Come rendere gli attori-ostaggi di “Argo” molto convincenti? Lo spiega Ben Affleck

 

Affleck voleva che gli attori non solo recitassero le loro parti ma che vivessero a livello profondo le sensazioni che hanno realmente provato i loro personaggi. Perciò prima dell’inizio delle riprese, li ha ‘sequestrati’ per una settimana all’interno della casa che in seguito è diventata il set della residenza dell’ambasciatore. La casa era stata arredata secondo il gusto dell’epoca, e anche gli attori hanno indossato i loro costumi per tutta la settimana. Per immergerli totalmente nell’epoca, il regista li ha tagliati fuori dal resto del mondo, vietando loro l’uso di computer, telefoni cellulari e di qualsiasi cosa che iniziasse con la lettera “i”!

Il regista spiega: “Abbiamo eliminato qualsiasi riferimento alla contemporaneità e li abbiamo riforniti di musica, giochi, riviste e giornali relativi a quel momento storico. Non avevano internet e non potevano guardare la TV esterna. Parlavano tra di loro senza queste distrazioni. Volevo che imparassero a conoscersi e a creare un rapporto fra loro in modo naturale. È molto più difficile recitare la “familiarità”. Più che altro si tratta di una questione chimica; il corpo si rilassa, assume una postura diversa, e si parla in modo diverso. Questo era il tipo di contatto che volevo vedere fra loro, e questa esperienza precedente al film è stata importante per cementare le vibrazioni all’interno del gruppo”.

Gli attori che interpretano gli ospiti concordano, e osservano che il metodo di Affleck è stato davvero efficace.

 

“Non c’è bisogno di conoscere il Medioriente o la politica di quel periodo, per capire la storia del film. Si tratta di un’audace operazione di salvataggio di sei persone rinchiuse in un luogo molto pericoloso e il fatto che si basa su una storia vera, lo rende ancora più avvincente”.

Affleck conclude: “È emozionante, pieno di suspense, e spaventoso, ma soprattutto spero che sia piacevole dal punto di vista dello spettacolo che offre. Ad un livello più profondo, è un film che svela anche il potere della narrazione perché per tanto tempo questa storia non ha potuto essere raccontata. Ma ora possiamo finalmente essere orgogliosi di quel che hanno fatto queste persone”.

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