Visto THE UNION su Netflix… Il lento e inevitabile abbassamento della qualità dei dialoghi nelle piattaforme  sta uccidendo ormai da anni  ”i generi”

Mark Wahlberg “che c’entra il mio buco del c..o con la psicologia.”  lei “com’è  il rapporto con tuo padre?” lui “è morto quindi sa.. litighiamo molto meno..”
 
Visto THE UNION su Netflix… Il lento e inevitabile abbassamento della qualità dei dialoghi nelle piattaforme  sta uccidendo ormai da anni  ”i generi”

Da quando esiste Netflix (e Prime)  si è innescato l’amore per le serie  ma per quanto riguarda i film si rincorre da sempre (inevitabilmente) il desiderio di accaparrarsi gli abbonati, spesso dando eccessiva libertà al divo di turno pur di averlo nel proprio “palinsesto”.

Succede da sempre con Netflix, ma anche con Prime Video che rincorre da anni uno stile molto popolare soprattutto per i prodotti italiani con film quasi sempre deludenti (anche Jackpot! non Italiano non è un granchè), Paramount+ ha sempre meno prodotto, Disney+ a parte i film passati per il cinema spesso  ”serializzati” è sempre meno interessante, Now ha un pò di tutto ma non ha una piattaforma che possa competere con Netflix o Prime.

Netflix è sicuramente la piattaforma più amata seguita da Prime..e che conta più abbonati
.
Gli abbonati si raggiungono soprattutto in due modi: il primo è avere attori di richiamo che con la loro fanbase possano portare “fedelissimi” che  non perderebbero mai un loro film, il secondo è riproporre film cult (popolari) con sequel, prequel etc…

Questo prevede spesso che le star abbiano una forte libertà sulla scrittura, (quasi) sempre anche coproduttori del film e quindi con forte voce in capitolo (questo non un bene).

Ci sono cascati “tutti” da Charlize Theron a Jennifer Lopez passando per Eddie Murphy e tantissimi, tantissimi altri. Lunghissima la lista di divi che hanno realizzato per Netflix (e non solo) film da dimenticare.

Reunion e sequel, prequel, spin off, ma anche trovate di dubbio gusto che arrivano anche nelle serie come The Decameron

Ora capiamo che il core business di una piattaforma sia soprattutto “l’attesa” di un prodotto, la cui uscita è accompagnata da manifesti pubblicitari  in tutto il mondo affissi nelle strade più importanti, sui bus, nelle metro, ovunque.. (manifesti scomparsi ormai per il cinema)..

Però quello che rimane di un film sono i dialoghi  ma  attori nelle piattaforme spesso recitano seguendo una propria linea di eccessiva libertà e non creando espressioni credibili su sceneggiature scritte  da altri.

Ora in tanti anni vediamo star nelle piattaforme con dialoghi che speri di dimenticare una volta visto il film, a volte l’action è alternata da battute anche di dubbio gusto.

E’ il caso dell’ultimo THE UNION che fa rima con “reunion” l’ennesima di Netflix, stavolta con uno degli attori più bravi  J.K. Simmons e con il sempre talentuoso Mark Wahlberg e Halle Berry attrice sempre credibile  che compare e scompare dalle scene con film più o meno riusciti … Perchè l’action si sa deve essere alternata a battute (mah).

Ora Netflix ha realizzato anche film molto belli (un 5% forse), più o meno amati   come Storia di un matrimonio,  I due papi, The Irishman,  Il Re, etc…

Ma capiamo che l’importanza di  ”intrattenere” sia più facile che far “rimanere” qualcosa nella testa delle persone.

Ma le reunion.. più che opere sono operazioni commerciali che purtroppo  abbassano il livello dei “generi” come thriller, crime, action, giallo, horror, etc.. confondendo e spesso annoiando un pubblico già distratto.

THE UNION voto 5

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