“Ribelle – The Brave” Tutte le curiosità

“Si dice che il nostro destino sia legato alla terra, di cui siamo parte, così come lei è parte di noi. Si dice anche che il destino sia cucito come un tessuto, e che la vita di ognuno di noi sia intrecciata a quella di molti altri. Tutti cercano il proprio destino, o tentano di cambiarlo.

Alcuni non hanno fortuna, mentre altri vengono aiutati a trovarlo”.

~ Merida

 

Sin dall’antichità, storie di battaglie epiche e leggende mistiche, vengono tramandate da una generazione all’altra, attraverso le ruvide e suggestive Highland scozzesi. In questa nuova favola firmata Disney e Pixar,  la coraggiosa Merida (doppiata da Kelly Macdonald) sfiderà la tradizione per riuscire a cambiare il suo destino.

 

“Ribelle – The Brave” segue le eroiche vicende di Merida, un’abile arciera figlia ribelle del re Fergus (doppiato da Billy Connolly) e della regina Elinor (doppiata da Emma Thompson). Determinata a farsi strada nella vita, Merida sfida un’antica usanza, sacra agli impetuosi e ribelli signori delle terre: il massiccio Lord MacGuffin (doppiato da Kevin McKidd), lo scontroso Lord Macintosh (doppiato da Craig Ferguson) e il burbero Lord Dingwall (doppiato da Robbie Coltrane). Quando Merida si rivolge ad una eccentrica Strega (doppiata da Julie Walters) per poter esaudire un desiderio,  nel regno si scatena il caos e la ragazza dovrà fare appello a tutte le sue risorse – fra cui i suoi intelligenti e birichini tre fratelli gemelli —  per riuscire ad annullare il malvagio incantesimo prima che sia troppo tardi, scoprendo così il significato del vero coraggio.

 

“‘Ribelle – The Brave’ racconta la lotta di una ragazza per trovare se stessa ed il suo destino”, spiega Mark Andrews, regista di questo 13° lungometraggio Disney•Pixar. “Nello specifico, racconta il tentativo da parte di Merida di riconciliare il modo in cui il mondo la considera con il modo in cui lei considera se stessa. Il vero coraggio va sempre trovato dentro di noi”.

 

“Il tema principale del film è proprio il coraggio, anche quello di lasciare andare le cose. Merida è un personaggio coraggioso: si arrampica sulle scogliere, lancia le frecce dal suo arco, combatte contro gli orsi, ma la cosa più difficile nella vita è avere un cuore coraggioso”.

~ Mark Andrews, regista

 

Diretto da Mark Andrews e Brenda Chapman, e prodotto da Katherine Sarafian, “Ribelle – The Brave” è un’avventura grandiosa, ricca di sentimenti, di personaggi memorabili e dell’inconfondibile umorismo della Pixar, attesa ormai dal pubblico di tutto il mondo. Basato su una storia ideata da Chapman, “Ribelle – The Brave” è stato scritto da Andrews, Steve Purcell e da Chapman & Irene Mecchi. Il film uscirà nei cinema italiani il 5 settembre  2012, e sarà presentato anche in versione Disney Digital 3D™

 

Andrews e Chapman entrano a far parte dell’élite di registi della Pixar; solo cinque persone prima di loro hanno infatti diretto un film Disney•Pixar. Dice Andrews: “Siamo in buona compagnia, circondati da fantastici mentori. La ricchezza della loro esperienza è sempre stata a portata di mano e mi hanno aiutato a diventare un filmmaker migliore”.

 

Andrews, che è da sempre un appassionato di storia e cultura scozzese, nonché di film d’azione e d’avventura, è stato anche il supervisore della storia dei film d’animazione premi Oscar® “Gli incredibili” e “Ratatouille.” Per portare “Ribelle – The Brave” sul grande schermo, Chapman, una narratrice di vasta esperienza, i cui crediti comprendono “La bella e la bestia” e “Il re leone”,  si è ispirata al rapporto con sua figlia nonché al suo grande amore per la Scozia.

 

La mescolanza di qualità drammatiche,  autenticità e brio che caratterizza “Ribelle – The Brave” è resa da un fantastico ensemble vocale che comprende in gran parte attori di origini scozzesi. Kelly Macdonald (“Boardwalk Empire”, “Non è un paese per vecchi”, “Harry Potter e i doni della morte—Parte 2”) dà vita e calore alla tempestosa adolescente di nome Merida. L’apprezzata attrice premio Oscar® Emma Thompson (“Casa Howard”, “Ragione e sentimento”) regala una performance unica nel ruolo dell’impeccabile Regina Elinor. Il noto attore comico scozzese Billy Connolly doppia il Re Fergus, il gioviale patriarca del regno, nonché eroico guerriero che aspira ad una rivincita sul demoniaco orso Mordu che gli ha portato via una gamba. La voce del robusto Lord MacGuffin e di suo figlio, il giovane MacGuffin, appartiene all’attore scozzese Kevin McKidd (“Trainspotting”, “Grey’s Anatomy”). Il popolare Craig Ferguson, anche lui scozzese, conduttore del noto talk-show serale “The Late Late Show with Craig Ferguson” e doppiatore di “Winnie the Pooh”, dà la voce al turbolento e bellicoso Lord Macintosh. Robbie Coltrane (saga di “Harry Potter”), nato a Glasgow,  dona coraggio allo sconclusionato Lord Dingwall, mentre l’amata attrice inglese Julie Walters (“Rita, Rita”, “Billy Elliott” e sette film di “Harry Potter”) evoca il mistero doppiando l’inquietante Strega.

 

Il compositore nominato all’Oscar® Patrick Doyle (“Ragione e sentimento”, “Hamlet”, “Thor”) ha creato una colonna sonora epica che mescola i vari ingredienti del film: azione, emozione ed umorismo. Fedele alle sue radici, Doyle si ispira ai ritmi delle tradizionali danze scozzesi, con strumenti tipici suonati da musicisti scozzesi. La musica di “Ribelle – The Brave” è arricchita da due brani cantati dalla cantante folk Julie Fowlis: “Touch the Sky” e “Into the Open Air”. La prodigiosa sedicenne Birdy esegue invece la canzone finale del film intitolata “Learn Me Right”, insieme al gruppo rock folk nominato al Grammy® Mumford & Sons, autore del brano.

 

“Ribelle – The Brave” rappresenta il film più ardito, sofisticato e complesso mai realizzato dalla Pixar fino ad oggi. È il primo film dello studio in cui il protagonista è una donna, nonché il primo ad essere ambientato in un’altra epoca, in cui i riferimenti storici si intrecciano ad un mondo di fantasia; è inoltre la prima avventura epica ambientata nel mondo umano.

 

“Sono così orgoglioso di questo film per la sua bellezza, la sua storia, la sua drammaticità, il suo umorismo e la sua azione”, dice John Lasseter, capo creativo di Walt Disney e dei Pixar Animation Studios nonché produttore esecutivo di “Ribelle – The Brave”. “E’ un film splendidamente equilibrato che ti trasporta in un mondo meraviglioso, popolato da personaggi di grande intrattenimento. È diverso da tutto ciò che abbiamo mai visto prima. Ci piace esplorare nuovi mondi e raccontare storie inedite. È un tour de force tecnologico ed artistico, con una storia incredibile, ricca di umorismo e di  grandi performance vocali”.

 

Lasseter afferma che “Ribelle – The Brave” è un film innovativo da tutti i punti di vista.

 

“‘Ribelle – The Brave’ varca un nuovo confine della forma artistica, ad ogni livello: l’animazione degli esseri umani, con i loro capelli e abiti; l’animazione degli animali, che comprende orsi e cavalli; produce un ambiente naturale assolutamente credibile, così come lo è l’ambientazione storica. Il film amalgama sapientemente azione ed umorismo, con un pizzico di magia, mistero, stregoneria, dando vita ad una avventura che lascerà il pubblico con il fiato sospeso. Gli spettatori non vedranno l’ora di scoprire cosa accade nella scena successiva”.

~ John Lasseter, produttore esecutivo

 

“‘Ribelle – The Brave’ vanta un nuovo livello di complessità visiva anche per la Pixar”, sostiene la produttrice Katherine Sarafian, una veterana della Pixar. “L’antica Scozia, con i cavalli, gli orsi e i suoi esseri umani, è stata resa nel modo più naturale possibile. Non c’è stato nulla di facile nel film. Abbiamo spinto al massimo la tecnologia ed i nostri artisti per riuscire a raggiungere nuovi livelli. La chioma  fulva, ribelle e ondulata, di Merida e la varietà degli abiti di tutti i personaggi,  composti da tuniche, mantelli e armature, oltre ai vari strati di kilt, hanno contribuito alla complessità di questa esperienza cinematografica, che costituisce la sfida più grande che abbiamo affrontato finora”.

 

“La Pixar è nota per l’estrema cura e la costante ricerca di innovazione dei suoi prodotti che però non risultano mai scontati o di maniera”, dice Andrews. “Con ‘Ribelle – The Brave’ raccontiamo una storia molto avvincente. E’ un film fatto con molta onestà”.

 

L’ISPIRAZIONE

La storia di “Ribelle – The Brave” si basa sulla realtà

 

La storia di “Ribelle – The Brave” è legata alla vita privata dei due registi del film, Mark Andrews e Brenda Chapman, che hanno attinto all’esperienza delle proprie famiglie, a cui hanno unito il loro retaggio scozzese e l’amore per questo paese. Grazie al loro importante background nel campo della narrazione e della cinematografia, hanno dato vita ad una favola originale ed emozionante.

 

“Si tratta di riuscire a cambiare il proprio destino.  Merida avverte le costrizioni della vita al castello e cerca disperatamente di cambiare il corso della sua vita”

~ Mark Andrews, regista

 

Vivace ed ostinata, la ribelle protagonista del film è decisa a farsi strada nella vita. Ma questo fa parte del processo di crescita, dice Andrews: “Gli adolescenti attraversano una fase di transizione in cui stanno diventando adulti e questo fondamentalmente è il tema che rimane in tutto il film.

 

“Per Merida la cosa più importante è il suo tempo libero, che ama trascorrere con il suo cavallo e con il suo arco”, continua Andrews. “E’ un’ottima arciera, e adora scorrazzare per la campagna scozzese in compagnia del suo cavallo Angus”.

 

Merida ha ereditato da suo padre, il re Fergus, la passione per la vita all’aria aperta. “Fergus è un importante guerriero delle Highland, il tipo di persona che indossa una pelliccia d’orso”, dice Andrews. “E’ chiassoso e turbolento, un po’ come me, ma è saggio e coraggioso. Ha perso una gamba a causa di un terribile orso di nome Mordu e non fa altro che raccontare questa storia a tutti, anche a chi l’ha già ascoltata mille volte”.

 

Fergus adora raccontare a sua figlia e ai suoi tre gemelli maschi le storie delle sue avventure. E quando Merida diventa una ragazza, si rivela molto simile a suo padre: si arrampica sulle scogliere, combatte con la spada, lancia le frecce  e non perde occasione di correre al galoppo con il suo Angus.

 

Ma sua madre, la regina Elinor, ha altri progetti per lei, che non sono solo correre sulle Highland con l’arco e le frecce: si tratta di un piano antico e predestinato  che risale a prima che ognuno di loro nascesse. È arrivato il momento di crescere, che Merida lo voglia o meno. “La regina Elinor è una madre che lavora”, dice la produttrice Katherine Sarafian. “E’ lei che si occupa di tutta la famiglia. Mantiene la pace e svolge i doveri reali con eleganza e dignità. E ovviamente ha in mente molti obiettivi per sua figlia”.

 

Sfortunatamente per Merida questi obiettivi comprendono la responsabilità reale e un matrimonio allo scopo di conservare la debole pace fra i riottosi clan del regno. Sono anni che Elinor prepara Merida a questo evento e non riesce a comprendere la resistenza della figlia. Nel frattempo Merida non sopporta di essere controllata da qualcuno, tantomeno da sua madre. “Le due donne sono ad un’ impasse”, dice Sarafian.

 

LA GENESI DI “RIBELLE – THE BRAVE”

 

“La storia di Merida è universale. Penso che molte persone

— adulti, ragazzi e bambini — riusciranno facilmente a identificarsi con il concetto di voler scegliere la propria vita, ma allo stesso tempo di continuare a rispettare la propria famiglia,

e di quanto sia difficile barcamenarsi fra queste due necessità.

Cosa è lecito fare, fino a che punto ci si può ribellare?”

~ Katherine Sarafian, Produttrice

 

“C’è un motivo per cui la storia di “Ribelle – The Brave” è così attuale”, dice la regista Brenda Chapman: si basa infatti su un rapporto reale. “Avevo a che fare con mia figlia, una ragazza davvero ostinata”, racconta Chapman. “Era forte e appassionata, nonostante avesse solo quattro anni. Ed io mio chiedevo: ‘Ma come sarà da adolescente?’

 

“Ho iniziato ad immaginare  una favola”, continua Chapman, “in cui c’è una ragazza testarda che sua madre a volte vorrebbe poter dominare. In fondo però non è affatto una favola. ‘Ribelle – The Brave’ è diventato una storia epica, ricca d’azione e d’avventura”.

 

Chapman sapeva benissimo dove ambientare il suo racconto di fantasia. “Amo la Scozia”, rivela. “E’ la terra dei miei avi, anche se la mia famiglia è arrivata in America ancora prima della Rivoluzione, quindi ho perso le mie radici scozzesi. La Scozia è un paese bellissimo, straordinario. Le persone hanno un grande cuore e uno spirito incredibile”.

 

Andrews condivide la passione di Chapman per la Scozia. Il regista che si definisce un amatore di tutto ciò che è scozzese, ha trascorso la sua luna di miele proprio in Scozia. Vi è tornato poi nel 2006 insieme a Chapman,  per aiutarla ad effettuare le ricerche per il film. “Abbiamo avuto delle guide bravissime, che sapevano tutto della loro terra” racconta Andrews. “Conoscevano il nome di ogni albero, di ogni roccia e collina, e la storia di ogni cosa. La Scozia è famosa per la sua tradizione narrativa”.

 

Quando in seguito Andrews è stato incaricato di dirigere il “Ribelle – The Brave” basandosi sull’idea di Chapman, si è sentito subito in sintonia con la famiglia descritta dal film. “Anch’io ho una famiglia composta da una figlia femmina e tre maschi”, spiega, “esattamente come Fergus ed Elinor”. Questo padre provetto considera la ribellione di Merida come un normale momento della sua crescita: “I ragazzi sentono una spinta quasi chimica a reagire, vogliono capire il mondo da soli, senza subire imposizioni”.

 

Così come Chapman, Andrews ha attinto alle proprie dinamiche familiari, e ritiene che il rapporto litigioso fra Merida ed Elinor sia una realtà universale. “Al centro del film c’è il rapporto fra genitori e figli: madri e figlie, padri e figli”.

 

Il produttore Sarafian afferma che “Ribelle – The Brave” ha beneficiato della presenza di questi due registi. “Mark e Brenda hanno tanto in comune e sono complementari. Si interessano all’idea della famiglia e sono entrambi due stimati artisti della storia, con anni di esperienza alle spalle e un curriculum di film importanti. Ognuno di loro arricchisce il film in modo personale. Mark ha un approccio più appassionato e preferisce l’azione. Brenda invece apprezza i momenti più tranquilli. ‘Ribelle – The Brave’ mescola magnificamente queste qualità, riflettendo l’ispirazione di Brenda e l’atteggiamento avventuroso di Mark”.

 

Il co-regista e sceneggiatore Steve Purcell e il supervisore della storia Brian Larsen hanno svolto un ruolo importante nella creazione della trama e delle varie personalità. “Il cuore del film è molto importante”, dice Purcell. “Una volta stabilita la spina dorsale e il fulcro emotivo del film, tutti gli altri elementi dipendono da questo. Se  la spina dorsale è forte, riuscirà a sostenere tutte le modifiche che il film subisce nel corso degli anni.

 

“Crediamo inoltre che sia importante introdurre l’umorismo per bilanciare l’emozione”, continua Purcell. “L’umorismo deve essere generato dai personaggi stessi, dalla loro personalità, e non essere legato alle battute. Per esempio i Lord e i loro figli sono davvero demenziali, e il modo in cui parlano o si comportano sono una fonte di grande ilarità”.

 

Dice Larsen: “Il viaggio di Merida è una storia di formazione. Le piace la vita e non vorrebbe mai diventare adulta. E’ così diversa dalla tipica storia di una donna che aspetta un uomo che le cambi la vita. Nel corso della storia, sua madre vive una serie di emozioni che Merida non conosce, ma che contribuiscono al suo cambiamento personale. Mark e la sua squadra della storia erano molto interessati all’idea di un bambino che riconosce l’adulto che è dentro di sé assistendo alle difficili esperienze dei suoi genitori. Nella fase di transizione attraversata da Merida, madre e figlia impareranno ad apprezzarsi di più”.

 

“Ribelle – The Brave” si basa in gran parte sul folklore e sulle leggende scozzesi. Un demoniaco orso di nome Mordu, l’unione dei vari clan, il ruolo dei suggestivi fuochi fatui e una misteriosa strega che ha il potere di produrre cambiamenti, sono tutti elementi radicati nella realtà e nella mitologia della Scozia.

 

“Quando abbiamo visitato la Scozia durante il nostro sopralluogo, abbiamo incontrato narratori e storici straordinari che hanno avuto una grande influenza su di noi”, dice Larsen. “La cultura scozzese si basa in gran parte sulla narrazione: ovunque ci siamo recati, la gente del luogo ci ha raccontato spontaneamente varie storie della loro vita quotidiana e delle persone che conoscevano. La storia di Mordu ad esempio è ispirata alle storie che abbiamo ascoltato in quell’occasione”.

 

I filmmakers hanno infuso nella storia del film tutto il folklore e la magia che hanno raccolto in Scozia. Secondo lo scenografo Steve Pilcher, la magia aumenta l’atmosfera mistica della storia. “Evochiamo la sensazione di magia senza ricorrere alla magia”, dice. “E’ un elemento in più: aggiungendo il lichene sulle pietre secolari o mostrando la luce che si rifrange sulle gocce di rugiada sull’erba. Abbiamo creato la fantasia utilizzando elementi naturali, una scelta molto adatta a questa storia”.

 

Aggiunge Andrews: “I fuochi fatui sono diffusi nel folklore scozzese. Si dice che portassero alla ricchezza o alla rovina, che potessero quindi cambiare il destino, ma in realtà sono il fenomeno prodotto dai gas delle paludi che trasudano attraverso la terra e interagiscono con le risorse naturali, creando le caratteristiche fiammelle bluastre. Le persone seguivano queste luci credendo che fossero fatine ma alla fine restavano impantanati e venivano risucchiati dalle paludi. Nel film abbiamo reso i fuochi fatui come piccoli spiriti”.

 

Con questa direttiva, Pilcher ha creato il disegno dei fuochi fatui. “Ci piaceva l’idea del contrasto fra il colore blu zaffiro e l’ambiente naturale. Il colore blu è generato dalla parte più calda della fiamma eppure dà la sensazione di freddo. Questa contraddizione è intrigante e trasmette un tocco di magia. Si desidera toccarla, seguirla ma genera anche un certo timore”. 

 

“In un certo senso assomigliano al fantasma di Marley”, dice Andrews, “che non è uno spirito maligno perché sta solo suggerendo a Marley di cambiare le sue abitudini. Anche i fuochi fatui hanno la stessa funzione. Presentano un dualismo, perché sono sia buoni che cattivi. Mettono Merida nei guai ma alla fine la conducono esattamente dove deve andare”.

 

 

I PERSONAGGI DI “RIBELLE – THE BRAVE”

Personaggi particolari e un cast di grandi talenti vocali 

danno vita a questa avventura epica

 

Un trio di fratelli gemelli alquanto birichini, una regina elegante ma un po’ troppo inflessibile, e una serie di lord stravaganti: “Ribelle – The Brave” presenta una varietà di personaggi le cui voci sono opera di un cast di validi professionisti.

 

MERIDA

Fiera e appassionata, Merida è una teenager ribelle, di stirpe reale, che lotta per riuscire a controllare il proprio destino. Si sente a suo agio in mezzo alla natura, in cui affina il suo talento nel tiro con l’arco e nel combattimento con la spada, mentre si lancia al galoppo fra le magnifiche colline scozzesi sul dorso del suo fidato cavallo Angus.

 

Il punto debole di Merida sono i suoi tre fratelli gemelli. Essendo la figlia di un re e una regina, su di lei gravano aspettative e responsabilità, alle quali desidera sfuggire, per inseguire la libertà e l’indipendenza. Quando Merida sfida apertamente un’antica tradizione, le conseguenze delle sue azioni si riveleranno disastrose per il regno intero. Dovrà correre contro il tempo per rimediare agli effetti del suo comportamento sconsiderato: questa vicenda le insegnerà il significato del vero coraggio e le rivelerà il suo vero destino.

 

Gli artisti dei Pixar Animation Studios hanno preso in considerazione i passatempi di Merida, nel creare il look del personaggio. “Merida doveva essere forte nella parte superiore del suo corpo per riuscire a tendere l’arco all’indietro”, spiega Steve Pilcher, scenografo. “Volevamo sentire la sua forza. E’ molto abile con l’arco, decisamente un’esperta. E’ una forza della natura e questo doveva essere visibile”.

 

E così come la forza di Merida è evidente nel suo fisico, il suo spirito vibrante è espresso dalla sua capigliatura.

 

“I capelli di Merida sono selvaggi e vivi,

al punto da diventare un personaggio a se stante.

Riflettono la sua personalità perché, come lei, sono indomiti.

Sua madre vorrebbe spazzolarli e convincerla

ad indossare un copricapo, ma lei ovviamente si rifiuta.”

~ Kelly Macdonald, la voce di Merida

 

Il guardaroba di Merida riflette il conflitto fra lei e sua madre. Gli artisti hanno creato un look informale per Merida, utile per poter andare a cavallo e tirare con l’arco. Questo contrasta con i vestiti ufficiali che dovevano apparire costrittivi per riflettere lo stile di vita che Elinor vorrebbe che sua figlia adotti. Tia Kratter, supervisore del dipartimento che si occupa dell’ombreggiatura, ha curato il look regale di Merida. “Ho scelto i tessuti che Merida sicuramente avrebbe detestato, ossia quelli lucidi, satinati e attillati”.

 

Macdonald apprezza il fatto che Merida sia un personaggio ricco di energia e di opinioni. “Merida è un’eroina atipica”, dice. “Sono fiera di aver doppiato il primo personaggio femminile della Pixar.

 

“Quando si lavora con l’animazione, si adopera esclusivamente la propria voce, prestando attenzione alle varie sfumature della propria performance”, continua Macdonald. “Bisogna curare tutte le sottigliezze senza poter ricorrere ai movimenti facciali, quindi è un lavoro piuttosto difficile. Ma Merida è stato un personaggio così spassoso da interpretare e la sua voce non è così diversa dalla mia. Ho dovuto solo accentuare il tono da teenager che in fondo non mi ha mai veramente abbandonato, immaginando di parlare con mia madre. Nessuno riesce a farti uscire dai gangheri come i tuoi genitori”.

 

Il regista Mark Andrews osserva un forte legame fra Macdonald e Merida. “Kelly è così vivace, simpatica, spiritosa e originale, tutte qualità che possiede anche Merida. Il personaggio risulta divertente e autoironico, ma è caratterizzato profondamente dalla tipica ansia di un’adolescente. Kelly Macdonald riesce ad esprimere  l’anima di questo personaggio, rendendolo davvero avvincente”.

 

Macdonald condivide con Merida l’amore per la sua patria. “So che molti penseranno che sono di parte, ma secondo me la Scozia è il paese più bello del mondo”, conclude l’attrice. “I filmmakers hanno cercato di rendere tutto nei minimi dettagli: il paesaggio è verde e rigoglioso, e provoca una certa nostalgia”.

 

 

LA REGINA ELINOR

Emblema di grazia, saggezza e forza di carattere, la regina Elinor si dedica totalmente al benessere della sua famiglia e del suo regno. Equilibrata e diplomatica, fa da contrappunto a suo marito, l’impulsivo re Fergus, ed è costretta in qualche modo a portare il peso del regno sulle sue spalle per mantenere la fragile pace fra i clan imprevedibili. Elinor cerca di insegnare a Merida le maniere regali, e si aspetta che la ragazza si adegui senza problemi al protocollo richiesto dal suo ruolo. Tuttavia, la visione che Elinor ha del futuro della figlia, contrasta completamente con lo spirito ribelle di Merida e con il suo desiderio di farsi strada da sola, e questo farà sì che  Elinor debba affrontare consequenze disastrose.

 

“Elinor è bella, ma deve sopportare una grande pressione”, dice Pilcher, “che è difficile da rendere visivamente. La sua ciocca di capelli bianchi dà il senso del passato: questa donna ha avuto i suoi problemi e la ribellione della figlia probabilmente non è altro che la punta dell’ iceberg. Questa storia non detta e qualche leggera imperfezione rendono Elinor più interessante”.

 

Secondo Pilcher, la squadra del design ha studiato i dipinti di  Lady Macbeth, fra le altre eroine tragiche, riproducendo gli abiti voluminosi e i tessuti pesanti per riflettere il peso sopportato da Elinor. L’attrice Emma Thompson, che dà voce alla regina, afferma che la Pixar deve il suo successo anche all’estrema attenzione ai dettagli e alle accurate ricerche che svolge prima di confezionare un film. “Sono stata contenta di aver avuto l’occasione di lavorare per la Pixar, perché i loro film sono il risultato di una  ispirazione geniale e di un immenso talento artistico”, afferma. “Ma ciò che mi ha motivato a girare ‘Ribelle – The Brave’, ancor più della mia stima nei confronti del loro lavoro, è stata l’ambientazione scozzese. Sono metà scozzese e vivo in Scozia 3 o 4 mesi all’anno. La Scozia per me è la terra del coraggio e della libertà. Il paesaggio scozzese è epico e suggestivo.

 

“La Scozia è un vero e proprio personaggio del film”, continua Thompson. “I filmmakers non hanno solo consultato dei libri. Si sono recati in Scozia dove hanno visitato varie zone, esplorando paesaggi diversi,  valutando quello più adatto alla storia. La sintonia con il paesaggio è immediata perché è uno dei paesi più belli del mondo”.

 

Thompson si è sentita affine al suo personaggio. “La regina Elinor mi piace perché a volte è esuberante, infatti Merida ha ereditato la sua vivacità non solo dal padre ma anche dalla madre, ma Elinor è riuscita a tenere sotto controllo la sua vera personalità. Entrambe dovranno scoprire come andare d’accordo”.

 

Andrews dice che Thompson ha catturato l’essenza di Elinor. “Emma è un’autorità nel mondo della recitazione e sa esattamente cosa serviva ad Elinor. E’ altera e regale, nobile ma allo stesso tempo sa essere buffa e senza peli sulla lingua. Può essere seria e drammatica, ma poi quando meno te lo aspetti fa una battuta di spirito. E la nostra regina è esattamente così. Emma dona ad Elinor la giusta dose di emozione, concretezza ed umorismo”.

 

Gli animatori spesso studiano anche le movenze degli attori, per inserire alcuni loro gesti sottili, espressioni e manierismi nelle performance fisiche dei personaggi doppiati da quegli attori. Thompson si è riconosciuta in Elinor. “Mi piace il modo in cui hanno imitato le mia sopracciglia che hanno una forma quasi interrogativa, esprimono sempre un po’ di preoccupazione, e loro le hanno rifatte benissimo”.

 

Thompson aggiunge: “‘Ribelle – The Brave’ è  pieno di ritmo, di sentimenti, d’avventura ed è molto divertente in alcuni momenti, eppure è anche ben radicato nella realtà, dal punto di vista emotivo. L’equilibrio emotivo della storia è tipico della Pixar, e la rende vera e bellissima. C’è tutto ciò che mi piace in una storia, compreso quel pizzico di magia che complica inevitabilmente le cose”.

 

 

 

IL RE FERGUS

Il re Fergus è un guerriero eroico che vanta un maestoso mantello di pelliccia d’orso, una grande spada  e una nodosa gamba di legno, il risultato di una intensa battaglia con il demoniaco orso Mordu. La sua vendetta contro la bestia che gli ha strappato via l’arto, ha reso Fergus un cacciatore di orsi feroce e determinato, e questo si evince dai vari e numerosi trofei che adornano la sua dimora.

 

Secondo Pilcher  i filmmakers hanno stabilito che Fergus dovesse essere grande, potente, un po’ una testa calda. “Il suo simbolo è la spada”, dice Pilcher. “Rappresenta sia l’aggressione che la difesa. Il suo regno è in una fase di pace ma è un mondo instabile, e Fergus è sempre pronto all’azione”.

 

Il suo viso da ragazzo e la sua espressione gioviale rivelano il lato tenero del re. Protettore del suo regno e della sua famiglia, l’amore di Fergus per la sua primogenita Merida, non ha eguali e le ha trasmesso la grande passione per l’arco e per la spada.

 

“Il coraggio è una parte essenziale della vita di chiunque”, dice Billy Connolly, che dà la voce a Fergus. “Può trattarsi di dover affrontare un’impresa spaventosa senza mostrare la propria paura. Anche fare l’attore comico può essere un atto di coraggio: esibirsi su un palco davanti al pubblico può essere davvero terrorizzante!”.

 

La regista Brenda Chapman ha sempre saputo che Connolly era in grado di vestire i grandi panni di Fergus. “Fin dall’inizio ho voluto Billy Connolly per il ruolo del re Fergus”, dice. “E’ spiritosissimo, mi fa morire dal ridere. Fergus è un personaggio esagerato, le sue parole sembrano sempre poco credibili. Secondo me non c’è nessun altro attore con la sua energia”.

 

Andrews aggiunge: “Billy assomiglia a Fergus nel modo in cui è compagnone, come lui ha un’intelligenza fuori dal comune, è arguto e spiritoso e racconta sempre a tutti le sue storie. Durante le sessioni di doppiaggio la realtà superava la fantasia: ogni tanto ci prendevamo una mezz’ora di pausa per ascoltare le incredibili storie che ci raccontava Billy. E’ stato molto divertente”.

 

Connolly sarà senz’altro stato perfetto per Fergus, tuttavia l’attore ha trovato il ruolo impegnativo. “E’ stato bello doppiare Fergus”, dice, “ma in un certo senso è stata la cosa più difficile che mi abbiano mai chiesto di fare. Il re è un bravo guerriero, è molto abile con l’arco e la freccia. E’ un uomo massiccio, sembra una montagna ma dentro di sé è morbido e buono come un pezzo di pane. Mi piace molto questo suo aspetto”.

 

Ma ciò che piace di più a Connolly è la storia familiare. “Le vicende familiari sono l’elemento più bello del film. Nonostante si tratti di una famiglia reale, i problemi fra loro sono identici a quelli di una famiglia normale, sono persone di diverse generazioni che vedono le cose in modo diverso. E’ un po’ come il rapporto che ho con le mie figlie. Padri e figlie apparentemente vanno molto d’accordo ma in fondo i padri sono ciechi quando si tratta  delle loro bambine”.

 

 

I LORD

I tre lord del regno —Dingwall, Macintosh e MacGuffin— sono i leader ribelli ed eccentrici  dei rispettivi clan. Un tempo appartenenti a fazioni in guerra fra loro, la spada del re Fergus li ha uniti, e sono tenuti insieme dalla diplomazia e dal buonsenso politico della regina Elinor. I clan vengono convocati al Castello di DunBroch per gareggiare nei Giochi delle Highland, tuttavia i lord si sentono oltraggiati quando Merida sfida una tradizione sacra. I clan ripiegano nella loro tradizione di intensi conflitti, minacciando la fragile pace del regno intero.

 

LORD MACGUFFIN E IL GIOVANE MACGUFFIN

Il robusto Lord MacGuffin è pieno di muscoli e dignità. Uomo di poche parole, la sua voce profonda echeggia ovunque, suscitando rispetto e rafforzando la sua reputazione dell’uomo più giusto e ragionevole di tutto il regno. Ciononostante, così come i suoi compagni, MacGuffin non si tira indietro davanti ad una rissa o ad una fragorosa risata.

 

Nel suo insolito dialetto scozzese, incomprensibile alla maggior parte dei suoi connazionali, il giovane MacGuffin è invece un ragazzo timido di grandi proporzioni. Stare al centro dell’attenzione non è proprio il suo forte ma non esita a lanciarsi in una battaglia al fianco a suo padre e al clan quando ce n’è bisogno.

 

“Interpreto due personaggi nel film: Lord MacGuffin e il giovane MacGuffin”, dice l’attore Kevin McKidd. “Lord MacGuffin è un uomo grande e grosso, con una barba folta e folte sopracciglia, un po’ come me. E’ un uomo giusto e onesto e vorrebbe che suo figlio conquistasse la mano di Merida. Il giovane MacGuffin è il più innocente dei tre corteggiatori e ha un accento che nessuno capisce. Sono cresciuto nella zona vicino Inverness, nelle Highland, dove la gente ancora oggi parla un dialetto chiamato Doric, che parlava anche mio nonno. Confermo che è davvero impossibile da capire. I registi hanno scelto di inserirlo nel film e sono fiero che il mio dialetto possa essere ascoltato in tutto il mondo”.

 

Anche lui padre, McKidd ha percepito subito il tema centrale del film: “Ho due figli, un maschio e una femmina. Vorrei che seguissero i miei consigli ma so bene che dovranno prendere le decisioni da soli e farsi strada autonomamente. Possiamo aiutare i nostri figli ma sono convinto che se i genitori si impongono, le cose vanno per il verso sbagliato. Questo è il motivo per cui il tema della storia è molto attuale e interessante per tutti.

 

“Secondo me avere coraggio significa andare per la propria strada senza seguire la corrente”, continua McKidd, “anche se sappiamo che quella non è la via più facile. Se qualcosa ti appassiona, inseguire quel sogno significa avere coraggio”.

 

LORD DINGWALL E IL GIOVANE DINGWALL

Burbero e collerico, lo sconclusionato Lord Dingwall non permette alla sua scarsa altezza di bloccarlo nel caso di una bella scazzottata risolutrice dei suoi problemi. Sempre pronto a lanciarsi nella mischia o in una rissa vecchio stile, non si fa scrupoli nell’affrontare persino l’avversario più massiccio per affermare la sua posizione nel regno.

 

“Dingwall è il lord più smunto, vecchio e basso di tutti ma alla sua epoca incuteva un certo timore”, spiega Andrews. “Assomiglia al vicino di casa burbero seduto sul portico che grida improperi ai ragazzi del quartiere perché gli calpestano il prato. Così è Dingwall.  Il Giovane Dingwall è suo figlio, un candido e goffo giovanotto”.

 

Magro e allampanato, spesso perso nei suoi pensieri, Il GiovaneDingwall sfoggia un entusiasmo che supera di gran lunga la sua stazza, nonostante suo padre sia fiero di impiegare il suo unico figlio come cane da combattimento quando c’è bisogno.

 

Robbie Coltrane, più noto ai fan di “Harry Potter” per il suo ruolo di Hagrid, dà la voce a Lord Dingwall. “I capi del clan sono molto buffi perché sono dei vecchi brontoloni e bisbetici”, spiega Coltrane. “Lord Dingwall pensa che suo figlio dovrebbe conquistare la mano di Merida. E’ un ragazzino dall’aspetto buffo e ossuto, ma il padre è comunque orgoglioso di lui. Infatti Lord Dingwall immagina di aver generato un guerriero meraviglioso, ma in realtà è un essere piccolo e ossuto. L’effetto è veramente divertente”.

 

Coltrane trova grande ispirazione nel titolo del film. “Per me il coraggio significa riuscire a superare le proprie paure. Un famoso soldato ha detto che un uomo che non ha paura non è un uomo coraggioso. Un uomo ha coraggio quando ha paura ma riesce a dominarla per un nobile scopo”.

 

LORD MACINTOSH E IL GIOVANE MACINTOSH

L’ispido, sdegnoso e squinternato leader del suo clan, Lord Macintosh è sempre a un passo da una crisi isterica. Il suo sorriso selvaggio e il suo aspetto feroce, con un corpo coperto da vernice blu di guerra e il petto gonfio di orgoglio, rivelano che è sempre pronto a combattere, in ogni momento, anche se tutti sanno che can che abbaia non morde.

 

Il primogenito Macintosh sa di aver avuto tutto dalla vita: un fisico atletico, riccioli fluenti che lasciano le ragazze in deliquio al suo passaggio. Tuttavia la vanità e le schiere di adoranti ammiratrici possono costituire una distrazione quando si tratta di farsi valere nei Giochi delle Highland.

 

Craig Ferguson dà la voce a Lord Macintosh. “E’ scorbutico, ha un brutto carattere ed è ostinato ma in fondo è un bravo ragazzo”, dice Ferguson del suo personaggio. “E’ più magro di me, ha i capelli lunghi e i suoi tatuaggi sono più evidenti dei miei. Ma mi piace credere che la mia mentalità è un tantino più aperta della sua”.

 

Ferguson ha apprezzato il processo di animazione. “Mi piace l’animazione perché non c’è bisogno di indossare costumi né sei costretto dalla tua propria fisicità. Posso impersonare un lord scozzese anche indossare proprio nulla!.

 

“‘Ribelle – The Brave’  è una grande avventura per il pubblico perché presenta temi universali, ha un’animazione splendida, fantastiche performance e armoniose cornamuse”, continua Ferguson. “E quando ci sono le cornamuse, sono sempre presente! Un film Pixar equivale ad una Royal Command Performance in Gran Bretagna. Si sa per certo che il film sarà buono. Anch’io ho dei bambini e ho visto ‘Ratatouille’ molte più volte degli artisti che lo hanno animato”.

 

 

I TRE GEMELLI

I tre gemelli identici di nome Harris, Hubert e Hamish dai riccioli rossi sono adorabili e sempre pronti a fare qualche monelleria, specialmente se ci sono in ballo i dolcetti. Comunicano senza proferir parola con i loro furbi sorrisetti, sguardi sottili e risatine birichine. Questo trio di furfantelli adora sgattaiolare fra i passaggi segreti del castello, per apparire misteriosamente nelle sale del palazzo e fare brutti scherzi a tutti, specialmente al loro papà, il re Fergus. Hanno un legame speciale con la sorella maggiore Merida, che infatti è l’unica che sa distinguerli.

 

Il regista Mark Andrews conferma che la presenza dei gemelli sottolinea alcuni dei momenti più leggeri del film. “Vanno in giro per il castello creando scompiglio e mettendosi nei guai. Sono la disperazione della loro tata, rubano le sue tortine e riescono sempre a farla franca fuggendo attraverso qualche fessura o rifugiandosi in qualche cantuccio del castello”.

 

 

LA STREGA

Inoltrandosi nella foresta delle Highland, in un cottage sgangherato vive una vecchia intagliatrice . Questa eccentrica vegliarda, una befana apparentemente innocua, passa il suo tempo ad intagliare ninnoli e figurine di legno. Tuttavia questa misteriosa misantropa è ben diversa da quel che sembra. Quando Merida si rende conto di aver incontrato una vera strega, le chiede di esaudire magicamente i suoi desideri. La strega accetta con riluttanza ed evoca un incantesimo sconsiderato, con un indovinello oscuro che lascerà il destino di Merida in sospeso.

 

Julie Walters è stata reclutata per dare la voce alla Strega. “E’ una donna piccola e accartocciata, con occhi grandi e sporgenti. Sembra che abbia mille anni e che non abbia mai usato la crema per il viso! E’ una strega astuta, buffa, diversa dal solito. Per essere una donna così piccola, è piena di risorse, e mi ha dato la possibilità di improvvisare e di divertirmi”.

 

Lo scenografo Steve Pilcher spiega che il guardaroba della Strega presenta una varietà di sfumature magiche. “Nei suoi abiti sono incastonate delle rune che sono il simbolo della superstizione che la circonda. Allo stesso modo, i suoi orecchini presentano un osso, un anello e una spirale celtica. Tutto è pertinente al periodo storico del film, e questi elementi sembrano causali mentre sono il frutto di una grande riflessione, ricerca e studio”.

 

ANGUS

Angus è il potente Clydesdale di Merida, nonché il suo più fidato confidente. Nero come la notte, con il muso e le zampe inferiori color avorio, Angus costituisce la prima evasione di Merida dalla vita del castello, perché con lui si avventura nella foresta e nelle Highland. Seduta sul suo dorso, Merida tira con l’arco e lo convince ad accompagnarla da una avventura all’altra. Angus sa essere recalcitrante, ostinato e a volte timoroso, ma è sempre un amico fidato e fedele di Merida.

 

Il supervisore dell’ombreggiatura Tia Kratter e la sua squadra hanno speso diverse ore a sperimentare nello sporco e nel fango, riproducendo il genere di schizzi che un cavallo al galoppo produce nella foresta. E mentre il vestito di Merida è stato appositamente invecchiato e logorato, Angus è segretamente riuscito ad eludere questo trattamento. “E’ un cavallo così bello”, dice Kratter. “Non ce l’abbiamo fatta a sporcargli le zampe!”

 

“ON LOCATION”

 

I filmmakers perlustrano tutta la Scozia

per creare l’ambientazione del film

                                                                                              

Scozia: alberi di tutte le forme e dimensioni costellano una rigogliosa coltre di fogliame, in cui l’erba selvatica, il muschio e il lichene si mescolano alla boscaglia del terreno e tutto si confonde nell’argenteo strato di nebbia che penetra la foresta e un grande lago. Rocce dalle forme più strane interrompono il variegato paesaggio, e le scogliere si affacciano sulle limpide e movimentate onde marine sottostanti. Questa veduta, che le generazioni precedenti hanno avuto modo di apprezzare dalle finestre del castello, ha ispirato la fantasia dei narratori di tutte le epoche, compresi quelli dei Pixar Animation Studios.

 

“Ho origini scozzesi. Mia moglie ed io vi abbiamo trascorso la nostra luna di miele e insieme abbiamo passato un mese ad esplorare le Highland. La Scozia è ricca di miti e di leggende. E’ un luogo magico, selvaggio e maestoso. I colori sono scuri e suggestivi e allo stesso tempo vivaci e allegri, grazie al clima così variabile”.

 

~ Mark Andrews, regista

 

“Piove ma non fa niente perché il posto è bellissimo”, aggiunge la produttrice Katherine Sarafian. “Poi, tutto d’un tratto, esce il sole e poi la nebbia. E’ un posto che ti conquista: la gente è gentile e generosa e il paesaggio è incredibilmente drammatico. Ti coinvolge in modo quasi mistico. Si desidera far parte di questo ambiente”.

 

La regista Brenda Chapman, che ha dei legami familiari con la zona, concorda:

 

“La Scozia è selvaggia, aspra e frastagliata, piena di rocce, di montagne e valli, ma c’è qualcosa che cresce ovunque, in fondo è una terra morbida. L’ambiente mi ricorda Merida, una perfetta unione fra durezza e morbidezza”

~ Brenda Chapman, regista

 

L’amore dei filmmakers per la terra e i loro personali legami alla Scozia hanno facilitato la scelta dell’ambientazione di “Ribelle – The Brave”. Ma questo non significa che non ci fosse parecchio lavoro da svolgere. “La ricerca è una parte importante del processo creativo della Pixar”, spiega Sarafian.

 

ESPLORARE LA SCOZIA

La squadra di “Ribelle – The Brave” ha viaggiato dall’altra parte del mondo per visitare i luoghi più belli della Scozia, dove poter ambientare la loro straordinaria storia epica e avventurosa. La loro ricerca è iniziata nell’estate del 2006; sono tornati in Scozia nell’ottobre 2007. “Ci siamo immersi nella cultura e nella narrazione locali”, dice Sarafian. “Abbiamo incontrato varie persone con cui abbiamo parlato a lungo. Abbiamo mangiato le specialità del luogo e sperimentato il clima, che cambia costantemente”.

 

“La gente è ospitale, calorosa e amichevole, ti conquista subito. Tutti sono abili narratori, sanno catturarti con le loro storie di gesta eroiche o di fantasmi. Uno degli elementi di ‘Ribelle- The Brave’ è proprio che ogni personaggio è un narratore e ogni luogo ha una storia da raccontare”

~ Mark Andrews, regista

 

Hanno visitato i luoghi più noti di Edimburgo percorrendo il Royal Mile e banchettando con l’haggis, il tipico piatto scozzese a base di cuore di pecora, fegato e polmoni. I filmmakers hanno partecipato al Lonarch Highland Gathering and Games e al Braemar Gathering per poter in seguito descrivere i giochi delle Highland e la gara di tiro con l’arco che intendevano inserire in “Ribelle – The Brave”. Inoltre hanno visitato il Museo Nazionale di Scozia in cui hanno preso in considerazione una varietà di armi, di tessuti e altri ornamenti per infondere una certa autenticità nel film. 

 

“Abbiamo trascorso molto tempo presso le Standing Stones di Callanish, nell’isola di Lewis”, racconta il produttore Sarafian. “Ci sembrava il luogo ideale in cui ambientare uno dei momenti importanti della storia. Le pietre sono disposte in circolo su una scogliera, è davvero impressionante. Non è possibile staccarsi da loro. E’ stato davvero difficile far rientrare gli artisti sull’autobus, talmente erano affascinati da quel posto!”.

 

Il castello della famiglia DunBroch si è ispirato a vari castelli, in particolare all’Eilean Donan Castle nelle Highland e al Dunnottar Castle, situati a sud di Stonehaven, nell’Aberdeenshire. Dunnottar, una fortezza medievale in rovina che dovrebbe risalire al 15° o al 16° secolo, ha causato un cruciale cambiamento di piani per i filmmakers. Inizialmente infatti volevano situare il castello su un lago nelle Highland, ma, ispirati dalla suggestiva posizione del castello di Donnottar, hanno deciso di collocarlo a picco sul mare. 

 

Glen Affric, che si trova a sudovest del villaggio di Cannich, nella regione delle Highland scozzesi, contiene una delle più antiche pinete di tutta la Scozia, che risalgono all’era paleozoica, nonché laghi, brughiere e montagne. Per i filmmakers, in cerca di luoghi affascinanti e mistici, era pura magia. “E’ stato bellissimo conoscere quel posto, respirare l’aria fresca e sentire il vento sul viso”, dice lo scenografo Steve Pilcher. “Il muschio in Scozia è spettacolare. Se lo spingi con la mano, si abbassa di qualche centimetro e poi ritorna indietro come una spugna. L’erica sulle colline è selvatica, tuttavia ha un aspetto gentile. Le rocce invece sono molto aspre, specialmente nella foresta”.

 

“Sembrava ci fosse un filtro verde sopra di noi”, aggiunge Tia Kratter, supervisore dell’ombreggiatura “Quando il sole penetrava questo filtro, tutto si imbeveva di luce verde. Perciò, se dovessi descrivere la Scozia in una parola sola, direi che è verde”.

 

Ma Kratter, il cui lavoro consiste nella scelta dei colori e della consistenza, parla della varietà cromatica dell’ambiente: “L’erica è color lavanda,  rosa e violacea. La vedevamo ovunque, anche se abbiamo scoperto che fiorisce in un unico mese all’anno, quindi siamo stati fortunati”.

 

Pilcher, così come gli altri alla Pixar, è concentrato sulla storia. “Il tono e l’emozione guidano il look del film. E il tono e l’emozione sono guidati dalla storia. E’ stato importante ricordare i dettagli del nostro viaggio in Scozia per cercare di inserirli nel film, rendendo la storia più ricca e più autentica”.

 

“Abbiamo scattato fotografie, girato video, disegnato schizzi, scritto storie, e trascritto tutto quel che vedevamo e facevamo”, racconta Sarafian. “Abbiamo riportato tutto, caricandolo nei nostri computer e abbiamo iniziato a chiederci: ‘Che terra è questa?’, ‘Chi sono queste persone?’ e ‘Come si incastra con la storia che vorremmo raccontare?’ Abbiamo lavorato duramente per portare in vita la magia, la bellezza e l’asprezza della Scozia nella scenografia, nei set e negli ambienti”

 

TORNARE ALLE ORIGINI

A differenza dei filmmakers del genere live action, la squadra di “Ribelle – The Brave” non è tornata in Scozia per catturare quei dettagli sullo schermo o cercare zone simili per ricreare l’ambientazione scozzese; artigiani, tecnici e visionari si sono riuniti e hanno iniziato a disegnare e a costruire ogni singolo albero, creando un set elaborato e senza precedenti.

 

“‘Ribelle – The Brave’ presenta un nuovo livello di complessità visiva, nuovo persino per la Pixar”, dice Sarafian. “Non c’è stato nulla di facile in questo film. Ci siamo spinti oltre, incoraggiando i nostri artisti a raggiungere nuovi livelli”.

 

Pilcher ha colto la sfida. “Amo la natura e la fantasia  e l’unione di questi due elementi”, dice. “In particolare mi piacciono la natura selvaggia, il mistero, la storia e il misticismo che la accompagnano. Volevo riuscire a mostrare i colori e la fisicità di quel che abbiamo visto in Scozia.

 

“Il bello dell’animazione è che può amplificare la realtà”, continua. “ Possiamo prenderci alcune libertà con la forma, il colore e la consistenza, esagerandola. La fantasia ci consente di fare tutto ciò”.

 

Per Kratter il look di “Ribelle – The Brave”, con la sua sofisticata tavolozza cromatica e la sua attenzione alla natura, mostra l’unicità della storia. “L’ultimo film in cui ho lavorato come direttore dell’ombreggiatura è stato ‘Cars’”, racconta. “Tutto era lucido, i colori brillanti e le superfici smaltate. Gli ambienti di ‘Ribelle – The Brave’ invece presentano colori scuri e sottili, con una predominanza di verde e sottotoni di viola e lilla. Non c’è nulla di lucido, tutto è stato antichizzato attraverso la texture”.

 

Creare la texture è la specialità di Kratter, sia per quanto riguarda i costumi,  le torte o i piani del castello. “Può cominciare da un dipinto, una scultura, un pezzo di seta, un ordine da una panetteria o una grande lastra di pietra”, spiega. “Il mio ufficio sembrava quello del capo attrezzista di un film di live action, pieno di libri di ricerca e tanta roba accumulata”.

 

Kratter ama lavorare con materiali veri, dipingendo la stoffa o rivestendo le forme di polistirolo espanso, per cercare ed esplorare il giusto look del film. Ma non è sempre facile. “In Scozia abbiamo osservato un ambiente molto stratificato”, continua Kratter. “Ci sono vari strati di vegetazione sulle rocce, sugli alberi  e sui castelli”.

 

Sono state create diverse versioni di alberi di sorbo, betulle, pini scozzesi, oltre ad elementi quali le rocce, i tronchi e tutto ciò che si può trovare in una foresta, per ottenere una maggiore stratificazione prima di creare della composizione.

 

Kratter spiega che le regole della natura sono state applicate anche ai personaggi del film, con una varietà di texture, modelli e strati per illustrare il collegamento fra i personaggi e la natura.

 

Pilcher afferma che questa connessione non è casuale. “Ho sempre detto che i set, il background, l’ambiente del film diventano il migliore attore non protagonista”, dice. “Il risultato è straordinario, la Walt Disney ce lo ha mostrato. Il background di film quali ‘Pinocchio’ e ‘Bambi’,  diventa un supporto alla narrazione ed è complementare ai personaggi. Quando accade qualcosa di drammatico, la luce potrebbe cambiare in un modo che influenza completamente il modo in cui il pubblico interpreta quella scena. E’ tutto molto coerente. La cosa bella di questa forma artistica è il movimento e tutti questi elementi si amalgamano insieme per creare un impatto emotivo.

 

Continua Pilcher: “Quando finisce un film, ciò che resta è il ricordo di ciò che abbiamo visto, dentro di noi resta un insieme di immagini. E se queste immagini sono efficaci, allora vuol dire che abbiamo fatto un buon lavoro. Se qualcuno uscendo dal cinema dirà: “Wow, che bella la Scozia! Non c’è un altro film come questo!, allora questo vuol dire che il nostro messaggio è arrivato al pubblico”.

Nato in Scozia, l’attore che ha doppiato il re Fergus, Billy Connolly, si complimenta con la squadra della produzione. “I filmmakers sono stati abili nel riuscire a catturare lo spirito della Scozia in tutta la sua splendida drammaticità, rendendola immediatamente riconoscibile”, dice Connolly. “In Scozia c’è una luce bellissima e particolare che non c’è da nessun’altra parte ad eccezione forse, dell’Irlanda. E’ una luce che sembra quasi liquida, e appare di sera. E’ un effetto magico”.

 

Gordon Cameron, uno dei pochi scozzesi presso la Pixar, supervisore della tecnologia globale di “Ribelle – The Brave”, elogia il lavoro dei suoi colleghi che sono riusciti a catturare il sapore del suo paese.

 

“Se avessimo fatto il film in Scozia, non sarebbe potuto essere più autentico”, dice Cameron. “Chi lavora alla Pixar ha un’estrema cura dei dettagli, della vegetazione, del clima, del modo in cui i personaggi muovono la loro bocca nel momento in cui parlano il dialetto scozzese. E’ straordinario. Mi sembra di essere il meno scozzese di tutti”.

 

“I personaggi creati da Brenda e Mark sono assolutamente autentici”, aggiunge. “Sembrano totalmente scozzesi, nei loro tratti, nei  vezzi, e nel modo in cui parlano”.

 

Kevin McKidd, anche lui scozzese, doppiatore di Lord MacGuffin e del giovane MacGuffin, concorda sulla veridicità del film. “La cosa straordinaria di ‘Ribelle – The Brave’ è che evoca completamente l’atmosfera scozzese. Quando si va in Scozia, il vento soffia, il mare è mosso, e tutto è coperto di felce e muschio, e la vegetazione è in costante movimento. E’ un paesaggio variegato e stratificato, e questo si vede nel film. Tutto ha un aspetto reale e vibrante. Sono riusciti a catturare la natura rigogliosa e selvaggia, quasi primitiva, in un modo splendido. Hanno reso la Scozia più bella della Scozia stessa”.

 

UN LIVELLO MIGLIORE

La squadra di animazione della Pixar

raggiunge nuovi livelli … di nuovo!

 

Nel corso degli ultimi 26 anni costellati da 12 grandi successi consecutivi, i Pixar Animation Studios hanno raggiunto nuovi livelli nell’arte della computer animation, confermando la reputazione di abili narratori e filmmakers.

 

“In ‘Ribelle – The Brave’”, dice il regista Mark Andrews, “abbiamo superato noi stessi in termini di fotografia, luce e riprese. Abbiamo lavorato diversamente con la texture, portando i personaggi umani ad un nuovo livello. Le performance del film hanno una raffinatezza senza precedenti”.

 

Sotto la guida dei supervisori dell’animazione Alan Barillaro e Steven Hunter, con il forte sostegno degli animatori capo Kureha Yokoo e David DeVan ed una squadra di oltre 80 animatori, le performance di “Ribelle – The Brave” si distinguono dal passato, in termini di sfumature, credibilità ed eccitazione.

 

Per prepararsi a questo compito, la squadra dell’animazione si è cimentata nella scherma, ha preso lezioni di tiro con l’arco, ha indossato il kilt, ha imparato a cavalcare, ha visitato lo zoo, ha studiato l’accento scozzese con un insegnante del luogo, ha guardato i film leggendari ambientati in Scozia e i documentari sulla natura con orsi e cavalli. Lo stesso regista Mark Andrews ha dato agli altri lezioni di scherma bisettimanali. Le quotidiane revisioni dell’animazione, spesso terminavano con un invito a raccogliere una spada e a inscenare una mossa particolare.

 

“E’ stata la produzione più difficile in cui abbiamo lavorato finora”, dice Barillaro. “Ogni personaggio è molto complesso e c’era necessità di un’estrema autenticità anche rispetto alla storia. Nonostante i disegni siano caricaturali, devono risultare credibili, per riuscire a immedesimarsi nella storia e nei personaggi. Questo film offre un grande livello di interazione fra i personaggi e l’ambiente, che non era mai stato ottenuto in precedenza. Questi ambienti floridi dovevano ospitare i personaggi giusti e interagire con loro. E’ un mondo tattile e il nostro approccio non ha avuto restrizioni”.

 

La squadra dell’animazione ha lavorato con gli artisti responsabili del disegno dei personaggi, con i modellatori e i tecnici del rigging (una tecnica che consente di muovere l’oggetto animato), nonché con gli artisti della simulazione nelle diverse fasi del processo. Sono riusciti ad ottenere l’ampia gamma di azioni e di emozioni previste dalla dinamica storia del film.

 

La squadra del “rigging” dei personaggi  e della modellatura guidata da Bill Sheffler, ha creato 10 personaggi principali, 20 personaggi secondari e fino a 100 figuranti (che popolano anche le scene in cui compare la folla). “Un personaggio come Merida”, dice Sheffler, “ha migliaia di controlli e una complessa cinematica inversa [un processo che consente agli animatori il controllo dei macro movimenti come quelli di una mano o di un braccio, attraverso complessi calcoli di matematica]. Il rigging facciale è più complesso ed è stato creato con un software tutto nuovo. Questo ha complicato il nostro lavoro ma ha permesso agli animatori di ottenere performance più sofisticate”.

 

“La scena in cui Merida si confronta sua madre ha costituito una vera sfida per gli animatori del film”, spiega Hunter. “Tutto è stato curato nei minimi dettagli: se una testa si inclina nel modo sbagliato, può davvero rovinare tutto. E’ stato davvero difficile creare il modo in cui i personaggi si muovono e reagiscono”.

 

“Oltre all’azione, è un film pieno di sentimenti”, aggiunge Barillaro. “La cosa bella della Pixar è che se una cosa non va bene, si rifà daccapo. Siamo orgogliosi del modo in cui lavoriamo, cerchiamo di affinare il prodotto fino a quando risulta credibile a tutti. Sembra facile, ma è un processo lungo e meticoloso.

 

“Ci siamo ispirati ai registi e agli attori”, continua Barillaro, “soprattutto alla performance fisica degli animatori. Ci siamo filmati e quindi abbiamo fatto delle caricature di noi stessi. Funziona di più quando mescoli un po’ di te stesso con gli altri elementi”.

 

Adattare l’animazione agli accenti scozzesi è stato un lavoro incredibilmente complesso. La Pixar si è avvalsa della collaborazione di un linguista per coadiuvare questo processo. “Questo specialista ci ha aperto un mondo”, racconta Hunter. “Ci ha fatto riflettere sulla provenienza del suono e sul modo in cui si muovono le labbra. Viene forse dal retro della gola o dalla parte anteriore? E’ glottidale o viene pronunciato sulla punta della lingua? Proprio quando pensavamo di aver capito, Mark diceva, ‘No, no, è più laterale!’ e così dovevamo ricominciare daccapo”.

 

Per l’animazione dei gemelli birichini, gli animatori si sono ispirati ai propri figli. Henry, il figlio di sei anni del supervisore all’animazione David DeVan, ha avuto  libero accesso allo studio, e tutti hanno potuto osservare ogni suo movimento. “Correva intorno all’atrio e si arrampicava dappertutto”, dice Hunter. “Ci siamo subito resi conto che quel che stavamo facendo era sbagliato. E’ stato davvero interessante osservare quel bambino pieno di energia che si divertiva anche semplicemente a salire su una sedia”.

 

“Mark consigliava  di vivere ogni sequenza a livello personale”, aggiunge Barillaro. “Nelle scene in cui Merida ed Elinor discutono, ad esempio, ci diceva di pensare a nostra madre, a nostra figlia o a qualche ragazza che conoscevamo e di osservare la dinamica sullo schermo cercando di immedesimarci in Merida o  Elinor. Il nostro scopo era quello di mostrare al pubblico entrambi i lati di questo rapporto”.

 

Altri animatori si sono specializzati negli animali come  Mordu, l’orso demoniaco, e Angus, il maestoso cavallo di Merida. Andrews si divertiva a chiamare questi specialisti i  “Lord dell’orso” o  i “Lord del cavallo”. L’animatore capo Kureha Yokoo, che ama andare a cavallo, ha reclutato altri due esperti cavallerizzi, Kevin O’Hara e Jessica Sances, per lavorare in alcune scene importanti con i cavalli. Dovi Anderson, un animatore di origini scozzesi, e Jean-Claude Tran erano due “Lord dell’orso”.

 

Un altro primato della squadra di animazione è stata la loro abilità nel rendere il movimento dei capelli e dei vestiti. Hanno studiato il modo in cui i capelli, gli abiti o la pelliccia reagiscono al movimento di un personaggio che stanno animando.

 

“Riuscire a indovinare il modo in cui il capelli si muovono è il risultato di un delicato equilibrio tra il movimento fisico e la posizione dei capelli, dal punto di vista estetico, grafico e della performance”, spiega Barillaro. “Dovevamo conoscere la fisica del movimento, e fare la scelta migliore in termini di autenticità e aspetto. Gli animatori devono fare attenzione alla direzione dei capelli e al modo in cui interagiscono con tutto il corpo”.

 

 

 

STRATO DOPO STRATO

Il guardaroba di “Ribelle – The Brave” si avvale di tecniche

all’avanguardia per creare un look antico

 

Una delle più grandi difficoltà di “Ribelle – The Brave” è stato creare un guardaroba in linea con l’ambientazione e il periodo in cui si svolge il film. I personaggi avevano necessità inedite per la computer animation.

“Boo indossa una T-shirt e dei leggings in ‘Monsters & Co.’”, dice il produttore di “Ribelle – The Brave” Katherine Sarafian. “Mentre la madre indossa dei pantaloni attillati in ‘Toy Story 2’.  Questo è ciò che sapevamo fare all’epoca. In ‘Ribelle – The Brave’, il re Fergus ha otto strati — la maglia metallica, l’armatura, diversi strati di kilt, una cintura, un fodero per la spada e persino un mantello di pelliccia d’orso. Merida deve essere in grado di cavalcare con la gonna pur lanciando frecce. Tutto ciò deve essere programmato nel computer in modo che ogni strato si muova nel modo giusto e interagisca con gli altri. La nostra squadra ha fatto comunque la sua figura: nuova tecnologia, nuovo software, artisti incredibili”.

 

I costumi dell’animazione sono sorprendentemente simili a quelli della live action, anche se i modelli, la foggia e le cuciture sono stati fatti al computer. Ogni look inizia con una serie di sketch; per creare un abito vengono presi in considerazione la personalità di un personaggio, lo status sociale, un suo ruolo nella scena ed altri dettagli. Fergus è un guerriero che ha un conto in sospeso con l’orso che gli ha portato via una gamba— perciò la maglia metallica, l’armatura e il mantello di pelliccia non solo sono appropriati, ma riflettono anche la sua personalità.

 

Dice Sarafian: “In ‘Ribelle – The Brave’ i costumi sono molto importanti perché definiscono i personaggi e catturano l’atmosfera scozzese. Dovevano riflettere la terra selvaggia in cui abitano i personaggi, oltre tutto indossare vari strati di abiti  al tempo era normale”.

 

Colin Thompson, che ha supervisionato l’ombreggiatura dei personaggi del film, e Tia Kratter, che ha supervisionato i colori e le texture, hanno guidato la creazione degli abiti. Kratter ha lavorato al fianco dello scenografo Steve Pilcher, svolgendo un’ampia ricerca per ottenere l’effetto prodotto da uno specifico tessuto o modello. La squadra di Thompson lo ha arricchito con le qualità desiderate e lo ha confezionato per il personaggio.

 

“In Scozia”, spiega Kratter “abbiamo scoperto che tutto è molto stratificato. Anche il muschio sulle rocce o sul terreno è morbido e composto da tanti strati. Ispirandoci a questa idea degli strati della natura, come appunto la vegetazione delle rocce e della foresta, abbiamo creato il look dei personaggi. Fergus, ad esempio presenta vari strati di indumenti ottenuti da una varietà di pellami e lana”.

 

“Rispetto agli abiti, questo film va davvero oltre rispetto a ciò che abbiamo fatto nel passato”, dice Thompson. “Philip Child [artista digitale e responsabile dell’ombreggiatura] ha creato un nuovo programma che traccia i vestiti con linee orizzontali e verticali. Con questa base, possiamo tessere le curve tutt’intorno alle linee. Lavorando come uno stilista o un sarto digitale, il computer può prendere i disegni di Tia e creare tessuti come la iuta, con motivi di pied-de poule e a spina di pesce. Era importante ottenere una consistenza nodosa e ruvida.

 

“Abbiamo scoperto che sul computer in fondo è facile rendere la qualità di materiali pregiati come la seta mentre è molto difficile rendere i materiali più grezzi come la iuta”, spiega Thompson.

 

Per creare l’abito regale della regina  Elinor, Kratter ha vagliato vari tipi di tessuti e di decorazioni. “Il vestito di Elinor è fatto di seta e nonostante il suo effetto delicato,  la sua fibra è forte. Proprio come la regina stessa”, dice Kratter. “Ho trattato la seta con colori metallici (questi sono i momenti in cui il mio lavoro diventa divertente), attaccando sottili strati di foglia d’oro per conferivano preziosità a questa personalità molto controllata e organizzata”.

 

Le creazioni di Kratter sono state quindi consegnate agli artisti dell’ombreggiatura che hanno riprodotto i disegni sul computer. I colori e le texture vengono aggiunte all’indumento quando il dipartimento della simulazione li ha adattati al personaggio. Il supervisore della simulazione Claudia Chung spiega che bisogna programmare il simulatore fisico per comprendere la struttura del materiale selezionato affinché il prodotto finale abbia l’aspetto e il movimento desiderati.

 

Ma questo non è facile, dice Chung. “I kilt sono difficili da realizzare in simulazione”, spiega. “Bisogna creare drappeggi e strati di tessuti e non lo avevamo mai fatto in modo così esteso. Un kilt presenta vari strati di stoffa che in un computer non riescono a sovrapporsi bene.

 

“Il re Fergus è senza dubbio il personaggio più complicato che abbiamo mai creato”, aggiunge Chung. “Prima di lui, al massimo avevamo lavorato con tre o quattro strati di abiti in ‘Ratatouille’, relativi ai grembiuli e alle divise degli chef. Il kilt di Fergus ha richiesto moltissimo lavoro per ottenere l’effetto desiderato”.

 

Diversi membri della squadra, fra cui il regista Mark Andrews, hanno indossato il kilt per poter essere ripresi e studiati, e in generale per entrare nel vero spirito scozzese. “Ora ho quattro kilt”, dice Andrews,  da sempre un fan della Scozia. “Uno è un kilt tradizionale; altri due sono corti, quelli che si indossano normalmente al lavoro o nelle occasioni formali. E poi possiedo un kilt sportivo per i giochi delle Highland: in realtà ho un kilt per tutte le occasioni”.

 

Kratter ha creato disegni originali per ognuno dei tartan dei diversi clan. “Non volevamo riprodurre un tartan specifico quindi ne abbiamo inventato uno nostro”, dice l’artista. “Per prima cosa abbiamo pensato ai colori più adatti ai personaggi. Per la famiglia di Merida, abbiamo scelto i toni del blu e del viola scuro. Lord Dingwall è un po’ sciocco e quindi abbiamo usato colori eccentrici. Poiché Macintosh è abbastanza aggressivo, in lui predomina il rosso. I colori di MacGuffin sono più orientati sul marrone e sull’arancione. Abbiamo selezionato la tavolozza, stabilito il peso e lo spessore e inserito il tutto in un programma che ci ha offerto diverse combinazioni”.

 

Secondo Kratter, il tartan dei DunBroch è stato disegnato con colori ricchi e smorzati che riflettono l’ambiente naturale e selvatico della Scozia. Il modello non è troppo vistoso o acceso ma coerente dal punto di vista cromatico. La squadra artistica voleva usare tinte che riuscissero a riprodurre le tecniche di colorazione meno sature dell’epoca storica in cui il film è ambientato. Così come la Scozia stessa, il tartan dei DunBroch si staglia contro il blu profondo del Mare del Nord. Il rosso brillante rappresenta la venerazione che la famiglia ha per la propria storia e il sangue versato in battaglia fra i clan. Il verde acceso esprime l’amore per le maestose Highland scozzesi dove si svolge la storia. Il blu scuro, con le sue chiare intersezioni centrali, rappresenta la formazione dei clan all’interno del regno di DunBroch. E infine, il grigio sottile infonde un senso di rispetto per l’anima del forte popolo scozzese.

 

I designer hanno creato un modello per il tartan di DunBroch. “Il dipartimento artistico ci ha fornito un disegno da loro appositamente creato per il clan reale ma quando lo abbiamo osservato più attentamente ci siamo resi contro che sarebbe stato tecnicamente impossibile tessere quel disegno in modo tradizionale”, dice Thompson. “Abbiamo sviluppato un modo per tessere digitalmente il tessuto distribuendo i colori dei fili a seconda della loro direzione. In seguito abbiamo inserito altri colori per rendere più realistico il disegno”.

 

Andrews afferma che il livello di ricercatezza del film che catturerà il pubblico “Questo film è molto ricco, quasi tattile”, dice Andrews. “Quando si guarda ‘Ribelle  - The Brave’si ha la voglia di allungare la mano e di toccare le immagini, per sentire la consistenza degli abiti, dei kilt, dei riccioli rossi di Merida. Questo regala calore al film, e stabilisce un legame unico con lo spettatore”.

 

 

LE CHIOME

I filmmakers di “Ribelle – The Brave” trovano la soluzione ad

una delle maggiori difficoltà dell’animazione

 

Così come Brenda Chapman ha immaginato la protagonista di “Ribelle – The Brave”, Merida è vivace, testarda e appassionata. Con una chioma indomita di riccioli rossi.

“I capelli di Merida esprimono il suo personaggio”, dice Chapman. “Rappresentano il suo carattere. La mamma cerca sempre di contenerli, mentre a Merida piace portarli sciolti.

 

“In tutta la mia carriera”, continua Chapman, “Ho visto molti personaggi che all’inizio vengono creati con dei bellissimi capelli ricci ma che poi in corso d’opera diventano lisci per motivi di semplicità. Non avevo idea di che incubo fosse ciò che volevo realizzare. Fortunatamente la squadra tecnica della Pixar è stata all’altezza del compito e  ha realizzato esattamente ciò che desideravo”.

 

Sperimentando in prima persona il significato del vero coraggio, i supervisori tecnici Bill Wise e Steve May e la loro squadra hanno trascorso anni a lavorare per accontentare i registi. Sono stati creati nuovi programmi di simulazione, effettuati vari test e stabilita una stretta coordinazione fra gli animatori e gli altri dipartimenti.

 

“Se i capelli sono difficili da realizzare”, ammette Wise, “i ricci sono ancora più difficili. E’ un problema di simulazione. Quando ho lavorato ne ‘Gli Incredibili’, i lunghi capelli dritti di Violetta costituivano il problema del film. All’epoca nessuno aveva mai fatto nulla del genere nell’animazione al computer, ma ce l’abbiamo fatta. Quando ho iniziato a lavorare in ‘Ribelle – The Brave’, pensavamo che un programma di simulazione non potesse creare i capelli ricci e renderne il volume. I registi volevano che i ricci si muovessero e interagissero fra loro in modo semi-realistico, pur mantenendo il volume. Non devono sembrare delle molle, bensì si devono allungare e mantenere lo spessore. Dovevamo inventare un nuovo simulatore per i capelli”.

 

Il supervisore della simulazione Claudia Chung, che si è occupata del guardaroba e dei vestiti del film, ha guidato anche la simulazione dei capelli e della pelliccia,  assicurandosi che si muovessero in sintonia con le performance degli animatori.

 

Chung dice che a differenza dei capelli lisci, i capelli ricci devono avere volume per mostrare i riccioli, ma creare il volume nel computer non è facile. “La simulazione si basa su concetti di fisica, è necessario capire la legge di gravità e altri leggi della fisica”, dice. “Non riuscivamo a capire il motivo per cui i capelli ricci si muovono in un certo modo, perciò abbiamo lavorato con una squadra di ricerca Pixar per costruire modelli fisici dei capelli di Merida.

 

“Uno degli artisti ha suggerito che i capelli ricci assomigliano al filo intrecciato di un telefono”, continua Chung. “Questo è il modo in cui si muovono i capelli di Merida ed è la base del suo modello, ma si tratta di una tecnica che si basa sulla fisica. Non sono capelli naturali. La squadra dell’animazione voleva delle curve a C e a S, capelli fluenti che seguono in modo piacevole e credibile i movimenti della testa. Alla fine abbiamo capito che i capelli di Merida hanno una gravità più bassa rispetto al resto dei personaggi’”.

 

Non solo Merida è un abile arciera ed una scalatrice temeraria; anche i suoi capelli sfidano le leggi della fisica, dice Chung. “Poiché i ricci sono così annodati, in qualche modo sfidano la gravità.

 

“I capelli di Merida rappresentano un grande risultato”, continua Chung. “Ho sempre pensato che il dipartimento artistico avesse creato dei capelli assolutamente esagerati per Merida, con ricci e onde di diverse dimensioni, alcuni arrotolati, altri più morbidi. Ma quando ho osservato i capelli ricci di una mia amica, mi sono resa conto che i capelli di Merida possono esistere veramente”.

 

Le novità tecnologiche della simulazione dei capelli sono state usate anche per realizzare la pelliccia dell’orso Mordu. In alcuni casi, la pelliccia dell’orso misurava 30 centimetri e ha richiesto la presenza di un esperto per dirigere il suo movimento.

 

Dice Chung: “La cosa che mi ha entusiasmato di più rispetto a ‘Ribelle – The Brave’ è il fatto che la squadra della simulazione sia stata in grado di partecipare in un modo assolutamente inedito. In passato la simulazione subentrava dopo l’animazione, ora invece è parte integrante della recitazione e del processo artistico. Tanti artisti di questo film sono stati contenti di far parte di questa esperienza, tanto creativa quanto tecnica. Abbiamo svolto un ruolo più ampio ed è stato gratificante. ‘Ribelle – The Brave’ è davvero una pietra miliare della simulazione, che costituisce quasi il 90 per cento del film”.

 

 

CREARE LA MAGIA

Scenografia, software, fotografia ed effetti speciali

per trasportare “Ribelle – The Brave” ad un nuovo livello

 

Con la sua ambientazione mistica ed una storia radicata alla magia, “Ribelle – The Brave” si è avvalso della consolidata esperienza artistica della Pixar per poter vivere sul grande schermo. Dai set al software, dalla fotografia agli effetti speciali per non parlare dell’illuminazione, i filmmakers hanno superato se stessi… ancora una volta.

 

I SET

Fra antichi castelli e rovine, misteriosi cerchi formati da pietre secolari, foreste e paesaggi ricchi di vegetazione, la squadra dei set della Pixar, supervisionata da Derek Williams, ha creato l’ambiente in cui ha luogo la vivace azione di “Ribelle – The Brave”, e che trasmettere  il sapore e l’autenticità della Scozia.

 

“La difficoltà maggiore, per il dipartimento dei set di ‘Ribelle – The Brave’, è stata la creazione della foresta che doveva risultare viva e naturale”, dice Williams. “Per questo film, abbiamo costruito sette foreste diverse e le abbiamo riempite di sorbi, betulle e pini scozzesi. Creando varie versioni di questi alberi, alla fine ne abbiamo ottenuti circa 40 tipi. Per generare una foresta inizialmente abbiamo studiato dove collocare le cose. Quando la cinepresa iniziava a girare, noi cominciavamo a spostare gli oggetti all’interno dell’inquadratura per ottenere il massimo dalla ripresa. Abbiamo aggiunto elementi di vegetazione quale erba generata al computer, muschio, lichene, felce ed erica, per creare la complessità voluta dallo scenografo e dal regista. Avevamo un trio di geni nel nostro dipartimento: Inigo Quilez, Andy Whittock e Jamie Hecker, che si sono occupati di creare lo splendido e complesso muschio”.

 

Inoltre Williams e la sua squadra hanno svolto un’ampia ricerca per quanto riguarda le rocce e le pietre tipiche della Scozia, nonché il genere di armi che venivano usate anticamente. Spade, scudi, asce, archi e frecce ed altro sono stati costruiti per le scene di battaglia del film.

 

Dice Williams: “Questo film è grandioso e noi ci siamo spinti semplicemente oltre. I set sono più grandi, ed è stata utilizzata la modellatura e l’ombreggiatura. Uno dei nostri set preferiti è una rovina sotterranea, buia e inquietante, che presenta tutto ciò che amiamo in termini di modellatura, ombreggiatura e allestimento”.

 

IL SOFTWARE

I Pixar Animation Studios sono noti per la bravura e l’esperienza nel campo artistico e tecnologico. Con “Ribelle – The Brave”, un innovativo sistema di software chiamato PRESTO Animation System, ha consentito ai narratori e agli animatori di realizzare sogni ancora più grandi. “La Pixar ha deciso di costruire una nuova tecnologia, dato che il nostro vecchio software non riusciva a sostenere le richieste di questa nuova produzione”, spiega Gordon Cameron, il supervisore della tecnologia globale del film, una delle figure più importanti del Global Technology Group della Pixar.

 

“‘Ribelle – The Brave’  è il primo film ad aver usato il nuovo sistema d’animazione sviluppato proprio da Pixar”, spiega il supervisore tecnico Steve May. “Questo sistema consente di animare scene molto complesse. Una delle cose più difficili dell’animazione è controllare personaggi che sono collegati e dipendenti l’uno dall’altro. C’è una scena in cui Merida cavalca il suo fido destriero Angus mentre cuce un arazzo e porta a passeggio i suoi tre gemelli. L’animazione di ognuno di questi personaggi dipende dall’altro: se uno si muove, allora anche gli altri devono reagire e il modo in cui dipendono ognuno dall’altro cambia durante la ripresa. Le connessioni sono dinamiche e richiedevano una nuova tecnologia di animazione”.

 

Il supervisore tecnico Bill Wise aggiunge: “Una delle ragioni per cui abbiamo sviluppato questa tecnologia riguarda le scene dell’orso e del cavallo. Si tratta di personaggi grandi, pesanti e pieni di muscoli; volevamo integrare la simulazione nel processo di articolazione per poter ottenere un movimento secondario, il modo in cui un muscolo vibra sotto la pelle. Volevamo comunicare la sensazione del peso e della massa. Il risultato di questa ricerca è evidente quando gli animali avanzano lentamente: il petto e i muscoli si muovono ad ogni passo. Il software PRESTO ha fornito maggiore forza e controllo per poter collegare queste due cose. In particolare, in questo film, ci ha consentito di integrare la simulazione nel processo di animazione. E’ stato un grande risultato”.

LA FOTOGRAFIA – LUCI E MACCHINA DA PRESA

La fotografia cinematografica nell’animazione al computer ha fatto passi da gigante dai tempi di “Toy Story”, il film di esordio della Pixar, primo lungometraggio completamente animato al computer, uscito nei cinema nel 1995. Con “Ribelle – The Brave”, i direttori della fotografia Rob Anderson (macchina da presa) e Danielle Feinberg (luci) arricchiscono il processo con nuovi movimenti della cinepresa ed una sofisticata illuminazione.

 

“La nostra filosofia per quanto riguarda la macchina da presa è sempre stata di rafforzare la storia”, dice Anderson. “E’ un momento emozionante quello in cui i personaggi iniziano a comunicare, e noi dobbiamo cercare di unirli. Una delle mie scene preferite è quella in cui Merida è arrabbiata con sua madre e sta cavalcando nel bosco. C’è una ripresa in cui lei si allontana dal castello e la macchina da presa mostra bellissimi paesaggi a perdita d’occhio. Merida è arrabbiata e il cavallo si sta muovendo. Sembra che la macchina da presa si trovi su un veicolo in movimento in modo che possiamo cavalcare e osservare il cavallo che corre nel bosco. Merida viene disarcionata e atterra proprio al centro di un misterioso cerchio di pietre simile a Stonehenge, che vengono mostrate dalla cinepresa, che si muove in modo rotatorio. La colloca in uno spazio nuovo e fornisce una bella transizione”.

 

Anderson rivela di essere molto affezionato anche alla scena in cui Merida si arrampica sulla roccia di Fire Falls. “La scena ha luogo sulla scogliera, su cui si trova Merida che sta intagliando un piccolo simbolo sul suo arco mentre un’aquila volteggia e grida sopra di lei. Abbiamo il punto di vista dell’uccello della scena e poi la camera dissolve verso un’ampia ripresa della ragazza su un muro di roccia. Questo è stato molto difficile perché volevamo ottenere l’effetto dell’uccello che si alza in volo pur continuando ad avere Merida  nella parte inferiore dell’inquadratura. La camera mima il movimento del volatile, con un effetto molto lirico; Merida è perfettamente inquadrata fra il tramonto e la cascata sullo sfondo.

 

“Lavorare con Mark Andrews è stato fantastico”, aggiunge Anderson. “Riesce a far stare tutti bene. E’ acuto e intelligente, conosce il suo film e sa ciò che vuole dalla macchina da presa. Abbiamo cercato di fornirgli il maggior numero possibile di opzioni. All’inizio usiamo sempre lo storyboard come una mappa e poi gli forniamo una scelta fra opzioni più tradizionali o più trasgressive per raccontare gli stessi momenti della storia”.

 

I precedenti crediti di Danielle Feinberg comprendono il ruolo di direttore della fotografia in “WALL•E”, che lei stessa definisce erano ben diversi da “Ribelle – The Brave”. Questo film è fresco e terrorizzante al tempo stesso. ‘WALL•E’ doveva essere come un documentario, mentre ‘Ribelle – The Brave’ è l’esatto contrario. E’ facile illuminare i robot mentre è incredibilmente difficile illuminare gli esseri umani. Quando la ripresa arriva nel nostro dipartimento, tutto sembra grigio perché c’è solo una semplice luce bianca. L’animazione vede le proprie riprese con questa luce. Tutto sembra smorto e non c’è atmosfera, non si capisce se c’è il sole o meno, né che ora del giorno sia. Quando iniziamo ad illuminare una ripresa, ad un certo punto tutto si accende ed è un momento magico in cui veniamo trasportati in un altro mondo.

 

“I nostri personaggi sono esseri viventi”, continua Feinberg. “Li conosci solo quando inizi ad illuminarli. Ognuno di loro ha le sue particolarità. Merida ha dei bellissimi capelli rossi e c’è voluto del tempo per capire come illuminarli nel modo giusto. Con lei abbiamo dovuto modulare la luce sulle guance per evitare di farla sembrare una maschera. Illuminare il suo cavallo Angus è stato difficile perché è tutto nero e ha le zampe e il naso bianchi. Se si usa troppa luce su di lui, l’effetto è eccessivo. Alla fine abbiamo optato  per un riflesso sfocato con cui ottenere la sua forma”.

 

Feinberg e la sua squadra si sono cimentati soprattutto nella grande sala del Castello di DunBroch, dove la folla è stata illuminata da centinaia di candele, torce e candelabri, in cui l’illuminazione ha acquistato un nuovo livello di complessità. Inoltre la sua squadra ha contribuito a creare la misteriosa atmosfera dell’antica Scozia. “Una delle nostre scene preferite rispetto all’illuminazione, è quella in cui Merida e Angus finiscono nel cerchio di pietre”, dice Feinberg. “E’ un posto magico in cui Merida incontra i fuochi fatui. Oltre alla foresta, la scena di espande e si vedono grandi cieli coperti da nuvole nere. Tutto è buio e ignoto mentre ciò che è legato al castello è luminoso e infonde un senso di sicurezza. Quando poi appaiono i fuochi fatui, la scena si completa e il risultato è splendido”.

 

 

EFFETTI SPECIALI – FUOCHI FATUI, NEBBIA E FIUMI

“Ribelle – The Brave” presenta un’ampia gamma di effetti visivi bellissimi ed innovativi che esaltano la suggestione della magica vicenda di Merida. La nebbia, il fuoco, i fuochi fatui ed un fiume agitato sono solo alcune delle difficoltà affrontate dalla squadra della produzione.

 

David MacCarthy, supervisore effetti di “Ribelle – The Brave”, afferma che la natura occupa un ruolo di spicco in questo film. “L’ambiente è l’effetto primario,  che dà vita a questo mondo. In Scozia il clima è umido, ventoso e ricco di elementi naturali che mantengono tutto vivo e in movimento”.

 

Uno degli effetti principali, quello dei fuochi fatui, proviene dal folklore scozzese in cui delle piccole luci che si ritiene siano causate dai gas delle paludi, in passato attraevano i curiosi, che di conseguenza restavano impantanati, spesso annegando nella vischiosa palude. “Mark Andrews ha usato questa analogia anche nel film, e i fuochi fatui diventando le luci che guidano i nostri personaggi lungo un sentiero particolare” continua MacCarthy. “Con i fuochi fatui è la prima volta in cui un personaggio è ottenuto esclusivamente da un effetto. Dovevamo essere indizi visivi, e non elementi guida”.

 

MacCarthy afferma che la squadra effetti ha impiegato un anno per perfezionare il look delle piccole lanterne. “I fuochi fatui iniziano con un nucleo”, spiega, “che è un personaggio a se stante— questa è la geometria. Riempiamo quel nucleo con un gas rumoroso. Poi ci sono due livelli esterni. La silhouette principale assomiglia ad una fiamma e ad una candela, ma quando si muove non c’è gravità, sembra che si muova sott’acqua. Ha un bagliore bluastro e filamenti che hanno la qualità del plasma, quando si muove. I fuochi fatui sussurrano come il vento tra le foglie e il loro movimento ricorda quello di una medusa. Si muovono in modo languido ed etereo in tutte le direzioni”.

 

Uno dei momenti più importanti del rapporto fra madre e figlia ha luogo sulla riva del fiume. “Il fiume doveva essere tipicamente scozzese”, dice MacCarthy. “Si tratta di un ghiacciaio con una serie di cascate che misurano 9 metri di larghezza e  2,5 di altezza”.   

 

 

Aggiunge il supervisore tecnico Steve May: “Il fiume mostra l’animazione più all’avanguardia dei capelli e degli abiti di Merida, oltre alla simulazione dell’acqua del fiume. L’acqua viene animata utilizzando nuove tecniche sviluppate per fornire sia un comportamento su ampia scala, come l’intera forma del fiume, sia i dettagli più piccoli come le correnti intorno alle rocce e gli spruzzi dell’acqua sui personaggi”.

 

“Si tratta forse della simulazione fisica più complessa che l’industria abbia mai realizzato”, dice MacCarthy. “E’ stata una grande collaborazione fra il dipartimento artistico, scenografico e quello relativo al software”.

 

Creare la nebbia, il fumo e gli altri agenti atmosferici è stato il frutto della coordinazione fra il dipartimento effetti e quello del luci. “La nebbia è difficile da rendere”, dice MacCarthy. “Se è diretta o strutturale, il dipartimento effetti la supervisiona. Ad esempio la prima volta che mostriamo le pietre in circolo, la nebbia deve muoversi in un certo modo, quindi deve essere la squadra effetti ad occuparsene”.

 

Aggiunge Feinberg: “Poiché in Scozia c’è tanta nebbia, si intravedono sempre varie silhouette sullo sfondo. E’ una cosa meravigliosa e offre un effetto drammatico che convoglia l’illuminazione intorno al personaggio. Dà al film un senso di magia, la sensazione del mistero che nasconde la foresta”.

 

 

 

 

 

 

 

I SUONI DELLE HIGHLAND

La colonna sonora tradizionale e le canzoni originali

creano un’aria di autenticità

 

“La musica di ‘Ribelle – The Brave’ sostiene la storia, sottolineando l’intensità di questo viaggio epico con Merida. La musica stabilisce l’atmosfera del film e sottolinea il periodo storico. Volevamo catturare un’immagine antica della Scozia e la musica contribuisce all’autenticità ricercata nel film”.

~ Mark Andrews, regista

 

LA COLONNA SONORA

Il compositore nominato all’Oscar® Patrick Doyle, nato in Scozia, ha portato in questo progetto la grande passione e l’entusiasmo che nutre nei confronti della sua terra natia, che si riflette nella sua musica originale ed evocativa. Doyle è il quarto musicista ad aver composto la colonna sonora di un film Pixar, entrando così a far parte di un gruppo di stimati professionisti che comprende Randy Newman, Thomas Newman e Michael Giacchino.

 

“Ho sempre amato l’animazione”, dice Doyle. “Il primo film che ho visto da solo a Glasgow fu ‘Fantasia’ della Disney, nel famoso cinema Cosma. Non ho mai perso un film Pixar. Lavorare in ‘Ribelle – The Brave’ per me è stato un privilegio anche e soprattutto per via delle mie radici scozzese, quindi sento un legame particolare con questo film straordinario”.

 

Doyle si è sentito a casa. “Ciò che rende ‘Ribelle – The Brave’ tanto speciale”, dice, “è l’amore, la cura e l’attenzione per il dettaglio con cui è stata ricreata la Scozia. Hanno catturato completamente il look della sua topografia, la sua architettura antica e il suo clima unico. La storia presenta tutte le qualità mitiche delle grandi leggende celtiche”.

 

Nel creare la musica del film, il compositore ha utilizzato una varietà di strumenti tipicamente scozzesi come le cornamusa, il violino, l’arpa celtica, i flauti e il bodhran. Per conferire alla musica una qualità fresca e contemporanea, ha usato suoni elettrici, con un dulcimero e uno zimbalon elettronici. Dice Andrews: “Non volevamo rendere tutto troppo scozzese, con cornamusa ovunque. La colonna sonora contiene in sé il contrasto fra la grandiosità e la sublime intimità tipica del periodo celtico”.

 

“Ho usato i ritmi delle varie danze scozzesi tipiche, che non solo sono funzionali all’azione, ma conferiscono autenticità”, dice Doyle. “In particolare mi piace la composizione della nenia gaelica ‘Noble Maiden Fair’ che ho suonato con mio figlio Patrick Neil, e che è stata cantata magistralmente da Emma Thompson e Peigi Barker”.

 

Doyle ha voluto che gli strumenti etnici fossero suonati da musicisti scozzesi. “Solo loro possono interpretare la tradizione musicale scozzese restituendo l’atmosfera celtica. Ovviamente sono stati felici di poterlo fare e hanno suonato in modo superbo perché la musica veniva dalla loro anima”.

 

Per quanto riguarda la colonna sonora, Doyle è stato ispirato dalle performance, dalla regia, dalla storia e dalla sua bellezza visiva. “Era importante che la forza di Merida e di Elinor venissero riflesse nella musica e che i loro personaggi non fossero resi troppo sentimentali”, dice. “La storia antica del paese, attraverso i suoi miti e le sue leggende, evocava colori eterei e scuri al fianco di armonie suggestive”.

 

Doyle aggiunge: “Lavorare con Mark e Katherine mi ha dato libertà artistica come compositore; nel film ho unito sia la mia esperienza musicale che il mio background scozzese. C’era un’atmosfera di apertura che permetteva ad un artista di sperimentare con coraggio; abbiamo avuto il tempo di sperimentare e di lanciare idee in modo rilassato e soddisfacente e credo di aver tirato fuori il meglio da me. Questa atmosfera, che viene direttamente da John Lasseter, rende unici i film Pixar”.

 

CANZONI ORIGINALI

Due nuovi canzoni eseguite dall’apprezzata cantante scozzese Julie Fowlis si aggiungono ai brani del film: “Touch the Sky”, con musica di Alex Mandel della Pixar e parole del regista Mark Andrews e Mandel, accompagna la corsa liberatoria di Merida nella foresta quando riesca a sfuggire alle costrizioni della vita del castello. La canzone “Into the Open Air”, con musica e parole di Mandel, viene ascoltata durante un momento speciale fra madre e figlia.

 

Entrambe le canzoni sono state scritte presso la Pixar e sono state create come musica temporanea. “Ci piace lavorare con gli artisti interni alla società”, dice la produttrice Katharine Sarafian. “Perché lavorano al fianco della squadra della storia e possono collaborare con il regista nel corso del processo per riuscire a rendere il brano musicale coerente con la storia. Siamo stati felici che le canzoni di Alex Mandel siano così adatte al film”.

 

Sarafian aggiunge: “Julie Fowlis ha eseguito due canzoni. Se abbiamo mai immaginato una voce per Merida— la bellezza, la chiarezza, l’immediatezza e l’onestà — Julie incarna tutto questo ed è fantastica”.

 

“E’ stato bello registrare ed eseguire la colonna sonora di ‘Ribelle – The Brave’ e in particolare cantare le canzone che rappresenta l’esuberante protagonista femminile Merida”, dice Fowlis. “Sono stata contenta di poter aggiungere una dimensione di recitazione al mio canto per poter portare in vita il personaggio di Merida e i suoi sentimenti più profondi attraverso la canzone”.

 

“Learn Me Right”  è una canzone originale eseguita da Birdy, il cui album ha vinto il disco d’oro e di platino in Inghilterra e in Europa, e dal gruppo folk rock inglese nominato al Grammy® Mumford & Sons, che ha scritto, arrangiato e prodotto il brano.

 

Andrews adora l’energia che Mumford & Sons hanno portato nel film. “Volevano mantenere lo spirito della nostra eroina, così si sono rivolti alla giovane cantante Birdy. Il risultato è una canzone dinamica e poetica che riassume la morale della storia: ‘Siamo ciò che siamo e va bene così’. Esprime molta energia”

 

Aggiunge Sarafian, “‘Learn Me Right’ è una canzone straordinaria. Mi colpisce ogni volta che la ascolto. Mumford & Sons hanno scritto un brano che ha reso giustizia al momento clou del film, sottolineando l’emozione, il cuore e le lezioni apprese da madre e figlia. Hanno trovato il momento di verità della storia che volevamo raccontare, e arricchisce il film di una nuova dimensione”.

 

La Walt Disney Records distribuirà la colonna sonora di“Ribelle – The Brave” a partire dal 19 giugno 2012. La musica del film comprende le seguenti tracce:

  1. 1.   “Touch the Sky”, eseguita da Julie Fowlis
  2. 2.   “Into the Open Air”, eseguita da Julie Fowlis
  3. 3.   “Learn Me Right”, eseguita da Birdy [con Mumford & Sons]
  4. 4.   “Fate and Destiny”
  5. 5.   “The Games”
  6. 6.   “I Am Merida”
  7. 7.   “Remember to Smile”
  8. 8.   “Merida Rides Away”
  9. 9.   “The Witch’s Cottage”
  10. 10.       “Song of Mordu”, eseguita da Billy Connolly e dal cast
  11. 11.       “Through the Castle”
  12. 12.       “Legends Are Lessons”
  13. 13.       “Show Us the Way”
  14. 14.       “Mum Goes Wild”
  15. 15.       “In Her Heart”  
  16. 16.       “Noble Maiden Fair (A Mhaighdean Bhan Uasal)” eseguita da Emma Thompson e Peigi Barker
  17. 17.       “Not Now!”
  18. 18.       “Get the Key”
  19. 19.       “We’ve Both Changed”
  20. 20.       Merida’s Home”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I FILMMAKERS

 

MARK ANDREWS (regia/sceneggiatura) è il regista del recente film Disney•Pixar “Brave” (“Ribelle – The Brave”) che sarà in Italia     al cinema  dal 5 settembre 2012  

 

Andrews si è unito ai Pixar Animation Studios nel dicembre 2000 e ha lavorato in quattro film a soggetto dello studio. E’ stato supervisore della storia nei film premio Oscar® “The Incredibles” (“Gli Incredibili”) e “Ratatouille” ed è stato artista dello storyboard nel film vincitore del Golden Globe® “Cars”. Andrews ha inoltre contribuito alla storia del premiato “Toy Story 3”. Oltre al suo lavoro nei film Pixar, Andrews ha scritto e diretto il cortometraggio nominato all’ Academy Award® “One Man Band”.

 

Andrews ha collaborato anche in “John Carter” di Walt Disney Pictures nel ruolo di regista di seconda unità e scrittore al fianco del regista Andrew Stanton, suo collega presso la Pixar.

 

In precedenza Andrews viveva a Los Angeles ed è stato artista dello storyboard in diversi film animati. Per il suo lavoro in “The Iron Giant” (“Il gigante di ferro”), ha ricevuto un Annie Award da parte di ASIFA-Hollywood. È stato inoltre artista dello storyboard in diversi programmi TV animati fra cui: “The New Adventures of Jonny Quest” e “Star Wars: The Clone Wars” che gli è valso un Emmy®, e il premiato “Samurai Jack”. Al di là del suo lavoro nel mondo dell’animazione, Andrews ha curato gli storyboard del blockbuster d’azione della Sony “Spider-Man”.

 

Andrews si è laureato presso il California Institute of the Arts (CalArts), nel 1993. Vive nella Bay Area con sua moglie e i loro figli.

 

 

BRENDA CHAPMAN (regia/storia/sceneggiatura) è entrata a far parte dei Pixar Animation Studios nel settembre 2003 come artista della storia nel film a soggetto nominato all’Academy Award® “Cars” (“Cars – Motori ruggenti”). Subito dopo ha concepito la storia, i personaggi e il mondo originalissimo di “Brave” (“Ribelle – The Brave”), il più recente lungometraggio di Disney•Pixar, un’avventura epica ambientata nelle leggendarie Highland scozzesi, che uscirà in Italia il 5 settembre  2012.

 

Nata e cresciuta nell’Illinois, Chapman si è laureata presso il California Institute of the Arts (CalArts). Lavora presso i  Walt Disney Feature Animation Studios dove è stata artista della storia in alcuni dei film più amati della Disney: “The Little Mermaid” (“La sirenetta”); “The Rescuers Down Under” (“Bianca e Bernie nella terra dei canguri”); “Beauty and the Beast” (“La bella e la bestia”); “The Hunchback of Notre Dame” (“Il gobbo di Notre Dame”) e “Fantasia 2000”. E’ stata supervisore della storia di “The Lion King” (“Il re leone”), il film d’animazione campione di incassi di tutti i tempi.

 

Dopo quasi otto anni alla Disney, Chapman ha lanciato un nuovo studio d’animazione: i DreamWorks Animation Studios, per cui ha diretto il film del  1998  “The Prince of Egypt” (“Il principe d’Egitto”): è stata la prima volta in cui una donna ha diretto un film animato di un grande studio hollywoodiano.

 

Prima di unirsi alla Pixar, Chapman ha lavorato come consulente della storia e della regista in vari progetti di DreamWorks, degli Universal Studios e della Sony Animation.

 

 

STEVE PURCELL (co-regia/sceneggiatura) si è unito ai Pixar Animation Studios nel settembre 2001 come artista della storia per il film vincitore del Golden Globe®-winning feature film “Cars” (“Cars – Motori ruggenti”). Insieme alla squadra di ricerca della produzione del film, Purcell ha visitato la Route 66, per infondere emozioni vere nella storia del film. Inoltre Purcell ha prodotto l’arte concettuale del film, ha prestato la sua consulenza per i giocattoli e i giochi di “Cars” (“Cars – Motori ruggenti”) e ha doppiato il ‘muggito’ di uno dei personaggi del film che non parlano.

 

Il suo talento di narratore gli ha meritato il ruolo di co-regista nel film a soggetto di Disney•Pixar “Brave” (“Ribelle – The Brave”) che uscirà il 5 settembre 2012 in Italia . In veste di co-regista ha contribuito in modo importante alla storia e alla sceneggiatura lavorando al fianco dei registi e del produttore del film.

 

Purcell disegna da quando era piccolo e ancora conserva i suoi primi disegni, l’Oso Yogi e il Clown Bozo. Da giovane Purcell ha creato storyboard e fumetti propri, realizzati in casa con una telecamera 8mm, e amava guardare  MAD Magazine, i Marx Brothers e Monty Python. Il suo impiego presso la Pixar è il frutto di una naturale evoluzione della sua passione per il cinema e per i disegni.

 

Nel frattempo ha lavorato come illustratore, disegnatore dei personaggi, scrittore dei fumetti. E’ stato animatore dei giochi al computer e disegnatore per LucasArts, supervisionando una serie animata televisiva basata sui personaggi da lui stesso creati.

 

Purcell si è laureato presso il California College of the Arts di Oakland, in California, e ha sempre lavorato nella San Francisco Bay Area. Ora vive a Petaluma, in California con sua moglie e i loro due figli.

 

 

KATHERINE SARAFIAN (Produttrice) è stata parte integrante del successo e della crescita dei Pixar Animation Studios, occupando una varietà di ruoli importanti fino a diventare produttrice del nuovo film Disney·Pixar “Brave” (“Ribelle – The Brave”), che uscirà il 5 settembre 2012 nei cinema italiani  

 

Sarafian si è unita alla Pixar nel 1994 come coordinatore della produzione del primo lungometraggio dello  studio “Toy Story”. In seguito è diventata manager di produzione nel dipartimento dei cortometraggi Pixar e manager del dipartimento artistico nel secondo film a soggetto dello studio, “A Bug’s Life”.

 

Subito dopo Sarafian è passata al dipartimento di servizi creativi e dei prodotti per il consumatore. Infine è diventata direttore del marketing dello studio.

 

Nel 2000 è tornata ad occuparsi di produzione presso la Pixar, prima come supervisore di produzione di “Monsters, Inc.” (“Monsters & Co.”) e poi come manager di produzione del film premio Oscar® “The Incredibles” (“Gli incredibili”). In seguito è stata produttore del cortometraggio nominato all’ Academy Award® dal titolo “Lifted”, che ha accompagnato l’uscita del film premio Oscar® “Ratatouille” nel 2007.

 

In precedenza ha lavorato con la Castle Rock Entertainment e nell’intrattenimento digitale di Sanctuary Woods Multimedia.

 

Sarafian ha un master in cinema e televisione e una laurea in scienze della comunicazione, entrambi conseguiti presso la University of California, a Los Angeles. Ha tenuto corsi di cinema e televisione per gli studenti universitari e ha rappresentato la Pixar in vari festival di cinema, in Giappone, Europa e Stati Uniti. Nata a Oakland, in California, svolge le sue attività nel mondo culturale della San Francisco Bay Area.

 

 

JOHN LASSETER (produttore esecutivo) ha vinto due volte l’Oscar® ed è il supervisore creativo di tutti i film e i progetti associati di Disney e Pixar. Lasseter ha esordito nella regia di un film a soggetto nel 1995 con “Toy Story”, il primo lungometraggio interamente animato al computer; in seguito ha diretto “A Bug’s Life”, “Toy Story 2” e “Cars” (“Cars – Motori ruggenti”). Il suo progetto di regia più recente è “Cars 2” del 2011.

 

I suoi crediti di produttore esecutivo comprendono: “Monsters, Inc.” (“Monsters & Co.”) “Finding Nemo” (“Alla ricerca di Nemo”), “The Incredibles” (“Gli incredibili”), “Ratatouille”, “WALL•E”, “Bolt” e “Up”, il primo film d’animazione che abbia mai inaugurato il festival di Cannes, e vincitore di due Academy Award® come miglior film animato e migliore colonna sonora originale. Lasseter è stato il produttore esecutivo dei film Disney nominati all’Oscar® “The Princess and the Frog” (“La principessa e il ranocchio”) e “Tangled” (“Rapunzel – L’intreccio della torre”) e del premio Oscar® “Toy Story 3” della Pixar, che si è aggiudicato la statuetta come Miglior Film Animato e per la Migliore Canzone Originale; il film si basa su una storia scritta da Lasseter, Andrew Stanton e Lee Unkrich. 

 

Lasseter ha scritto, diretto e animato i primi cortometraggi Pixar fra cui “Luxo Jr.”, “Red’s Dream”, “Tin Toy” e “Knick Knack.” “Luxo Jr.” è stato il primo film tridimensionale animato al computer  ad essere stato nominato ad un Academy Award® come Migliore Cortometraggio Animato, nel 1986; “Tin Toy” è stato il primo film animato tridimensionale ad aver vinto l’Oscar® come Migliore Cortometraggio Animato nel 1988. Lasseter è stato produttore esecutivo di tutti i successivi cortometraggi dello studio: “Boundin’”, “One Man Band”, “Lifted”, “Presto”, “Partly Cloudy”, “Day & Night”, il premio Oscar® “Geri’s Game” (1997) e “For the Birds” (2000).

 

Sotto la supervisione di Lasseter, i lungometraggi e i cortometraggi animati della Pixar hanno ricevuto numerosi riconoscimenti e premi da parte dell’industria del cinema. Lasseter stesso ha ricevuto un Oscar® speciale nel 1995  per la sua ispirata  leadership della squadra di “Toy Story”. Lui ed il resto della squadra della sceneggiatura di “Toy Story”  sono stati nominati all’Academy Award® per la Migliore Sceneggiatura Originale: la prima volta in cui un film animato è stato riconosciuto in questa categoria.

 

Nel 2009 Lasseter è stato premiato al 66° festival di Venezia con un Leone d’Oro alla carriera. L’anno seguente è stato il primo produttore di film animati a ricevere il David O. Selznick Achievement Award in Motion Pictures da parte dei  Producers Guild of America. Altri riconoscimenti di Lasseter comprendono l’ Outstanding Contribution to Cinematic Imagery Award del 2004 da parte dell’Art Directors Guild, una laurea ad honorem da parte dell’American Film Institute, e il Winsor McCay Award 2008 alla carriera, da parte di ASIFA-Hollywood per il suo contributo all’arte dell’animazione.

 

Prima della nascita della Pixar, avvenuta nel 1986, Lasseter ha fatto parte della Divisione Informatica della Lucasfilm Ltd., dove si è occupato del disegno e dell’animazione di “The Adventures of Andre and Wally B”, il primo esempio di animazione tridimensionale realizzato al computer nonché del personaggio generato al computer chiamato Stained Glass Kinght (il cavaliere raffigurato sulla vetrata della chiesa), nel film del 1985 prodotto da Steven Spielberg “Young Sherlock Holmes” (“Piramide di paura”).

 

Lasseter ha fatto parte della classe inaugurale del programma di animazione dei personaggi del California Institute of the Arts e ha ricevuto una laurea in cinematografia nel 1979. Lasseter è l’unico ad aver vinto due volte lo Student Academy Award per l’Animazione, per i film da lui realizzati quando era studente presso la CalArts: “Lady and the Lamp” (1979) e “Nitemare” (1980). Il suo primo premio risale all’età di 5 anni, quando ha vinto 15 dollari da parte del Model Grocery Market di Whittier, in California, per aver disegnato con una matita il Cavaliere Senza Tempo.

 

 

ANDREW STANTON (Produttore Esecutivo) è una forza creativa dei Pixar Animation Studios dal 1990, anno in cui è diventato il secondo animatore e il nono impiegato della società ad entrare a far parte dell’elite di esperti di computer animation.  In veste di vice presidente del settore creativo, guida le iniziative e supervisiona lo sviluppo di tutti i film e dei cortometraggi dello studio.  Stanton ha scritto e diretto il film premio Oscar® di Disney•Pixar “WALL•E”, che gli è valso anche una candidatura all’ Oscar® per la Migliore Sceneggiatura Originale. 

 

Stanton ha esordito nella regia con il grande successo “Finding Nemo” (“Alla ricerca di Nemo”), una storia originale di sua creazione e da lui parzialmente scritta.  Il film ha meritato a Stanton due nomination all’Academy Award® (Migliore Sceneggiatura Originale e Miglior Film Animato) ed è stato premiato con l’Oscar® come Migliore Film Lungometraggio Animato nel 2003,  la prima volta in cui i Pixar Animation Studios hanno ricevuto un tale onore per un lungometraggio.

 

Stanton è stato uno dei quattro sceneggiatori ad aver ricevuto una nomination all’Oscar® nel 1996 per il suo contributo a “Toy Story”; e ha ricevuto premi per la sceneggiatura in ogni altro film Pixar: – “A Bug’s Life”, “Toy Story 2”, “Monsters, Inc.” (“Monsters & Co.”) e “Finding Nemo” (“Alla ricerca di Nemo”). Inoltre è stato co-regista di “A Bug’s Life” e produttore esecutivo di “Monsters, Inc.” (“Monsters & Co.”) e del film premio Oscar® 2006  “Ratatouille”. 

 

Nato a Rockport, nel Massachusets., si è laureato in tecnica di animazione dei personaggi presso il California Institute of the Arts (Cal Arts), dove ha realizzato due film mentre era studente. Negli anni ’80 ha iniziato a lavorare a Los Angeles, come animatore per il Kroyer Films Studio di Bill Kroyer e ha scritto la produzione “Mighty Mouse, The New Adventures” (1987) di Ralph Bakshi. 

 

 

PETE DOCTER (Produttore esecutivo) è il regista premio Oscar® di “Monsters, Inc.” (“Monsters & Co.”) e diUp”, il decimo film della Pixar.

 

Dopo un inizio presso la Pixar nel 1990 in veste di terzo animatore dello studio,  ha collaborato con John Lasseter e Andrew Stanton per sviluppare la storia e i personaggi di “Toy Story”, il primo lungometraggio della Pixar in cui è stato anche supervisore dell’animazione.  E’ stato artista dello storyboard in “A Bug’s Life” e ha scritto alcuni trattamenti iniziali della storia sia per  Toy Story 2” eWALL•E”. 

 

L’interesse di Docter nei confronti dell’animazione è iniziato all’età di otto anni quando ha creato il suo primo flipbook.  Ha studiato animazione dei personaggi presso il CalArts (California Institute of the Arts) a Valencia, in California, dove ha prodotto una varietà di cortometraggi che sono apparsi nei festival d’animazione di tutto il mondo, e ha vinto uno Student Academy Award®.  Dopo essersi unito alla Pixar, ha animato e diretto diversi spot pubblicitari ed è stato nominato a sei Academy Award® fra cui come Migliore Film Animato per “Up” e “Monsters, Inc.” (“Monsters & Co.”) e Migliore Colonna Sonora Originale per “Up” e “WALL•E”. Docter è attualmente impegnato in un film Pixar ancora senza titolo, previsto per il 2015,  che trasporterà gli spettatori nei meandri della mente umana.

Vive a Piedmont, in California, con sua moglie e i loro due figli. 

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