8 novembre BALLATA DELL’ODIO E DELL’AMORE un film di Álex de la Iglesia NOTE DI REGIA e SINOSSI

8 novembre  BALLATA DELL’ODIO E DELL’AMORE (Balada triste de trompeta)   un film di Álex de la Iglesia   con Carlos Areces, Antonio de la Torre, Carolina Bang

Un film sull’amore, sul desiderio e sulla morte. Una metafora della Spagna, paese maledetto e tragico, nel quale l’orrore e l’ironia spesso si confondono

NOTE DI REGIA

Ho fatto questo film per esorcizzare un dolore nella mia anima che non se ne andrà via facilmente, come una macchia d’olio. Mi lavo i vestiti con i film. Mi sento ridicolo, orribilmente mutilato da un passato meraviglioso e triste, come se stessi annegando nella nostalgia per qualcosa che non è mai successo, un incubo enorme che non mi permette di essere felice. Sono un cineasta, non un terrorista. Voglio annientare la rabbia e il dolore con una battuta grottesca che farà ridere e piangere allo stesso tempo. Voglio cancellare con l’acido le ferite che bruciano le mie notti, quando l’angoscia diventa insopportabile e i diavoli che vivono al mio fianco mi sussurrano dolcemente nelle orecchie e diventano dolorosamente reali. Io sono due persone, forse di più. Posso diventare un bambino viziato, vile e crudele, che si diverte a fare del male e a pizzicare le guance di quelli più deboli di lui. So che lui mi odia e vuole distruggermi, ma l’unico modo per lui di smettere di torturarmi è di lasciarlo venir fuori. Ha bisogno di divertirsi, ridere fragorosamente, vomitare tutta la celluloide che ha dentro. C’è anche una triste donna anziana, consapevole della sua età e della sua ignoranza, ma soprattutto della sua colpevolezza. Vorrebbe amare con passione, ma sa che non è possibile. Vuole piacere, desidera con tutte le sue forze rendere felici gli altri, anche se non sa come godersi la vita. Forse queste due strane creature definiscono questo film. La loro lotta è la sintesi della mia vita, di quello che ho visto intorno a me, una scena confusa e assurda, al tempo stesso grottesca e deludente, ma anche incredibilmente commovente nella sua stupidità. L’unica dignità, la sola salvezza possibile per questi vigliacchi persi nel loro inferno è una buona battuta, una commedia, una pantomima in grado di dissolvere la bile che si attacca alla superficie adesiva della realtà. Volevo che il film si svolgesse nel 1973, quando avevo otto anni. Ricordo quel tempo come un sogno, un incubo senza senso. Il declino del regime di Franco è come la preistoria della mia vita. Nasconde animali selvatici, fame e dolore, gli assassini e i miei fratelli e mia madre, ma, soprattutto, mio padre. Forse era l’anno in cui la realtà assomigliava di più a un sogno. “El Lute”, la morte di Carrero Blanco, i clown alla TV … Tutti si confondono nella mia memoria. Non sono sicuro di chi fosse il pagliaccio e chi la bambina in quella strana allucinazione.

Álex de la Iglesia

 

BIO-FILMOGRAFIA DI ALEX DE LA IGLESIA

Nato a Bilbao nel 1965, si appassiona da giovanissimo ai comics, non a caso riconosce come suoi padri spirituali Alex Raymond, Stan Lee e Vázquez. Desideroso di allargare i propri orizzonti si laurea all’università di Deusto, della quale afferma di aver frequentato soprattutto il bar e il cineclub. Deciso a farsi strada nel mondo dello spettacolo, lavora in televisione come decoratore e cura la direzione artistica di ‘Todo por la Pasta’ di Enrique Urbizu. Da qui in poi gli eventi si succedono rapidamente, portandolo verso la regia. Il suo primo e solo cortometraggio, di cui è regista e sceneggiatore, Mirindas asesinas (1991), conquista riconoscimenti in numerosi festival e spinge Pedro Almodóvar, attraverso la sua società di produzione El Deseo, a produrre il suo primo lungometraggio, Azione Mutante (1993). Questa bizzarra commedia fantascientifica-rivoluzionaria ottiene due premi al Festival della Fantascienza di Montreal, e vince 3 Premi Goya, accreditando il suo autore come il regista più promettente della stagione. Il suo secondo film El Día de la Bestia (1995), ha vinto sei Premi Goya (fra cui quello per la migliore regia). Ha anche ottenuto riconoscimenti nelle rassegne di Géradmar e Bruxelles, e le lodi della critica e del pubblico ai festival di Venezia, Toronto e Sitges, oltre ad essere nel box office come uno dei film più visti della stagione. Il suo terzo film è stato Perdita Durango (1997), seconda pellicola prodotta da Andrés Vicente Gómez. Muertos de Risa (1999) e La Comunidad (2000), vincitore di numerosi Premi Goya, segnano un punto di svolta nella carriera di De La Iglesia, che con 800 pallottole (2002), diventa produttore di se stesso con la Pánico Films. Crimen perpecto (2004) è un ritorno a quell’humor nero che, secondo molti critici, incarna lo spirito del miglior Álex de la Iglesia, un regista che, a questo punto della sua carriera, è ormai rispettato e conosciuto ovunque, con ammiratori devotissimi in tutto il mondo del cinema. Nel 2007 scrive e dirige la pellicola Oxford Murders – Teorema di un delitto, interpretata da Elijah Wood, John Hurt e Leonor Watling. Il film diventa la pellicola spagnola più vista del 2008 con incassi per oltre 8,2 milioni di euro e più di 1,4 milioni di spettatori. El plutón B-R-B Nero – trasmesso da Tv2 dalla TVE con grande successo – segna nel 2008 il suo debutto come regista e produttore di una serie tv.

 

 

SINOSSI

1937. La Spagna è nel mezzo della terribile Guerra Civile. Il Pagliaccio di un circo viene interrotto nel mezzo della sua performance e reclutato con la forza da un gruppo di repubblicani. Mentre indossa ancora il suo costume di scena, gli viene messo in mano un machete e viene condotto in battaglia contro i soldati franchisti, dove da solo massacra un intero plotone. 1973. Ultimi giorni del regime franchista. Javier, il figlio del Pagliaccio, sogna di seguire le orme del padre, ma ha visto troppe tragedie nella sua vita per questo non sarà mai un pagliaccio divertente. Trova lavoro come Pagliaccio Triste in un circo dove fa la conoscenza di un bizzarro numero di personaggi e dove però deve anche subire la brutalità di Sergio, il Pagliaccio che lo umilia per fare spettacolo. Qui incontra Natalia, la bella acrobata moglie di Sergio. Javier si innamora della donna e cerca di salvarla dalle angherie e dalla violenza del marito, scatenando la gelosia di Sergio. Il triangolo amoroso si trasforma in una feroce battaglia fra i due clown, che raggiunge vette incredibili in questo film grottesco, scioccante, irriverente e indimenticabile.

JAVIER CARLOS ARECES Javier è un bambino che non ha potuto giocare. Come me, Javier si sente e si crede debole per un passato perduto, come dice la canzone di Raphael. Nella sua vita niente andrà mai come deve, non raggiungerà mai la piena felicità, perché tutto è iniziato nel modo sbagliato. Il dolore è parte del suo organismo, come acido solforico che gli scorre nelle vene. La vita gli fa male, e deve fare uno sforzo enorme per non piangere. Non chiedetegli di ridere. Javier è un uomo piccolo ma con un grande cuore e un forte desiderio di amare, in modo profondo e sincero, è il suo unico modo per pulirsi dentro. Vuole Natalia con tutte le sue forze e quando scopre che il suo amore non è corrisposto, va a pezzi. Il suo dolore si trasforma in una rabbia, silenziosa e folle. È un messaggero del dolore, una bestia che cerca solo la vendetta per una vita terribile, che sembra un imbroglio, uno scherzo finito male. Il suo destino è quello di soffrire, il suo desiderio di vendetta non gli permetterà mai di essere felice, anche quando verso la fine ne avrà la possibilità. Tutto quel che gli resta è la pazzia: un giusto castigo per la sua enorme arroganza.

 

NATALIA CAROLINA BANG Natalia è bellissima. Come me, non sa quale sia il suo posto nel mondo. Ama il circo e il suo lavoro, ma il suo cuore è pieno di un insaziabile desiderio sessuale. Desidera essere posseduta e dominata da Sergio tutti i giorni. Sa che la sua malattia la condurrà inevitabilmente alla perdizione, ma non le sembra che ci sia un’altra via d’uscita. Ma l’apparizione di Javier cambia le cose. Javier è l’opposto di Sergio, e questo la attrae. Con Javier Natalia si sente tranquilla, al sicuro. L’uomo sembra desiderare non solo il suo corpo ma anche la sua anima, e questo per lei è una novità. Natalia deve scegliere fra due mostri, ma non sa che cosa fare. A modo suo, anche lei è un mostro perché la sua sola presenza li disturba, li fa impazzire. Natalia precipita in un abisso senza ritorno. Ed è ormai troppo tardi quando scopre di preferire la verità dell’amore a quella del desiderio.

 

SERGIO ANTONIO DE LA TORRE Sergio è l’uomo. Come quasi tutti, Sergio è una persona semplice e violenta, soprattutto violenta, che non pensa mai agli altri ma solo a se stesso. Sa di essere il migliore, il più divertente, e detesta chi non lo riconosca. Sergio è grande e forte. Ama Natalia, ma solo se la donna gli dedica tutta la sua attenzione, altrimenti la respinge. Quando Natalia viene distratta da Javier, Sergio desidera ucciderlo. Sergio è buono solo con i bambini, li adora. In primo luogo perché anche lui è come un bambino, brutale, preistorico, irrazionale. E poi perché sono la sua vita, il suo lavoro. Quando la sua maschera si decompone sotto i colpi di Javier, Sergio perde i suoi ‘superpoteri’, e i bambini smettono di amarlo. Per questo non sopporta neanche se stesso, e odia Natalia, che considera responsabile del fatto che la sua vita si sia trasformata in tragedia. Ma è Javier il vero colpevole, come se lui fosse solo un’immagine di se stesso, capovolta e deteriorata in uno specchio.

 

2 pensieri su “8 novembre BALLATA DELL’ODIO E DELL’AMORE un film di Álex de la Iglesia NOTE DI REGIA e SINOSSI

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