cristo”. Ha poi diretto la fotografia di “Il mistero dei Templari” e “Spiderwick- Le cronache”, ha collaborato col regista e sceneggiatore Robert Towne per “Chiedi alla polvere” e con il regista Nick Cassevetesa per “La custode di mia sorella”.

Più recentemente, ha lavorato con il regista William Friedkin, nel film “Killer Joe”, e con Jim Sheridan nel thriller drammatico”Dream House”. In seguito, Deschanel, ha lavorato ai film, “La Leggenda del Cacciatore di Vampiri” e “August: Osage County”, con Meryl Streep e Julia Roberts.

Nel 2010, Deschanel è stato onorato con il Premio alla Carriera dell’ASC.

 

 

            JAMES BISSELL (Scenografo) ha iniziato la sua carriera nel cinema, come scenografo, nell’immortale classico di Steven Spielberg, “E.T. l’Extra-Terrestre”, ed è stato nominato al BAFTA Award per Best Production Design per il suo lavoro in questo film. In seguito, ha ritrovato Spielberg nei film, “Always- Per sempre” e “Ai confini della realtà”.

            Tra i film cui Bissell ha preso parte, ricordiamo “Il gioco del falco”, “Il ragazzo che sapeva volare”, “Harry e gli Hendersons”, “Chi protegge il Testimone”, “I Gemelli”, “Aracnofobia”, “Rocketeer”, “Jumanji”, “Tin Cup”, “Fuga dalla Casa Bianca”, “Come Cani e Gatti”, “Il Sesto Giorno”, “Hollywood Homicide”, “The Ring 2” e il film, debutto alla regia di George Clooney, “Confessioni di una Mente Pericolosa”.

            All’inizio della sua carriera, Bissell, ha vinto un Emmy Award per Outstanding Art Direction for a Television Series per il suo lavoro in “Palmerstown, U.S.A”. Più recentemente, Bissell è stato scenografo nel successo del box-office, “300”, della Warner Bros.; in “In amore niente regole”, scritto, diretto ed interpretato da George Clooney; nell’avventura fantastica di Mark Waters, “Spiderwick- Le Cronache”; e nel successo mondiale “Mission: Impossible – Protocollo Fantasma”. 

            Il suo lavoro in “Good Night, and Good Luck” gli è valso una nomination per Art Direction sia dall’Art Directors Guild che dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, oltre ad un Satellite Award per Best Production Design. Il film è stato inoltre finalista del “2046” per Best Production Design nel 2005 per il Los Angeles Film Critics.

            Bissell si è laureato presso la University of North Carolina di Chapel Hill con un B.F.A. in teatro. Continua ad insegnare e condurre seminari, quando il tempo lo consente, sull’arte della scenografia.

 

 

            SUSAN MATHESON (Costumista) ha recentemente ideato i costumi per il thriller internazionale “Safe House- Nessuno è al Sicuro”, per il remake della commedia horror, “Fright Night” e per l’acclamato dramma,  “The Town”. 

            Tra i suoi credits cinematografici, ci sono le commedie di Will Ferrell, “Fratellastri a 40 anni”, “Semi-Pro” e “Ricky Bobby: La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno”; “The Kingdom” di Peter Berg e “Friday Night Lights”; il successo, sul mondo del surf, “Blue Crush”; e la commedia “L’Isola delle coppie”.

            Inoltre, ha lavorato come costumista in film come: “Honey”, “Highway”, “Max Keeble alla riscossa”, “Crazy/Beautiful”, “Meeting Daddy”, “Panic”, “Best Laid Plans” e “Dancer, Texas”. 

 

 

            KEVIN STITT, A.C.E. (Montatore) si è recentemente riunito con il regista Jonathan Mostow, per il futuristico thriller del 2009, “Surrogates”, dopo aver montato il suo acclamato thriller del 1997, “Breakdown- La trappola”.

            Stitt, che ha trascorso oltre venti anni in sala di montaggio, ha anche collaborato con registi del calibro di Mel Gibson (“Apocalypto”), John Badham (“Omicidio nel vuoto”, “Minuti Contati”, “Occhio al testimone”), Brian Helgeland (“Il destino di un Cavaliere”, “The Order”, “Payback”), John Woo (“Paycheck”), Richard Donner (“Arma Letale 4”, “Ipotesi di Complotto”), Brian Singer (“X-Men”) e Peter Berg (“The Kingdom”).

            Negli ultimi dieci anni, Stitt, ha inoltre montato film per Renny Harlin, “Deep Blue Sea” (montatore aggiunto), per Rod Lurie, “Il Castello”, per Rob Bowman, “Elektra”, e per il debutto alla regia di Stuart Baird, “Decisione Critica”, che ha segnato la sua prima collaborazione con il veterano montatore Frank Urioste.

            Più recentemente ha lavorato nel film horror, “Cloverfield”; nel concerto-documentario su Michael Jackson, “This Is It”; e sul thriller, “40 Carati”.

            Nato a Los Angeles, si è diplomato in comunicazione presso il Cal State Northridge, prima di iniziare la sua carriera negli anni ’80 (“Ai confini della realtà”), durante quella che lui chiama, “l’età d’oro dei film d’azione hollywoodiani”. Si è fatto le ossa come assistente al montaggio, attraverso apprendistati con registi del calibro di Frank Morriss (“All’Inseguimento della Pietra Verde”, “Corto Circuito”, “Punto di non ritorno”), Donn Cambern (“Big Trouble- Una Valigia Piena di Guai”, “Harry e gli Hendersons”) e Stuart Baird (“Arma Letale 2”, “Maverick”, “L’Ultimo Boy Scout”).

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