“Mi sono divertito a pensare un mondo sonoro ricco e ironico, moderno che rendesse al meglio l’aspetto comico e futurista del film – dice Buonvino – Ho utilizzato ritmi reggae e cori gospel, sonorità elettroniche e dubstep oltre a un’orchestra di fiati e di archi.
Grazie alle recenti collaborazioni con Jovanotti ho voluto coinvolgere in questo progetto alcuni dei suoi più fidati collaboratori: Saturnino (che remixa due brani per il cd) Christian Rigano e i suoi sintetizzatori, le chitarre di Riccardo Onori e Pino Pischetola fonico di indiscusso talento.”
ANTONIO ALBANESE:
“Il gruppo di Qualunquemente è rimasto uguale. È entrato Paolo, non lo conoscevo personalmente, lo conosceva Giulio Manfredonia. Ho immediatamente pensato che era difficile fare una musica per questa pellicola. Paolo, invece, è riuscito a creare delle sonorità che si sono prestate al servizio del film, e che lo hanno elevato in alcune situazioni, mettendosi a totale disposizione delle immagini. Incontrare Paolo professionalmente è stato bellissimo, piacevole, una persona speciale. È arrivato in punta di piedi in un lavoro in cui c’era un gruppo ben rodato, lui si è inserito perfettamente, come solitamente accade quando hai a che fare con un grande professionista. È stato un incontro molto positivo”.
GIULIO MANFREDONIA:
“Lavorare con Paolo Buonvino è stato davvero un grande piacere. E non solo perché è un vero musicista, che sa fare ogni tipo di musica e te la propone con quella semplicità che è propria di chi sa quello che fa, ma perché è un cineasta appassionato e ostinato quanto e più di me, e come me è innamorato e al servizio del racconto, condizione essenziale per fare non solo una bellissima musica, ma anche una musica che aiuti il film. E in effetti le musiche che Paolo ha creato per questo film descrivono spesso meglio delle parole i “mondi” che Antonio ci apre e presenta, trovando come fa Antonio con le parole e con i gesti, qualcosa di unico e semplice, apparentemente istintivo ma in realtà frutto di un grande lavoro, che è l’essenza dell’umorismo, cioè una meravigliosa sintesi tra immediatezza e complessità. Le sue scelte sono sempre sorprendenti eppure totalmente aderenti alle immagini, sono indubbiamente nel solco della tradizione della commedia italiana, ma regalano sempre un’idea, una novità, un’invenzione. E scivolano nel film con grande naturalezza, ma lasciando il segno”.