L’INNOCENZA DI CLARA – note di regia

 

 

NOTE REGIA

Volevo fare un noir classico con la femme fatale che si muove quasi del tutto inconsapevolmente al centro di un contesto narrativo.

Tutto è nato in parte dopo la lettura de “I delitti esemplari” di Max Aub (Sellerio Editore Palermo, 1982 – nella collana La memoria), ovvero quegli atti che, quotidianamente, si commettono solo in intenzione mentale; sono le antipatie, le insofferenze, gli insopportabili incontri della giornata di ognuno di noi, sfogati e liberati in delitti senza castigo, perché prigionieri della fantasia. Mi ha sorpreso un riso amaro e allora mi sono domandato che fine fanno i pensieri che vengono abortiti dalla convenzione civile, dove vanno a finire quelle onde velenose che inevitabilmente condividiamo tutti, almeno una volta, soprattutto se ci sentiamo costretti in una vita che vorremmo diversa.

Ho anche pensato a come le nostre facce uniscano follia e ragione, dovere e istinto. A cosa succederebbe se avessimo qualcuno che raccolga quegli aborti. A cosa se qualcuno premesse quel grilletto per noi.

La storia di Clara parte da qui, da un antefatto vero dal quale mi sono liberamente ispirato; la circostanza, ai miei occhi, dalla quale tutto il resto poteva partire.

Poi, una notte, mi sono trovato a vedere una trasmissione che raccontava quel fatto affine ai miei pensieri, la cui protagonista era una donna accusata di essere la mandante dell’omicidio del marito.

Mancavano le prove e mancava anche il suo amante, morto suicida dopo essersi lasciato alle spalle una lettera vaga senza nessun rimando alla presunta colpevolezza della donna.

Ecco, mi interessava raccontare se si possa diventare assassini inconsapevoli senza premere il grilletto. Portare alla luce l’occhio ipotetico dell’innocenza reale, nonostante la colpevolezza morale.

Presa la storia a due mani, necessitavo di un luogo prettamente maschile e maschilista da mettere da contrappunto con la bellezza e sensualità della mia protagonista. Girando per l’Italia ho conosciuto la realtà dei cavatori e delle cave di marmo a Carrara e ho pensato che fossi arrivato a destinazione.

Lì ho immaginato di poter vedere la mia donna sempre colpevole, sempre attenta al proprio uomo, presente, ma passiva nelle decisioni vere.

Ho grande considerazione delle donne e di quello che spesso non riescono a dire, perché chiuse tra pareti di idiozia maschile piccolo borghese della provincia italiana. E io volevo pensare la mia donna innocente, pulita dai contesti di riferimento.

 

Questo è un film che si tiene in equilibrio su un sottilissimo filo e del quale sono molto orgoglioso, forse perché è indubbio il suo ruolo nella mia crescita professionale.

Una regia rigorosa e glaciale che osserva i fatti che accadono senza giudicare. Li fa scorrere e chiede allo spettatore una visione diffusa, scissa tra il campo e il fuori campo, e una presa di responsabilità nel farsi un’idea, un’opinione….quella stessa osservazione che, in fondo, riesce a tutti davanti ai telegiornali, alle trasmissioni televisive e alle loro congetture, dandoci modo di chiederci “chi è per noi il mostro”.

Questo è un film che racconta di un luogo malato, nel quale i personaggi hanno imparato a destreggiarsi come in un campo minato perfettamente conosciuto, fatto di rancori e gelosie, frustrazioni e competizioni irrisolte, ma che il tempo è riuscito a nascondere.

Il mio campo è un bacino vulcanico non sedato e Clara è il suo nucleo ancora caldo, l’elemento inconsapevole venuto a distruggere gli equilibri prestabiliti, mediocri e sterili.

 

 

SINOSSI

Maurizio e Giovanni, amici sin dall´infanzia, sono cresciuti in un borgo d´alta montagna ai confini fra Toscana e Liguria nella zona della Lunigiana. Ora hanno circa quarant´anni. Il primo ha investito tutti i suoi averi in una cava di marmo, uno squarcio di un bianco intenso nella montagna. Giovanni invece scolpisce statuette di marmo e ha una vita monotona. E’ sposato con Luisa con la quale ha una figlia, Angela, ragazza introversa e ribelle.

Giovanni e Maurizio condividono una grande passione: la caccia. Nei momenti liberi, i due salgono sui monti, attraversano valli, pendii, bivaccano al bordo di sorgenti in una natura estrema, incontaminata. Il loro è un rapporto indissolubile, ma che nasconde anche rivalità e antiche gelosie..

Un nuovo accadimento viene a turbare la vita di tutti. Un giorno Maurizio conosce Clara, una donna bella ed elegante, di grande vitalità e fascino. Il loro è un incontro casuale che diviene subito idillio.

Maurizio viene trascinato da Clara come da un vortice e in breve decidono di sposarsi.

Clara cerca di calarsi nei panni della moglie perfetta, ma quella non è la sua natura e lentamente un senso di noia, frustrazione, infelicità, comincia ad affiorare.

Clara è sempre più insofferente e l’amicizia con Giovanni rappresenta per lei un modo di penetrare negli occhi e nei pensieri del marito; ma per Giovanni, Clara diventa l’inusuale apertura ad una spontaneità che prima non aveva mai conosciuto…

L’insieme degli eventi sfugge ormai a qualunque regola di appartenenza, il tempo scandisce un intrigo di ossessioni condivise ma senza respiro che nell’impeto del loro manifestarsi esplodono senza alcuna altra possibilità di rimedio.

Un funerale, e appena pochi giorni dopo un altro sparo…

 

IL REGISTA

Toni D’Angelo è nato a Napoli nel 1979. Laureato al D.A.M.S. con una tesi sul cinema di Abel Ferrara esordisce con il suo primo cortometraggio “Bukowski, Casoria” vincendo il Corto Circuito di Napoli. Sono seguiti altri cortometraggi (più volte premiati) e numerosi video-clip musicali. Negli ultimi anni è stato assistente di Abel Ferrara con il quale ha co-diretto un video clip dal titolo “Move With Me” e ha scritto il soggetto per un film dal titolo “Morire a Napoli”.

“Una notte”, del 2007, è il suo primo lungometraggio, pluripremiato in molti festival internazionali per il quale viene nominato come miglior regista esordiente ai David di Donatello, al Ciak d’Oro come Migliore opera prima.

Nel 2009 presenta il documentario “Poeti”, una sorta di Block-notes sulla poesia a Roma, alla 66 Mostra Internazionale del Cinema di Venezia in concorso nella sezione Controcampo Italiano.

Il suo ultimo film, “L’innocenza di Clara” era l’unico titolo italiano in concorso all’ultimo Festival di Montreal.

I commenti sono chiusi.