IL RITORNO DI JOKER – CURIOSITA’ UFFICIALI – ultima e lunga PARTE 3 – A COLLOQUIO CON IL CAST e non solo

A COLLOQUIO CON IL CAST

— Joaquin Phoenix —

Arthur Fleck

Quando – e perché – è nata l’idea del sequel di “Joker”…

“Todd e io abbiamo iniziato a parlare di una nuova storia da raccontare riguardo al personaggio forse a metà delle riprese del primo film, molto prima della sua uscita. Già allora, penso che entrambi sentissimo la voglia di voler scavare più a fondo nel protagonista. E mi è piaciuta l’idea e la sfida di continuare la storia, pur trovando toni diversi con cui giocare”.

Sulla collaborazione con il regista Todd Phillips…

“In pratica, è un regista esperto con una prospettiva molto specifica e unica, e questa è davvero la cosa più importante, almeno per me, quando lavoro con un regista. Inoltre, mi piace il modo in cui risolve i problemi. E’ coraggioso. Pensa molto velocemente, il che è fantastico, e ti consente di affrontare una scena in modo diverso a ogni ripresa. E quando ti imbatti in un problema, lui escogita subito un modo per risolverlo. Non ho mai lavorato con nessuno come lui”.

Sul suo personaggio, Arthur Fleck, che ha la musica dentro di sé…

“Nel primo film, abbiamo scoperto dei modi in cui Arthur e Joker si muovevano nel mondo, che sembravano musicali, stranamente aggraziati, in un certo senso: come se una specie di ritmo motivava i suoi movimenti. C’era della nostalgia nella musica che ascoltava, nella musica che aveva in testa, che abbiamo scoperto sempre di più durante le riprese”.

Sulla collaborazione con Lady Gaga nel ruolo di Lee Quinzel…

“L’ho trovata semplicemente priva di ego e con una determinazione così forte da entrare subito in sintonia con noi. È stata una grande esperienza avere un’altra persona disposta ad entrare in una scena ovunque ci portasse. Non ci sono molti attori, credo, che si sentano a loro agio a lavorare in quel modo, dove le cose possono cambiare in un momento, e devi provare diverse versioni. Ma lei era davvero pronta a tutto. Ovviamente ha una grande voce e un ottimo vibrato, e ho pensato che cercare di moderare queste qualità sarebbe stato difficile per una persona del suo calibro, eppure lei ci ha lavorato, ha capito che Todd voleva che ci fosse una certa crudezza nel personaggio, nel modo in cui canta, realizzando ogni volta tutto sul momento”.

Su Brendan Gleeson nel ruolo della guardia carceraria Jackie Sullivan…

“Brendan è un attore che adoro. Ho lavorato con lui anni fa in ‘The Village’ e l’ho trovato un attore straordinario”.

Sulla collaborazione con Catherine Keener nel ruolo dell’avvocatessa di Arthur, Maryanne Stewart…

“Conosco Catherine da anni, in realtà da quando ero bambino, tipo otto anni o giù di lì, eppure non ho mai lavorato con lei, quindi è stato bello avere questa opportunità. Quando incontriamo il suo personaggio, abbiamo la sensazione che sia l’unico volto amichevole e accogliente che Arthur vede durante la sua permanenza ad Arkham. È l’unica che lo tocca o lo guarda, o che sembra sinceramente interessata alle sue condizioni. All’inizio del film lui non dice molto, perché crede che nessuno lo ascolti o si preoccupi davvero, a parte lei. Quindi diventa una parte importante del suo viaggio nel film, ed è stato fantastico lavorare con Catherine”.

Sul tornare a lavorare con Leigh Gill nei panni di Gary Puddles

“Sono rimasto molto colpito dalla performance di Leigh nel primo film. E ricordo di aver detto a Todd, ‘quel ragazzo è davvero incredibile’. Nelle sole due scene cui ha preso parte, ha espresso profondità e una storia da raccontare al personaggio che ha ritratto. Avrei voluto averlo in più scene nel primo film, quindi ho suggerito di farlo inserire maggiormente nella trama di questo capitolo. Così, in accordo con Todd, abbiamo pensato di rivisitare ed approfondire questo personaggio, e il fatto che abbia accettato di tornare ad unirsi al cast mi ha reso felice. Ed è bravissimo nella sua scena, che è un momento cruciale nel film”.

Sul ritorno di Zazie Beetz nel ruolo di Sophie Dumond…

“È stato fantastico lavorare nuovamente con lei: è stata semplicemente centrata e straordinaria. Come con Leigh, celava una vera storia, una vita vissuta. Anche solo per una giornata di lavoro, è stato bello rivederla”.

Sugli ambienti creati per il film…

“I set che Mark Friedberg ha allestito erano sorprendenti. Arkham era su più livelli: era uno di quei set in cui entri e ti perdi, data la sua vastità. È davvero impressionante e ovviamente importante che si possa passare dal mondo dei teatri di posa – cioè il più lontano possibile dal film – all’entrare nel set e perdersi in quei corridoi. Tutto era accessibile e sembrava autentico. È una parte enorme del film, ovviamente, ed è stato anche un aspetto fondamentale per aiutare gli attori a trovare il loro posto all’interno di quel mondo”.

Sui costumi che Arianne Phillips ha disegnato per il film…

“Arianne è stata in grado di rappresentare la cruda realtà di Arkham e i momenti romantici, classici e fantasy in modo brillante, attraverso i suoi costumi. È una maestra, e una persona con cui ho lavorato anni fa, quindi è stato bello ritrovarla”.

Sull’introduzione della musica nel mix…

“Abbiamo iniziato a parlare di performance musicali fin da subito, ancor prima che Todd e Scott [Silver] iniziassero a lavorare sulla sceneggiatura. Alla fine era ovvio che volevamo che sembrasse spontaneo, improvvisato e sporco in un modo insolito per i film di questo genere. Abbiamo semplicemente pensato di fare qualcosa di mai visto prima, lontano dai canoni degli artisti che di solito eseguono le canzoni nei film. È stato emozionante e stimolante, perché avevamo optato per le esibizioni dal vivo, al fine di eseguire le canzoni in modo accurato, autentico, senza voler essere le migliori interpretazioni dei brani. E c’era qualcosa di molto emozionante in questo”.

Sulla collaborazione con il pianista Alex Jules per eseguire le canzoni dal vivo

“George Drakoulias è un supervisore musicale, lavora sempre con Todd e lo conosco da anni. Mi ha subito presentato un pianista di nome Alex Jules, e abbiamo iniziato a lavorare insieme in grande sintonia. Gli avevo detto che volevo che ogni ripresa fosse diversa dall’altra, e non abbiamo mai fissato il fraseggio o un modo particolare di cantare. Cambiava sempre, di ripresa in ripresa. E’ stato bravissimo ad ascoltare e a capire quando potevo intervenire; c’erano momenti in cui cantavo forte, e altri in cui cantavo più piano. Desideravo proprio lavorare con qualcuno che mi accompagnasse e che fosse davvero ricettivo, ascoltandomi e cambiando le dinamiche dal vivo”.

Sul ritorno della compositrice Hildur Guđnadóttir per la colonna sonora del film

“La colonna sonora di Hildur è stata una parte importante del primo film e in realtà ha appoggiato lo sviluppo di alcune parti del personaggio; penso di aver trovato il personaggio ascoltando la sua musica sul set, mentre la pellicola girava. Ed è una sensazione davvero speciale, ogni volta che qualcosa prende vita in quel modo, per poi catturarla su pellicola. Da quel momento, ho sentito che il personaggio e la musica di Hildur erano strettamente legati tra loro. Quindi, è stato emozionante sapere che sarebbe tornata per questo film. Abbiamo sempre cercato di trovare i modi in cui quella parte del personaggio si esprime in questo film, e molto avviene attraverso la musica di Hildur. E’ stato fantastico non solo averla di nuovo con me, ma anche ascoltare le sue nuove versioni di alcuni di quei temi”.

Sul lavoro con il coreografo Michael Arnold...

“Michael Arnold affronta la danza attraverso gli occhi del personaggio. Alcuni dei miei momenti preferiti sono stati quando eravamo semplicemente in studio, e sul sottofondo di una canzone iniziava… a sentire qualcosa, e a ballare. E molto rapidamente, identifichi le cose che funzionano davvero, e ciò che sembra essere il personaggio, così come le cose che non funzionano. Non è prezioso su nulla. Ti aiuta ad adattare le mosse in base alla tua abilità o alla tua fisicità, perché conosce qualsiasi tipo di danza. Ovviamente io ero limitato, ma la sua bravura come insegnante mi ha aiutato tanto. Ama il suo lavoro e la sua passione è contagiosa; è stato piacevole stargli accanto”.

Sul produttore musicale esecutivo Jason Ruder…

“È stato fantastico averlo sul set; è una persona molto disponibile. A volte, nel bel mezzo di una scena mi sono chiesto: “Potremmo estendere questo momento? La parte iniziale della frase inizia subito: e se potessimo estenderla?”. E lui era lì al suo computer, e creava un po’ di spazio, aggiungeva della strumentazione, e in pochi minuti avevi un’altra opzione su come eseguire la canzone”.

— Lady Gaga —

Lee Quinzel

Sulla sua reazione alla sceneggiatura e sulle sue sensazioni iniziali riguardo al suo ruolo in “Joker: Folie À Deux”…

“Inizialmente, leggendo la sceneggiatura mi ha entusiasmato il grande spazio che era destinato al ruolo. Ho pensato che sebbene la sceneggiatura fosse molto intenzionale e fosse chiaro che questa sarebbe stata una storia d’amore, il modo in cui l’avremmo raccontata sarebbe stato diverso da qualsiasi cosa avessimo fatto o visto prima. E di conseguenza anche Lee avrebbe dovuto essere un personaggio che non avevamo mai sperimentato prima. Quindi, una delle cose che ho preferito della sceneggiatura era quanto fosse reale”.

Sulla consapevolezza che Harley Quinn è stata già ritratta nei fumetti e in TV, mentre qui è diversa…

“Certo, ho pensato a tutti i modi in cui Harley Quinn è stata ritratta nel mondo prima di questa sceneggiatura, ma è stato emozionante per me creare Lee nel mondo di Todd e Joaquin, e il loro mondo per “Joker” era diverso da tutti quelli che abbiamo già visto. La storia di Arthur Fleck, e la nascita di Joker, è estremamente sentita ed emozionante. Quindi sapevo che anche Lee doveva essere radicata in quello stesso tipo di umanità, affinché questo film funzionasse. Ho lavorato molto con Todd e Joaquin ogni singolo giorno su come far emergere la sua umanità in un film e una storia selvaggia”.

Sulle condizioni di Arthur quando incontra Lee…

“Penso che all’inizio del film, Arthur sia in una situazione terribile. E credo che Todd abbia sempre cercato di dire qualcosa di profondo sul sistema e sul modo in cui abbatte le persone. Quindi, penso che all’inizio di questo film, vediamo che Arthur ha a malapena una vita. E il nostro primo incontro suggerisce che potrebbe esserci qualche speranza”.

Sulla parte migliore della scoperta di Lee mentre la ritraeva

“Mi sono divertita tanto a scoprire Lee sul set, e direi che lavorare con Todd, lavorare con Joaquin come stretti collaboratori ogni giorno, è stato estremamente illuminante per me sull’esperienza cinematografica e su come potessi effettivamente arrivare sul set, sapendo che avrei potuto riscoprire il personaggio nella scena. E perché dovremmo impedirci di scoprire chi potrebbe essere un personaggio, decidendolo in anticipo? Quindi è stato davvero divertente”.

Sull’impegno lavorativo per lasciare spazio alla spontaneità...

“Abbiamo provato il valzer per mesi. Ho imparato tutta la mia musica per mesi, così come Joaquin. Ma abbiamo mantenuto la libertà creativa, perché questo era un grande parco giochi artistico, e alla fine il montaggio avrebbe deciso il film finale; ma sul set non dovevi prendere decisioni scolpite nella pietra. Ci siamo preparati e poi abbiamo potuto giocare”.

Sul significato del termine “folie à deux”…

“Ho fatto delle ricerche sulla ‘folie à deux’ e ho cercato la spiegazione medica. Alcuni la definiscono doppia follia. Altri parlano di questa condizione in cui due persone sono affette da psicosi, una trasmette la psicosi all’altra persona, e credono a una fantasia condivisa, a un’illusione condivisa tra loro e con chi le circonda, e difendono la loro fantasia a qualsiasi costo”.

Sulla definizione del confine tra fantasia e realtà...

“Le fantasie nel film sono un’espressione del modo in cui Todd vede loro due, Arthur e Lee, e sono un’espressione del modo in cui Joker e Harley o Lee e Arthur o Joker e Lee e Arthur e Harley stanno vivendo la vita. Spetta davvero al pubblico sperimentare e decidere”.

Sulla natura intrecciata della musica e su come si collega alla storia

“Sai, Todd ha sempre detto che c’era della musica dentro Arthur, ed è difficile per me parlare della genesi di qualsiasi cosa di questo film, senza iniziare da Arthur e dal primo film. Quindi per me, qui la musica gioca un ruolo enorme, perché è parte di ciò che dà vita a Joker, dà vita ad Arthur, e penso che in un certo senso sia, a volte, una metafora di come Arthur diventa Joker. Questa musica dentro di lui. Ed è anche, credo, la volontà di esprimere in un dato momento delle cose che semplicemente non possono essere dette a parole nella scena. Doveva essere detto con canzoni e balli.

“Ho pensato che la musica sia stata scelta molto abilmente per questo film; hanno sempre messo la storia al primo posto, e tutto era collegato a un lato reale di questi personaggi. Non so se la musica avrebbe funzionato in questo film senza questo presupposto. Penso che parte di ciò che rende sensata tutta questa folle attività per i nostri cuori mentre la guardiamo, è il fatto che c’è un po’ di verità in tutto ciò”.

Sul processo di ricerca della voce di Lee…

“Tutti – George Drakoulias, Jason Ruder, Randy Poster, Todd, Joaquin ed io – abbiamo lavorato duramente per trovare le nostre voci nel film. Per me, la ricerca della voce di Lee è stato un processo interessante. Dopo essermi dedicata a lungo, ho capito che Lee non è una grande cantante. Fa del suo meglio, e questo se vogliamo fa parte del film, giusto? Entrambi i personaggi stanno in un certo senso dando il massimo: d’altronde non è quello che cerchiamo tutti di fare nella vita? E quindi dare il massimo, data la sua natura, è stato il punto di partenza per la mia performance vocale nel film”.

Sulla collaborazione con Todd Phillips nel film...

“Todd ha dato una svolta importante a tutto questo concept e alla sceneggiatura, dando al sequel di “Joker” tanta audacia e complessità. C’è musica, c’è danza, è un dramma, è anche un dramma giudiziario, è una commedia, è allegro, è triste, ha tutti questi elementi. Parte della musica è di fantasia, parte è nella scena. Rompe con il genere, e penso che sia stato molto, molto audace, e che sia una testimonianza di lui come regista, che preferisce essere creativo piuttosto che raccontare una storia d’amore tradizionale. Come filmmaker, non credo che si fermerebbe mai in un punto specifico e direbbe: “Questo è esattamente ciò che voglio che sentiate”. Penso che stia semplicemente esplorando queste due persone. Ho sempre apprezzato il fatto che abbia davvero celebrato Arthur nel primo film, e nel secondo, va ancora oltre”.

Sul lavorare con Joaquin Phoenix…

“Mi è piaciuto molto lavorare con Joaquin. È stato fantastico condividere con lui questa esperienza. Ho imparato tanto sulla recitazione, e mi sono divertita tantissimo a fare musica con lui e ballare”

Sui colleghi attori del film, Brendan Gleeson e Catherine Keener…

“Adoro Brendan Gleeson. Ci siamo divertiti molto sul set. Trovo che abbia una voce meravigliosa. E mi è piaciuto molto lavorare con lui. Catherine Keener è un’attrice straordinaria e una persona divertente; abbiamo riso molto”.

Sulle emozioni che Lee esprime attraverso la musica

“Una delle mie canzoni preferite del film è ‘Close to You’, perché in un momento di grande tensione tra i due – che solo dopo aver girato questa scena più e più volte- abbiamo trovato ci fosse qualcosa di giocoso nell’audacia di Lee di fare qualsiasi cosa per stare vicino a Joker. Quindi, questa canzone è diventata un modo per divertirsi, e per ricordargli in modo non letterale, “Ehi, anche a te piace divertirti, quando ti senti a disagio, quando hai paura. E anche a me”.

Sul suo processo di collaborazione con il pianista Alex Smith e su come ha funzionato la performance dal vivo sul set…

“Alex Smith e io abbiamo lavorato insieme per anni. Lui era fuori dal set e io lo ascoltavo negli auricolari, il che lo rendeva una sorta di attore passivo nella scena. Non l’ho mai sentito spingermi troppo avanti o indietro, era un po’ con me mentre parlavo con Arthur o Joker. Era tutto dal vivo. Il pianoforte era dal vivo, la voce era dal vivo, e Joaquin ha fatto lo stesso con il suo musicista. Penso che questo crei uno strato di realtà in qualcosa che dovrebbe essere di fantasia, un po’ scomodo e ma molto accattivante, perché le persone normali non scoppiano a cantare nel bel mezzo di una conversazione, mentre Lee e Arthur lo fanno. E chi può dire che non sia normale? Credo che senza la competenza che Alex ha apportato, le scene sarebbero state molto diverse. Quindi mi sento molto, molto fortunata della sua presenza sul set”.

Sul lavoro con il coreografo Michael Arnold sul valzer, tra le altre esibizioni…

“Michael Arnold è un coreografo e ballerino incredibilmente talentuoso, e ha lavorato instancabilmente non solo per insegnarci questa coreografia, ma anche per cambiarla costantemente e lavorare con noi per rendere questa danza qualcosa che venisse spontaneamente da loro due.  Joaquin si è rivelato essere un ballerino straordinario. Aveva anche un sacco di idee per la coreografia. Michael è stato estremamente collaborativo. Ci ha dato gli input e noi li abbiamo messi in pratica, proprio come un dialogo.

“E si sa, questo è il bello del cinema, giusto? Ballare diventa parlare e la conversazione diventa danza, e il canto diventa silenzio… tutti modi diversi per esprimere qualcosa di unico. La mia parte preferita delle riprese è stata la scoperta di quella scena sul set. Ma penso che, poiché abbiamo provato quella scena e non abbiamo mai provato le altre, è stato davvero interessante vedere come qualcosa così tanto provata si sia in qualche modo svelata”.

Sul significato della canzone “Gonna Build A Mountain” nel film…

“Eravamo soliti discutere se Lee pensasse o meno che Arthur sarebbe davvero uscito di prigione. Quindi, “Build A Mountain” per me era significativa: lei crede che sarebbe uscito. Quella è stata una canzone importante per me, perché in un certo senso radicava la gravità di tutto questo, e quanto fossero grandi questi sogni, e quanto sarebbero forse caduti in basso se quei sogni non fossero stati realizzati”.

Sui sentimenti di Lee per Arthur e Joker, su quanto siano profondi…

“Per me, all’inizio del film Lee non sa affatto chi lei sia: tutto ruota intorno a lui … Vuole starle vicino, parlargli. Vuole semplicemente andar via da lì. Lee è un po’ irragionevole nella sua ricerca di Joker e Arthur. Penso che sia attraverso quell’amore, che scopre chi sarà per il resto della sua vita”.

Sull’evoluzione di Lee e sul lavoro con la costumista Arianne Phillips…

“Arianne Phillips è fantastica e mi è piaciuto molto lavorare con lei. E’ stata ogni giorno una fonte di gioia. Ad Arkham, indosso pantaloni da ospedale e una maglietta bianca, e poi abbiamo persino giocato con la biancheria intima, scelta perfettamente per essere qualcosa che credevo sarebbe piaciuto a Lee. È stata quasi una scelta immatura; avevo in mente l’idea che Lee fosse un po’ più giovane nella sua testa di quanto non fosse nella vita reale. Indossavo dei maglioni con motivo arlecchino: una scelta fine che la rappresentava e un dettaglio che l’avrebbe resa riconoscibile.

“La scelta degli abiti da indossare in tribunale è stata davvero emozionante. Per molti versi, per quanto mi sia piaciuto fare quella apparizione di Harley durante l’ultimo giorno del processo di Joker, per quanto la gente possa pensare che sarebbe stato il mio momento preferito, scegliere cosa indossava Lee in tribunale con Arthur sotto processo per la sua vita, in realtà aveva una motivazione estremamente dolce. Ricordo di aver detto ad Arianne, “Voglio solo essere carina per lui”. E così, abbiamo scelto questi abiti che erano un po’ come se Lee andasse in chiesa, capisci? Voleva essere presentabile e indossare qualcosa che fosse in un certo senso… Qual è la parola giusta? Che fosse appropriato per il tribunale. E’ stata una scelta interessante per un personaggio conosciuto come ribelle e contro il sistema, che Lee abbia effettivamente cercato disperatamente di essere accettata in quest’aula di tribunale perché voleva che Arthur venisse rilasciato, per trascorrere il resto della sua vita con lui”.

Sulle riprese a New York per alcune sequenze…

“È stato divertente girare a New York. Dovevo rimanere concentrata e non farmi distrarre dal set di New York, perché in effetti tutto sembrava reale. Voglio dire, in una circostanza del genere, dove tutto intorno a te è allestito scenograficamente alla perfezione, è un po’ difficile sapere dove sia la realtà; eppure quella era la nostra realtà, e ha funzionato davvero bene”.

Sulle aspettative del pubblico alla vista di questo film al cinema…

“Senza dubbio, questo è un film pensato per le sale cinematografiche: letteralmente il film è un’esperienza teatrale, ma non nel modo in cui chiunque potrebbe percepirlo. Sto molto attenta a non usare la parola ‘musical’ quando descrivo questo film, perché sento che limita il modo in cui qualcuno potrebbe pensarlo prima di vederlo. È un film in cui il suono, la colonna sonora, la sensazione che si prova nella sala, ti trasportano completamente nella mente dei personaggi e nelle intenzioni del regista, ed è stata una gioia assoluta farne parte”.

— Brendan Gleeson —

Jackie Sullivan

Sul suo personaggio, la guardia inaspettatamente allegra Jackie Sullivan, in “Joker: Folie À Deux”…

“Interpreto Jackie, una guardia carceraria dell’Arkham State Hospital, che di tanto in tanto si mette a cantare. Penso che faccia uno sforzo per portare una certa leggerezza, e che in fondo sia un po’ uno showman, un uomo che deve tenere a bada la sua voglia di cantare e ballare. Quando ho parlato di lui con Todd [Phillips], ha detto una cosa molto chiara: “Quando penso a Jackie, mi nasce un senso di allegria”. Penso che Jackie abbia una generosità di spirito che cerca almeno di infondere. Ora, forse non ci prova tanto quanto potrebbe. Ma penso che faccia un tentativo. La mia opinione su Jackie è che non è solo un bruto: che il sistema è brutale, e che stando in quel posto da tempo ne sia rimasto influenzato. Sa di non essere esattamente un ingranaggio super importante, ma gli piace sentirsi tale”.

Sulla relazione di Jackie con il prigioniero di Arkham, Arthur Fleck…

“La relazione di Jackie con Arthur è complicata perché avverte un certo magnetismo verso di lui. Arthur è una star. E penso che Jackie ne sia attratto. C’è qualcosa nel loro legame che è difficile da definire… Credo che ci sia una sorta di affetto, quasi un sentimento patriarcale, qualcosa che ha a che fare con la celebrità, in parte. E’ affascinato da Arthur. Fa diversi tentativi per guadagnarsi la sua fiducia, ad esempio gli fa seguire delle lezioni di musica. Lui insiste per questo. In parte, vuole andarci lui stesso”.

Su com’è Arkham…

“Beh, è ​​come molti di quei posti all’epoca. È per i pazzi criminali, quindi attraversa questa linea di faglia: l’idea di una guardia carceraria in un ospedale è una strana dicotomia. È una prigione, perché i reclusi possono essere pericolosi o aver causato danni, eppure dovrebbe essere un centro di riabilitazione. Anche se ci sono pochissime prove al riguardo. Jackie arriva in questo posto dove sembra che forse abbia la capacità alleggerire l’atmosfera, di puntare alla riabilitazione, ma rimane essenzialmente una guardia”.

Sulla connessione immediata tra Arthur e Lee…

“Jackie è consapevole delle scintille tra Arthur e Lee. Penso che ci sia anche un po’ di romanticismo in Jackie. Todd diceva “Gli piace semplicemente gettare un fiammifero sulla fiamma e vedere cosa succede”. Tutti si annoiano a morte ad Arkham, sai, in termini di durata della giornata in quei posti. Quindi, i piccoli fuochi d’artificio non credo che lo intralcino, anzi suppongo che gli piaccia assistere alla loro evoluzione. Vuole frequentare le lezioni di musica nel braccio B e cantare da solista, chiaro sintomo del sano egoismo. Al contempo penso che ci sia qualcosa in Jackie, che gli faccia vedere Arthur sbocciare un po’, capisci?”.

Sul lavorare con Joaquin Phoenix…

“Ho lavorato brevemente insieme a lui in ‘The Village’, ma siamo rimasti in Pennsylvania per un bel po’ a girare il film. Non ho avuto molto a che fare con lui in termini di azione del film, ma facendo parte del suo stesso villaggio ho conosciuto il suo spirito. E c’è qualcosa di straordinario in lui e nella sua integrità che trovo assolutamente elettrizzante. Joaquin è sempre alla ricerca della autenticità, e la cerca senza pietà. Da quando l’ho conosciuto anni fa, ho capito che è un artista straordinario. È generoso, infinitamente disponibile sul lavoro. In aggiunta, aver fatto parte di questo progetto con Todd che lascia così tanto spazio, è stato assolutamente elettrizzante. Semplicemente fantastico”.

Sul lavorare con Todd Phillips e il suo team…

“Todd segue i suoi schemi per consentire alle cose di essere fluide, per non rimanere entro certi limiti. Questo non significa che la pianificazione non sia stata messa in atto, ma che c’è una struttura all’interno della quale certe cose possono muoversi. Ricordo che alcune volte, come nella scena con Steve Coogan, ho dato un’occhiata al monitor e all’inquadratura, all’illuminazione, alla contestualizzazione: tutti gli elementi erano straordinariamente cinematografici. E all’improvviso ho capito che pur trovandoci in un ambiente piuttosto piccolo e squallido, tutto ciò che c’è intorno lo esalta e gli conferisce un’altra dimensione. Ed è semplicemente meraviglioso da guardare. Todd è meticoloso nei suoi preparativi e nel modo in cui consente quella fluidità, in quello che Larry fa con l’illuminazione e il movimento della telecamera e tutto il resto. C’è un piano. Ma poi c’è anche la concessione per altri piani. Quindi sì, è piuttosto grandioso”.

— Catherine Keener —

Maryanne Stewart

Sulla partecipazione a “Joker: Folie À Deux”…

“Considerando che la maggior parte dei miei anni trascorsi a recitare sono stati dedicati a film indipendenti, quella è l’atmosfera che preferisco, dove mi sento più a casa. Questo sarà anche un film più grande, ma ha lo spirito dell’indipendenza perché Todd è costantemente pieno di idee; la sua immaginazione può scatenarsi anche prima della pianificazione, delle chiacchierate, dei preparativi, quindi arrivi al lavoro e il film prende vita da solo, e questo è davvero l’ambiente migliore in cui lavorare. Tutto il lavoro che fai è prezioso. C’è un ritmo che penso sia super, lo scenario migliore per qualsiasi film, anche se si tratta di una narrazione lineare. Devi comunque entrare e uscire da lì e trovare un equilibrio. I film sono così, una specie di sport di squadra in cui tutti entrano e fanno la loro parte, capisci? È personalizzato per ogni membro della troupe, ognuno fa la sua parte, tutte le personalità individuali e le persone contribuiscono a questo insieme”.

Sul lavorare con Joaquin Phoenix…

“Lavorare con Joaquin… Non riesco a spiegarlo bene perché conosco Joaquin da molto tempo ed è davvero bravo. Il suo lavoro mi emoziona sempre tanto, è semplicemente incredibile”.

Sul suo personaggio Maryanne Stewart, l’avvocato di Arthur, e la sua opinione sulla situazione di Arthur…

“Maryanne crede in Arthur. Sa che è malato di mente. Penso che creda ad Arthur quando afferma di non essere stato lui, ma un personaggio necessario, Joker, ad aver commesso il crimine; cioè un’altra identità che ha dovuto creare per sopravvivere”.

Sul personaggio di Lady Gaga, Lee Quinzel…

“Probabilmente ho un’opinione diversa da Lee, perché ci troviamo negli anni ’80, quelli del femminismo in erba prima della reazione degli anni ’90. E Lee deve avere una storia tutta sua che l’ha portata fin qui. E per quanto stia ostacolando con forza il bisogno di Maryanne di aiutare Arthur e di metterlo in salvo penso che, non so come lo percepisca lei, ma in un certo senso lo consideri come una liberazione per lui”.

Sulla musica del film…

“Adoro la musica presente nel film, è scelta di proposito e appropriata all’atmosfera. Attraversa decenni e tutti i tipi di generi. Non rappresenta solo un effetto, ma è un personaggio del film; ogni canzone gioca un ruolo importante nella narrazione”.

 

A COLLOQUIO CON I PRODUTTORI

Emma Tillinger Koskoff · Joseph Garner

Sul perché “Joker” ha avuto così grande risonanza sul pubblico….

ETK: “Joker” è unico, e i temi del film sono così universali. La lotta di Arthur con il sistema, il suo sentirsi inascoltato e invisibile, è una storia umana che ha trovato riscontro nelle persone, e le ha spinte a rivederlo più e più volte”.

JG: “Penso che il primo ‘Joker’ abbia colpito molta gente perché sembrava diverso e audace. Sembrava che attingesse a qualcosa di primordiale nella psiche umana in modo crudo e autentico. Ricordo di essere stata al cinema durante una delle nostre prime proiezioni e, quando è finito la gente non sapeva cosa li avesse colpiti”.

Sul successo di ‘Joker’…

ETK: “Appena abbiamo acceso le telecamere ho capito che avevamo qualcosa di speciale tra le mani, ancor prima che Joaquin dicesse qualcosa. Ripensandoci, se sono sorpresa dal successo che ha ottenuto il film? No. È un capolavoro”.

JG: “Speri sempre di creare qualcosa che si connetta alle persone in modo significativo, ma il successo di ‘Joker’ è stato sicuramente umile. Il modo in cui ha trasceso diversi gruppi e culture in tutto il mondo è stato piuttosto incredibile”.

Sugli inizi di “Joker: Folie À Deux”…

ETK: “Non ricordo esattamente quando ho saputo che Todd e Scott Silver si stavano impegnando nella lavorazione di un sequel, ma Todd mi ha chiamata intorno al novembre 2021 e mi ha detto: “Ti sottoporrò una bozza tra un paio di settimane. Abbiamo cenato insieme, mi ha dato le linee generali e mi ha detto che Lady Gaga sarebbe stata la nostra versione di Harley Quinn. Sono una sua grande fan come artista, cantante, musicista; è arrivato tutto all’improvviso, ma ero così felice. Non vedevo l’ora di leggere lo script”.

JG: “Todd e Joaquin hanno stretto un legame unico nel primo film e sono diventati tanto amici. Hanno scherzato sulla possibilità di fare un sequel già prima dell’uscita del film originale, probabilmente come una scusa per passare più tempo insieme. Circa un anno dopo l’inizio della pandemia, quando l’industria era chiusa, Todd e Scott Silver hanno iniziato a buttare giù seriamente delle idee. Sapevo che non avrebbero fatto un sequel se non avessero avuto una storia che li entusiasmasse davvero”.

Sulla lettura della sceneggiatura di “Joker: Folie À Deux”…

ETK: “Quando ho avuto la sceneggiatura tra le mani, non avevo idea di cosa sarei andata a leggere, ma poi mi sono appassionata pagina dopo pagina. Sono rimasta sbalordita dalla sua genialità. Era così stratificata ma così semplice e molto potente”.

JG: “Sono rimasto senza parole quando ho letto la sceneggiatura per la prima volta. Ricordo la notte in cui Todd me l’ha inviata, non riuscivo a staccarmene. L’ho letta due volte di seguito. Aveva l’intensità e la profondità emotiva del primo film, ma portava la storia in una direzione nuova e inaspettata. Sembrava un’evoluzione naturale ma sorprendente del viaggio di Arthur Fleck, con l’introduzione di Harley Quinn”.

Su alcuni elementi del primo film che i realizzatori hanno voluto inserire in “Joker: Folie À Deux”…

ETK: “Una cosa davvero importante era lo spazio di Todd e Joaquin per creare ed evolversi, quindi era fondamentale definire un programma che lo consentisse. La maggior parte del nostro team creativo è tornata, e includeva il nostro team di assistenti alla regia, guidato da David Webb, che è il più grande e che ha attentamente predisposto un programma che consentiva di fare le prove ed avere il tempo che avrebbe salvaguardato il nostro spazio creativo”.

JG: “Volevamo mantenere lo stile cinematografico crudo e intimo che ha reso il primo film così d’impatto. Il realismo e la narrazione basata sui personaggi erano elementi essenziali che hanno funzionato bene nel primo. Abbiamo mirato a mantenere quel presupposto con le lotte di Arthur, ampliando al contempo la portata ed esplorando nuove profondità emotive. Il personaggio di Lady Gaga, Lee Quinzel, è stato il catalizzatore del cambiamento di Arthur in questa storia. Porta un raggio di luce, un barlume di speranza, in questo mondo buio e senza vita. La loro relazione crea musica come estensione naturale della loro storia d’amore”.

Su cosa c’era di diverso nelle riprese di questo film...

ETK: “Poiché eravamo radicati in grandi ambientazioni in questo film, era meglio rimanere in uno spazio controllato, piuttosto che in una location pratica. Quindi, la scelta dei set è stato molto positiva per una serie di motivi: controllo, la possibilità di non essere bloccati in una location, e di essere flessibili con il lavoro a seconda della giornata. Avevamo più location all’interno dei teatri della Warner Bros. a Burbank, rispetto a New York, che è il posto migliore per girare, ma implica l’allestimento di una location al giorno, senza poter facilmente apportare modifiche: la flessibilità non esiste”.

JG: “Ogni storia detta le proprie esigenze. Il primo film prosperava in location, catturando l’energia della città in cui Arthur era un puntino invisibile e solitario in un vasto mare di persone. Questa volta, la sceneggiatura richiedeva ambienti più controllati, facendo sentire Arthur come se i muri si stessero chiudendo su di lui, fisicamente ed emotivamente distrutto. E’ stato un approccio diverso ma ugualmente efficace, per immergere il pubblico nel mondo di Arthur”.

Sull’abilità dello scenografo Mark Friedberg...

ETK: “Non ci sono molti Mark Friedberg in circolazione, e quello che ha fatto in questi film, il primo e ora il secondo, è straordinario. Ha messo insieme e riunito il miglior team di direttori artistici e artigiani, dai nostri pittori di scena agli scenografi. Non posso dire abbastanza su quanto Mark e il suo team siano parte integrante del film; la scenografia è un personaggio in questo film, e ha persino portato ciò che è apparso nell’ultimo film, a nuovi livelli”.

JG: “Mark Friedberg è stata una delle prime persone che abbiamo chiamato per il sequel. Ha fatto un lavoro incredibile nel primo film, e la sua visione e la sua abilità artistica sono state essenziali questa volta. Mark e il suo team hanno alzato l’asticella, creando ambienti sbalorditivi e coinvolgenti che hanno dato vita alla sceneggiatura. Tutto sembrava così reale, così vissuto. Mi sentivo claustrofobico camminando per i set di Arkham, e dovevo uscire per prendere aria. È stato un ambiente difficile in cui girare, ma cruciale per creare il mondo di Arthur”.

Sul contributo della costumista Arianne Phillips…

JG: “Arianne porta un’aura di energia positiva al team. Come costumista, ha un talento incredibile nel catturare l’essenza di ogni personaggio attraverso il loro guardaroba. Il suo lavoro è stato fondamentale nel definire l’identità visiva del film, e ha aggiunto un ulteriore livello alla narrazione attraverso i costumi”.

Su Lady Gaga e il team musicale…

“Lady Gaga è così aperta, così accessibile, e ciò che ha apportato al ruolo è davvero speciale. È una forza. Ogni volta che viene ripresa mentre canta e balla è un momento surreale per me. Randall Poster, George Drakoulias, Jason Ruder? Non c’è di meglio. Hildur è tornata. E il team di Gaga, i suoi musicisti, le sue idee… incredibili. Lei e Joaquin insieme sono magici. Penso che le persone rimarranno sorprese da quanto tutto nell’insieme funzioni perfettamente, quando vedranno questo film sullo schermo. Tutti saranno davvero felici”.

Su cosa apporta il direttore della fotografia Lawrence Sher al film

ETK: “Todd e Larry Sher sono in totale sintonia. Larry è così impegnato, intelligente e talentuoso. Lavorano bene insieme e si fidano ciecamente l’uno dell’altro. Sembrano sempre essere sulla stessa lunghezza d’onda, e se non lo sono, trovano un modo: hanno una vera fratellanza. Sono semplicemente una squadra fantastica”.

JG: “Questo è il settimo film di Todd e Larry insieme. A questo punto, sono praticamente fratelli con una sintonia incredibile e una comprensione completa l’uno dell’altro. Larry è il migliore e la sua fotografia è stata essenziale nel creare l’aspetto e l’atmosfera distintivi del film. Ma soprattutto, è un narratore con una capacità unica di far risuonare emotivamente le immagini con il pubblico”.

Sull’inserimento di non-attori per popolare Arkham…

ETK: “Per Todd era importante l’autenticità dei personaggi. Ci sono persone specifiche addette a questo tipo di casting, e probabilmente la più nota, nonché una vera artista a pieno titolo, è Eleonore Hendricks, che è un genio in questo campo. Ama andare nelle comunità e trovare volti interessanti, storie e persone particolari, quindi abbiamo lavorato con lei e ha individuato delle persone fantastiche per popolare il nostro sfondo nelle scene di Arkham, mescolate ai nostri professionisti che Tracy Dixon, la nostra responsabile casting delle comparse, ha trovato per noi. Insieme sono stati la ricetta perfetta”.

JG: “L’utilizzo di attori non professionisti per Arkham era finalizzato ad aggiungere autenticità. Volevamo che il mondo sembrasse vissuto e reale, quindi abbiamo lavorato con i direttori del casting e le comunità locali per selezionare coloro che potessero dare una presenza naturale ai loro ruoli. Ha davvero contribuito al realismo generale del film”.

Su cosa sperimenterà il pubblico quando vedrà “Joker: Folie À Deux”…

ETK: ” ‘Joker’ è un film perfetto, e non lo dico di molti film. Mi sembra che solo per “Taxi Driver” mi sono pronunciata in questo modo. Penso che il pubblico possa aspettarsi di vivere un’esperienza come quella di “Joker”, ma in un modo completamente nuovo”.

JG: “Non possiamo prevedere la reazione del pubblico, ma il nostro obiettivo era creare qualcosa di audace e completamente nuovo. Todd ha creato un film che si basa sulle fondamenta del primo, ma si avventura in territori più profondi e complessi. Ci auguriamo che gli spettatori rimangano affascinati dal viaggio di Arthur e Lee, sperimentando l’emozione cruda e la profondità psicologica del loro mondo. La dedizione e il talento del nostro cast e della troupe sono stati davvero straordinari e ci auguriamo che la storia del film si connetta profondamente con il pubblico di tutto il mondo”.

PROSPETTIVE DEI REALIZZATORI

— Lawrence Sher —

Direttore della fotografia

Sul ricongiungimento con Todd Phillips, che segna la più lunga e continua collaborazione creativa del regista, ora al settimo film in 16 anni, per il sequel di “Joker”…

“Ricordo vividamente la realizzazione di “Joker”: Todd e Joaquin amavano così tanto questo personaggio che, verso la fine della produzione del film, sono certo che Joaquin abbia pensato ‘Andiamo avanti’. Sapevo che amava questo personaggio e che avrebbe voluto continuare ad esplorare Arthur Fleck e Joker, quindi ero certo che ci sarebbe stato un sequel. Detto ciò, la cosa che ho imparato su Todd nei 16 anni e nei sette film a cui abbiamo collaborato, è che non prenderà mai la strada più facile per realizzare qualcosa. Il suo motto è: ‘Mi prenderò il rischio più grande che posso, e farò qualcosa di audace e coraggioso’ “.

Sulla sua prima reazione dopo aver letto la sceneggiatura di “Joker: Folie À Deux”…

“Il primo ‘Joker’ in realtà conteneva molta musica, e parecchi temi non sono stati esplorati più di tanto dopo il montaggio, e persino attraverso la fotografia, soprattutto riguardo al rapporto di Arthur Fleck con la musica e la danza. Quindi, in un certo senso, realizzare questa versione è stata una naturale evoluzione del personaggio, e quando ho letto la sceneggiatura, ho pensato, ‘Oh mio Dio, questo è incredibile, e un po’ spaventoso nel migliore dei modi. Quando avverto un senso di paura, so che c’è un rischio, e questo significa che devi alzare il tiro per affrontare le sfide e le opportunità creative. Questo era il posto migliore in cui stare”.

Sul modo in cui ha affrontato questo film…

“Riguardo al mio approccio al film, probabilmente la prima cosa a cui ho pensato è che avevamo due set enormi che sono degli ambienti a 360 gradi: Arkham, che include più luoghi, tra cui un backlot che abbiamo girato nel centro di Los Angeles per il cortile; e l’aula di tribunale che, sulla carta, è un numero scoraggiante di pagine. Poi, nel mezzo ci sono delle incredibili opportunità per le sequenze fantasy da inserire nel contesto degli spazi reali. Per queste, mi sono chiesto chi potesse fotografare al meglio la scena e integrare la musica in un modo del tutto naturale e bello. Questa è stata la parte più emozionante: rendere vivi questi set davvero grandi dal punto di vista visivo e dell’illuminazione. L’obiettivo per me è sempre quello di illuminare lo spazio, non il viso, per renderlo completamente immersivo per gli attori. Ciò significa che ci sono pochi – se non nessuno – punti luce sui supporti all’interno del set; abbiamo cercato di illuminare dall’esterno del set ogni volta che abbiamo potuto, praticamente.”

Sulle riprese in un ambiente a 360°…

“C’è una grande coordinazione con il reparto delle scenografie, in modo da poter girare scene a tutto campo in primi piani in tempo reale, e realizzare master lunghi, cosa che facciamo sempre. Per noi, non ci sono prove; non importa quanto sia lunga una scena, partiamo dall’inizio e la portiamo fine alla fine di ogni ripresa. Quindi, anche se ci concentriamo principalmente su un primo piano, iniziare dall’inizio e andare fino in fondo presenta un’opportunità di scoperta che non ci sarebbe se girassimo solo un’inquadratura a battuta. Per Todd, il cinema non è matematica, non è scienza, è jazz: e per me non è mai stato così vero come in “Joker” e ora in “Joker: Folie À Deux”. Mark [Friedberg] ha creato un luogo vivo e pulsante che aveva un bell’aspetto, e ci ha permesso di girare ovunque volessimo”.

Sulla capacità di catturare la spontaneità della performance di Joaquin Phoenix…

“Joaquin ha il volto più bello da fotografare. Ci meravigliamo ogni volta che facciamo il color timing; è solo un volto che vuoi far vivere sullo schermo, che tu lo riprenda chimicamente o digitalmente, non ha importanza. Ma la cosa migliore per me nel riprendere Joaquin, e anche Todd condivide, è che non voglio sapere cosa andrà a fare Joaquin. Non voglio vedere una prova, non voglio informazioni, voglio solo essere presente quando inizia la scena. Poi, con il mio operatore di Camera A e il mio dolly grip, i tecnici delle luci, l’operatore del dimmer board, tutti noi – siamo in silenzio in cuffia – siamo in grado di filmarlo quasi come un evento sportivo dal vivo. È come guardare un atleta, che non sai dove lancerà la palla, è imprevedibile”.

Sul lavorare con Lady Gaga nei panni di Lee Quinzel…

“Sono rimasto colpito dal suo livello di concentrazione, dalla sua attenzione ai dettagli ma anche dalla sua flessibilità, perché molti di noi avevano partecipato al primo film, quindi conoscevamo la metodologia della preparazione e poi dello scartare tutto. Mentre invece lei entrava in questo ambiente per la prima volta, con il nostro team e con Todd e Joaquin; eppure ha apportato degli aggiustamenti e ha scoperto il suo personaggio in tempo reale. La scoperta di Lee avviene nel corso del film e si manifesta in tutti i modi”.

Sulla scelta delle tonalità dei colori per il film…

“Innanzitutto quando parliamo di colore, parliamo di movimento. All’inizio del film, Arthur è ad Arkham da un paio d’anni: è un ambiente terribile con le luci fluorescenti che di notte si spengono, e ti svegli con la luce del giorno. Piove, è un ambiente intrinsecamente freddo, senza calore. La prima avvisaglia di qualsiasi forma di calore arriva con Lee Quinzel – Lady Gaga – il nostro primo accenno a qualcosa di vivo, e che in realtà non è crudele. Così nel film rappresenta il calore umano – non sempre, perché è un personaggio comunque complesso – ma sicuramente quando Arthur fugge dalla realtà e si addentra nelle sue fantasie, dove ha l’intera gamma di colori da sperimentare con lei. Quindi, abbiamo usato il colore per seguire il suo arco emotivo”.

Sugli aspetti tecnici delle riprese della sequenza fantasy “The Joker is Me”…

” ‘The Joker Is Me’, è una sequenza fantasy che si apre in silhouette su Joker che fuma e si gira intorno, quasi completamente a 360 gradi. Le riprese sono state effettuate con una Technocrane – avevamo i migliori operatori del mondo, Jason Talbert e John Mango – che potevano usare come una Steadicam, ma con tutta la flessibilità di una Technocrane per andare dal basso all’alto, essendo più stabile e meno fluttuante della Steadicam. Questo ci ha permesso di essere completamente liberi di inserire il crossfade – quel controluce che diventa la luce frontale – che fonde realtà e immaginazione, e includere la luce rossa, e così via.

Sulle riprese in IMAX…

“A differenza del primo film, questo Joker l’abbiamo girato con camere IMAX, un sistema che ha la capacità di aumentare la risoluzione delle immagini. Quindi, nel caso vedeste questo film su uno schermo con aspect ratio di 1:4:3, vivrete un’esperienza indimenticabile. Per me, il film è davvero così, e sono immensamente orgoglioso di ciò che abbiamo fatto ed entusiasta che il pubblico lo veda”.

 

— Mark Friedberg —

Scenografo

Sulla collaborazione con il regista Todd Phillips…

“Todd è un regista pratico, lavora con ogni reparto, molto attento ai capi dipartimento che sceglie, e a come lavoriamo insieme. Crea un forum in cui le idee si sviluppano e continuano a trasformarsi man mano che vengono inseriti tutti gli input. Funzionando come un organismo coeso, si parte da una base da cui far evolvere ogni cosa, mentre Todd ha lo spazio di lasciare agli attori libertà creativa. Joaquin Phoenix magari è ispirato a fare cose diverse sul momento, il che è buono: è un punto di forza. Le cose partono in un posto finché le idee non si scatenano e ne nascono di nuove. La prima volta ci ho messo un minuto per somatizzare questo processo, ora mi fido completamente. Siamo guidati dalla storia, dai personaggi e, in ultima analisi, dalla squadra. Finché siamo in armonia, tutto sembra funzionare. È scienza e arte, è alchimia e misticismo e, infine, è musica”.

Sul ruolo che l’Arkham State Psychiatric Hospital gioca in “Joker: Folie À Deux”…

“L’Arkham Asylium nella tradizione DC è sempre stato il posto in cui venivano mandati i cattivi, perché se fossero stati reclusi in una prigione di massima sicurezza, sarebbe stato più difficile per loro evadere, e se non fossero scappati non ci sarebbero stati più cattivi. Nella nostra storia, Arthur è sul punto di scoprire se sarà un paziente psichiatrico o un prigioniero, se trascorrerà la sua vita in un istituto psichiatrico o se verrà mandato in prigione e alla fine giustiziato”.

Sulla location esterna di Arkham scelta per il film

“L’Arkham Asylum è stato creato e ricreato molte volte nei fumetti e sullo schermo. Non volevamo la tradizionale casa stregata gotica. Todd ci ha spinto verso un’architettura municipale molto più brutalista, sporca e disadorna, in linea con il nostro approccio spoglio del primo film. Data la posta in gioco di questo progetto, abbiamo lanciato un’ampia rete alla ricerca del nostro esterno per Arkham, e abbiamo cercato in tutto il Paese, da nord a sud, da est a ovest. Ironia della sorte, l’edificio che più ci è piaciuto non era lontano dalla nostra base di Newark, nel New Jersey, dove si trovava la Gotham Square dell’ultimo film. Costruito tra la fine degli anni ’20 e l’inizio degli anni ’30, questo edificio era un vecchio ospedale per la tubercolosi e l’isolamento. Abbiamo preso in considerazione l’idea di tornare al Brooklyn Army Terminal che avevamo usato nel primo film, ma poi abbiamo deciso che avevamo bisogno di una facciata più ampia e di una disposizione leggermente migliore per girare le nostre scene e realizzare i nostri numeri. L’edificio che abbiamo scelto è molto simile architettonicamente al Brooklyn Army Terminal, difatti abbiamo persino pensato che fosse un edificio gemello. L’Arkham di “Joker” era più in città; mentre in questo capitolo l’ospedale, come il Bellevue e l’Arkham erano luoghi dove venivi mandato per un soggiorno più lungo. Inoltre, dovevamo farlo sembrare più una prigione, un posto che potesse contenere queste persone molto pericolose. Un posto da cui sarebbe stato difficile evadere. Perciò, abbiamo innalzato un’enorme recinzione, e cancelli con delle guardie all’ingresso che vigilavano sull’intero complesso. E poi l’abbiamo trasformato in un’isola”.

Sull’unione degli interni con l’esterno…

“Gli interni sono sincronizzati al 100 percento con i nostri esterni: non solo le dimensioni di una finestra, non solo lo stile architettonico, ma anche la disposizione e l’ambientazione geografica. Volevamo anche che il nostro mondo fosse il più possibile un compendio di luoghi reali, quindi realizzati in gran parte da molte tavole di copertura, piuttosto che dipingere il tutto in CG. Arkham è un po’ complicato; è su un’isola, accessibile tramite una strada rialzata, dove abbiamo un lato di massima sicurezza che è più simile a una prigione, e un lato di minima sicurezza, dove si trova Lee, che è più simile a quello che vediamo ne “Il nido del cuculo”: quello stesso livello di sicurezza. Inoltre, avevamo bisogno di un cortile molto specifico simile a una prigione, che doveva essere correlato ai nostri esterni nel New Jersey. Abbiamo cercato il cortile a Los Angeles ed in tutto il Paese, finché alla fine abbiamo dovuto costruirlo perché avesse senso. Abbiamo catturato delle tavole di copertura nella baia di San Francisco, usando Yerba Buena Island e Alcatraz – il collegamento tra quelle isole, quell’acqua, quel panorama – e altre nel fiume Hudson al largo della costa di Weehawken, da combinare con le riprese di un’autostrada sopraelevata nel New Jersey industriale per la nostra strada rialzata. Avevo appena finito di lavorare a “Mufasa – Il re leone” di Barry Jenkins, e avevo una squadra fantastica di artisti che ci ha aiutato a combinare questi luoghi nel nostro particolare Arkham. Lo abbiamo costruito come un gigantesco modello 3D, a cui abbiamo aggiunto gli interni dei nostri set. Avevamo quindi un modello 3D virtuale, che potevamo visitare con gli occhiali VR e in cui potevamo muoverci. Potevamo impostare le telecamere, aggiustare la luce solare e posizionare qualsiasi faro. È stato un ottimo modo per organizzare e verificare il nostro collage di questo mondo in un unico Arkham coeso. La mia speranza è che sembri fluido per il pubblico, un posto reale. Come se io non avessi fatto nulla”.

Sulla creazione dell’unica via di fuga di Arthur dalle mura opprimenti di Arkham: il cortile

“Sapevamo di aver bisogno di un cortile simile a una prigione per il nostro Arkham Asylum. Arthur è pericoloso. È un recluso. È quasi peggio di una prigione poiché le guardie sono violente e corrotte. C’era anche bisogno di una parte meno sicura dell’ospedale, dall’altra parte del cortile. Il posto in cui si trova Lee. Un posto che Arthur può vedere ma a cui può accedere solo se in consegna alle guardie. Il cortile doveva avere l’atmosfera giusta, e al contempo adattarsi alle nostre location per la parte anteriore dell’edificio e ai set che avevamo progettato per l’interno. Abbiamo cercato in tutto il Paese una location valida, date le dimensioni, ma niente aveva l’atmosfera ibrida di ospedale/prigione di Arkham. Alla fine abbiamo deciso di costruirlo, con il vantaggio di poter essere certi che tutti i nostri set interni si adattassero perfettamente a questo esterno. Potevamo collegare i set, il reparto di massima sicurezza dove vive Arthur e il cortile, che è un portale a catena con l’edificio di minima sicurezza dove Arthur incontra Lee. Quel passaggio attraverso il cortile, dalla massima sicurezza alla minima, diventa un simbolo per Arthur, il momento in cui il colore inizia a tornare nella sua vita”.

Sulla messa in scena della giornata di Arthur in tribunale…

“Il palazzo di giustizia al 60 di Centre Street a New York, è servito da esterno per la Corte Suprema di Gotham City, dove si svolgono alcune delle azioni, principalmente gli ingressi e le uscite dal tribunale. In particolare Arthur che arriva al processo in un furgone della polizia, che abbiamo chiamato Beatlemania, e Lee che sale i gradini, finalmente come suo alter ego. Il 60 Centre è un luogo iconico di New York, situato alla base del ponte di Brooklyn di fronte al municipio”.

Sul lavorare in modo responsabile…

“Il film è stato realizzato quasi al 95 percento sui palcoscenici, quindi un modo per ridurre al minimo l’uso di materiali è stato quello di riutilizzare i set. Siamo riusciti a riutilizzare i muri, compresi quelli del cortile di Arkham, e trasformarli nel set del tribunale. Anche molti altri set sono stati riciclati in nuovi set: con un occhio alla sostenibilità, abbiamo cercato di utilizzare tutti i nostri muri più di una volta. Jeff Shewbert, il nostro coordinatore dei lavori di costruzione, ha avuto un ruolo importante, così come Dan Webster, il supervisore alle scenografie. Abbiamo fatto uno sforzo coordinato per sprecare il meno possibile. Forse ci ha fatto risparmiare un po’ di soldi, o forse no, ma sicuramente abbiamo salvato gli alberi.”

— Jeff Groth —

Montatore

Sul processo di montaggio sequenziale

“Se si cerca di montare in sequenza, si rimane sempre un po’ indietro. Lasci che le cose girate in ordine sparso vengano lasciate in un secondo momento. Nel primo film era più importante seguire le linee convenzionali perché dovevamo scoprire tutto su di lui. In questo caso, il processo di scoperta era relativo: già sapevamo chi fosse Arthur e di cosa fosse capace.

Sulla ricerca del film nel film…

“Per quanto mi riguarda, si trattava sempre di costruire un contesto per Arthur. Reagisco a ciò che fa Joaquin perché, proprio come nel primo film, mette tutto in gioco con la sua performance. Avevamo un intero film da preparare, ma in termini di ricerca del personaggio, trovi una scena che funziona, inizi a costruire il contesto attorno a quella per le scene successive, e questo ti impegna a fare delle scelte. Ovviamente, quando hai molte scelte che sono tutte buone e valide, il primo grande ostacolo è il contesto iniziale. Poi le scelte susseguenti arrivano più rapidamente e facilmente. Una volta costruito il film, si torna indietro e si guardano altre riprese, altre performance che forse improvvisamente dicono molto di più. Non facciamo altro che intensificare ogni pezzo man mano che andiamo avanti”.

Sul tono di “Joker: Folie À Deux”…

“Il tono di questo film è sicuramente più leggero rispetto al precedente. La grande differenza in Arthur è che nel primo c’era qualcosa che emergeva da lui, mentre in questo, quella cosa è già emersa. Ha attraversato quella trasformazione e ora ripartiamo dalla sua storia. Sta essenzialmente passando un’altra trasformazione di qualche tipo, ma è una cosa diversa, e c’è un tono più leggero per la maggior parte della storia. Siamo molto presenti nella testa di Arthur: nel primo film, abbiamo in un certo senso destabilizzato con i suoi comportamenti, ma non c’è dubbio che questa volta siamo proprio entrati nella sua testa. Emerge un altro lato di lui, un lato romantico che, giusto o sbagliato, sta sbocciando, ed è un rifugio per Arthur, una fuga dall’oscurità di Arkham. Ed è lì che vive Joker”.

Sul montaggio delle esibizioni dal vivo nel film…

“Durante le registrazioni delle esibizioni, ogni attore -Lady Gaga e Joaquin- aveva un auricolare per ascoltare un pianista che li accompagnava durante il canto. Tutto questo è stato registrato dal vivo, cosa che ha dato naturalezza dell’esibizione, ed ha agevolato il mio compito nel montaggio. La prima versione era solo la canzone con il pianoforte, poi tagliavo in base al testo e la sincronizzavo con la musica. Di conseguenza passavo il tutto al nostro produttore musicale, Jason Ruder, che aggiungeva gli arrangiamenti, per poi tornare a registrare le versioni finali delle canzoni. Per la migliore resa musicale, sovente le cose cambiavano durante il processo: mi chiedeva di aggiungere cinque fotogrammi qui, o di toglierne uno o due”.

Sulla sua collaborazione con il regista Todd Phillips…

“Todd è molto aperto ai cambiamenti. Per la prima versione, dice sempre: “Voglio che presenti la tua visione della scena, cosa vedi in questa scena”. Il mio obiettivo è sempre quello di sorprenderlo, di provare a dargli un momento in più di quello che sa di aver girato. Poi lo guardiamo e iniziamo il montaggio: e lui è sempre presente. Lavoriamo per mesi solo noi due, provando e aggiustando cose. Non voglio dire che non ci siano regole, ma in un certo senso le riscriviamo man mano che andiamo avanti. Non ha la pretesa di seguire la sceneggiatura alla lettera. Detto questo, sia questo film che il precedente sono molto fedeli alle idee e al sentimento della sceneggiatura che lui e Scott [Silver] hanno scritto. Todd cerca sempre di realizzare cose mai fatte. Questa è una delle cose più belle di lui, che sceglie di rischiare su cose che altrimenti non accadrebbero”.

— Arianne Phillips —

Costumista

Sull’affrontare il sequel di un film che ha tanto apprezzato…

“C’è quell’alchimia del cinema che si verifica quando si hanno interpretazioni brillanti, come quella di Joaquin Phoenix, unite alla visione di un regista come Todd Phillips, alla incredibile sceneggiatura sua e di Scott Silver, e agli altri realizzatori. “Joker” mi ha commossa, quindi è stato un sogno che si è avverato poter entrare nel mondo che hanno creato con il primo film, in particolare riguardo ai costumi, che mi sono piaciuti tantissimo. Mark Bridges è un mio collega e amico, ed ero felice di avere l’opportunità di continuare un lavoro meraviglioso su una storia di cui ci siamo tutti innamorati. La fotografia di Larry Sher, gli splendidi costumi di Mark, le scenografie di Mark Friedberg, tutte le interpretazioni: tutto era così coerente. Ho rivisto un paio di volte il film per capire meglio la tavolozza dei colori, e per immergermi più a fondo negli aspetti importanti dello sviluppo del personaggio di Arthur e del mondo che lasciamo alla fine, per prepararmi a continuare ed ampliare la sua storia”.

Sulla sua presentazione al regista Todd Phillips…

“Todd [Phillips] ha questa meravigliosa capacità di creare mondi reali. Non ci eravamo mai incontrati prima, ma dopo aver letto la sceneggiatura abbiamo avuto una splendida conversazione; mi ha parlato del film, del suo rapporto con i costumi e dell’aspetto del film. La sua visione l’ho trovata allettante. In termini lavorativi mi è parso evidente che lo script si articolava in tre atti, o tre pezzi diversi: il mondo di Arkham, il mondo dell’aula di tribunale e le sequenze fantasy. Todd e io abbiamo parlato molto dei toni di ciascuna di queste parti della storia, ci siamo confrontati sulla tavolozza colori e di come legarci alla bellezza creata nel primo film, onorandola e ampliandola”.

Sul suo approccio ad Arkham...

“La scenografia di Mark Friedberg, il modo in cui Larry [Sher] lo ha girato, creando quel contrasto tra i padiglioni E e F con la luce, è un mondo incolore. Tutto ciò che abbiamo fatto era molto invecchiato, patinato e sporco, dimenticato. È un posto dimenticato. Dall’altra parte del campus di Arkham troviamo il padiglione B, dove c’è un po’ di luce naturale. I colori cambiano, sono tenui. Ho pensato che fosse importante optare per qualche stampa, come una specie di sollievo per Arthur quando arriva lì, una sensazione di calore anche a livello istituzionale, diverso dal padiglione E. I reclusi indossano alcuni dei loro abiti con capi di uniformi in dotazione dall’ospedale. Qui ho potuto inserire colori e stampe che non ho usato in altre parti di Arkham, ed è evidente perché Arthur indossa la sua uniforme da carcerato, che è grigia e incolore, e sicuramente lo fa spiccare. Sono davvero orgogliosa dei costumi da carcerato di Arkham: non sono glamour come i costumi fantasy, ma ricerco sempre la varietà”.

Sulla collaborazione con Lady Gaga per i costumi di Lee Quinzel…

“Adoro le storie sulle origini, come la splendida rappresentazione di Lee e della sua storia di diventare Harley Quinn scritta da Todd e Scott. Lee è un personaggio poliedrico e completo ed è stata un’esperienza incredibile collaborare con Lady Gaga: è stata estremamente collaborativa. Lavorare con lei è stato il momento clou della mia carriera. Il livello del suo impegno e della sua collaborazione è quasi senza pari nella mia esperienza trentennale con gli attori. Comprende a fondo lo sviluppo del personaggio, apprezza e capisce la narrazione visiva, e ha dedicato molta cura e tempo a lavorare con me per trovare la strada giusta per Lee”.

Sulla collaborazione con Lady Gaga per trovare il giusto aspetto di Lee...

“Abbiamo trascorso molto tempo a elaborare concetti e fare prove insieme ai suoi meravigliosi collaboratori di lunga data Frederic Aspiras (parrucchiere personale) e Sarah Tanno (truccatrice personale). Abbiamo esplorato molte sfaccettature diverse di Lee. Ci siamo spinti molto ma poi ci siamo tirati indietro, calibrandoci per trovare l’equilibrio del mondo che Todd (Phillips) aveva magistralmente creato nel primo film di “Joker”. Ci siamo divertiti; è stato esaltante”.

Sulle prove con Lady Gaga per trovare l’identità visiva di Lee nel corso del film…

“Todd (Phillips) ci ha dato molta libertà di sperimentare ed esplorare Lee e la sua identità visiva e l’arco caratteriale del personaggio: chi è quando la incontriamo, e chi diventa al culmine e alla fine del film. Todd e Scott (Silver) hanno scritto una sceneggiatura originale, brillante e avvincente che ci ha richiesto di scavare a fondo per creare la nostra particolare Lee, che si adattasse al mondo cinematografico, bello ma decostruito del primo “Joker”, che hanno creato così magistralmente. Sia io che lei abbiamo fatto molte ricerche provando strade diverse. Era aperta a provare nuove idee, e ha portato molto di sé nel personaggio: è stata commovente. Le nostre prove sono state epiche: abbiamo suonato musica, abbiamo provato le battute con lei, ci siamo sentiti molto “CAMP LEE”. Il suo meraviglioso team, il parrucchiere personale Frederic Aspiras e la truccatrice personale Sarah Tanno, hanno partecipato a ogni fitting, dove abbiamo provato molte silhouette e prototipi, e abbiamo scattato foto, video… è stato davvero tutto speciale”.

Sulla reinvenzione dell’iconico costume di Joker

“Abbiamo dato una nuova interpretazione del costume di Joker del primo film, opera del brillante Mark Bridges. Appariranno diverse iterazioni del costume su persone diverse; inoltre abbiamo reinventato il costume di Joker per le sequenze fantasy, il che è stato davvero divertente”.

Sul talento della sua squadra...

“Una cosa speciale di questo film è stata la portata artistica delle 36 persone della mia troupe: non ne ho mai avuto una così grande, divisa tra Los Angeles e New York. C’era il team più incredibile di agers e tintori che hanno lavorato duramente sull’invecchiamento di tutti i costumi di Arkham che abbiamo creato noi stessi – si tratta di un costume unico e dovevamo dargli lo stesso tipo di patina che avrebbe funzionato con le splendide scenografie di Mark Friedberg. È stato un processo gigantesco. D’altro canto, c’è la sequenza di un’esplosione pazzesca in cui appaiono tutti coperti di cenere: quindi c’erano circa 20 persone che “incenerivano” i costumi. E per quanto riguarda Lee, Arthur, Harley e Joker, sono stati per lo più tutti cuciti da zero, specialmente per le sequenze fantasy. A produzione terminata, avevamo più di 2.000 persone vestite per questo film; è stato entusiasmante”.

Sui suoi momenti preferiti del film...

“Ero davvero soddisfatta dei costumi fantasy… sono stati una grande pausa dalla “realtà”, se vogliamo; il nostro mondo a Gotham era tanto crudo quanto una base meravigliosa per i personaggi; ma è stato divertente sospendere l’incredulità. È stato anche fantastico riunirsi a Joaquin Phoenix. Abbiamo lavorato insieme a “Quando l’amore brucia l’anima” molti anni fa, e il primo giorno che ci siamo visti durante i preparativi, Joaquin ha detto, “Beh, a quanto pare ci ritroviamo sempre a lavorare su film musicali”. È un artista unico, ed è stato emozionante far parte del seguito di questa storia”.

CREARE LA MUSICA CHE C’E’ IN ARTHUR

— Hildur Guđnadóttir —

Compositrice

Sulla fusione della sua colonna sonora originale con le canzoni tradizionali del film…

“L’idea di includere tutte queste canzoni nel film ha rappresentato una sfida davvero interessante per me: combinare il mondo sonoro che avevamo stabilito – e che ritenevamo fosse una parte fondamentale dei personaggi di Arthur e Joker – con canzoni che si collegassero a quest’altra dimensione di lui, sul genere di Frank Sinatra, che è anche forte nel primo film. Inizialmente ci siamo confrontati su come unire questi due mondi sonori molto diversi in un modo che avesse senso; di come questi elementi potessero funzionare insieme e non l’uno contro l’altro. Non avevamo un manuale da seguire… quindi è stato una sorta di divertente puzzle spettrale”.

Su cosa c’è di diverso nella colonna sonora di questo capitolo …

“In questo film la colonna sonora gioca un ruolo molto diverso, perché va a colmare i diversi stati d’animo di Arthur, gli scenari fantasy che immagina per far passare le giornate in prigione. La colonna sonora collega molti di questi momenti di miseria e fantasia, e acquisisce una valenza ben diversa. È stato un processo davvero interessante”.

Sulle performance di questo film che il suo lavoro sottolinea…

“Sono rimasta stupita dalle performance, è stato davvero un bello spettacolo a cui assistere. Joaquin ad esempio, ha delle scene in cui canta e il suo viso attraversa tutte le diverse fasi del dolore e della felicità, nell’ambito della stessa canzone. È stato davvero fantastico vedere queste sue trasformazioni, in cui cerca frammenti di speranza nel terrore”.

Sul suo lavoro che guida le performance nel film…

“Per ‘Joker’, ho scritto molti dei temi prima che girassero il film, e la musica veniva suonata spesso sul set. Per questo film è valso lo stesso: disponevamo di intere colonne sonore di materiale che potevano informare le interpretazioni, e penso che abbiano guidato molto le performance sul set. La musica può influenzare la recitazione, e viceversa. Soprattutto nei momenti dove emergono delle emozioni ‘grezze’ nelle performance, la scrittura della musica diventa molto stimolante”.

Sui cambiamenti nei temi per Arthur in questo film…

“Il tema di Arthur è meno evidente, se vogliamo, del ballo del bagno o di qualcosa di roboante del primo film. È come un filo di suono che passa in molte scene diverse, cercando di trovare il suo posto, proprio come fa Arthur in questo film. Sta cercando di trovare il suo posto tra realtà e fantasia, Arthur e Joker, essere innamorato o essere preso in giro”.

Sull’effetto che il personaggio di Lady Gaga, Lee, ha sulla colonna sonora…

“Quando Lee entra nella vita di Arthur, è come se il suo spettro emotivo si ampli, che all’improvviso si apra di più, che abbia più spazio come persona dopo averla incontrata. Quindi, penso che l’effetto maggiore che ha avuto sulla colonna sonora è che l’orchestrazione è diventata più grande e ampia in alcune parti”.

Sull’aggiunta di una nuova strumentazione al film…

“Il mondo sonoro che avevamo prima era prettamente basato sugli archi. Qui ho iniziato a immaginare Arthur in prigione, e a come avrei potuto prendere quel mondo sonoro e adattarlo ad una prigione, creando uno spazio confinato con gli archi. Ho lavorato con un paio di amici, padre e figlio costruttori di strumenti Islandesi. Ho chiesto a Úlfur Hansson, il figlio, di aiutarmi a costruire quella che chiamo una prigione di corde, che consisteva in corde molto lunghe che venivano tese attraverso uno spazio formando una prigione, in pratica un recinto elettrico. Erano corde alte e amplificate con pickup elettromagnetici, che creavano un suono davvero incredibile. Ho costruito delle barre di metallo che servivano da ingresso alla prigione di corde, e quelle barre, insieme ai corpi in legno della prigione stessa, sono diventati i principali strumenti a percussione che ho suonato.

“Poi ho chiesto a Hans Johansson, il padre di Úlfur, che è un maestro liutaio, di costruirmi un violoncello da trincea, che è un violoncello come quelli che c’erano nella prima guerra mondiale, che i soldati usavano suonare nelle trincee. Era fatto per ammazzare il tempo e portare gioia negli scenari più orribili immaginabili. Il violoncello poteva essere smontato completamente, togliendo il manico e le corde e tutto il resto, per imballarlo nel corpo dello strumento, come fosse una scatola di legno, che veniva usata anche per trasportare le munizioni. Quindi, ho usato il violoncello da trincea per suonare attraverso la prigione di corde, dove Arthur è tenuto prigioniero, apportando un senso di gioia unito alla claustrofobia di questa situazione orribile”.

Sul portare il violoncello sempre in nuovi posti…

“Il violoncello è uno strumento classico molto riconosciuto con una lunga storia, ed è stato il mio primo strumento, ma ho trascorso gran parte degli ultimi vent’anni cercando di trovare modi per estenderlo in diverse angolazioni ed espandere il suo mondo sonoro provando cose nuove. E’ stata una delle parti più divertenti del mio processo di scrittura musicale, sperimentando, provando diversi modi di creare suoni e far risuonare le corde”.

Sulla nuova collaborazione con il regista Todd Phillips per questo film...

“Todd è sempre stato incredibilmente aperto a ciò che avevo da offrire al processo. Sin dal primo film, è stato così invitante e ha avuto tanta fiducia nel mio lavoro. È speciale, e ho davvero apprezzato il suo modo incredibile di collaborare”.

Sulla nuova collaborazione con il produttore musicale esecutivo Jason Ruder per questo film…

“Jason è stato un campione assoluto in questo processo: è stato fantastico lavorare con lui, in entrambi i progetti; è stato lui a portarmi nel primo film. Abbiamo sviluppato un bellissimo dialogo e una vera fiducia reciproca, ed è stato fenomenale come ponte tra la colonna sonora e le canzoni, e Todd e Joaquin e Lady Gaga”.

 

 

IL TEAM MUSICALE

— Jason Ruder —                                                     — Randall Poster e George Drakoulias —

Produttore musicale esecutivo                                                                Supervisori musicali

Sul lavoro con il regista / sceneggiatore Todd Phillips…

JR: “Todd si spinge sempre oltre, e ti porta sempre dove non ti aspetti. Ha una grande riconoscenza verso la musica e per ciò che apporta a un film, quindi il lavoro con lui è sempre entusiasmante, che si tratti di una colonna sonora o di un brano”.

RP: “Penso che questo sia la mia decima collaborazione cinematografica con Todd. Lui non era interessato a fare un sequel di routine; pensa sempre fuori dagli schemi o a come realizzare qualcosa di diverso da ciò che è stato fatto prima. Quindi, insieme al co-sceneggiatore Scott Silver hanno escogitato quello che sarebbe stato il modo più inaspettato e interessante per far progredire questa storia”.

GD: “Todd è fantastico. È estremamente intelligente e brillante, e molto espansivo. Non è mai indeciso: segue una visione chiara. È un grande capitano, non ha dubbi o esitazioni. Accoglie volentieri le idee che apportano gli altri”.

Sulla visione della musica per il film…

JR: “L’ispirazione è stata sicuramente il personaggio. Sono loro due, Arthur e Lee, a cantare. Tutto è guidato dalle canzoni, basato sulla fantasia, sempre sulla scia dell’atmosfera del primo “Joker” ma con una transizione più fluida”.

RP: “Todd aveva una visione molto precisa per questo film – per qualsiasi film faccia – ed è davvero bravo con la musica, che in questo caso è più presente rispetto al precedente. In “Joker”, la musica ha contribuito realmente a creare un’atmosfera speciale, che ha ispirato l’incredibile performance di Joaquin Phoenix. In questo film, la musica pervade l’intera storia, e Todd ha un grande istinto ed è impegnato nella sua visione, il che lo rende un collaboratore ideale”.

GD: “L’ultimo film ha dettato le sue leggi, e Todd non voleva ripeterle, voleva provare qualcosa di diverso. Per me aveva molto senso, così come il fatto di far emergere la musica che Arthur e Joker hanno dentro. Lo abbiamo già visto nella scena in cui balla in quella fantastica scena nel bagno degli uomini della metropolitana. Quindi, Todd ha pensato che se Arthur ha la musica dentro di sé, probabilmente ha una canzone nel cuore. Ha avuto difficoltà a esprimersi, quindi ha senso che lo faccia attraverso le canzoni e la musica”.

Sulla genesi delle canzoni nel film...

JR: “Todd è bravissimo a scegliere le canzoni giuste, e molte di queste erano state scritte; ci ha mostrato ciò che voleva reimmaginare e noi abbiamo adattato e fatto arrangiamenti diversi, su misura per le scene, per ogni momento del film. Si trattava quindi di prendere riferimenti originali e dargli una nuova vita, inserendoli nel DNA del film”.

RP: “Todd e Scott sono stati molto precisi nella sceneggiatura riguardo alle canzoni che volevano usare fin dall’inizio. Poi si è trattato di capire come prendere quelle canzoni e farle sembrare come se fossero state create appositamente per questo film, incorporando tutte le sfumature emotive della storia. Devono avere il ritmo giusto per la posizione che occupano nel film, fare riferimento alle versioni classiche ma comunque essere innovative ed essere registrate correttamente affinché gli attori vivano al loro interno”.

GD: “Le canzoni in questo film sono per la maggior parte già note. Alcune erano presenti nei varietà degli anni ’70, un po’ come “The Murray Franklin Show”, un retaggio negli anni ’80, con spettacoli con canti, balli e comicità al loro interno”.

Su come il contributo di Lady Gaga sia inestimabile per il film...

JR: “Gaga è incredibile. Ho lavorato con lei in “A Star Is Born”, quindi so come riesce a dare vita a un set molto rapidamente. In lei c’è semplicemente una qualità di anima antica, sale della terra, che emerge nelle sue performance da attrice, cantante e musicista. È stato il casting perfetto, ad essere onesti, per questa storia”.

RP: “Lady Gaga è un’ispirazione e una professionista. Eravamo tanto emozionati quando abbiamo saputo che avrebbe partecipato al film. La sua personalità, la sua dedizione al repertorio classico e alla musica pop attuale sono una rarità. È molto preparata sull’intero processo di creazione musicale, e noi sono stati ispirati dal suo impegno per l’eccellenza”.

GD: “Siamo andati a vedere Gaga a Las Vegas, al suo spettacolo jazz con una big band. Avevamo gettato le basi per una musica del genere nel primo film e, come Lee in questo, si è inserita perfettamente. Nei panni di Todd, chi altro potresti scegliere per interpretare Harley Quinn se non Lady Gaga? Ed è un’artista fantastica”.

INFORMAZIONI SULLA PRODUZIONE

Panoramica

Le riprese principali sono state realizzate in un totale di 75 giorni (66 giorni di riprese a Los Angeles, e 9 a New York / New Jersey).

Il film è stato girato principalmente in ordine cronologico (con alcune eccezioni di scena), un lusso negli standard di produzione odierni.

Il film ha utilizzato numerosi teatri di posa nel lotto dei Warner Bros. Studios (10, 16, 17, 20, 24 e 18) e i teatri di posa 42 e 43 nel vicino lotto degli Universal Studios.

Gli esterni sono stati realizzati principalmente a New York (l’esterno del palazzo di giustizia al 60 Centre Street), le scale di “Joker” nel Bronx e nel New Jersey (l’esterno dell’Arkham Asylum a Belleville). L’interno / esterno del cortile della prigione di Arkham è stato per lo più allestito, e in parte è stata utilizzata una struttura esistente in una location indipendente di Los Angeles.

Girare principalmente nei teatri di posa ha dato al team di produzione la possibilità di passare rapidamente da una scena all’altra e da un teatro all’altro se le esibizioni o i cambiamenti creativi lo richiedevano il giorno stesso.

Arkham State Psychiatric Hospital

I set dell’ospedale di Massima Sicurezza di Arkham sono stati progettati per offrire ai suoi abitanti una linea di demarcazione indistinguibile tra paziente e prigioniero.

È stato svolto un lavoro scrupoloso per far sembrare Arkham un istituto realistico di 100 anni, con dettagli come tubature a vista, cablaggi, vecchi radiatori, dettagli idraulici e invecchiamento di pareti e pavimenti per accentuare l’autenticità visiva degli ambienti.

Braccio E

  • I set del Padiglione E ad Arkham – il braccio visivamente senza vita, desolato e opprimente in cui risiede Arthur – consistevano in celle, una sala ricreativa, lunghi corridoi, una scalinata, un bagno, l’infermeria / dispensario dei farmaci e una mensa.
  • La tavolozza prevedeva colori gialli, verdi e grigi. La tonalità generale delle piastrelle era un particolare giallo Arkham usato alla fine di “Joker”, che il team di Friedberg ha dovuto realizzare a mano, per replicare la tonalità esatta.
  • L’intero set accatastato equivaleva a circa 4300 metri quadrati di superficie, in cui ogni pezzetto di spazio è stato invecchiato con vernice, ruggine, ecc.
  • Lo scenografo Mark Friedberg ha utilizzato la realtà virtuale e le visite guidate virtuali per sviluppare i set del padiglione, e per collegarli agli altri set di Arkham e a quello dell’isola di Arkham
  • Il set multilivello di Arkham ha richiesto una sovrastruttura in acciaio nascosta tra le pareti del set, per supportare in sicurezza due piani di scenografie, cast, troupe e attrezzature.

 

Cella di Arthur (n. 43):

  • Le dimensioni della cella sono di circa 2 metri x 2,5.
  • Il team di progettazione si è concentrato sulla struttura della stanza, fino al materiale scelto per il davanzale della finestra; le pareti sono graffiate e usurate, invecchiate e ridipinte per indicare che Arthur non è il primo inquilino… né sarà l’ultimo.
  • La cella numero 43 è un Easter egg per gli appassionati di comics: il personaggio di Joker è apparso per la prima volta nella serie di fumetti di Batman nel numero 43.

Cabina di controllo:

  • Costruita su ruote per consentire un numero illimitato di posizioni della telecamera.
  • Resa modulare con vetro su uno stabilizzatore “poor man’s gimbal”, appoggiato su una scanalatura in modo da poter essere inclinata per gestire i potenziali riflessi della telecamera.

Bagni:

  • I bagni includono docce per i detenuti e vasche a immersione.
  • Le docce sono state progettate per essere pratiche e perfettamente funzionanti, nonostante la sfida di trovarsi al secondo piano del set.
  • Tutte le docce sono state costruite con piastrelle e scarichi a pavimento realizzati artigianalmente dove defluiva l’acqua.
  • Tutti i lavandini erano inoltre idraulici e funzionanti.
  • Gli scenografi e i decoratori di set hanno realizzato a mano oltre 4200 metri quadrati di piastrelle finte, per il resto del padiglione.
  • I bagni sono stati costruiti senza pareti divisorie poiché “la privacy è un privilegio in carcere”.
  • La squadra artistica ha tratto ispirazione dalle foto di Alcatraz per la progettazione delle tubature idrauliche.
  • Tutti i sanitari e gli accessori dei bagni sono stati acquistati nuovi e poi invecchiati dal reparto artistico, che ha apportato i dettagli più fini come l’arrugginimento dei bulloni, ecc.
  • L’area del lavandino era notevolmente invecchiata rispetto ai materiali originali utilizzati nella costruzione. Gli addetti alle scene e i decoratori dei set hanno selezionato tutti i componenti (lavandini, strutture idrauliche/tubature, ecc.).
  • Le pareti sono state tutte realizzate a mano in compensato ricoperto di intonaco, i davanzali delle finestre sono stati realizzati in simil ardesia. Le grate sono tutte in metallo con vetro reale.

Mensa:

  • Le scale in acciaio con finti gradini in cemento conducono allo spazio del terzo livello.
  • Al soffitto è stata aggiunta una rete metallica per permettere agli attori di appendersi o dondolarsi durante l’esibizione del numero musicale “When the Saints Go Marching In”.
  • Il set assomigliava a un’enorme colombaia urbana, ma era popolata da esseri umani.

Il cortile della prigione:

  • Appare per la prima volta nel film come location esterna.
  • La passerella dal braccio E di massima sicurezza dove vive Arthur, attraverso il cortile fino al braccio F di minima sicurezza, funge da ponte che porta Arthur dalla realtà a un’altra versione della realtà.
  • Il design del cortile era originale, poiché doveva coniugare le varie architetture della location esterna del NJ con i set degli interni di massima sicurezza.
  • La produzione ha allestito un’enorme piattaforma antipioggia su tutto il set del cortile.
  • La passerella tra i padiglioni è il primo momento e luogo in cui appare il colore nel film, a simboleggiare una transizione per Arthur e la liberazione del suo Joker interiore.

Braccio F:

  • Il braccio F introduce il colore nel mondo di Arthur ad Arkham, una transizione visiva nella sua esperienza dove incontra Lee e se ne innamora.
  • Vediamo per la prima volta il colore degli ombrelli mentre Arthur attraversa il cortile sotto la pioggia.
  • E’ il luogo dove Arthur sente la musica – il canto di Lee e della sua classe – che lo risveglia dal suo stato di trance da Torazina. La prima volta sente la musica proveniente dalla guardia che canta, Jackie Sullivan, che però non lo colpisce.
  • La tavolozza dei colori degli stati d’animo di Arthur, del suo Joker interiore, riflette i quattro colori del “Murray Franklin Show”: arancione bruciato, rosso, azzurro polvere e beige/oro.

Sala della musica / sala d’arte:

  • È qui che Arthur vede per la prima volta Lee; provenendo dal tetro e incolore padiglione E, questa sala appare piena di colore e vita.
  • Le sedie nella sala musica sono specifiche per il periodo e il colore degli anni ’80, e nei colori del “Murray Franklin Show”.
  • La sala è polivalente, e si adatta alle esigenze della giornata: musicoterapia, arteterapia o attività generali, come la serata cinema.
  • Il team di progettazione ha riempito lo spazio con materiale artistico e pennelli, strumenti, giradischi, poster, ecc. specifici del periodo (circa 1983). La squadra si è avvalsa della consulenza tecnica del rinomato musicoterapista Jeffrey Friedberg.
  • Le pareti sono state tappezzate da opere d’arte presumibilmente create dai residenti di Arkham; sono stati selezionati 10 artisti diversi in base alla semplicità, all’ingenuità, al colore e/o alla mancanza di colore, ecc. Alcuni di loro e delle opere utilizzate avevano legami personali con i membri della troupe. Delle opere d’arte sono state trovate in un libro intitolato The Electric Pencil, create da un artista di nome James Deeds, che è stato internato per tutta la vita.
  • Il pianoforte a mezza coda era fatto di legno e invecchiato apposta per non apparire troppo lucido. A causa di una sequenza di incendi, sono stati necessari più pianoforti.
  • All’interno, il pianoforte è digitale; il team ha installato un sistema MIDI, che viene incanalato attraverso un sistema informatico e può essere manipolato e utilizzato per il montaggio.

Corridoio di fuga:

  • Alcuni poster erano allineati lungo il corridoio, progettati per sembrare vecchi e obsoleti; l’idea era che alcuni risalissero all’apertura del manicomio negli anni ’20 e fossero logori e decaduti, mentre altri erano più recenti, degli anni ’60 e ’70.
  • La sola presenza di poster è una netta differenza rispetto al padiglione E. I messaggi sulla salute mentale suggeriscono l’idea che ci sia una preoccupazione per i reclusi del braccio F, che segna una differenza nel senso di umanità percepito.

Atrio:

  • Questo spazio era scarsamente arredato per rappresentare la mancanza di finanziamenti e la cattiva gestione dovuta alla corruzione.
  • L’atrio e le aree degli uffici sono stati progettati per sembrare utilizzati come un parziale deposito.
  • La squadra addetta alla progettazione ha prestato grande attenzione ai minimi dettagli, persino al tipo e al colore delle cartelle nell’ufficio.
  • Nell’atrio è appeso un disegno a mano di Elizabeth Arkham, da cui la struttura prende il nome nei fumetti, così come una fotografia in bianco e nero di una vista aerea della struttura.

Gotham City

  • Mark Friedberg e il suo team hanno creato un’intera struttura urbana per Gotham, immaginando tutte le infrastrutture e la pianificazione metropolitana di una città. Lui e il suo team hanno creato le infrastrutture di base di Gotham, incluse le planimetrie e le mappe di vari snodi: autostrade, metropolitane, carreggiate e tutta la segnaletica necessaria.

Esterno del tribunale:

  • Il palazzo di giustizia al 60 di Centre Street a Lower Manhattan è stato utilizzato per gli esterni del tribunale in cui si svolge il processo di Arthur.
  • Le riprese nel tribunale si sono svolte durante un fine settimana (sabato e domenica) poiché l’edificio federale non poteva essere utilizzato o interrotto quando era aperto nei giorni feriali.
  • Sono state ingaggiate quasi 700 comparse per le scene girate all’esterno del tribunale, suddivisi nelle seguenti categorie: Manifestanti / Anti-Joker, Manifestanti / Pro-Joker, Fanatici di Joker, Polizia, Stampa, Punk Rocker, Fanatici religiosi, Poliziotti antisommossa, cineoperatori dell’epoca, figure scheletriche.
  • Alcuni dei manifesti mostravano scritte come: “Liberate Joker!”, “Murray se lo meritava”, “Joker Sposami”.
  • Sono stati inseriti dei veicoli d’epoca, tra cui auto della polizia, taxi, un camion della SWAT, camion satellitari e furgoni per i notiziari.

Interno dell’aula di tribunale:

  • Il sigillo ufficiale di Gotham City era esposto all’interno del tribunale, ed è presente su tutti i materiali di un’aula di giustizia: documenti, francobolli, uniformi degli ufficiali giudiziari, ecc.
  • Progettati in collaborazione con la squadra addetta alle scenografie e al lighting design, i sigilli sulle pareti del tribunale potevano spuntare grazie a dei riflettori nascosti, utilizzati nella sequenza musicale.
  • Il reparto artistico ha inciso dei graffi sui braccioli di alcune sedie per suggerire l’età e il tono del sistema di giustizia penale di Gotham.
  • Le celle di detenzione degli ufficiali giudiziari sono state costruite e collegate praticamente all’aula di tribunale per consentire delle riprese in un’unica scena che seguivano Arthur/Joker dalle celle al grande palco dell’aula di tribunale.
  • In totale sono state utilizzate sei telecamere per le riprese all’interno dell’aula di tribunale.
  • Per le scene nell’aula di tribunale sono state reclutate circa 200 comparse.
  • Le pareti del set potevano essere spostate all’interno e all’esterno a seconda del programma giornaliero / delle esigenze di regia. La troupe spesso iniziava le riprese da un lato della stanza e finiva sul lato opposto, per rappresentare il giorno successivo.

Murales:

  • I pannelli artistici raffigurano la storia di Gotham, dalla sua fondazione al periodo di colonizzazione fino all’era moderna.
  • La storia rappresentata nei murales è in linea con il canone della DC comics. Lo scenografo Al Hobbs ha svolto ricerche approfondite come membro del team e appassionato dei fumetti.
  • Il collaboratore di lunga data di Mark Friedberg e artista Javier Americas, ha creato i murales sotto la supervisione di Friedberg.

Strade di Gotham / Sequenza dell’inseguimento:

  • Parte della sequenza dell’inseguimento a piedi si è svolta su un tratto di strada di sei isolati nel centro di Los Angeles, sulla Broadway. Questa sequenza ha richiesto 33 guardie di sicurezza, 16 agenti di polizia, 5 location assistant manager e 8 parcheggi.
  • Le vetrine dei negozi e le strade sono state allestite e realizzate per sembrare d’epoca e tipiche di Gotham, eliminando tutto ciò che appariva moderno e sostituendolo con una facciata più datata.
  • Questa particolare sequenza ha richiesto quasi sette mesi di preparazione, con gli addetti alle scenografie e alle location che hanno lavorato in tandem con la città di Los Angeles.

Le Scale di Joker:

  • Ufficialmente sono le Shakespeare Stairs, ma dopo il successo di “Joker”, vengono comunemente chiamate Joker Stairs e sono diventate una famosa tappa turistica, dove in tanti vengono a ricreare la famosa sequenza di ballo del protagonista.
  • Lo Yankee Stadium si trova a pochi isolati a piedi dalle scale, e su tre giornate di riprese, due sono coincise con delle partite (con grande disappunto del reparto audio).
  • Ci sono 144 gradini.
  • Le scale sono piuttosto strette e lunghe con diverse piattaforme. Per posizionare le telecamere, la troupe ha utilizzato una Bay Crane per sollevare la Technocrane da 6.000 libbre su una delle piattaforme.

Sequenze fantasy

Tetto e Cappella:

  • Sia il tetto che la Cappella sono stati girati sul palco 16 della Warner Bros., il più grande teatro di posa del Nord America, che vanta una storia gloriosa di diversi film classici di Hollywood.
  • Gli sfondi sono stati tutti dipinti a mano da pittori scenografici, un metodo ormai raramente utilizzato. Sono stati realizzati da Trio Entertainment Services, uno dei pochi veri reparti di scenografia rimasti nel settore; il leggendario artista Ed Strang ha guidato il team.
  • I due fondali commissionati erano alti 12 m x 30 di lunghezza (set della Cappella), e di 12 m x 50 (tetto), che dovevano essere più fantasy che realistici.
  • Realizzato per essere illuminato da dietro, il materiale dello sfondo era in mussola ed estremamente pesante (il tetto di circa 270 kg, la Cappella di circa 180 kg). La verniciatura è iniziata nello studio di Trio, che può ospitare solo fino a 7,6 m di altezza, ed è stata trasportata nel lotto della WB, dove è stata appesa e completata. Per il tetto sono stati utilizzati circa 570 litri di vernice.
  • Le sequenze fantasy hanno richiesto grande collaborazione e precisione nelle riprese, con ritmi coreografati per i movimenti della telecamera, le luci, la musica e la danza.
  • Il personaggio di Gary Puddles, interpretato da Leigh Gill, non doveva originariamente apparire nella scena della Cappella, ma dopo aver girato la sua incredibile scena in tribunale, i realizzatori hanno preso la decisione creativa di inserirlo nella scena.
  • L’insegna Harley/Joker è stata costruita e allestita dalla squadra addetta agli effetti speciali per girare e illuminarsi; i vari pannelli singoli e le basi erano estremamente pesanti, dal peso di oltre 2 tonnellate.

Musica:

  • Le voci sono state registrate dal vivo durante le riprese, senza il playback.
  • Sono state create delle tracce preregistrate per le prove; alla fine tutte le voci sono state registrate dal vivo al pianoforte, con gli attori che indossavano degli auricolari per seguire il feed del pianoforte dal vivo, e comunicare con i musicisti e il regista Todd Phillips; l’accompagnamento mixato è stato aggiunto in post-produzione.
  • La registrazione dal vivo con l’accompagnamento ha permesso di prendere decisioni creative il giorno stesso per quanto riguarda il ritmo, il tono e i cambi di direzione dell’ultimo minuto.
  • Gli spazi in cui era posizionata l’attrezzatura per l’accompagnamento al pianoforte (sempre ad opera del fonico Steve Morrow e con un monitor per seguire le riprese in base al ritmo e agli spunti):

✔ Cella della prigione

✔ Sotto la piattaforma del padiglione E

✔ Angoli bui dei palchi

✔ Le chiazze erbose lungo il lato della scalinata del tribunale di Centre Street a Lower Manhattan

✔ Tende riscaldate all’esterno della struttura di Essex House che funge da Arkham Asylum

  • Entrambi i pianisti si chiamavano Alex: Alex Jules accompagnava Joaquin Phoenix, e Alex Smith accompagnava Lady Gaga; Alex Smith è stato anche scritturato per il film come il detenuto che suona per la classe di musicoterapia.

Suono

  • Durante le riprese sono stati usati molto gli auricolari; a volte ne sono stati usati fino a 30 contemporaneamente durante una scena.
  • La colonna sonora del primo film è stata inserita negli auricolari degli attori nei momenti drammatici chiave per offrire atmosfera, contesto e complessità emotiva.
  • Il fonico di produzione Steve Morrow e il team di missaggio audio hanno registrato l’atmosfera di tutte le stanze in cui si sono tenute esibizioni musicali dal vivo, per offrire un elemento più completo e robusto per il mix finale, quando l’intera strumentazione viene aggiunta in post.
  • All’Arkham Asylum, a molti dei detenuti sono stati dati degli auricolari in modo che potessero ascoltare la traccia di accompagnamento dietro il canto di Joaquin Phoenix, per aiutarli a capire il tono e l’intensità della scena, così come qualsiasi spunto necessario.
  • Per alcune riprese, il team audio ha trasmesso la traccia della canzone nella stanza in modo che tutti potessero ascoltarla, riproducendola solo fino al momento in cui entrava la voce; poi la spegnevano per registrare le voci pulite.
  • Steve Morrow ha creato un sistema complesso in cui diverse persone potevano comunicare e parlare con gli artisti attraverso i loro auricolari, tra cui Todd Phillips, i pianisti di accompagnamento, il fonico, i supervisori musicali e Joaquin Phoenix e Lady Gaga; e a loro volta potevano rispondere tramite i loro microfoni personali.

Costumi

  • La costumista Arianne Phillips ha lavorato a stretto contatto con lo scenografo Mark Friedberg per rispecchiare i colori, i toni e le texture presenti negli ambienti.
  • Oltre 2.000 persone sono state vestite per il film.
  • Il costume di Joker del primo film è stato adattato per alcune sequenze fantasy.
  • Il reparto costumi era considerevole, con oltre 36 membri della troupe provenienti da Los Angeles a New York.

Riprese/Illuminazione

  • Questo è il settimo film negli ultimi 16 anni per il direttore della fotografia Lawrence Sher e il regista Todd Phillips, a partire dalla loro collaborazione nel primo film “Una notte da leoni”, segnando la partnership creativa più duratura di Phillips.
  • Le principali telecamere utilizzate per le riprese erano le Arri Alexa 65, la fotocamera digitale di formato più grande al mondo, e utilizzate con una varietà di diversi produttori di obiettivi. Le telecamere aggiuntive utilizzate erano Arri Mini LF, Sony Venice 2 e Red Komodo.
  • Il reparto di riprese, guidato dal direttore della fotografia Lawrence Sher, è partito da un’opzione di oltre 200 obiettivi diversi di vari produttori, riducendoli a 21, e li ha modificati per adattarli il più possibile in termini di calore, nitidezza, ecc. Gli obiettivi erano Nikon, Canon, Leica e Arri.
  • Il team delle riprese ha lavorato con un nuovo set di obiettivi Hasselblad chiamati Ottoblad, che hanno uno speciale anello che regola la messa a fuoco dell’obiettivo dall’esterno verso l’interno.
  • L’obiettivo “eroe” come nel primo Joker era il Nikon T1.3 da 58 mm, che poteva mettere a fuoco fino a 11 pollici per primi piani estremi degli attori.
  • Gran parte del film è stato girato con una Technocrane Scorpio da 45 piedi, consentendo un movimento fluido e libero della telecamera in tempo reale.
  • Il design dell’illuminazione e il rigging sono stati meticolosamente pianificati per consentire un ampio movimento e numerose configurazioni all’interno di uno spazio, e per anticipare quasi ogni scenario. Ciò ha dato agli attori e ai realizzatori la possibilità di girare in qualsiasi direzione su un set, con modifiche minime e senza lunghe configurazioni che intaccassero i tempi di ripresa.
  • Insieme alle vecchie luci cinematografiche degli anni ’70 e ’80, il film ha utilizzato principalmente luci a LED, quasi tutte immerse nel set e nelle apparecchiature per l’illuminazione, gestite da remoto, che ha dato a Sher e al capo tecnico delle luci Rafael Sanchez la possibilità di cambiare colore e calore istantaneamente sul posto durante le riprese.
  • Poiché il processo di Arthur è stato filmato e trasmesso sulla televisione pubblica di Gotham, l’aula di tribunale ospitava molte telecamere televisive dell’epoca.

 

Altre curiosità del film

  • Il direttore della fotografia Julio Macat fa un cameo come operatore di ripresa/sfondo di Paddy Myers nella scena.
  • Anche il direttore della fotografia Robert Brinkman fa un cameo nel film.
  • Il fonico di produzione Steve Morrow interpreta un fonico del team di intervistatori di Paddy Myers.
  • Joaquin Phoenix spesso si recava al campo base /set con un golf cart, passando davanti ai tram del tour dei Warner Bros. Studios senza che i visitatori avessero idea che fosse lui.
  • Il personaggio interpretato da Leigh Gill si chiamava Gary nel primo film; in questo gli è stato dato il cognome Puddles.
  • Il comedy club immaginario Pogo’s del primo film, fa la sua comparsa anche in questo.

***

 

 

IL CAST ARTISTICO

 

JOAQUIN PHOENIX (Arthur Fleck) è un attore premio che recita da protagonista in “Joker: Folie à Deux”, il sequel del film del 2019, “Joker”, ancora una volta diretto da Todd Phillips per la Warner Bros. Il film uscirà negli Stati Uniti il prossimo 4 ottobre, mentre in Italia il 2 ottobre, 2024. Lady Gaga ritrae ‘Harley Quinn’.

Recentemente, Phoenix ha interpretato il ruolo protagonista in “Napoleon”, dramma storico diretto e prodotto da Ridley Scott, basato su fatti realmente accaduti nella vita di Napoleone Bonaparte, il dittatore politico e militare francese. Il film è stato distribuito dalla Sony nel novembre del 2023. “Napoleon” ha riunito Phoenix con Ridley Scott, che lo aveva già diretto in precedenza in “Il Gladiatore” quasi venti anni fa, e che è valso a Phoenix la sua prima candidatura all’Oscar. Nel film, Vanessa Kirby interpretava la moglie di Bonaparte, ‘Josephine’.

Nel 2023, Phoenix ha recitato nel film prodotto dalla A24 “Beau ha paura”, per il quale ha ricevuto una nomination al Golden Globe. Il film vedeva alla regia Ari Aster (“Hereditary- Le radici del male” e “Midsommar- Il Villaggio dei dannati”) ed è stato distribuito nelle sale di New York e Los Angeles il 14 aprile, per poi approdare in tutto il paese dal 21 aprile. Il film segue ‘Beau’ (Phoenix) dopo la morte improvvisa della madre, e tutte le sfide che ne comporta. Nel cast c’erano anche Nathan Lane, Patti LuPone e Parker Posey, solo per nominarne alcuni.

Phoenix ha recentemente terminato le riprese del nuovo film di Ari Aster, “Eddington”, un western contemporaneo prodotto dalla A24. Nel film recitano anche Pedro Pascal, Emma Stone e Austin Butler.

Nel 2021, Phoenix, ha recitato in “C’mon C’mon” nel ruolo di ‘Johnny’. Il film è stato scritto e diretto da Mike Mills ed ha avuto la sua anteprima mondiale al Telluride Film Festival, dove ha ricevuto ottime critiche.

Nel 2020, Phoenix ha vinto l’Academy Award, il BAFTA Award, il SAG Award ed il Golden Globe nella categoria Migliore Attore Protagonista per la sua interpretazione in “Joker.” Il film è stato anche nominato all’Academy Award e al BAFTA Award nella categoria Migliore Film. Nel 2018, Phoenix, ha recitato in “Don’t Worry, He Won’t Get Far on Foot”. Questa sceneggiatura scritta da Gus Van Sant è basata sulle memorie di John Callahan. La storia segue eventi realmente accaduti nella vita di ‘John’ (Phoenix) che rimane paralizzato in seguito ad un incidente causato dalla sua dipendenza, e che troverà la sua vera passione nella vita. Il film ha avuto la sua anteprima mondiale al Sundance Film Festival e vede nel cast anche Rooney Mara, Jonah Hill e Jack Black.

Phoenix è anche tra gli attori protagonisti di “A Beautiful Day- You Were Never Really Here”, che ha avuto la sua anteprima mondiale nel 2017 al Festival internazionale del cinema di Cannes. Phoenix ha vinto il premio come Migliore Attore mentre il film ha vinto il Cannes Film Festival Award per la Migliore Sceneggiatura. Il film è scritto e diretto da Lynne Ramsay ed è basato sull’omonimo racconto del 2013 di Jonathan Ames.

Nel 2013, Phoenix ha interpretato il ruolo protagonista in “Lei” per la Warner Bros e la Sony Pictures. Il film è stato scritto, diretto e co-prodotto da Spike Jonze. ‘Theodore Twombly’ (Phoenix) sviluppa una relazione sentimentale con ‘Samantha’ (Scarlett Johansson), che altro non è che un robot, mosso dall’intelligenza artificiale, con una suadente voce femminile. Nel film recitano anche Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde, e Chris Pratt. Il film ha vinto l’Oscar e il Golden Globe nella categoria Migliore sceneggiatura originale.

Tra gli altri suoi crediti cinematografici: “Hotel Rwanda”, “Irrational Man”, “Inherent Vice- Vizio di Forma” “A Beautiful day- You Were Never Really  Here”, “Maria Maddalena”, “I Fratelli Sisters”, “Il Gladiatore”, “Quando l’Amore Brucia l’Anima”, “C’era una volta a New York”, “The Master”,  “Two Lovers”, “Signs”, “Squadra 49”, “I Padroni della Notte”, “Reservation Road”, “The Village”, “Koda, Fratello Orso”, “Da Morire”, “Belli e Dannati”, “8mm- Delitto a Luci Rosse”, “Innocenza infranta”, “Parenti, amici e tanti guai”, e “SpaceCamp- Gravità Zero”.

Anche produttore molto attivo, tra i suoi crediti: “Il Metodo di Phil Stutz”, “Gunda”, “What the Health”, “I Am Dying”, “The End of Medicine”, “Across My Land”, “The Animal People”, “Indigo” e “Liberty”.

Phoenix è anche stato premiato con diversi Golden Globe, Screen Actors Guild Award e BAFTA award.

 

La vincitrice dell’Oscar, del Golden Globe e di ben 13 Grammy, LADY GAGA (Lee Quinzel) è un’artista, performer, e pioniera unica nel suo genere nel campo della musica, della bellezza e della moda. Ha accumulato la straordinaria cifra di oltre 110 milioni album venduti, 175 miliardi di streaming e 758 milioni di brani scaricati e comprati, rendendola una delle artiste più vendute di tutti i tempi. Nel 2008, Gaga ha pubblicato il suo primo album, The Fame, seguito rapidamente da The Fame Monster (2009). Il suo singolo di debutto, “Just Dance”, è recentemente diventato il suo terzo singolo certificato diamante dalla RIAA, andandosi ad unire a “Bad Romance” e “Poker Face”, che indica 10 milioni o più di unità vendute. Inoltre, gli album contengono singoli multi-platino come “Paparazzi” (5 volte platino) e “LoveGame” (3 volte platino).  

Gaga ha poi pubblicato Born This Way (2011), ARTPOP (2013), il suo album di duetti insieme a Tony Bennett, Cheek to Cheek (2014), Joanne (2016), A Star Is Born (2018) ed il suo sesto album in studio da solista Chromatica (2020). Chromatica ha segnato il sesto album consecutivo di Gaga a debuttare al primo posto della classifica Billboard 200, rendendola la prima artista donna a riuscirci in dieci anni (2011-2020), e per questo album nel 2022 ha completato un tour mondiale di 20 tappe negli stadi. La sua collaborazione con Ariana Grande per “Rain On Me”, ha segnato il più grande debutto su Spotify del 2020, volando al primo posto nella Billboard Hot 100, e diventando uno dei grandi classici che ogni fan di Gaga si aspetta dalla propria icona.

Nel 2021, Gaga e Bennett si sono riuniti per pubblicare il loro secondo album di duetti jazz, Love For Sale, che ha ricevuto sei candidature al Grammy ed una all’Emmy, nella categoria Outstanding Variety Special (pre-registrato) per il loro speciale televisivo, “One Last Time: An Evening with Tony Bennett and Lady Gaga”. Nel 2022, ha rilasciato “Hold My Hand”, che è stata la canzone principale della colonna sonora del film, Top Gun: Maverick (2022). “Hold My Hand”, ha ricevuto numerosi riconoscimenti ed apprezzamenti, tra cui la candidatura all’Academy Award ed al Grammy.

Più recentemente, Lady Gaga ha unito le forze con Bruno Mars per il singolo, “Die With A Smile”, che è stato considerato come “un successo senza tempo” dalla critica, e ha debuttato al terzo posto della Billboard Hot 100 dopo aver raggiunto il primo posto nella classifica globale di Spotify, di Apple Music, e di iTunes.

Sul grande schermo, Lady Gaga ha recitato al fianco di Bradley Cooper nel remake del classico della Warner Bros. del 2018, “A Star Is Born”. La sua interpretazione l’ha portata ad una candidatura all’Oscar nella categoria Migliore Attrice Protagonista, alla candidatura al Golden Globe nella categoria Migliore Attrice in un film, aggiudicandosi il Critics’ Choice Award ed il National Board of Review Award nella categoria Migliore Attrice in un Film. Gaga ha anche co-scritto, prodotto e interpretato la canzone principale della colonna sonora del film “Shallow”, per la quale ha vinto l’Oscar, il Golden Globe ed il Critics’ Choice award nella categoria Migliore Canzone Originale, oltre al British Academy Film Award nella categoria Migliore musica originale.

Tra gli altri suoi crediti: il Pepsi Zero Sugar Super Bowl LI nel 2017, che è stato visto da oltre 117,5 milioni di spettatori, il suo documentario su Netflix, Lady Gaga: Five Foot Two (2017), e la serie American Horror Story: Hotel (2015), per la quale ha vinto il Golden Globe nella categoria Migliore attrice in una serie limitata. Nel 2021, Lady Gaga ha recitato nel film diretto da Ridley Scott, House of Gucci nel ruolo di Patrizia Reggiani, la ex moglie di Maurizio Gucci, e per questa sua interpretazione ha ricevuto le candidature allo Screen Actors Guild Award, al BAFTA, e al Critics’ Choice Award, nella categoria Migliore Attrice Protagonista, e quell’anno è stata riconosciuta come Migliore Attrice dalla New York Film Critics Circle. Lady Gaga è la protagonista femminile, al fianco di Joaquin Phoenix nel secondo capitolo del franchise di Joker, “Joker: Folie à Deux”, che è stato presentato in anteprima mondiale all’ottantunesima edizione della Mostra internazionale del cinema di Venezia, e che sarà nei cinema dal 2 ottobre.

Un’interprete senza eguali, nel dicembre del 2018 Lady Gaga ha lanciato il suo spettacolo esclusivo a Las Vegas presso il Park Theater che consta di due spettacoli unici. LADY GAGA ENIGMA è stata una nuovissima odissea dei suoi successi pop, costruita come un’esperienza del tutto nuova da qualsiasi altra ideata in precedenza, che Rolling Stone ha definito “uno spettacolo che conferma il suo talento ed inizia la sua eredità”. LADY GAGA JAZZ & PIANO presentava versioni ridotte dei suoi successi, e musica dal suo Great American Songbook. Nel 2021, Lady Gaga è tornata a Las Vegas per un’altra serie di spettacoli, ed in seguito ha annunciato il suo tanto atteso ritorno, ancora una volta per 12 spettacoli con JAZZ & PIANO, andati in scena dall’agosto all’ottobre del 2023. Dopo il successo di questi spettacoli, ha poi eseguito altri otto show dal giugno al luglio del 2024.

Lady Gaga è la fondatrice di Haus Labs, un marchio di bellezza all’avanguardia, con la mission di creare prodotti ad alte prestazioni che spingano i confini dell’innovazione, sfruttando le più recenti tecnologie, per creare formule e prodotti di alto livello. Haus Labs vanta una vasta gamma di pluripremiati prodotti per il trucco e la bellezza della pelle, inclusa una linea di prodotti adatti per ogni tipo di differente carnagione. Offrendo un’ampia gamma di sfumature e sottotoni, la TriClone™ Skin Tech Medium Coverage Foundation, ha ricevuto oltre venti riconoscimenti tra cui il prestigioso Allure Best of Beauty Award nel 2023, ed ha battuto ogni record di TikTok con oltre dieci miliardi di visualizzazioni. Questo suo marchio è venduto esclusivamente online, da Sephora ed in tutti i negozi degli Stati Uniti, del Canada e dell’Europa.

Lady Gaga è anche una schietta attivista, filantropa e sostenitrice di molte rilevanti cause, tra cui la salute mentale, i diritti LGBTQ+, la consapevolezza dell’HIV/AIDS e delle questioni relative all’immagine corporea. Nel 2012 ha lanciato la Born This Way Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro che si dedica all’emancipazione dei giovani, all’accettazione delle differenze e ad ispirare coraggio e gentilezza.

 

Un ex insegnante nato a Dublino, BRENDAN GLEESON (Jackie Sullivan) ha lasciato la professione per intraprendere la carriera di quello che è stato il suo primo amore: la recitazione. È entrato a far parte della compagnia teatrale irlandese Passion Machine, e da allora ha recitato sul palcoscenico, sul grande schermo e sul piccolo schermo, conquistando fan e riconoscimenti in tutto il mondo.

Dopo piccoli ruoli in film come “The Field” diretto da Jim Sheridan, in “Into the West” diretto da Mike Newell, nel telefilm “The Treaty” diretto da Jonathan Lewis, e nel film diretto da Ron Howard “Far and Away”, è approdato al suo primo ruolo da protagonista, nel film diretto da Mel Gibson “Braveheart- Cuore impavido”, che ha vinto cinque Academy Awards tra cui quello nella categoria Migliore Film. La sua interpretazione nei panni del criminale realmente esistito, Martin Cahill, nel film diretto da John Boorman “Come vinsi la guerra”, insieme alla sua interpretazione nel film diretto da Paddy Breathnach “I Dilettanti”, hanno portato a Gleeson il premio come Migliore Attore da parte della Boston Society of Film Critics. Per “Come vinsi la guerra” ha anche ricevuto l’Irish Film & Television Award (IFTA) ed il London Critics’ Circle Film Award nella categoria Migliore Attore Protagonista.

Ha recitato per lo sceneggiatore/regista Martin McDonagh in “Six Shooter”, che ha vinto l’Academy Award per il Migliore cortometraggio live action. Tornato a collaborare con il regista per il film Focus Features “In Bruges- La Coscienza dell’Assassino”, Mr. Gleeson per questa sua memorabile performance al fianco di Colin Farrell, è stato candidato al Golden Globe, al British Independent Film, al Satellite award, all’IFTA, ed al BAFTA.

La sua voce particolare è stata ascoltata in veste di narratore della serie di documentari in lingua irlandese “1916 Seachtar na Cásca”, oltre che come doppiatore in tre film d’animazione nominati all’Academy Award: “The Secret of Kells”, diretto da Tomm Moore e Nora Twomey, “Pirati! Briganti da Strapazzo”, diretto da Peter Lord e Jeff Newitt, e “La Canzone del Mare”, di Mr.  Moore.

Gli appassionati di cinema lo conoscono anche per tre film del franchise di Harry Potter, diretti da Mike Newell e David Yates; per i film diretti da John Boorman, “Il Sarto di Panama”, “In My Country”, e “The Tiger’s Tail”; i film diretti da Neil Jordan, “Michael  Collins”, “The Butcher Boy”, e “Breakfast on Pluto”; il film diretto da John Woo, “Mission: Impossible 2”; il film diretto da Steven Spielberg, “AI- Intelligenza Artificiale”;  il film diretto da Danny Boyle, “28 Giorni Dopo”; il film diretto da Martin Scorsese, “Gangs of New York”; il film diretto da Wolfgang Petersen, “Troy”; il film diretto da Ridley Scott,  “Le Crociate- Kingdom of Heaven”; il film diretto da Robert Zemeckis, “La Leggenda di Beowulf”; il film diretto da Paul Greengrass, “Green Zone”; il film diretto da Rodrigo García, “Albert Nobbs”;  il film diretto da Daniel Espinosa, “Safe House- Nessuno è al sicuro”; il film diretto da Robert Redford, “La Regola del Silenzio- The Company You Keep”; il film diretto da Doug Liman, “Edge of Tomorrow- Senza domani”; e il film diretto da John Michael McDonagh, “Un Poliziotto da Happy Hour”, per il quale è stato nominato al Golden Globe, all’IFTA, ed al British Independent Film Award (BIFA); e per “Calvario”, per il quale è stato premiato come Migliore Attore sia dall’IFTA che dal BIFA;  “Paddington 2” interpretato al fianco di Hugh Grant, Sally Hawkins e Julie Walters; “Codice Criminale- Trespass Against Us”, interpretato al fianco di Michael  Fassbender; il film diretto da Vincent Perez, “Lettere da Berlino- Alone in Berlin” interpretato al fianco di Emma Thompson e “Suffragette” interpretato al fianco di Carey Mulligan e Meryl Streep, per il quale ha vinto il BIFA Award nella categoria Migliore Attore non Protagonista.

Mr. Gleeson ha recitato nella parte di Winston Churchill nel telefilm diretto da Thaddeus O’Sullivan, “Into the Storm”, ed è stato candidato al Golden Globe ed al BAFTA Awards oltre ad aver vinto l’IFTA Award il Satellite Award e l’Emmy Award. Nel 2022, Gleeson era nel film diretto dallo sceneggiatore/regista, Martin McDonagh, “Gli Spiriti dell’Isola- The Banshees of Inisherin” distribuito dalla Searchlight Pictures, che lo ha riunito con il regista e con il co-protagonista di “In Bruges- La Coscienza dell’Assassino”, Colin Farrell. Il film è stato presentato in anteprima mondiale, nel 2022, nel corso della Mostra internazionale del Cinema di Venezia. Per il film ha anche vinto un AACTA ed un IFTA, ed è stato nominato al Golden Globe, allo Screen Actor Guild Award; al BAFTA e all’Academy Award per la sua interpretazione nei panni di ‘Colm Doherty’.

Mr. Gleeson oltre a recitare in “Joker; Folie à Deux” del regista Todd Phillips, è attualmente impegnato nella produzione di “Spider-Noir”.

 

CATHERINE KEENER (Maryanne Stewart) la vedremo a breve nell’attesissimo sequel di JOKER, JOKER: FOLIE À DEUX, al fianco di Joaquin Phoenix, Lady Gaga, e Brendan Gleeson. Recentemente è apparsa nel film diretto da Shawn Levy, THE ADAM PROJECT per Netflix, in cui recitava al fianco di Ryan Reynolds e Mark Ruffalo. Prima di questo, è apparsa nella serie diretta da Nick Antosca e Lenore Zion per Netflix, BRAND NEW CHERRY FLAVOR. Catherine è stata la co-protagonista nella serie di Showtime, KIDDING- IL FANTASTICO MONDO DI MR. PICKLES, interpretata al fianco di Jim Carey, che è andata avanti per due stagioni. È stata anche vista nella serie Amazon, MODERN LOVE, basata sulla popolare, longeva e omonima rubrica del New York Times, oltre che nella serie Amazon, diretta da Alan Yang e Matt Hubbard, FOREVER, interpretata al fianco di Maya Rudolph e Fred Armisen.

Keener è anche apparsa nel film indipendente, NO FUTURE, dalla stessa acclamata squadra produttiva dietro SORRY TO BOTHER YOU, interpretata al fianco della star di STRANGER THINGS, Charlie Heaton. Due volte candidata all’Oscar (CAPOTE, ESSERE JOHN MALKOVICH), la Keener continua ad essere una forza dominante sullo schermo, ed è apparsa anche nell’acclamato successo al botteghino, SCAPPA- GET OUT, della Universal Pictures e diretto da Jordan Peele. La Keener è anche apparsa, al fianco di Josh Brolin e Benicio Del Toro nel sequel, prodotto dalla Black Label Media, di SICARIO, DAY OF THE SOLDADO, scritto da Taylor Sheridan e diretto da Stefano Sollima.  Ha anche recitato al fianco di Oscar Isaacs in SHOW ME A HERO, una miniserie in sei parti della HBO, scritta da David Simon e diretta da Paul Haggis e prima ancora nel film diretto dalla collaboratrice di lunga data e acclamata regista, Nicole Holofcener, ENOUGH SAID, al fianco di Julia Louis-Dreyfus e James Gandolfini. L’abbiamo vista anche in TUTTO Può CAMBIARE, scritto e diretto da John Carney e interpretato al fianco di Mark Ruffalo e Keira Knightley. La Keener ha doppiato il personaggio di “Ugga” nel film d’animazione del successo del 2013, THE CROODS, per la Dreamworks Animation e ha doppiato anche GLI INCREDIBILI 2.

 

IL CAST TECNICO

TODD PHILLIPS (Regista, Co-Sceneggiatore, Produttore) è il regista, co-sceneggiatore, e produttore di quello che fino a poco tempo fa era il film vietato ai minori dal maggior incasso di tutti i tempi, l’acclamato dalla critica e premiato con l’Oscar “Joker”, che ha guadagnato più di 1 miliardo di dollari al botteghino mondiale. Il film è anche la più grande uscita globale di ottobre di tutti i tempi, ed è il sesto film della Warner Bros. Pictures, ad aver superato il miliardo di dollari di incasso nel mondo. Inoltre, ha anche vinto il riconoscimento più importante alla Mostra internazionale del cinema di Venezia, nel 2019, il Leone d’Oro. Ora sta per tornare con il sequel, l’attesissimo sequel, “Joker: Folie À Deux”, sempre interpretato da Joaquin Phoenix nel ruolo protagonista, al fianco di Lady Gaga, e l’uscita nelle sale cinematografiche italiane è fissata per il prossimo 2 ottobre.

Phillips è stato anche il produttore del film di enorme successo di critica e di pubblico, “A Star Is Born”, scritto, diretto e prodotto, insieme al suo socio alla Joint Effort, Bradley Cooper, che recitava anche nel film al fianco di Lady Gaga. Uscito nell’ottobre del 2018, il film ha incassato oltre 436 milioni di dollari nel mondo, ed è stato candidato a ben otto Academy Award, tra cui quello nella categoria Miglior Film, vincendo nella categoria Migliore Canzone Originale.

Phillips ha scritto, diretto e prodotto, il film drammatico e comico del 2016 “Trafficanti- War Dogs”, interpretato da Miles Teller e Jonah Hill, che è stato candidato per questa sua performance al Golden Globe. Nel 2009, Phillips ha diretto e prodotto la commedia campione d’incassi “Una Notte da Leoni” interpretato da Bradley Cooper, Ed Helms e Zach Galifianakis, che ha vinto il Golden Globe Award nella categoria Migliore film cinematografico- Commedia o Musical. Ha poi scritto, prodotto e diretto i due sequel, “Una Notte da Leoni 2” nel 2011, e “Una Notte da Leoni 3” nel 2013. Se sommati, i film di questo franchise superano il miliardo e quattrocento milioni di incasso nel mondo.

Come sceneggiatore, Phillips è stato candidato all’Academy Award nella categoria Migliore sceneggiatura non originale, per il suo lavoro a “Borat- Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan”, nel 2006.

Ha iniziato a scrivere e dirigere progetti cinematografici nel 2000, con l’ormai film di culto “Road Trip”. Nel 2003, ha scritto, prodotto e diretto la commedia di successo al botteghino, “Old School”, interpretata da Luke Wilson, Will Ferrell e Vince Vaughn. Phillips ha anche scritto, prodotto e diretto commedie di successo come “Starsky & Hutch” e “Parto col Folle- Duo Date”, quest’ ultimo interpretato da Robert Downey Jr. e Zack Galifianakis. È stato anche tra i produttori dell’oltraggiosa commedia, “Project  X- Una festa che spacca”.

 

SCOTT SILVER (Co-Sceneggiatore) è stato candidato all’Academy Award ed al BAFTA Award, tra gli altri numerosi riconoscimenti, per la sceneggiatura non originale di “Joker”, che ha scritto insieme al regista del film, Todd Phillips.

Silver è stato anche candidato ad un altro Academy Award ed al BAFTA Award per “The Fighter”. Inoltre, ha scritto “8 Mile”.

 

EMMA TILLINGER KOSKOFF (Produttrice) è una produttrice tre volte candidata all’Oscar, meglio nota per il suo lavoro a capolavori del cinema moderno come The Wolf of Wall Street, The Irishman e Joker.

Nel corso della sua carriera che copre due decenni, la Koskoff si è affermata tra i più prolifici film-maker di Hollywood, con entrambi The Irishman e Joker che le sono valsi la candidatura all’Oscar, al Producer Guild of America Award, al BAFTA, ed al Golden Globe. La Koskoff è una dei pochi produttori e la seconda donna ad essere nominata due volte nello stesso anno. La Koskoff si è da poco riunita con il regista Todd Philipps per il super atteso sequel, Joker: Folie à Deux, che sarà nelle sale cinematografiche italiane dal prossimo 2 ottobre.

La Koskoff ha iniziato la sua carriera nell’industria cinematografica come assistente del regista Ted Demme, per il film acclamato dalla critica, Blow, prima di entrare nella società di produzione di Martin Scorsese del 2003, la Sikelia Production. La Koskoff è stata da allora assistente capo di Martin Scorsese, prima di essere stata nominata direttrice capo della produzione della compagnia, nel 2006. Tra gli altri progetti cinematografici e documentari di Martin Scorsese, la Koskoff è stata produttrice associata, co-produttrice esecutiva o produttrice di progetti come The Blues; The Aviator; No Direction  Home: Bob Dylan; il film concerto sui Rolling Stones, Shine a Light; Shutter Island; il prestigioso film vincitore del Peabody Award, A Letter to Elia; Public Speaking (Fran Lebowitz), e George Harrison: Living in the Material World, per il quale ha vinto l’Emmy Award nel 2011; il film premiato con l’Oscar Hugo Cabret; e la serie HBO, Vinyl.

Nel 2012, la Koskoff ha prodotto il film di Martin Scorsese, The Wolf of Wall Street, che le è valso la sua prima candidatura all’Academy Award, al Golden Globe, ed al Producers Guild Award.

Il 2016 ha visto l’uscita di due film prodotti dalla Koskoff, Silence (premiato con l’AFI come Film dell’anno) e il film drammatico, Bleed- Più Forte del Destino, diretto da Ben Younger. Ha anche prodotto esecutivamente il documentario sui Grateful Dead, Long Strange Tri, diretto da Amir Bar-Lev e per il regista Ben Wheatley, Free Fire.

Nel 2019, la Koskoff è stata produttrice esecutiva del film diretto da Josh e Benny Safdie, acclamato dalla critica, Diamanti Grezzi e del film diretto da Joanna Hogg, The Souvenir (Parte 1 e Parte 2). Nel 2021, la Koskoff ha prodotto la docuserie diretta da Martin Scorsese, Fran Lebowitz- Una Vita a New York. E’ stata tra i soci dell’Emerging Filmmaker Fund insieme a Martin Scorsese ed alla RT Features, dedicata nel supportare giovani ed emergenti registi in tutto il mondo. Tra i film che sono stati prodotti attraverso questa collaborazione, il film diretto da Jonas Carpignano, A Ciambra; la storia d’amore transgender diretta da Danielle Lessovitz, Port Authority, ed il film diretto dalla regista croata, Antoneta Kusijanovic, Murina, che è stato presentato in anteprima mondiale nel 2021 al festival internazionale del cinema di Cannes, dove è stato premiato con la Camera d’Or.

Tra gli altri crediti della Koskoff nell’ambito della produzione, The Good Mother, diretto da Miles Joris-Peyrafitte ed interpretato da Hilary Swank, Olivia Cooke e Jack Reynor; il debutto dietro la macchina da presa di Jack Huston, Day of the Fight, interpretato da Michael C. Pitt, Ron Perlman e John Magaro e Daddio, scritto e diretto da Christy Hall ed interpretato da Dakota Johnson e Sean Penn.

La Koskoff ha da poco terminato la produzione del nuovo film diretto da Maggie Gyllenhaal, The Bride, interpretato da Christian Bale e Jessie Buckley, che è schedulato per l’uscita nelle sale cinematografiche statunitensi, il 26 settembre del 2025.

 

Nato a Chicago, Illinois, JOSEPH GARNER (Produttore) è un pluripremiato filmmaker noto per suoi lavori ad alto impatto nell’industria cinematografica. È stato produttore esecutivo di “Joker”, che ha vinto il Leone d’Oro alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, ed ha ricevuto 11 candidature all’Academy Award, vincendone due, che fino a poco tempo fa è stato il film vietato ai minori con il più alto incasso di sempre. Garner è stato anche co-produttore di “Trafficanti- War Dogs” e produttore associato nella trilogia di “Una Notte da Leoni”.

Come regista, ha lasciato il segno con “Craigslist Joe”, un documentario che segue il suo viaggio di un mese attraverso gli Stati Uniti, affidandosi esclusivamente a Craigslist, come supporto. In aggiunta, ha diretto e prodotto “The Schedule Makers” per la ESPN Films’ 30 for 30 Shorts, che ha ottenuto un Emmy come Outstanding Short-Format Nonfiction Program nel corso dei Primetime Creative Arts Emmys.

Attualmente vive a Los Angeles, in California, con la moglie, due figli, ed il loro cane Bagel.

 

Il nominato all’Academy Award LAWRENCE SHER (Direttore della Fotografia) è un pluripremiato direttore della fotografia, regista e inventore del popolare strumento di produzione cinematografica, ShotDeck. Essendo un esperto e prolifico narratore in quasi tutti i generi, il botteghino combinato di tutti i suoi film ammonta a più di quattro miliardi di dollari. Nel corso degli oltre trenta anni di carriera, il lavoro di Sher come direttore della fotografia ha incluso oltre 35 lungometraggi, numerosi episodi pilota e centinaia di spot pubblicitari e video musicali. La sua gamma di lavori comprende film come la trilogia di “Una Notte da Leoni”, “La mia Vita a Garden State”, “Parto col Folle” e “Trafficanti- War Dogs”. Il suo credito cinematografico più recente è “Joker”, che ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui la nomination all’Oscar e al BAFTA Award per la migliore fotografia, ed ha vinto la Rana d’Oro al prestigioso Camerimage International Film Festival. In arrivo il sequel di “Joker”, “Joker: Folie á Deux”, che segna il settimo film in sedici anni, in cui Sher e Todd Phillips hanno collaborato. Il film è stato presentato in anteprima mondiale all’ultima Mostra internazionale del Cinema di Venezia, e sarà nelle sale cinematografiche italiane dal 2 ottobre.

Sher ha anche recentemente lavorato in veste di direttore della fotografia per la regista Maggie Gyllenhaal nel film di prossima uscita, “The Bride”, interpretato da Christian Bale e Jessie Buckley, che sarà distribuito dalla Warner Bros.

Come regista, il lavoro di Sher include il film “2 gran figli di…”, interpretato da Owen Wilson, Ed Helms, Glenn Close e JK Simmons ed ha inoltre diretto numerosi episodi della serie originale Peacock, “Rutherford Falls”, tra cui l’episodio pilota.

Cresciuto a Teaneck, in New Jersey, il cinema non faceva parte dei suoi piani lavorativi. Ma dopo che suo padre, un medico, gli prestò la sua Nikon F del 1967 per una gita scolastica, in lui si accese una scintilla creativa, e da allora iniziò la sua passione per la fotografia. Tuttavia, ha poi frequentato il corso di economia presso la Wesleyan University, ma più tardi nei suoi studi, un corso di indagine cinematografica ha riacceso una miccia creativa. Ha trascorso così i restanti anni del college imparando con passione e avidità tutto quanto inerente il cinema. È stato mentre aiutava i suoi colleghi di cinematografia a girare i loro film di tesi, che ha capito che provare a diventare un direttore della fotografia era ciò che voleva fare. Una volta laureato si è trasferito ad Hollywood. Trovando lavoro come assistente e girando nel fine settimana, ha scattato infinite foto per imparare il mestiere, ed ha lavorato su film di serie C e video musicali economici. Alla fine, attraverso diverse opportunità e vari colpi di fortuna, si è concretizzato un percorso più stabile verso un futuro nel settore.

Oltre al suo lavoro come filmmaker, Sher ha fondato e costruito ShotDeck, il migliore strumento di ricerca del settore (www.ShotDeck.com). Dopo anni di preparazione per i film e la necessità di materiale di riferimento per la ricerca e l’ispirazione in tutte le fasi del processo di produzione, Sher, voleva un sito che fosse un database di immagini di milioni di scatti ricercabili all’infinito, ciascuno con parole chiave in dozzine di categorie, che diventasse una sorta di biblioteca visiva definitiva, dell’immagine in movimento. Un sito che ispirasse persone in tutti i settori creativi e nelle università, educando e contribuendo a rendere il processo di preparazione e ricerca più efficiente e di successo. Ciò che ha iniziato nel 2014, è stato infine lanciato e reso fruibile nel 2021 ed è diventato il più grande database di immagini cinematografiche completamente ricercabili in tutto il mondo. Dalla presentazione alla pubblicazione, ShotDeck aiuta chi vuole raccontare delle storie ed esprimere la propria visione in ogni fase del percorso.

Sher vive a Los Angeles con la moglie Hema e i loro tre figli, Max, Matilda e August.

 

MARK FRIEDBERG (Scenografo) è uno scenografo di immenso talento, noto per il suo visionario approccio alla narrazione. Il suo portfolio dimostra la sua immensa versatilità e la profonda comprensione della forma artistica che si sta trattando. Che si tratti di ricreare ambienti storici per il film diretto da Ava DuVernay, Selma- La Strada per la Libertà, o le scenografie del film diretto da Ed Harris, Pollack, o che si tratti di catturare l’essenza di un’epoca passata, nel film diretto da Barry Jenkins, Se la Strada potesse parlare, o si tratti di ricreare mondi immersivi e coinvolgenti per La Ferrovia Sotterranea- The Underground  Railroad; l’attenzione meticolosa di Friedberg per i dettagli, e la sua capacità di creare ambienti visivamente sorprendenti, hanno lasciato un segno indelebile nei progetti in cui è stato coinvolto. Ha lavorato anche a tre lungometraggi diretti da Ang Lee, in particolare Tempesta di Ghiaccio. Ha realizzato diverse collaborazioni con il regista Jim Jarmusch, tra cui anche il prossimo film del regista, Father Mother Sister Brother. È particolarmente orgoglioso del lavoro svolto per Synecdoche NY con Charlie Kaufman e per Noah, diretto da Darren Aronofsky.

Friedberg ha ottenuto una nomination al BAFTA per le scenografie realizzate per il film, successo di critica e pubblico, Joker. Ha anche collaborato due volte con il regista Wes Anderson, a Le avventure acquatiche di Steve Zissou ed a Il Treno per Darjeeling e due volte anche con la regista Julie Taymor, a Across the Universe e Tempest. I suoi contributi alla miniserie diretta da Todd Haynes, Mildred Pierce, gli sono valsi l’Emmy Award nella categoria Migliore Scenografie. Il suo lavoro può anche essere ammirato nel film diretto da Darren Aronofsky, con un set unico, The Whale, e nell’imminente film d’animazione diretto da Barry Jenkin, Mufasa: Il Re Leone. Friedberg ha da poco terminato la produzione del nuovo film diretto da Spike Lee, Highest to Lowest. Ed attualmente sta creando le scenografie per Caught Steeling diretto da Darren Aronofsky.

Mark ha creato le scenografie ed è stato anche tra i produttori esecutivi di Joker: Folie à Deux, ed ha ottenuto un’ampia lista di crediti come regista della seconda unità, in diversi film, tra cui Joker: Folie à Deux oltre che il dramma poetico diretto da Jim Jarmusch, Paterson, la rivoluzionaria miniserie, The Underground Railroad, e l’incantevole film diretto da Todd Haynes, Wonderstruck. Il visionario approccio artistico di Friedberg e il suo costante impegno per i dettagli, hanno avuto un notevole impatto sul settore, rendendolo uno tra i produttori esecutivi e scenografi dalla visione e dall’influenza eccezionali.

 

JEFF GROTH (Montatore) ha curato il montaggio di un’ampia varietà di progetti, sia cinematografici che televisivi, nel corso di una carriera che dura da oltre venti anni, e durante la quale è stato candidato ad un Academy Award, ad un BAFTA, e a due ACE award. Per JOKER: FOLIE À DEUX si è riunito con il regista Todd Phillips per il quale Jeff aveva giù curato il montaggio dell’originale, JOKER oltre che di TRAFFICANTI- WAR DOGS e di UNA NOTTE DA LEONI 3. Appena prima di curare il montaggio di JOKER: FOLIE À DEUX ha montato CHERRY e THE GRAY MAN per i Fratelli Russo.

Tra gli altri crediti di Groth come montatore: ENTOURAGE (sia la serie televisiva che il film), LA FESTA PRIMA DELLE FESTE, PROJECT X- UNA FESTA CHE SPACCA, e la commedia documentario non-fiction, RELIGULOUS.

 

La costumista tre volte nominata all’Oscar, ARIANNE PHILLIPS (Costumista) è una delle forze creative più peculiari nel campo della moda e dell’intrattenimento. Artista visiva multidimensionale, porta la sua esemplare visione sia sul grande schermo, che nella moda, che al teatro, all’opera, nella musica e nei media. Il 2024 si sta rivelando un anno eccezionale per Arianne, con ben due progetti cinematografici che portano il segno stilistico della versatilità di Arianne; “JOKER 2: FOLIE À DEUX”, diretto da Todd Phillips e interpretato da Joaquin Phoenix e Lady Gaga, e l’atteso nuovo film diretto da James Mangold, “A COMPLETE UNKNOWN”, interpretato da Timothée Chalamet, Edward Norton e Elle Fanning.

Il suo stile all’avanguardia ha portato ad Arianne la candidatura all’Oscar per il film diretto da Quentin Tarantino, “C’ERA UNA VOLTA A… HOLLYWOOD”, per il film diretto da James Mangold, “QUANDO L’AMORE BRUCIA L’ANIMA” e per il film diretto da Madonna, “W.E.- EDWARD E WALLIS”. Ha anche ricevuto l’ambito “Campari Passion Award” durante la Mostra internazionale del Cinema di Venezia, per il suo lavoro al film diretto da Olivia Wilde, “DON’T WORRY DARLING”, la prima donna in assoluto a ricevere questo premio. Inoltre, Arianne ha anche ricevuto un premio e otto candidature dalla Costume Designers Guild, due candidature al BAFTA, una nomination al Critics Choice Award, ed una candidatura al Tony Award.

Tra gli altri suoi crediti cinematografici come costumista: il film diretto da Tom Ford, “ANIMALI NOTTURNI”; il film diretto da Matthew Vaughn, “KINGSMAN- THE SECRET SERVICE”, e il sequel KINGSMAN- IL CERCHIO D’ORO”; il film diretto da James Mangold, “RAGAZZE, INTERROTTE- GIRL INTERRUPTED”, ed il film diretto da Miloš Forman, “LARRY FLYNT- OLTRE LO SCANDALO”.

Tra i suoi crediti in ambito teatrale: il musical “HEAD OVER HEELS”, l’opera “MARNIE”, e lo spettacolo, “DANNY AND THE DEEP BLUE SEA”.

 

JASON RUDER (Produttore esecutivo musicale) è un pluripremiato produttore e montatore musicale, con un elenco di crediti e lavori impressionante, sia per il cinema che per la televisione. Ha fatto parte delle squadre del suono di film nominati all’Oscar e al BAFTA, come “Maestro” e “A Star Is Born”, ed ha anche vinto quattro volte il Motion Picture Sound Editors’ Golden Reel Award, per il suo lavoro a “Maestro”, “La Land”, “Il Grande Gatsby” e “Dreamgirls”. Ha ricevuto ulteriori candidature all’MPSE per il suo lavoro a “Joker”, “Ad Astra”, “Il Primo Uomo- First Man”, “A Star Is Born”, “Transformers- L’ultimo Cavaliere”, “Straight Outta Compton” e “The Triangle”.

“Joker: Folie À Deux” segna la sua quinta collaborazione con il regista Todd Phillips, avendo già lavorato in precedenza a “Una notte da leoni “, “Una notte da leoni 3”, “Trafficanti- War Dogs” e “Joker”. Tra gli altri crediti cinematografici di Ruder: “Il colore viola”, “Babylon,” “Women Talking- Il Diritto di Scegliere”, “The Gray Man”, “Morbius”, “King Richard- Una Famiglia Vincente”, “The Suicide Squad”, “Entourage”, “Focus- Niente è come sembra”, “Crazy, Stupid, Love”, e molti altri. Ha iniziato la sua carriera nella musica per il cinema con film quali “Bait” e “Training Day”, diretti da Antoine Fuqua, e nel film diretto da Alexander Payne, “Sideways- In Viaggio con Jack”.

Sul versante televisivo, Ruder ha lavorato a serie di successo e molto seguite, come “Leverage”, “Lie to Me”, “John Adams” e diverse altre.

 

RANDALL POSTER (Supervisore musicale) lavora con Todd Phillips da decenni. Poster ha supervisionato la musica degli ultimi dieci film diretti da Phillips.

 

Il produttore discografico GEORGE DRAKOULIAS (Supervisore musicale) ha avuto una carriera musicale straordinaria. Ha supervisionato le musiche di alcuni dei film e delle serie televisive più popolari degli ultimi venti anni, tra cui “The Batman”, “Super 8”, “Zoolander”, “Severance”, “Tropic Thunder”, e ben nove dei film diretti da Todd Phillips. Recentemente, ha supervisionato le musiche del film di successo mondiale “Barbie”, che lo ha portato a lavorare con Mark Ronson ed altre icone del pop per creare una colonna sonora originale premiata con il Grammy Award.

 

HILDUR GUÐNADÓTTIR (Musiche) è un’artista islandese vincitrice dell’Academy Award, del Golden Globe, di due Grammy, del BAFTA e dell’Emmy, che è da sempre in prima linea in ambito pop sperimentale e contemporaneo. I suoi crediti per il cinema, la televisione e i videogiochi, includono “Joker”, “TÁR”, “Women Talking- Il Diritto di Scegliere”, “Assassinio a Venezia- Haunting in Venice”, “Sicario: Day of the Soldado”, “Maria Maddalena”, il videogioco della Electronic Arts, “Battlefield 2042”, e la serie HBO, “Chernobyl”. È stata nominata Television Composer of the Year and Film Composer of the Year dalla World Soundtrack Academy. Tra i suoi ultimi progetti: “Hedda”, diretto da Nia DaCosta, e la sua reunion con il regista Todd Philip per l’attesissimo, “Joker: Folie á Deux”.

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