10 gennaio 2013 – ASTERIX E OBELIX AL SERVIZIO DI SUA MAESTÀ – INTERVISTA A OBELIX GÉRARD DEPARDIEU

10 gennaio 2013ASTERIX E OBELIX AL SERVIZIO DI SUA MAESTÀ di Laurent Tirard con Gérard Depardieu, Edouard Baer, Dany Boon, Catherine Deneuve, Luca Zingaretti, Filippo Timi, Neri Marcorè

INTERVISTA A OBELIX GÉRARD DEPARDIEU

 

Cosa le ha fatto venire voglia di vestire di nuovo i panni di Obelix?

Adoro questo personaggio. Obelix ha un cervello pieno di margheritine: non ha nessun cattivo pensiero. E se, per disgrazia, gliene viene uno in mente, diventa preda di una tristezza infinita. È questo a renderlo estremamente commovente. In lui non c’è niente di negativo. È solo un ciccione… che non vuole essere trattato da ciccione! (ride)

 

In cosa gli assomiglia?

Come lui, posso sentirmi umiliato. Non so se mi somigli, ma il fatto che io ami tanto questo personaggio implica forse un certo desiderio di essere un po’ come lui. Non invidio la sua forza perché ho un carattere in grado di sopportare molte cose, ma piuttosto il suo lato positivo.

 

Per un amante della gastronomia come lei è possibile avere una tale passione per il cinghiale?

 

Il cinghiale è buonissimo! Ma lo preferisco in salsa anziché arrosto. Lo spezzatino di cinghialetto è squisito! L’appetito di Obelix è pari solo alla sua generosità e al suo stupore. Ed è lo stesso quando si innamora: è tutto eccessivo. Non è razionale ma è bello.

 

E per lei, qual è la sua pozione magica?

La vita! Sebbene qualche volta i miei eccessi possono essere un po’ faticosi per quelli che mi stanno accanto…

 

Sono tutti concordi nel dire che nessun altro attore potrebbe interpretare Obelix come lei. È una sensazione piacevole quella di sentirsi associati così ad un personaggio?

Sì, visto che si tratta di un personaggio simpatico. Ed è straordinario poter interpretare una caricatura o un personaggio-tipo

 

Ha mai avuto occasione di incontrare Goscinny?

Certo. Negli anni ‘70 ho lavorato in Il vitalizio e Cari amici miei…, due film di Pierre Tchernia scritti con Goscinny. Mi piaceva molto perché era intelligente, burlone e profondamente buono. Si ritrova il suo spirito in Il piccolo Nicolas o in Asterix e Obelix. Da adulto, somigliava a quei bambini che sanno osservare. Quelle persone un po’ defilate che osservano il mondo con occhi pieni di meraviglia. Tchernia è un tipo così, e lo erano anche Jean Carmet e Michel Serrault. Più tardi ho incontrato Uderzo che è un tipo molto più strutturato

 

È difficile adeguarsi ogni volta alle nuove esigenze dei registi per mettere in scena lo stesso personaggio?

No, perché la visione che ho del mio personaggio è sempre legata a quella del film e alle scene che devo recitare. Qui ce ne sono alcune molto belle: il momento in cui Obelix spiega a Idefix di fronte al suo amico, che non può portarlo in Inghilterra è molto commovente. E quando Obelix osa andarsene con Miss Macintosh e Asterix lo redarguisce, lui gli risponde qualcosa come «puoi dirmi quello che vuoi, ma ciò che conta di più per me è che tu resti mio amico»: è magnifico. Personalmente mi piace sentire la mancanza di una persona perché mi permette di provare una gioia maggiore nel ritrovarla dopo. Non c’è bisogno di intellettualizzare tutte queste piccole cose semplici e belle quando vengono dette con onestà.

 

Cosa le piace di Laurent Tirard?

 

Adoro Laurent! È un ragazzo meraviglioso perché riesce a riconciliare i misantropi come me con il genere umano! Girare con lui è come essere investiti da una ventata di freschezza. Adoravo Pialat per questo, e per le stesse ragioni amo Ridley Scott o Bertrand Blier. Ma Laurent ha qualcosa in più: una disinvoltura, una freschezza e un’allegria da ragazzino. Nei suoi film non cerca di mostrarsi, né di sparire. Ne Il Piccolo Nicolas o Astérix evita qualsiasi leziosaggine e resta nel mondo dei bambini con uno sguardo che non esprime giudizi sui grandi. In nessun momento, in questi adattamenti, ci sono degli effetti che ci riportano al mondo degli adulti. È molto difficile essere semplici come lo era il fumetto. Bene, io credo che questo sia il solo film di Asterix ad essere rimasto tanto fedele al fumetto.

 

Che ne pensa dei quattro adattamenti ai quali ha lavorato?

Non giudico mai né i film, né gli attori. Quello che mi interessa innanzi tutto sono le inquadrature e le luci. Ma diciamo che il primo ha avuto il merito di portare sullo schermo in carne ed ossa un personaggio disegnato ed è una cosa molto difficile; il secondo, molto riuscito, era impregnato dello «stile Canal+»; nel terzo eravamo un po’ persi nelle performance dei giochi olimpici, ma è lì che faceva la sua comparsa Giulio Cesare. Un Giulio Cesare che ritroviamo pefettamente rappresentato qui nell’interpretazione di Fabrice Luchini.

Che ne pensa del nuovo Asterix?

Se il film è riuscito così bene lo si deve in gran parte a Laurent che ha scelto Edouard. Mi piace il suo lato dandy, un po’ arrogante, tipico dell’immagine che si ha in genere dei francesi. Prima il nostro piccolo Asterix era soprattutto un francesotto sciovinista; un simbolo dei primi oppositori. Ma nel fumetto lui non è mai sciovinista e il suo villaggio è solo un piccolo paesino sperduto che resiste, con le sue tradizioni, la sua allegria, le sue gioie semplici.

 

E la sua bella, interpretata da Valérie Lemercier?

È una donna intelligente. Il suo spirito e il suo umorismo la rendono vivace, bella e graziosa. Valérie è una vera attrice comica e anche quando è sferzante, rimane magnifica. Come Catherine Deneuve, d’altronde: sono la sua personalità, la sua energia e il suo umorismo a renderla unadonna così bella. Anche la nostra piccola Charlotte Le Bon ha questo tipo di energia ed è adorabile. In effetti, più del talento, è l’anima di una persona a sedurmi

 

Che ne pensa un attore esperto come lei del giovane Vincent Lacoste?

Nel film è eccezionale. Vincent è sufficientemente lontano dall’adolescenza per giudicare l’ingratitudine di quell’età. Inoltre incarna bene i giovani d’oggi. Contrariamente a quelli degli anni 2000, non sono né disincantati né incastrati sulle nuove tecnologie, perché sono già oltre quel fenomeno.

 

Cosa ne pensa del 3D?

In generale non sono un fan del 3D perché viene utilizzato per i film americani di fantascienza e, anziché andare a vedere Batman o Avatar al cinema, ho sempre preferito leggere A.E. van Vogt, Isaac Asimov o altri grandi autori del genere. Ma devo riconoscere che per dar vita a dei personaggi dai tratti marcati come quelli del fumetto, e per raccontare lo spirito di un piccolo villaggio della Britannia che resiste garbatamente a Giulio Cesare, il 3D è assolutamente adatto.

 

Comporta delle costrizioni per un attore?

Non c’è niente di limitante. Né recitare con un fondale verde alle spalle, né davanti ad una macchina da presa in 3D. Sa, quello dell’attore è il mestiere più assurdo e formidabile che esista. Quando non ci si prende sul serio è favoloso perché non è un lavoro. È per questo che mi irrito quando le persone pensano di avere una missione e intellettualizzano tutto. Fortunatamente, quando sono sul set, non c’è più niente di intellettuale! (ride)

Quali sono i ricordi più forti che ha delle riprese?

Mi è piaciuto molto girare in Irlanda. È stato fantastico e il clima mi piace molto. Se Edouard è una lucertola che cerca sempre il sole, io sono un animale da Paesi freddi.

 

Quale pensa che sia la cosa più riuscita del film?

Questo Asterix è molto riuscito come trasposizione del fumetto. La messa in scena è perfetta perché mostra i temperamenti diversi di Britannici e Galli. Se gli inglesi avessero inventato Asterix, saremmo stati rappresentati come dei gran bevitori di vino e divoratori di camembert. Ma così è più raffinato, e la pozione magica fa la differenza. Per quanto riguarda gli attori, penso che Catherine Deneuve sia dolce come una caramella; Valérie Lemercier, magnifica; Guillaume Gallienne, favoloso… Adoro anche i vichinghi: questo popolo che va alla ricerca della paura, è una cosa poetica! E poi sempre questo spirito giovane. Ho visto il film con dei bambini e posso dirle che quando Guillaume Gallienne si ritrova nudo davanti a Charlotte, ridevano da matti. Si tratta solo di un attimo, ma è bellissimo perché molto infantile.

 

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