8 Novembre Code Name: Geronimo di John Stockwell CURIOSITA’

“La missione è stata una vittoria dell’intelligence americana, un nuovo approccio rispetto l’impegno militare e una coraggiosa decisione scevra da interessi politici che oggi è sempre più rara” – John Stockwell

SINOSSI

 

Grazie alle informazioni ottenute da alcuni prigionieri, la CIA ha individuato i possibili nascondigli di Osama bin Laden. Inizia così l’addestramento di una squadra speciale di Navy SEALs, che dovrà cimentarsi in una missione ancora sconosciuta. Il team viene spedito nella base statunitense a Bagram in Afghanistan. E mentre la tensione sale, Stunner, il capo della squadra, scopre che uno dei suoi compagni, dopo essersi ubriacato, ha dormito con sua moglie. Dopo otto mesi di sorveglianza del sospetto nascondiglio di bin Laden in territorio pakistano, la CIA si trova ad analizzare le possibili conseguenze di un attacco a sorpresa. Il nome in codice dell’obiettivo sarà GERONIMO. Mentre le motivazioni e i rancori personali rischiano di avvelenare i rapporti tra i membri della squadra di Navy SEALs, la missione prende il via. Gli uomini sono pronti per salire sui Black Hawk diretti al compound, con le mini-telecamere accese sugli elmetti mentre il Presidente ed altri ufficiali sono collegati via satellite. La missione ha inizio. Un Black Hawk atterra schiantandosi all’interno del compound, rovinando l’effetto sorpresa. I soldati si precipitano fuori dal velivolo distrutto, mentre la seconda squadra prende d’assalto la dependance per gli ospiti. All’interno trovano Abu Ahmed Al-Kuwaiti, il corriere di bin Laden,che reagisce, ma viene abbattuto. Decine di donne e bambini fuggono all’interno della casa principale, mentre la prima squadra va alla ricerca del suo obiettivo. In cima alla scala si trova Osama bin Laden, che tenta di rifugiarsi in bagno. I Navy SEALs riescono a raggiungerlo. Le pallottole fendono l’aria: bin Laden è morto. Al quartier generale della CIA si stappano bottiglie di champagne, mentre alla televisione, il Presidente Obama annuncia al mondo che è stata fatta giustizia.

 

IL FILM

 

Le parole, pronunciate con calma alle ore 23:35, sono state uno shock: “Buona sera. Stasera posso annunciare agli americani e al mondo che gli Stati Uniti hanno condotto un’operazione che ha portato alla morte di Osama bin Laden, il capo di al-Qaeda e un terrorista che è responsabile dell’uccisione di migliaia di uomini, donne e bambini innocenti”. Pochi minuti dopo l’annuncio del Presidente Obama del 2 maggio 2011, folle di americani si sono riversate spontaneamente davanti alla Casa Bianca e nelle strade, sopraffatte dalla gioia. Ma gli uomini e le donne in tutto il mondo che hanno preso parte all’incursione che ha portato alla morte di bin Laden sono rimaste – per ovvi motivi – nell’anonimato. Code Name: Geronimo della Voltage Pictures è la loro storia. Il Presidente della Voltage Pictures, Nicolas Chartier, produttore di “The Hurt Locker” (film vincitore di 6 Oscar), quando ascoltò l’annuncio del Presidente Obama, si rese conto che questo non era semplicemente un caso e che avrebbe dovuto raccontare questa storia, sentendo una sorta di “chiamata”. “Volevamo fare un grande film di azione su questi eventi, mostrare il lavoro e l’addestramento dei SEALs, la complessità dell’operazione, le diverse scelte e ostacoli che hanno dovuto affrontare” ha detto Chartier. Il copione viene affidato a Kendall Lampkin, un giovane scrittore straordinariamente dotato: un’occasione che capita solo una volta nella vita. “Nicolas e io abbiamo condiviso l’idea di un film che non soltanto commemorasse questo evento, ma che consentisse al pubblico di ripercorrere alcune delle fasi straordinarie che l’hanno reso possibile. Volevamo offrire la possibilità di rivivere quel momento fatidico, facendo provare l’esperienza elettrizzante di questo successo storico”. Lampkin si è immerso a capofitto nello studio della documentazione, lavorando giorno e notte, combattendo contro la segretezza che circondava l’intera vicenda. “Ho letto tutti i documenti che ho potuto avere a portata di mano e ho intervistato chiunque mi potesse dare delle informazioni. Ho intervistato i Navy SEALs in carne e ossa, ed è stato davvero grandioso. Mi ha davvero aiutato a comprendere meglio i pericoli, la posta in gioco e le stesse persone che erano coinvolte in questa missione”. Lampkin ha iniziato a lavorare al copione immediatamente dopo la morte di bin Laden. Il produttore Zev Foreman racconta: “C’era il forte e concorde desiderio che quello fosse il racconto definitivo di quel momento. Volevamo creare qualcosa che avrebbe fatto provare l’esperienza elettrizzante di un film d’azione, ma che avrebbe, allo stesso tempo, raccontato questo evento storico nel modo più fedele possibile”. Il regista John Stockwell si è mostrato interessato alla storia in un modo completamente diverso da qualsiasi altro. “John è un grande regista, è stato molto divertente guardarlo mentre dirigeva contemporaneamente 8 telecamere nelle scene di azione con i SEALs”, ha dichiarato Chartier. Stockwell ha dato tutta la carica e l’attenzione che il progetto esigeva. William Fichtner, che interpreta l’agente della CIA Guidry, afferma che Stockwell “è riuscito a tirare fuori la verità di quel momento”. Stockwell racconta: “Quello che mi ha realmente affascinato erano tutti i potenziali esiti disastrosi dell’ordine di procedere con l’incursione, che il film mette in risalto. C’è da sperare che vengano approfondite tutte le questioni relative al fatto che quella decisione avrebbe potuto mettere a repentaglio una presidenza”. Anche Tony Mark, che ha prodotto “The Hurt Locker” insieme a Chartier, prende parte al progetto. Il cast selezionato è composto da molti giovani attori di talento e da veterani. Fichtner è stato uno dei primi ad essere scelto: “Non avevo ancora finito il copione che già avevo chiamato John per dirgli che ci sarei stato”, ricorda Fichtner, che aveva già interpretato il ruolo principale in “Black Hawk Down” di Ridley Scott. A Kathleen Robertson è stata assegnata la parte di un feroce agente della CIA. “Mio suocero era un pilota da caccia in Vietnam e l’intensità e la drammaticità di questo tipo di azioni mi ha sempre affascinato”. Stockwell ha voluto assicurarsi che gli attori non prendessero il sopravvento sui personaggi. “Ho cercato di mettere in risalto le sorprendenti abilità dei Navy SEALs nel NON uccidere le persone, di entrare in un ambiente caotico, pieno di pericoli, e di lasciarlo con un numero minimo di danni collaterali. La cosa straordinaria non è tanto il fatto di aver ucciso bin Laden, quanto essere riusciti a individuare ed evitare di fare del male a decine di donne, bambini e uomini disarmati che si trovavano nel compound. La missione è stata una vittoria dell’intelligence americana, un nuovo approccio verso l’impegno militare ed una coraggiosa decisione scevra da interessi politici che oggi è sempre più rara”. A Cam Gigandet è stato assegnato il ruolo di Stunner, il capo della squadra dei SEALS. “Amo avere nel mio cast attori che hanno un istinto naturale come quello di Cam. Ha una sorta di ossessione nel fare in modo che tutti i dettagli del suo personaggio siano corretti, e, quindi, la missione stessa”, dice Stockwell. Freddy Rodriguez e Xzibit hanno conferito ai loro personaggi, Trench e Mule, il giusto allegro spirito accompagnato da una forte dedizione. Il 1 febbraio 2012 si è cominciato a girare il film: “Abbiamo ricostruito il compound del Pakistan in New Mexico. Si tratta di un ambiente selvaggio cha ha contribuito a rendere davvero la vera atmosfera del luogo”, ha detto Stockwell. Il set si è poi spostato in India. Fichtner concorda: “C’era una sorta di energia sul set. Potevi percepire quanto ognuno si sentisse onorato di essere coinvolto nella creazione di questa storia”. Il film è stato acquistato da Harvey Weinstein al Festival del Cinema di Cannes 2012, in Italia verrà distribuito da Koch Media e arriverà nelle sale il prossimo 8 novembre 2012, mentre in USA verrà distribuito dalla The Weinstein.

TRAMA

 

Fin dall’inizio, non sono mancati ostacoli di ogni genere. Primo fra tutti, il fatto che ogni informazione sull’operazione Geronimo, tra cui le identità dei SEALs responsabili del raid, sono rigorosamente riservate. Per superare questo problema, lo sceneggiatore ha cercato di creare una struttura che reggesse anche nell’eventualità che alcuni particolari potessero cambiare. “Una delle sfide più grandi di questo progetto era quella di riuscire a rimanere al passo con le ultime notizie. Sembrava che ogni giorno vi fossero nuove informazioni sull’evento che contraddicevano quelle dei giorni precedenti”, afferma Lampkin. Il film è stato costruito utilizzando tutte le informazioni a disposizione, e anche alcune ipotesi critiche. “Andando avanti nel progetto, consiglieri e consulenti ci hanno aiutato a creare l’intreccio. John e io avevamo il compito di trovare soluzioni creative per tutte le informazioni a cui non potevamo avere accesso. Ritoccavamo costantemente il copione: era diventato un essere vivente”, prosegue Lampkin. Fin dall’inizio, il film si è incentrato sui personaggi. “Ho fatto del mio meglio per rendere la storia più legata alle persone che agli eventi, in modo da non doverla cambiare ogni volta che arrivavano nuove informazioni”. Ecco perché l’idea originale di Lampkin e Chartier era quella di voler dare un volto agli anonimi coinvolti in questa missione. “Durante le discussioni con Nicolas, una delle prime cose che mi ha detto è che, nonostante la natura eccezionale degli eventi, voleva un film incentrato principalmente sui SEALs”, dice Lampkin, che ha concentrato le sue ricerche nello studio dei SEALs per assicurarsi che tutto fosse estremamente accurato. Tutto questo lavoro ha avuto come risultato un copione con tre diverse trame. Mentre la CIA tenta di decidere se l’operazione vale il rischio, in Pakistan due agenti sotto copertura raccolgono ogni possibile informazione. Infine, vi sono i SEALs che si preparano per quella che diventerà indubbiamente la missione più importante della loro vita. “Tutte queste persone si incontrano nel raid finale, quando tutti gli elementi si incastrano nel modo giusto per trasformarsi in Storia”, spiega Lampkin. La fusione tra fiction e fatti reali ha permesso di creare qualcosa di ancor più cinematografico e sorprendente. “L’evento descritto nel nostro film è una storia vera, ma i personaggi utilizzati per raccontarlo sono immaginari. Geronimo è una storia immaginaria basata su un evento reale. La cosa più importante su questo raid non è il chi hanno ucciso, ma quante persone NON HANNO ucciso”, prosegue Lampkin. Si tratta di una storia alla quale tutti sarebbero stati orgogliosi di aver partecipato: un prodotto così forte da attirare i più grandi talenti cinematografici nella sua produzione. Fichtner aggiunge: “E’ una sceneggiatura molto forte, che narra una storia estremamente coinvolgente”. Robertson afferma: “il film ha mostrato un lato diverso di questo evento che credo non si possa desumere dalla lettura delle notizie. Va direttamente al sodo di quanto accaduto e in modo elettrizzante”.