RODRIGO CORTÉS regista di Red Lights racconta la fortuna di avere nel suo cast due vere star Sigourney Weaver e Robert De Niro
su Sigourney
“Ho scritto tutte le battute con lei in mente” (Sigourney Weaver), continua. “E’ stato come confezionare il vestito perfetto, se lei avesse detto no sarebbe stato un vero problema, avrei avuto il vestito, ma non la persona giusta per indossarlo”.
su Bob
De Niro regala la sua naturale autorevolezza e il suo carisma a Silver. “Sapevo che avrei avuto bisogno di un gigante per il ruolo di Silver per come lo avevo immaginato”, sostiene Cortés. “E’ il sensitivo più grande del mondo, ma non avevo molto tempo per creare questo aspetto, quindi era necessaria una presenza importante. De Niro aggiunge delle sfumature formidabili al suo personaggio, parlando sommessamente, ma imprimendo molta forza a ogni parola. E lo fa in modo molto naturale.
“Come attore, non è mai concentrato nell’ottenere qualcosa, ma nell’essere, quindi ogni emozione appare assolutamente vera. Lavora con calma e avviene la magia, e, se sei abbastanza veloce, riesci a coglierla”.
Il regista
“Una delle cose più importanti che ho voluto cogliere è stata l’idea che il cervello umano non è necessariamente uno strumento di cui possiamo fidarci”, afferma il regista. “Vediamo quello che vogliamo vedere. Le nostre convinzioni sono determinate dalle nostre speranze, dai nostri bisogni, dai desideri e dai sogni. In altre parole crediamo a quello a cui vogliamo credere”.
Cortés si è dedicato per oltre un anno allo studio dei fenomeni paranormali. “Ho esaminato le due parti in causa, gli scienziati e gli scettici e coloro che credono e i parapsicologi”, dice. “Ho raccolto una grande quantità di informazioni, immagini e video. Ho partecipato a delle sedute spiritiche e ho parlato con tanti sensitivi, che usano termini scientifici per legittimare il loro lavoro. Ho scoperto che in qualche modo sono simili: tutti e due i gruppi accettano solo quelle informazioni che confermano le loro idee preconcette e respingono tutto il resto. La gente è propensa a credere quello che le fa comodo credere. Partiamo dalle nostre convinzioni e vi costruiamo attorno una struttura”.