21 Settembre I BAMBINI DI COLD ROCK THE TALL MAN con Jessica Biel Tutte le curiosità

21 Settembre   I BAMBINI DI COLD ROCK  THE TALL MAN Regia: Pascal Laugier Cast: Jessica Biel, Jodelle Ferland, Stephen McHattie, William B. Davis

Sinossi

 

            L’oscurità è calata sulla cittadina di Cold Rock. Uno per uno, i suoi bambini stanno scomparendo. Lo fanno senza lasciare indizi o testimoni credibili, ma solo una leggenda, una storia avvolta nell’ombra che viene diffusa tra gli abitanti del posto. Con questa, un senso crescente di terrore, che minaccia di divorare quello che è rimasto della comunità.

            La gente superstiziosa parla di un “uomo alto”, una figura misteriosa che porta via i bambini, che non fanno più ritorno. Ma Julia Denning (Jessica Biel) non ha tempo per le leggende o le superstizioni. Un’infermiera che fa del suo meglio per questa ex città mineraria, devastata economicamente e spiritualmente, cerca di mantenere un minimo di normalità a casa e al lavoro. Fino a quando il terrore non entra dalla porta principale.

            Svegliatasi nel mezzo della notte, corre nella stanza da letto del figlio, dove non trova nessuno, mentre un enorme spettro nel corridoio scivola nell’oscurità con il suo bambino (Jakob Davies).

            Durante l’inseguimento non si fermerà di fronte a nulla e rischierà tutto pur di salvarlo. Affiancata da un investigatore determinato, il tenente Dodd (Stephen Mchattie) e dallo sceriffo della cittadina (William B. Davis), la caccia è aperta e con essa la ricerca di risposte: Chi è “l’uomo alto”? Cosa ne ha fatto dei bambini?

            In breve tempo, la cittadina di Cold Rock avrà le risposte che cerca disperatamente e questo scuoterà profondamente la comunità.

             

            Un thriller diverso dagli altri, I BAMBINI DI COLD ROCK mostra un mondo pieno di paura e terrore, prima di rivelare una realtà inimmaginabile.

            Jessica Biel (The A-Team; The Illusionist – L’illusionista) interpreta Julia Denning, una donna forte che non si ferma davanti a nulla quando suo figlio scompare. Nel cast della pellicola figurano anche Stephen McHattie (Watchmen), nei panni del tenente Dodd, un agente federale che indaga sulle misteriose sparizioni, assieme a William B. Davis (The X-Files), che dà il volto allo sceriffo locale.  

 

Tra gli altri attori che danno vita alla cittadina di Cold Rock, ci sono Jakob Davies (Smallville), nei panni di David, il ragazzino portato via dall’Uomo alto, Samantha Ferris (Supernatural; V), Tracy, una madre single che fa del suo meglio per crescere due figlie adolescenti, Carol e Jenny, interpretate da Katherine Ramdeen, qui al suo primo ruolo importante, e Jodelle Ferland (Twilight: Eclipse); Teach Grant (Gunless) nei panni del loro vicino Steven; Eve Harlow (The Guard), Christine, un’amica e confidente di Julia; il caratterista Janet Wright (Corner Gas), che interpreta Trish, il proprietario della tavola calda; e Colleen Wheeler (X-Men: Evolution), che è la signora Johnson, una donna distrutta dalle avversità.

 

            I BAMBINI DI COLD ROCK è scritto e diretto dall’acclamato regista francese Pascal Laugier (Martyrs, Saint Ange), che qui esordisce con un film in lingua inglese. La pellicola è prodotta da Clément Miserez della Radar Films, Kevin DeWalt della Minds Eye Entertainment, Jean-Charles Lévy (Faces in the Crowd – Frammenti di un omicidio) della Forecast Pictures e Scott Kennedy (Gunless) della Highwire Pictures. I produttori esecutivi sono Thierry Desmichelle e Lionel Uzan della SND, Lisa Donahue, Frank White, Mark Montague e David Cormican della Minds Eye, Steven Schneider della Room; Gerard Demaer, Nicolas Manuel e Olivier Piasentin della Forecast Pictures e Matthieu Warter della Radar Films.

 

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La produzione

 

 

“C’è qualcosa a Cold Rock che porta via i bambini… qualcosa di peggiore della chiusura di una miniera… Qualcosa di talmente minaccioso e terribile, che le persone hanno deciso di darle un nome…”

 

 

RACCONTI IMPORTANTI: LA SCENEGGIATURA DE I BAMBINI DI COLD ROCK

 

            Ambientato nella comunità fittizia di Cold Rock, un’ex cittadina mineraria nella zona nordoccidentale del Pacifico, I BAMBINI DI COLD ROCK di Pascal Laugier mostra un mondo decadente, in cui gli abitanti, che si aggrappano a quello che resta della loro vita, devono affrontare una minaccia ancora più insidiosa, ossia le sparizioni inspiegabili dei loro figli, che uno a uno scompaiono senza lasciare traccia.

            “A Cold Rock, c’è una sorta di leggenda urbana, creata per dare un nome a qualcosa che sfugge alla logica e che viene chiamato ‘l’uomo alto’”, rivela Laugier. “Seguiamo il personaggio di Jessica Biel quando diventa una vittima, quindi mostriamo una madre in pericolo quando tenta di ritrovare il figlio”.

 

            Tuttavia, per gli spettatori, I BAMBINI DI COLD ROCK rappresenta un puzzle inquietante. Giocando con le convenzioni del genere e le aspettative del pubblico, Laugier mostra un mondo misterioso, in cui nulla e nessuno sono quello che sembrano. Mettendo assieme azione incessante con la suspense, il nostro interesse per il sovrannaturale con il desiderio di realismo, il suo film enigmatico rappresenta un commento sociale e un thriller forte, nascondendo fino agli ultimi fotogrammi la verità che si cela dietro al mistero dell’Uomo alto.

 

Pascal Laugier ha iniziato a lavorare alla sceneggiatura nel 2005. “Mi ci è voluto un po’ per trovare la struttura migliore”, sostiene l’autore parlando dello script. “Come per ogni pellicola di suspense, deve risultare un meccanismo a orologeria ed essere tutto molto preciso perché funzioni. Mi ci sono volute dieci versioni perché la sceneggiatura fosse degna di essere portata a un produttore. E’ stato un procedimento lungo”.

 

Laugier si è fatto notare dal pubblico mondiale grazie al film Martyrs, mostrato al Festival di Toronto nel 2008. La storia terribile di due donne, Lucie e Anna (Mylène Jampanoï e Morjana Alaoui), la prima vittima di abusi inimmaginabili da bambina e l’altra un’amica che la aiuta nel suo desiderio di vendetta. La pellicola ha permesso a Laugier di conquistare un ampio seguito di appassionati dell’horror nel mondo (assieme al disprezzo dei censori). Senza fare sconti nel mostrare apertamente la violenza, Martyrs andava oltre le convenzioni del genere horror, conquistando i fan per le sue svolte e una regia di alto livello.

 

“La mia pellicola precedente era veramente radicale ed estrema… Direi ‘offensiva’, in senso buono”, rivela lo sceneggiatore e regista. “Si può fare un film del genere solo una volta nella vita. Ne sono orgoglioso, ma I BAMBINI DI COLD ROCK è assolutamente diverso”, sostiene il regista, che nota come questo nuovo titolo rappresenti un passo avanti rispetto al genere horror. “Condivide tante tematiche di secondo piano, ma non è quel tipo di film”.

 

Mettendo da parte I BAMBINI DI COLD ROCK per girare Martyrs, Laugier è tornato per finire la sceneggiatura con una visione nuova. Come avveniva in Martyrs, anche questo script era incentrato su una donna in pericolo (“Finora, ho realizzato solo film con protagoniste donne, forse perché mi trovo più in sintonia con i personaggi femminili”, sostiene il realizzatore) e gioca con le aspettative del pubblico sugli archetipi dei personaggi e le convenzioni del genere. Ma le somiglianze finiscono qui. Per Laugier, I BAMBINI DI COLD ROCK rappresenta qualcosa di diverso dal genere horror e soprattutto è il suo primo film in inglese.

 

“Non è stato un grande cambiamento”, rivela il regista, “perché ho sempre pensato a questo come a un film in inglese. Ho scritto la sceneggiatura in francese e poi ho lavorato molto sulla traduzione. Ma anche nella versione francese, i personaggi e l’ambientazione erano americani. Per me, è sempre stato un film sull’America”.

 

            L’interesse di Laugier verso l’America risale alla sua infanzia. “Come tutti i ragazzi della mia età, sono stato influenzato dalla cultura americana, così come dalle loro sottoculture, tra cui quella pop. Una buona parte del mio cervello si è formata con queste cose”.

           

            Come rivela il regista, la sfida era di dar vita a un film senza limiti, ma molto realistico. “In questa pellicola, parliamo di persone normali”, spiega Laugier. “E questa era la sfida. Stiamo cercando di fare un film di genere, una pellicola senza sosta, accattivante, intensa, piena d’azione, di suspense e di mistero, ma allo stesso tempo vogliamo dei veri personaggi americani sullo schermo. E’ un po’ quello che fa Stephen King nei suoi romanzi migliori, cercare di mettere assieme cose che normalmente non dovrebbero coesistere. Questa era la mia sfida personale”.  

 

Mentre Martyrs sconvolgeva la Francia, combattendo contro i censori, dividendo la critica e conquistando i fan, il regista si è ritrovato al centro dell’attenzione in patria e oltreoceano (con un remake hollywoodiano di Martyrs in fase di sviluppo alla 20th Century Fox). Ma è stata la sua attrice protagonista di Martyrs, Mylène Jampanoï, che gli ha fatto conoscere il produttore de I BAMBINI DI COLD ROCK, Clément Miserez.

 

“Lei era entusiasta del lavoro di Pascal e mi ha detto che lo avrei dovuto incontrare”, ricorda Miserez. “Abbiamo bevuto un drink insieme ed è così che è iniziata questa storia d’amore”.

 

Miserez, grazie alla sua neonata società di produzione, la Radar Films, all’inizio aveva assunto Laugier per sviluppare un progetto a cui era molto legato, un remake della pellicola francese di Serge Leroy del 1975, Il sapore della paura. Dopo aver collaborato insieme per quasi un anno, il film si è rivelato irrealizzabile, ma intanto si era formato uno stretto legame tra Laugier e Miserez. “Mi ha chiesto se avessi un progetto a cui tenevo”, ricorda Laugier. “Gli ho risposto di sì e che si trattava de I BAMBINI DI COLD ROCK”.


I BAMBINI DI COLD ROCK: METTERE ASSIEME LA SQUADRA

 

            Il produttore Clément Miserez ha letto la sceneggiatura de I BAMBINI DI COLD ROCK di Pascal Laugier nel luglio del 2009 e ha accettato immediatamente. “Era incredibile”, afferma il produttore. “Pascal ti porta da un punto A a un punto B, ma non sai mai dove stai andando e dove ti sta portando, se non quando sei arrivato”, afferma Miserez, spiegando così il suo interesse verso la pellicola.

 

“Ho letto la sceneggiatura in un’ora”, prosegue il produttore. “Quando l’ho terminata, ho chiamato Pascal e gli ho detto, ‘ok, partiamo, non dobbiamo perdere nemmeno un minuto. Faremo questo film’”.

            Dando il via al progetto, Miserez ha contattato i suoi storici soci di produzione. Assieme al suo abituale collaboratore e coproduttore
Jean-Charles Lévy della Forecast Pictures, ha girato la sceneggiatura a Thierry Desmichelle e Lionel Uzan della SND, uno dei maggiori distributori francesi (e collegato al network televisivo M6).

 

“Ho deciso rapidamente, sono bastati uno o due giorni”, rivela il responsabile della SND, Thierry Desmichelle. “Ero meravigliato e intrigato dalla sceneggiatura e dalla storia. Non riuscivo a smettere di leggere”.  

 

“L’unico motivo per cui faccio un film è sempre la sceneggiatura, per me è l’elemento principale”, sostiene Desmichelle. “Ovviamente, poi c’è anche il regista, Pascal Laugier, che aveva realizzato Martyrs. Sapevo che era un ottimo realizzatore, dotato di una visione personale. Quando parli con lui, sa esattamente quello che vuole. E’ un artista”.

 

“Sembrava una favola”, ricorda Laugier. “E’ avvenuto tutto in fretta dopo che avevano letto la sceneggiatura. E’ stato incredibile”.

 

            Dopo aver assicurato i finanziamenti iniziali, bisognava occuparsi dei compiti successivi: il casting, mettere assieme la squadra produttiva e trovare la location del Nordamerica ideale per girare l’esordio di Laugier in una pellicola inglese.

 

            Miserez e Jean-Charles Lévy avevano già lavorato in Canada e quindi ormai erano diventati quasi degli esperti in coproduzioni francocanadesi. Insieme, avevano lavorato a Walled In – Murata viva (con Mischa Barton) e Faces in the Crowd – Frammenti di un omicidio (che vedeva protagonista Milla Jovovich), assieme al socio di produzione Kevin DeWalt della Minds Eye Entertainment. “Kevin è il mio socio in Canada”, spiega Miserez. “Non appena la sceneggiatura è stata terminata, l’ho chiamato”.

 

            “Quando si lavora nel mondo del cinema indipendente, è fondamentale trovare un socio di cui ti fidi”, rivela DeWalt. “E’ molto raro fare una seconda pellicola con la stessa persona, visto che è un ambiente duro… Ma noi siamo ottimi amici e sappiamo che ci sosterremo a vicenda. E’ stato naturale tornare a lavorare insieme per I BAMBINI DI COLD ROCK”.

 

            Trovare la location ideale per il film era un altro compito importante. “Abbiamo perlustrato con attenzione le Montagne rocciose, sul versante di Alberta e su quello della Columbia britannica”, rivela DeWalt parlando della ricerca prolungata per scovare la Cold Rock immaginata da Laugier. “Abbiamo passato ben due mesi nel tentativo di trovare la nostra città, che nel film è un personaggio importante”.

 

Grazie al contributo di un produttore della Columbia britannica, Scott Kennedy, i realizzatori hanno scoperto Nelson, un’impressionante ex cittadina mineraria canadese, che si trova vicino alla catena di montagne Kootenay, a circa quattro ore da Spokane, nello stato di Washington.

 

“Quando eravamo in Francia, Pascal ha lavorato con uno scenografo per realizzare dei disegni, che mostrassero quello che avevamo in mente per la pellicola”, spiega Miserez. “Quando, a marzo del 2010, siamo arrivati a Nelson, eravamo stupiti di come la cittadina fosse identica a quei disegni”.

 

 “Inoltre, abbiamo capito di poter avere tutte le location di cui avevamo bisogno a un’ora da Nelson”, ricorda DeWalt. “E’ stato allora che abbiamo deciso che era il posto giusto, quello dove avremmo girato”.

 

Alcuni membri fondamentali della troupe di Laugier arrivavano dal suo film precedente, Martyrs, tra cui il suo indispensabile scenografo, Jean Carrière e il fidato coordinatore degli stunt, Gaelle Cohen. Con altri invece non aveva mai collaborato, come il direttore della fotografia, il premiato Kamal Derkaoui.

 

            Lavorando assieme alla responsabile del casting Carmen Kotyk, Laugier ha trovato gli attori di supporto in Canada, compresi dei veterani di Hollywood come Stephen McHattie (Watchmen) e l’astro nascente Jodelle Ferland (Twilight: Eclipse).

 

            Ma il colpaccio di Laugier nel casting è stata Jessica Biel, la sua prima scelta per il ruolo della protagonista Julia Denning. Senza di lei, forse il film non si sarebbe potuto fare. “Io sono ancora sconvolto per quanto sia stato semplice incontrare e lavorare con Jessica”, sostiene Laugier. “Ha letto la sceneggiatura, le è piaciuta e ha detto di volermi incontrare. 24 ore più tardi ha accettato di lavorare al film. Avevamo le stesse idee, lei condivideva la visione del progetto. E’ stato veramente semplice”.

 

“Siamo stati fortunati a trovare Jessica”, concorda Miserez. “Era perfetta per il ruolo ed è un’ottima attrice”.

 

“Jessica ci ha fornito la spinta per andare avanti”, sostiene DeWalt. “Lei è nel film, è la protagonista e compare in quasi tutte le scene… Quando tutti vogliono realizzare un ottimo film con un budget limitato, ognuno deve contribuire. E lei, a livello creativo, ha fornito qualcosa che non mi era mai capitato prima con nessuna altra attrice”.

 

 

           

JESSICA BIEL NEI PANNI DI JULIA DENNING

 

            Una delle attrici più richieste attualmente, Jessica Biel ha esordito sul grande schermo nel 1997, grazie all’acclamato L’oro di Ulisse. Dopo il successo riscosso in Settimo cielo (una delle serie drammatiche familiari più durature nella storia della televisione americana), ha partecipato a fortunate pellicole come The Illusionist – L’illusionista assieme a Edward Norton, la commedia con Adam Sandler Io vi dichiaro marito e marito e la pellicola d’azione The A-Team.

 

            Tuttavia, è stata la sua prova in un film decisamente diverso che l’ha fatta conoscere al regista e appassionato di horror francese Pascal Laugier. “Come tante persone, anch’io l’ho notata in Non aprite quella porta”, rivela Laugier parlando del prodotto che è arrivato al primo posto del botteghino. “L’ho amata in quel progetto. Ho pensato che fosse favolosa e ho sempre desiderato lavorare con lei, tanto che rappresentava la mia prima scelta per I BAMBINI DI COLD ROCK”.  

 

            “Era una prospettiva eccitante”, sostiene la Biel della sua decisione di lavorare al progetto. “Certo, la violenza della precedente pellicola di Pascal era insostenibile. Ma penso anche che fosse realizzata benissimo, tanto che si vedeva che lui era in grado di raccontare una storia e in un modo mai visto prima. Mi ha spaventato, confuso, ammaliato e affascinato completamente. Ho pensato che questo tizio sapesse bene quello che stava facendo”.

 

            Per questo, la Biel vedeva un’opportunità unica nella sceneggiatura anticonvenzionale di Laugier. “Julia Denning era un personaggio incredibile e complesso e la sceneggiatura era affascinante”, rivela l’attrice. “Ero conquistata mentre la leggevo e la storia si intrecciava su se stessa. Non riuscivo a capire cosa sarebbe successo in seguito ed è questo che mi piaceva molto. E’ il tipo di film che andrei a vedere”. 

 

             “Pascal mi teneva sulla giusta rotta, ma mi ha fatto anche sudare”, ricorda la Biel parlando della produzione. “Quando ero esausta perché avevamo fatto 20 ciak di una scena, lui me ne chiedeva altri cinque, perché è qui che si trova una perla, in questi momenti in cui ti lasci andare. Ha preteso molto dal punto di vista creativo, ma sapevo che sarei stata orgogliosa del risultato”.

 

            Un’atleta naturale, l’attrice svolge personalmente molti dei suoi stunt. “La vera sfida è eseguire questi stunt rimanendo nel personaggio. Non si tratta di una stella d’azione, non è una campionessa di arti marziali. E’ semplicemente un’infermiera, una donna normale. Quindi, doveva essere un’azione particolare”.  

 

            Per questa ragione, la Biel ha lavorato a stretto contatto con la coordinatrice degli stunt, Gaelle Cohen. Una veterana con quindici anni di esperienza e oltre 60 titoli al suo attivo, la Cohen aveva già lavorato con Pascal Laugier a Martyrs. “Lo spirito di questa pellicola è molto diverso, non si tratta di un film horror”, rivela la Cohen. “Ma in un certo senso l’azione è simile. Non ci sono elementi fantasy o di arti marziali, nessuna coreografia alla Jackie Chan. Doveva essere tutto molto realistico”.

 

Per prepararsi, la Cohen ha osservato tutti i film precedenti della Biel e in particolare le sue performance più complesse dal punto di vista fisico. “La prima cosa che ho notato è che è molto atletica. E’ una ballerina, un’acrobata e ha fatto ginnastica. Si può vedere la sua preparazione in ogni movimento che fa. Lei ha un corpo adatto per eseguire i suoi stunt e i suoi combattimenti. Quindi, la sfida era di farle perdere la forma che aveva. Dovevo far sì che lei si muovesse e combattesse come una donna che non aveva mai lottato in vita sua. Doveva dimenticare tutto e ascoltare quello che le dicevo, anche i minimi dettagli”.

 

“Gaelle è una coordinatrice degli stunt incredibile, una delle migliori con cui abbia mai lavorato”, sostiene la Biel. “Lei capisce come si muovono le donne, visto che lo è. Non ci sono tante donne che fanno questo lavoro, quindi è stato bellissimo lavorare con lei. Mi ha fatto sentire protetta e sicura, ma mi ha anche incoraggiato, motivato e ispirato a raggiungere i nostri obiettivi”.

 

“Quando abbiamo terminato, le ho detto che poteva diventare una delle mie stuntwomen”, scherza la Cohen. “E’ brava come loro”.

 

La Cohen non è l’unica a complimentarsi con la Biel. Tutt’altro che la classica diva sul set, si è dimostrata disponibile con tutta la troupe e ha aiutato ogni volta che ha potuto, un fatto apprezzato da una squadra ridotta che lavorava in una location remota. “Non credo che ci siano parole adatte a descriverla”, sostiene il direttore della fotografia Kamal Derkaoui. “Lei manteneva sempre i piedi per terra e ha reso il nostro lavoro facilissimo”. Il regista Pascal Laugier sostiene invece che “si tratta dell’attrice più famosa con cui abbia mai lavorato e senza dubbio la più semplice. Fa veramente gioco di squadra”.  

 

“E’ semplicemente il modo in cui vivo la mia vita, faccio lo stesso anche nel lavoro”, sostiene la Biel. “Soprattutto quando siamo lontani da casa, più a nostro agio ci troviamo tra di noi, più semplice diventa lavorare insieme”.

“Se mi sento a mio agio, posso essere agevolata nel recitare di fronte a tante persone che non conosco bene”, spiega l’attrice. “Se loro si trovano bene con me, possono chiedermi le cose di cui hanno bisogno. Io voglio parlare con il direttore della fotografia e con i macchinisti. Questo ci ha permesso di rendere il procedimento più semplice, nonostante dovessimo affrontare delle scene impegnative e con poco tempo a disposizione. Noi dovevamo affidarci l’uno dall’altro per il bene del film ed è quello che è avvenuto”.


STEPHEN MCHATTIE NEI PANNI DEL TENENTE DODD

 

 

            Nei panni del tenente Dodd, Stephen McHattie rappresenta il contraltare di Julia Denning, un rigoroso agente federale incaricato di risolvere il mistero dei bambini scomparsi a Cold Rock.

 

            “Lui si trova da solo”, sostiene McHattie parlando di Dodd. “E’ una sorta di straniero in città, l’osservatore esterno. Non sappiamo mai esattamente da che parte stia, se è un nemico o una persona al servizio della verità”.

            Un veterano caratterista, il canadese McHattie è apparso in un numero infinito di produzioni hollywoodiane nel corso della sua carriera quarantennale, tra cui dei successi recenti come Watchmen, L’albero della vita e A History of Violence. Per i realizzatori, era una scelta perfetta per interpretare quest’uomo di legge imperscrutabile.

 

            “Quando io e Pascal discutevamo il ruolo del tenente Dodd, ho proposto Stephen”, sostiene il produttore Clément Miserez. “Desideravo lavorare con lui da tempo e siamo stati molto fortunati ad averlo”.

 

“Stephen McHattie è un grande attore canadese, in circolazione da moltissimo tempo”, concorda il produttore Kevin DeWalt. “Il suo nome magari non è molto conosciuto fuori dai confini nazionali, ma il suo volto invece sì… Era una grande opportunità per noi e per lui di mostrare il suo valore”.

 

            Tuttavia, McHattie non conosceva bene il lavoro di Laugier, così come il film che lo ha lanciato, Martyrs. “Ho chiesto a Pascal informazioni in merito e lui mi ha risposto di non vederlo”, scherza McHattie. “Mi ha detto che non mi sarebbe piaciuto!”.

 

            L’interesse di McHattie nel progetto era legato alla sceneggiatura di Laugier. “Semplicemente, si trattava di uno script fantastico”, sostiene l’attore. “Per me, la storia parlava soprattutto dei rapporti di classe, era un film sociale travestito da thriller. Per il mio personaggio, l’outsider Dodd, si tratta di capire da che parte stare e per cosa lottare”.

 

            Anche Pascal Laugier era contento dell’opportunità di lavorare con il veterano. “Stephen è un attore fantastico”, afferma il regista. “E’ veramente simile al personaggio che avevo in mente, è incredibile… Mi ricorda un attore come Spencer Tracy. L’ho menzionato a Stephen quando gli parlavo del personaggio. ‘Sei un tipo silenzioso e carismatico, che ne sa un po’ di più rispetto agli abitanti del luogo e che talvolta rappresenta il punto di vista del pubblico’. E’ così che abbiamo affrontato la parte”.

           

            “Pascal continuava a dire ‘Spencer Tracy… Giorno maledetto’”, rivela McHattie, citando il classico noir del 1955 in cui il personaggio di Tracy, John Macreedy è alla ricerca di un uomo scomparso in una cittadina isolata, negli Stati Uniti del sudovest. “Penso di aver capito cosa volesse e spero di averlo fornito”, scherza l’attore.  

 

In questo caso, la sfida maggiore era rappresentata dallo status di outsider del personaggio nel mondo fittizio di Cold Rock, uno straniero rispettato e temuto, un uomo indispensabile, ma che deve conquistarsi la fiducia degli abitanti.

 

“Ho un rapporto strano con tutti gli altri personaggi della pellicola”, spiega McHattie. “In tante pellicole formi dei rapporti con gli altri personaggi e li sviluppi andando avanti. In questo, ero isolato per via della natura del mio ruolo. Era la cosa più difficile, ma spero che abbia contribuito alla particolarità del film”.


 

JODELLE FERLAND NEI PANNI DI JENNY

 

            Nel ruolo di Jenny, Jodelle Ferland interpreta una ragazzina, testimone silenziosa dei drammatici eventi che accadono intorno a lei. Sebbene sia incapace di parlare, è comunque coinvolta in questa paranoia contagiosa e si ritrova ad affrontare un’autentica minaccia, che tiene Cold Rock con il fiato sospeso. Vivendo con la madre e la sorella maggiore in un campeggio di roulotte (dove fa amicizia e viene aiutata dal personaggio di Jessica Biel, Julia Denning), Jenny è prigioniera del suo misero mondo e del fatto di essere legata al mistero dell’Uomo alto.

            “Visto che Jenny non parla, nessuno fa molta attenzione a lei”, rivela la Ferland descrivendo il suo personaggio. “Ma è molto più intelligente di quanto non credano le persone. Anche se non dice nulla, osserva quello che la circonda e sa bene quello che avviene. Lei ha capito tutto fin dall’inizio, ma noi lo comprendiamo soltanto alla fine”.

 

            Nata a Nanaimo, nella Columbia britannica, la Ferland ha iniziato a lavorare nelle pubblicità quando ancora era una bambina e ha esordito in un film a quattro anni, nei panni di Desi Gill nel prodotto televisivo Mermaid. Ha ricevuto una candidatura ai Daytime Emmy per la sua prova, rendendola una delle candidate più giovani nella storia del premio. Nel 2010, è entrata a far parte di un fenomeno mondiale quando ha interpretato Bree Tanner, la vampira neonata in Twilight: Eclipse.

 

            “Recitavo da quando avevo due anni, quindi posso dire di averlo fatto per quasi tutta la mia vita”, afferma la Ferland. “Ma non mi sarei mai aspettata di poter lavorare in un film di Twilight. Questo ha aiutato molto la mia carriera”.

 

Nonostante questa esperienza importante, la Ferland sostiene che il suo approccio al cinema non sia cambiato. “I film e i ruoli sono tutti diversi, quindi deve essere differente anche l’approccio”. Per I BAMBINI DI COLD ROCK, la sua sfida era riuscire a ritrarre in maniera efficace un personaggio in grado di esprimersi senza parole.

 “Dovevo assicurarmi che lei non apparisse assolutamente debole, solo perché non parla”, sostiene la Ferland. “E’ stato strano esprimere le mie sensazioni e i miei pensieri senza dire una parola. Ho dovuto trovare il modo di riuscirci”.

            Anche se il regista Pascal Laugier è rimasto ammirato dal lavoro della Ferland in Twilight, ha notato per la prima volta la giovane attrice dopo averla vista in Silent Hill, l’horror del 2006 in cui lei interpretava tre personaggi differenti.

 

“Christophe Gans, un amico stretto di Pascal, ha diretto quella pellicola”, nota il produttore Clément Miserez. “Sono sicuro che non si tratti di una coincidenza. In effetti, credo che lui sognasse di lavorare con lei da diverso tempo”.

 

“Penso che Christophe mi abbia consigliato per la parte”, scherza la Ferland. “Considerando che aveva lavorato con me, credo che abbia messo una buona parola”.
            L’attrice comunque ha apprezzato entrambi i registi. “Si assomigliano un po’ a livello stilistico, ma in generale sono molto diversi. E’ stato fantastico lavorare con Pascal. Amo il fatto che lui sappia esattamente come verrà fuori una scena”, sostiene l’attrice. “Ha veramente un talento fantastico per portare sullo schermo le sue fantasie, riuscendo a renderle concrete”.

 

La Ferland rende anche merito alla sua collega Jessica Biel per averla aiutata a portare in vita il personaggio di Jenny. “Ero veramente eccitata di incontrarla e di fare il film assieme”, rivela la giovane interprete. “Il mio ruolo era difficile, ma lei mi ha aiutato molto e insieme siamo riusciti a portarlo sullo schermo. I personaggi di Jenny e Jessica sono amici nel film, quindi dovevamo lavorare su questo aspetto e la presenza di Jessica mi ha aiutato molto”.

 

“Lavorare con Jodelle è stato fantastico”, afferma decisa la Biel. “E’ un’ottima attrice. E’ molto bella, misteriosa, dolce, amabile e professionale. E’ decisamente saggia per la sua età”.

 

“Jodelle è la ragazza più dolce con cui abbia mai lavorato”, sostiene Laugier. “Probabilmente, era uno dei componenti della troupe più esperti, considerando che ha iniziato la sua carriera molto giovane. Non ho mai incontrato una giovane attrice come lei, il suo contributo è stato impagabile”.

 

“E’ veramente una stella in ascesa”, sostiene il produttore Kevin DeWalt. “Ora che ho lavorato con lei, non ho più dubbi”. Anche Clément Miserez è d’accordo. “credo che avrà una carriera incredibile. E’ veramente molto brava”.

NEI BOSCHI: LE RIPRESE DE I BAMBINI DI COLD ROCK

 

Dopo aver scelto il cast e la troupe, le riprese de I BAMBINI DI COLD ROCK sono iniziate a settembre del 2010 a Nelson, nella Columbia britannica. Una pittoresca cittadina mineraria nei pressi della catena montuosa di Kootenay, Nelson e le cittadine circostanti di Ymor e Salmo rappresentavano la location perfetta per la sceneggiatura di Pascal Laugier.

 

“L’aspetto della Columbia britannica era veramente simile a quello che avevo in mente mentre scrivevo la storia”, rivela Laugier. “La prima volta che ho visitato la zona, ho capito che sarebbe stata perfetta per il film”.

 

Poco abituata a ospitare delle troupe cinematografiche, Nelson è apparsa in precedenza nella commedia romantica del 1987 con Steve Martin e Daryl Hannah Roxanne e nella pellicola drammatica di Scott Hicks del 1999 La neve cade sui cedri. Ma aver ospitato pochi film girati nella zona ha contribuito all’aspetto unico de I BAMBINI DI COLD ROCK. “E’ incredibile”, sostiene il produttore Kevin DeWalt. “Le persone che la vedranno si chiederanno dove diavolo si trovi. E’ questo il vantaggio. Ma è stata una sfida anche a livello logistico, dovendo portare persone e attrezzature in una zona remota come questa”.

 

I 49 giorni di riprese del film ruotavano soprattutto intorno alle esigenze dello scenografo, Jean Carrière. “Abbiamo organizzato tutto per dargli il tempo di costruire i set”, spiega il produttore Clement Miserez. “Ha deciso lui il programma di lavoro, dicendoci quali set voleva fossero costruiti per primi”.

 

            “Jean ha svolto un lavoro fantastico”, sostiene Laugier. “C’erano quasi trenta location diverse nella pellicola. In parte è un film fatto di inseguimenti, quindi la protagonista corre da un punto all’altro per salvare suo figlio. Questo significava dover costruire tante cose. Inoltre, voleva dire molti trasferimenti per la troupe, i camion e l’attrezzatura, un’ulteriore difficoltà. Ma Jean ha svolto un lavoro fantastico. Ciascuna di queste location sembra cinematografica ed eccitante, ma anche assolutamente concreta”.

Carrière, che aveva già lavorato assieme a Laugier per Martyrs, era molto metodico nel suo approccio verso il lavoro. Anche se tante location sono state trovate nei paraggi, diverse di esse sono state modificate pesantemente (in maniera concreta, digitale o in entrambi i modi), mentre altri set principali sono stati costruiti completamente da zero per venire incontro allo stile di riprese di Laugier. Utilizzando dei piani sequenza molto lunghi, Laugier nelle scene fondamentali spesso segue l’azione mentre si svolge, spostando la cinepresa attraverso i diversi set (e talvolta anche tra gli interni e gli esterni). Per Carrière, questo significava costruire dei set adatti a questi movimenti di macchina.  

 

“Pascal è un regista molto esigente e accurato nel modo in cui gira i suoi film”, spiega Carrière. “Lui vede tutta la pellicola nella sua testa prima di iniziare e sa esattamente dove si troverà la cinepresa. Quindi, era importante pianificare e costruire i set in maniera molto precisa… Uno scenografo non ha spazio per improvvisare quando deve lavorare con Pascal e il suo stile di riprese”.

 

Per collaborare con Laugier, il lavoro di Carrière è stato pianificato a lungo, visto che bisognava cogliere tanti piccoli particolari. “Noi volevamo che i colori fossero desaturati, con dei verdi e dei blu monocromatici”, nota lo scenografo, passando dalle distese di pini alle montagne Kootenay.

 

“Tra i protagonisti del film ci sono le montagne e i boschi”, spiega Carrière. “Volevamo assolutamente dare l’impressione di trovarci in una vallata, circondata da montagne e alberi, come se fosse un recinto. Insomma, Cold Rock deve rappresentare una prigione per i personaggi”. 

 

            Per creare gli ambienti esterni di Cold Rock, lo scenografo e il regista hanno utilizzato la città di Ymir, attraversata da una sola strada, arricchendo l’aspetto che si vede sullo schermo con delle facciate concrete e delle aggiunte digitali. “Metà della città non è reale”, sostiene Carrière. “Non esiste”.   

 

In maniera simile, Carrière ha messo assieme dei cambiamenti concreti e digitali per trasformare un ex ospedale nella miniera abbandonata che si vede nel film, così come uno spazio industriale (un ex garage) nella tavola calda della città. “Abbiamo costruito tutti gli interni di quel set, per poi arredare l’esterno con un’insegna, in modo da dar vita a quella tavola calda”, ricorda Carrière. “Insomma, tutto questo significava molto di più che scegliere delle semplici location”.   

 

Due delle maggiori sfide consistevano nel creare dei set adatti al bisogno di Laugier di riprendere tutta l’azione con un unico piano sequenza. In una scena, la camera del regista si sposta attraverso una porta nascosta in un seminterrato e dentro una caverna della miniera abbandonata. “Invece di costruire un tunnel sul teatro di posa, abbiamo costruito il seminterrato nel vero tunnel della miniera”, spiega Carrière. Per realizzare un’altra sequenza, in cui seguiamo Jessica Biel dall’interno della sua casa mentre insegue il figlio rapito nella notte, c’è stato bisogno di un lavoro supplementare.

 

“Abbiamo dovuto costruire l’intera casa da zero”, rivela Carrière. “Visto che Pascal desiderava realizzare un’inquadratura senza stacchi tra l’interno e l’esterno, abbiamo dovuto creare queste stanze, delle dimensioni di un teatro di posa, all’interno di una casa normale e nella location”.  

 

“Questa è la sfida per uno scenografo”, prosegue Carrière. “Non si tratta soltanto di ideare dei set, ma di crearli per dar vita a delle storie. Devono essere perfetti per la visione di un regista. Tutte queste inquadrature che Pascal aveva in mente dovevano essere preparate e poi inserite nelle scenografie”.

 

Laugier doveva anche lavorare a stretto contato con il direttore della fotografia, con cui collaborava per la prima volta, Kamal Derkaoui, nella previsualizzazione e nella realizzazione delle sequenze più complicate della pellicola. “Quando giro negli Stati Uniti, di solito mi chiedono di fare tutto in maniera molto convenzionale”, rivela Derkaoui. “Ma il modo in cui Pascal prepara le inquadrature, è assolutamente nuovo per me”.  

 

“Nella stessa scena, abbiamo una steadicam fluttuante, con uno stile molto da camera a mano, un dolly molto accurato e una folle inquadratura dall’alto… e tutto senza interruzioni”, spiega Derkaoui. “L’ho visto fare nei suoi film precedenti e funziona benissimo. Tecnicamente non dovrebbe e invece è perfetto. E’ questo che rende il suo stile così particolare”.  

 

Sebbene questo stile possa sembrare pianificato meticolosamente, in particolare le sequenze d’azione, Laugier è molto spontaneo sul set, tanto da arrivare a improvvisare, cogliendo delle sequenze in maniera naturale mentre avvengono davanti a lui.

 

“La vita è più sorprendente di qualsiasi sceneggiatura”, afferma il regista. “Ho realizzato il mio primo film, Saint Ange, controllando tutto. Gli imprevisti sul set erano il mio nemico… Ora sono in grado di far entrare nei miei film la vita reale, che così diventano più liberi, selvaggi e inattesi, insomma più realistici. Trovare il giusto equilibrio tra il controllo e l’improvvisazione è quello che sto cercando di fare ora”.  

 

Un progetto pensato per la prima volta in un appartamento di Parigi nel 2005, di cui sono terminate le riprese nel novembre del 2010, mentre l’inverno si avvicinava a Nelson, con il suo mondo fittizio di Cold Rock. Assieme al suo montatore Sébastien Prangère e alla squadra di effetti speciali Laugier ha aggiunto quattro mesi di postproduzione per terminare la pellicola.  

 

Per la troupe il successo maggiore nelle riprese consisteva nel portare sullo schermo la visione che Pascal Laugier aveva della pellicola e magari andare anche oltre. “Ho conosciuto Pascal durante il nostro primo viaggio per trovare le location”, ricorda Kevin DeWalt. “Era molto appassionato quando parlava della sua visione e del modo in cui voleva portarla in scena. A quel punto, aveva terminato i disegni preparatori, utili per capire l’aspetto e le sensazioni… Così, avevo capito quest’uomo. Lui sapeva quello che voleva. Ora che abbiamo terminato le riprese, se torniamo ai disegni originali, posso dire che il film è proprio così”.

 

“Se ho svolto bene il mio lavoro, dovrebbe essere un film appassionante”, sostiene Laugier. “Spero che contenga diversi livelli, in grado di sorprendere il pubblico. Ma allo stesso tempo, la mia speranza è che rimanga nella testa degli spettatori e che loro ci riflettano dopo essere usciti dal cinema”.

 

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IL CAST

 

 

JESSICA BIEL – Julia Denning

E’ diventata una delle attrici protagoniste più richieste a Hollywood. Ha ottenuto grandi consensi per la sua partecipazione a L’illusionista (The Illusionist) assieme agli attori candidati all’Oscar Edward Norton e Paul Giamatti. Entertainment Weekly ha scritto che “Jessica Biel ha eseguito il suo trucco migliore, trasformarsi in una duchessa austriaca di fine ottocento e in un’attrice seria di film d’essai”. 

 

Recentemente, ha lavorato alla pellicola della New Line Cinema piena di star, Capodanno a New York (New Year’s Eve), in cui le vite di diverse coppie e single si intrecciano con le celebrazioni del Capodanno a New York. La Biel ha recitato assieme a Halle Berry, Lea Michele, Ashton Kutcher, Robert De Niro, Sarah Jessica Parker, Michelle Pfeiffer, Hilary Swank, Sofia Vergara e Zac Efron.

 

Da poco, è uscita la versione di Len Wiseman di Total Recall – Atto di forza (Total Recall), in cui ha lavorato al fianco di Colin Farrell, Kate Beckinsale e Bryan Cranston.

 

In precedenza, ha terminato le riprese della commedia Quello che so sull’amore (Playing for Keeps), con Gerard Butler, Catherine Zeta-Jones, Dennis Quaid e Uma Thurman. Il film, diretto da Gabriele Muccino, racconta le vicende di un ex atleta professionista, che allena la squadra di calcio del figlio e non riesce a resistere alla tentazione rappresentata dalle mamme degli altri ragazzi.

 

Ha anche lavorato alla pellicola della 20th Century Fox The A-Team assieme a Bradley Cooper e Liam Neeson. Il film, basato sulla popolare serie televisiva, narra la storia di quattro veterani della guerra in Iraq, che tentano di discolparsi agli occhi dell’esercito statunitense, che sospetta abbiano commesso un crimine per il quale in realtà sono stati incastrati.

 

E’ apparsa nella commedia romantica di Gary Marshall Appuntamento con l’amore (Valentine’s Day) con Bradley Cooper, Jennifer Garner, Julia Roberts, Anne Hathaway e Jessica Alba. Il suo personaggio è una PR sfortunata in amore.
Ha lavorato nella commedia romantica e malinconica Un matrimonio all’inglese (Easy Virtue) assieme a Colin Firth, Ben Barnes e Kristin Scott Thomas. In questa occasione, interpreta un’americana che è in costante conflitto con la sua nuova suocera (Scott Thomas), dopo aver frettolosamente sposato un giovane e ricco inglese durante un viaggio in Francia. La pellicola è basata sul testo teatrale di Noel Coward e adattata dallo sceneggiatore e regista Stephan Elliot. Un matrimonio all’inglese è stato presentato al Toronto Film Festival del 2008 ottenendo grandi consensi e ricevendo reazioni positive anche quando è stato mostrato ai prestigiosi Festival di Roma, Londra e Tribeca.

 

E’ apparsa nella commedia della Universal Io vi dichiaro marito e marito (I Now Pronounce You Chuck and Larry), con Adam Sandler e Kevin James. Questa pellicola ha esordito al primo posto del botteghino e ha ottenuto oltre 100 milioni di dollari ai botteghini americani.
Grazie al suo lavoro ne L’illusionista (The Illusionist), ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui l’Hollywood Life’s Annual Breakthrough Award, lo Shining Star Award sia al Giffoni Film Festival che al Maui Film Festival, così come il Breakthrough Performance Award alla 18ª edizione del Palm Springs International Film Festival.

 

Da bambina, voleva intraprendere una carriera come cantante e recitare nei musical. Ha partecipato a produzioni come Annie, Tutti insieme appassionatamente (The Sound of Music)e La bella e la bestia (Beauty and the Beast). Una bellezza naturale, è passata rapidamente all’attività di modella e alle pubblicità partecipando alla Conferenza annuale dell’International Modeling and Talent Association del 1994.
Quando ha esordito al cinema, a 14 anni, ha ottenuto grandi consensi nei panni della figlia ribelle nell’acclamata pellicola di Victor Nunez L’oro di Ulisse (Ulee’s Gold), che vedeva coinvolto il candidato all’Oscar Peter Fonda. Successivamente, è apparsa in A casa per Natale (I’ll Be Home For Christmas) della Disney con Jonathan Taylor Thomas; nella commedia romantica della Warner Bros. Il sogno di un’estate (Summer Catch), che vedeva impegnato Freddie Prinze Jr.; Le regole dell’attrazione (The Rules of Attraction) della Lions Gate Films per la regia di Roger Avary; il fortunato remake prodotto dalla New Line di Non aprite quella porta (The Texas Chainsaw Massacre); Blade: Trinity assieme a Wesley Snipes, Kris Kristofferson e Ryan Reynolds; Elizabethtown di Cameron Crowe, al fianco di Orlando Bloom, Kirsten Dunst e Susan Sarandon; e Stealth – Arma suprema (Stealth), con Josh Lucas e Jamie Foxx.

 

L’attrice ha collaborato con organizzazioni come Serving Those Who Serve, Best Friends Animal Sanctuary e la PETA. Recentemente, è stata onorata con il National Impact Award all’Heart of Los Angeles Gala del 2008 e in precedenza con il premio di giovane benefattrice dell’anno ai Golden Karma Award del 2006, tutto grazie al suo impegno umanitario.

 

 

STEPHEN MCHATTIE – Lieutenant Dodd

Stephen McHattie è apparso in The Watchmen per la Warner, che lo ha portato a ritrovare Zack Snyder, regista che lo aveva diretto nel blockbuster internazionale 300. Inoltre, ha lavorato anche a 2012, diretto da Roland Emmerich. Più di recente, lo abbiamo visto in Immortals,per la regia di Tarsem Singh. Tra i suoi film troviamo Poor Boy’s Game assieme a Danny Glover (diretti da Clement Virgo) e The Time Keeper, al fianco di Roy Dupuis, che gli è valso una candidatura ai Jutra. Ha anche recitato nei panni del leggendario allenatore di hockey su ghiaccio Dick Irvin in The Rocket: The Maurice Richard Story, un’interpretazione che nel 2007 gli è valsa il Genie Award. 

 

Un veterano impegnato in più di 50 film e 100 prodotti televisivi, ha interpretato l’inquisitore ne L’albero della vita (The Fountain) di Darren Aronofsky, mentre ha recitato in A History of Violence, accanto a Viggo Mortensen, per la regia di David Cronenberg; L’ultima porta (The Lazarus Child) con Andy Garcia e Secretary al fianco di Maggie Gyllenhaal, diretti da Steven Shainberg. Altri ruoli memorabili comprendono Twist; Geronimo di Walter Hill; Belizaire The Cajun; Salvate il Gray Lady (Gray Lady Down); Un piedipiatti a Beverly Hills 3 (Beverly Hills Cop III) e The Dark. Ha anche partecipato a Pontypool – Zitto o muori (Pontypool) di Bruce McDonald, che è stato presentato al Toronto Film Festival del 2008 e che gli è valso una candidatura ai Genie Award come miglior attore protagonista.

 

In televisione, ha avuto un ruolo ricorrente nella serie Haven per la Syfy e in Happy Town della ABC. E’ stato coinvolto in cinque miniserie importanti, tra cui Moby Dick, al fianco di William Hurt e Diamonds assieme a James Purefoy. E’ stato protagonista di The Summit, un thriller internazionale con Christopher Plummer e Bruce Greenwood; XIII della NBC, interpretato da Stephen Dorff e Val Kilmer, e Guns della CBC con Elisha Cuthbert e Colm Feore. Tra i suoi altri lavori importanti, ci sono Killer Wave; Would Be Kings; Trojan Horse; quattro film della serie di Four Jesse Stone per la CBS with Tom Selleck e Absolution.

 

Nel 1995, ha ricevuto il Gemini Award come miglior attore protagonista in un film per la televisione grazie a Life With Billy (CBC). E’ stato un membro regolare nelle serie Cold Squad; Emily of New Moon della Cbc; La bella e la bestia (Beauty and the Beast) e Scene of the Crime della CBS. Altri impegni memorabili in televisione sono stati quelli in Fringe; X-Files; Seinfeld e Law & Order – I due volti della giustizia (Law and Order), così come nel film per il piccolo schermo Colorado (Centennial) e nei panni del protagonista di James Dean della NBC. Ha anche ricevuto una candidatura ai Gemini grazie alla serie I misteri di Murdoch (Murdoch Mysteries).

 

Ha esordito a Broadway in The American Dream nel 1968 ed è stato membro del leggendario Phoenix Theater, così come del Circle in the Square. Ha ricevuto un Obie Award per Mensch Meier e la candidatura ai Drama Desk per Ghetto al Manhattan Theatre Club.

 

Nato in Nuova Scotia, Canada, ora vive poco fuori Toronto assieme alla moglie, l’attrice Lisa Houle, e i loro figli Isobel, Duncan e Tess.

 

 

WILLIAM B. DAVIS – Sceriffo Chestnut

William B. Davis è conosciuto soprattutto come ‘L’uomo che fuma’ nella serie The X-Files, che gli ha permesso di essere votato miglior cattivo della televisione da parte dei lettori di Tv Guide ed essere definito “il cattivo più intrigante e affascinante” da parte della rivista Saturday Night. La sua importante carriera come attore e regista è iniziata a Toronto quando aveva 11 anni. In seguito, ha studiato in Inghilterra, alla London Academy of Music and Dramatic Art, per poi lavorare come regista freelance nei teatri di repertorio, oltre a dirigere il Dundee Repertory Theatre in Scozia. Successivamente, è passato al National Theatre of Great Britain, collaborando con Maggie Smith e Laurence Olivier. Nel 1965, Davis è tornato in Canada, dove è diventato direttore artistico del programma di recitazione inglese alla National Theatre School e in seguito fondatore del William Davis Centre di Vancouver. E’ anche apparso in tante pellicole assieme a star come Penelope Ann Miller, Martin Sheen, Anne Archer, Margot Kidder, Matthew Perry e Brian Dennehy. Sul piccolo schermo, è stato ospite di serie importanti come Human Target, Caprica e Supernatural.

 

JODELLE FERLAND – Jenny

L’importante carriera di Jodelle Ferland ormai va avanti da più di un decennio, con oltre 50 titoli tra cinema e televisione.

 

Nel 1998, all’età di quattro anni, il suo primo ruolo importante in Mermaid le è valso una nomination ai Daytime Emmy per la migliore interpretazione in uno Speciale per bambini e le ha fatto conquistare un Young Artist Award per la miglior prova in un film per la televisione. Nel 2004, è stata candidata a un Leo Award per la prova nella serie The Collector, oltre a diversi altri Young Artist Award dal 2003 al 2005. Jodelle ha raccolto delle nomination ai Genie e ai Saturn Award nel 2007 per la sua partecipazione a Tideland, per la regia di Terry Gilliam. Nel 2008, il lavoro al fianco di Sissy Spacek nel film della Hallmark PicturesOf Hollis Woods le ha fatto ottenere un Camie Award.

 

Conosciuta per il film Silent Hill, ha anche partecipato a Case 39 con Renée Zellweger, Wonderful World, al fianco di Matthew Broderick e, cosa più importante, al terzo film della serie di Twilight, Eclipse, che vede protagonisti Robert Pattinson e Kristen Stewart.  

 

Ultimamente, ha lavorato a pellicole come Quella casa nel bosco (Cabin In The Woods) di Joss Whedon e Drew Goddard, così come a Mighty Fine, in cui recita assieme a Chazz Palminteri e Andie MacDowell.

 

Quando non si trova sui set cinematografici, si tiene impegnata recitando in serie televisive e prestando la sua voce per prodotti di animazione.  

 

 

SAMANTHA FERRIS – Tracy

Samantha Ferris è nata a Vancouver e ha iniziato la sua carriera come giornalista specializzata nelle previsioni del tempo. La svolta è arrivata grazie alla pellicola Nella morsa del ragno (Along Came A Spider) con Morgan Freeman e Monica Potter per la Paramount Pictures.

 

E’ conosciuta soprattutto per la sua partecipazione a serie di fantascienza come Supernatural, V, The 4400, Stargate Sg-1 e Battlestar Galactica, ma si tratta soltanto di una parte delle sue numerose apparizioni televisive, in cui figurano anche Human Target e l’acclamato film The Ranch della Showtime.

 

Sul grande schermo, si è fatta notare nel thriller passato al Sundance, Grace. Nella sua filmografia, troviamo anche Shattered – Gioco mortale (Shattered), Gray Matters e Icarus.


KATHERINE RAMDEEN – Carol

Katherine Ramdeen, nata a Edmonton, Alberta, amava recitare fin dall’asilo. Ha conquistato i ruoli da protagonista in tutte le recite scolastiche, così come degli ottimi voti e ha continuato a calcare i palcoscenici al liceo. All’epoca, non pensava di poter far diventare la recitazione un lavoro, quindi ha lasciato da parte la sua passione, preferendo impegnarsi per prendere una laurea in psicologia alla University of Alberta. Ma quando ha visto una versione musical di Frankenstein, la sua passione è tornata a farsi strada. Così, ha chiesto immediatamente ai suoi professori come poter diventare un’attrice. Le è stato consigliato di frequentare una scuola di recitazione, così ha fatto un provino per il prestigioso Studio 58 di Vancouver, nella Columbia britannica. 

 

Dopo essere stata accettata, ha studiato nell’impegnativo programma teatrale, conquistando la borsa di studio Beta Sigma Phi al primo anno. Nel secondo dei tre anni di cui era composto il programma, il suo interesse per la recitazione cinematografica e televisiva l’ha portata a cercare un agente e a iniziare la sua carriera cinematografica. Ha continuato a studiare con Daniel Bacon e Michael Coleman, così come con la regista e insegnante di altro livello Kate Twa, della Cucumber Satellite Theatre & Film Society.

 

Da quel momento, ha conquistato ruoli importanti in diversi cortometraggi indipendenti, tra cui Til Death Do Us Toby, diretto dalla giornalista della rivista Curve Gina Daggett, che è stato trasmesso nel programma Hot Pink Shorts del canale OUT, oltre a essere stata la protagonista del corto Bystanders di Jeremiah Andrew Benskin, una storia agghiacciante e coinvolgente, che affronta la violenza contro le donne nella nostra società.

 

E’ così che è arrivata a recitare nella pellicola I bambini di Cold Rock (The Tall Man) di Pascal Laugier. Grazie all’impegno e all’ambizione che mette nel suo lavoro, assieme a un fascino, onestà e amore genuini per questo mestiere, non c’è dubbio che questo sia soltanto l’inizio per Katherine.

 

 

COLLEEN WHEELER – Signora Johnson

Colleen Wheeler è una premiata attrice nata a Toronto, Ontario, che ora abita a Vancouver. Ha recitato in oltre 50 produzioni teatrali sui palcoscenici canadesi. Tra i titoli più importanti a cui ha lavorato, figurano La bisbetica domata (The Taming of the Shrew) e Le allegre comari di Windsor (The Merry Wives of Windsor) di William Shakespeare, You Are Here e A Beautiful View di Daniel MacIvor, e The Leisure Society di Francois Archambault. Al cinema e in televisione è stata impegnata con Better Than Chocolate, Finders Fee, Oltre i limiti (The Outer Limits), Cabin By The Lake e The New Addams Family. Da tempo, fa parte del consiglio di amministrazione del Bard on the Beach Shakespeare Festival di Vancouver e rappresenta una figura importante nel mondo degli artisti.

 

 

TEACH GRANT – Steven

Teach Grant è nato e cresciuto a Toronto, in Ontario, pescando e giocando a hockey con il padre. Ha iniziato a lavorare nel mondo del doppiaggio all’età di 12 anni e ha scoperto il teatro al liceo, per poi studiare arti teatrali e psicologia alla University of Ottawa. 

 

Si è trasferito a Vancouver nel 1996 e ha incominciato a recitare negli spettacoli teatrali della città. L’anno dopo, ha conquistato il suo primo ruolo da protagonista nella pellicola indipendente Limp, per poi apparire in oltre 40 produzioni televisive e cinematografiche, tra cui: Gunless del regista e sceneggiatore William Phillips; Devour – Il gioco di Satana (Devour) di David Winkler; e Gioventù violata (Fierce People) di Griffin Dunne.

 

Quando non si trova sul set, magari lo si può incontrare al lago con il suo amato cane Indie o sul ghiaccio a giocare a hockey con i Brightlight Pictures di Vancouver.

 

 

EVE HARLOW – Christine

Negli ultimi anni, Eve Harlow ha avuto una carriera notevole, lavorando in grandi produzioni come i film di Diablo Cody e Jason Reitman Juno e Jennifer’s Body; The Andromeda Strain di Ridley e Tony Scott; 2012 di Roland Emmerich; ma anche pellicole indipendenti, tra cui quelle selezionate al Vancouver International Film Festival Sheltered Life e Paul Pontius.

 

In televisione, è stata impegnata in un ruolo ricorrente in The Guard, dove era la figlia di David James Elliott. Grazie a questo impegno, è stata candidata a un Gemini Award per la miglior interpretazione di un’attrice non protagonista in una serie drammatica nel 2010, mentre nel 2009 si è aggiudicata il Leo Award. Ha recitato al fianco di Gail O’Grady in Vivere fino alla fine (Living Out Loud), Jennifer Beals ne La vita di Sarah (My Name Is Sarah) e Melissa Leo e Leisha Hailey nel pilota-spinoff di L-Word, The Farm. Di recente, ha anche lavorato a Caprica, Fringe e Shattered.

 

 

JANET WRIGHT – Trish

Nata a Saskatoon, in Saskatchewan, proviene da una famiglia di importanti attori canadesi. Ha collaborato, recitando o dirigendo, con tutte le maggiori compagnie teatrali canadesi, tra cui il prestigioso Stratford Shakespeare Festival, dove nel 2011 ha partecipato a Furore (Grapes of Wrath) e Le allegre comari di Windsor (Merry Wives of Windsor).
 
Al cinema, è stata impegnata ne La tempesta perfetta (The Perfect Storm, con George Clooney e Mark Wahlberg), nel remake del 2001 di Rollerball (assieme a LL Cool J) e più di recente per la pellicola della 20

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 Century Fox, Ramona And Beezus. Tuttavia, il pubblico mondiale la conosce soprattutto per il ruolo di Emma nella fortunata serie televisiva canadese Corner Gas, che viene trasmessa negli Stati Uniti dalla WGN. In televisione, ha avuto un ruolo ricorrente nella serie della CTV Whistler, oltre ad aver partecipato alla miniserie della ABC Kingdom Hospital e a Monk della USA.
 
Recentemente, è stata celebrata con un Gemini Award per la miglior interpretazione di un’attrice non protagonista in un programma drammatico o una miniserie, grazie a Betrayed, oltre ad aver vinto un Gemini e un Genie Award per Corner Gas e Bordertown Cafe.

I REALIZZATORI

 

 

 

 

PASCAL LAUGIER – Sceneggiatore, regista

Pascal Laugier fa parte della nuova ondata di giovani registi emergenti. Ha studiato cinema alla École Supérieure de Réalisation Audiovisuelle di Parigi. Poco dopo, ha diretto diversi cortometraggi e making of, tra cui Le Pacte des loups – Les Entrailles de la bête e Le Pacte des loups – Les Coulisses du tournage (2001). Laugier è conosciuto nel mondo per i suoi film horror, tra cui il notevole Saint Ange (2004) e il titolo che ha ridefinito i confini del genere, Martyrs (2008), che gli ha permesso di ricevere il Grand Prize of European Fantasy Film. Laugier possiede una personalità unica, con una visione e uno stile che sfidano le convenzioni. Il suo lavoro ne I bambini di Cold Rock (The Tall Man), mostra la sua capacità di tirar fuori da attori professionisti un’interpretazione migliore, grazie alla sua perspicacia registica.  

 

 

CLÉMENT MISEREZ – Produttore

Negli ultimi anni, il produttore Clément Miserez è emerso come uno dei giovani realizzatori francesi più prolifici. Nel 2009, ha fondato la Radar Films, una società di produzione innovativa dedicata a far crescere nuovi talenti all’interno dell’industria e a creare grandi film. Con un programma di progetti in lingua inglese (per lo più attraverso coproduzioni tra Canada e Francia), oltre a dei titoli destinati soprattutto al mercato francese, la Radar Films ora pensa di far uscire due-tre film all’anno.

Laureato all’Institut Supérieur de Gestion, Clément Miserez ha iniziato la sua carriera in televisione come assistente di produzione, per poi lavorare come produttore di programmi di successo, tra cui L’affiche e Tcm Aime Le Dvd per la TCM AOL Time Warner.   

 

Dal 2000, ha prodotto alcuni cortometraggi, come Ta Soeur di Martin Valente, 13 Min 13 Sec di Gilles Paquet Brenner, Eye Light di Stéphane Rybojad, Bloody Pizza di Michel Rodas e la commedia La Sortie Des Artistes di José Fosse, dando vita a una notevole organizzazione, in grado di raggiungere gli obiettivi artistici che si è posta la Radar Films. Inoltre, Miserez ha anche formato un gruppo di registi che ha coinvolto nella sua società e che comprende Pascal Laugier, Fabrice Duwelz, Christophe Campos e Yannick Dahan.

 

Ha iniziato la sua attività nel mondo del cinema nel 2006, come produttore associato della commedia d’azione di Gilles Paquet-Brenner e Cyril Sébas Gomez Vs Tavares. Come produttore, è stato coinvolto nel 2007 con il thriller di Paquet-Brenner Walled In – Murata viva (Walled In); La Loi De Murphy (Gaumont, 2009) di Christophe Campos e Faces in the Crowd – Frammenti di un omicidio (Faces in the Crowd) di Julien Magnat con Mila Jovovich. Assieme alla SND, ha coprodotto I bambini di Cold Rock (The Tall Man).


KEVIN DEWALT – Produttore

I successi di Kevin DeWalt lo hanno reso uno dei produttori canadesi più impegnati. E’ stato il vincitore del Chetwynd Award della Canadian Film and Television Production Association per l’eccellenza del suo lavoro, dell’Entrepreneur of the Year Award della Ernst and Young nel 2002 nella categoria dei mass media e del Centennial Volunteer Industry Leader award della Saskatchewan Motion Picture Association del 2005. Ha prodotto più di 50 tra film e progetti televisivi e ha contribuito allo sviluppo di quella che era una società di produzione regionale, facendola diventare un’organizzazione internazionale, che offre servizi in fase di produzione, postproduzione, effetti visivi e distribuzione internazionale.

 

Come produttore, ha svolto un ruolo fondamentale nel rendere l’industria canadese di cinema e televisione capace di creare progetti eccezionali ed esportabili, venduti in oltre 150 Paesi nel mondo. Tra i suoi lavori, ricordiamo la pellicola The Unsaid – Sotto silenzio (The Unsaid), un thriller psicologico con Andy Garcia e Teri Polo; Faces in the Crowd – Frammenti di un omicidio (Faces In the Crowd), che vedeva impegnati Milla Jovovich e Julian McMahon; la serie di documentari Odyssey On the Ganges; il film 3-D Hybrid e Ticket Out, con Ray Liotta e Billy Burke. Dolan’s Cadillac, la pellicola che aveva come protagonista Christian Slater e che era basata su un racconto di Stephen King, è entrata nella classifica dei 10 maggiori noleggi negli Stati Uniti. Grace invece è stato mostrato agli spettatori del Sundance Film Festival del 2009.

 

Kevin è stato produttore e produttore esecutivo di oltre 250 ore di televisione, che comprendono anche Prairie Giant: The Tommy Douglas Story della CBC, una delle miniserie di maggiore successo del network, The Englishman’s Boy (vincitore dell’importante Seoul Drama Award e di 6 Gemini Award nel 2008, tra cui quello per la miglior miniserie). Oltre all’impegno di produttore per la serie legale Just Cause per PAX e il W Network (22 episodi di un’ora), è stato produttore esecutivo della pellicola Falling Angels, del film per la televisione Betrayed del CBC, 26 puntate della serie di avventure per ragazzi 2030CE della YTV, altrettanti episodi della serie di viaggi My Global Adventure per il Life Network e 13 puntate di un’ora per la serie per ragazzi Mythquesttrasmessa dalla PBS negli Stati Uniti e dalla CBC in Canada.

 

Molto esperto nelle coproduzioni internazionali, ha sfruttato la sua esperienza per I bambini di Cold Rock (The Tall Man). La Minds Eye è anche stata coinvolta nella coproduzione francese Lullaby For Pi, un dramma romantico con Rupert Friend, Clémence Poesy e Forest Whitaker.

 

Riconosciuto per il suo contributo nell’industria, è stato presidente della Canadian Film and Television Production Association (CFTPA) e ha fatto parte del Consiglio della CFTPA National Training Program per otto anni. E’ anche stato presidente della International Quorum of Motion Picture Producers di Zurigo. Inoltre, è stato tra i fondatori della Saskatchewan Motion Picture Association (SMPIA) e attualmente è il presidente della Saskatchewan Film Producers Association. E’ sposato con tre figli e vive a Regina, in Canada.

 

 

 

 

JEAN-CHARLES LÉVY – Produttore

Con al suo attivo 20 anni di esperienza nell’industria, Jean-Charles Lévy ha cominciato come consulente economico per la Arthur Andersen, prima di passare al network televisivo francese TF1 per 10 anni, compresi i cinque passati come presidente di TF1 USA a Los Angeles. Ha svolto un ruolo fondamentale per dar vita alla joint venture tra TF1 e Miramax in Francia ed è stato responsabile per aver finanziato e prodotto tutti i film internazionali di TF1.  

 

Nel 2003, ha creato la sua società, la Forecast Pictures, con la quale ha finanziato e prodotto diversi film, tra cui O Jerusalem (con Ian Holm); Lontano dal paradiso (Far From Heaven, che vedeva protagonisti Julianne Moore e Dennis Quaid); The Contender (interpretato da Jeff Bridges, Joan Allen e Gary Oldman); Under Suspicion (che poteva vantare la presenza di Morgan Freeman e Gene Hackman); Walled In – Murata viva (Walled In, interpretato da Mischa Barton) e Celle Que J’aime (con Marc Lavoine e Gérard Darmon). 

 

Tra i suoi film più recenti, troviamo Lullaby For Pi, la pellicola d’esordio dello scrittore francese Benoît Philippon, con Rupert Friend, Forest Whitaker e Clémence Poésy, e Faces in the Crowd – Frammenti di un omicidio (Faces In the Crowd) di Julien Magnat, che vedeva protagonista Milla Jovovich.

 

Ultimamente, ha dato vita a Seberg di Stephen Hopkins; Hidden di Alain Berliner e Stonecliff di Jochen Freydank, regista vincitore dell’Oscar per il miglior cortometraggio nel 2009.

 

 

SCOTT KENNEDY – Produttore

Un veterano da trent’anni dell’industria cinematografica, Scott Kennedy ha cominciato la sua carriera come direttore della fotografia per prodotti di informazione, sport e documentari, così come per tanti acclamati film sugli sci di Warren Miller.

 

Nel 1987 ha fondato la Cactus Productions in 1987, che rapidamente è diventata una delle maggiori società di produzione pubblicitarie in Canada, con clienti come Canadian

Airlines, Esso e Kokanee Beer. La Cactus ha conquistato numerosi riconoscimenti internazionali per le sue pubblicità innovative. In questo periodo, Kennedy è rimasto coinvolto nella produzione di oltre 500 spot.

 

Nel 1995, è passato alla produzione di pellicole, fondando la Highwire Entertainment. A inaugurare il suo elenco di lavori, è arrivato il film della settimana della CBS A Dream Is A Wish Your Heart Makes: The Annette Funicello Story. Nel 1997, è stato produttore esecutivo del film dello sceneggiatore e regista Gary Burns Kitchen Party, con protagonisti Scott Speedman (Felicity) e Laura Harris (The Faculty). Nel 1998, ha prodotto Rupert’s Land, interpretato da George Wendt (Cin Cin), Samuel West (Casa Howard) e Ian Tracey (Da Vinci’s Inquest). La pellicola è stata candidata a cinque Genie Awards e ha ottenuto diversi Leo Awards, tra cui quelli per il miglior film e il miglior regista.

 

Nel 1999, è stato produttore esecutivo di Tail Lights Fade, con Denise Richards (Il mondo non basta), Elizabeth Berkley (Showgirls), Breckin Meyer (Go – Una notte da dimenticare) e Jake Busey (Contact). Dopo averlo mostrato all’American Film Market, Tail Lights Fade è stato rapidamente acquistato dalla Trimark Pictures, che lo ha distribuito negli Stati Uniti. Nel 2000, ha prodotto On the Nose, una coproduzione tra Irlanda e Canada, con protagonisti Dan Aykroyd (The Blues Brothers) Robbie Coltrane (La serie di Harry Potter, Cracker) e Brenda Blethyn (Segreti e bugie, Little voice – è nata una stella, L’erba di Grace).

 

Nel 2004, ha coprodotto una serie di animazione, Slim Pig, anche questa una coproduzione tra Irlanda e Canada.

 

Nel 2006, ha prodotto La vendetta ha i suoi segreti (Engaged To Kill)e l’anno dopo altri due, Terrore nel buio (Lost In the Dark) con Mae Whitman e Mortal College (Last House On Sorority Row), interpretato da Leighton Meester (Gossip Girl).

 

Inoltre, dal 2001, lavora per Film Finances come responsabile del controllo dei rischi economici per le produzioni del Canada occidentale.

 

STEVEN SCHNEIDER – Produttore esecutivo

Un ex critico e insegnante di cinema, laureato in filosofia alla Harvard University e alla University of London, così come in studi cinematografici alla New York University, il produttore Steven Schneider si è rapidamente fatto strada a Hollywood, diventando uno dei maggiori esperti nel campo delle pellicole di genere. Dopo essere stato autore e curatore di numerosi libri sul cinema e l’horror, Schneider si è trasferito a Los Angeles per inseguire una carriera come produttore. Dopo l’enorme successo di Paranormal Activity nel 2009, un prodotto che ha contribuito a portare sullo schermo, Schneider ha rapidamente messo assieme una serie impressionante di pellicole e serie televisive, dirette da registi importanti, tra cui Insidious (2011) di James Wan, The Bay (2011) di Barry Levinson, L’altra faccia del diavolo (The Devil Inside, 2011) di William Brent Bell, Area 51 (2012) di Oren Peli, The Lords of Salem (2012) di Rob Zombie e, nel 2011, il pilota della ABC/DreamWorks Television The River. Attualmente, sta sviluppando progetti per major come Warner Bros. Pictures e Paramount Pictures.

 

THIERRY DESMICHELLE – Produttore esecutivo

Thierry Desmichelle ha frequentato una scuola di economia e ha iniziato la sua carriera di produttore di film francesi quando aveva 20 anni. Nel 1986, ha lavorato con la Warner Bros, quattro anni più tardi con il Tectis Group e nel 1993 con la Cinram come responsabile delle vendite. Nel 1996, è entrato nel M6 Group come responsabile della SND, per poi diventare amministratore della M6 Interactions.

 

LIONEL UZAN – Produttore esecutivo

Lionel Uzan è entrato nella SND nel 2002, come responsabile delle acquisizioni. Dal 2008, è diventato responsabile delle vendite e delle acquisizioni internazionali. Inoltre, è responsabile delle produzioni cinematografiche della SND. Prima di entrare nella SND, Lionel Uzan era responsabile delle acquisizioni cinematografiche della M6. 

 

 

KAMAL DERKAOUI – Direttore della fotografia

Kamal Derkaoui è un premiato direttore della fotografia, con oltre 30 pellicole al suo attivo. Nato in Marocco, è cresciuto a Lodz, Polonia, dove i suoi genitori frequentavano la scuola di cinema. Accompagnando il padre sui set e nelle location, ha sviluppato un interesse precoce e una passione duratura per il cinema. Dopo aver terminato il liceo, ha studiato direzione della fotografia in una delle più prestigiose scuole di cinema del mondo, la VGIK, in Russia. Lì, Vadim Yusov, il leggendario direttore della fotografia di Andrei Tarkovsky, lo ha preso sotto la sua ala protettiva. Sei anni più tardi, nel 1994, ha ottenuto la laurea con lode nel corso di direzione della fotografia.

 

Nella sua filmografia, troviamo Entre hier et demain; Andalousie mon amour; Treasure Buddies, Supercuccioli a Natale (Santa Buddies), Snow Buddies – Avventura in Alaska (Snow Buddies)e Supercuccioli nello spazio (Space Buddies), entrambi per la Walt Disney Productions); L’enfant Cheikh; Demain des l’aube; Chroniques blanches; Playing For Keeps; Secret Society; Ou vas-tu Moche; Judicial Indiscretion; Love Is the Best Medicine; Deux femmes sur la route; Seeking Fear; Mckids; La chambre noire; Le fil rouge; Les aveux d’un père; I nuovi gangster (Crossing); Betraying Reason e Firefight.

 

Inoltre, si è occupato di 60 spot pubblicitari lavorando in Europa, America del nord e Africa, così come di diverse serie televisive, tra cui la popolare produzione canadese Robson Arms. Ha ottenuto riconoscimenti nei festival di tutto il mondo e premi per la miglior direzione della fotografia in manifestazioni come l’All African Film Festival (2008) e il Moroccan International Film Festival (2007) per la coproduzione marocchina-canadese Ou vas-tu Moche

 

Sempre come direttore della fotografia, nel 2005 è stato candidato ai LEO Awards e ai CSC Awards (Canadian Society of Cinematographers) per Robson Arms; nel 2000 ha vinto all’International Film Festival di Atene, nel 1998 all’Arab Screen Independent Film Festival di Londra e nel 1998 al Casablanca International Film Festival per Le Dernier Spectacle di Nordine Lakhmari; nel 1999 è stato nominato al Qatar Festival, mentre ha vinto nel 1998 al Casablanca International Film festival ed è stato candidato all’All Africa Film Awards grazie a Femme… Et Femmes di Saad Chraibi. Infine, nel 2001 Award ha contribuito alla pellicola vincitrice al Festival Vues d’afrique Soif di Saad Chraibi.

 

 

JEAN ANDRÉ CARRIÈRE – Scenografie

Negli ultimi 25 anni, Jean Carrière ha lavorato come set designer, art director, scenografo, regista e produttore. Nel 1999, ha fondato la D-Vision Productions, con lo scopo di sostenere i suoi colleghi nel loro lavoro. Laureato alla University of Montreal, ha lavorato nelle pubblicità e nei prodotti multimediali, ha arredato dei ristoranti, dei locali e diverse aziende commerciali in molte città canadesi. Ma la sua passione principale sono le scenografie per il cinema e la televisione, con oltre 35 progetti al suo attivo.

 

Ha lavorato come scenografo a pellicole come Territories (2009) di Olivier Abbou, Enter The Void (2008) di Gaspar Noe, Nemico pubblico N. 1 – L’ora della fuga (Mesrine, 2007) di J.F. Richet, Martyrs (2007) di Pascal Laugier, Growing Pains (2001) di Alan Metter e Ultimate G’s (2001) di Keith Melton. E’ stato art director di Guy-X (2004) di Saul Metzstein, Gospel of John (2003) di Philip Saville, No good deed – Inganni svelati (No Good Deed, 2001) di Bob Rafelson, Rollerball (2000) di John McTiernan e Blackheart (1999) di Erik Canuel. Inoltre, ha collaborato come set designer a Veritas (2001) di Brian Spicer, Redeemer (2000) di Graeme Clifford, La guerra di Varian (Varian’s War, 2000) di Lionel Chetwynd, Il processo di Norimberga (Nuremberg, 1999) di Yves Simoneau, Sleepy Hollow (1999) di Pierre Gang, P.T. Barnum (1999) di Simon Wincer; Laura Cadieux II (1999) di Denise Filiatrault, Isn’t She Great (1998) di Andrew Bergman, The Eye – lo sguardo (Eye of the Beholder, 1998) di Stephan Elliott, Babel (1998) di Gerard Pullicino, Sci-Fighters (1996) di Peter Svatek e Screamers – urla dallo spazio (Screamers, 1995) di Christian Duguay.

 

 

GAELLE COHEN – Coordinatrice degli stunt

Gaelle Cohen è una coordinatrice degli stunt e stuntwoman nota nel mondo, che ha collaborato a oltre sessanta produzioni cinematografiche e televisive. Nata e cresciuta in Francia, si è laureata in legge prima di iniziare un’invidiabile carriera nell’industria dell’intrattenimento. Ex componente della squadra nazionale francese di scherma, ha iniziato nel 1995 partecipando a sequenze di combattimento per la serie televisiva Highlander e dando il via all’attività di stuntwoman. Tra i suoi film, troviamo Sahara, Rush hour: missione Parigi (Rush Hour 3), Il patto dei lupi (Le pacte des loups), Babylon Ad. Oss 117, Martyrs, Un Secret e Uomini senza legge (Hors la loi). E’ stata la controfigura di grandi attrici come Sophie Marceau e Penelope Cruz, mentre come coordinatrice degli stunt, le sue caratteristiche sequenze d’azione stanno attirando l’interesse degli addetti ai lavoro per il loro realismo. I bambini di Cold Rock (The Tall Man) rappresenta la sua seconda collaborazione con il regista Pascal Laugier.

 

 

CARMEN KOTYK – Responsabile del casting

Con oltre 12 anni di esperienza come responsabile del casting, Carmen Kotyk si è conquistata una grande reputazione per come sceglie i migliori attori canadesi e stranieri. Lavorando con produttori veterani come Brett Ratner (X-Men – Conflitto finale; Red Dragon), Andrew Pfeffer (Bangkok Dangerous; The Messengers), i canadesi Kevin DeWalt (The Englishman’s Boy; The Tall Man; Grace) e Rhonda Baker (Tideland; Downloading Nancy), è diventata una leader nel suo campo.

 

Nella sua filmografia, troviamo Faces in the Crowd – Frammenti di un omicidio (Faces In the Crowd) con Milla Jovovich, Lullaby For Pi, interpretato da Rupert Friend e Forest Whitaker e l’acclamato Grace di Paul Solet, così come Ginger Snaps Back; Ginger Snaps The Beginning; Christmas In Wonderland e Hard Core Logo 2.

 

E’ anche stata molto impegnata in televisione, per esempio nella miniserie della CBC The Englishman’s Boy di John N. Smith (The Boys of St. Vincent; Pensieri pericolosi), che nel 2008 le ha permesso di ricevere un Gemini Award per il suo lavoro. Questo titolo è stato candidato a dodici riconoscimenti, tra cui quelli per il miglior attore protagonista, andati sia al veterano Nicholas Campbell che all’emergente Michael Eisner.

 

La Kotyk era già stata candidata a un Gemini Award nel 2006 grazie al lavoro svolto in Prairie Giant: The Tommy Douglas Story, che metteva assieme un cast canadese di altissimo livello.

 

Carmen Kotyk è una professionista che lavora in Canada e che nella sua carriera ha scelto attori di quasi tutte le nazioni, oltre a far parte della Casting Directors Society of Canada dal 2000.

 

 

SEBASTIEN PRANGERE – Montaggio

Nato a Parigi nel 1970, Sébastien Prangère ha studiato cinema alla ESRA, dove si è diplomato nel 1992 e ha fatto amicizia con il regista Pascal Laugier, un rapporto che è proseguito nel corso degli anni. Ha iniziato la sua carriera di montatore con diversi cortometraggi e ha fatto i suoi primi passi con Il patto dei lupi (Le pacte des loups, 2001) di Christophe Gans, assieme al leggendario David Wu, montatore di John Woo. In seguito, ha montato le pellicole di Pascal Laugier Saint Ange (2004) e Martyrs (2007), Silent Hill (2006) di Christophe Gans e Dante 01 (2008) di Marc Caro. Ha anche diretto dei documentari e ha supervisionato delle edizioni in DVD per Metropolitan e Studio Canal.

 

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