Il premio Oscar® Clint Eastwood (“Million Dollar Baby”, “Gli spietati”), l’attrice nominata all’Oscar® Amy Adams (“The Fighter”, “Il dubbio”, “Junebug”), e Justin Timberlake (“The Social Network”, “Amici di letto”) sono le star di “Trouble with the Curve”, la seconda prova di regia di Robert Lorenz, da tempo partner di produzione del filmmaker Eastwood.
Gus Lobel (Clint Eastwood) è da decenni uno dei migliori scout del baseball, sempre in cerca di nuovi talenti sportivi; tuttavia, malgrado cerchi a tutti i costi di nasconderlo, l’età avanza. Ma Gus, che è in grado di riconoscere il tipo di battuta solo dal rumore della mazza da baseball, si rifiuta di finire in “panchina” e di terminare così gli ultimi anni della sua brillante carriera.
Purtroppo però non ha scelta. L’ufficio centrale degli Atlanta Braves inizia a mettere in discussione le sue capacità, specialmente in vista della selezione di un nuovo fenomeno del baseball. L’unica persona che potrebbe aiutarlo è l’unica alla quale Gus preferirebbe non doversi rivolgere: sua figlia Mickey (Amy Adams), un avvocato di Atlanta, una giovane donna che grazie alla sua ambizione, sta per diventare socio dello studio legale in cui lavora. Mickey ha sempre avuto un rapporto difficile con suo padre, il quale, dopo la morte della moglie, non è stato un genitore modello. Anche ora, nei rari momenti che trascorrono insieme, lui è sempre troppo distratto dal baseball, e Mickey è convinta che sia proprio quello l’unico grande amore della sua vita.
Malgrado le sue reticenze e le obiezioni di Gus, Mickey decide di accompagnarlo in un ultimo incarico in Nord Carolina, mettendo a repentaglio la propria carriera per salvare quella del padre. Costretti a trascorrere del tempo insieme per la prima volta dopo anni, ognuno di loro farà delle scoperte, rivelando verità a lungo nascoste, rispetto al passato e al presente, che potrebbero cambiare il futuro di entrambi.
Timberlake è Johnny Flanagan, uno scout rivale che sogna la carriera di cronista sportivo … e il cuore di Mickey. Il cast principale comprende inoltre John Goodman nel ruolo di Pete Klein, il capo di Gus, nonché suo amico; Matthew Lillard nei panni di Phillip Sanderson, il leader degli scout dei Braves.
Lorenz ha diretto il film basato su una sceneggiatura di Randy Brown. Il film è prodotto da Eastwood, Lorenz e Michele Weisler, con Tim Moore nel ruolo di produttore esecutivo.
La squadra creativa dietro le quinte è guidata dal direttore della fotografia nominato all’Oscar® Tom Stern (“The Changeling”); lo scenografo nominato all’Academy Award® James J. Murakami, (“The Changeling”); il montatore Gary D. Roach e il montatore premio Oscar® Joel Cox (“Gli spietati”); e la costumista Deborah Hopper. La musica è stata scritta dal compositore nominato all’Oscar® Marco Beltrami (“The Hurt Locker”).
Warner Bros. Pictures presenta “Trouble with the Curve”, una produzione Malpaso. Il film sarà distribuito in tutto il mondo da Warner Bros. Pictures, una divisione della Warner Bros. Entertainment Company.
LA PRODUZIONE
GUS
Non ho bisogno del tuo aiuto.
Non so perché non te ne vai e basta.
MICKEY
Perché provo un disfunzionale senso di responsabilità
nei confronti del tuo benessere.
“‘Trouble with the Curve’ è la storia di come riusciamo a gestire gli eventi della vita”, spiega il regista/produttore Robert Lorenz. “I personaggi rispecchiano un po’ tutti noi, quei momenti in cui siamo costretti a riesaminare le nostre priorità: l’importanza che diamo al nostro lavoro, alle nostre amicizie e alla nostra famiglia”.
Al centro della storia troviamo un padre e una figlia le cui esistenze divergono completamente. Anche quando sono insieme, sono distanti anni luce. Ma ora le circostanze li costringono a confrontarsi, superando le proprie divergenze, per riuscire a trovare un accordo.
“In ogni famiglia, anche quando le situazioni si complicano, alcuni legami restano sempre”, afferma il protagonista e produttore del film Clint Eastwood. “Ad un certo punto bisogna iniziare a cercare un punto in comune per riuscire a comunicare di nuovo”.
Lorenz è già un affermato produttore, e questo film segna il suo debutto alla regia. Dopo aver lavorato come assistente alla regia, ed aver in seguito prodotto tanti film di Eastwood, il filmmaker afferma di aver sempre volute dirigere. “Dovevo solo trovare il progetto giusto nel momento giusto”, afferma Lorenz. “Secondo me questa storia ha un appeal molto vasto, è umoristica, presenta personaggi fantastici che interagiscono in modo interessante fra loro e mentre leggevo il copione, riuscivo facilmente ad immaginare come lo avrei realizzato. E il fatto che Clint avrebbe avuto un grande ruolo e che fosse interessato a recitarlo, era più di quanto potessi mai sperare”.
“Rob ed io lavoriamo insieme ormai da 20 anni”, dice Eastwood. “In questi anni abbiamo parlato del fatto che un giorno avrebbe diretto un film e quando mi ha mostrato questo copione ho pensato che sarebbe stata la sua occasione perfetta. Non avevo dubbi che avrebbe fatto un lavoro magnifico, e infatti così è stato”.
Eastwood interpreta Gus Lobel, un uomo che si sta avvicinando alla fine di una lunga carriera, una persona troppo orgogliosa, o troppo testarda per rivelare a tutti che la sua vista non è più così infallibile come il suo istinto. Chi gli sta vicino si rende conto che qualcosa non va, e sua figlia Mickey pensa anche sia necessario mettere da parte la sua vita, per scoprirlo. Anche se questo significa dover discutere con lui per tutto il viaggio che affronteranno insieme.
Lorenz aggiunge: “In ogni altro rapporto l’offera di aiuto da parte di Mickey, anche se inaspettata, sarebbe considerata in modo positivo. Ma Gus non la vede così”.
Amy Adams, che interpreta il ruolo di Mickey, afferma che i sentimenti di Mickey nei confronti di suo padre hanno una qualità universale. “Le figlie desiderano sempre l’approvazione dei padri. Quindi è normale che Mickey cerchi l’approvazione di Gus; vuole che lui sia orgoglioso di lei, ma lui, così come accade a molti padri, non riesce a manifestarlo. Quindi nel corso degli anni, la donna ha alzato delle barriere e il dialogo fra loro è diventato, a dir poco, polemico”.
Questo muro di ostilità riguarda anche la sua vita privata, che risente del fatto che Mickey ha un lavoro impegnativo, che le rende difficile approfondire i rapporti sentimentali. Tuttavia, il suo iniziale disinteresse non scoraggia Johnny Flanagan, che si sente immediatamente attratto da lei. Questo ex giocatore di baseball, proprio come Gus e Mickey, si trova ad attraversare un momento di transizione nella sua vita.
Justin Timberlake interpreta l’ex lanciatore, e afferma di aver trovato interessante l’intreccio di rapporti del film. “Per una strana coincidenza, Gus aveva ‘scoperto’ Johnny quando giocava nella squadra di baseball del suo liceo. Ma dopo un infortunio al braccio avvenuto proprio all’inizio della sua carriera, Johnny ha intrapreso anche lui il mestiere di scout, ed è così che incontra di nuovo Gus … e Mickey”,
La produttrice Michele Weisler, che Lorenz conosce da anni, gli ha consegnato la sceneggiatura di Randy Brown. “La storia mi ha molto colpito”, racconta Weisler. “Tutti noi abbiamo rapporti con i nostri genitori e il rapporto descritto nel film ha una valenza piuttosto drammatica; da un lato c’è un padre stoico, emotivamente inaccessibile e dall’altro una figlia piena di risentimento che non ha mai capito perché l’abbia tenuta sempre a debita distanza. Ma il film ha un risvolto leggero e risulta realistico. È la storia di Gus ma è facile vedere le cose anche dal punto di vista di Mickey”.
Nonostante i cambiamenti apportati alla storia nel corso degli anni, l’esordiente scrittore di cinema Brown, afferma che il personaggio principale è sempre stato “un uomo anziano e lunatico che viene messo da parte dai giovani e dalle novità tecnologiche. Questo succede ogni giorno nel nostro Paese e non solo nel baseball. Mi chiedo come ci si possa sentire quando si viene esclusi per fare posto a qualcun altro”, dice.
“Questi personaggi si incontrano in un momento di grandi cambiamenti nella loro vita”, dice Lorenz. “Sono tutti in viaggio e devono scoprire qualcosa di se stessi per poter evolvere e vivere un’altra fase della propria vita, qualsiasi essa sia”
MICKEY
Non mi sembra mio padre.
Non mi dice mai niente.
JOHNNY
Magari vuole che tu lo sappia…
ma non sa come fare.
Forse dovrai prendere tu l’iniziativa.
Fino a questo momento Gus Lobel è riuscito a nascondere il fatto che la sua vista inizia a tradirlo, ma il suo futuro dipende proprio da questo nuovo viaggio alla ricerca di nuovi talenti. Gli Atlanta Braves non è l’unica squadra ad aver messo gli occhi su Bo Gentry, il giocatore più promettente di un liceo, che quasi certamente verrà selezionato da una delle squadre più importanti. Gus appartiene alla vecchia scuola: assistere al gioco, conoscere la personalità di un giocatore dentro e fuori dal campo, per capire se questi sarà in grado o meno di trasformare il suo talento grezzo in una brillante carriera nel baseball. Il metodo moderno, invece, si affida per lo più ai numeri, numeri che vengono elaborati da un computer che darà il suo verdetto su chi ha più probabilità di riuscire. In questo senso Gus Lobel non è certamente un uomo moderno.
“Gus ha una certa età ed è convinto della validità della vecchia maniera”, dice Lorenz. “Lavora con il suo intuito, si fida del suo istinto e non vede perché dovrebbe cambiare”.
Ma il cambiamento è imminente ed inevitabile.
“La vista è un requisito essenziale per chi si mette in viaggio a setacciare licei e club sportivi in cerca delle future star del baseball”, dichiara Eastwood. “Gus non lo dice a nessuno, ma ultimamente si affida più al suo udito che alla sua vista per svolgere il suo lavoro: sa individuare il colpo di una mazza e il modo in cui una palla colpisce un guanto”.
Secondo Lorenz nessuno avrebbe potuto recitare il ruolo di Gus all’infuori di Eastwood. “Dal momento in cui ho letto il copione, per me Clint era Gus. Nonostante lo conosca bene, l’ho visto immedesimarsi completamente in questo ruolo, come sa fare lui”.
Per prepararsi alla parte, Eastwood ha incontrato dei veri scout per conoscere i particolari del lavoro, fra cui Jim Bryant dei New York Mets, Jim Rough dei Detroit Tigers, Jack Powell dei Minnesota Twins, e Brian Bridges ed Eric Ruben dei Braves. Quest’ultimo è stato anche uno degli allenatori di baseball del film.
“Questi ragazzi hanno una responsabilità enorme”, continua Eastwood, “perché spesso fanno contratti a giocatori di soli 17 o 18 anni con i club più importanti, in cui girano un sacco di soldi. Devono conoscere sia loro che le loro famiglie, conoscere i genitori, parlare con i vicini di casa e capire se non solo sapranno giocare ma se saranno anche in grado di gestire quel particolare stile di vita. Gli scout devono non devono solo avere occhio per il gioco, ma anche essere psicologi, capire che non stanno scommettendo sul cavallo sbagliato”.
Sfortunatamente Gus sembra più capace di scovare i bravi giocatori che non comprendere le necessità di sua figlia, che ha perso la madre, sua moglie, quando aveva solo sei anni.
“Gus ha avuto successo facendo ciò che gli era più congeniale, escludendo dalla sua vita tutto il resto”, spiega Lorenzs. “Infatti, per quanto riguarda il rapporto con sua figlia, non ha avuto affatto successo. Deve imparare a cambiare se non vuole perderla”.
A differenza di Gus, la carriera di Mickey è in ascesa: lavora per uno studio legale di cui presto diventerà socia. “Mickey e Gus hanno molto in comune”, afferma Adams. “Entrambi si concentrano sul lavoro per non pensare ad altro. In fondo Mickey ha imparato proprio da lui: si tiene occupata per non dover esplorare il lato più profondo ed emotivo di sè”.
Nonostante la sua riluttanza, Mickey si assume la responsabilità di occuparsi di Gus, accompagnandolo nel suo ultimo viaggio di scout, per essere i suoi occhi sul campo. Tuttavia, osserva Eastwood, “Lui non vuole essere aiutato, perché teme di essere compatito, cosa che non potrebbe sopportare. In particolare non vuole che Mickey sia lì con lui perché non pensa che quello sia un ambiente adatto ad una giovane donna, nonostante sia un ambiente che lei conosce bene, essendovi cresciuta. In fondo ha paura che lei scopra il suo problema”.
Osserva Adams: “Penso che Mickey voglia andare in Nord Carolina per aiutare suo padre, anche perchè la considera l’ultima possibilità di stabilire un legame con lui, e convincerlo ad iniziare a prendersi cura di se stesso. Ma non è un’impresa facile perché non sa come comunicare con lui. Loro non parlano, discutono. E anche per lei non è facile prendersi cura di suo padre. Questa potrebbe essere l’occasione di un grande cambiamento, in un modo o nell’altro”.
Dice Lorenz: “Quando la storia ha inizio, Mickey sta attraversando una fase importante della sua vita: sta raggiungendo dei traguardi nel lavoro, la relazione con il suo fidanzato è a un bivio e ha saputo che il lavoro di suo padre è a rischio. È la tempesta perfetta di eventi che la costringe a riesaminare ciò che è davvero importante per lei”.
Il regista aggiunge che è stato felice di aver lavorato con Adams: “Amy incarna perfettamente il suo personaggio. Ho subito avuto la sensazione che sarebbe stata un’ottima controparte per Clint, che sarebbe riuscita a tenergli testa sullo schermo… infatti si è dovuta dare da fare!”
Adams è rimasta conquistata dal copione, e ancora di più dall’opportunità di recitare al fianco di Eastwood. “Lavorare con Clint è stato straordinario”, afferma. “È una vera leggenda ed è stato un onore per me condividere la scena con lui”.
“È stato bello recitare con Amy”, dice Eastwood, anche lui colpito dal talento della Adams sul campo. “Mickey è una ragazza cresciuta nel mondo del baseball, e la cosa che ho ammirato rispetto ad Amy è stata la sua capacità di scattare, prepararsi alla battuta, lanciare e colpire una palla come un ragazzo. È stata perfetta nella parte di una donna che pur non essendo un’atleta, è cresciuta nel mondo sportivo e quindi ha il baseball nel sangue”.
Gus non è l’unico compagno di viaggio di Mickey; la ragazza ha il suo daffare anche con il suo boyfriend e con i suoi boss, anche se sono lontani, e cercare di contrastare i sentimenti che inizia a provare per un un altro scout, Johnny Flanagan, interpretato da Timberlake.
“Johnny è il personaggio che valuta le situazioni in modo più onesto e perciò diventa il catalizzatore che costringe Mickey e Gus ad affrontare i propri problemi”, osserva Lorenz. “È affettuoso, amabile, pieno di energia, simpatico, tutti appellativi che definiscono anche Justin. Lui ed Amy sono entrambi dei bravissimi attori e si sono trovati talmente bene a recitare insieme che il rapporto fra i due personaggi si è sviluppato in modo completamente naturale”.
Timberlake spiega che l’atmosfera che Lorenz ha creato sul set ha consentito agli attori di definire meglio i loro rapporti. “Amy ed io abbiamo creato un’ottima chimica fra i due personaggi e questo lo dobbiamo a Rob. Era molto consapevole della storia che stavamo raccontando, di ciò che era giusto e interessante rispetto ad ogni personaggio”.
Ex lanciatore di baseball professionista, soprannominato The Flame per i suoi lanci di palla di 100 miglia all’ora, la carriera di Johnny si è interrotta molto presto e così ha deciso di diventare scout… per ora. Timberlake rivela: “La prima volta che lo vediamo si trova in strada e sta osservando un gruppo di ragazzini che improvvisano una partita di baseball e parlano in un registratore, facendone il commento. La scena allude al fatto che ora che la sua carriera di giocatore volge al termine, ripone le sue speranze in quella di commentatore sportivo”.
L’attore ha attinto alle sue esperienze personali di radiocronaca. “Quando ero bambino mi piaceva imitare gli annunciatori, cercando di riprodurre il loro ritmo e il loro carisma. Si tratta di una performance, quindi è necessario stabilire un contatto con il pubblico, con i tifosi, perché stai narrando loro una parte di vita che li appassiona”.
In passato è stato proprio Gus a scoprire il talento di Johnny e a portarlo alla ribalta, nella squadra dei Braves. Ora sia Gus che Johnny, che nel frattempo è diventato lo scout dei Red Sox, stanno entrambi cercando di aggiudicarsi Gentry ognuno nella propria squadra. Nonostante la loro presunta rivalità, Gus ancora si comporta da mentore nei confronti del giovane, il quale accetta persino qualche suggerimento da parte di Mickey.
Mickey non ha imparato ciò che sa da suo padre, bensì dai vecchi amici di Gus con cui è cresciuta. Uno di loro, Pete Klein, è in parte responsabile del motivo per cui la ragazza decide di recarsi in Nord Carolina.
John Goodman, scritturato nel ruolo di Klein, afferma: “Pete è il capo degli scout dei Braves, quindi è responsabile di chi si reca nei campi a scovare talenti. Si batte fino alla fine per Gus, perché, per quanto sia strambo, Pete gli vuole bene e apprezza il sesto senso che ha in questo lavoro”.
E poichè lo conosce abbastanza bene da sapere quando c’è qualcosa che non va, Pete si rivolge a Mickey. “Anche lei ha un buon occhio per il baseball, è pur sempre figlia di suo padre! Pete cerca di persuaderla, facendola sentire in colpa, se necessario, ad accompagnare suo padre in quersto viaggio”, spiega l’attore.
Afferma Michele Weisler: “Pete è l’angelo custode del film. È il migliore amico di Gus, il suo alleato, il suo sostenitore e anche Mickey gli è molto cara. La presenza di Pete doveva essere avvertita nel corso di tutto il film, anche se si trova ad Atlanta, perciò era importante avere un attore del calibro di John ad interpretare questo ruolo”.
Nonostante Pete sia dalla parte di Gus, alcuni membri dell’organizzazione stanno cercando di spingere sia lui che quelli come lui, lontano dagli spalti, per fare posto ad una nuova generazione di scout: i macina-numeri. Phillip Sanderson, interpretato da Matthew Lillard, è il promotore di questo cambiamento.
“Phil incarna la nuova scuola”, dice Lillard. “Segue le statistiche online, lavorando in modo opposto a quello di Gus e Pete. Perciò quando sente parlare del talento di Bo Gentry, che tutti sanno che potrebbe cambiare il panorama di un’organizzazione, non intende aspettare che vecchi colleghi come Gus vadano a dargli un’occhiata. Decide di prendere in considerazione solo i numeri che ha davanti”.
Il fenomenale battitore Bo Gentry è interpretato dall’esordiente Joe Massingill, e questo è il suo lungometraggio di esordio. E Lorenz, in collaborazione con il direttore del casting Geoff Miclat, ha chiamato una schiera di eccellenti battitori per completare il cast di “Trouble with the Curve”, fra cui Robert Patrick nel ruolo del general manager degli Atlanta Braves, Vince Freeman; Ed Lauter, Chelcie Ross e Ray Anthony Thomas nel ruolo dei colleghi scout; e George Wyner, Bob Gunton e Jack Gilpin nei panni dei potenti avvocati dello studio legale di Mickey. Eastwood condivide la scena anche con suo figlio Scott Eastwood, che interpreta Billy Clark, uno dei talenti scoperti da Gus, un ragazzo che al momento sta attraversando una crisi.
Per creare un’atmosfera realistica sul campo da gioco, Lorenz ha assunto anche il coordinatore di baseball Aimee McDaniel che avuto il compito di assistere l’organizzazione, le coreografie e le prove degli atleti, allenando gli attori affinchè sembrassero dei giocatori veri, persino Amy Adams.
McDaniel racconta: “Abbiamo lavorato con Amy per quattro o cinque giorni e alla fine di questo periodo, sembrava che avesse giocato a baseball per tutta la vita. Avere un’attrice del suo calibro che si è lanciata anima e corpo in questa impresa ha reso facile il mio compito. Anche il resto del cast si è dedicato con eguale entusiasmo”.
“Aimee è arrivata in Georgia e ha reclutato tutte le varie squadre di cui avevamo bisogno”, dice Lorenz. “Ha fatto un ottimo lavoro, e quindi non mi sono dovuto preoccupare di questo aspetto della produzione. Tutti sapevano quel che stavano facendo ed erano bravi giocatori… o perlomeno sembravano tali”.
GUS
È solo che non volevo che passassi la tua vita
sulle panchine più economiche, ecco tutto.
MICKEY
Non erano panchine economiche.
Trascorrere ogni momento
con mio padre, a guardare il baseball…
Quelli per me erano i posti migliori.
“Trouble with the Curve” si svolge ad Atlanta, la città dei Braves, di Gus e Mickey, e nei dintorni della Nord Carolina, dove padre e figlia si recano per andare a vedere con i propri occhi la potenziale recluta Bo Gentry che gioca nella squadra dei Grizzlies della Swannanoa High School. Le riprese tuttavia sono state realizzate interamente in Georgia. Nel corso della produzione Lorenz ha ricevuto sostegno dietro le quinte dai frequenti collaboratori di Malpaso, fra cui il direttore della fotografia Tom Stern, lo scenografo James J. Murakami, la costumista Deborah Hopper, e il location manager Patrick O. Mignano, il cui contributo è stato fondamentale per riuscire a girare nel set principale del film: il Turner Field di Atlanta.
“Nel copione Gus è uno scout che lavora per i Braves, quindi abbiamo presentato l’idea del film al presidente della squadra John Schuerholz”, spiega Mignano. “Lui ha letto il copione e ha capito che si trattava di una dichiarazione d’amore al baseball, e quindi ci ha spianato la strada”.
Le scene girate al Turner sono state realizzate subito prima che il campo venisse utilizzato per le partite della squadra, anche se alcuni giocatori hanno comunque continuato gli allenamenti sul campo mentre il cast e la troupe giravano in un’altra parte dello stadio. “Fortunatamente le prime partite della stagione erano programmate fuori città, così abbiamo avuto un po’ più di tempo”, dice Mignano.
La troupe ha girato anche nella struttura di Georgia Tech, e ha ripreso anche una vera partita presso il Luther Williams Field di Macon.
La fittizia Swannanoa High School è situata Dunwoody, a nord di Atlanta. Altre partite fuori sede sono state girate a Jasper, dove il Jasper City Park è diventato la Arden High School, mentre una partita di campionato è stata giocata presso lo Young Harris College, a pochi chilometri dal confine fra Nord Carolina e la Georgia. “Si vedono i monti Appalachi sullo sfondo, un bellissimo paesaggio montagnoso”, racconta Mignano.
Gli scout del baseball non si trovano sempre sul campo e gran parte dell’azione del film ha luogo nei luoghi in cui vivono quando sono lontano da casa: motel, diner e bar.
Il Silver Skillet di Atlanta, l’Homegrown Café, il Two Urban Licks, e il Globe di Athens hanno fornito l’ambiente dei vari ristoranti del film; il Cheers Bar di Macon, George’s Restaurant and Bar di Atlanta, Hank & Jerry’s Tavern di Conyers sono invece i bar locali frequentati dai nostri protagonisti; e l’Amicalola Lodge Motel di Dawsonville era la locanda in cui alloggiano. Abitazioni private a Decatur e ad Atlanta ed un grattacielo di Peachtree sono stati utilizzati per rappresentare le case di Gus e Mickey, nonché la sede dell’ufficio legale. E il lago di Camp Dixie a Clayton è la bella località in cui Mickey e Johnny si concedono una nuotata.
“Gli scout sono sempre in viaggio, da uno stadio all’altro, visitano le associazioni di baseball, assistono alle partite delle squadre dei licei e dei college”, commenta Eastwood. “Trascorrono centinaia di giorni all’anno negli hotel, cercando di individuare la persona speciale fra milioni di ragazzi”.
I tifosi sanno che il baseball, come la vita stessa, è un gioco che offre molte opportunità che possono essere colte o mancate, in un batter d’occhio. In “Trouble with the Curve” Gus Lobel deve affrontare la prova più ardua della sua carriera. Il problema è che dovrà farsi aiutare da sua figlia Mickey, oppure rischia di essere estromesso per sempre.
“Riuscire a farsi aiutare è una cosa che tutti noi dobbiamo imparare, a prescindere dalle nostre reticenze. Questa è la realtà. Quando abbassi la guardua e concede a qualcuno di aiutarti, questo ti fortifica”, dichiara Eastwood.
Aggiunge Weisler: “Rob ha realizzato un film che tocca alcune corde emotive, che racconta una storia divertente e appassionata, che può ispirare le persone a comportarsi in maniera diversa nella propria vita, per quanto i cambiamenti possano spaventare”.
Conclude Lorenz: “Secondo me un tema importante della storia è la perseveranza. Tutti i personaggi affrontano sfide che li conducono ad un punto di rottura, e devono spingersi oltre, se vogliono farcela”.
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IL CAST
CLINT EASTWOOD (Gus/Produttore) è stato premiato per il suo lavoro di regista, produttore e attore, e ha ricevuto quattro Oscar® per aver diretto e prodotto “Million Dollar Baby” e “Unforgiven” (“Gli spietati”).
Recentemente ha diretto e prodotto il dramma biografico “J. Edgar”, con Leonardo DiCaprio nel ruolo protagonista. Nel 2010 ha diretto il drammatico “Hereafter”, nominato agli Oscar® per i migliori effetti visivi e vincitore del David di Donatello come miglior film straniero.
L’anno prima ha diretto e prodotto il dramma storico “Invictus” (“Invictus – L’invincibile”), con Morgan Freeman e Matt Damon, entrambi nominati agli Oscar® per le loro performance. Eastwood ha vinto anche il National Board of Review Award ed è stato candidato ai Golden Globe e ai Critics’ Choice Award per la migliore regia. Sempre nel 2009 ha recitato nel film da lui diretto e prodotto “Gran Torino”, acclamato a livello mondiale, per cui ha vinto il premio di miglior attore da parte della National Board of Review per la sua performance nel ruolo di Walt Kowalski.
In precedenza aveva diretto e prodotto “Changeling” con Angelina Jolie, il dramma tratto dalla vera storia di un famigerato rapimento avvenuto nel 1928. Il film è stato nominato alla Palma d’oro e ha vinto un premio speciale al Festival di Cannes 2008; ha ricevuto anche tre nomination agli Oscar®, fra cui come migliore attrice per Jolie, ed Eastwood è stato candidato ai BAFTA Award e ai London Film Critics Award come migliore regista; inoltre la colonna sonora originale del film è stata candidata ai Golden Globe.
Per il suo apprezzato film drammatico del 2006 sulla seconda guerra mondiale dal titolo “Letters from Iwo Jima” (“Lettere da Iwo Jima”), Eastwood ha ottenuto due nomination agli Academy Award® nelle categorie di migliore regista e miglior film; la pellicola ha vinto anche il Golden Globe e il Critics Choice Award come miglior film straniero ed è stato eletto miglior film da parte di numerosi gruppi di critica fra cui il Los Angeles Film Critics e il National Board of Review. “Letters from Iwo Jima” (“Lettere da Iwo Jima”) era il film gemello dell’apprezzato “Flags of Our Fathers” di Eastwood, che parla degli americani che furono fotografati mentre innalzavano la loro bandiera sul territorio giapponese di Iwo Jima.
Nel 2005 ha vinto l’Academy Award® per “Million Dollar Baby”, nelle categorie di miglior film e di migliore regia, meritando anche la candidatura come migliore attore per la sua performance nel film. Inoltre Hilary Swank e Morgan Freeman hanno meritato l’Oscar® rispettivamente come migliore attrice e come migliore attore non protagonista, e il film è stato nominato anche per la migliore sceneggiatura e il migliore montaggio. “Million Dollar Baby” è valso al regista il suo terzo Golden Globe per la regia, ed è stato nominato anche per la migliore colonna sonora.
L’apprezzato dramma di Eastwood “Mystic River” ha esordito al Festival di Cannes 2003, meritandogli una candidatura alla Palma d’Oro e un Golden Coach Award. “Mystic River” ha ottenuto sei nomination agli Academy Award® che comprendono due candidature per il miglior film e la migliore regia. Sean Penn e Tim Robbins hanno vinto l’Oscar® nelle categorie di migliore attore e migliore attore non protagonista, mentre il film è stato nominato anche per la migliore attrice non protagonista e la migliore sceneggiatura. Eastwood ha ottenuto anche un’altra nomination ai Golden Globe.
Dieci anni prima aveva vinto i suoi primi Oscar® per il suo profetico Western revisionista “Unforgiven” (“Gli spietati”) che ha ottenuto un totale di nove nomination all’Academy Award®. Per quel film il regista ha portato a casa gli Oscar® al miglior film e alle migliore regia nonché una nomination come migliore attore. “Unforgiven” (“Gli spietati”) ha inoltre aggiudicato un Oscar a Gene Hackman come migliore attore non protagonista e un altro Oscar al montaggio. Inoltre Eastwood ha vinto il Golden Globe come migliore regista e il film è stato eletto come miglior film da parte di numerosi gruppi di critici cinematografici.
I suoi film sono stati onorati a livello internazionale dalla critica e dai festival di cinema, fra cui Cannes, in cui il filmmaker è stata presidente della giuria nel 1994. Ha ricevuto nomination alla Palma d’Oro per “White Hunter Black Heart” (“Cacciatore bianco, cuore nero”) nel 1990; per “Bird” che ha ricevuto il premio al migliore attore e un premio per la musica, all’edizione del festival del 1988; e per “Pale Rider” (“Il cavaliere pallido”) nel 1985. Con “Bird” Eastwood ha vinto anche il suo primo Golden Globe Award per la regia.
Ha diretto e interpretato anche i seguenti film: “Blood Work” (“Debito di sangue”), “Space Cowboys”, “True Crime” (“Fino a prova contraria”), “Absolute Power” (“Potere assoluto”), “The Bridges of Madison County” (“I ponti di Madison County”), “The Rookie” (“Un sogno, una vittoria”), “Heartbreak Ridge” (“Gunny”), “Sudden Impact” (“Coraggio… fatti ammazzare”), “Honkytonk Man”, “Firefox” (“Firefox volpe di fuoco”), “Bronco Billy”, “The Outlaw Josey Wales” (“Il texano dagli occhi di ghiaccio”), “The Eiger Sanction” (“Assassinio sull’Eiger”), “High Plains Drifter” (“Lo straniero senza nome”) e “Play Misty for Me” (“Brivido nella notte”), che segna il suo debutto alla regia.
Eastwood ha inizialmente raggiunto la notorietà come attore televisivo, quindi ha interpretato una serie di leggendari Western per il cinema fra cui: “A Fistful of Dollars” (“Per un pugno di dollari”), “For a Few Dollars More” (“Per qualche dollaro in più”), “The Good, the Bad and the Ugly” (“Il buono, il brutto e il cattivo”) “Hang ‘Em High” (“Impiccalo più in alto”), e “Two Mules for Sister Sara” (“Gli avvoltoi hanno fame”). Altri suoi film famosi comprendono: “Kelly’s Heroes” (“I guerrieri”); “Escape from Alcatraz” (“Fuga da Alcatraz”); i film d’azione con l’Ispettore Callaghan (“Dirty Harry”) e le commedie “Every Which Way But Loose” (“Filo da torcere”) e “Any Which Way You Can” (“Fai come ti pare”) e il thriller “In the Line of Fire” (Nel centro del mirino”).
Nel corso della sua carriera, è stato onorato con prestigiosi premi alla carriera: l’Irving Thalberg Memorial Award della Motion Picture Academy e il Cecil B. DeMille Award della Hollywood Foreign Press Association. Ha ricevuto tributi da parte del Directors Guild of America, del Producers Guild of America, dello Screen Actors Guild, dell’American Film Institute, della Film Society of Lincoln Center, della French Film Society, della National Board of Review, dell’Henry Mancini Institute (l’Hank Award per il suo prezioso contributo alla musica americana), del festival di Cinema di Amburgo (Douglas Sirk Award), e del festival di Venezia (Leone d’Oro alla carriera).
Ha inoltre ricevuto il Kennedy Center Honor, nonché premi da parte del American Cinema Editors and the Publicists Guild; un dottorato onorario in Belle Arti da parte della Wesleyan University; e cinque People’s Choice Award per la categoria Favorite Motion Picture Actor (migliore attore di cinema). Nel 1991 è stato l’Uomo dell’Anno della Hasty Pudding Theatrical Society di Harvard e nel 1992 ha ricevuto il California Governor’s Award for the Arts. Recentemente ha ricevuto due premi importanti per il suo contributo al cinema: il Prix Lumiere, alla prima edizione del Grand Lyon Film Festival, ed è stato insignito dell’onorificenza di comandante della legione d’onore da parte del presidente francese Nicolas Sarkozy.
AMY ADAMS (Mickey) è stata nominata tre volte all’Academy Award®; il suo vasto curriculum comprende sia film di successo girati per i grandi studios di Hollywood, che apprezzati film indipendenti.
Dopo “Trouble with the Curve” la vedremo presto nel film drammatico di Paul Thomas Anderson, ambientato negli anni ’50, dal titolo “The Master”. Adams interpreta inoltre Lois Lane nell’atteso film d’azione e avventura di Zack Snyder “Man of Steel” che nel giugno 2013 riporterà Superman sul grande schermo. Tra i suoi film imminenti troviamo: una nuova pellicola ancora senza titolo del regista Spike Jonze; il comedy-drama “Lullaby”; e un dramma politico diretto da David O. Russell. Inoltre sarà la produttrice e l’interprete di “Object of Beauty”, basato sul libro di Steve Martin.
A teatro è stata recentemente la protagonista di “Into the Woods”, uno spettacolo della produzione Shakespeare in the Park, in scena al Delacorte Theater.
Nel 2005 ha ottenuto la sua prima nomination agli Oscar® per la sua performance nel film indipendente “Junebug”, che le è valso inoltre la candidatura agli Screen Actors Guild (SAG) Award® e la vittoria dell’Independent Spirit Award, oltre a numerosi premi della critica.
La sua seconda nomination agli Academy Award® la deve al ruolo nel film drammatico del 2008 di John Patrick Shanley “Doubt”, in cui recitava al fianco di Meryl Streep e Philip Seymour Hoffman. La sua performance nel ruolo di Sister James le è valsa inoltre nomination ai Golden Globe, ai BAFTA Award e ai SAG Award®.
Lo scorso anno è stata onorata con un’altra candidatura agli Oscar® per il suo lavoro nel film ispirato ad eventi reali di David O. Russell dal titolo “The Fighter”, al fianco di Mark Wahlberg e Christian Bale. Per il suo ritratto della grintosa barista Charlene è stata candidata ai Golden Globe, ai BAFTA Award, e agli Screen Actors Guild (SAG) Award®.
I suoi crediti recenti comprendono il film per tutta la famiglia “The Muppets”; la commedia romantica “Leap Year” (“Una proposta per dire sì”); la commedia “Night at the Museum: Battle of the Smithsonian” (“Una notte al museo 2 – La fuga”) con Ben Stiller; “Julie & Julia” di Nora Ephron, in cui recita il ruolo della vera blogger Julie Powell, con Meryl Streep nei panni delle leggendaria Julia Child.
Nel 2007 ha deliziato le platee con il musical di Kevin Lima “Enchanted” (“Come d’incanto”), ottenendo una candidatura ai Golden Globe come migliore attrice in un film, commedia o musical per il ruolo della romantica principessa Giselle catapultata nella moderna New York. Aveva già catturato l’attenzione del pubblico e della critica recitando al fianco di Leonardo DiCaprio in “Catch Me If You Can” (“Prova a prendermi”) di Steven Spielberg.
Altri suoi crediti cinematografici comprendono: “Miss Pettigrew Lives for a Day” (“Miss Pettigrew”); “Sunshine Cleaning” con Emily Blunt; “Charlie Wilson’s War” (“La Guerra di Charlie Wilson”) di Mike Nichols, con Tom Hanks e Julia Roberts; e “Talladega Nights: The Ballad of Ricky Bobby” (“Ricky Bobby: la storia di un uomo che sapeva contare fino ad uno”), di Adam McKay con Will Ferrell.
JUSTIN TIMBERLAKE (Johnny) è un artista vincitore del Grammy e dell’ Emmy Award, il cui talento gli è valso riconoscimenti nel mondo della musica, del cinema e della televisione.
La sua performance del 2010 nel ruolo dell’enigmatico imprenditore Sean Parker in “The Social Network”, il grande successo di botteghino di David Fincher, nominato all’Oscar®, è stata elogiata da pubblico e critica. Sul piccolo schermo ha vinto l’Emmy come Outstanding Guest Actor in “Saturday Night Live” (SNL) nel 2009 e di nuovo nel 2011, apparendo in tanti sketch memorabili che sono diventati dei veri e propri cult, fra cui “D**k in a Box”, che vanta oltre 100 milioni di spettatori su YouTube. Il suo lavoro in SNL gli ha meritato un Emmy Award nel 2007 e un altro nel 2011 per la migliore musica e parole.
Timberlake apparirà presto con Carey Mulligan e Oscar Isaac in “Inside Llewyn Davis” di Joel e Ethan Coen, prossimamente nelle sale. Attualmente è impegnato nelle riprese del thriller di Brad Furman “Runner, Runner” con Ben Affleck e Gemma Arterton.
I suoi precedenti crediti cinematografici comprendono le commedie “Friends with Benefits” (“Amici di letto”) con Mila Kunis, e “Bad Teacher” (“Bad Teacher – Una cattiva maestra”) con Cameron Diaz e Jason Segel; il thriller fantascientifico di Andrew Niccol “In Time” con Amanda Seyfried; il giallo di Nick Cassavetes “Alpha Dog” con Emile Hirsch, Sharon Stone e Bruce Willis; “Black Snake Moan” di Craig Brewer con Christina Ricci e Samuel L. Jackson; “Southland Tales” (“Southland Tales – Così finisce il mondo”) di Richard Kelly, con Sarah Michelle Geller e Dwayne Johnson; e il film indipendente “The Open Road” con Jeff Bridges, Mary Steenburgen, Harry Dean Stanton e Kate Mara. Ha inoltre doppiato i protagonisti dei film d’animazione “Yogi Bear” (“L’Orso Yoghi”) e “Shrek the Third” (“Shrek Terzo”).
Per la televisione ha presentato gli Europe Music Award di MTV, i Choice Award di Nickelodeon’s Kid, gli ESPY Award di ESPN, nonché gli MTV Movie Award.
Inizialmente Timberlake ha ottenuto il successo con il gruppo pop ‘N Sync. In seguito ha intrapreso la carriera da solista e ha venduto quasi 17 milioni di album in tutto il mondo; due dei suoi album sono diventati multiplatino e gli hanno meritato sei Grammy Award. Oltre a varie tournée di successo, è stato il protagonista dello special di HBO “Justin Timberlake: FutureSex/LoveShow”.
Altri riconoscimenti a Timberlake comprendono l’Environmental Media Futures Award 2011 e nel 2010 ha ricevuto l’ambito premio della Harvard University, Hasty Pudding Man of the Year.
JOHN GOODMAN (Pete Klein) è uno degli attori più stimati dell’industria dello spettacolo. Nel 1992 è stato nominato ai Golden Globe per la sua inquietante performance nel film dei fratelli Coen “Barton Fink”, dopo aver già dato prova del suo talento nel precedente film dei due registi “Raising Arizona” (“Arizona junior”). Da allora ha continuato a lavorare con i Coen in “The Big Lebowski” (“Il grande Lebowski”), “O Brother, Where Art Thou?” (“Fratello dove sei?”) e a dicembre lo vedremo nel loro film più recente “Inside Llewyn Davis”. In autunno apparirà nel thriller drammatico di Ben Affleck “Argo”, che uscirà al cinema il 12 ottobre, e nel film drammatico di Robert Zemeckis “Flight”, a novembre nelle sale. Ha prestato ancora una volta la voce al personaggio di Sully di “Monster University”, che uscirà la prossima estate.
È stato apprezzato nel film di Stephen Daldry nominato agli Oscar® “Extremely Loud & Incredibly Close” (“Molto forte, incredibilmente vicino”) e ha condiviso nomination ai Critics Choice Award della Broadcast Film Critics Association e agli Screen Actors Guild Award® con tutto il cast di “The Artist”, dello scrittore-regista Michel Hazanavicius, il film-omaggio al cinema muto di Hollywood.
In televisione ha interpretato le apprezzate serie “Damages” e “Treme” ed è recentemente apparso al fianco di Al Pacino nella premiata biografia di Jack Kevorkian biopic “You Don’t Know Jack” (“You Don’t Know Jack – Il dottor morte”) che gli è valso la nomination agli Emmy Award come attore non protagonista in una miniserie o film. Ha vinto precedentemente l’Emmy come migliore attore ospite in una serie drammatica, per il suo ruolo in “Studio 60 on the Sunset Strip” di Aaron Sorkin.
Al di là del suo impegno davanti alla macchina da presa, ha doppiato numerosi personaggi animati e i suoi crediti in questo campo comprendono: “Monsters, Inc.” (“Monsters & Co.”), “Cars” (“Cars – Motori ruggenti”), “The Emperor’s New Groove” (“I vestiti nuovi dell’imperatore”) e il suo sequel televisivo, “The Emperor’s New School”, “Tales of the Rat Fink”, “The Jungle Book 2” (“Il libro della giungla 2”), “Bee Movie”, “The Princess and the Frog” (“La principessa e il ranocchio”) e il recente “ParaNorman”. Ha inoltre doppiato uno dei personaggi principali della serie animata di NBC dal titolo “Father of the Pride”.
Altri crediti cinematografici di Goodman comprendono: l’horror-thriller politico di Kevin Smith “Red State”, “Evan Almighty” (“Un’impresa da Dio”), “Death Sentence”, “Drunk Boat”, “Confessions of a Shopaholic” (“I love shopping”), “In the Electric Mist” (“In the Electric Mist – L’occhio del ciclone”), “Gigantic”, “Speed Racer”, “Marilyn Hotchkiss’ Ballroom Dancing and Charm School”, “Beyond the Sea”, “Masked and Anonymous”, “Storytelling”, “One Night at McCool’s” (“Un corpo da reato”) “Coyote Ugly” (“Le ragazze del Coyote Ugly”), “What Planet Are You From?” (“Da che pianeta vieni”), “Bringing Out the Dead” (“Al di là della vita”), “The Runner”, “Blues Brothers 2000”, “Fallen” (“Il tocco del male”), “The Borrowers” (“Il piccolo popolo dei graffignoli”), “Mother Night” (“Confessione finale”), “Pie in the Sky” (“L’eroe del cielo”), “The Flintstones”, “Born Yesterday” (“Nata ieri”), “Matinee”, “The Babe” (“Babe, maialino coraggioso”), “King Ralph” (“Sua maestà viene da Las Vegas”), “Arachnophobia” (“Aracnofobia”), “Stella,” “Always” (“Always – Per sempre”) “Sea of Love” (“Seduzione pericolosa”), “Everybody’s All-American” (“Un amore, una vita”) “Punchline” (“L’ultima battuta”), “The Wrong Guys” (“Tipi sbagliati”), “The Big Easy” (Bg Easy – Brivido seducente”), “Burglar” (“Affittasi ladra”), “True Stories”, “Sweet Dreams”, “Maria’s Lovers”, “C.H.U.D.”, “Revenge of the Nerds” (“La rivincita dei nerds”) e “Eddie Macon’s Run” (“La fuga di Eddie Mac”n”).
Originario di St. Louis, Goodman ha studiato presso la Southwest Missouri State, laurendosi nel 1975 in teatro. I suoi crediti teatrali comprendono le produzioni regionali di “Henry IV, Parts I and II”, “Antony and Cleopatra” e “As You Like It”. Ha recitato nella produzione itinerante di “The Robber Bridegroom” e nelle produzioni di Broadway di “Waiting for Godot” nel 2009; “The Resistible Rise of Arturo Ui” nel 2002; “Big River” nel 1985, che gli è valso una candidatura ai Drama Desk Award; e “Loose Ends” nel 1979. Nel 2001 ha recitato con Meryl Streep e Kevin Kline nella produzione Shakespeare in the Park di “The Seagull”.
MATTHEW LILLARD (Phillip Sanderson) recentemente è apparso al fianco di George Clooney nel film premiato con l’Oscar® e il Golden Globe Award “The Descendants” (“Paradiso amaro”), co-scritto e diretto da Alexander Payne; grazie anche al suo contributo, l’intero cast del film ha ricevuto anche nomination ai Critics Choice Award e agli Screen Actors Guild Award.
Lillard ha frequentato la Academy of Dramatic Arts a Pasadena, in California. Dopo la laurea ha fondato il Mean Street Ensemble, quindi si è trasferito a New York per proseguire la propria formazione con il gruppo teatrale Circle in the Square. Grazie alla contagiosa energia che infonde ai personaggi che interpreta a teatro, cinema e televisione, la sua carriera è presto decollata soprattutto in seguito al ruolo nel grande successo horror “Scream”, in cui vestiva i panni dello spietato assassino Stuart Macher.
La sua fama è cresciuta grazie alla sua interpretazione del protagonista di “SLC Punk!”, il film apprezzato al Sundance festival. Quindi ha interpretato l’amato Shaggy nel popolare “Scooby-Doo” e nel suo seguito “Scooby-Doo 2: Monsters Unleashed” (“Scooby-Doo 2. Mostri scatenati”). Ha dato prova del suo talento nella versione musicale diretta da Kenneth Branagh di “Love’s Labour’s Lost” (“Pene d’amor perdute”) di Shakespeare, nel thriller di Paul McGuigan “Wicker Park” (“Appuntamento a Wicker Park”), nel film corale di Ed Burns “The Groomsmen” e nella famosa commedia “Without a Paddle” (“Senza pagaia”).
Sul piccolo schermo ha recitato al fianco della leggendaria Carol Burnett in “Law & Order: Special Victims Unit” di NBC, è apparso come star ospite in “Gary Unmarried” di CBS ed è stato il protagonista del film ABC “Married Not Dead”, con Jonathan Silverman.
Lillard ha interpretato e coprodotto “Spooner”, il film che ha ottenuto grandi consensi nel circuito dei festival, e ha di recente girato il suo primo lungometraggio dal titolo “Fat Kid Rules the World”, una commedia da lui prodotta, interpretata anche da Billy Campbell e Jacob Wysocki, con la musica originale di Mike McCready dei Pearl Jam.
Robert Patrick (Vince) quest’anno è apparso sul grande schermo al fianco di Denzel Washington nell’action thriller “Safe House” (“Safe House – Nessuno è al sicuro”). Presto lo vedremo nei film imminenti “Gangster Squad” con Josh Brolin, Ryan Gosling e Sean Penn, per la regia di Ruben Fleischer; “Jayne Mansfield’s Car” con Billy Bob Thornton, anche regista del film, Robert Duvall e Kevin Bacon; “Lovelace” in cui interpreta il marito di Sharon Stone; e “Identity Thief” con Melissa McCarthy e Jason Bateman. Altri recenti film di Patrick comprendono il film indipendente “Good Day for It” e il film d’azione “S.W.A.T.: Firefight”. In autunno tornerà in televisione con “Last Resort” di Shawn Ryan, su ABC.
Patrick è apparso in numerosi lungometraggi tra cui “Flags of Our Fathers”, il film epico diretto da Clint Eastwood e nominato ai Golden Globe, che racconta la battaglia di Iwo Jima; “We Are Marshall” con un cast di grandi stelle che comprende Matthew McConaughey; “The Marine” “Presa mortale”); “Firewall” (“Firewall – Accesso negato”) con Harrison Ford; il film premiato con il Golden Globe “Walk the Line” (“Quando l’amore brucia l’anima”) nel ruolo del padre di Joaquin Phoenix-Johnny Cash, per la regia di James Mangold; “Men Who Stare at Goats” (“L’uomo che fissa le capre”), con George Clooney; e la commedia “Strange Wilderness”, in cui uno show televisivo che per aumentare gli ascolti si mette in cerca della leggendaria creatura Bigfoot.
Oltre al suo nutrito curriculum cinematografico e televisivo, ha recitato il Colonnello Tom Ryan nel drammatico film d’azione in onda su CBS “The Unit”, prodotto da David Mamet, che parla di una squadra di agenti segreti americani e di come il loro lavoro pericoloso incide sulla loro vita. Il pubblico lo ricorda anche nel ruolo di John Doggett nelle ultime due stagioni della serie cult di Fox Television “The X-Files”. Patrick ha ricevuto il plauso della critica anche per le sue straordinarie performance della seconda stagione di HBO “The Sopranos”. La performance che l’ha reso noto è forse quella di T-1000 nel grande successo di botteghino “Terminator 2: Judgment Day” (“Terminator 2 – Il giorno del giudizio”). Altri suoi film comprendono: “Charlie’s Angels: Full Throttle” (“Charlie’s Angels: Più che mai”); “Spy Kids” con Antonio Banderas; “All the Pretty Horses” (“Passione ribelle”) con Matt Damon, diretto da Billy Bob Thornton; “The Faculty”; “From Dusk Till Dawn 2: Texas Blood Money” (“Dal tramonto all’alba 2”); “Copland” con Sylvester Stallone e Robert De Niro; “Eye See You” (“D-Tox”) con Stallone; “A Texas Funeral” (“L’orecchio dei Whit”); il film indipendente “The Only Thrill” (“Amori sospesi”) al fianco di Diane Keaton, Diane Lane e Sam Shepard; “Rosewood” di John Singleton in cui interpreta un ruolo inquietante; “Striptease” con Demi Moore; “Fire in The Sky” (“Bagliori nel buio”), “Double Dragon: The Movie”; “Decoy”; “The Last Gasp”; “Hong Kong `97”; e “Ladder 49” (“Squadra 49”) in cui incarna un eroico pompiere al fianco di John Travolta e Joaquin Phoenix. È apparso in una puntata di “The Outer Limits” (Showtime), nel film di TNT “Bad Apple” e nella miniserie di CBS “Elvis”, in cui interpreta il padre di Elvis.
Patrick è un attivo sostenitore di varie associazioni benefiche. Negli ultimi 15 anni è stato Honorary Grand Marshall per Love Ride, contribuendo a raccogliere milioni di dollari a sostegno dell’alfabetizzazione; con Habitat for Humanity ha costruito case per i veterani disabili; con Read Across America ha contributo al programma di lettura per i bambini; e con Rolling Thunder ha viaggiato in tutto il paese per fare in modo che l’amministrazione non dimentichi i prigionieri o i dispersi in guerra. È stato anche due volte in Medio Oriente, recentemente in Iraq e in Afghanistan con l’allora Capo di Stato Maggiore Andrew Mullen, per incoraggiare le truppe. È anche membro del Boozefighters Motorcycle Club, che ospita varie iniziative benefiche.
Nato a Marietta, in Georgia, Patrick da piccolo era un atleta, ma dopo aver frequentato alcune lezioni di arte drammatica al liceo, si è appassionato di recitazione. Nel 1984 si è trasferito a Hollywood, dove è stato scritturato nel lavoro teatrale della beat generation “Go”. Durante questa performance è stato ‘scoperto’ dal leggendario produttore/regista Roger Corman. Sempre presente in tutte le fasi di uno spettacolo, quando non è impegnato nella recitazione, Patrick ama fare il produttore.
JOE MASSINGILL (Bo Gentry) si è laureato in teatro presso la Valdosta State University e ha frequentato con orgoglio il prestigioso Upright Citizens Brigade Theater di Hollywood.
Tra i suoi crediti televisivi si è distinto in un ruolo nella serie di enorme successo di FOX, “Glee”. È apparso inoltre in numerosi cortometraggi.
Nato in Georgia, Massingill abita a Los Angeles.
I FILMMAKER
ROBERT LORENZ (Regista/Produttore) continua a farsi strada come filmmaker debuttando nella regia di un lungometraggio con “Trouble with the Curve”. Già prolifico produttore, negli ultimi dieci anni Lorenz ha ottenuto due nomination all’Academy Award® producendo film per Clint Eastwood con la sua Malpaso Productions.
Nel 2004 ha ricevuto la sua prima candidatura agli Oscar® per aver prodotto “Mystic River”. L’anno successivo è stato produttore esecutivo del film premio Oscar® “Million Dollar Baby”; in seguito ha prodotto il film di Eastwood sulla seconda guerra mondiale “Flags of Our Fathers” e “Letters from Iwo Jima” (“Lettere da Iwo Jima”); quest’ultimo, da lui prodotto insieme ad Eastwood e Steven Spielberg, gli è valso la sua seconda nomination agli Academy Award®. Girato quasi completamente in giapponese, “Letters from Iwo Jima” (“Lettered a Iwo Jima”) ha vinto i premi dei Los Angeles Film Critics e della National Board of Review come miglior film, nonché il Golden Globe e il Critics Choice Award come miglior film in lingua straniera.
Nel 2008 ha lavorato con Brian Grazer e Ron Howard per produrre “Changeling”, un film drammatico basato su eventi reali, diretto da Eastwood; il film è stato candidato a tre Academy Award®, con una nomination ad Angelina Jolie come migliore attrice. Quello stesso anno Lorenz ed Eastwood hanno prodotto “Gran Torino”, il film campione di incassi della Malpaso.
Lorenz ha di recente prodotto i seguenti film di Eastwood: “J. Edgar” con Leonardo DiCaprio; “Hereafter” con Matt Damon; e “Invictus” (“Invictus – L’invincibile”) che gli è valso una nomination al Producers Guild of America Award. Interpretato da Damon e Morgan Freeman con performance nominate all’Oscar®, il film ha ricevuto nomination ai Golden Globe Award come miglior film e migliore regia.
Lorenz è cresciuto nei sobborghi di Chicago e nel 1989 si è trasferito a Los Angeles per inaugurare una carriera nel cinema. Ha iniziato la sua collaborazione con Eastwood in veste di assistente alla regia in “The Bridges of Madison County” (“I ponti di Madison County”). Le loro successive collaborazioni comprendono “Space Cowboys”, “True Crime” (“Fino a prova contraria”), “Midnight in the Garden of Good and Evil” (“Mezzanotte nel giardino del bene e del male”), “Absolute Power” (“Potere assoluto”) e “Blood Work” (“Debito di sangue”).
RANDY BROWN (Sceneggiatore) è cresciuto nella California del nord ed è un accanito fan del baseball. “Trouble with the Curve” è il primo lungometraggio da lui prodotto.
Dopo aver frequentato il liceo si è trasferito a New York e ha studiato recitazione con Herbert Berghof all’HB Studio, apparendo in vari spot commerciali, soap opera, progetti teatrali e televisivi fra cui la serie “Matlock”. Ha inoltre scritto alcune puntate delle serie televisive “The Sentinel” e “Twice in a Lifetime”.
Attualmente è impegnato nello sviluppo di progetti televisivi e cinematografici con diversi studios.
Al di là del baseball, Brown adora la musica. Nel film ascolteremo la canzone originale “On My Way” da lui scritta insieme alla sua band The Neighbors e Greg Camp della rock band Smashmouth.
CLINT EASTWOOD (Produttore) vedi la sua biografia nella sezione del Cast.
MICHELE WEISLER (Produttrice) lavora nell’industria dello spettacolo da oltre 25 anni. È stata produttore esecutivo di “Street Kings” (“La notte non aspetta”) di David Ayer, scritto da James Ellroy e interpretato da Keanu Reeves e Forest Whitaker; “The Ring”, diretto da Gore Verbinski e interpretato da Naomi Watts, e “The Ring 2” di Hideo Nakata, sempre con Watts; “Novocaine” con Steve Martin, Laura Dern e Helena Bonham-Carter, presentato in anteprima al Toronto Film Festival 2001; e “Stir of Echoes” (“Echi mortali”) con Kevin Bacon, che costituisce la sua seconda collaborazione con il regista David Koepp. In precedenza è stata produttrice associata del film di esordio alla regia di Koepp, “The Trigger Effect” (“Effetto Blackout”), con Kyle MacLachlan, Elisabeth Shue e Dermot Mulroney.
Altri suoi crediti di produzione comprendono il film per famiglie “Paulie”, di cui è stata co-produttrice; e “Try Seventeen” (“Tutto quello che voglio”) diretto da Jeff Porter e interpretato da Elijah Wood, Franka Potente e Mandy Moore, che Weisler ha sviluppato e prodotto. Il film è stato presentato al Toronto International Film Festival.
Per la televisione ha prodotto il pilota di TBS “Hound Dogs”, ambientato nel mondo del baseball di Nashville, scritto e diretto da Ron Shelton. Attualmente sta lavorando ad un secondo pilota scritto da Shelton, che verrà sviluppato con la TNT.
Weisler è impegnata nella creazione di un fondo cinematografico che produrrà sia film indipendenti che produzioni per i grandi studios. Attualmente detiene i diritti di oltre 20 romanzi e ha numerosi progetti in fase di sviluppo, fra cui l’adattamento del romanzo di Dan Fante “Mooch”; “The True Confessions of Charlotte Doyle”, adattato da Danny De Vito dal romanzo di Avi premiato con il Newbery Award, che sarà diretto dallo stesso DeVito, e interpretato da Morgan Freeman; il noto romanzo “Things Fall Apart” di Chinua Achebe; e “On Finaghy Road,” la storia di due donne che hanno vinto il premio Nobel per la pace per aver creato il maggiore movimento pacifista della storia irlandese.
Con una laurea in cinema conseguita presso la University of Wisconsin, Weisler ha iniziato la sua carriera come stagista nel film horror di Roger Corman “The Nest”. Facendosi strada all’interno della Corman’s Concorde Pictures, ha co-prodotto oltre 20 film, ed è stata responsabile della produzione fisica della società.
TIM MOORE (Produttore esecutivo) ha recentemente prodotto, insieme a Graham King, Angelina Jolie e Tim Headington, “In the Land of Blood and Honey”, l’esordio alla regia di Jolie. Il film, scritto dalla stessa Jolie, ha ricevuto una candidatura ai Golden Globe per il miglior film in lingua straniera, lo Stanley Kramer Award da parte del Producers Guild e il NAACP Image Award come miglior film straniero.
Dal 2002 Moore ha supervisionato la produzione di tutti i film di Clint Eastwood fra cui “J. Edgar” con Leonardo DiCaprio. Nel 2009 è stato produttore esecutivo del dramma “Invictus” (“Invictus – L’invincibile”) con Matt Damon e Morgan Freeman, che ha ricevuto grandi consensi da parte della critica e diverse nomination agli Oscar® e ai Golden Globe, fra cui la candidatura ai Golden Globe come miglior film.
Inoltre è stato produttore esecutivo di “Hereafter”, “Gran Torino” e “Changeling” e coproduttore dei film epici sulla seconda guerra mondiale “Flags of Our Fathers” e “Letters from Iwo Jima” (“Lettere da Iwo Jima”), nominato agli Oscar® come miglior film. Il suo lavoro con Eastwood comprende inoltre i film drammatici “Mystic River”, nominato a sei Oscar® anche come miglior film e “Million Dollar Baby” che ha vinto quattro Academy Award®, fra cui come miglior film. Ha coprodotto il film di esordio alla regia di Alison Eastwood “Rails & Ties” (“Rails & Ties – Rotaie e legami”).
Negli ultimi vent’anni ha inoltre lavorato spesso con il regista Rowdy Herrington, e recentemente ha prodotto la biografia nominata agli ESPY Award “Bobby Jones: Stroke of Genius” (“Bobby Jones – Il genio del golf”). Le loro precedenti collaborazioni comprendono i film “A Murder of Crows” (“Analisi di un delitto”), “Road House” (“Il duro del Road House”) e “Jack’s Back”.
Altri crediti di Moore nel campo della produzione comprendono: “Animal Factory” di Steve Buscemi, con Willem Dafoe, e “The White River Kid” di Arne Glimcher. Per la televisione è stato manager di produzione del telefilm “Semper Fi” e ha prodotto il telefilm “Stolen from the Heart”.
Prima di inaugurare la sua carriera nel cinema Moore ha frequentato la UCLA, dove ha incontrato John Shepherd, con cui ha condiviso una grande affinità. Insieme i due hanno prodotto quattro lungometraggi: “Eye of the Storm”, “The Ride”, “The Climb” e “Bobby Jones: Stroke of Genius” (“Bobby Jones – Il genio del golf”)
Moore e sua moglie Bobbe sono attivamente coinvolti in varie organizzazioni che si adoperano per la tutela degli animali.
TOM STERN (Direttore della fotografia) è stato nominato sia agli Oscar® che ai BAFTA Award per la migliore fotografia nel film drammatico di Clint Eastwood “Changeling”. Stern, che vanta una lunga collaborazione con Eastwood, recentemente ha curato la fotografia dell’apprezzato dramma “J. Edgar”. Ha inoltre lavorato in altri film di Eastwood: “Hereafter”, “Invictus” (“Invictus – L’invincibile”), “Gran Torino”, nei due film sulla seconda guerra mondiale “Flags of Our Fathers” e “Letters from Iwo Jima” (“Lettere da Iwo Jima”) nei premi Oscar® “Million Dollar Baby” e “Mystic River” e in “Blood Work” (“Debito di sangue”), il primo film in cui è stato direttore della fotografia.
Le sue collaborazioni con altri registi comprendono: “Sleepless Night” (“Nuit blanche”) di Frédéric Jardin, e il blockbuster mondiale “The Hunger Games”, di Gary Ross; “Tsar” di Pavel Lungin, “Things We Lost in the Fire” (“Noi due sconosciuti”) di Susanne Bier, “Paris 36” di Christophe Barratier, “Rails & Ties” (“Rails & Ties – Rotaie e legami”) di Alison Eastwood, “The Last Kiss” di Tony Goldwyn, “Romance & Cigarettes” di John Turturro, “The Exorcism of Emily Rose” di Scott Derrickson e “Bobby Jones: Stroke of Genius” (“Bobby Jones – Il genio del golf”) di Rowdy Herrington.
Da 40 anni nell’industria, ha lavorato con Clint Eastwood per oltre trent’anni, dai tempi in cui era capo elettricista di film quali “Honkytonk Man”, “Sudden Impact” (“Coraggio … fatti ammazzare”), “Tightrope” (“Corda tesa”), “Pale Rider” (“IL cavaliere pallido”) e “Heartbreak Ridge” (“Gunny”). Sempre in veste di capo elettricista presso la Malpaso Productions, ha lavorato in una varietà di film fra cui “The Rookie” (“Un sogno una vittoria”), “Unforgiven” (“Gli spietati”), “A Perfect World” (“Un mondo perfetto”), “True Crime” (“Fino a prova contraria”) e “Space Cowboys”, tutti per la regia di Eastwood. Ha collaborato anche con altri registi fra cui Michael Apted in “Class Action” (“Conflitto di classe”) e Sam Mendes in “American Beauty” e “Road to Perdition”.
JAMES J. MURAKAMI (Scenografia) è stato onorato nel 2008 con nomination agli Oscar® e ai BAFTA Award per il suo lavoro come scenografo nel film drammatico di Clint Eastwood “Changeling”, ambientato nel 1928. Le sue scenografie per “Changeling” e “Gran Torino” sono state nominate agli Art Director’s Guild Awards, per l’eccellenza raggiunta nella riproduzione di ambienti d’epoca e moderni. Ha di recente lavorato con Eastwood in “Hereafter”, “Invictus” (“Invictus – L’invincibile”) e “J. Edgar”.
Il primo film di Murakami con Eastwood in veste di scenografo è stato l’apprezzato dramma sulla seconda guerra mondiale “Letters from Iwo Jima” (“Lettere da Iwo Jima”). Aveva precedentemente collaborato con lo storico scenografo di Eastwood Henry Bumstead, prima come set designer in “Unforgiven” (“Gli spietati”) e in seguito come art director in “Midnight in the Garden of Good and Evil” (“Mezzanotte nel giardino del bene e del male”).
Nel 2005 Murakami ha vinto un Emmy Award per il suo lavoro di direttore artistico nell’apprezzata serie HBO “Deadwood”. L’anno prima era già stato nominato agli Emmy per il suo lavoro nella serie western televisiva.
Murakami è stato lo scenografo del film di esordio alla regia di Alison Eastwood, “Rails & Ties” (“Rails & Ties – Rotaie e legami”). I suoi numerosi crediti cinematografici di direttore artistico comprendono i film di Tony Scott “Enemy of the State” (“Nemico pubblico”), “Crimson Tide” (“Allarme rosso”), “True Romance” (“Una vita al massimo”) e “Beverly Hills Cop II”; “The Game” di David Fincher; “The Relic” (“Relic – L’evoluzione del terrore”) di Peter Hyams; “Midnight Run” (“Prima di mezzanotte”) “Beverly Hills Cop” (“Un piedipiatti a Beverly Hills”) di Martin Brest; “The Natural” (“Il migliore”) di Barry Levinson, che gli è valso una nomination agli Oscar® come direttore artistico; e “WarGames” (“Wargames – Giochi di guerra”) di John Badham. È stato set designer nei film “The Scorpion King” (“Il re scorpione”), “The Princess Diaries” (“Pretty princess”), “The Postman” (“L’uomo del giorno dopo”) “Head Above Water” (“Acque profonde”), “I Love Trouble” (“Inviati molto speciali”) e “Sneakers” (“I signori della truffa”).
GARY D. ROACH (Montaggio) lavora con Clint Eastwood dal 1996, iniziando come apprendista al montaggio con “Absolute Power” (“Potere assoluto”). Subito dopo è diventato assistente al montaggio, lavorando nei film “Midnight in the Garden of Good and Evil” (“Mezzanotte nel giardino del bene e del male”), “True Crime” (“Fino a prova contraria”), “Space Cowboys”, “Blood Work” (“Debito di sangue”), “Mystic River”, “Million Dollar Baby” e “Flags of Our Fathers”.
Il premiato film drammatico sulla seconda guerra mondiale “Letters from Iwo Jima” (“Lettered a Iwo Jima”) è stato il primo in cui Roach è stato responsabile del montaggio al fianco dello storico collaboratore di Eastwood Joel Cox. Il suo primo incarico individuale risale al film di esordio alla regia di Alison Eastwood, “Rails & Ties” (“Rails & Ties – Rotaie e legami”). Ha continuato a collaborare con Clint Eastwood e Joel Cox in “Changeling”, che gli è valso una candidatura ai BAFTA Award per il miglior montaggio. “Gran Torino”, “Invictus” (“Invictus – L’invincibile”), “Hereafter” e “J. Edgar” sono i suoi film più recenti.
Inoltre Roach è stato co-montatore del film di Eastwood “Piano Blues”, un segmento del documentario “The Blues”, prodotto da Martin Scorsese. Proseguendo in questo campo, ha montato un film su Tony Bennett dal titolo “Tony Bennett: The Music Never Ends” e un documentario sulla vita di Dave Brubeck dal titolo “In His Own Sweet Way”.
JOEL COX (Montaggio) lavora con Clint Eastwood da oltre 35 anni, e ha vinto un Oscar® al migliore montaggio per il suo lavoro nel film “Unforgiven” (“Gli spietati”). Ha ricevuto un altro Oscar® per “Million Dollar Baby” di Eastwood e ha meritato una nomination ai BAFTA Award per “Changeling”. Le sue recenti collaborazioni con Eastwood comprendono: “J. Edgar”, “Hereafter”, “Invictus” (“Invictus – L’invincibile”), “Gran Torino” e i due drammi sulla seconda guerra mondiale “Flags of Our Fathers” e “Letters from Iwo Jima” (“Lettere da Iwo Jima”).
Inoltre Cox è stato il montatore dei film diretti da Eastwood “Mystic River”, “Blood Work” (“Debito di sangue”), “Space Cowboys”, “True Crime” (“Fino a prova contraria”), “Midnight in the Garden of Good and Evil” (“Mezzanotte nel giardino del bene e del male”), “Absolute Power” (“Potere assoluto”), “The Bridges of Madison County” (“I ponti di Madison County”), “A Perfect World” (“Un mondo perfetto”), “The Rookie” (“La recluta”), “White Hunter Black Heart” (“Cacciatore bianco, cuore nero”) “Bird”, “Heartbreak Ridge” (“Gunny”), “Pale Rider” (“Il cavaliere pallido”) e “Sudden Impact” (“Coraggio… fatti ammazzare”).
Il loro rapporto professionale è iniziato nel 1975, anno in cui Cox ha lavorato come assistente alla regia in “The Outlaw Josey Wales” (“Il texano dagli occhi di ghiaccio”). Da allora ha montato oltre 30 film diretti o prodotti o interpretati da Eastwood.
All’inizio della sua carriera ha lavorato alfianco del suo mentore, il montatore Ferris Webster, con cui ha montato i film “The Enforcer” (“Cielo di piombo, Ispettore Callaghan”), “The Gauntlet” (“L’uomo nel mirino”), “Every Which Way But Loose” (“Filo da torcere”), “Escape from Alcatraz” (“Fuga da Alcatraz”), “Bronco Billy” e “Honkytonk Man”. Altri suoi crediti di montatore comprendono: “Tightrope” (“Corda tesa”), “The Dead Pool” (“Scommessa con la morte”), “Pink Cadillac” e “The Stars Fell on Henrietta”.
DEBORAH HOPPER (Costumi) lavora con il filmmaker Clint Eastwood da oltre 25 anni. Recentemente Hopper e Eastwood hanno riceuto il Most Distinguished Collaborators Award da parte del Costume Designer Guild. Hopper era già stata nominata al Costume Designer Guild Award e ai BAFTA Award per i suoi costumi d’epoca nel film di Eastwood basato su drammatici eventi reali “Changeling”. Inoltre è stata nominata costumista dell’anno all’Hollywood Film Festival 2008.
Recentemente ha disegnato i costumi di “J. Edgar” di Eastwood, nonché quelli del dramma contemporaneo “Gran Torino” interpretato e diretto da Eastwood, a cui hanno fatto seguito altri due film del filmmaker: “Invictus” (“Invictus – L’invincibile”) e “Hereafter”. Hopper ha inoltre disegnato i costumi dei film diretti da Eastwood “Letters from Iwo Jima” (“Lettere da Iwo Jima”), “Flags of Our Fathers”, “Million Dollar Baby”, “Mystic River”, “Blood Work” (“Debito di sangue”) e “Space Cowboys”.
Ha iniziato a collaborare con Eastwood in veste di supervisore degli abiti femminili del film del 1984 “Tightrope” (“Corda tesa”), prodotto e interpretato da Eastwood. Ha svolto lo stesso ruolo nei film “The Rookie” (“Un sogno una vittoria”), “Pink Cadillac”, “The Dead Pool” (“Scommessa con la morte”), “Bird”, “Heartbreak Ridge” (“Gunny”) e “Pale Rider” (“Il cavaliere pallido”); in seguito è stata supervisore di tutti i costumi nei film di Eastwood “True Crime” (“Fino a prova contraria”), “Midnight in the Garden of Good and Evil” (“Mezzanotte nel giardino del bene e del male”) e “Absolute Power” (“Potere assoluto”).
All’inizio della sua carriera ha ricevuto un Emmy come costumista femminile per “Shakedown on the Sunset Strip”, un telefilm ambientato negli anni ‘50.
Marco Beltrami (Compositore) ha composto la musica di “Hurt Locker” della regista Kathryn Bigelow, che ha vinto sei Academy Award®, anche come miglior film e migliore regista, oltre ad aver meritato a Beltrami una nomination agli Academy Award per la migliore colonna sonora. Ha ricevuto una candidatura agli Academy Award® per la colonna sonora del film di Jim Mangold “3:10 to Yuma” (“Quel treno per Yuma”).
Recentemente ha composto la musica del film di James Watkins “The Woman in Black” con Daniel Radcliffe, e del film vincitore del premio del pubblico al Sundance Festival, “The Sessions”, con Helen Hunt, John Hawkes e William H. Macy. La sua musica sarà presto apprezzata nei film che usciranno nel 2013: “A Good Day to Die Hard”, il capitolo successivo di “Die Hard”; il thriller “Snowpiercer”; e il film d’azione e fantascienza di Marc Forster “World War Z” con Brad Pitt.
I numerosi lungometraggi per cui ha lavorato includono: “The Thing” (“La cosa”); “Soul Surfer”; “Scream 4” e “My Soul to Take” (“My Soul to Take – Il cacciatore di anime”) di Wes Craven; “Jonah Hex”; “Knowing” e “I Robot” di Alex Proya; “Live Free or Die Hard” (“Die Hard – Vivere o morire”) di Len Wiseman; “The Three Burials of Melquiades Estrada” (“Le tre sepulture”) del regista Tommy Lee Jones; “Hellboy” e “Don’t Be Afraid of the Dark” (“Non avere paura del buio”) di Guillermo del Toro e “Terminator 3: Rise of the Machines” (“Terminator 3 – Le macchine ribelli”) di Jonathan Mostow.
Beltrami è un “protégé” dell’apprezzato compositore Jerry Goldsmith, e ha raggiunto il successo componendo la musica di “Scream” di Wes Craven, con cui ha stravolto ogni cliché musicale degli horror, ispirandosi al suo idolo Ennio Morricone, e avvicinando quindi il film ad un western.
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