21 Settembre THE WORDS con Bradley Cooper Tutte le curiosità

21 Settembre THE WORDS Genere: Thriller, drama Regia: Brian Klugman, Lee Sternthal Cast: Bradley Cooper, Olivia Wilde, Zoe Saldana, Dennis Quaid, Jeremy Irons, Ben Barnes

SINOSSI:

 

Quando Rory Jansen (Bradley Cooper) pubblica il suo primo libro, diventa uno di quegli eventi rari che si verificano una volta ogni generazione e travolgono il mondo della letteratura e l’immaginario collettivo. Gli amici lo consigliano con fervore, i critici si sperticano in lodi; lo si trova ovunque – dai circoli letterari agli aerei ai campus universitari.

Con una voce nuova e una visione della vita così saggia da sembrare quasi senza tempo, Rory diventa subito una star letteraria. Carismatico, talentuoso, intelligente, questo giovane autore sembra avere tutto: una vita bellissima, una moglie devota (Zoë Saldana), il mondo ai suoi piedi – e tutto ciò grazie alle sue parole.

Ma di chi sono queste parole? E di chi parla la storia, in realtà?

All’apice del successo, Rory viene rintracciato da un misterioso Vecchio (Jeremy Irons) che gli rivela di essere il vero autore del romanzo. Il Vecchio rievoca i bellissimi ma tragici ricordi della sua giovinezza nella Parigi del secondo dopoguerra, ricordi che hanno portato alla creazione del libro. Nel vedere che un altro uomo ha pagato il prezzo delle verità e delle visioni racchiuse nel racconto, Rory è posto di fronte a questioni fondamentali come la creatività, l’ambizione e le scelte morali che ha compiuto in funzione di esse.

Scritta come una storia nella storia, la vita stessa di Rory è un prodotto della fantasia. Dietro tutto c’è una celebrità letteraria realmente esistente, Clay Hammond (Dennis Quaid). Persuaso da una bellissima e astuta dottoranda (Olivia Wilde) a svelare il vero significato del suo romanzo, lo scrittore si lascia sfuggire alcuni collegamenti tra la storia e il suo passato segreto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                          

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA PRODUZIONE

THE WORDS – lo straordinario film d’esordio della coppia di sceneggiatori/registi Brian Klugman e Lee Sternthal – accompagna il pubblico in un viaggio che va dalla Parigi del dopoguerra alla contemporanea New York. Annoverando nel suo cast attori come Bradley Cooper, Jeremy Irons, Dennis Quaid, Olivia Wilde, Zoë Saldana, Ben Barnes, Nora Arnezeder, Michael McKean, John Hannah, J.K. Simmons, Ron Rifkin e Željko Ivanek e basandosi su un’intricata struttura a scatole cinesi, THE WORDS esplora in modo minuzioso e provocatorio il prezzo del successo, con intuizioni e conseguenze che si insinuano nelle pieghe di ogni trama.

 

Alcune storie si concludono quando usciamo dal cinema. Altre restano con noi, trasformandosi nei giorni e nelle settimane successive in un oggetto di riflessioni, discussioni e perfino di controversie. Le grandi storie hanno il potere di restarci addosso, e il pubblico scoprirà presto che, anche se il film è finito, THE WORDS continua a vivere.

 

 

 

LA NASCITA DI THE WORDS

 

 

“Abbiamo scritto la prima stesura undici anni fa” ricorda lo sceneggiatore/regista Brian Klugman. Insieme al suo collaboratore Lee Sternthal, stava “lavorando a un’altra progetto”. “Eravamo bloccati nel traffico e parlavamo di Hemingway e dei racconti che aveva perso. A quel punto è come se il vaso di Pandora si fosse aperto… Che cosa sarebbe successo se avessimo trovato quei racconti?”

 

Solleticati da questa domanda, Klugman e Sternthal hanno iniziato a creare la serie di storie che avrebbe composto THE WORDS. “Si è scritto da solo” ha confermato Sternthal. “Non lo dico tanto per dire. Non l’abbiamo studiato a tavolino. Non volevamo dimostrare la nostra bravura. Non ci siamo messi seduti dicendo: ‘Ecco che cosa faremo’. È venuto da sé”.

 

Ne è nata la storia di Rory Jansen, un giovane scrittore che fatica ad affermarsi, e della scoperta di un breve ma incandescente romanzo ambientato nella Parigi del dopoguerra. Nelle pagine del manoscritto, una bozza priva di attribuzione, viene presentato Rory, un giovane pieno di ambizioni ma generoso, afflitto da un dilemma di ordine morale che ne plasma il carattere. Per citare Zoë Saldana, che interpreta il ruolo della devota moglie Dora: “non è la fama che cerca; in realtà, vuole solo essere speciale. Non è un romanzo triste o cinico, è soltanto molto onesto. In fondo al cuore, l’unica cosa che desideri davvero è essere in qualche modo speciale. È stato questo aspetto della storia ad affascinarmi, la cruda realtà di un uomo che vuole fare qualcosa di grande, costi quel e costi. Perché sarebbe un vero peccato se Dio, dopo averti riempito di amore e passione per qualcosa, non ti avesse dotato del talento per esprimerli”.

Quasi inconsciamente, Rory trascrive il manoscritto, un atto di devozione, ma anche un furto. “Mi piace molto l’idea che Rory voglia semplicemente sentirsi scorrere la storia fra le dita” ha affermato l’attrice Olivia Wilde. “Ha trascritto il libro perché vuole sentirselo scorrere dentro, come quando un musicista esegue un brano del suo compositore preferito. Non sta cercando di strappare qualcosa a qualcuno con violenza, vuole solo scoprire che cosa si prova a sentirselo scorrere dentro. È un’emozione fortissima”.

 

 

 

 

 

BRADLEY COOPER

 

Rory Jansen

 

“Ci sono sicuramente stati dei libri che mi hanno seguito a lungo, come alcuni film e alcune canzoni. Dopo aver letto Lolita,al college, l’ho tenuto nella giacca per tutto l’anno. A ripensarci oggi, dovevo sembrare davvero stupido”.]

 

Dopo aver spacciato il libro come una sua creazione e aver ottenuto un successo letterario strepitoso, Rory inizia a essere pedinato da un’ambigua figura nota soltanto come il Vecchio. Quando, infine, i due uomini s’incontrano, l’intreccio si sviluppa sia verso l’interno sia verso l’esterno, raccontando la giovinezza del Vecchio a Parigi e la relazione d’amore che lo aveva ispirato a scrivere (e in seguito gli aveva fatto smarrire) la storia di cui Rory si è impossessato in maniera indebita. Simultaneamente, il racconto fa un salto indietro nel tempo per mostrare una figura altrettanto ambigua, l’acclamato romanziere Clay Hammond. Clay è, in realtà, l’autore della storia di Rory e del Vecchio, e la lettura del suo nuovo romanzo, che lui stesso tiene davanti a un pubblico estasiato, fa da cornice al tema centrale della narrazione.

 

 

 

ZOË SALDANA

 

Dora

 

“C’è un libro di Gabriel Garcia Marquez, una raccolta intitolata Dodici racconti raminghi, l’ultimo dei quali si intitola La traccia del tuo sangue sulla neve. È lungo soltanto una cinquantina di pagine, ma è la storia d’amore più sincera che abbia mai letto in vita mia”.]

 

“Abbiamo iniziato con la vicenda del vecchio e Rory” racconta Klugman. “Siamo partiti di gran lena, e il resto degli elementi si è aggiunto un po’ alla volta. La storia si è sviluppata da sola, ed è stato interessante vedere i risultati delle nostre scelte e il modo in cui si stratificavano.” Posto di fronte a una dolorosa scelta – ammettere il plagio o continuare a vivere nell’inganno – Rory prende una decisione che farà discutere il pubblico all’uscita dal cinema. Klugman ha aggiunto: “Lee ed io continuavamo a ripeterci che, se alla fine della proiezione lo spettatore avesse concluso che ‘Rory era cattivo”, allora il film sarebbe stato un fiasco. E la sceneggiatura, un fallimento. Per me Rory è un personaggio così simpatico, così tragico, che non posso far altro che compatirlo. È facilmente riconoscibile come un individuo che deve confrontarsi costantemente con i propri limiti, un uomo che da ragazzo ha compiuto scelte impetuose e che da adulto si ritrova a pagarne le conseguenze”.

 

“Credo che Rory faccia la scelta più difficile” ha dichiarato Jeremy Irons, che interpreta il ruolo de Vecchio, “ma forse anche la più giusta. Se poi sia eticamente corretta… non sono in grado di dirlo”.

 

Una storia incredibile e pronta a sfidare il pubblico, THE WORDS ha il coraggio di lasciarci con una serie di domande – la scelta di Rory è difendibile? Fino a che punto coinvolge il suo creatore, Clay Hammond? – le cui risposte sono tutt’altro che immediate. Come ogni opera d’arte dalle infinite sfaccettature, il film ha la capacità di mettere a nudo lo spettatore almeno quanto se stessa.

 

 

 

 

 

LA CREAZIONE DI THE WORDS

 

 

“Non fa mai piacere quando un progetto impiega dieci anni per realizzarsi” riflette Lee Sternthal, ma sono contento di essere più vecchio, perché sono in grado di apprezzare ogni aspetto di questa esperienza, incluso il cast che abbiamo messo insieme. Non do mai niente per scontato”.

Come molti progetti nati dalla passione, THE WORDS ha avuto un lungo periodo di gestazione, prima di concretizzarsi. “Che ci crediate o no”, ha affermato il produttore esecutivo Laura Rister, “dopo averlo letto, ho incontrato Brian e Lee nel 1999, o forse nel 2000, quando lavoravo per la Miramax Films a New York. A quei tempi la sceneggiatura si intitolava “Lo sconosciuto”, e io ero fra quelli che si erano appassionati di più alla storia. Ma all’epoca erano due sceneggiatori molto giovani (Brian era anche un attore e un comico) e stavano appena iniziando a farsi le ossa… Alcuni anni dopo, gli altri produttori del progetto, Jim Young e Tatiana Kelly, sono venuti da me con la sceneggiatura”.

 

Young e Kelly avevano ricevuto la sceneggiatura tramite un amico comune di Klugman e Sternthal. “Quando lo abbiamo letto la prima volta, Tatiana ed io abbiamo avuto una reazione molto istintiva” ricorda Young. “Kelly lo ha letto prima di me. Ci siamo incontrati quasi per caso e mi ha detto: “È la cosa migliore che mi sia mai capitata per le mani. Dobbiamo produrre questo film”.

 

Una risposta simile è venuta anche da Rister. “Ho subito reagito d’istinto” ricorda “Oh, mio Dio, è ricomparsa. Certo che voglio aiutarvi. Certo che voglio essere coinvolta”.

 

Nel frattempo, uno dei progressi principali era stato l’ingaggio di Bradley Cooper, la cui partecipazione a progetti come “Una notte da leoni” e “Limitless” lo aveva reso uno degli uomini di punta e più richiesti di Hollywood. Fortunatamente per Klugman e Sternthal, Cooper faceva parte della cerchia dei loro amici storici. “Conosco Lee da quando avevamo dieci anni e Bradley da quando io ne avevo dieci. Erano entrambi presenti al mio bar mitzvah. Non capita spesso di dover fare un film o lavorare con persone che conosci così bene e consideri tue grandi amiche. Credo che si sia creata una sorta di intimità familiare che ha ci ha accompagnati durante tutte le riprese”.

 

 

 

OLIVIA WILDE

 

Daniella

 

“A chiunque legga Il giovane Holden capita, mentre passeggia per New York, di scrivere “falso” su qualsiasi cosa incontri. È senza dubbio una fase che ho attraversato anch’io”. ]

 

Benché la parte di Rory si distaccasse dai ruoli che avevano reso famoso Cooper, Klugman e Sternthal non hanno esitato ad affidare al loro amico il filo conduttore del film. “Bradley è un attore straordinario” ha affermato Klugman. “È strano che il pubblico lo veda soprattutto come un comico. Voglio dire, è una persona spassosa e ha una mimica incredibile, che sfrutta in molte delle sue interpretazioni, ma non credo che la gente sappia davvero di che cosa è capace. E ciò che fa in questo film è spettacolare. Siamo amici da tanto tempo e, conoscendo le sue qualità, non ho mai dubitato che si sarebbe calato nella parte con grande vigore”.

 

Con Cooper nel cast, il progetto era sul punto di concretizzarsi, ma THE WORDS doveva ancora superare numerosi ostacoli prima di ottenere l’appoggio di cui aveva bisogno. “È pur sempre un dramma”, ha osservato Rister, “un film indipendente, diretto da registi esordenti. Perciò ci siamo dovuti impegnare molto per mettere insieme il cast giusto”. Il primo passo è stato scritturare con quello che sarebbe diventato poi il perno del gruppo: Jeremy Irons.

“Avevo appena lavorato con Jeremy in un film intitolato “Margin Call”, racconta Rister. “La sua interpretazione è stata grandiosa, e ne ho parlato con il produttore esecutivo [Lisa Wilson], che a un certo punto mi ha detto: ‘Perché non affidiamo la parte a lui?’ Non avevamo pensato a Jeremy in un primo momento… Jeremy è un sessantenne. Non ha novant’anni, come il personaggio del film [il Vecchio]. Così le ho risposto: ‘Be’, lavorare con Jeremy è sempre un piacere, ma non so se sarebbe disposto a invecchiare per la parte’”.

 

A quanto pare, la stima tra il produttore e l’attore era reciproca. “Avevo lavorato con Laura in Margin Call”, racconta Irons “e ho avuto modo di constatare quanta attenzione dedicasse al film. Questa storia mi offriva l’opportunità di interpretare un ruolo da caratterista, un vecchio di novant’anni, il che è sempre divertente. Bradley Cooper faceva già parte del cast, e tutti ne parlavano benissimo. I due registi erano nuovi per me, ma sapevo che avevano scritto una storia meravigliosa, intelligente, con personaggi interessanti e una bella sceneggiatura. Sono molti gli elementi che hanno contribuito a farmi accettare la parte. È un po’ come quando hai fame e, vedendo del cibo, pensi: ‘Oh, voglio questo!’ Ma è difficile stabilire esattamente perché in quel momento desiderassi proprio quella cosa. È l’istinto a guidarti, e io sono una persona che tende a seguirlo molto spesso. A volte ci azzecca, a volte no, ma di solito mi guida nella direzione giusta. Semplicemente, ho pensato che questo film fosse una buona opportunità”.

 

La disponibilità di Irons a recitare nel film si è rivelata il polo magnetico che ha convinto grandi talenti ad accettare la parte – perfino alcuni membri del cast, come Dennis Quaid, Ben Barnes e Olivia Wilde, che non avrebbero girato nessuna scena insieme. (Per citare Quaid: “Perché è Jeremy Irons. Non occorre aggiungere altro”).

 

Di lì a breve si sono aggiunti anche gli altri protagonisti, attratti dalla presenza carismatica di un premio Oscar, di un giovane talento e di una storia accattivante. Zoë Saldana è entrata a far parte del gruppo nel ruolo della moglie di Rory, Dora. Quaid e Wilde sono stati scritturati per interpretare rispettivamente Clay Hammond e Daniella, la giovane e civettuola scrittrice che convince Clay a raccontarle il resto della storia di Rory. Barnes e Nora Arnezeder si sono aggiunti al cast nei panni del Ragazzo e di Celia, i giovani amanti la cui relazione nella Parigi del dopoguerra dà l’avvio alla storia. Vecchi caratteristi come Ron Rifkin, John Hannah, Michael McKean e J.K. Simmons hanno completato il cast interpretando varie figure del panorama letterario newyorkese.

 

 

SPIEGARE THE WORDS:

 

Con il cast ormai al completo, le riprese sono iniziate a Montreal, Quebec, il 5 giugno del 2011, il primo dei 24 giorni previsti per girare. Questa la domanda chiave che ne ha accompagnato l’apertura: i due registi esordienti Klugman e Sternthal si sarebbero mostrati all’altezza della situazione nel loro ruolo di timonieri?

 

“Non mi assumerei un rischio simile con qualsiasi regista esordiente” ha dichiarato Rister. “Devono ispirarti fiducia, e devi essere sicuro che saranno in grado di parlare con gli attori. Non a caso, è stata una delle prime domande che mi è stata posta dagli agenti del cast. ‘Sono al loro primo film e lavorano in coppia? Come faranno a lavorare con gli attori? Come comunicheranno le loro intenzioni a un cast del genere?’ Sono domande legittime, perché nessuno si augura che gli attori rimangano spiazzati e confusi da due visioni contrastanti”.

 

Come aveva già fatto durante il processo di scrittura, il duo ha attinto alle risorse più preziose a sua disposizione – un rapporto costruito in anni di collaborazione e amicizia. “Quando sei un regista esordiente” ha osservato Klugman, “è di grande aiuto avere il tuo più caro e vecchio amico come coautore e co-regista. In questo modo puoi dividerti i compiti. La gente continua a chiedermi: ‘Che cosa significa dirigere un film?’ È come se tutte le persone che conosci da una vita ti tempestassero di domande in simultanea. E gli interrogativi sono così tanti che è fondamentale avere accanto un compagno di squadra, una persona di cui potersi fidare ciecamente”.

 

Confidando nel lavoro di coppia, i giovani registi hanno subito conquistato il cast con la loro infinita energia e la passione che accompagna il loro processo creativo. “Brian e Lee hanno entusiasmo da vendere” ha affermato Rister. “Te ne rendi conto quotidianamente sul set. Se non ricordo male, era il primo giorno di riprese, e Brian è letteralmente saltato in aria e ha unito i piedi in volo davanti a me. Poi ha detto: ‘Ecco come mi sento’”.

“Quando, finalmente, siamo arrivati qui” ricorda Klugman, “ed eravamo quasi pronti a girare, proprio i primi giorni, abbiamo iniziato ad attaccare le foto del cast sul muro per guardarle tutte insieme e il nostro unico pensiero è stato: ‘È proprio vero? Tutti questi attori incredibili reciteranno nel nostro film?’ Mi sentivo così fortunato, così carico”.

 

“L’energia e la passione che investono nel progetto è contagiosa” ha proseguito Rister. “La percepisci in chiunque lavori con loro. Tutti credono in ciò che fanno e sentono di essere parte di qualcosa di speciale. È la sola cosa che conti”.

 

Con Sternthal preoccupato di mantenere uno sguardo critico sull’evoluzione del film da dietro la macchina da presa e Klugman impegnato a comunicare agli attori le loro intenzioni, i due registi hanno fugato qualsiasi dubbio sulla propria capacità di dirigere il set.

 

 “Sono due registi fantastici” ha affermato Ben Barnes con enfasi. “Non sapevo che cosa aspettarmi. Avevamo parlato una volta al telefono, prima di iniziare le riprese, poi li ho incontrati e dopo solo un giorno mi sembrava di conoscerli da anni. Sanno esattamente di quante informazioni e indicazioni ha bisogno un attore e gli lasciano la piena libertà di esprimersi. Credo che siano destinati a grandi, grandissime cose”.

 

Alcuni attori, come Zoë Saldana, hanno abbracciato con gioia l’idea di partecipare all’esordio di Klugman e Sternthal. “Alcuni attori non sono disposti a lavorare o a fare un provino con un regista esordiente” ha dichiarato Saldana. “Credo che per una persona come me, che si considera un’attrice poco competitiva, è importante ricordare che qualcuno ha creduto in lei, quando la scelta più saggia sarebbe stata scritturare un’artista molto più affermata. Hanno creduto in me, e non posso far altro che ricambiare la loro fiducia.” Fiducia che, a suo avviso, è stata ben ripagata. “So che Brian e Lee sono al loro esordio, ma quando lascio il set non ho mai questa impressione. Nella mia mente ho ben chiaro che è il loro primo film, ma non lo diresti mai. È come se fossero due registi esperti, come se fossero nati per questo mestiere”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BRIAN KLUGMAN

 

sceneggiatore/regista

 

“Quando ho letto La valle dell’Eden di Steinbeck ho avuto una reazione molto forte. Ricordo che mentre lo leggevo, non facevo che capovolgere il libro e fissare il disegno sul retro pensando: ‘Qualcuno ha scritto questo romanzo? È stato un uomo a scriverlo?’”]

 

Ogni perplessità iniziale, legata al doppio ruolo di sceneggiatori e registi della coppia, è stata fugata allo stesso modo. “Lavorare con altri registi che sono anche sceneggiatori può essere rischioso” ha osservato Irons. “Ma l’aspetto a cui Lee e Brian danno maggiore importanza – e hanno tutte le ragioni per farlo – è il rapporto fra due personaggi: ciò che accade in una determinata situazione, non l’esecuzione puntuale del loro copione. Questo concede loro un grosso margine di libertà. Sanno che cosa si aspettano da una scena, e le loro parole sono una specie di mappa del percorso da seguire, ma sono molto aperti a suggerimenti, modifiche e quant’altro”.

 

Tale affermazione è confermata da Wilde, che ha avuto modo di recitare con uno dei registi. “Ho ucciso Brian” ha raccontato ridendo. “Nel mio primo episodio di Dr House, circa cinque anni fa, Brian interpretava il ruolo di un paziente che muore per colpa mia. Trovo appropriato che ora mi torturi sul set, visto che l’ho ucciso nella mia serie.”

 

Riguardo al fatto di lavorare con Klugman e Sternthal come sceneggiatori e registi, Wilde prosegue dicendo: “ Visualizzano la loro storia. La capiscono. Conoscono l’origine di ogni idea e riescono a comunicarla con grande intensità. Non c’è niente di più spassoso per un attore che sedere accanto a un regista e analizzare le idee che stanno dietro alle battute di ogni scena del film. Se il regista ha anche scritto la storia, allora puoi davvero capire fino in fondo ogni dettaglio che lo ha ispirato. Lo trovo fantastico.”

 

Sul set, la sua precedente esperienza come attore ha permesso a Klugman di intuire che cosa fosse necessario per rendere piacevole il lavoro del cast e della troupe. “Il fatto che Brian sia anche un attore”, ha osservato il produttore Tatiana Kelly, “gli ha permesso di usare un linguaggio accattivante con il cast; credo che anche questo sia stato di grande aiuto. Era in grado di descrivere i personaggi e di far capire agli attori come renderli credibili”.

 

“Di solito è Brian che dirige il set”, ha affermato Irons “e ha la straordinaria capacità di incoraggiare le persone – e non solo gli attori – di mantenere vivo l’entusiasmo e di rendere tutto divertente. È una cosa fantastica, perché girare un film ti mette sotto pressione. Si è costantemente in ritardo. Mancano sempre i soldi. Il tempo non è mai dalla tua parte. Tutto procede troppo lentamente. Ci sono migliaia di problemi che possono scoraggiare un regista. Brian riesce a dimenticare tutto e a vedere solo i grandi risultati che stiamo ottenendo. È meraviglioso. Lavorare così è un piacere”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

JEREMY IRONS

 

Il Vecchio

 

“Si fa sempre riferimento a Shakespeare, a Dickens, a qualche russo… I libri hanno un enorme potere su di me. Ma se mi chiedessi quali libri mi hanno colpito con la stessa intensità con cui il manoscritto del Vecchio impressiona la gente, non sarei in grado di dirtelo. Perché sono molto vecchio e non ricordo nulla”.]

 

Sternthal è abilissimo nel notare i vantaggi che un’atmosfera carica di positività e motivazione può avere sul set. “Non riguarda solo il cast” ha osservato. “Riguarda l’intera troupe, tutti, insomma. L’addetto al catering. L’autista del furgone. Stai andando al lavoro e ti danno un suggerimento: ‘Ehi, hai presente la scena in cui…’ e tu pensi: ‘Wow, è un’idea fantastica!’ Adoro la collaborazione. Mi riempie di gioia”.

Il produttore e finanziatore del film, Michael Benaroya, ha notato la stessa dinamica. “È il genere di film in cui tutti sentono di avere un ruolo” ha affermato. “Tutti, dal direttore della fotografia agli aiuto regista allo scenografo… tutti hanno lavorato sodo”.

 

Da parte sua, Wilde ha scherzato sul fatto che lo spirito di collaborazione potesse essere una necessità. “Questa storia… è così complessa che ci servono due registi. Uno solo non sarebbe riuscito a rendere comprensibile questo film”.

 

Se la bonaria provocazione di Wilde li ha infastiditi, i due registi lo mascherano benissimo. “Olivia è incredibile” ha detto Sternthal con evidente stupore. “È così affascinante. È la miscela perfetta di intelligenza, bellezza e sensualità; quando interpreta Daniella è in grado di stare spalla a spalla con un personaggio come Clay Hammond e mantenere l’assoluta padronanza di sé. Voglio dire, nella vita reale è una donna di un’intelligenza straordinaria, perché non dovrebbe esserlo nel film? E poi è così bella. Tutti si sono innamorati di lei. Quegli occhi… santo cielo. Ricorda Elena di Troia, o qualcosa del genere”.

 

Sternthal si espresso in toni altrettanto encomiastici sul collega di Wilde. “Clay Hammond è un artista che ha vissuto molte esperienze diverse” ha raccontato, “e si può dire che sia arrivato a un punto della vita in cui ha coperto quasi tutti gli aspetti dell’arte che professa. Credo che Dennis Quaid, con il suo straordinario talento e la sua immensa bravura, sia l’attore più adatto a interpretarlo. E a parte questo, è riuscito a penetrare nell’anima del personaggio. Ha capito perfettamente che cosa stesse vivendo. È un attore semplicemente incredibile”.

 

“In tutte le mie scene recito a fianco di Dennis Quaid” ha osservato Wilde, “e sono fortunata, perché è un attore davvero straordinario. Non credo di aver mai visto Dennis interpretare un ruolo come questo. È incredibilmente intelligente e giocoso; ha una vena fantasiosa, da scienziato pazzo, che trovo molto interessante. Dennis si cala sempre nei suoi personaggi, una caratteristica che lo rende estremamente credibile. Ormai sono quasi convinta che Dennis Quaid sia un autore, perché per me lui è Clay”.

 

“Clay e Daniella… sono molto sexy, insieme” prosegue Wilde. “Ed è un’ottima cosa perché il film in sé è molto sexy; esplora la storia di tre coppie passionali e sanguigne, ma profondamente diverse fra loro. Non esistono film così carichi di sensualità. Sì, forse ci sono un ragazzo e una ragazza dotate di un particolare sex appeal, ma non così tante coppie sexy. E sono reali – ognuna di esse sente di essere davvero una coppia”.

 

DENNIS QUAID

 

Clay Hammond

 

“Ho letto molti libri bellissimi nella mia vita. Diverse cose di Hemingway. Di Kundera. Al momento sto leggendo La peste di Alber Camus. È un vero spasso”]

 

Tra le coppie del film, nessuna, forse, ha richiesto maggiore impegno di quella formata da Barnes e Nora Arnezeder, che hanno dovuto esprimere la passione della loro storia d’amore potendo contare su pochissimi dialoghi. “Mi è sembrata una sfida molto interessante” ha detto Barnes, “interpretare un personaggio che parla a malapena; piuttosto ironico, dal momento che il film si intitola THE WORDS – le parole. Il Ragazzo e Celia hanno un’intensa vita emotiva, che viene dettagliatamente descritta in 25 pagine di sceneggiatura, ma pronunciano sì e no una parola. È per così dire una versione iper-romantica, iper-realistica di ciò che sta accadendo, qualcosa di molto simile a un sogno. Ma è stata una sfida interessante vedere quante emozioni si possono esprimere senza parlare. E credo che quando ti trovi a dover interpretare una parte c’è sempre un momento in cui pensi: ‘Come vorrei essere lì”.

 

“Non ci sono parole per descrivere Ben come uomo e come artista” ha affermato Sternthal. “Molti attori non avrebbero accettato questo ruolo, o avrebbero dato retta ai loro agenti che li sconsigliavano di farlo, perché nella sceneggiatura sembravano non esserci dialoghi. Ben ha capito perfettamente il ruolo e quanto fosse importante, il fatto che un ragazzino metta in moto tutta la storia. È un viaggio che inizia con un bambino e finisce con un uomo adulto; Ben lo ha colto fino in fondo, ci è entrato dentro, e mi sono sentito piccolo piccolo mentre lo guardavo attraversare così tante esperienze in un arco di tempo tanto breve. È un attore molto carismatico e ha dato tutto se stesso per interpretare questo difficilissimo ruolo”.

 

Anche lo sceneggiatore/regista ha parlato con toni enfatici della co-star di Barnes, la scintillante Nora Arnezeder. “Il suo talento è corroborante. Recita con grande passione. È un’attrice giovane ma straordinaria, e credo che la gente sentirà molto parlare di lei, se non ne parla già. Nora è come la musica. Canta sempre, e nei miei pensieri la associo a una musica stupenda, con lei seduta da una parte, intenta a cantare. Per me Nora è come una bellissima canzone.”

 

Per Arnezeder, come per Barnes, il fatto che la sceneggiatura fosse quasi priva di dialoghi rappresentava una sfida professionale. “Ciò che mi ha affascinato in questo ruolo” ha affermato, “ciò che ho trovato davvero interessante è che ci fossero poche parole. Dover esprimere tantissime emozioni in scene molto brevi mi è sembrata una sfida interessante. È un po’ come recitare in un vecchio film muto. Niente parole, solo emozioni”.

 

Come racconta Klugman, trovare l’attrice che interpretasse Celia è stato molto impegnativo. “Era un ruolo difficile da assegnare” ricorda lo sceneggiatore/regista. “Ecco, Celia… è la musa della storia che commuove tutti, e doveva essere bellissima e accattivante. Perciò dovevamo assolutamente trovare la persona giusta. Ricordo solo che non avevamo ancora deciso chi scritturare; ero in aereo e stavo guardando una videocassetta in cui recitava. Dopo due secondi ho detto: ‘Sì’, e Lee ha esclamato: ‘Sì, è l’attrice che cerchiamo.’ Non avevamo più dubbi… Quei due, Ben e Nora, sembrano entrambi usciti da un’altra epoca; hanno un’aria così ‘classica’. Sono perfetti.”

 

Se c’è una prova di recitazione che ha colto di sorpresa i due registi è stata quella di Zoë Saldana, nel ruolo della devotissima moglie di Rory, Dora. “È andata ben oltre la sceneggiatura” ha commentato Sternthal. “Non saprei come spiegarlo. Ha arricchito il suo personaggio di una dimensione completamente diversa, rendendola più forte, più passionale. In un primo momento il film era incentrato soprattutto su Rory, ma il contributo di Zoë alla storia è assolutamente innegabile. Credo che abbia dato al personaggio uno spessore che Brian ed io, essendo due sceneggiatori maschi, forse non eravamo stati in grado di cogliere, ma, quando Zoë lo ha fatto al posto nostro, l’abbiamo seguita d’istinto, perché era ovvio che avesse ragione”.

 

“Con Bradley e Zoë insieme nel cast” ricorda Klugman, “Rory e Dora sono diventati una vera bomba, una coppia incredibilmente passionale. Era così divertente guardarli, un vero spasso. Hanno investito tanto amore nella loro storia, e questo ha reso ancora più tragico il momento in cui il seme della discordia si insinua nella loro relazione e inizia a distruggerla.

 

Jeremy Irons si è espresso in toni altrettanto entusiastici sulla sua co-star, Cooper. “È una passeggiata” ha osservato Irons. “Voglio dire lavorare con un bravo attore è facile. E Cooper è bravissimo. È dotato di una grande intelligenza, di una notevole presenza scenica e di un enorme carisma. E come ogni attore che si rispetti è estremamente naturale. Di conseguenza, recitare con lui è una passeggiata. Non c’è niente di più difficile che avere a che fare con attori che non hanno queste qualità. Insomma, lavorare con uno come lui rende tutto più semplice; è un vero piacere.” Poi ha aggiunto: “È anche un uomo molto simpatico, il che è positivo, visto che quando si gira un film ci sono un sacco di tempi morti. Andare d’accordo con le persone con cui lavori è un enorme vantaggio.”

 

Sternthal ha commentato in modo simile la performance del suo amico. “Conosco Brad da molti anni e questo, forse, mi permette di prescindere dall’idea che gli altri si sono fatti di lui basandosi sui film in cui ha recitato. Per me Bradley è un attore. E non c’è mai nulla di insincero nelle sue interpretazioni. Per me lui è Rory Jansen. Ha una tecnica incredibile, ma è tutta al servizio del suo istinto e della spontaneità con cui si cala nel ruolo. È un uomo profondo, con uno spiccato senso dell’umorismo e una grande umanità. È esattamente ciò che serviva a Rory Jansen.”

 

Per quanto riguarda la partecipazione di Irons nel film, i registi sono ancora increduli. “Chi si sarebbe mai sognato che un attore come Jeremy Irons avrebbe accettato di interpretare una parte e di pronunciare le parole che avevamo contribuito a scrivere?” si è interrogato Sternthal. “Io non lo immaginavo di certo, ma poi Irons è entrato a far parte del cast, ed è stato meraviglioso. Ha messo così tanto di sé nel suo personaggio e si calato nella parte con un fervore che non ci saremmo mai aspettati. Guardarlo recitare è stata un’esperienza fantastica. È molto serio sul lavoro, ma è anche un uomo divertentissimo, una qualità essenziale quando collabori con qualcuno. Averlo nel cast è stato un piacere immenso. Spero che, se mai ne avremo la possibilità, Irons sarà disposto a lavorare ancora con noi”.

“Tutti hanno dato il meglio di sé in questo film” ha riassunto il produttore Michael Benaroya. “Questi formidabili attori offriranno al pubblico interpretazioni indimenticabili”.

 

 

QUALCHE PAROLA PER CONCLUDERE

 

 

Nel corso delle riprese, la squadra ha dovuto scalare la consueta montagna di ostacoli. “Il tempo e i soldi sono stati i problemi più grandi” racconta Sternthal. “Hai sempre bisogno di più tempo e di più soldi. Ma questo ti costringe a essere davvero creativo, a usare il cervello ogni giorno, e anche se è molto faticoso, alla fine è un vantaggio per tutti. Uno degli aspetti più belli che accompagnano la realizzazione di un film è che ogni giorno riserva una sorpresa. A volte le sorprese sono piacevoli, a volte no. A volte il tempo non ti assiste. A volte la luce ti abbandona. A volte un attore ti fa notare un difetto che ti era sfuggito e sei costretto a correggere o a riscrivere la scena sul momento. È una scarica di adrenalina continua.”

 

Nell’affrontare tutti questi ostacoli la produzione ha avuto, oltre al cast, un altro alleato: la città di Montreal. Come ha osservato Klugman, raccontare bene una storia comporta una scoraggiante lista di location. “Ci servivano la Parigi degli anni Quaranta, la New York o il New Jersey degli anni Sessanta; ci servivano vecchi treni, la New York e la Parigi dei giorni nostri… Questa città doveva darci una molteplicità di cose, e qui le abbiamo trovate tutte”.

 

Il produttore esecutivo Laura Rister concorda nel dire: “Quando sei alle prese con un film indipendente, il primo pensiero che hai non è girare a Parigi o a New York, due città molto costose. Perciò dovevamo trovare un’alternativa intelligente. Certo, alcune persone a New York volevano convincerci a girare lì, ma basta uno sguardo a Montreal per capire che può passare tranquillamente per New York o Parigi. Tatiana Kelly, uno dei nostri produttori, ha frequentato l’università qui a McGill e conosce molto bene la città. Il risultato è che abbiamo avuto le nostre location e la troupe migliore che potesse capitarci. La città si è dimostrata molto ospitale con noi”.

 

La troupe si augura di ricevere la stessa accoglienza dai festival cui THE WORDS parteciperà e, in ultima battuta, da un vasto pubblico di spettatori. Potrebbe trattarsi della sfida decisiva per il film, vista la competitività del mercato indipendente e l’ombra minacciosa delle grandi produzioni. Una parte del cast, tuttavia, è convinta che il fatto di essere di nicchia abbia influito positivamente sulla storia, rendendola migliore. “Credo che quando si è alle prese con un film ad alto costo, si è talmente occupati a trafficare con effetti speciali, gru gigantesche e telecamere 3D” ha suggerito Olivia Wilde “che si ha poco tempo per studiare i personaggi e approfondire la storia. Ciò che amo dei film indipendenti è che l’attenzione si focalizza sulla recitazione, sulla storia, sui personaggi. È quasi un lusso. Certo, è più difficile perché sei costretto a lavorare con un badget molto limitato, ma in realtà la ricompensa per l’energia e la passione che hai investito è molto più grande. Tutti questi attori si trovano qui perché sono interessati al materiale. Nessuno uscirà più ricco da questo film”.

 

Jeremy Irons ha un punto di vista molto simile. “I film sono condizionati dalla moda” ha osservato sarcasticamente. “E la moda oggi impone effetti speciali, 3D, e qualsiasi artificio che faccia colpo sul pubblico. È tutto qui. Il resto sono solo riempitivi. Se hai una storia che funziona e bravi attori, il pubblico sarà curioso di vedere il film, anche se non è in 3D e non ci sono effetti speciali strabilianti o attori dipinti di blu.”

 

Gli spettatori dovranno forse rinunciare a una montagna di effetti speciali sofisticati, ma, come ha aggiunto Wilde, “avranno moltissime sorprese tutte insieme. È un film incredibilmente sexy. È intelligente, avvincente e misterioso. È una storia emozionante, che fa riflettere. Voglio dire, oggi sono pochissimi i film che possono vantare tutte queste qualità, e spero che il nostro spinga molte persone a correre qualche rischio e a seguire il nostro esempio. Credo che sia il genere di film che si impone lentamente all’attenzione.”

 

Per finire, l’alchimia creativa che è alla base di un’esperienza cinematografica – e in particolare di un film come THE WORDS con i suoi accattivanti misteri – è un processo che il pubblico imparerà a riconoscere sulla propria pelle. “Ricordo che una volta, durante le riprese di un suo film,” racconta Irons, “Steven Soderbergh mi ha detto: ‘Non vedo l’ora che esca e che i critici mi spieghino di che cosa parla’”. Ma perfino le domande difficili e ossessive che THE WORDS solleva sono il risultato di un’arte acquisita con grande dedizione.

 

“È un po’ come il vino” ha affermato Irons. “Bisogna fare più attenzione possibile ai grappoli, Prima dovete liberarli dagli insetti. Poi, quando vi sembra che siano maturi, li raccogliete e li schiacciate. Mettete in un barile il vino che ne avete ricavato e lo controllate. E quando è pronto, lo imbottigliate. Non si può mai dire con certezza quando sarà pronto, ma sentite che sarà una buona annata. Anche per i film funziona più o meno così”.

 

Klugman, Sternthal, Cooper, Irons e i loro colleghi sentono che sarà una buona annata per THE WORDS.

 

 

 

 

                                                        IL CAST

 

BRADLEY COOPER (“Rory Jansen”)

 

Con la sua formazione e l’esperienza maturata in teatro, in televisione e nel cinema, Bradley Cooper è fra gli attori più richiesti della sua generazione.

 

L’estate scorsa Cooper ha terminato le riprese del film drammatico indipendente “The Place Beyond the Pines”, diretto da Derek Cianfrance. Il film racconta la storia di uno stuntman motociclista (Ryan Gosling) costretto a imboccare la strada della criminalità per sostenere la sua giovane famiglia. Un percorso che lo pone in diretto conflitto con un ex poliziotto ora entrato in politica (Cooper). Fra gli interpreti principali figura anche Eva Mendes.

 

Di recente, Cooper è stato visto reinterpretare il ruolo di Phil in “Una notte da leoni 2”, il sequel di “Una notte da leoni”, il film di grande successo prodotto dalla Warner Brothers nel 2009 e diretto da Todd Phillips. “Una notte da leoni II” ha incassato 137 milioni e quattrocentomila dollari al botteghino americano, battendo il record più alto nella storia del Memorial Day weekend e assicurandosi il miglior esordio mai registrato da una commedia, incluse quelle vietate ai minori. All’estero, “Una notte da leoni 2” ha decollato incassando un totale di 60 milioni di dollari in 40 paesi – una somma tre volte maggiore di quella registrata con il primo film.

 

Nel marzo del 2001 Cooper ha recitato in “Limitless” accanto a Robert De Niro e Abbie Cornish. Diretto da Neil Burger e scritto da Leslie Dixon, “Limitless” è un thriller d’azione incentrato sulla storia di uno scrittore fallito che assume una segretissima e sperimentale “droga intelligente” grazie alla quale può utilizzare la mente al massimo delle sue possibilità. Il film è stato distribuito dalla Relativity Media e si è piazzato al primo posto ai botteghini nel weekend di apertura.

 

Nel giugno del 2010 Cooper ha recitato in “A-Team”, un remake basato sull’omonima serie televisiva. Cooper interpretava il ruolo del tenente Templeton “Sberla” Peck accanto a Liam Neeson, Jessica Biel, Sharlto Copley e Quinton “Rampage” Jackson. Diretto da Joe Carnahan, il film è stato distribuito dalla 20th Century Fox l’11 giugno del 2010.

 

Cooper è stato protagonista della commedia di successo (vietata ai minori in America) “Una notte da leoni”. Diretta da Todd Phillips (“La Vecchia Scuola”), il film ruota intorno a una comitiva di tre uomini che perdono il loro migliore amico durante la sua festa di addio al celibato a Las Vegas. Il trio (Cooper, Ed Helms e Zach Galifianakis) tenta di ripercorrere le cattive decisioni della notte precedente per capire che cosa sia andato storto. “Una notte da leoni” si è piazzato subito al primo posto in classifica imponendosi come la rivelazione del 2009 (fin dalla sua prima uscita è diventata la commedia vietata ai minori con il maggior incasso di tutti i tempi). Nel dicembre del 2009 Cooper, Helms e and Galifianakis sono apparsi sulla copertina di Men of the Year, il numero speciale del GQ Magazine dedicato al film. “Una notte da leoni” ha anche vinto il Golden Globe come “miglior film commedia o musicale”.

 

Nel 2009 Cooper ha recitato in “New York, I love you”, la versione americana dell’acclamato film “Paris, je t’aime”, e in “La verità è che non gli piaci abbastanza”, una commedia di successo con Jennifer Connelly e Scarlett Johansson basata sul romanzo di Greg Behrendt e Liz Tuccillo e citata nella lista dei best-seller del New York Times. Cooper è stato ospite di “Saturday Night Live”, in concomitanza con l’uscita del film.

 

Della sua filmografia fanno parte anche il campione di incassi “Yes Man” con Jim Carrey, “A proposito di Steve”, “Due single a nozze” del 2005, con Vince Vaughn and Owen Wilson, nel quale Cooper si è imposto all’attenzione interpretando il ruolo della carogna per eccellenza, e il film di culto del 2001, “Wet Hot American Summer,” con Janeane Garofalo, Molly Shannon e Paul Rudd, diretto da David Wain.

 

Nella primavera del 2006 Cooper ha debuttato a Broadway con Julia Roberts e Paul Rudd nella messa in scena di “Three Days of Rain” diretta da Joe Mantello. Nel luglio del 2008 Cooper si è unito al cast di “The Understudy”, una commedia di Theresa Rebeck che è stata accolta con entusiasmo dalla critica. La prima dello spettacolo ha avuto luogo al Williamstown Theatre Festival, ottenendo recensioni entusiastiche e il tutto esaurito a ogni rappresentazione.

 

Nel 2009 Cooper si è calato di nuovo nei panni di Aidan Stone nella serie televisiva “Nip/Tuck”, trasmessa su F/X e accolta con entusiasmo dalla critica. La sesta stagione della serie è uscita per la prima volta a nell’ottobre del 2009. Nel 2005 Cooper ha recitato in “Kitchen Confidential”, la commedia in single-camera trasmessa sulla FOX e incentrata sulle tribolazioni e le disavventure del rinomato chef Anthony Bourdain. Fra i suoi crediti televisivi vanno ricordate anche le serie “Alias”, vincitrice di una nomination al Golden Globe, “Jack & Bobby”, “Touching Evil”, “Law and Order: Unità vittime speciali” e “Law and Order: Il verdetto”.

 

Nato a Filadelfia, in Pennsylvania, Cooper si è laureato con lode in letteratura inglese alla Georgetown University. Dopo essersi trasferito a New York ha ottenuto il diploma in belle arti presso l’Actors Studio Drama School della New School University. Cooper risiede attualmente in California.

 

 

IRONS (“Il Vecchio”)

 

Jeremy Irons ha vinto il premio Oscar come migliore attore protagonista per la sua interpretazione di Claus von Bulow nel “Mistero von Bulow”. È anche vincitore di un Golden Globe, di un Emmy Award, di un Tony Award e di un SAG (Screen Actors Guild) Award.

 

L’inglese Irons ha alle spalle una straordinaria carriera cinematografica, televisiva e teatrale che include “La donna del tenente francese”, dove ha recitato a fianco di Meryl Streep; “Mission” e “Inseparabili” di Cronenberg. Ha avuto un ruolo da protagonista ne “ Il danno” e in “M. Butterfly”, prima di guadagnarsi un posto d’onore nella cultura popolare prestando la sua voce al malvagio Scar nel classico della Disney “Il re leone”. Ha mostrato la sua padronanza del genere d’azione recitando accanto a Bruce Willis in “Die Hard: Duri a morire” e ha interpretato il ruolo di Humbert Humbert nel film di Adrian Lyne, “Lolita”. Fra i film più importanti della sua carriera vanno ricordati anche “La diva Julia – Being Julia” con Annette Bening “Appaloosa” con Ed Harris e Viggo Mortensen e “Io ballo da sola” di Bertolucci. Irons ha ricevuto un Tony Award per la sua interpretazione nella commedia Tom Stoppard, “La cosa reale” e più recentemente ha avuto un ruolo in “Never so Good”, una produzione del National Theatre e in “The Gods Weep” per la Royal Shakespeare Company. Probabilmente, però, la fama di Irons è legata soprattutto al ruolo di Charles Ryder nella miniserie di successo “Ritorno a Brideshead”. Nel 2005 si è affiancato a Helen Mirren e al regista Tom Hooper nella miniserie “Elizabeth I”, vincitrice di diversi premi. Di recente è anche stato molto acclamato per la sua interpretazione del fotografo pittorialista Alfred Stieglitz nel film biografico “Georgia O’Keeffe”, che ha ottenuto a sua volta numerosi riconoscimenti.

 

Nel suo ultimo ruolo Irons ha assunto i panni di Rodrigo Borgia nella serie storica trasmessa su Showtime, la cui prima stagione è stata accolta con grande entusiasmo sia negli Stati Uniti sia in Europa. La seconda stagione è uscita in tutto il mondo nella primavera del 2012. Irons è apparso sul grande schermo accanto a Kevin Spacey nel film indipendente “Margin Call”, vincitore di numerosi premi. Nell’inverno del 2012 Jeremy Irons ha iniziato le riprese di una miniserie che è stata trasmessa di recente sul canale della BBC2 nel ruolo di Enrico IV; si tratta di un adattamento destinato a far parte di una stagione dedicata alle opere di Shakespeare e che realizzato in collaborazione con il regista premio Oscar Sam Mendes. Irons ha appena finito di girare il film “The Night Train to Lisbon”, diretto da Bille August.

 

 

DENNIS QUAID (“Clay Hammond”)

 

Ogni volta che interpreta un nuovo ruolo Dennis Quaid non fa che confermarsi come uno degli attori più carismatici dei nostri tempi. Quaid è stato premiato dal New York Film Critics Circle e con l’Independent Spirit Awards come miglior attore non protagonista e ha ottenuto la nomination al Golden Globe e allo Screen Actors Guild Award per la sua toccante interpretazione di un omosessuale non dichiarato in “Lontano dal Paradiso”, un film del 2002 ambientato nella New York degli anni Cinquanta e accolto con entusiasmo dalla critica. Nel 2009 è stato nominato “attore dell’anno” alla ShoWest Convention.

 

Il 2011 è stato un anno molto impegnativo per Quaid. Il suo film “Soul Surfer”, dove ha recitato al fianco di Helen Hunt and AnnaSophia Robb, è stato accolto come la rivelazione della scorsa primavera. Più recentemente ha recitato accanto ad Andie MacDowell e Julianne Hough nel remake di “Footloose” prodotto della Paramount, dove interpreta il ruolo del reverendo Shaw Moore. Sempre del 2011 è il lungometraggio indipendente “Beneath the Darkness”, che ha come protagonista anche Aimee Teegarden.

 

Quaid ha terminato da poco di girare un altro film indipendente diretto da Gabriele Muccino “Playing the Field”, nel quale recita al fianco di Gerard Butler, Uma Thurman e Catherine Zeta-Jones.

 

Nel 2010 Quaid è stato protagonista insieme a Paul Bettany nel thriller fantasy prodotto dalla Sony Screen Gems, “The Legion”. Ha anche interpretato il ruolo del presidente Bill Clinton in “I due presidenti”, un film trasmesso sulla HBO e diretto da Richard Loncraine. La storia ruota intorno alla relazione fra Tony Blair e Bill Clinton. Per la sua interpretazione Quaid ha ricevuto una nomination al Golden Globe.

 

Nel 2009 Quaid ha fatto parte del cast di “G.I. Joe – La nascita del Cobra”, un film d’azione prodotto dalla Paramount Pictures e diretto da Stephen Sommers. Quaid intepreta il ruolo del generale Hawk, il capo di un’élite militare di agenti speciali nota come G.I. Joe. Quaid ha poi recitato nell’horror “Pandorum” al fianco di Ben Foster e nel thriller “Legion” diretto da Scott

 

Charles e prodotto dalla Sony Screen Gems, la storia di un gruppo di estranei che si ritrovano bloccati in una tavola calda dopo una sorta di apocalisse che ha investito il mondo. “Legion” è stato distribuito nel gennaio 2010.

 

Nell’ottobre del 2008 Quaid ha recitato nel film della Universal Picture, “The Express”, la storia vera di Ernie Davis, il primo giocatore di football afro-americano ad aver vinto l’Heisman Trophy. “The Express” è stato diretto da Gary Fleder. Sempre nel 2008, Quaid ha avuto un ruolo da protagonista in “Smart People”, un film Miramax diretto da Noam Murro e presentato al Sundance Film Festival 2008; poco prima aveva recitato in “Prospettive di un delitto”, il thriller d’azione prodotto dalla Sony e diretto da Pete Travis.

 

Nel 2007 Quaid ha interpretato il ruolo del presidente degli Stati Uniti in “American Dreamz,” una commedia satirica che annovera nel suo cast attori come Willem Dafoe, Hugh Grant, Marcia Gay Harden e Mandy Moore. Il film è stato scritto e diretto da Paul Weitz per la Universal Pictures.

 

Nel 2005 Quaid è stato insignito di una stella sulla Hollywood Walk of Frame. Ha anche recitato con Rene Russo nella commedia familiare diretta da Raja Gosnell per MGM e Paramount, “I tuoi, i miei, i nostri”, il remake di un film del 1968 originariamente interpretato da Henry Fonda e Lucille Ball. “I tuoi, i miei, i nostri” è la storia di un vedovo (Quaid) che ha otto figli e sposa una donna (Russo), che a sua volta è rimasta vedova con otto figli. Quaid è stato anche elogiato per la sua interpretazione nel film della Universal Studio, “In Good Company”, una commedia “di formazione” con Scarlett Johannson e Topher Grace. Il film è stato scritto e diretto da Paul Weitz.

 

Nel 2004 Quaid è stato protagonista del campione di incassi “L’alba del giorno dopo”, un film d’azione prodotto dalla Twentieth Century Fox e diretto da Roland Emmerich; subito prima aveva vestito i panni del generale Samuel Houston in “Alamo – Gli ultimi eroi” della Disney, ancora una volta al fianco del regista John Lee Hancock. Quell’anno ha anche recitato in un altro film: il remake di “Il volo della fenice”, diretto da John Moore per la Twentieth Century Fox e prodotto da John Davis and Bill Aldrich.

 

Nel 2002 Quaid ha interpretato un allenatore di baseball di un liceo nel grande successo della Disney, “Un sogno, una vittoria”, basato sulla vera storia del lanciatore Jim Morris, che ha fatto il suo esordio nella Major League all’età di 35 anni. Un sogno, una vittoria”, diretto da John Lee Hancock e prodotto da Mark Johnson, Gordon Gray e Mark Ciardi, è stato distribuito il 29 marzo di quell’anno. Il film è stato premiato con un ESPY Award dalla ESPN come “miglior film sullo sport dell’anno”.

 

Nel 2001 Quaid ha recitato in “A cena da amici”, un film trasmesso su HBO e diretto da Norman Jewison. Basata sulla commedia teatrale del premio Pulitzer Donald Margulies, la storia racconta le tensioni dei matrimoni moderni. “A cena da amici” ha ottenuto una nomination all’Emmy Award del 2002 come “miglior film per la televisione”.

 

Quaid è stato anche protagonista del grande successo prodotto nel 2000 dalla New Line Cinema, “Frequency – Il futuro è in ascolto”, dove interpreta il ruolo di un eroico vigile del fuoco che dopo la sua morte prematura riesce a comunicare con il figlio grazie a uno scarto temporale. Il film, scritto da Toby Emmerich e diretto da Greg Hoblit, annovera nel cast anche Jim Caviezel and Andre Braugher. Il 2000 vede anche la presenza di Quaid accanto a Michael Douglas e Catherine Zeta Jones nel film di suspense “Traffic”, diretto da Steven Soderbergh per la USA Films. Nel film Quaid interpreta un avvocato molto potente che rimane coinvolto in una rete di scandali e inganni con conseguenze fatali.

 

Nel 1998 Quaid ha esordito come regista per la TNT con il film televisivo “Il coraggio di un bambino”, la storia di un uomo del Wyoming che lotta per il possesso di una terra appartenuta alla sua famiglia da molte generazioni; la trama acquista maggiore intensità quando il figlio del protagonista rimane gravemente ferito in un incidente d’auto. La TNT lo ha trasmesso per la prima volta il 12 luglio del 1998. Quello stesso anno Quaid è stato protagonista del campione di incassi di Nancy Meyers,“Genitori in trappola” prodotto dalla Disney, un remake del classico del 1961 distribuito nell’estate del 1998.

 

Nell’autunno del 1998 Quaid è apparso nell’apprezzato film “Savior”, diretto da Peter

Antonijevic, dove interpreta in modo realistico e toccante il ruolo di un mercenario franco-americano che si riscatta salvando una ragazza rimasta orfana durante la guerra in Bosnia. I critici hanno salutato questa performance come la migliore della sua carriera. Quaid ha anche ricevuto molti elogi da parte della critica per la sua interpretazione di Doc Holliday nel western “Wyatt Earp” del 1994 e per “Uomini Veri, un film del 1983 ambientato nello spazio e nominato all’Oscar.

 

Del ricco e variegato curriculum di Quaid fanno parte anche “Ogni maledetta domenica, diretto da Oliver Stone per la Warner Bros; “Linea di sangue”, di Jeb Stuart; “Istinti criminali”, dove recita al fianco di James Belushi; “Qualcosa di cui… sparlare”, di Lasse Hallstrom con Julia Roberts e Robert Duvall; il film fantasy di azione e avventura Dragonheart – Cuore di drago; “Omicidi di provincia”, Steve Kloves; “Benvenuti in Paradiso”, una saga sulla seconda guerra mondiale diretta da Alan Parker; “Un amore una vita”, di Taylor Hackford e con Jessica Lange; “Suspect – Presunto colpevole”, di Peter Yates con Cher; il remake diretto da Annabel Jankel del noir del 1949 “ D.O:A – Cadavere in arrivo”; il film di Jim Bridges “The Big Easy”, con Ellen Barkin; e “Salto nel buio” di Joe Dante. Ha dato prova del suo talento musicale nei film “Le notti in cui si spensero le luci in Georgia”, “Il duro più duro” e “Great Balls of Fire – Vampate di fuoco”.

 

Quaid ha iniziato a recitare al liceo e ha studiato arte drammatica alla University of Houston. Poco dopo il suo arrivo a Hollywood ha ottenuto il primo ruolo importante, quello di un duro ragazzo di periferia, in “All American Boys”. La sua filmografia comprende anche: “I cavalieri dalle lunghe ombre”, dove recita accanto a suo fratello Randy,“9/30/55”, “Crazy Mama”, “Dreamscape – fuga nell’incubo”, “Tutta una notte”, “Our Winning Season”, “Il cavernicolo”,I Never Promised You a Rose Garden” eIl mio nemico”.

 

Nel 1983 è stato protagonista accanto a Mickey Rooney del film televisivo “Bill”, vincitore dell’Emmy Award, e del suo sequel,Bill solo con se stesso”. Un anno dopo ha recitato con Randy Quaid nella commedia teatrale off-Broadway di Sam Shepard,“True West”, e in seguito ha reinterpretato lo stesso ruolo a Los Angeles. Quaid vive fra le sue tre case di Los Angeles, Montana e Texas.

 

 

OLIVIA WILDE (“Daniella”)

 

Nella sua doppia qualità di attrice e attivista, Olivia Wilde è la versione moderna della donna rinascimentale. Passa con estrema naturalezza dalla partecipazione ad acclamati film e show televisivi al fianco di attori famosi alla collaborazione con medici e insegnanti nei campi per i rifugiati di Haiti.

 

Recentemente, Wilde ha interpretato il ruolo di Quorra, amica fidata nonché protettrice di Jeff Bridges nel futuristico campione di incassi in 3D “Tron: Legacy”. Nel 2011 ha partecipato a una vasta serie di progetti. A luglio Wilde ha recitato con Daniel Craig e Harrison Ford nel film d’azione e fantascienza “Cowboys & Aliens”. Diretto da Jon Favreau, il film è ambientato nell’anno 1873 e racconta la storia di uno straniero che si ritrova nella pericolosa e desertica città di Absolution. La commedia fisica “Cambio vita”, distribuita ad agosto, vede Wilde come protagonista al fianco di Ryan Reynolds e Jason Bateman. Wilde interpreta la collega del personaggio sposato (Bateman), ed è la causa scatenante dello scambio di corpi fra i due amici. Lo scorso autunno Wilde ha avuto un cammeo nel thriller futuristico di Andrew Niccol, “In Time”. Il film è ambientato in un mondo in cui le persone smettono di invecchiare all’età di venticinque anni; Wilde interpreta la madre di Justin Timberlake, benché nella vita reale sia di quattro anni più giovane. Inoltre, Wilde ha partecipato all’eccentrica satira politica “Butter” prodotta dalla Weinstein Company, nella quale interpreta il ruolo di una concorrente che partecipa all’annuale gara di sculture di burro. Del cast fanno parte anche Jennifer Garner, Hugh Jackman eTy Burrell.

 

Wilde ha terminato le riprese del film di Stefan Ruzowitzky, “Blackbird”, dove interpreta la sorella minore di Eric Bana nella storia di due fratelli fuorilegge che si imbattono in un problematico ex carcerato durante il rientro a casa per le vacanze di Natale. Poco prima aveva finito le riprese del film d’esordio di Alex Kurtzman, “People like Us” (Welcome to People), che racconta la storia di un uomo d’affari, interpretato da Chris Pine, la cui vita subisce uno scossone quando scopre che il suo defunto padre aveva una figlia segreta. Wilde interpreta la fidanzata di Pine, Hannah.

 

Figlia di una coppia di giornalisti e documentaristi più volte premiati, Wilde ha tratto ispirazione dal loro lavoro e ha deciso di esplorare a sua volta il mondo dei documentari. Uno dei suoi ultimi progetti è infatti la produzione dell’edificante e commovente cortometraggio “Sun City Picture House”, che è stato proiettato per la prima volta al Tribeca Film Festival nell’aprile 2011 e ha partecipato anche al Maui Film Festival. Il documentario segue le vicende di una comunità di Haiti che si raduna per costruire un cinema dopo il disastroso terremoto del 2010.

 

Oltre ai suoi impegni con il grande schermo, nella primavera del 2011 Wilde è tornata a interpretare il ruolo della dottoressa Tredici nella serie televisiva più seguita al mondo, “Dr House”. È entrata nel cast nel 2007 e da allora fa parte del team impegnato a salvare vite umane. “Dr House” ha vinto quattro Emmy e due Golden Globe.

 

Fra i precedenti crediti di Wilde vanno ricordati un cammeo nel film drammatico di Paul Haggis, “The Next Three Days” con Russell Crowe e un altro in “Anno uno” accanto a Jack Black; un ruolo da coprotagonista al fianco di Bruce Willis ed Emile Hirsch in “Alpha Dog”, prodotto dalla Universal; un altro in “Quel genio di Bickford”, che le ha procurato il titolo di migliore attrice all’Aspen Film Festival e in “Conversations with Other Women”, con Helena Bonham Carter e Aaron Eckhar.

 

Wilde è anche attrice e produttrice di “Fix”, la storia di due documentaristi, Bella e Milo, che attraversano la California per portare in salvo il fratello di Milo. “Fix” è stato presentato in anteprima allo Slamdance Film Festival ed è uscito a New York nel novembre del 2009.

 

Le sue precedenti esperienze in televisione includono un ruolo da protagonista nella serie drammatica “Black Donnellys” creata da Paul Haggis, “Skin”, prodotta da Jerry Bruckheimer, e un ruolo ricorrente nell’acclamata serie della FOX “The O.C”. Passando al palcoscenico, Wilde ha calcato le scene all’Epic Theatre Center nella produzione off-Broadway di “Beauty on the Vine” del 2007.

 

Wilde fa parte del consiglio direttivo di Artists For Peace and Justice e dell’ACLU della California del Sud. Di recente si è unita ai membri dell’APJ Barbara Burchfield e Bryn Mooser in un progetto di rinnovamento che coinvolge l’organizzazione Young Artist For Peace and Justice (YAPJ). La YAPJ è impegnata a creare un movimento all’interno delle scuole superiori e delle università americane mirato a combattere la povertà nei paesi in via di sviluppo attraverso l’istruzione.

 

 

ZOË SALDANA (“Dora Jansen”)

 

Zoë Saldana è l’incarnazione della vera star di Hollywood e si è guadagnata la fama di attrice versatile e rispettata scegliendo esclusivamente ruoli che la appassionano.

 

Saldana è famosa per la sua memorabile interpretazione di “Eva” nel film della Columbia Tri-Star “Il ritmo del successo” e, più recentemente per il suo ruolo di “Neytiri” nel molto discusso film del 2009, “Avatar”, il thriller di fantascienza che vanta Sigourney Weaver e Sam Worthington fra i protagonisti. “Avatar” è presto diventato il più grande successo di botteghino di tutti i tempi e nel 2010 ha vinto due Golden Globe, uno per il miglior regista e il secondo come miglior film drammatico. Nello stesso anno “Avatar” si è guadagnato ben nove candidature all’Oscar, inclusa quella come miglior film.

 

Nel 2009 la fama di Saldana è ulteriormente cresciuta grazie alla sua partecipazione al fortunatissimo film di azione e fantascienza diretto da J.J. Abrams,  “Star Trek”, che nel 2010 ha ricevuto quattro nomination all’Oscar. Saldana interpreta “Nyota Uhura’al fianco di Chris Pine, Zachary Quinto, Eric Bana e Winona Ryder.

 

Fra le altre esperienze di Saldana in campo cinematografico vanno ricordati “Prospettive di un delitto”, “Haven”, “Indovina chi”, “La maledizione della prima luna”, “The Terminal”, “Dirty Deeds – Le regole del gioco”, “Constellation”, “Crossroads – Le strade della vita”, “Snipes” e “Drumline – Tieni il tempo della sfida”. I suoi crediti televisivi includono “Keeping It Real” della WB, e “Law & Order” della NBC.

 

Nel 2004 Saldana ha accettato il premio Young Hollywood: One to Watch assegnatole dalla rivista Movieline per la sua interpretazione in “The Terminal”. Nel 2009 ha impreziosito la copertina di Elle, dove figurava come una delle “donne più in vista di Hollywood” e quella di Glamour, che l’ha inclusa tra le “donne dell’anno”. È anche stata nominata “Volto del futuro” da MaxMara e attrice dell’anno per il 2010 da Glamour UK.

 

Tra le ultime interpretazioni di Saldana per il grande schermo vanno ricordati “Il funerale è servito” con Chris Rock e Martin Lawrence e “The Losers”, prodotto dalla Warner Bros, dove recita al fianco di Chris Evans.

 

Saldana è ora impegnata nel set di Star Trek 2, il secondo capitolo del campione di botteghini.

 

Saldana è nata e cresciuta a New York e risiede attualmente a Los Angeles.

 

 

BEN BARNES (“Il Ragazzo”)

 

Con i suoi ultimi tre film e il suo recente ritorno al teatro del West End di Londra con un ruolo da protagonista, l’attore Ben Barnes ha dimostrato ancora una volta il suo talento sia sul grande schermo sia sul palcoscenico.

 

Barnes ha interpretato il ruolo di Stephem Wraysford nella messa in scena del dramma “Birdsong”, diretto da Trevor Nunn per il teatro del West End e basato sul best-seller di Sebastian Faulks. La pièce racconta la storia della travolgente storia d’amore di Wraysford e del suo viaggio attraverso gli orrori della prima guerra mondiale. “Birdsong”, un adattamento di Rachel Wagstaff, è andato in scena da martedì 28 settembre del 2010 al Comedy Theatre di Londra a sabato 15 gennaio del 2011.

 

Nell’inverno del 2010 Barnes si è nuovamente calato nei panni del Re Caspian in “Le cronache di Narnia – il viaggio del veliero, il terzo episodio della serie basata sul ciclo di romanzi fantasy scritti da C.S. Lewis. Il film in 3D, diretto da Michael Apted, è stato distribuito in tutto il mondo dalla Twentieth Century Fox giovedì 9 e venerdì 10 dicembre 2010. Barnes era già apparso nell’episodio precedente della serie: “Le cronache di Narnia: il principe Caspian”, del 2008.

 

Di recente Barnes ha anche recitato nel film indipendente “Killing Bono”, una black comedy basata sull’autobiografia scritta dal personaggio interpretato da Barnes, Neil McCormick. Quest’ultimo, verso la fine degli anni Settanta a Dublino, forma insieme a suo fratello una band chiamata “The Undertakers”, con il solo risultato di vedere i propri compagni di scuola e rivali trasformarsi nella più grande band del mondo, gli U2.

 

Barnes è stato anche protagonista di “Locked in”, un film indipendente a metà fra il drammatico e il thriller, nel ruolo di Josh, un uomo che abbandona la carriera e si fa buttare fuori di casa da sua moglie dopo averla tradita. Poi un incidente riduce sua figlia in uno stato catatonico che la fa restare cosciente ma le permette di muovere soltanto gli occhi. Quando inizia a vedere messaggi apparentemente scritti da sua figlia, Josh si chiede se non stia impazzendo. Il film, una produzione Peninsular Media diretta da Suri Krishnamma, è stato presentato al Boston Film Festival venerdì 17 settembre del 2010.

 

Nel 2009 Barnes ha interpretato il ruolo di protagonista in “Dorian Gray”, un film basato sul classico di Oscar Wilde. Nel 2008 ha recitato in “Un matrimonio all’inglese”, una produzione Sony Pictures Classics con Jessica Biel, Kristin Scott Thomas e Colin Firth. Il film è basato sulla pièce teatrale di Noel Coward e diretto da Stephan Elliot. Nel 2007 ha intepretato il “giovane Dust” al fianco di Claire Danes in “Stardust”, nel quale compaiono anche Ian McKellan e Michelle Pfeiffer.

 

Barnes ha iniziato a farsi notare nel West End di Londra con la sua esibizione in “The History Boys”, la pièce di Alan Bennet andata in scena al Wyndham’s Theatre e vincitrice di ben sei Tony Award. Questa elettrizzante commedia ambientata alla fine degli anni Ottanta racconta la storia di otto brillanti e simpatici studenti che, sotto la guida di un eccentrico professore di inglese e del loro preside, si preparano per entrare all’università. Barnes ha interpretato uno degli studenti, Dakin.

 

Le sue esperienze sul palcoscenico includono il musical moderno “Sex, Chips & Rock n’ Roll”, presentato al Royal Exchange di Manchester nel 2005, e “Loving Ophelia”, messo in scena al Pleasance Theatre di Londra. Da ragazzo è diventato membro del National Youth Music Theatre, un’associazione britannica di giovani che gestisce laboratori, corsi di recitazione e musical. Dal 1996 al 2001 ha recitato in diverse rappresentazioni allestite dall’associazione, incluse “The Ballad of Salomon Pavey”, “Bugsy Malone”, una celebrazione del cinquantesimo compleanno di Andrew Lloyd Webber’s, “The Ragged Child” e “The Dreaming”

Barnes ha studiato arte drammatica e letteratura inglese alla Kingston University, laureandosi nel 2004. Risiede attualmente a Londra.

 

 

 

 

 

NORA ARNEZEDER (“Celia”)

 

Nata a Parigi, Nora Arnedezer aveva solo due anni quando i suoi genitori si sono trasferiti ad Aix-en Provence. Dodici anni dopo sono partiti per trascorrere un anno a Bali.

 

Fin da bambina ha seguito corsi di recitazione, con sua sorella che le faceva da spalla per le prove. Introdotta al jazz da suo padre, ha sviluppato una passione per il canto. Le sue influenze musicali spaziano da Stacey Kent a Quincy Jones, Katie Melua, Billie Holliday e Sarah Vaughan.

 

Tornata a Parigi, Arnezeder ha studiato all’Academie Internationale de Danse, de Chant et de Theatre e ha frequentato diversi seminari al Cours Florent, allo Studio Pygmalion e con Jacques Walzer.

 

Dopo aver recitato in “Les Deux Mondes” con Benoit Poelvoorde, ha fatto un provino per “Paris 36” al teatro Élysée Montmartre.

 

Per l’audizione le è stato chiesto di cantare e recitare una scena comica. Ha ottenuto la parte di Douce, che dà voce a quello che è un vero ritratto musicale di un periodo di grande euforica, sotto la direzione di Christophe Barratier

 

Recentemente ha recitato nella miniserie “Xanadu”, prodotta da ARTE e nel film “Croisière” di Pascale Pouzadoux.

 

Ha da poco terminato di girare il film di Daniel Espinosa prodotto dalla Universal Studios, “Safe House – Nessuno è al sicuro, nel ruolo di protagonista femminile accanto a Ryan Reynolds.

 

Di recente Arnezeder ha anche finito di girare “Ce Que Le Jour Doit A La Nuit” in Tunisia. Ad agosto del 2011 ha terminato le riprese di “Sleight of Hand”, un film diretto da Brad Mirman con Mel Gibson, Kiefer Sutherland, Thomas Jane, Gerard Depardieu e Jon Lovitz.

 

JOHN HANNAH (“Richard Fordham”)

 

L’acclamato attore scozzese John Hannah ha interpretato di recente (2011) il ruolo di Batiatus, il padrone della scuola di gladiatori in “Spartacus – gli dei dell’arena”, l’originale miniserie di azione e avventura trasmessa sul canale Starz.

 

Nato a Glasgow, in Scozia, Hannah ha fatto apprendistato per diventare elettricista, per poi entrare alla Royal Scottish Academy of Music and Drama all’età di vent’anni.

 

Si è assicurato una brillante carriera televisiva e teatrale e si è imposto all’attenzione interpretando l’importante ruolo di Matthew nella commedia romantica di successo “Quattro matrimoni e un funerale”. Altri ruoli memorabili sul grande schermo sono quello di James, il fidanzato di Gwyneth Paltrow in “Sliding Doors”, e quello di Jonathan Carnahan, un ladro maldestro e alcolizzato, in “La Mummia” e nei suoi due sequel, “La mummia – Il ritorno” e “La mummia – La tomba dell’imperatore dragone”. Fra le sue importanti esperienze televisive vanno ricordati “McCallum”. “Poirot”, “Cold Blood”, “Out of the Blue” e “Rebus,” di cui è anche produttore esecutivo. Le sue esperienze come produttore includono anche “Dr. Jekyll and Mr. Hyde”, Quite Ugly One Morning” e “Afterlife – Oltre la vita”.

 

Hannah è sposato con l’attrice Joanna Roth e ha due gemelli, Gabriel e Astrid.

 

                                                    LA TROUPE

 

 

                                   BRIAN KLUGMAN/LEE STERNTHAL

                                               (Registi/ Sceneggiatori)

 

Brian Klugman e Lee Sternthal sono entrambi nati e cresciuti a Filadelfia, in Pennsylvania. Amici dall’età di undici anni, lavorano insieme da più di un decennio. THE WORDS segna il loro ritorno al Sundance Film Festival; il progetto è nato nel 2000 durante il Sundance workshop del 2000. Da allora hanno collaborato a molti altri progetti tra cui “Tron: Legacy”. Attualmente stanno scrivendo l’adattamento di “Rex Mundi” per la casa di produzione di Johnny Depp, la Infinitum Mundi, e per la Warner Bros. THE WORDS è il loro esordio alla regia.

 

 

MICHAEL BENAROYA (Finanziatore/Produttore)

 

Michael Benaroya è il direttore generale della Benaroya Pictures, che lui stesso ha fondato nel 2006. La società si occupa di progettare, finanziare e produrre una grande varietà di film importanti su diverse piattaforme.

 

Oltre a THE WORDS Benaroya ha recentemente prodotto il film di John Hillcoat, “Lawless”, con Shia LaBeouf e Tom Hardy, “Catch .44”, con Bruce Willis e Forest Whitaker, e “The Paperboy”, con Matthew McConaughey, Nicole Kidman, John Cusack, Zac Efron e Nick Nolte, diretto da Lee Daniels (“Precious”).

 

Uno tra gli ultimi film prodotti da Benaroya, “Margin Call,” è stato presentato in anteprima al Sundance Festival nel 2011; nel cast figurano Kevin Spacey, Demi Moore, Zachary Quinto e Paul Bettany. Il film, un thriller ambientato a Wall Street che racconta la crisi finanziaria del 2008, è stato venduto alla Lionsgate/Roadside Attractions. Margin Call è stato accolto con entusiasmo dalla critica e ha ottenuto diversi riconoscimenti e varie nomination.

 

Fra i progetti precedenti prodotti e finanziati da Benaroya vanno ricordati “New York, I Love You” e la distribuzione Paramount “The Romantics”, un film diretto da Galt Niederhoffer con Katie Holmes, Josh Duhamel, Anna Paquin, Malin Ackerman, Elijah Wood e Candice Bergen. Nel film sette amici si riuniscono per un matrimonio, ma la notte precedente si scopre che fra la damigella d’onore e lo sposo c’è ancora del tenero.

 

Benaroya ha recentemente prodotto “Elvis & Nixon”, un film con Eric Bana e Danny Houston che segnerà l’esordio alla regia dell’attore Cary Elwes. Altri progetti in corso sono “Clock Tower,” un adattamento cinematografico dell’omonimo e popolare video game, “Kill Your Darlings”, con Daniel Radcliffe, e “The Bullet”, con John Cusack.

 

 

TATIANA KELLY (Produttore)

 

Nella sua lunga carriera nel campo pubblicitario e come direttore di marketing e produttore, Kelly ha lavorato con clienti come Showtime, ABC, CBS, Lifetime, TNN e il National Geographic Channel. Si è poi spostata sul campo cinematografico producendo “Wristcutters: Una storia d’amore”, un film con Patrick Fugit, Shannyn Sossamon, Will Arnett, Leslie Bibb e Tom Waits distribuito dalla Lionsgate. “Wristcutters: Una storia d’amore”, presentato in anteprima al Sundance Film Festival ha procurato a Kelly una nomination all’Independent Spirit Award ed è stato proiettato in più di trenta festival cinematografici, oltre a essere premiato per ben tre volte come miglior film. Kelly ha poi prodotto “Happiness Runs”, un film drammatico con Rutger Hauer e Andie Macdowell distribuito in sala nel 2010, “Smother”, con Taryn Manning, e “Dark Yellow”, con Melora Walters e John Hawkes.

 

Oltre a THE WORDS, Kelly è stata di recente impegnata nella post produzione di “Sunset Stories” (inizialmente intitolato “Cooler), con Monique Curnen, Sung Kang, Harold Perrineau, Joshua Leonard e Jim Parsons, “The Procession”, con Lily Tomlin, Jesse Tyler Ferguson e Lucy Punch e “Perfection”, che ha vinto il finanziamento Adrienne Shelly per registe donne e ha partecipato al Laboratorio di Film Indipendenti di IFP (Independent Feature Project). Il progetto è basato sul cortometraggio SLICE, presentato in anteprima al Festival di Cannes.

 

Kelly ha anche lavorato da freelance come Supervisore di produzione nel reality show “The Hills” prodotto da MTV ed è ora impegnata nella messa a punto di due pilot per Bravo USA Networks e di numerosi progetti per il grande schermo con società come la Lynda Obst Productions, Millar/Gough Ink, Untitled Entertainment e con vari sceneggiatori candidati al premio Oscar come Tab Murphy (“Gorilla nella nebbia”), Robert Rodat (“Salvate il soldato Ryan”) e Robert Festinger (“In The Bedroom”). Si è laureata alla London School of Economics e parla cinque lingue.

 

 

JIM YOUNG (Produttore)

 

Jim Young è un produttore indipendente della Animus Films, la casa di produzione che lui stesso ha fondato otto anni fa.

 

Alla Animus, Young ha prodotto l’acclamato documentario “Year of the Bull,” che è stato trasmesso su Showtime e ha ricevuto numerosi premi. Ha lavorato anche per Golf Channel e Fox Sports come produttore esecutivo del reality show sportivo “The Duff Challenge”.

 

Nel 2009, Animus ha prodotto “Homecoming,” un thriller per ragazzi diretto da Morgan J. Freeman con Mischa Barton, Jessica Stroup e Matt Long. Il film è stato distribuito in sala dalla Paramount Pictures nel luglio del 2009. Subito dopo Young ha prodotto la black comedy, “Don McKay,” con i candidati all’Oscar Thomas Haden Church ed Elisabeth Shue e il premio Oscar Melissa Leo. Il film è stato presentato in anteprima al Tribeca Film Festival 2009 ed è stato distribuito nelle sale dalla Image Entertainment nel 2010. Oltre a “The Words”, Young ha prodotto il film di prossima uscita “Lovelace”, con Amanda Seyfried e Peter Sarsgaard. Di recente ha anche ricevuto il prestigioso finanziamento per la produzione da parte della fondazione Alfred P. Sloan e ha partecipato al Film Independent Producers Lab per “The Man Who Knew Infinity”.

 

Attualmente, Young è impegnato in altri progetti con società indipendenti come The Mark Gordon Company, Lynda Obst Productions, Millar/Gough Ink, Benderspink, Ruby Films, Tollin Productions, Varsity Pictures, Atlas Entertainment, National Geographic Films, Underground Films, Untitled Entertainment, Millennium Films e Pressman Films.

 

In precedenza, Young è stato produttore creativo per l’American Entertainment Company dell’attore Bill Paxton, dove collaborato alla realizzazione del film “Frailty” (Matthew McConaughey, Bill Paxton), distribuito dalla Lionsgate. Young ha anche contribuito a vari progetti con case di produzione come Universal, Disney, Revolution, Screen Gems e HBO. È membro della Producer’s Guild of America. Ha frequentato la New York University, specializzandosi in Letteratura drammatica.

 

 

ANTONIO CALVACHE (Direttore della fotografia)

 

Antonio Calvache è nato in Spagna, dove ha studiato cinema all’Università di Madrid, al T.A.I (Taller de Artes Imaginarias) e allo I.O.R.T.V. (Instituto Oficial de Radio y Television). Dopo aver completato gli studi, Calvache ha iniziato la sua carriera professionale come direttore della fotografia collaborando a una vasta gamma di progetti (cortometraggi, documentari, spot televisivi e video musicali) e a dodici show in prima serata per la rete nazionale spagnola Tele-5.

 

Calvache si è presto trasferito a Los Angeles, dove ha frequentato l’American Film Institute (A.F.I.) diplomandosi in cinema sotto la guida di John Alonzo, della A.S.C. (American Society of Cinematographers) Ha anche frequentato la European Master Class, il corso di perfezionamento tenuto da Vilmos Zsigmond, ASC e Billy Williams, BSC (British Society of Cinematographers)  all’Accademia d’arte teatrale e cinematografica di Budapest.

 

Subito dopo essersi diplomato all’American Film Institute, Calvache ha collaborato con alcuni registi che usciti come lui dall’American Film Institute fra cui Garrett Bennett (“Farewell to Harry”) and Todd Field (“In The Bedroom” e “Little Children”). Questi ultimi due film hanno ottenuto ben otto nomination all’Oscar e numerosi premi della critica e, a oggi, sono le opere più acclamate di Calvache come direttore della fotografia.

 

Altri film premiati cui Calvache ha collaborato sono  “Broken Vessels” (L.A. Film Festival), “Prey for Rock and Roll” (Sundance Film Festival), “La Suerte Dormida” (SEMINCI Film Festival), “Mar De Plastico” (Biarritz FIPA) e “Oliver Sherman” (Toronto Film Festival). Oltre alle sue esperienze sul grande schermo Calvache ha un ricco curriculum nel campo degli spot pubblicitari, sia negli Stati Uniti che in Europa.

 

Del lavoro di Calvache hanno parlato l’“American Cinematographer Magazine” e l’“International Cinematographers Guild Magazine”. In un numero speciale del 2006 “Variety” lo ha nominato uno fra “i primi dieci direttori della fotografia”. È stato membro dell’American Society of Cinematographers (A.S.C.) e della Spanish Society of Cinematographers (A.E.C.). È attualmente rappresentato dalla Worldwide Production Agency.

 

 

SIMONETTA MARIANO (Costumista)

 

Nata a Roma, Simonetta Mariano è cresciuta, ha studiato e lavorato in tutto il mondo, spaziando dall’Italia a Montreal e all’Asia.

 

La sua prima esperienza come costumista è stata nell’Asia sudorientale, dove ha lavorato e vissuto per tre anni collaborando al film “Poussière de Vie”, che ha ricevuto una nomination all’Oscar come miglior film straniero nel 1995.

 

Nel corso della sua carriera Mariano non ha soltanto creato modelli per personaggi contemporanei ma ha dimostrato il suo grande talento come disegnatrice di costumi per film d’epoca, di fantascienza e di fantasia. Ha collaborato come costumista in film ambientati in varie epoche storiche tra cui la Grecia e la Roma antiche, i primi del Novecento e il futuro. Tra i suoi film più importanti cui ha collaborato vanno ricordati “300,” “Ben Hur,” “Protection,” e “Last Exit.”

 

Mariano ha anche lavorato con alcuni dei più noti attori contemporanei, fra cui Halle Berry, Robert De Niro, Robert Downey Jr, Penelope Cruz e, più recentemente, Jeremy Irons.

 

Oltre a THE WORDS uno degli ultimi film cui ha collaborato è “Immortals”, una pellicola di recente distribuzione che vede nel suo cast Henry Cavill, Stephen Dorff e Mickey Rourke.

 

 

 

 

 

MICHÈLE LALIBERTÉ (Scenografa)

 

Dopo aver studiato scenografia presso la National Theatre School of Canada ed essersi laureata in architettura all’Université de Montréal, Michèle Laliberté ha progettato set, costumi e arredi scenici per numerosi spettacoli teatrali, tra cui diverse pièce scritte da Wajdi Mouawad. Ha disegnato scenari per eventi speciali e per alcuni anni ha lavorato in diversi studi di architettura, prima di entrare nel mondo del cinema. Per molti anni ha lavorato nel campo dell’allestimento scenico in vari ruoli, iniziando come disegnatrice di scena e vice direttore artistico in numerosi film tra cui “Grey Owl – Gufo grigio” (un film diretto da Richard Attenborough con la scenografia di Anthony Pratt) “Il collezionista d’ossa” (scenografia di Nigel Phelps), “Battaglia per la Terra”, “The Score,” (con Robert de Niro, Edward Norton e Marlon Brando) e “Amore senza confini” (con Angelina Jolie).

 

Laliberté ha poi iniziato a collaborare come direttore artistico a numerosi progetti, tra cui “Al vertice della tensione (prodotto dalla Paramount con Ben Affleck), “Prova a prendermi” (diretto da Stephen Spielberg con la scenografia di Jeanine C. Oppewall), “L’alba del giorno dopo” (prodotto dalla 20th Century Fox e diretto da Roland Emmerich), “Una notte al museo” (con la scenografia di Claude Paré), “L’albero della vita” (diretto da Daren Aronovsky, con la scenografia di James Chusid), “Blades of Glory – Due pattini per la gloria” e i due film vincitori del premio Oscar per la miglior scenografia “The Aviator” (diretto da Martin Scorcese con la scenografia di Dante Ferretti) e “Il curioso caso di Benjamin Button” (diretto da David Fincher con la scenografia di Don Graham Burt).

 

Lo scorso anno, nel film di produzione canadese “La versione di Barney” Laliberté ha lavorato come direttore artistico al fianco dello scenografo Claude Paré’s che ha vinto un Genie Award per la migliore direzione artistica. Ha lavorato come supervisore della direzione artistica in “Viaggio al centro della Terra” uno dei primi film girati in 3D, (diretto da Eric Brevig con la scenografia di David Sandefur), “Death Race,” (diretto da Paul Anderson con la scenografia di Paul Austerberry) e “Immortals,” (prodotto dalla Relativity Media e diretto daTarsem Singh), uscito nelle sale nel novembre del 2011.

 

Laliberté ha lavorato di recente a “Deadfall” (originariamente intitolato “Blackbird” e “Kin”), diretto da Stephan Ruzowitsky con la scenografia di Paul Austerberry.

 

THE WORDS è il suo primo lavoro come scenografa.

 

 

MARCELO ZARVOS (Compositore)

 

Come discografico Zarvos ha inciso per la MA Recordings tre album che hanno ricevuto l’apprezzamento della critica : “Dualism”, “Music Journal” e Labyrinths”, dove stili musicali di tutto il mondo si mescolano agli strumenti classici e jazz. La Sony ha scelto alcuni brani tratti dalla colonna sonora della serie “The Big C” per produrre un album di beneficenza. A Zarvos è stato chiesto di comporre le musiche per il Cirque Musica.

 

Tra gli altri suoi lavori ricordiamo le musiche per spettacoli di danza: Pilobolus, DanceBrazil, Cleo Parker Robinson, ODC Dance e le composizioni da camera per Ethel e Quintet of the Americas. A Zarvos è stata assegnata una borsa di studio da Meet the Composer e dal New York State Council for the Arts.

 

Oltre a THE WORDS la carriera di Zarvos nel settore cinematografico include “Too Big To Fail – Il crollo dei giganti”, “Mr Beaver”, “Remember Me”, “Brooklyn’s Finest”, “The Good Shepherd – L’ombra del potere” e “I segreti di Brokeback Mountain.” Ha anche ricevuto due nomination all’Emmy Award per le migliori musiche in una Miniserie, film tv special (Colonna Sonora drammatica originale) per You Don’t Know Jack” e “Taking Chance.”