Da oggi presso il Cimitero Monumentale del Verano è possibile visitare la tomba- monumento del nostro grande amatissimo Gigi Proietti,
le ceneri sono già state deposte con una cerimonia privata riservata alla famiglia.
Le coordinate per arrivare sono: Settore Nuovo Reparto XV Riquadro 110.
https://www.instagram.com/sergiofabi2016/p/DBqHdGhNO0q
Di seguito troverete uno scritto di Quirino Conti che ha pensato e costruito l’ultima dimora del nostro Gigi.
Di seguito troverete uno scritto di Quirino Conti che ha pensato e costruito l’ultima dimora del nostro Gigi.
Fu in occasione della regia di Tosca che Gigi Proietti dovette scontrarsi con il tema della morte e della sua monumentalità. Con due soluzioni ispirate da Roma e dalla sua eterna complessità.
La prima soluzione gli fu donata dalla Chiesa dei Cappuccini in Via Veneto. Da quel pavimento trasse ispirazione per una lapide lì incontrata. Con sorpresa si poteva leggere che sotto quella pietra, proprio di fronte all’altare, non c’era nient’altro che “polvere e cenere”. In un bel latino, quella sentenza fu trasferita nella chiesa dove Mario Cavaradossi incontra, nel primo atto, la sua amante Tosca: come a dire la fragilità dei sentimenti e delle passioni.
Per il terzo atto scelse come spirito di Castel Sant’Angelo la sua vera natura: la tomba dell’imperatore Adriano. Un vero Monumento, un gigantismo paragonabile alla grandiosità del personaggio. Un’opera architettonica che nascondesse la sua funzione funebre.
Fu con la regia e l’interpretazione di Processo e morte di Socrate, realizzate al Piccolo di Milano, che quell’occasione impegnò Gigi Proietti nella raffigurazione dell’antitesi tra Vita e Morte. L’incredibile vitalità dell’Attore riusciva a spegnersi in un’abilità espressiva senza precedenti. Moriva ogni volta, in prova, con una intensità che in tutti i presenti non poteva non suscitare emozione e terrore. Per poi risolversi in un guizzo di quella dinamicità che non era che la sua: quella che sembrava non dovesse esaurirsi mai.
Per tutte queste ragioni, a Gigi Proietti, si è dato un Monumento, non una tomba. Un Dolmen, una sorta di Memoriale, un Trionfo, un Segno, una Pietra,
Tutto questo al cospetto di un sommovimento di vitalità che spalanca sul suolo un vuoto e un sollevamento della pietra tombale, che la forza intellettuale e morale dell’Attore ha scardinato in un movimento e in un sovvertimento di quanto è nella morte. Poiché l’Artista non è lì.
Ma in un Iperuranio di Anime e di Sentimenti. A scardinare la morte una eterna, vitalissima, speranza di vita.
Quirino Conti