Proiezioni gratuite fino ad esaurimento posti alla Casa del Cinema il 26/27/28 e 30 ottobre alle 20.30.
“Noi c’eravamo, sessant’anni di cinema in lotta” alla Casa del cinema il documentario di Antonello Sarno
si sente una voce off “tutti a casa” e intorno “ma si entra o no?”
scorrono le immagini di Monicelli,Benigni..e ci troviamo all’ultima edizione del Festival del cinema di Roma
Castellitto prende il microfono e parla… legge un testo a nome di tutti coloro che lavorano nel cinema “non pretendiamo elemosine…”
si affrontano i tagli al Fus …proteste, sciperi….Loro c’erano, noi c’eravamo ….battaglie, vittorie e sconfitte del cinema italiano
inizia così “Noi c’eravamo, sessant’anni di cinema in lotta” tra i contributi e le interviste il documentario racconta le lotte per un cinema migliore …Mario Monicelli, Isabella Ferrari, Carlo Lizzani, Carlo Verdone, Favino, Pupi Avati,Barbareschi,Bellucci,Crescentini,C.De Sica,Elio Germano,Riccardo Tozzi,Enrico Vanzina e molti altri..
Foà “gli attori sono lavoratori come gli altri lavoratori e devono avere i diritti degli altri lavoratori”
SI parte da cinecittà e c’è anche un’intervista ad Andreotti …
si vede una piazza (del popolo) in protesta, i nomi? de sica, zampa, soldati, cervi, camerini,lattuada e anna magnani che gridò “aiutateci”…..
ai tempi racconta Avati ci avvicinavamo ai convegni anche per sentire le voci dei nostri miti poi sono arrivati i tempi dei sequestri…
Noi italiani siamo capaci a fare la pizza, i vestiti, giocare a calcio e fare i film…Christian De sica
“Noi c’eravamo, sessant’anni di cinema in lotta”
Da Anna Magnani a Carlo Verdone, dal rogo di Ultimo tango a Parigi all’occupazione del red carpet dell’Auditorium. Antonello Sarno ha realizzato un documentario – che si vedrà alla Casa del Cinema in preapertura di festival – che ripercorre la storia delle battaglie degli autori con tante interviste e i materiali dell’archivio Luce e Rai Teche. “Chi ieri ha lottato – dice Roberto Cicutto, presidente di Cinecittà Luce – ora ricopre incarichi di responsabilità. Ma non ci siamo venduti e non siamo cambiati, è stata invece una scelta di consapevolezza, perché vogliamo che il lavoro nello spettacolo diventi un patrimonio”
http://news.cinecitta.com/news.asp?id=36191