29 novembre Lawless di John Hillcoat con Tom Hardy, Guy Pearce, Gary Oldman, Shia LaBeouf e Mia Wasikowska
video : http://www.youtube.com/watch?v=oyvXxeSuH_U
LA PRODUZIONE
Il famoso gangster Al Capone osservava che “Il Proibizionismo non ha portato altro che problemi”, e diceva “Sono come ogni altro uomo. Tutto ciò che faccio è soddisfare la richiesta”. Pur operando in Virginia invece che a Chicago, i fratelli Bondurant avrebbero certamente confermato. Ribelli sfacciati, i Bondurant – Howard, Forrest e Jack – gestiscono la fiorente attività di distillazione clandestina di famiglia nella contea di Franklin, in Virginia, dove le colline si tingono di arancione per la luce riflessa dagli alambicchi delle innumerevoli distillerie illegali. Il romanzo “La contea più fradicia del Mondo” (“The Wettest County in the World”) nasce dalla volontà di Matt Bondurant di raccontare le avventurose imprese del nonno paterno Jack e dei suoi prozii Forrest e Howard. Sebbene il suo libro tragga ispirazione da eventi accaduti realmente, non lo si può definire interamente vero, come spiega l’autore stesso nella nota introduttiva: “Le radici di questa storia affondano in svariati aneddoti ed episodi famigliari, notizie dei giornali e articoli, trascrizioni di tribunali…Tuttavia, queste informazioni storiche non bastano per comprendere davvero i protagonisti del racconto, il mondo in cui vivevano o quali fossero i loro pensieri. Tutti i testimoni sono oggi scomparsi, e rimangono pochissime prove scritte. Non esistono lettere, e mio nonno e i suoi fratelli non tenevano diari. Il mio compito, scrivendo questo libro, è stato quello di riempire gli spazi vuoti lasciati nelle testimonianze giunte fino a noi. Ci sono delle storie di famiglia…e questi ricordi e questi aneddoti sono vaghi, e spesso fallaci nella migliore delle ipotesi, mescolati a diversi decenni di voci, pettegolezzi 5 e miti…Era mia intenzione raccontare quella verità che sta oltre il mondo dell’attualità scarsamente testimoniato e compreso”. Il libro, pubblicato nel 2008, raccoglie recensioni entusiastiche e trova due precoci, ardenti sostenitori in Douglas Wick e Lucy Fisher, produttori della Red Wagon. Wick afferma: “Il libro traboccava di momenti che raccontavano di uomini duri e della loro tenerezza, di comportamenti feroci e violenti mescolati a silenzi di desiderio, di dolore fisico che si mischiano a leggende di indistruttibilità. Non si può leggere il libro senza immaginarne le scene”. Rachel Shane, vice-presidente esecutivo della Red Wagon Entertainment, presenta il libro ai suoi superiori prima della sua pubblicazione in maniera tale che la casa di produzione decida di assicurarsi subito i diritti cinematografici. Bondurant ne è entusiasta: la sua storia era nata già come una “rivisitazione drammatica”, e il fatto che un produttore e uno sceneggiatore stessero ulteriormente studiando il materiale lo elettrizzava ancora di più. “Non avevo moltissime informazioni a disposizione per scrivere un racconto che non fosse solo fiction, di conseguenza ho preso diversi eventi storici importanti e li ho messi insieme creando un tessuto organico e sfruttando quello che sapevo dei tre fratelli, mescolando il tutto alle immagini e ai documenti reali, per cucire loro addosso delle vite vere. Ho conosciuto mio nonno quando ero bambino, ma certamente non sapevo chi lui fosse stato a 18 anni, quindi mi sono concesso molta licenza poetica. Sapevo che il film avrebbe fatto quel passo in più e che tutto sarebbe sembrato naturale”, spiega Bondurant. Nel frattempo, Rachel Shane avvicina il regista John Hillcoat. La stessa Shane racconta: “Il precedente lavoro di John, LA PROPOSTA, raccontava di una violenza incredibilmente viscerale e drammatica, come non ne avevo mai visto prima. Ma emergeva anche l’incredibile cura che lui metteva nell’accompagnare gli attori nell’immergersi nelle loro interpretazioni, nonché quanto amasse creare mondi simili ai nostri, ma al contempo molto lontani da essi. Sapevo che John avrebbe apportato quello di cui avevamo bisogno per trasformare il libro in un film, e che sarebbe stato un matrimonio felice”. Hillcoat capisce che “La contea più fradicia del mondo” gli offre un’opportunità per lavorare su due dei suoi generi preferiti in maniera audace e innovativa. “Amavo il mondo rappresentato nel romanzo. Amo i western, ma stavo cercando un film sui gangster. Ci avevo già avuto a che fare negli anni, perché ci sono davvero tanti begli esempi di film sui gangster, ma volevo trovarne uno che avesse qualcosa di nuovo da raccontare. E questo era nuovo. Era un western, ma era anche un film sui gangster. Non avevo più visto un film di gangster ambientato in un paesaggio rurale dai tempi di BONNIE & CLYDE, mentre la storia del moonshine veniva raccontata prevalentemente in commedie come IL BANDITO E LA “MADAMA”. Questo libro era basato su una 6 storia vera, che era incredibile. Era vivido, vivo e unico. Quindi era perfetto per me”, spiega Hillcoat. Hillcoat incarica Nick Cave, vecchio amico e frequente collaboratore sin dai tempi della scuola d’arte, di scrivere la sceneggiatura e le musiche, come aveva già fatto per LA PROPOSTA. Quando si tratta di un progetto congiunto Hillcoat/Cave, copione e musiche sono sempre fortemente interconnesse fin dall’inizio del progetto, ed evolvono insieme. Dal momento che LAWLESS è ambientato in una zona remota della Virginia, l’eloquio dei personaggi principali presenta una particolare cadenza, quasi musicale, che Cave riesce a integrare nel dialogo come se fosse parte della colonna sonora. “Le canzoni di Nick erano davvero ispirate dalla narrazione, che, naturalmente, si presta ottimamente alla sceneggiatura, ma va anche oltre. Io credo che tutti i film abbiano una musicalità intrinseca”, spiega Hillcoat. “C’è ritmo nel modo in cui Nick scrive, nel dialogo, nella maniera in cui le scene si dipanano. È spesso sottile, ma non manca mai. Con LAWLESS abbiamo parlato di adattare il romanzo – è la prima volta che Nick adattava un libro –, ma abbiamo anche parlato delle musiche, di quali sarebbero state le migliori. Quando Nick scrive il materiale e la musica, è un processo molto organico. Prima viene la musica, poi le parole, quindi di nuovo la musica”. Bondurant è particolarmente felice del fatto che sarebbero stati John Hillcoat e Nick Cave a portare il libro sulle scene. “Sono un fan di John Hillcoat, mi sono piaciuti tantissimo sia LA PROPOSTA che THE ROAD. E sono anche un fan della musica e delle sceneggiature di Nick Cave, per cui ero davvero entusiasta quando mi hanno detto che era lui che stava scrivendo i testi. Ha fatto un lavoro davvero straordinario con l’adattamento, e sono lusingato che abbia mantenuto almeno un po’ della lingua originale. Sono incredibilmente onorato che John e Nick abbiano lavorato all’adattamento del mio romanzo”, confessa Bondurant. Shia LaBeouf si unisce alla squadra subito dopo Hillcoat e Cave, per interpretare il ruolo del più giovane tra i fratelli Bondurant: Jack, quello intelligente, sensibile, lungimirante. I due anni successivi sono caratterizzati da alti e bassi, un’altalena di false partenze e di deludenti marce indietro, ma LaBeouf non manca mai al suo impegno nei confronti di LAWLESS, anche se la sua stella è in continua ascesa grazie alla saga TRANSFORMERS. LaBeouf è attratto dal progetto per svariate ragioni, non ultima la presenza di John Hillcoat. “Sono un suo fan, e sarei stato disposto a fare qualunque cosa con John”, racconta l’attore. “I film di John sono tutti molto viscerali e onesti. È un cercatore di verità, incredibilmente intelligente, che ha anche un grande stile visivo. Lui è della vecchia scuola, e fa respirare le riprese come facevano grandi maestri come John Ford. Lui sa raccontare la storia in un fotogramma e fa in modo che quel fotogramma faccia il suo lavoro al meglio. È uno stile di lavoro che non avevo mai sperimentato prima, e ne sono 7 rimasto entusiasta”. LaBeouf è stato anche conquistato dal romanzo di Bondurant e dal fondamentale periodo della storia americana che esso esplora. Approfondisce la storia delle distillerie clandestine, il peculiare rapporto con l’eredità delle miniere di carbone in Virginia, le dinamiche socio-economiche della regione, in particolare le divisioni religiose e razziali. Ma, in particolare, è il ruolo di Jack a intrigare LaBeouf: Jack, intraprendente e curioso, deve trovare la sua strada, il suo posto, non solo come giovane distillatore clandestino pieno di risorse, ma anche all’interno del clan Bondurant, mentre l’equilibrio del potere tra i tre fratelli inizia a cambiare. Jack sperimenta una serie di emozioni diverse durante tutto il film mentre, in ultima analisi, diventa adulto. “Non avevo mai recitato una parte come questa prima. È la storia di un ragazzo che diventa un uomo in tanti modi diversi. Beve il suo primo sorso di whisky, dà il suo primo bacio”, osserva LaBeouf. “Il film parla anche di una famiglia che va a rotoli, che deve gestire molti problemi tutti insieme. Al contempo, l’equilibrio di potere si sposta da Forrest a Howard e, infine, a Jack. La prima volta che incontri Jack, percepisci subito la sua forte empatia: vive in una fattoria, ma non riesce a guardare i fratelli mentre ammazzano un maiale. Questa empatia frena la sua carriera criminale, ma la sua è una famiglia di criminali. Durante quel periodo, la distillazione clandestina rappresentava l’unica via percorribile per molte persone povere ed emarginate, che avevano a disposizione solo le loro capacità. Per la famiglia Bondurant, il talento era rappresentato dalla produzione di liquore”. Secondo LaBeouf Jack è affascinato dai distillatori clandestini, in particolare dai gangster di Chicago, e questa sua ammirazione nutre copiosamente la passione e l’ambizione del suo personaggio. “Jack rappresenta una nuova generazione. Ha davanti agli occhi questi personaggi stile Robin Hood che combattono contro il governo, e in particolare contro il Proibizionismo, e hanno successo. Sono i nuovi Americani: persone che si sono fatte dal niente e che sono riuscite a farsi strada costruendo qualcosa con cui non solo riuscivano a sostentare le loro famiglie, ma anche le rispettive intere comunità. È questa la famiglia che guida la rivoluzione dell’epoca. Il supereroe, all’epoca, era il distillatore clandestino, in particolare per i giovani ventenni come Jack”. LaBeouf non è ancora una grande stella di calibro internazionale quando Hillcoat lo vide recitare nel 2006 in un film indipendente intitolato GUIDA PER RICONOSCERE I TUOI SANTI. Ricorda il regista, “Pensavo, chi diavolo è quel ragazzo? Poi l’ho rivisto in DISTURBIA e ancora ho pensato che la sua interpretazione fosse straordinaria. Poi è stata la volta di TRANSFORMERS, e anche se era circondato da effetti speciali e robot, Shia è riuscito a creare un personaggio irresistibile e tridimensionale. Così ho pensato che era davvero interessante e che sarebbe stato bello vederlo fare 8 qualcosa di assolutamente sorprendente. Shia aveva la stoffa per interpretare Jack, che vive intensamente ogni singola emozione, dalla rabbia alla disperazione, fino alla gioia totale e alla felicità. E riuscivo facilmente a vederlo come un giovane uomo dell’epoca del Proibizionismo. Anche lui era molto interessato e appassionato quando l’ho incontrato, quindi ho capito che era l’uomo giusto. E io sono piuttosto esigente in quanto al casting”. Nel frattempo, LaBeouf cercava un’occasione per lavorare con l’acclamato attore inglese Tom Hardy, diventato suo amico dopo che LaBeouf gli aveva inviato una e-mail di complimenti per la sua interpretazione eccezionale nel film BRONSON, a metà tra biopic e crime-story, e iniziano a scambiarsi copioni l’un l’altro. LaBeouf invia ad Hardy il romanzo di Bondurant e, successivamente, la sceneggiatura di Cave: Hardy se ne innamora e dimostra di essere il candidato perfetto per il ruolo del tranquillo, impavido e terribile Forrest Bondurant. Anche Hillcoat desidera lavorare con Hardy: la sua reputazione di eccezionale talento, infatti, lo precede. “Continuavo a sentire parlare di questo attore incredibile di nome Tom Hardy. Ho iniziato a tenere d’occhio il suo lavoro, e sono rimasto sbalordito: era fantastico. E riuscivo anche a vedere Tom e Shia nei panni di due fratelli. Inoltre, l’approccio di Tom al suo personaggio era piuttosto audace: lui vedeva Forrest come l’autorità femminile e maschile insieme della famiglia, a raccogliere l’eredità dei genitori morti, voleva esplorare il lato più morbido di Forrest e interpretarlo in maniera tranquilla e contenuta. Assumendo il ruolo di madre e di padre della sua famiglia, diviene molto responsabile e attento, in particolare verso i suoi fratelli, ma a causa dei tempi e della cultura non è in grado di articolare questo suo lato. L’approccio di Tom era fortemente legato ai diversi livelli emotivi che caratterizzano il personaggio di Forrest e a quanto lui fosse controllato e introverso. Era un atteggiamento unico e affascinante verso il personaggio”, nota Hillcoat. Con LaBeouf e Hardy arruolati, il casting procede a gonfie vele. Tuttavia, attirare finanziamenti diventava difficile, spiega il produttore Lucy Fisher. “Il nostro materiale era estremamente originale e stravagante. Era un ritratto di tre fratelli, fuorilegge violenti con feroci legami famigliari; al contempo, era lirico e romantico. Non rientrava in alcuna categoria facilmente identificabile”. Alla fine, sono stati necessari due anni di intenso lavoro prima che la Red Wagon trovasse il supporto che stava cercando: nel 2011 la Annapurna Pictures, una nuova società di produzione guidata da Megan Ellison, e la Benaroya Pictures, di Michael Benaroya, sottoscrivono il finanziamento di LAWLESS e la produzione con Wick e Fisher. Trovare la giusta combinazione di attori è stato un processo lungo e complicato, ma Hillcoat, Fischer e Wick concordano sul fatto che ogni singolo attore che ha portato in vita la storia dei Bondurant 9 era l’artista perfetto per quel ruolo. “È una cosa strana per un film, quasi come un processo alchemico”, afferma Hillcoat. “Te ne vai in giro con tutti questi ingredienti e qualche volta trovi quella combinazione giusta che si realizza alla perfezione. Abbiamo provato altre combinazioni prima, che avrebbero prodotto un film diverso e che sarebbero anch’esse state fantastiche e speciali, ne sono certo, ma credo di aver trovato il gruppo ideale alla fine. È complesso come lavoro d’insieme, perché si tratta di un vero gioco di equilibrio: quando una persona se ne va, non basta sostituirla. È l’insieme delle persone che conta, come lavorano rispetto alle diverse energie e alle loro qualità”. L’attore australiano Jason Clarke completa il trio dei fratelli Bondurant, interpretando Howard, il maggiore. Spesso ubriaco e tristemente inaffidabile, Howard è fuori misura sotto ogni aspetto, forse come reazione al tumulto interiore che non è in grado di gestire. “In termini della violenza che c’è in lui, tutto ciò che riguarda Howard è proiettato verso l’esterno, quasi come uno tsunami, mentre con Forrest avevamo un personaggio completamente controllato e introverso: i due fratelli rappresentano due forze completamente opposte e Jason si è perfettamente identificato con il suo personaggio. A un certo punto, esigenze di copione avevano portato a cambiare il fratello maggiore da Howard a Forrest, ma Jason ha fatto valere le sue ragioni in difesa di Howard come primogenito. Il motivo affonda nel senso di colpa e di vergogna che pervade Howard, perché, a quei tempi e in quel mondo, il fratello maggiore doveva diventare il patriarca della famiglia dopo la morte del padre. Tuttavia Howard era completamente andato di testa, incapace di ricoprire quel ruolo. È deprimente per lui il fatto di non essere presente per i suoi fratelli. E questi fratelli si amano davvero e farebbero di tutto l’uno per l’altro. Noi volevamo esplorare quelle dinamiche e abbiamo cambiato il copione per Jason, arruolandolo per le sue argomentazioni”, spiega Hillcoat. Da buon australiano, Clarke ha ottima familiarità con il lavoro di Hillcoat e di Cave, e desiderava lavorare con loro: come attore e regista, non conosceva personalmente Hillcoat o Cave prima di unirsi alla troupe, ma, naturalmente, ne era un grande fan e li aveva studiati accuratamente. “Il copione era semplicemente fantastico. Inoltre, essendo australiano, sono naturalmente un fan di lungo corso di Nick Cave e conoscevo il lavoro fatto con John – “La Proposta” e “Ghosts of the Civil Dead” – e anche i suoi progetti originali dei tempi della scuola di cinema. Ho sempre pensato che avesse una voce unica ed evocativa. Dopo aver letto il copione, ho pensato… sì, questi ragazzi saranno fantastici. È una narrazione densa e affascinante e loro sono quelli giusti per realizzarla. Poi, quando ho scoperto il calibro degli altri attori coinvolti, non è stato difficile scegliere”, spiega Clarke. Le aspettative di Clarke sul processo filmico e lo stile di Hillcoat si sono rivelate felicemente 10 vere. E Clarke ha stabilito un rapporto personale con gli autori e il materiale. “Il suo senso visivo è davvero particolare. È un uomo gentile e aperto che si guarda costantemente intorno e pensa in maniera unica. In più, ha girato “La Proposta” in un luogo chiamato Winton, dove sono nato io. Non molte persone ci sono state, men che meno ci hanno girato un film”, racconta. In effetti, Clarke ha fatto affidamento sulla sua vita a Winton per dare spessore al suo personaggio. “Jason veniva da quel paese. Cresciuto nell’outback, era abituato alla violenza delle campagne, cui si è ispirato e che ha elaborato in tanti modi diversi…per esempio indossava pesi alle gambe per aiutarsi a dare a Howard l’autorità che esprimeva nel camminare. Ha studiato il moonshine, come hanno fatto tutti ad eccezione di Tom. Tom è più controllato di così, fedele al suo personaggio”, annota Hillcoat. Clarke ritiene che Howard consideri il suo rapporto con i fratelli come l’unica cosa di valore nella sua vita. Per questo uomo dannato, il suo affetto per i fratelli rappresenta l’unica carta da giocare per la redenzione. E ringrazia i suoi “fratelli” sullo schermo, LaBeouf e Hardy, per averlo aiutato a concretizzare quei legami. “Howard ha una storia e un conflitto che possono trovare risposta solo nel film, non fuori dallo schermo, non tramite un qualche grande evento, ma tramite quello che accade a lui e ai suoi fratelli”, spiega Clarke. “E il mio rapporto con Shia e Tom, sia davanti che dietro la telecamera, è stato grande fin dall’inizio. Eravamo quel tipo di attori che sviluppano il personaggio attraverso le interazioni. Non appena sono entrato nel gruppo, Shia mi ha mandato dei testi e delle immagini: un atteggiamento collaborativo che è proprio il modo in cui mi piace lavorare. Tom è un attore molto feroce, nei termini della sua ricerca del personaggio e della verità, e delle scelte che fa. Entrambi ti danno molto su cui lavorare e questo rende il tuo incarico più facile”. Anche l’amore romantico rappresenta un elemento chiave della trama di LAWLESS, che dipinge liricamente il desiderio e la tenerezza che fanno altrettanto parte del mondo di violenza e ferocia in cui vivono questi fratelli. Jessica Chastain interpreta l’enigmatica Maggie, che penetra nel mondo dei Bondurant come un uccello esotico sicuro di trovare il proprio posto. Eppure Maggie sta scappando dal suo stesso passato problematico che, alla fine, ritornerà prepotentemente nella sua vita. Quello di Maggie è stato un ruolo difficile da assegnare. Come Forrest, lei è profondamente attenta e sceglie quando e cosa rivelare. Hillcoat spiega quello che cercava: “Dovevamo trovare una Maggie che presentasse una maturità reale, che fosse una donna vera e complicata, perché lei ha una storia che non conosciamo molto bene: viene da Chicago, è segnata esattamente come è segnato Forrest, 11 ed ecco perché gravitano l’uno intorno all’altra. Quindi, avevamo bisogno di trovare qualcuno che avesse quella profondità emotiva per trasmettere quel legame senza sprecare troppe parole. In più, doveva anche essere incredibilmente forte, perché in effetti è il personaggio più forte del film, addirittura più forte di tutti i fratelli. Ecco perché dovevamo trovare qualcuno che avesse davvero peso, che potesse tener testa a tutti questi maschi alfa, ma che fosse anche attraente e che avesse calore”. Benoit Delhomme, il direttore della fotografia di Hillcoat, gli suggerisce di valutare Jessica Chastain, all’epoca prevalentemente nota per il suo lavoro in teatro. È bastato un solo incontro per convincere il regista di aver trovato la sua Maggie: dopo aver visto alcuni dei suoi film, capisce di aver fatto centro. La Chastain si annoverava già tra le ammiratrici di Hillcoat e viene immediatamente conquistata da LAWLESS. “Ho pensato che il copione fosse dinamico, scioccante e realistico”, commenta. “Quello che mi ha davvero attratto del personaggio è stata la storia d’amore tra Maggie e Forrest. Mi piaceva l’idea che fossero due persone segnate che intravedono una possibilità di felicità. È stato molto emozionante”. Dopo aver conquistato la parte, Chastain si immerge nella ricerca, studiando le pupe dei gangster di Chicago, la Depressione e il moonshine. La Chastain ha condiviso molto del tempo di scena con i tre fratelli e si è divertita moltissimo. “Il casting è stato stupefacente. Loro tre sembravano davvero fratelli, secondo me, e agivano anche come tali. Giocavano, litigavano e scherzavano, anche con quelle barzellette stupide da uomini, ed è stato meraviglioso vedere la loro dinamica insieme. Shia era molto preparato, un professionista vero, ed è stato eccitante vederlo calarsi nel suo ruolo. Avevo già lavorato prima con Jason ed è un Howard fantastico. Una vara e propria metamorfosi: non l’avevo mai visto fare una cosa del genere. E Tom, con cui ho condiviso la maggior parte delle mie scene, per me era proprio su un altro livello di recitazione”. Mia Wasikowska interpreta Bertha, un membro dei Dunkard, una congregazione cristiana conservatrice che, ciononostante, attrae l’attenzione e l’amore di Jack Bondurant. Alla fine lei lo contraccambia, in completo spregio della sua famiglia e del suo clan. “Mi è piaciuta Bertha, perché è uno spirito davvero indipendente e ammiro il percorso che deve compiere. Anche il team creativo è stato incredibile, a partire da John fino a tutto il cast e la troupe. John è un regista di grandi attori. È molto collaborativo e fiducioso, ma anche così aperto ad ascoltare tutte le idee altrui e tutto quello che hai da offrire”, spiega Wasikowska. Oltre a compiere ricerche sulle chiese Dunkard e Mennonita, l’attrice ha preso lezioni di mandolino per prepararsi a interpretare il suo ruolo. Hillcoat aveva incontrato Wasikowska anni prima tramite amici comuni ed era rimasto fortemente colpito dal suo talento e dalla sua maturità fuori dal comune. Come la sua romantica controparte sullo schermo, possedeva sia il temperamento sia l’aspetto necessari per la parte. “Mia aveva 12 il viso giusto e l’atteggiamento giusto per una persona appartenente a quella chiesa. Aveva studiato danza a lungo, quindi aveva quella postura elegante e severa; è un’attrice molto brava con un grande talento interpretativo”, spiega Hillcoat. L’influenza dei due personaggi femminili, Maggie e Bertha, e i loro rapporti con i fratelli Bondurant, erano pronunciati già nel romanzo e diventano un argomento centrale in LAWLESS. “Mi piace il contrasto dato dalla presenza di due donne forti in un film di gangster. Non è molto comune nel cinema contemporaneo”, osserva Hillcoat. “I rapporti nella storia erano speciali e genuini. Il legame dei tre fratelli, il rapporto tra Forrest e Maggie era molto complicato, inusuale e molto moderno, mentre quello tra Jack e Bertha è senza tempo, un inno alla gioventù e all’innocenza. E poi c’era il fatto che Bertha, una ragazza proveniente da una severa comunità religiosa chiusa, si fa coinvolgere da un selvaggio distillatore clandestino…era affascinante”. Mentre Jack cerca di mettersi alla prova nel giro del moonshine, si affida all’ingenuo Cricket, l’amico d’infanzia. Interpretato dal giovane astro nascente Dane DeHaan, Cricket è un’anima gentile che rappresenta affettivamente il quarto fratello Bondurant: come il suo amico Jack, Cricket ha spirito d’iniziativa e un atteggiamento progressista in merito al commercio di whisky. La sua passione e la sua ingenuità sono ancora più forti perché è rimasto storpio a vita dopo aver sofferto di rachitismo da bambino. Per capire il tipo di dolore e gli ostacoli con cui Cricket deve confrontarsi quotidianamente, DeHaan consulta un medico per capire cos’è il rachitismo e decide di calarsi letteralmente nei panni (e nelle scarpe) di Cricket. “Sentivo di aver bisogno di scarpe che mi facessero sentire i piedi piatti sul pavimento anche se le mie gambe erano piegate, quindi abbiamo dovuto fare molte prove per creare questi stivali nella maniera più accurata. Quando li indossavo, i miei piedi erano piegati verso l’interno, anche se, guardandoli sullo schermo, sembra che i miei piedi siano perfettamente diritti. Di conseguenza, quando camminavo per tutto il giorno indossando quegli stivali i miei piedi formavano un angolo: mentre giravo le mie scene, i piedi erano completamente storti e io poggiavo il mio peso sulla parte sbagliata. Alla fine di ogni giornata di lavoro avevo dolori ovunque: provavo decisamente il dolore di Cricket”. Hillcoat ringrazia Francine Maisler, il suo “fantastico direttore del casting” di una vita, per avergli presentato DeHaan e loda l’attore per il personaggio che riesce a creare dietro la mera caricatura. “Dane ha impersonato appieno la parte già durante l’audizione. Caspita, era come trovarsi proprio Cricket davanti. Eppure il suo è stato un ruolo difficile da interpretare. Quello del campagnolo è un personaggio così fortemente radicato nella cultura popolare che si porta appresso un vero bagaglio e Dane ne ha portato il peso. C’era il fatto che il suo personaggio aveva avuto il rachitismo, che aveva 13 questo spirito forte e che era anche molto brillante. Ricordo qualcuno che diceva che i Monti Appalachi avevano una lunga storia di incredibile povertà ed erano molto isolati dal resto del mondo, eppure vi abitavano persone che, con la giusta formazione e le opportunità adeguate, avrebbero potuto fare cose straordinarie, e hanno fatto cose straordinarie in quel mondo. Cricket è una di queste persone. Fondamentalmente è lui che inventa la Nascar, perché la Nascar trae origine proprio dalla distillazione del whisky e dall’opportunità di evadere la legge. Si potrebbe pensare, a una prima occhiata, che il personaggio di Cricket sia inconsistente e stupido, ma Dane trasmette in maniera eccezionale il suo cuore e la sua intelligenza,” afferma Hillcoat. LAWLESS segna la terza collaborazione tra Hillcoat, Cave e l’australiano Guy Pearce, dopo LA PROPOSTA e THE ROAD. Pearce è stato ben lieto di riunirsi ai suoi colleghi, in particolare per interpretare il succoso ruolo di Charlie Rakes, l’uomo di legge di Chicago, corrotto e sadico, che vuole piegare il clan Bondurant. Di Cave, Pearce apprezza lo stile adottato per delineare il personaggio di Rakes. “Nel tipico stile di Nick Cave, Rakes è un personaggio dotato di arguzia e dettagli specifici. È molto particolare nel suo giudizio sulle persone, che mostra quando giunge per la prima volta in città. Il suo disdegno per le persone come i fratelli Bondurant è stato meraviglioso da interpretare. Credo che emani il massimo disprezzo nei loro confronti e verso la loro semplice esistenza”, spiega Pearce. Rakes è un tipo irritante e narcisista, e il suo aspetto molto particolare lo conferma: un abbigliamento originale, i lucidi capelli color ebano tirati all’indietro, e una evidente e disturbante mancanza di sopracciglia. Il suo aspetto duro riflette altresì il rapporto di lavoro tra Hillcoat e Pearce. “Ho decisamente messo mano al look di Rakes”, ammette Pearce. “Ovviamente, è stato un processo collaborativo, ma John è molto interessato a rendere i suoi personaggi memorabili e ha una immaginazione fantastica, quindi è stato soddisfacente lavorare con lui sul mio personaggio. Credo che il taglio di capelli, le sopracciglia rasate e la tinta siano modi eccezionali per esprimere la vanità dell’uomo. Rakes, inoltre, disdegna tutto ciò che è sporco e sudicio in senso fisico, eppure è così disgustoso nella sua personalità”. Sia Hillcoat che Pearce apprezzano il fatto che egli interpreti un personaggio così malvagio e complicato. “Mi piaceva l’idea che Guy facesse il cattivo e sapevo che ne era capace – in questa fase della sua carriera è in grado di interpretare qualunque ruolo”. Da qualche parte, nella zona grigia tra il bravo ragazzo e quello cattivo si posiziona Floyd Banner, gangster a Chicago, amico/nemico dei Bondurant. Dato che Floyd Banner è una presenza sfuggevole nel film, Hillcoat voleva un attore che potesse emanare il carisma e incarnare i 14 comportamenti che avrebbero dovuto impressionare il giovane Jack – e si è considerato fortunato nel momento in cui Gary Oldman si è candidato al ruolo. “Gary Oldman è uno dei migliori attori della sua generazione. È incredibilmente preciso eppure ha anche questa forza incredibile: cercavo di immaginare un gangster di Chicago con queste caratteristiche, oltre naturalmente all’entusiasmo che Gary sicuramente possiede. Non lo avevo mai visto interpretare un ruolo così prima, e mi piaceva l’idea di una persona che caratterizzasse il personaggio, ma che sapesse anche rinnovarlo. Gary ha fatto tutto questo e siamo stati tutti molto contenti di averlo con noi”, spiega Hillcoat. I fan di Hillcoat e Cave noteranno il personaggio di Gummy Walsh, il luogotenente di Floyd, interpretato da Noah Taylor, che ha recentemente lavorato con i due ne LA PROPOSTA. Lo stesso Cave compare in LAWLESS come un gangster. Sfortunatamente i suoi giorni da fuorilegge – e le sue scene nel film – si fermano a uno. LAWLESS è stato girato in 43 giorni intorno a Peachtree City, Georgia, un sobborgo poco fuori Atlanta. La location si è dimostrata una benedizione per la produzione per molti motivi, in quanto offriva numerosi edifici risalenti all’epoca del Proibizionismo o, addirittura, precedenti. Commenta il produttore esecutivo Dany Wolf, “È triste, ma non c’è mai stato un grande sviluppo economico nella maggior parte delle cittadine della Georgia, quindi è stato piuttosto semplice per noi trovare edifici che esistevano già alla fine degli anni Venti e negli anni Trenta. Molti di essi erano in buone condizioni, mentre molti altri era stati abbandonati. Abbiamo davvero potuto scegliere tra diverse proprietà”. La struttura di Cotton Pickin’ Fairgrounds, raramente sfruttata a Gay in Georgia, è diventata una specie di teatro di posa per la produzione, dal momento che offriva innumerevoli edifici del periodo mai restaurati. Un’altra importante location è stata il Red Oak Creek Bridge, il ponte coperto più lungo in Georgia. Costruito negli anni Quaranta del 1800 dallo schiavo liberato Horace King, è tuttora in uso e ha fornito lo sfondo ideale per una ripresa d’azione in esterna per il film. La città storica di Haralson, in Georgia, è diventata Rocky Mountain, in Virginia, dove un impaurito Jack vede per la prima volta il suo idolo Floyd Banner. La casa della Zia di Cricket, Winnie, era una vera baracca decrepita in legno, così perfetta da nascondere anche abiti degli anni Venti e Trenta che la costumista Margot Wilson ha potuto recuperare e usare nel guardaroba di alcuni extra. Lo scenografo Chris Kennedy ha costruito il set principale, Blackwater Station, un edificio irregolare in legno dove i fratelli Bondurant vivono e lavorano, legalmente o meno. Il disegno originale si basava su una fotografia scattata nelle Virginia Mountains che mostrava un vecchio granaio 15 trasformato in una stazione di servizio. “Ero piuttosto preso dal fatto di trasformare i resti del vecchio mondo in quello nuovo”, spiega Kennedy, immaginando come gli sviluppi urbani del diciannovesimo e del ventesimo secolo avrebbero potuto modificare le funzioni d’uso della Blackwater Station. “La mia idea era che questa famiglia ci vivesse da 100 anni, in un’area inizialmente molto isolata. Poi passa la prima strada e arriva il traffico di passaggio: la famiglia apre un’officina da fabbro che poi diventa una locanda. Quindi le automobili diventano sempre più comuni, e la casa diventa una stazione di servizio e un negozio di generi vari. Naturalmente i Bondurant gestiscono l’attività di produzione del whisky illegale, e la casa serve anche per questo”. I colori che Kennedy utilizza principalmente sono i toni spenti della terra, con qualche occasionale lampo di colore. L’obiettivo era rimanere fedeli al periodo, nonché alla storia. “È tutto legno naturale e toni della terra: i giornali, che i Bondurant usano come carta da parati, conferiscono poco colore. L’idea era che siamo in un mondo davvero fatto a mano, di legno e materiali reperiti in loco. I colori primari forti che vediamo, siano essi su una pompa di benzina, un segnale rosso o le pagine colorate di una rivista appesa al muro, quelli rappresentano il mondo civilizzato all’esterno”, spiega Kennedy. La fotografia è stata una chiave di ispirazione quando si è arrivati a montare il film. Data l’ambientazione durante la Grande Depressione, la fotografia della WPA (Works Progress Administration) rappresentava una risorsa naturale, ma non nella forma delle ben note foto in bianco e nero di Walker Evans, piuttosto è stata l’opera di Dorothea Lange a influenzare maggiormente il regista, spiega Hillcoat. “Il vero punto di svolta per noi è stato quando abbiamo scoperto un libro intitolato ‘Bound for Glory: America in Color,’ che racconta la fotografia a colori dalla Grande Depressione. Un altro riferimento chiave è stato il grande fotografo William Eggleston e i colori naturali che questi usava: era un vero maestro della fotografia a colori. In generale, il risultato finale che uscirà nelle sale deve molto di più alla fotografia che al film stesso”. Forte è il riferimento ai colori prevalenti all’epoca: per gli abiti, le pubblicità o le tinteggiature esterne. “Era una palette di colori più limitata semplicemente perché la capacità produttiva ancora non esisteva”, spiega Hillcoat. “Lo stesso vale per la pubblicità: c’è una ragione tecnica per cui alcuni colori sono diventati più famigliari, e questo si riflette anche negli abiti. Era una palette più limitata commisurata a quello che si poteva stampare o tingere”, commenta Hillcoat. Molto del colore presente nelle diverse scene, infatti, emana dal personaggio di Maggie interpretato da Jessica Chastain: grazie ai suoi colori vivaci, che vanno dal cremisi al viola, fino al turchese, la sua pelle color porcellana e i capelli rossi, è un uccello esotico che si catapulta nelle vite dei 16 Bondurant. Spiega la costumista Margot Wilson, “Maggie era il fiore che sboccia nella trama, che introduce un altro mondo nelle vite dei tre fratelli. I costumi di Jessica erano in tono con i suoi meravigliosi capelli rossi, e abbiamo scelto colori forti completamente diversi dai colori che vestono i ragazzi. Lei è stata una meravigliosa tela su cui dipingere”. La Wilson ha creato look diversi per ciascun fratello. “Volevo porre i ragazzi Bondurant in un mondo a parte, opposto a quello dei gangster e dei fuorilegge. Per questo i loro colori erano terrestri, tranquilli, per funzionare con il paesaggio e il set. Ho selezionato i loro guardaroba prendendo spunto dagli usi della fine degli anni venti anche se il film è ambientato negli anni trenta, perché i fratelli Bondurant vivono in campagna e non seguono le mode. Anche Jack, all’inizio, si muove in questa terra remota, ma il suo obiettivo è fare più soldi e migliorarsi. Per questo i suoi vestiti cambiano man mano che si avvicina al gangster dell’epoca. Howard è solo Howard: è ubriaco e rimane quasi sempre uguale. A Forrest ho messo un cardigan: ha la calma e la tempra per indossarlo, che riflettono piuttosto bene la tranquillità caratteriale di Forrest stesso”. Agghindato nei suoi completi di foggia sartoriale e con i suoi onnipresenti guanti, il Rakes interpretato da Pearce si configura come quell’intruso che è. Afferma Wilson: “Rakes è molto cosciente di sé relativamente a ciò che indossa e a come appare. Volevo una silhouette molto spigolosa per Rakes, per definire la lontananza dagli altri. Lui non è di questo mondo ed è venuto solo per distruggerlo”. Nei panni di Bertha, Wasikowska veste gli abiti indefiniti, i cappellini e i grembiuli tipicamente indossati dalle donne della Chiesa Dunkard, ma tutto questo cambia, alla fine, quando Jack (Shia LaBeouf) le regala un abito giallo. Commenta l’attrice: “Margot è fantastica. Dico sempre che i costumi sono l’ultima tessera di un puzzle per capire chi è il tuo personaggio e mi ha davvero aiutato a comprendere chi fossero i Dunkard e come vivessero. E l’abito giallo era splendido, mi piaceva tantissimo. Lo indosserei anche nella vita”. Hillcoat e il suo direttore della fotografia Benoit Delhomme hanno girato il film in digitale, con una cinepresa Alexa, una prima volta per entrambi. “Benoit e io abbiamo fatto un salto di qualità girando con la Arri Alexa. Era in atto un cambiamento veloce e abbiamo dovuto scegliere se volevamo essere gli ultimi a girare un film in maniera tradizionale o i primi a girare con la nuova tecnologia”, spiega Hillcoat. “Il grande punto di svolta è stato rappresentato dal fatto che avevamo molte scene in notturna e un programma molto stretto. Non volevamo illuminare la notte: volevamo vedere il dettaglio dei boschi. La cosa straordinaria dell’Alexa – abbiamo condotto test fianco a fianco – è che hai questo incredibile margine di movimento e puoi filmare oltre quello che i tuoi occhi riescono a vedere. Inoltre aveva una qualità più morbida rispetto ai prodotti delle altre videocamere digitali”. 17 Sebbene il film sia ambientato negli anni trenta, Hillcoat vede dei paralleli tra quell’epoca e la presente, in particolare nella fiera indipendenza dei Bondurant e nella loro sfiducia verso il governo, impersonato dalla nuova “legge”, l’agente Rakes. “È possibile tracciare molti paralleli: era un tempo di grande agitazione, c’era la Grande Depressione economica, esattamente come oggi. Erano in atto grandi sconvolgimenti ambientali, devastanti tempeste di sabbia, di cui abbiamo anche riferimento nel film. C’è un profondissimo divario tra ricchi e poveri. Direi che la corruzione e l’impotenza della gente che cerca di fare la cosa giusta e poi viene bloccata da forze più grandi, più potenti e ciniche sono ancora più pronunciate di oggi. Poi, l’introduzione della moderna tecnologia: questa è l’epoca del digitale e di internet, ma allora c’erano la mitragliatrice e le auto veloci. Era l’alba dei moderni media, con la nascita e la diffusione della radio. Infine, c’era questa folle legge chiamata Proibizionismo, che non è dissimile dalla pazzesca situazione del Messico e dei cartelli – in termini di chi beneficia della produzione fuori legge di alcune sostanze, di chi le controlla e di chi ci guadagna soldi”, commenta Hillcoat. Uno dei modi con cui Hillcoat e Cave evidenziano le somiglianze tra quell’epoca e la nostra è attraverso la musica, mescolando generi, artisti e periodi, per creare una colonna sonora d’autore per il film. “Le colline della Virginia erano piene di poveri, bianchi e neri. Ecco perché credo che la musica di quell’epoca fosse tanto ricca. Assistiamo a questa interessante impollinazione incrociata tra il blues e il gospel degli afro-americani con la musica country tipica della zona, che era scozzese irlandese”, spiega Hillcoat. “Così abbiamo Ralph Stanley, un cantante country di musica bluegrass, che canta ‘White Light, White Heat’ dei Velvet Underground, che parla di droghe, perché abbiamo paragonato il whisky dell’epoca alla metamfetamina di oggi. C’è Emmylou Harris che canta ‘The Snake Song’ di Townes Van Zandt, che pensavo fosse la canzone di Forrest. È quasi un serpente, ma è una canzone d’amore e lui vive questo contrasto. Abbiamo volontariamente preso musicisti come Ralph Stanley ed Emmylou Harris per interpretare canzoni che non sono nello standard dell’epoca, ma che hanno qualità che le ricordano. È una miscela dinamica ed eclettica, i grandi di Nashville insieme ai vecchi punk. Scatena un’energia primaria e cinetica. Non tanto diversa da quella emanata dai fratelli Bondurant”.
SINOSSI
‘Noi controlliamo la paura, lo capisci? Senza la paura, siamo tutti belli che morti.’
John Hillcoat, acclamato regista di THE ROAD e LA PROPOSTA, racconta in modo vivido e avvincente uno scorcio della storia dei fuorilegge americani in un epico gangster-movie. LAWLESS è la storia vera dei tre famigerati fratelli Bondurant, contrabbandieri della Virginia all’inseguimento del Sogno Americano all’epoca del Proibizionismo. Basato sul libro “La contea più fradicia del mondo”, in cui l’autore Matt Bondurant racconta, in modo romanzato, la storia dei suoi nonni, il film vanta un cast d’eccezione, che raccoglie alcune delle più talentuose ed eclettiche star della nuova generazione – Shia LaBeouf, Tom Hardy, Jessica Chastain, Jason Clarke, Mia Wasikowska, Dane DeHaan – accanto a due straordinari attori della precedente: Guy Pearce e Gary Oldman. Una storia intensa e affascinante fatta di crimine e corruzione, lealtà e amore, brutalità e tenerezza, che si inserisce di diritto tra i grandi classici del cinema gangster americano. Tra le montagne della contea di Franklin in Virginia, i fratelli Bondurant sono una leggenda. Il maggiore, Howard (interpretato da Jason Clarke), è riuscito a sopravvivere alla carneficina della Grande Guerra, ma ciò che ha visto e fatto durante il conflitto lo ha trasformato in uno sbandato. Suo fratello Forrest (Tom Hardy) è quasi morto a causa della Spagnola – l’influenza che aveva già falciato i loro genitori –, ma è riuscito a sconfiggere la morte grazie alla tranquilla forza e alla feroce e viscerale invincibilità che lo caratterizzano. Jack (Shia LaBeouf) è il fratello minore, impressionabile, sensibile, intelligente. I tempi sono duri e il lavoro scarseggia, ma i fratelli Bondurant sono intraprendenti, e hanno messo in piedi una fiorente attività inventando una marca di moonshine (whisky) illegale tanto forte quanto popolare. Tuttavia, il contrabbando nella contea di Franklin sembra avere i giorni contati quando arriva in città l’agente speciale Charlie Rakes (Guy Pearce), da Chicago. La nuova “legge” imposta da Rakes è letale e corrotta, e metterà a repentaglio tutto ciò che i fratelli hanno costruito e rappresentano. Ma mentre il resto della contea cede alla spietata repressione di Rakes, i fratelli Bondurant non si piegano davanti a nulla. Mentre la famiglia si raduna per fare fronte a Rakes, le dinamiche tra i fratelli cambiano: le ambizioni e le imprese di Jack, ormai diventato un uomo, alterano l’equilibrio di potere tra di loro. Jack sogna abiti 4 costosi, auto veloci e belle donne, e inizia una sua attività di distillazione clandestina con l’amico Cricket (Dane DeHaan), che lo aiuta a truccare auto e a costruire una nuova distilleria, addirittura contro la volontà di Forrest. L’attività è fiorente, anche grazie alla vendita del suo whisky a Floyd Banner (Gary Oldman), il grande gangster di città che Jack idolatra. Le vite dei fratelli Bondurant vengono presto complicate dall’arrivo di due bellissime donne: l’esotica e forte Maggie (Jessica Chastain), che nasconde un segreto nel suo passato e cattura le attenzioni del guardingo Forrest, e la mite, pia Bertha (Mia Wasikowska), che lentamente riscalda il cuore di Jack e incanala le sue passioni ribelli. Tuttavia, la fiducia di Jack in se stesso eccede il suo buon senso, e le conseguenze metteranno a dura prova la lealtà dei tre fratelli, mettendoli tutti in pericolo. Determinati a fare quanto necessario per combattere e difendere ciò che è loro, i Bondurant prenderanno le armi e affronteranno le forze corrotte della legge per decidere una volta per tutte chi controllerà la contea più fradicia del mondo.
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